giovedì 31 maggio 2018

Non lesinare le virgole!

Frequentando i social network mi rendo spesso conto che per tanti, troppi nostri connazionali la punteggiatura sembra un optional o quasi; in particolare la virgola tende ad essere usata meno del necessario, anche se non manca chi fa eccezione in senso opposto. A tal proposito segnalo questa microlezione di grammatica pubblicata su Il Libraio per chiarire quando va messa la virgola e quando no, e dalla quale estrapolo alcuni passaggi salienti.
Sia chiaro, le regole della punteggiatura non sono rigide come quelle dell’ortografia, e ci sono infinite variazioni nell’uso dei segni legate al gusto degli scrittori e alla moda. Ma nell’italiano standard la virgola singola che serve solo a separare il soggetto dal suo predicato (*“Mario, va al cinema”; *“Elena, gioca a calcio”) è sempre sbagliata, perché va contro la logica elementare della comunicazione. [...]
La virgola corrisponde a una pausa breve nel parlato, e introduce una separazione che serve a rendere più chiaro il discorso. Ma proprio per questo possiamo formulare una specie di precetto biblico: la virgola non separi ciò che la logica e la grammatica esigono che resti unito. Che cosa deve restare unito? Tutto ciò che costituisce un’unità fondamentale del discorso: il soggetto unito al suo verbo, il verbo al complemento (diretto o indiretto) di cui il verbo non può fare a meno, la congiunzione alla frase che essa regge. [...]
Quindi non possiamo mai mettere una virgola tra soggetto e verbo? Una virgola no, ma due sì. Due virgole, infatti, isolano un inciso, cioè un elemento aggiuntivo del discorso che può essere eliminato senza intaccare la tenuta logica e sintattica della frase.
In lingue come l'inglese l'uso corretto della virgola è una questione persino più delicata: in assenza di articoli determinativi risulta infatti più difficile distinguere il genere di un determinato sostantivo, con una conseguente maggiore ambiguità. Ciò rende opportuno l'impiego della cosiddetta Oxford comma (virgola di Oxford), termine con cui ci si riferisce a un particolare uso della virgola prima della congiunzione (in genere "e"), al fine di esprimere in modo più corretto il significato della frase.
Su BuzzFeed è stata pubblicata una serie di illustrazioni per sottolineare non senza un certo humour l'importanza di usare l'Oxford comma come si deve.

mercoledì 30 maggio 2018

L'equazione impossibile

Quest'oggi ti propongo un quesito che ho scoperto – evviva i consigli di YouTube! :-) – guardando un video pubblicato da Presh Talwalkar nel suo canale MindYourDecisions. Trattasi di un'equazione molto particolare, che include un esponenziale infinito.
Se x elevato alla x elevato alla x elevato alla x e così via all'infinito è uguale a 2, quanto vale x?


La soluzione la trovi scorrendo la pagina un po' più in basso, così puoi provare ad arrivarci da solo senza trovartela "spoilerata" sotto il naso.











































Potrebbe sembrare un problema difficile se non impossibile, e invece... Il trucco consiste nell'individuare uno schema. L'esponente è x elevato alla x elevato alla x e così via all'infinito, e sappiamo che questo è uguale a 2. Possiamo pertanto riscrivere l'equazione come segue: x elevato al quadrato è uguale a 2. Ciò vuol dire che x è uguale alla radice quadrata di 2!


Presh Talwalkar lo puoi seguire anche su Twitter, Facebook, Google+, Pinterest, Tumblr e Instagram, oltre che sul suo blog. Se apprezzi quello che fa, puoi supportarlo facendogli una donazione su Patreon, oppure acquistando qualcuno dei suoi libri.

