martedì 30 novembre 2021

Mai sentirsi arrivati!

Oggi è stata una giornata particolarmente positiva al lavoro... ma non per questo mi sento arrivata, perlomeno non nel senso di chi «ha raggiunto una posizione sociale ragguardevole (SIN. affermato)», semmai nel senso di chi «ha raggiunto il limite [del mangiare, del bere o, anche] della stanchezza». E siamo solo a martedì...!

Adesso vado a spiaggiarmi sul letto, non prima di aver condiviso due spunti sulla parola "arrivato" intesa come "persona di successo".

Una spiritosa perla di saggezza...

... e un tweet di Will Reeve, giornalista dell'emittente televisiva statunitense ABC nonché figlio del compianto Christopher "Superman" Reeve, pubblicato nei primi tempi della pandemia, quando chi faceva meeting in videoconferenza anziché in presenza a volte dimenticava di vestirsi bene dalla testa ai piedi. ;-)

SONO ARRIVATO* 
*nel modo più esilarante e mortificante possibile

Lo stesso Reeve ha raccontato i retroscena dell'accaduto, assicurando che almeno le mutande le portava. ;-)

lunedì 29 novembre 2021

Come disattivare AutoPlay in Windows 10

Se desideri disabilitare l'apertura automatica della finestra di Esplora file ogni volta che colleghi al tuo PC con Windows 10 una chiavetta USB o un hard disk esterno, ecco il post(o) che fa per te. Di recente ho avuto l'esigenza di ottenere questo risultato sul lavoro, e leggendo l'articolo How to disable AutoPlay and AutoRun in Windows 10 (Come disabilitare AutoPlay e AutoRun in Windows 10) pubblicato su TechRepublic ho trovato la soluzione. È davvero semplicissimo, seguimi! (Cielo, mi sto trasformando in Salvatore Aranzulla... ;-) )

Sia AutoPlay che AutoRun semplificano la vita agli utenti di PC, ma l'esecuzione automatica dei file multimediali può essere pericolosa. Se vuoi proteggere il tuo PC, o quelli sulla tua rete, da attacchi come questo devi disabilitare AutoPlay e AutoRun per essere al sicuro. Ecco come farlo dall'app Impostazioni. Le vulnerabilità in Windows AutoPlay potrebbero compromettere la sicurezza del tuo PC. Ecco come disabilitarlo localmente.
Premi il tasto Windows o fai clic sull'icona di Windows nell'angolo in basso a sinistra del desktop.
Digita autoplay e fai clic sull'opzione Impostazioni di AutoPlay.
Da questa schermata, disattiva Usa AutoPlay per tutti i supporti e i dispositivi. Inoltre, scegli Nessuna operazione come impostazioni predefinite di AutoPlay per Unità rimovibile e Scheda di memoria. [Fra le altre opzioni ci sono Apri cartella per visualizzare i file (Esplora file), quella di default che ho voluto disabilitare, e Chiedi conferma ogni volta, NdC]

Esiste anche una procedura più avanzata, che coinvolge le group policy, ma non ho avuto modo di sperimentarla. Qualora dovesse interessarti, puoi fare riferimento all'articolo sopra riportato.

domenica 28 novembre 2021

Il mio parere non richiesto

Nella mia "bolla social" ne dicevano quasi tutti un gran bene, così ho voluto guardare pure io la serie animata del momento: Strappare lungo i bordi (qui il trailer), scritta e diretta dal fumettista Zerocalcare, al secolo Michele Rech, per Netflix. Nei primi quattro dei sei brevi episodi non l'ho trovata granché interessante, anche se a tratti mi ha colpita molto perché il protagonista – l'alter ego animato di Zerocalcare stesso – mostrava una sensibilità e un vissuto sorprendentemente simili ai miei. Poi verso la fine del penultimo episodio la storia narrata ha preso una piega drammatica... e qui mi ricollego a una polemica ricorrente riguardo a questa serie: dal momento che Zerocalcare presta la voce e la sua tipica inflessione romanesca a tutti i personaggi tranne l'Armadillo, personificazione della sua coscienza, doppiato dall'attore Valerio Mastandrea, ce vonno i sottotitoli sinnò nun ce se capisce gnente. Ebbene, sarà che io per ragioni familiari ho una frequentazione di lunga data con la parlata capitolina, ma lo comprendevo piuttosto bene pure senza sottotitoli: solo quando parla il Secco non si capisce granché, ma è un aspetto che fa parte integrante del personaggio. Il punto è che, nel corso della summenzionata svolta drammatica della vicenda, si sente proprio che Michele non è un attore né un doppiatore di professione, perché usa lo stesso identico tono di voce usato nei momenti più leggeri. E questo l'ho trovato abbastanza straniante; mentre guardavo l'ultimo episodio volevo commuovermi – ne avrei avuto ben donde – ma per questo motivo non ci sono riuscita appieno. Giusto sul finale alcuni personaggi, gli stessi che fino a poco prima avevano avuto la voce di Zerocalcare, vengono doppiati da professionisti, e la differenza si sente.

Una curiosità: se Michele Rech parla italiano con un inconfondibile accento romano, il suo francese mi sembra impeccabile: senti un po' qua. Del resto lui è madrelingua, nel senso letterale del termine: sua madre è di origine francese, lui stesso ha vissuto in Francia nei primi anni di vita, poi a Roma ha frequentato il Lycée Chateaubriand.

La serie è oggetto di una parodia realizzata – in un romanesco a dir poco approssimativo ;-) – da Andrea Lorenzon per il suo canale YouTube CARTONI MORTI.

Allora, prima che me state a rompe er c***o con "E ma guarda che la serie di Zerocalcare è molto bella"... Sì, anche a me m'è piaciuta molto la serie, signora, ma posso farce 'na parodia lo stesso, porcoddue, che cor mestiere de lo youtuber devo parlar dei trend e a me me serve per far campar la mi' famija?

A pensarci bene, in un certo senso io ne scrivo più o meno per lo stesso motivo, anche se a differenza di Andrea Lorenzon non me ne viene in tasca un centesimo: in gergo si chiama FOMO, acronimo di Fear Of Missing Out, ovvero "paura di essere tagliati fuori".

