Oggi è un mese esatto da quando sono venuta a vivere da sola, per la prima volta in vita mia. Un'esperienza completamente nuova per me, perciò non avevo idea di come l'avrei affrontata, tanto più che ero reduce da una relazione decennale che si è conclusa nel peggiore dei modi – per meglio dire, so che esistono modi ben più drammatici... diciamo nel peggiore dei modi in cui avrei mai potuto immaginare che finisse – lasciandomi col cuore a pezzi e le mie certezze in frantumi.
Ebbene, non è stato facile sotto svariati aspetti, soprattutto all'inizio, e a distanza di un mese non ho ancora finito di organizzare i miei (limitatissimi) spazi... ma oggi posso dire senza timore che sto bene. Tornare a casa la sera e non trovare nessuno che non sai cosa potrà inventarsi di nuovo per avvelenarti la vita, non ha prezzo. L'unica ferita che non si è ancora risanata, e chissà se mai lo farà, è il dolore di aver dedicato oltre dieci anni della mia vita, stravolgendo la mia esistenza, a una persona che si è rivelata ben diversa da quella che credevo che fosse. Aver dovuto aprire gli occhi sul suo conto, non esito a definirlo traumatico.
Trenta giorni fa non ci potevo nemmeno pensare, all'idea di poter avere una nuova relazione. Un po' perché nel caso precedente si erano venute a creare delle condizioni abbastanza irripetibili che hanno permesso al mio ex di squarciare il muro della mia introversione, un po' perché dopo una simile batosta immaginavo che non sarebbe stato facile affidare di nuovo il mio cuore a un'altra persona, un po' perché, se sto così bene da sola, forse semplicemente non sono fatta per la vita di coppia... ma negli ultimi giorni quell'idea ha cominciato a sembrarmi meno inconcepibile. E oggi ho letto su Facebook un post che parla di cosa una donna che ha imparato a star bene da sola si aspetta da una possibile relazione, e ne riporto qui di seguito la traduzione.
Frequentare una donna che è finalmente felice DA SOLA è diverso. Lei non esce con qualcuno per solitudine, noia o dolore. Esce con chiarezza, da una condizione di guarigione, e questo cambia TUTTO.
NON si lascia impressionare dal minimo sindacale di energia, dall'attenzione superficiale o dai messaggi che non portano da nessuna parte. È calma, guarita e protegge i suoi spazi.
NON lascia la pace alle spalle per ansia, confusione o incoerenza. Nessun dramma, nessuna discussione, solo un silenzioso "no grazie".
Ha pagato la sua pace con lacrime, crescita e limiti rigidi. Non la baratta per un bel sorriso e del potenziale. Ha bisogno di coerenza, non di giochetti. Di impegno, non di scuse. Di un uomo, non di un altro progetto.
Se frequentare qualcuno le sembra un colloquio di lavoro, un progetto di gruppo o una seduta di terapia che non ha chiesto di condurre, lei è FUORI.
Non è amareggiata, è consapevole. Non è sola, solo selettiva. E se stare da sola è meglio che stare con te, lei sceglierà la sua PACE. Ogni. Singola. Volta.
Quindi ragazzi, se la volete, fatevi avanti nel modo giusto, o non fatevi avanti affatto.