martedì 29 maggio 2018

Il Governo del Cambiamento. In Peggio

Oggi pomeriggio il presidente del Consiglio incaricato Carlo Cottarelli si recherà al Quirinale per presentare la lista dei ministri, ma dubito fortemente che riuscirà ad ottenere la fiducia del Parlamento: mi sembra alquanto probabile che si tornerà alle urne dopo l'estate. Nel frattempo lo spread è alle stelle, e la Borsa cola a picco... :-(
Nel post di oggi raccolgo alcuni spunti riguardanti la difficile situazione politica italiana nei quali mi sono imbattuta nelle ultime ore.
A proposito di Cottarelli, un mio "facciamico" ha riferito due affermazioni a dir poco contraddittorie fatte da Luigi Di Maio a distanza di pochi mesi.
Luigi Di Maio, in collegamento con Sky, scorso 18 febbraio: «Carlo Cottarelli ha stilato la lista della spesa che dovrà seguire un governo per prendere soldi dove non servono e metterli dove servono. Il nostro piano di governo ripartirà da lui. Gli altri governi invece di eliminare le spese inutili e i privilegi hanno eliminato Cottarelli».
Lo stesso identico Luigi Di Maio, ieri: «Al ministero volevano Cottarelli del Fondo monetario internazionale che ci ha riempito la testa che dobbiamo distruggere la scuola e tagliare la sanità».
Vedete di fare pace con voi stessi…
Parlando ancora di governo del cambiamento (di idee), queste foto smentiscono Matteo Salvini e i grillini quando affermano «Non abbiamo mai detto che vogliamo uscire dall'euro». Sicuri? Proprio mai mai? ;-)


Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha motivato il suo rifiuto di nominare Paolo Savona ministro dell'Economia in un post che personalmente trovo inattaccabile. In seguito ha citato il mai abbastanza noto articolo 92 della Costituzione:
Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri.
Questo articolo che denuncia certe pericolose posizioni assunte da Paolo Savona nemmeno tanto tempo fa lo trovo oltremodo allarmante.
A proposito di diritto costituzionale, del quale l'esponente pentastellato Danilo Toninelli ha proposto un'interpretazione favorevole alla sua parte politica estrapolando da un testo giuridico soltanto la parte che gli faceva comodo, quelli di Luminol ci hanno scherzato su...


... ma il professor Guido Saraceni, che insegna alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Teramo, esprimendo la propria opinione personale ha delineato un quadro della situazione più completo e soprattutto rigoroso.
Il cantautore Daniele Silvestri ha pubblicato su Facebook un post per chiarire il suo pensiero dopo le polemiche suscitate da un suo tweet, e l'attrice Carolina Crescentini, che impersonava la "cagna maledetta" in Boris, ha condiviso su Twitter lo screenshot di un episodio della serie TV corredato dalla relativa battuta.


Vale infine la pena di leggere il riassunto della situazione scritto da Paolo Busi, attore teatrale.

lunedì 28 maggio 2018

#iostoconmattarella

Oggi sono stata abbastanza indaffarata – d'ora in poi lo sarò anche di più, e meno male! ;-) – ma non così tanto da lasciarmi sfuggire sui social network gli spunti dedicati all'uomo del momento: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che sta gestendo una crisi di governo senza precedenti nel modo migliore possibile, almeno a mio parere. Temo comunque che non andrà a finire bene, e che il Paese dovrà pagarne le conseguenze per un bel po' di tempo... :-(