Concludo con una considerazione riguardo allo spezzone che dà il titolo alla serie:

E allora noi andavamo lenti perché pensavamo che la vita funzionasse così: che bastava strappare lungo i bordi piano piano, seguire la linea tratteggiata di ciò a cui eravamo destinati, e tutto avrebbe preso la forma che doveva avere... perché c'avevamo diciassette anni e tutto er tempo der mondo... come Achille e 'a Tartaruga.

A questo punto ho pensato che a me non è mai piaciuto, nemmeno quando ero giovanissima, strappare la carta lungo la linea tratteggiata, perché a meno che questa non fosse dritta (nel qual caso potevo ottenere risultati soddisfacenti piegando ripetutamente il foglio lungo la linea) lo strappo non sarebbe mai venuto bene come volevo io; ho sempre preferito di gran lunga usare le forbici. E questo mi dà da pensare sul mio modo di affrontare la vita...

sabato 27 novembre 2021

I nostri amici ricci

Questa sera propongo un po' di informazioni riguardanti l'erinaceus europaeus, comunemente detto riccio, di cui ogni tanto vedo qualche esemplare che transita dal nostro giardino; purtroppo quest'estate ne ho trovato uno piccolino, palesemente un cucciolo, stecchito vicino a uno dei vasi che durante la stagione calda tenevo all'aperto. :'-(

Ecco un'immagine condivisa nel gruppo Facebook del paese in cui abito...

SE MI VEDETE NEL VOSTRO GIARDINO
Aggiungete del cibo (carne cruda non salata, carne macinata; mi piace anche il cibo per gatti ma non il pesce) e l'acqua.
Non darmi il latte, causa problemi di stomaco e potrei morire di disidratazione. Ma io sono ingenuo e se vedo il latte bevo. Non darmi il latte.
Non usare insetticidi o trappole. Sono innocuo e aiuto nel tuo orto perché mi nutro di insetti che attaccano verdure. La mia specie sta scomparendo, aiutatemi a rimanere vivo.

... e un post pubblicato dalla sezione milanese dell'ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) per sensibilizzare sulla sorte dei cuccioli nati in autunno come conseguenza del clima insolitamente caldo – verosimile che si tratti dell'ennesimo effetto del riscaldamento globale – che essendo ancora troppo piccoli rischiano di non sopravvivere all'inverno.

venerdì 26 novembre 2021

Vorrei una macchina a energia rinnovabile

Ieri sera ho fatto benzina. Dal momento che lavoro a una trentina di chilometri da casa, mi tocca fare il pieno all'incirca due volte ogni tre settimane, senza contare lo stress e il tempo sprecato che preferirei impiegare in mille altri modi, tutti più utili e piacevoli. Meno male che di recente, quando ormai non ci speravo più visto che ho un datore di lavoro vecchio stampo, mi è stato concesso con mia grande soddisfazione di lavorare occasionalmente da casa – l'ultima volta giusto oggi – proprio in ragione del fatto che devo percorrere tanta strada. [Me lo hanno concesso, senza che io lo chiedessi, subito dopo che il collega no-vax – ma se lo chiami così si offende ;-) – ha chiesto, e poi ottenuto, di poter fare smart working all'occorrenza, affermando di avere difficoltà logistiche nel sottoporsi con la dovuta regolarità ai tamponi che gli servono per ottenere il green pass – per non dire che gli costa troppi soldi – e non saprò mai se i miei superiori avevano già deciso di propormelo oppure se la richiesta del collega ha sbloccato la situazione a mio favore]

Tornando alla benzina... Con i continui rincari si è giunti a quota 1,739 euro al litro alla Tamoil che c'è dalle mie parti; magari non proprio il distributore più conveniente in assoluto dei dintorni, ma se dovessi fare più strada per raggiungerne uno più a buon mercato l'eventuale risparmio andrebbe a farsi benedire. Di andare a far benzina in Arabia Saudita, "il centro del nuovo Rinascimento" per dirla con lo scout di Rignano sull'Arno che è così bravo a vendere chiacchiere, non ne parliamo nemmeno!

(immagine tratta da Commenti Memorabili)

Comunque 1,739 €/l non è mica un record per me: da giugno 2011, quando ho preso l'abitudine di registrare i dettagli di tutti i miei rifornimenti in un foglio di calcolo (ebbene sì), il prezzo massimo l'ho pagato nel lontano 2012, quando ancora abitavo in Abruzzo: 1,793 €/l. 75 euro tondi tondi, sborsai... e a giudicare dalla quantità rifornita non ero neppure in riserva sparata. Bei tempi, quelli in cui un "cinquantone" bastava e avanzava per un pieno... ma a me non succede da più di dieci anni: a febbraio 2016 pagai 50 euro e 2 centesimi al prezzo di 1,275 €/l. Qualcuno si ricorda come mai all'epoca il carburante costava così "poco"?

giovedì 25 novembre 2021

Alle origini della violenza contro le donne

Oggi, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, ti propongo alcune immagini tratte dalla campagna uscita nel marzo scorso che Hella Network, «Il network per la comunicazione inclusiva», ha dedicato alle discriminazioni di genere sul posto di lavoro. Anche se la questione non riguarda direttamente la violenza contro le donne e il femminicidio, trovo che abbia parecchio a che vedere con la mentalità patriarcale alla base di certe azioni a dir poco deplorevoli.



(Quest'ultima immagine mi viene naturale metterla in relazione con la polemica che il mese scorso ha coinvolto lo storico Alessandro Barbero)

Sono venuta a conoscenza della campagna leggendo i commenti a questo post di Lorenzo Tosa: a quanto pare di recente il Comune di Monterotondo ha scopiazzato l'idea senza ritegno, e senza rendere minimamente merito agli autori, salvo poi cancellare tutte le tracce dopo essere stato colto sul fatto.

