martedì 9 novembre 2021

No-vax d'antan

Stasera prendo spunto dal post pubblicato ieri da Andrea, e sottolineo che l'ostilità ai vaccini esisteva già molto prima del COVID. Leggendo questo articolo sono venuta a sapere che all'inizio degli anni '60, dopo che Albert Bruce Sabin mise a punto il suo vaccino antipolio – che con encomiabile slancio filantropico non volle brevettare, rinunciando ad arricchirsi, perché «È il mio regalo a tutti i bambini del mondo» – da somministrare per via orale, il ministro della Sanità dell'epoca, il democristiano Camillo Giardina, dichiarò lapidario «Prima che i bambini italiani siano vaccinati con virus attenuati, dovranno passare sulla mia poltrona». Sarebbe stato il socialista Giacomo Mancini, nominato alla guida del dicastero da Aldo Moro nel 1963, ad imporre l'introduzione del vaccino Sabin.

Passando dalla storia di sessant'anni fa alla narrativa, riporto qui di seguito un brano, copiato da un post su Facebook, del romanzo Un albero cresce a Brookyn pubblicato dalla scrittrice statunitense Betty Smith nel 1943.

Prima di andare a scuola bisognava farsi vaccinare: era la legge. Che paura! I medici del servizio di igiene cercavano di spiegare ai poveri analfabeti di Brooklyn che vaccinare significava inoculare il vaiolo in forma blanda per impedire che i bambini contraessero la forma letale. Ma i genitori non ci credevano. Tutto ciò che comprendevano era che si inoculavano ai loro bambini sani i germi di una malattia. Alcuni non davano il permesso di vaccinarli. Allora le autorità proibivano ai figli di frequentare le scuole e poi li perseguivano per non averli mandati a scuola. I genitori replicavano:
“E questo sarebbe un paese libero! Bisognava proprio venire fin qui per vedere una cosa simile. Come si fa a chiamare libertà una legge che obbliga a mandare i figli a scuola e mette la loro vita in pericolo?
Le madri in lacrime conducevano al centro sanitario i loro piccoli, che urlavano di paura come se li stessero portando al macello. Non appena vedevano l’ago della siringa, i bambini cominciavano a urlare più forte mentre le madri, che attendevano nell’ingresso, si coprivano la testa con lo scialle e piangevano come se fossero già morti.

Poiché non metto in dubbio la verosimiglianza del racconto, rimango amareggiata da quanto queste righe suonino attuali...

2 commenti:

  1. Attenzione però che la storia della polio è un po' più complicata. Citando liberamente da La malattia da 10 centesimi, c'erano due tipi di vaccini in lizza: quello Salk a virus "morto" (inattivato) e quello Sabin a virus attenuato. Salk uscì prima, ma un laboratorio a cui era stata data la possibilità di preparare il vaccino (anch'esso non brevettato...) non seguì il protocollo e così ci furono casi di polio dovuta al vaccino.
    Però il vaccino attenuato in certi casi dava comunque reazioni avverse, e quindi man mano che non si avevano più casi "esterni" di polio si è man mano passati di nuovo al virus inattivato. Ora il tetravalente ha il vaccino Salk, non il Sabin.

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    1. Ti ringrazio per la precisazione, avevo letto qualcosa al riguardo... ma ammetto di aver esagerato con la sintesi!

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