domenica 27 maggio 2018

I libri più popolari del Web

Di recente mi arrivato per posta elettronica da aNobii, il social network dedicato ai libri che nel 2014 è stato acquisito dal gruppo Mondadori (ma io questo l'ho scoperto solo pochi giorni fa per puro caso), un messaggio contenente un po' di informazioni statistiche sul sito e sulle attività degli "anobiani".
Innanzitutto quanti siamo? In questo momento gli anobiani registrati sul sito sono 1.257.000, e ogni mese se ne aggiungono circa 5.000 nuovi di zecca. Tra sito web e app, Anobii viene visitato da circa 17.000 utenti unici al giorno, e di questi mediamente 4.500 effettuano il login.
Il database di Anobii contiene oltre 7 milioni di titoli. Sui vostri scaffali trovano posto 47 milioni di libri, in crescita di oltre 21.000 nuove aggiunte alla settimana. Questi libri sono distribuiti in 539.000 librerie con almeno un libro, il che significa una media di 87 libri per singola libreria. Le wishlist sono quasi 200.000 e ospitano oltre 4.450.000 libri oggetto dei vostri desideri: mediamente 22 per lista.
I 20 titoli più presenti nelle librerie sono:
  1. Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry presente in 57.837 librerie
  2. Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde presente in 50.993 librerie
  3. L'ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón presente in 48.371 librerie
  4. Il Codice da Vinci di Dan Brown presente in 48.197 librerie
  5. 1984 di George Orwell presente in 45.905 librerie
  6. La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano presente in 44.707 librerie
  7. Harry Potter e la pietra filosofale di J. K. Rowling presente in 41.076 librerie
  8. Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini presente in 39.970 librerie
  9. Cent'anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez presente in 39.869 librerie
  10. Il nome della rosa di Umberto Eco presente in 39.686 librerie
  11. Siddharta di Hermann Hesse presente in 39.641 librerie
  12. Pride and Prejudice di Jane Austen presente in 37.309 librerie
  13. Il giovane Holden di J.D. Salinger presente in 36.567 librerie
  14. L'eleganza del riccio di Muriel Barbery presente in 36.137 librerie
  15. Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello presente in 35.564 librerie
  16. Harry Potter e la camera dei segreti di J. K. Rowling presente in 34.973 librerie
  17. Harry Potter e il prigioniero di Azkaban di J. K. Rowling presente in 34.727 librerie
  18. La fattoria degli animali di George Orwell presente in 34.046 librerie
  19. Harry Potter e il calice di fuoco di J.K. Rowling presente in 33.614 librerie
  20. Harry Potter e il principe mezzosangue di J. K. Rowling presente in 32.399 librerie
Un bel po’ di “classiconi” e poi alcuni best seller, più o meno recenti, e l’immancabile saga del maghetto della Rowling. Questi titoli sono anche quelli più votati.
In generale avete espresso un giudizio su oltre un milione e mezzo di opere per un totale di quasi 22 milioni di valutazioni, il che significa una media di poco meno di 15 “voti” per opera.
I titoli che hanno almeno una recensione sono 448.500, per un totale di 2.734.000 recensioni. La media quindi è di 6 recensioni per opera.
Ebbene, mi sono accorta con una certa sorpresa, dal momento che (ahimè) non posso di certo annoverarmi tra i bibliofili più accaniti, che fra cartaceo ed e-book dei venti titoli elencati ne possiedo ben quindici – prova a indovinare quali? ;-) – e di questi ne ho già letti una dozzina. Non è che si tratti, salvo qualche eccezione, di capolavori assoluti della storia della letteratura (almeno tre dei cinque che mi mancano li ritengo tali, mentre il successo di uno di quelli che ho letto non so spiegarmelo)... comunque ciascuno di essi è stato a modo suo capace di ampliare i miei orizzonti.

sabato 26 maggio 2018

Chiunque tu sia, ovunque tu vada

Di recente mi sono imbattuta nel video qui sotto: trattasi di un sorprendente spot delle Swedish Railways (ferrovie svedesi).


All'inizio si vede un uomo seduto su un treno in corsa che guarda assorto fuori dal finestrino. Nei momenti successivi costui, mentre gli altri passeggeri lo sbirciano incuriositi, modifica via via il suo aspetto... in maniera tale che sarebbe pressoché impossibile riconoscere quell'uomo nella persona che scende dal treno al termine dello spot, quando in sovraimpressione appaiono le parole Whoever. Wherever: chiunque (tu sia), ovunque (tu vada).
La colonna sonora dello spot è un frammento di This Is The Way, languida cover di un brano dance del musicista svedese E-Type incisa dall'artista The Strongest Man Who Ever Lived. E trovo che le parole (in lingua inglese) siano perfette per quelle immagini.
From this day no one's gonna tell me what I should do
Or what I should not
That ain't the way
The way that it shall be
Fight it all the way so let them vultures prey on each other
Don't let them spoil it, you've come this far
Coming out like a force of nature
This is the shape
This is the shape of things to come
This, this is the way
This is the way I want to live
I'm going through changes
This is the way I want to live
This, this is the way
This is the way I want to live
I'm going through changes
This is the way I want to live
Ecco la traduzione in italiano.
Da questo giorno nessuno potrà dirmi quello che dovrei
O quello che non dovrei fare
Non è questo il modo
Il modo in cui deve essere
Combatti fino in fondo, lascia che gli avvoltoi si predino l'un l'altro
Non lasciare che lo rovinino, sei arrivato fino a questo punto
Rivelandoti come una forza della natura
Questa è la forma
Questa è la forma delle cose a venire
Questo, questo è il modo
Questo è il modo in cui voglio vivere
Sto attraversando dei cambiamenti
Questo è il modo in cui voglio vivere
Questo, questo è il modo
Questo è il modo in cui voglio vivere
Sto attraversando dei cambiamenti
Questo è il modo in cui voglio vivere

venerdì 25 maggio 2018

Oggi è il GDPR Day: niente panico!