Una piccola notazione personale: per quanto mi riguarda, svolgendo un lavoro tipicamente maschile come quello di ingegnerə, non posso certo lamentarmi di essere vittima di stereotipi di genere. Anche se giusto ieri mi è toccato incassare, facendo buon viso a cattivo gioco, una battutaccia che... lassamo perde, va'!

mercoledì 24 novembre 2021

Dovremmo prendere esempio dai no-vax e dai no-greenpass

No, non mi ha dato di volta il cervello: se hai anche solo una vaga idea di come la penso, avrai intuito che ovviamente non intendo dire che sia il caso di emulare il tipico approccio antiscientifico e complottista di no-vax e no-greenpass, e neanche il loro irresponsabile menefreghismo nei confronti della collettività. Ma giusto ieri pensavo che se non altro loro sono stati bravi a metter su a tempo di record una mappa (magari non tanto attendibile – se lo fosse stata avrei avuto un'indicazione di quali posti evitare – e oltretutto pareva proprio un invito a nozze per le forze dell'ordine) dei locali che non chiedevano il green pass, mentre non mi risulta che esista qualcosa di analogo per trovare a colpo sicuro i locali che al contrario rispettano tutte le norme per il contenimento del contagio, uso delle mascherine e distanziamento compresi. Sempre ieri ho pensato pure che, se per ipotesi col peggiorare della situazione epidemiologica venissero introdotte nuove restrizioni a danno di tutti, com'è accaduto in Austria (che in effetti è messa molto peggio dell'Italia) con un lockdown generalizzato di 20 giorni, allora saremmo noi vaccinati ad avere tutto il diritto di scendere in piazza per manifestare, esattamente come fanno i no-greenpass da settimane. Ma poi sono rinsavita: se proprio dovesse essere necessario sarebbe il caso di protestare in maniera virtuale, per evitare assembramenti.

Comunque si spera che non bisognerà arrivare a tanto: è fresca fresca la notizia che il governo ha deciso delle restrizioni per i non vaccinati introducendo una versione "rafforzata" del green pass – non ottenibile con il tampone – per accedere a locali ed eventi, mentre il certificato "normale" servirà anche sui mezzi pubblici. Certo, la soluzione migliore a mio parere sarebbe l'introduzione dell'obbligo vaccinale, anche perché il green pass si presta a tutta una serie di scappatoie oltre il limite dell'illecito, ma non oso immaginare il caos che ne deriverebbe...

martedì 23 novembre 2021

Un'abitudine da perdere

L'altro giorno mi sono imbattuta nell'articolo Tutto sull'odiato Phubbing, l'atto di guardare il telefono mentre conversiamo (il termine inglese phubbing viene da phone, telefono, e snubbing, ignorare, e il suo suono cacofonico evoca in maniera efficace un significato tutt'altro che positivo)... e ho dovuto riconoscere che, ahimè, rispecchia il mio comportamento, almeno quando sono in compagnia del mio amore (perché con lui mi sento a mio agio, mentre in presenza di persone con cui sono meno in confidenza certe libertà non oserei prendermele). A mia discolpa ci tengo a precisare che pure lui fa lo stesso, e spesso discutiamo proprio di spunti appena trovati sui social o in generale online. Comunque voglio provare a "disintossicarmi", non soltanto perché non lo trovo carino nei confronti del mio interlocutore, ma soprattutto perché si tratta di una vera e propria dipendenza con risvolti tutt'altro che sani. Ce la farò? :-)

lunedì 22 novembre 2021

Natale in anticipo

Mancano ancora trentatré giorni a Natale, eppure già si vedono in giro le prime case "conciate per le Feste" (per non parlare dei negozi, che il clima commercialfestivo lo ricreano ben prima della tradizionale scadenza dell'8 dicembre, Immacolata Concezione, nei dintorni di Milano ulteriormente anticipata al 7, Sant'Ambrogio). Alcune persone lo fanno per far contenti i bambini, altre... sé stesse. A me personalmente le decorazioni natalizie non dispiacciono di certo... ma ogni cosa a suo tempo! Anche perché, dopo aver trascorso così tanto tempo circondati dagli addobbi, vedere l'Epifania che se li porta tutti via lo trovo davvero triste. :'-(

Stasera condivido alcune immagini sul tema delle "decorazioni natalizie precoci".





(Quest'ultima è leggermente fuori tema, però mi piaceva)

domenica 21 novembre 2021

L'anagrafe a portata di click

Stasera, ispirata dal "videotutorial" qui sotto, con protagonista d'eccezione il nostro caro presidente Sergio Mattarella...

... ho aperto il sito dell'Anagrafe Nazionale Popolazione Residente (anagrafenazionale.interno.it), ho cliccato sul pulsante Accedi ai Servizi al Cittadino, sono entrata col mio SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) – io ho quello rilasciato da Poste Italiane che in alcuni casi è diventato a pagamento, ma solo 12 euro una tantum, e se ancora non ce l'hai a mio parere vale senz'altro la pena di attivarlo – e dopo aver confermato di aver letto l'informativa sul trattamento dei dati personali (notoriamente la più grande bugia in Internet)...

... mi si è aperta la schermata dei Servizi attivi (clicca su questa e sulle altre immagini se vuoi ingrandirle).

Dopo aver verificato i miei dati anagrafici nella sezione Visura e autocertificazioni – qualora avessi riscontrato incongruenze, avrei potuto procedere ad una richiesta di rettifica tramite la sezione Rettifica dati – ho cliccato su Richiedi un certificato...

... ho messo il segno di spunta nella casella per confermare di aver letto la relativa guida, e ho selezionato Richiedi per te stesso.

Se sei un cittadino residente in Italia, l'elenco dei certificati che puoi richiedere è il seguente:

  • Anagrafico di nascita
  • Anagrafico di matrimonio
  • di Cittadinanza
  • di Esistenza in vita
  • di Residenza
  • Anagrafico di Stato civile
  • di Stato di famiglia
  • di Stato di famiglia e di stato civile
  • di Residenza in convivenza
  • di Stato di famiglia con rapporti di parentela
  • di Stato libero
  • Anagrafico di Unione Civile
  • di Contratto di Convivenza

L'elenco è personalizzato sulla base dei dati anagrafici presenti nella base dati "Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente" (ANPR) così come registrati dal comune di competenza; ad esempio nel mio caso, essendo nubile, nell'elenco proposto non ho trovato il certificato di matrimonio... oh, ma prima o poi bisognerà porre rimedio a questa incresciosa situazione! ;-)

Puoi richiedere il certificato in carta libera, selezionando il motivo della richiesta tra quelli presenti nella tendina...

