Nelle scorse settimane mi sono imbattuta in questa petizione creata da un gruppo di sedicenti studendi (sic) maturandi per chiedere l'eliminazione delle prove scritte agli esami di maturità 2022. Ironia della sorte, il breve testo è redatto in maniera talmente approssimativa da essere la miglior dimostrazione dell'importanza degli scritti. Proprio stamattina l'esponente PD Gianni Cuperlo ha pubblicato un post piuttosto ironico sulla faccenda.
Non so quanto peso abbia avuto la petizione, probabilmente ben poco, fatto sta che i ragazzi verranno accontentati: poiché l'incognita sull'andamento della pandemia continua ad aleggiare sul prosieguo delle lezioni, il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi sembra ormai orientato a confermare l'esame così come si è svolto lo scorso anno scolastico, ovvero tutto orale, con una tesina.
Come se non bastasse, ieri Andrea ha fatto notare che il ministero dell'Istruzione ha preparato un decreto che dovrebbe ampliare la sperimentazione del cosiddetto "liceo breve", attiva dall'anno scolastico 2018/2019 e che prevede di ottenere il diploma superiore in 4 anni invece che 5.
A me, mi si perdoni il lessico poco consono alla tematica, me pare 'na strunzata sia l'una che l'altra cosa, anche se mi rendo conto che l'emergenza COVID non è ancora finita: l'analfabetismo funzionale dilagante lo possiamo toccare con mano sempre più spesso, e non credo che la situazione potrà migliorare né riducendo il numero di anni trascorsi sui banchi né "risparmiando" ai nostri pargoli una sfida fondamentale – non solo per i contenuti in sé, ma anche sotto altri aspetti come la capacità di gestire nel migliore dei modi il tempo e lo stress – come le prove scritte della maturità.
Quando andavo a scuola io, una delle prove che temevo di più – oltre agli orali, tutti indistintamente, per una questione caratteriale – era lo scritto di italiano, lo ammetto: anche se con la penna me la sono sempre cavata abbastanza bene, faticavo a individuare fra le tracce proposte dai prof uno spunto che mi permettesse di esprimermi in maniera a me congeniale. E ovviamente mi preoccupava in maniera particolare la prova scritta di italiano della maturità. Ma di certo non rimpiango, anzi, di essere dovuta rimanere seduta per sei interminabili ore a scrivere il tema in quel lontano giugno del 1995. Un discorso analogo potrei farlo per la matematica (che per il liceo scientifico, quello che ho frequentato io, all'epoca prevedeva anch'essa una prova scritta alla maturità), per il latino e le lingue straniere, mentre riguardo alla maggior parte delle altre materie ricordo di non aver affrontato mai o quasi prove scritte alle superiori.
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