Oggi non si celebra soltanto il Towel Day, ricorrenza cara agli appassionati dei libri di Douglas Adams, tra i quali a breve potrebbe esserci anche la sottoscritta che si è finalmente decisa ad acquistare il volume con il ciclo completo della Guida galattica per gli autostoppisti. :-) Oggi è anche il giorno in cui entra in vigore il famigerato GDPR (acronimo di General Data Protection Regulation, regolamento generale sulla protezione dei dati); se non hai idea di cosa si tratti – ma ne dubito – ti meriti tutta la mia invidia più benevola. A chi invece più o meno ne ha sentito parlare, ma vorrebbe chiarirsi le idee, suggerisco di leggere il post odierno di Girl Geek Life.
Per quanto mi riguarda, è da ieri che sono impegnata a spulciare tutti i messaggi e-mail che mi sono arrivati e continuano ad arrivarmi riguardo all'adeguamento alla nuova normativa. Questi rientrano in svariate tipologie:
  • quelli che si limitano a consigliarmi di leggere la loro nuova informativa sulla privacy;
  • quelli che mi invitano a cliccare su un pulsante per accettare le nuove condizioni, o al contrario per disiscrivermi dal servizio;
  • quelli – di gran lunga i più sgradevoli – che mi chiedono di accedere al loro sito per aggiornare il mio consenso, obbligandomi a recuperare le credenziali di accesso che magari non usavo da secoli;
  • quelli che «se non fai nulla, continuerai a ricevere le nostre comunicazioni esattamente com'è avvenuto finora»;
  • quelli che «se non fai nulla, questo è l'ultimo messaggio che riceverai da noi» (in molti casi è questa la via più comoda per liberarsi da una seccatura).
Alcuni siti, come ad esempio Instapaper, non essendosi ancora adeguati al GDPR hanno dovuto sospendere il servizio fino a data da destinarsi.
Ecco un po' di immagini che ho raccolto sull'argomento del giorno.


(A quanto pare quest'ultima risale almeno a tre anni fa, ma oggi risulta più attuale che mai)

[UPDATE] Dopo aver pubblicato il post, ho continuato a imbattermi in altre immagini a tema: eccone alcune.

giovedì 24 maggio 2018

Mai più spicci per pagare il parcheggio!