... oppure in bollo; poiché fino al 31 dicembre 2021 non è previsto il pagamento dell'imposta di bollo per i certificati emessi dal Portale ANPR, ho approfittato di questa opportunità e ho scaricato in formato PDF non modificabile tutto quello che potevo.

Sappi solo che, prima di scaricare il certificato ed eventualmente richiedere di riceverlo all'indirizzo di posta elettronica specificato nel Profilo utente – opzione nel mio caso non disponibile perché non ho ancora ricevuto l'e-mail per validare il mio indirizzo – devi visualizzare l'Anteprima, che non ha validità legale e serve soltanto per verificare i dati.

Infine, cliccando su Richiedi per la tua famiglia anziché Richiedi per te stesso, puoi richiedere l'emissione di uno o più certificati per un componente ancora in vita presente nella tua famiglia anagrafica.

sabato 20 novembre 2021

La vittoria che ancora ci manca

Manca più di un mese alla fine del 2021, ma rispetto al 2020 – che, non credo di esagerare, è stato un anno disastroso sotto tutti i punti di vista, nel mio caso pure quello personale – non mi sembra troppo presto per cominciare a stilare dei bilanci: l'Italia ha fatto registrare – facendo mangiare spesso e volentieri la polvere agli antipatici inglesi persino in specialità dove tradizionalmente primeggiano ;-) – successi senza precedenti nei settori più disparati, che un mio "facciamico" sta catalogando in un sito apposito. Si va dalle varie discipline sportive, con una menzione speciale per Olimpiadi e Paralimpiadi, alla categoria Food & Culture (cibo e cultura)... nella quale, senza nulla togliere al trionfo nella Coupe du Monde de la Pâtisserie, il premio Nobel per la Fisica a Giorgio Parisi mi pare un filino più rilevante. ;-)

Da segnalare anche due record nella categoria Weather (tempo, in senso meteorologico) che però non sono certo qualcosa di cui compiacersi: la temperatura più alta mai registrata nella storia d'Europa (48,8 °C, l'11 agosto a Siracusa) e le più intense precipitazioni di 12 ore mai registrate in Europa (740,6 mm, il 4 ottobre a Rossiglione).

Ieri i The Jackal hanno pubblicato un video in collaborazione con la onlus ActionAid per celebrare quest'anno trionfale, ma anche per ricordare che ci rimane almeno una sfida ancora da vincere: quella dell'aiuto nei confronti di chi è meno fortunato di noi. E adesso adottare un bambino a distanza mi sembra il minimo che io possa fare.

venerdì 19 novembre 2021

Passo dopo passo

Questa sera condivido una foto di Rosanne Olson pubblicata nell'account Instagram di Wild Woman Sisterhood...

... non soltanto perché la trovo una gran bella immagine in sé, ma anche perché ho apprezzato il testo che la accompagna, scritto da Elena Mikhalkova, e di cui riporto qui di seguito la traduzione.

Mia nonna una volta mi ha dato un consiglio:
Nei momenti difficili, vai avanti a piccoli passi.
Fai quello che devi fare, ma a poco a poco.
Non pensare al futuro
o a quello che potrebbe succedere domani.
Lava i piatti.
Togli la polvere.
Scrivi una lettera.
Prepara una zuppa.
Vedi?
Avanza passo dopo passo.
Fai un passo e fermati.
Riposati un po'.
Loda te stess*.
Fai un altro passo.
E poi un altro ancora.
Non te ne accorgerai, ma i tuoi passi cresceranno sempre di più.
E verrà il momento in cui potrai pensare al futuro senza piangere.

giovedì 18 novembre 2021

Prepariamo gli analfabeti di domani?

Nelle scorse settimane mi sono imbattuta in questa petizione creata da un gruppo di sedicenti studendi (sic) maturandi per chiedere l'eliminazione delle prove scritte agli esami di maturità 2022. Ironia della sorte, il breve testo è redatto in maniera talmente approssimativa da essere la miglior dimostrazione dell'importanza degli scritti. Proprio stamattina l'esponente PD Gianni Cuperlo ha pubblicato un post piuttosto ironico sulla faccenda.

Non so quanto peso abbia avuto la petizione, probabilmente ben poco, fatto sta che i ragazzi verranno accontentati: poiché l'incognita sull'andamento della pandemia continua ad aleggiare sul prosieguo delle lezioni, il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi sembra ormai orientato a confermare l'esame così come si è svolto lo scorso anno scolastico, ovvero tutto orale, con una tesina.

Come se non bastasse, ieri Andrea ha fatto notare che il ministero dell'Istruzione ha preparato un decreto che dovrebbe ampliare la sperimentazione del cosiddetto "liceo breve", attiva dall'anno scolastico 2018/2019 e che prevede di ottenere il diploma superiore in 4 anni invece che 5.

A me, mi si perdoni il lessico poco consono alla tematica, me pare 'na strunzata sia l'una che l'altra cosa, anche se mi rendo conto che l'emergenza COVID non è ancora finita: l'analfabetismo funzionale dilagante lo possiamo toccare con mano sempre più spesso, e non credo che la situazione potrà migliorare né riducendo il numero di anni trascorsi sui banchi né "risparmiando" ai nostri pargoli una sfida fondamentale – non solo per i contenuti in sé, ma anche sotto altri aspetti come la capacità di gestire nel migliore dei modi il tempo e lo stress – come le prove scritte della maturità.

Quando andavo a scuola io, una delle prove che temevo di più – oltre agli orali, tutti indistintamente, per una questione caratteriale – era lo scritto di italiano, lo ammetto: anche se con la penna me la sono sempre cavata abbastanza bene, faticavo a individuare fra le tracce proposte dai prof uno spunto che mi permettesse di esprimermi in maniera a me congeniale. E ovviamente mi preoccupava in maniera particolare la prova scritta di italiano della maturità. Ma di certo non rimpiango, anzi, di essere dovuta rimanere seduta per sei interminabili ore a scrivere il tema in quel lontano giugno del 1995. Un discorso analogo potrei farlo per la matematica (che per il liceo scientifico, quello che ho frequentato io, all'epoca prevedeva anch'essa una prova scritta alla maturità), per il latino e le lingue straniere, mentre riguardo alla maggior parte delle altre materie ricordo di non aver affrontato mai o quasi prove scritte alle superiori.

mercoledì 17 novembre 2021

I social ci rispecchiano

Di recente ho visto su Facebook un'immagine davvero azzeccata che stabilisce un parallelismo tra ciascuno dei sette vizi capitali e uno specifico social network o servizio online.

