sabato 13 novembre 2021

Dare a Paolo quello che è di Paolo

In questi giorni ho visto condiviso più volte da svariate pagine Facebook e profili personali un testo dal titolo 7 FRASI DA EVITARE PER NON SEMBRARE UN ANALFABETA FUNZIONALE, attribuito a Dario Bressanini. Anche se a ben vedere non è scritto nello stile dello stimabile chimico e divulgatore scientifico, avrei persino potuto prendere per buona l'attribuzione, se solo non mi fossi casualmente imbattuta pochi giorni prima nell'originale, pubblicato il 24 agosto 2018 da Paolo TuttoTroppo, che gestisce una pagina e un blog su fact checking, fake news, bias cognitivi e attualità. L'11 marzo 2019 Paolo – ammesso che si chiami realmente così – ha pubblicato nel suo blog una versione aggiornata con l'aggiunta di un punto 8.

8 frasi da evitare per non sembrare analfabeta funzionale
Cos’è l’analfabetismo funzionale?
Si tratta di una locuzione coniata dall’UNESCO nel 1984 che definisce
La condizione di una persona incapace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità.
UNESCO, 1984
Si tratta dunque di una forma di analfabetismo che non si limita all’incapacità di leggere e scrivere, ma che concerne l’incapacità di fare un corretto uso di queste doti, rendendo il soggetto incapace di interpretare, comprendere e verificare testi, teorie e notizie in generale.
L’analfabeta funzionale si riconosce pertanto nel suo modo di approcciarsi ai problemi; per mostrarvelo meglio, ho raccolto 8 frasi che contraddistinguono un ragionamento da analfabeta funzionale, così da aiutarvi a riconoscerlo.
#1. A me una volta é successo che…
Sulla terra siamo 7 miliardi di persone, quindi quello che è successo a te costituisce “un settemiliardesimo” delle ipotesi possibili. L’esperienza personale non è una legge universale.
#2. Ho letto su internet che…
Su internet c’è tutto, il contrario di tutto e tutte le sfumature che ci stanno in mezzo; se non hai le competenze specifiche per distinguere ciò che è plausibile da ciò che è inverosimile, quello che hai letto tu non significa assolutamente nulla perché è facile che su internet troverai anche il suo esatto contrario.
#3. Non credo alla versione/teoria ufficiale, dimostrami tu che è valida
Una versione/teoria ufficiale è tale proprio perché gode già del supporto probatorio necessario per essere considerata preferibile a tutte le altre. Pertanto, se non credi alla versione ufficiale spetta a te l’onere di provare sia perché questa sia errata, sia perché la tua sia invece valida. Pretendere l’inversione dell’onere della prova è un atteggiamento profondamente illogico e antiscientifico. Il fatto che tu non comprenda il contenuto di quelle prove non significa che quelle prove non esistano o non siano valide, significa solo che tu non hai gli strumenti e le conoscenze per comprenderle.
#4. Ci guadagnano sopra, quindi sicuramente c’è qualcosa sotto
Se escludete i volontari e gli stagisti, tutte le professioni del mondo sono a scopo di lucro, quindi tutti noi guadagniamo da quello che facciamo. Ciò non ci rende tutti automaticamente parte di un qualche complotto o sotterfugio.
5#. E allora quella volta che…?
“Quella volta” è diversa da “questa volta”. Se una cosa capita in un’occasione non c’è nessuna legge che stabilisce automaticamente che accada sempre e a tutti. Se un medico vende organi sotto banco, non significa che tutti i medici lo facciano ogni giorno; se un ingegnere sbaglia i calcoli, non significa che tutti gli ingegneri siano incapaci e non sappiano fare il loro lavoro; se un avvocato prende una mazzetta, non significa che tutti gli avvocati siano corrotti o corruttibili. Serve una prova specifica per ogni singolo caso.
#6. Tu hai la tua opinione, io ho diritto di avere la mia
Questo è un principio sacrosanto quando si parla di preferire le bionde o le brune, il mare o la montagna, la Juve o il Milan. Ma quando si parla di argomenti scientifici, la tua opinione non conta assolutamente nulla se non hai competenze e ragioni tecniche che possano dimostrare la validità di quella opinione; o forse pretendi di avere un’opinione anche su come si calcola l’area del triangolo?
#7. Non mi fido della roba chimica, quindi…
La chimica spiega la composizione della materia in generale, di conseguenza tutto ciò che esiste nell’universo è chimico. L’acqua ad esempio è fatta di due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, quindi è chimica anche lei. E lo sei anche tu.
#8. Non mi fido dei numeri
I numeri sono probabilmente l’unica cosa di cui ci si può fidare: è infatti possibile corrompere le persone o falsificare dei dati, ma non falsificare i numeri, perché gli addetti ai lavori, che hanno a che fare con quei numeri e quelle statistiche tutti i giorni, non potrebbero non accorgersi che sono errati o falsati. inoltre i dati numerici sono spesso frutto di una serie di incroci di dati e documenti, pertanto se fossero sbagliati troppe cose non tornerebbero. Dubitare di una statistica o di un dato numerico in generale equivale quindi a dubitare che 1+1 faccia 2.
Se il vostro ragionamento per dimostrare un assunto o una teoria si basa su uno o più di questi presupposti, sappiate che il vostro ragionamento è stupido, illogico e antiscientifico, quindi evitate di renderlo pubblico.
Ne va della vostra reputazione.

Ma io dico... nell'era digitale, come mai è così difficile che vada perduto il riferimento all'autore di un'opera?!

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