Siccome abito a nord di Milano, quando ho un impegno nel capoluogo meneghino sono solita recarmi in auto nei pressi della stazione di Sesto Marelli, al confine con Sesto San Giovanni, e poi da lì prendo la metropolitana per raggiungere la mia destinazione. In genere certe incombenze mi capitano di mattina nei giorni feriali, quando il parcheggio in quella zona è a pagamento (e, se ce ne sono di gratuiti, vanno letteralmente a ruba): ben 1 euro e 20 centesimi all'ora, se non ricordo male, il che significa che per una sosta di durata normale mi ci voleva un bel po' di spiccioli. Già, finora ho sempre usato le monete: non avendone mai a sufficienza ero costretta ad andare a prendere qualcosa al bar e pagare con una banconota per farmi dare il resto in moneta. Una delle ultime volte ho provato ad inserire nel parcometro le carte in mio possesso, ma né la Postamat né la Postepay ricaricabile hanno funzionato.
Martedì sera, alla vigilia di una nuova trasferta milanese, ho avuto un'illuminazione (suggerita dal mio lui, devo riconoscerglielo): posso pagare con EasyPark! :-D Ho scaricato e installato l'app, ho registrato la targa della mia auto e altri dati – codice fiscale, numero di cellulare, indirizzo e-mail – e ho caricato 10 euro di credito tramite il mio conto PayPal, che nel mio caso è collegato alla summenzionata Postepay. Infine ho stampato e posizionato in bella vista sul cruscotto il tagliando che serve per segnalare l'utilizzo del servizio agli ausiliari del traffico, muniti di dispositivi per poter effettuare le verifiche del caso. Non ricordo esattamente la procedura che ho seguito con i passaggi nel giusto ordine né, per la fretta, ho acquisito gli opportuni screenshot esplicativi... comunque ti garantisco che è tutto piuttosto semplice; qualora dovessi avere dubbi, prova a dare un'occhiata alle domande frequenti.
Ieri mattina, dopo aver parcheggiato, ho aperto l'app, ho inserito il codice dell'area riportato sui cartelli stradali e ho avviato la sosta impostando una durata ragionevole (ma all'occorrenza la si può prolungare in qualunque momento sempre tramite app), dopodiché sono andata a sbrigare le mie commissioni. Ritornando alla macchina dopo un tempo inferiore a quello previsto, prima di rimettermi in marcia ho aperto di nuovo l'app per segnalare il termine della sosta, e mi è stato scalato l'importo esatto relativo al tempo per cui avevo usufruito del posteggio.
In molte città attive su EasyPark – a Milano no, yuppi! :-) – l'utilizzo del servizio prevede delle modiche commissioni... ma siccome pagando in moneta bisogna per forza sovrastimare la durata della sosta per non ritrovarsi "scoperti" e a rischio di multa – quelle per divieto di sosta sono le uniche che la sottoscritta abbia mai preso, grrrrr... – il risparmio è pressoché assicurato. Per non parlare della comodità. Evviva EasyPark! :-)
P.S.: Tra le altre utili funzionalità dell'app ci sono quelle mostrate nello screenshot qui sotto.


P.P.S.: La sottoscritta non ricava alcun tornaconto dalla pubblicazione di questo post. Se comunque il signor EasyPark volesse sdebitarsi regalandomi del credito, io non rifiuterei di certo... ;-)

mercoledì 23 maggio 2018

Al "mal'occhio" ci credo eccome

«Avrò una promozione!»
«Mi sto per sposare!»
«Sto per fare la seconda ecografia!»
«Prenderò un'altra tequila...»
Guardo questa vignetta di Marie Crayon, e penso a tutte le volte che in vita mia mi sono trovata in una situazione spiacevolmente analoga a quella della ragazza più a destra (con la differenza che la tequila non credo di averla mai bevuta, né ho mai alzato troppo il gomito). Ancor oggi mi capita di trovarmi coinvolta in discussioni, o più spesso chat WhatsApp, i cui partecipanti sembrano quasi fare a gara a chi ha raggiunto i traguardi personali e/o professionali più importanti. Io in genere non ho nulla di cui vantarmi in modo particolare, ma anche adesso che finalmente qualcosa da festeggiare ce l'ho pure io, posso arrivare tutt'al più a lasciar trapelare la notizia in maniera vaga e dimessa, tale da non attirare più di tanto l'attenzione. Una persona a me cara mi consiglia di tenere per me le cose belle che mi succedono, «per scaramanzia, ma non perché io creda al malocchio, eh!». Beh, io non penso affatto che rallegrarmi pubblicamente dei doni che la vita mi offre possa avere il potere di farli svanire per effetto di una sorta di perfido incantesimo, né tantomeno credo al malocchio... ma che alcune persone possano vedermi "di mal'occhio", ovviamente senza alcuna conseguenza concreta, a quello ci credo eccome. Sono convinta che soltanto chi mi vuole bene sul serio sia pronto a gioire sinceramente per le mie conquiste; tutti gli altri nel migliore dei casi rimarranno pressoché indifferenti, se non si intristiscono perché in quello specifico ambito dell'esistenza stanno attraversando un momento difficile, o addirittura proveranno nei miei confronti invidia e malevolenza. So che c'è gente che in un certo senso gode nel sentirsi invidiata, ma non è assolutamente questo il mio caso: la sola idea di poter suscitare sentimenti così negativi mi provoca una profonda inquietudine.