La lussuria corrisponde a Tinder, la gola a Uber Eats, l'avarizia (nel senso di cupidigia) ad Amazon, l'accidia a Netflix, l'ira a Facebook, l'invidia a Instagram, infine la superbia a LinkedIn.

Mi è venuto naturale associare l'immagine sopra a questa vignetta pubblicata da John Atkinson su Wrong Hands.

martedì 16 novembre 2021

#ioscelgodisumano

Il 10 novembre il Corriere ha reso noto che Fedez aveva registrato, tramite una società intestata a lui, il dominio fedezelezioni2023.it.

Subito si sono scatenate le illazioni: sul serio il rapper intende buttarsi in politica?! (Soprattutto nel corso dell'ultimo anno ha assunto prese di posizione abbastanza nette) Oppure banalmente si tratta di una trovata pubblicitaria?

Ebbene, la seconda che ho detto: l'ha svelato lo stesso Fedez nel video qui sotto, pubblicato ieri su Instagram.

Trattasi di una a mio avviso riuscitissima parodia del fatidico filmato con cui il 26 gennaio 1994 Silvio Berlusconi annunciò la sua fatidica discesa in campo, per promuovere il lancio del nuovo album di Fedez dal titolo Disumano.

Comunque qualcuno aveva in qualche modo previsto questo "colpo di scena", come mostra l'immagine qua sotto pubblicata l'11 novembre nella pagina Facebook Hipster Democratici HD.

Non posso certo definirmi una fan di Fedez come musicista, e non mi piace la sua eccessiva esposizione mediatica né tantomeno la disinvoltura con cui lui e sua moglie Chiara Ferragni danno in pasto a milioni di follower ogni aspetto della loro vita, persino l'immagine dei propri bambini da prima ancora che nascessero, ma apprezzo il fatto che i Ferragnez si siano spesi per cause a mio parere condivisibili, e sicuramente mi riconosco di più nei valori da loro espressi rispetto a quelli di Berlusconi. Se venissi costretta a votare l'uno o l'altro dei due, perché astenersi non è ammesso, sceglierei senza dubbio Fedez. Ma mi auguro di non dovermi mai trovare davvero di fronte a un bivio del genere! ;-)

Concludo con alcune immagini che collegano la "discesa in campo" di Fedez con l'imminente elezione del nuovo presidente della Repubblica.


(Queste due vignette, di Makkox, sono tratte da Il Foglietto, la newsletter del quotidiano Il Foglio a cui mi sono iscritta appunto per visualizzare a buona risoluzione le creazioni del fumettista, anche se ogni tanto leggo pure qualcuno degli articoli che non sono riservati agli abbonati)

Infine, ecco uno straordinario Sergio Mattarella come protagonista dell'ennesima versione del meme Evil X Be Like...

lunedì 15 novembre 2021

Sossoddisfazioni!

Ieri ho ricevuto un commento davvero gradito a questo mio vecchio post in cui presentavo l'immagine qua sopra (clicca per ingrandire): la traduzione italiana, fatta da me con le mie manine, del grafico pubblicato da Astronomy Picture of the Day il 9 giugno 2014 per spiegare come identificare la natura delle luci che punteggiano la volta celeste. Ricordo che il difficile non fu tanto tradurre, quanto ottenere un aspetto graficamente soddisfacente!

E oggi, scorrendo i feed RSS a cui sono iscritta, ho capito cos'è che con ogni probabilità aveva condotto quell'utente al mio blog: ieri APOD, che nel mio feed reader ci finisce sempre con un giorno di ritardo, ha riproposto la stessa immagine linkandone le varie traduzioni, tra cui la mia. Cioè, esiste un link dal sito della NASA a questo blog, ci rendiamo conto?! (Peraltro ho scoperto che era già successo nel 2017, ma mi era sfuggito) Non riesco ad esprimere a parole quanto questo mi riempia di gioia. Ringrazio tutti quelli che hanno creduto in mEH MO' BASTA, non vorrai mica montarti la testa per così poco! ;-)

domenica 14 novembre 2021

Dove sono tutti quanti?

L'altro giorno mi sono imbattuta in questa vignetta...

... che mi ha ricordato una battuta un po' vecchiotta, questa:

Uso questa premessa frivola per introdurre a titolo di spunto di riflessione alcuni link su un tema tanto complesso quanto affascinante, alla base di molte opere di fantascienza: la probabilità di entrare in contatto con forme di vita intelligente extraterrestre.

Il titolo del post richiama Dove sono tutti quanti? Un viaggio tra stelle e pianeti alla ricerca della vita, il libro dell'astrofisico e divulgatore scientifico Amedeo Balbi – che mi onoro di avere tra i miei "facciamici" – il cui titolo a sua volta è un omaggio a «Dove sono tutti quanti?» («Where is everybody?»), la formula del summenzionato paradosso di Fermi.

sabato 13 novembre 2021

Dare a Paolo quello che è di Paolo

In questi giorni ho visto condiviso più volte da svariate pagine Facebook e profili personali un testo dal titolo 7 FRASI DA EVITARE PER NON SEMBRARE UN ANALFABETA FUNZIONALE, attribuito a Dario Bressanini. Anche se a ben vedere non è scritto nello stile dello stimabile chimico e divulgatore scientifico, avrei persino potuto prendere per buona l'attribuzione, se solo non mi fossi casualmente imbattuta pochi giorni prima nell'originale, pubblicato il 24 agosto 2018 da Paolo TuttoTroppo, che gestisce una pagina e un blog su fact checking, fake news, bias cognitivi e attualità. L'11 marzo 2019 Paolo – ammesso che si chiami realmente così – ha pubblicato nel suo blog una versione aggiornata con l'aggiunta di un punto 8.