martedì 22 maggio 2018

Scoprire gli altarini

Ieri, dopo aver letto il post nel quale Andrea si dichiarava favorevolmente impressionato dal profilo di Giuseppe Conte, il candidato premier proposto da Luigi Di Maio e Matteo Salvini, sono andata a dare un'occhiata ai cenni biografici riportati su ANSA.it. Personalmente ho apprezzato parecchio, e l'ho condiviso pure sul mio tumblr, quello che dovrebbe essere il suo status WhatsApp: «Scrivetemi come se ogni messaggio costasse 10 euro: vi aiuterà a concentrare il pensiero» (ogni riferimento ai gruppi che la gente intasa con una sfilza di messaggi cortissimi "tanto mica si pagano", e per giunta manda a farsi benedire la grammatica e pure l'ortografia non rinunciando alle inutili abbreviazioni da SMS tipo nn per non e xke per perché, NON è puramente casuale ;-) ).
Il problema è che, nel profilo di quella che sembrava davvero una personalità inappuntabile e relativamente super partes, hanno iniziato subito a scoprirsi gli altarini. Tanto per cominciare, la dichiarazione che Conte abbia frequentato la New York University per alcuni anni ogni estate per almeno un mese è stata smentita da una portavoce dell'ateneo stesso, come riferito da Jason Horowitz del New York Times (se devono pensarci i giornalisti d'oltreoceano, a fare le pulci ai politici nostrani, siamo proprio messi male).


Un altro istituto elencato tra quelli nei quali Conte ha perfezionato i suoi studi giuridici è l'International Kultur Institut di Vienna. Che, come osservato da Jeanne Perego, non esiste, a differenza dell'Internationales Kulturinstitute, che però è... una scuola di tedesco.


Inoltre Giuseppe Conte fu l'avvocato della famiglia di Sofia, la bambina diventata simbolo del famigerato metodo Stamina di Davide Vannoni. Secondo Il Post «A giudicare dalle iniziative di questo tipo e dalle dichiarazioni rese all'epoca ai media, sembra che Conte fosse personalmente persuaso dell'efficacia di Stamina, e non solo impegnato nel fare gli interessi legali dei propri clienti».
Azael, che già aveva pubblicato una sintesi satirica del contratto di governo giallo-verde, oggi ha firmato una spassosa parodia del curriculum di Giuseppe Conte.
Ma il Luigi Di Maio che tempo fa denunciava il «tradimento degli elettori» (via @emanuelefiano)...


... è lo stesso che si è accordato con la Lega, e che oggi sta cercando di farci credere che Giuseppe Conte è stato regolarmente votato dagli italiani perché «Era nella mia squadra» (via @heliandros)?


In conclusione, se proprio dobbiamo avere come presidente del Consiglio un professore universitario di nome Giuseppe Conte, io proporrei quest'altro. Con lui diedi due esami quando studiavo Ingegneria ad Ancona, me lo ricordo come un docente esemplare e scrupoloso – mica come quell'altro, che a quanto pare è tristemente noto ai suoi studenti per essere abbastanza disorganizzato e menefreghista – e sono convinta che sarebbe più adeguato al ruolo rispetto al suo omonimo. E ha pure la faccia da premier, non trovi? :-)

lunedì 21 maggio 2018

Il matrimonio dell'anno

Accendendo la televisione nella tarda mattinata e all'ora di pranzo di sabato scorso, era un po' difficile salvarsi dalla cronaca del Royal Wedding in diretta dal Castello di Windsor: il principe Harry, secondogenito di Carlo d'Inghilterra e della compianta lady Diana Spencer, è convolato a nozze con l'ex attrice statunitense Meghan Markle. Come avviene di solito ai matrimoni, pure quelli non così altolocati, le invitate hanno più o meno intenzionalmente fatto a gara a chi indossava l'abito più chic... e io trovo che abbia vinto Amal Alamuddin, la quale ha sfoggiato con classe inappuntabile una mise di un colore abbastanza impegnativo.