8 frasi da evitare per non sembrare analfabeta funzionale
Cos’è l’analfabetismo funzionale?
Si tratta di una locuzione coniata dall’UNESCO nel 1984 che definisce
La condizione di una persona incapace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità.
UNESCO, 1984
Si tratta dunque di una forma di analfabetismo che non si limita all’incapacità di leggere e scrivere, ma che concerne l’incapacità di fare un corretto uso di queste doti, rendendo il soggetto incapace di interpretare, comprendere e verificare testi, teorie e notizie in generale.
L’analfabeta funzionale si riconosce pertanto nel suo modo di approcciarsi ai problemi; per mostrarvelo meglio, ho raccolto 8 frasi che contraddistinguono un ragionamento da analfabeta funzionale, così da aiutarvi a riconoscerlo.
#1. A me una volta é successo che…
Sulla terra siamo 7 miliardi di persone, quindi quello che è successo a te costituisce “un settemiliardesimo” delle ipotesi possibili. L’esperienza personale non è una legge universale.
#2. Ho letto su internet che…
Su internet c’è tutto, il contrario di tutto e tutte le sfumature che ci stanno in mezzo; se non hai le competenze specifiche per distinguere ciò che è plausibile da ciò che è inverosimile, quello che hai letto tu non significa assolutamente nulla perché è facile che su internet troverai anche il suo esatto contrario.
#3. Non credo alla versione/teoria ufficiale, dimostrami tu che è valida
Una versione/teoria ufficiale è tale proprio perché gode già del supporto probatorio necessario per essere considerata preferibile a tutte le altre. Pertanto, se non credi alla versione ufficiale spetta a te l’onere di provare sia perché questa sia errata, sia perché la tua sia invece valida. Pretendere l’inversione dell’onere della prova è un atteggiamento profondamente illogico e antiscientifico. Il fatto che tu non comprenda il contenuto di quelle prove non significa che quelle prove non esistano o non siano valide, significa solo che tu non hai gli strumenti e le conoscenze per comprenderle.
#4. Ci guadagnano sopra, quindi sicuramente c’è qualcosa sotto
Se escludete i volontari e gli stagisti, tutte le professioni del mondo sono a scopo di lucro, quindi tutti noi guadagniamo da quello che facciamo. Ciò non ci rende tutti automaticamente parte di un qualche complotto o sotterfugio.
5#. E allora quella volta che…?
“Quella volta” è diversa da “questa volta”. Se una cosa capita in un’occasione non c’è nessuna legge che stabilisce automaticamente che accada sempre e a tutti. Se un medico vende organi sotto banco, non significa che tutti i medici lo facciano ogni giorno; se un ingegnere sbaglia i calcoli, non significa che tutti gli ingegneri siano incapaci e non sappiano fare il loro lavoro; se un avvocato prende una mazzetta, non significa che tutti gli avvocati siano corrotti o corruttibili. Serve una prova specifica per ogni singolo caso.
#6. Tu hai la tua opinione, io ho diritto di avere la mia
Questo è un principio sacrosanto quando si parla di preferire le bionde o le brune, il mare o la montagna, la Juve o il Milan. Ma quando si parla di argomenti scientifici, la tua opinione non conta assolutamente nulla se non hai competenze e ragioni tecniche che possano dimostrare la validità di quella opinione; o forse pretendi di avere un’opinione anche su come si calcola l’area del triangolo?
#7. Non mi fido della roba chimica, quindi…
La chimica spiega la composizione della materia in generale, di conseguenza tutto ciò che esiste nell’universo è chimico. L’acqua ad esempio è fatta di due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, quindi è chimica anche lei. E lo sei anche tu.
#8. Non mi fido dei numeri
I numeri sono probabilmente l’unica cosa di cui ci si può fidare: è infatti possibile corrompere le persone o falsificare dei dati, ma non falsificare i numeri, perché gli addetti ai lavori, che hanno a che fare con quei numeri e quelle statistiche tutti i giorni, non potrebbero non accorgersi che sono errati o falsati. inoltre i dati numerici sono spesso frutto di una serie di incroci di dati e documenti, pertanto se fossero sbagliati troppe cose non tornerebbero. Dubitare di una statistica o di un dato numerico in generale equivale quindi a dubitare che 1+1 faccia 2.
Se il vostro ragionamento per dimostrare un assunto o una teoria si basa su uno o più di questi presupposti, sappiate che il vostro ragionamento è stupido, illogico e antiscientifico, quindi evitate di renderlo pubblico.
Ne va della vostra reputazione.

Ma io dico... nell'era digitale, come mai è così difficile che vada perduto il riferimento all'autore di un'opera?!

venerdì 12 novembre 2021

Ma non diciamo mattità!

All'inizio di ottobre la band folk-rock pescarese dei 99 Cosse ha condiviso il video del resoconto della visita a Pescara del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in cui il nostro amato "Sergione" veniva ridoppiato in vernacolo locale. Avevo quasi le lacrime agli occhi dal gran ridere sul finale, quando si sente una donna tra la folla gridare «Presidente, non vada via dal Quirinale!» (voce autentica, udibile nel servizio originale) e lui ribatte esasperato «'N'atrə ssett'annə... Ma tu si' mmattə a la coccə, signo'!» (che mi auguro non necessiti di "traduzione"... e comunque faccio notare l'impiego ineccepibile dello schwa!).

Ebbene, non avrà detto esattamente così, ma proprio ieri Mattarella ha espresso il medesimo concetto in modo abbastanza chiaro: parlando di Giovanni Leone, che fu suo predecessore dal 1971 al 1978, ha ricordato che...

Leone ripropose la sollecitazione, già sottolineata dal presidente Segni, di introdurre la non rieleggibilità del presidente della Repubblica, con la conseguente eliminazione del semestre bianco.

Queste parole sono state interpretate come un garbato ma inequivocabile «A gennaio non chiedetemi di ricandidarmi come fece Giorgio Napolitano alla scadenza del suo primo mandato, per l'amor del cielo!».

Umanamente lo capisco, ma ammetto che sotto sotto non mi dispiacerebbe mica che Mattarella rimanesse al Quirinale almeno fino al 2023, quando terminerà l'attuale legislatura, si tornerà a votare alle politiche e l'attuale governo Draghi, sempre che rimanga in piedi fino ad allora, non potrà in ogni caso proseguire il suo lavoro. A quel punto vedrei di buon occhio l'elezione di Mario Draghi, appunto; se devo essere sincera non mi vengono in mente altre personalità realisticamente candidabili con un'autorevolezza e un prestigio tali da essere all'altezza di ricoprire quella carica.

Qualcuno ha detto Berlusconi? Per cortesia non scherziamo, dopo Mattarella rappresenterebbe un tale crollo verticale che... non voglio neanche pensarci!

P.S.: Credevo che il sostantivo "mattità" fosse prettamente dialettale... e invece a quanto pare è italiano, sia pur arcaico.

giovedì 11 novembre 2021

Questioni di un certo genere

Il primo post che ho visto, quando ho aperto Facebook stamattina, è stato quello di un mio amico che ha condiviso l'emblematica schermata qui sotto.

Ebbene sì, l'altroieri sera a discutere col conduttore di Porta a porta – incredibile ma vero, va ancora in onda ;-) – Bruno Vespa del perché le donne siano penalizzate sul lavoro c'erano tre ospiti, tutti di sesso maschile: il direttore di Repubblica Maurizio Molinari, l'immunologo Matteo Bassetti e il ministro del Lavoro Andrea Orlando. E nessuno che in redazione abbia pensato «Non sarà il caso di invitare anche una donna?».

Ho condiviso l'immagine sulla mia bacheca, e quasi tutti quelli che sono intervenuti mi hanno sostenuta nella mia indignazione. In particolare Galatea – che poco dopo ha pubblicato questo post prendendo con ogni probabilità spunto da me, senza citarmi come si usa fare ma non importa :-) – si è interrogata ironicamente sul senso della presenza di un immunologo: forse essere donne è una malattia? Solo un commento "controcorrente", ho ricevuto: chi l'ha scritto ha precisato che Bassetti era presente perché nella puntata sono stati affrontati molti argomenti, e in particolare la domanda "incriminata" era rivolta al ministro Orlando in relazione ai recenti provvedimenti presi dal governo. Per farmi un'idea fondata dovrei guardare la puntata per saperne di più... ma mi dispiace, non ce la posso fare. ;-) Rimane comunque il fatto che, quando è stato affrontato quell'argomento, non c'era neanche una donna che potesse dire la sua e dare un contributo importante al dibattito.

Ecco una piccola statistica senza pretese:

  • il mio post ha ricevuto 19 reaction – 14 "Mi piace" e 5 "Grrr" – di cui cinque provenienti da uomini;
  • il commento di Galatea ha ricevuto 6 reaction – 5 "Mi piace" e 1 "Love" – solamente una delle quali proveniva da un uomo;
  • il commento "critico" summenzionato ha ricevuto 3 "Mi piace", tutti da uomini.

In conclusione, anche se non ho ancora avuto modo di sfogliarlo, sono convinta che il mio ultimo acquisto, arrivato proprio oggi, mi fornirà spunti interessanti sull'argomento: sto parlando del secondo numero di Cose spiegate bene, la rivista di carta de Il Post a cui sono abbonata, intitolato Questioni di un certo genere.

mercoledì 10 novembre 2021

Aspettando il richiamo

Il 21 settembre scorso ho raccontato di essermi sottoposta a un prelievo nell'ambito del Progetto SerGenCOVID-19 del CNR; sabato scorso, con un po' di ritardo rispetto al mesetto che mi era stato prospettato, ho ricevuto via e-mail la notifica della disponibilità del risultato del mio test sierologico, che ho prontamente scaricato. Quando ho letto che il test risultava positivo, mi è preso un colpo... ma subito dopo mi sono resa conto che, essendo io vaccinata, era abbastanza normale che io avessi parecchi anticorpi. Per la precisione, il valore delle mie IgG è superiore alle 2080 BAU/ml, dove il buffo acronimo BAU sta per Binding Antibody Unit (unità di anticorpo legante): il test è positivo per valori maggiori o uguali a 33,8, e tale esito è compatibile con pregressa esposizione al SARS-CoV-2 o con vaccinazione anti SARS-CoV-2.

È tanto? È poco? Non vedevo l'ora di discuterne col mio medico, tanto più che in fondo al referto c'è la nota «È sempre necessario, per una corretta interpretazione, mostrare il referto al medico curante»... ma poi ho letto che il dato sulla quantità di anticorpi dice pochissimo sull'effettiva protezione dal coronavirus – nel senso che uno può avere molti anticorpi ma essere poco protetto, e viceversa – e allora ho deciso che potevo aspettare; probabilmente gliene parlerò mercoledì prossimo, quando andrò come tutti gli anni a farmi il vaccino antinfluenzale, da brava pro-vax quale sono! :-)

Di sicuro farò la terza dose non appena mi sarà possibile: notizia di poco fa, il ministro della Salute Roberto Speranza ha comunicato che dal primo dicembre il richiamo – quello che ormai quasi tutti chiamano booster, ennesimo inutile anglicismo giustamente bocciato dall'Accademia della Crusca – lo potranno fare tutti coloro che hanno dai 40 anni in su come me, ma siccome devono passare almeno sei mesi dalla seconda dose (che io ho fatto a metà luglio) nel mio caso se ne parlerà a gennaio.

[Lo screenshot che apre il post è relativo alla voce booster del dizionario inglese-italiano di WordReference]

martedì 9 novembre 2021

No-vax d'antan

Stasera prendo spunto dal post pubblicato ieri da Andrea, e sottolineo che l'ostilità ai vaccini esisteva già molto prima del COVID. Leggendo questo articolo sono venuta a sapere che all'inizio degli anni '60, dopo che Albert Bruce Sabin mise a punto il suo vaccino antipolio – che con encomiabile slancio filantropico non volle brevettare, rinunciando ad arricchirsi, perché «È il mio regalo a tutti i bambini del mondo» – da somministrare per via orale, il ministro della Sanità dell'epoca, il democristiano Camillo Giardina, dichiarò lapidario «Prima che i bambini italiani siano vaccinati con virus attenuati, dovranno passare sulla mia poltrona». Sarebbe stato il socialista Giacomo Mancini, nominato alla guida del dicastero da Aldo Moro nel 1963, ad imporre l'introduzione del vaccino Sabin.

Passando dalla storia di sessant'anni fa alla narrativa, riporto qui di seguito un brano, copiato da un post su Facebook, del romanzo Un albero cresce a Brookyn pubblicato dalla scrittrice statunitense Betty Smith nel 1943.