Da notare il modo in cui è stata presentata in quest'articolo di The Guardian:
L'avvocatessa internazionale per i diritti umani è arrivata con un vestito giallo acceso di Stella McCartney. E suo marito era lì con lei.
Ebbene, "suo marito", dal quale lei ha preso anche il cognome, è un certo George Clooney, non proprio uno sconosciuto... ;-) ma dubito che al fascinoso divo dispiaccia granché se a volte al centro dell'attenzione ci finisce la brillante consorte! :-)
Alla foto sopra la pagina Facebook Fotografie segnanti ha abbinato la seguente didascalia farlocca:
Italia, anni '80.
Va in onda, su tutte le tv, il celebre spot di un cioccolatino, con protagonisti una nobile contessa ed il suo fedele maggiordomo.
Un sorriso me l'ha strappato, lo ammetto... Ma se il vestito di Amal può ricordare vagamente quello dell'aristocratica con la voglia di Ferrero Rocher, di certo non è possibile confondere George con Ambrogio, che diamine! ;-)
Anche la regina Elisabetta ha osato un colore sgargiante: al riguardo Tiernan Douieb ha twittato «Penso che sia fantastico che la Regina stia cercando di modernizzare la Famiglia Reale arrivando al #royalwedding vestita da minion». ;-)


Comunque a quanto pare il colore era lime, non giallo. L'immarcescibile matriarca della Casa reale del Regno Unito ci ha abituati alle nuance più disparate: guarda un po' qui sotto...


Infine mi si stringe il cuore a guardare l'espressione mesta di Chelsy Davy, che con lo sposo ha avuto una relazione durata cinque anni e terminata nel 2009.


Se fossi stata in lei, avrei declinato l'invito. Ma soprattutto, fossi stata nei panni di Meghan, avrei sbraitato «What comes in your mind to invite your ex to our wedding?!?!?!?» (sull'inglese maccheronico da ridere dovrei prendere lezioni da Dorotea di Non conto fino a dieci, mi sa). ;-)

sabato 19 maggio 2018

Mi sai dire che ore sono?

Può capitare a tutti – ad alcuni più spesso che ad altri, in verità ;-) – di presentarsi in ritardo a un appuntamento o a un impegno prefissato. Un possibile espediente per aiutare i ritardatari cronici ad essere puntuali – anche se non scommetterei sulla sua efficacia – può essere quello di spostare in avanti le lancette dell'orologio. O in alternativa di dotarsi di un orologio come quello qui sotto, visto su Interesting Engineering... ma comunque non sono affatto sicura che esista davvero! ;-)


A proposito di orologi visti su Internet, nella pagina Facebook Math Lovers ho trovato le foto di alcuni orologi da parete ideali per abbellire la casa del perfetto geek (anche se a chi sa leggere l'ora – come ho raccontato qui, io imparai a farlo in età prescolare grazie a questo libricino abbinato a un 45 giri – non occorre fare nessun tipo di calcolo per capire che ore sono).


Questi volendo si possono comprare sul serio: puoi trovarli su Viralstyle assieme a molti altri modelli che, se coi numeri ci hai litigato da piccolo, magari ti risulteranno un po' più congeniali! ;-)

venerdì 18 maggio 2018

Equazioni che hanno cambiato il mondo

Sul sito TeeChip è in vendita il poster con le 17 equazioni che hanno cambiato il mondo.


Quali sono? Vado a elencarle:
  1. Teorema di Pitagora
  2. Logaritmi
  3. Calcolo infinitesimale (derivate)
  4. Legge di gravitazione universale
  5. Equazione delle onde (di d'Alembert)
  6. Radice quadrata di meno uno (unità immaginaria)
  7. Formula di Eulero per i poliedri
  8. Distribuzione normale, o gaussiana (ci ho avuto parecchio a che fare, con questa...)
  9. Trasformata di Fourier
  10. Equazione di Navier-Stokes
  11. Equazioni di Maxwell (l'ABC dell'ingegnere elettronico!)
  12. Secondo principio della termodinamica (ah, l'entropia...)
  13. La celeberrima formula relativistica E=mc²
  14. Equazione di Schrödinger
  15. Teoria dell'informazione
  16. Equazione di Black-Scholes
  17. Teoria del caos (mappa logistica)
Ciò non ti esonera dall'acquistare l'articolo, che è pur sempre un gran bell'oggetto da appendere al muro, se sei un nerd! :-) (È grande 11×17 pollici, circa 28×43,2 centimetri)

giovedì 17 maggio 2018

Video che ti daranno fastidio

[Il titolo del post allude a Foto che ti daranno fastidio, una pagina Facebook "inspiegabilmente" piuttosto seguita]
Quest'oggi ti propongo due video che ho visto di recente: il primo rappresenta una sorta di terapia d'urto per ossessivi incalliti, mostrando tutta una serie di azioni, situazioni e comportamenti pensati per mettere a dura prova la loro capacità di sopportazione...