Prima di andare a scuola bisognava farsi vaccinare: era la legge. Che paura! I medici del servizio di igiene cercavano di spiegare ai poveri analfabeti di Brooklyn che vaccinare significava inoculare il vaiolo in forma blanda per impedire che i bambini contraessero la forma letale. Ma i genitori non ci credevano. Tutto ciò che comprendevano era che si inoculavano ai loro bambini sani i germi di una malattia. Alcuni non davano il permesso di vaccinarli. Allora le autorità proibivano ai figli di frequentare le scuole e poi li perseguivano per non averli mandati a scuola. I genitori replicavano:
“E questo sarebbe un paese libero! Bisognava proprio venire fin qui per vedere una cosa simile. Come si fa a chiamare libertà una legge che obbliga a mandare i figli a scuola e mette la loro vita in pericolo?
Le madri in lacrime conducevano al centro sanitario i loro piccoli, che urlavano di paura come se li stessero portando al macello. Non appena vedevano l’ago della siringa, i bambini cominciavano a urlare più forte mentre le madri, che attendevano nell’ingresso, si coprivano la testa con lo scialle e piangevano come se fossero già morti.

Poiché non metto in dubbio la verosimiglianza del racconto, rimango amareggiata da quanto queste righe suonino attuali...

lunedì 8 novembre 2021

Io, boomer* senza averne l'età

Ieri mattina stavo spippolando al PC, quando all'improvviso sulla scheda del browser dov'era aperto Facebook è arrivata una notifica: sulla pagina del comune dove abito era iniziato un video in diretta. Ho cliccato per guardarlo, storcendo immediatamente il naso quando mi sono resa conto che il video era verticale... e quel che è peggio è che non si trattava di un evento estemporaneo, bensì di una cerimonia ufficiale in programma da giorni: la commemorazione dei caduti, peraltro con dei musicisti e un pubblico che sarebbero stati inquadrati molto meglio in orizzontale. È vero che le dirette non sono così intuitive da fare in orizzontale, comunque a me è bastata una velocissima ricerca con Google per scoprire come si fa.

Ho "osato" esternare sulla mia bacheca il fastidio che avevo provato, illustrandolo con il meme qui sotto...

... non l'avessi mai fatto! ;-) A dire il vero non è che mi abbiano dato tutti torto, anzi... ma ricevere tanti commenti per una questione relativamente marginale, mentre considerazioni che mi stanno molto più a cuore non se le fila nessuno, mi ha fatta sentire a disagio.

Il succo delle critiche era: oramai la stragrande maggioranza dei video vengono girati e guardati su smartphone, il meme che hai condiviso poteva avere senso dieci anni fa ma oggi la maniera di usare i social è cambiata radicalmente... aggiornati, boomer* che non sei altro! (Quest'ultimo imperativo è stato espresso in modo meno esplicito, ma io l'ho percepito così)

Per fortuna uno che la pensava come me, e che avendo l'abitudine di guardare i video sullo schermo del PC e perfino sul televisore è infastidito quanto me da quelli girati in verticale, mi ha dato man forte: chi usa solo lo smartphone può guardare un video orizzontale come si deve semplicemente ruotando il dispositivo, mentre per chi usa computer e TV è pressoché impossibile fare lo stesso con i video verticali. Insomma, fare i video orizzontali può andar bene per tutti, farli verticali invece no.

Una piccola osservazione conclusiva: nella mia esperienza personale ho verificato che, nella stragrande maggioranza dei casi, dal punto di vista qualitativo i video verticali non valgono quasi mai il tempo che impiego a guardarli, a meno che non siano davvero molto brevi oppure il contenuto si esaurisca nella traccia audio. Tra le poche eccezioni che mi vengono in mente posso indicare il chimico Dario Bressanini, che magari le Stories le realizza in verticale, ma poi spesso le monta insieme caricando il video risultante sul suo canale YouTube di appoggio. A proposito di YouTube, quasi tutti i canali che seguo fanno video in orizzontale, compresi i The Jackal che non mi sembrano proprio dei matusa... ;-) (Accidenti, quanto è da boomer* dire "matusa" nel 2021? ;-) )

*A voler essere precisi un boomer è «una persona nata in Nordamerica o in Europa tra il 1946 e il 1964, ovvero durante il periodo del notevole aumento demografico avvenuto in quegli anni, noto con il termine inglese di baby boom, che proseguì parallelo al boom economico registrato in questi paesi nel secondo dopoguerra», quindi io tecnicamente non lo sarei, essendo nata qualche annetto più tardi... comunque sta di fatto che, visto il modo in cui ragiono, spesso "OK boomer" me lo dico da sola! ;-)

domenica 7 novembre 2021

L'anno d'oro dei Måneskin

Per il gruppo rock romano dei Måneskin il 2021 è stato un anno memorabile: prima la vittoria del Festival di Sanremo, poi il trionfo all'Eurovision Song Contest... e ieri sera hanno avuto l'onore di aprire un concerto dei leggendari Rolling Stones a Las Vegas. Mica male, per quattro ragazzi che insieme fanno poco più di ottant'anni di età, vero? ;-)

Hanno iniziato la gavetta appena adolescenti suonando in via del Corso a Roma...

... poi nel 2017 hanno partecipato all'undicesima edizione del talent show X Factor classificandosi secondi – ma il vincitore di quell'anno, il tenore Lorenzo Licitra, chi se lo ricorda più? – e lì è cominciata la loro irresistibile ascesa.

Ammetto che fino a non molto tempo fa non me li filavo granché, ma quest'anno li ho rivalutati un sacco. Il pezzo che preferisco? Il loro cavallo di battaglia Beggin', cover dell'omonimo singolo dei The Four Seasons datato 1967, che ovviamente hanno suonato anche a Las Vegas.

E pensare che c'è ancora chi li sfotte...


... oppure li tratta con sufficienza perché "la musica che fanno non ha niente a che vedere con il vero rock". Avercene, dico io!

Vorrei precisare che non dico "avercene" nel senso in cui lo direbbero molte mie conoscenti più o meno giovani, eterosessuali come me. A differenza loro io non ce la faccio a considerare "bombabile" Damiano David, l'indiscutibilmente figo leader del gruppo... Potrebbe essere mio figlio, accidenti! :-O