... e il secondo propone una rassegna delle opere incluse dalla designer greca Katerina Kamprani nel progetto The Uncomfortable: trattasi di oggetti della vita quotidiana – posate, stoviglie eccetera – concepiti in modo tale da infrangere tutte le regole dell'usabilità.

mercoledì 16 maggio 2018

Io non credo agli angeli, credo solo a Piero Angela

Dopo Le leggi di Keplero – ieri su APOD si è celebrato il quarto centenario della terza legge – e Il congiuntivo, quarto classificato nella sezione Nuove Proposte dell'ultimo Festival di Sanremo, Lorenzo Baglioni, il giovane e brillante matematico prestato alla musica leggera, ha pubblicato un altro dei suoi divertenti video musical-divulgativi: Logaritmi (feat. Dark Prof Gang).


Ed ecco il testo.
Logaritmi sulla mia maglietta tutta griffata
Logaritmi, ragazzini, diamo una ripassata
Logaritmi in base e, dove e sta per euro
Carlo Federico Gauss, Leonardo Eulero
La tua tipa mi chiama, vuole le ripetizioni
Proprietà dei logaritmi, boom boom, faccio i milioni
Nella gang non si entra se non si è professori
Triplo sette sul compito se studi con noi
Il logaritmo x in una data base
È tipo E.T. che gioca a baseball, telefono casa base
È l'esponente a cui si eleva la base
Per ottenere x, quella all'inizio della frase
Logaritmi sulla mia maglietta tutta griffata
Logaritmi, ragazzini, diamo una ripassata
Logaritmi in base e, dove e sta per euro
Carlo Federico Gauss, Leonardo Eulero
Il logaritmo del prodotto a per b
È la somma di log a più log di b
Mentre invece il logaritmo del quoziente a su b
È logaritmo di a meno quello di b
Logaritmo di x alla k è uguale a k per log di x
Come un remix di questa hit, bacini col ciuffo da Beverly Hills
E allora, pischelletti, ci vediamo in terza B
Ricreazione, di' a tu' madre che t'interroga il Dream Team
Io penso solo ai soldi fino dalla prima ora
Penso ai soldi, DPG, ristrutturiamo questa scuola
Al colloquio genitori c'ho una sola parola
Lo ridico «Siete bufu» agli haters della scuola
Logaritmi sulla mia maglietta tutta griffata
Logaritmi, ragazzini, diamo una ripassata
Logaritmi in base e, dove e sta per euro
Carlo Federico Gauss, Leonardo Eulero
Giovanni Nepero, Giovanni Keplero
Giovanni Angelucci
Che nun c'entra niente, quello è mi' zio
Bella zi', salutame zia
La tracklist dell'album Bella, prof! non esito a definirla interdisciplinare: si va dalla biologia (El Corazón, sull'anatomia del nostro caro muscolo cardiaco) all'italiano (L'apostrofo), dal latino (La perifrastica passiva... «Carthago delenda est», per capirci) alla fisica (Il piano inclinato e I principi della termodinamica). Peccato che manchi la canzone sulle leggi di Mendel. Per giunta ciascun brano è un omaggio a un genere musicale differente: davvero un album godibilissimo. :-)
[La frase che ho scelto come titolo del post è tratta dal testo de Le ossidoriduzioni, uno dei brani dell'album – assieme a Il modello atomico e La classificazione dei silicati – che t'insegnano la chimica :-)]

martedì 15 maggio 2018

Gli ebook manderanno in pensione i libri di carta?

All'indomani della conclusione del Salone Internazionale del Libro di Torino – mi sono resa conto che per il secondo giorno di seguito pubblico post "all'indomani" di qualcosa... ma da domani si torna alla normalità, promesso! ;-) – condivido tre spunti in vario modo interessanti che ho raccolto qualche tempo fa riguardo ai libri e alla loro evoluzione.
P.S.: Il caso ha voluto che proprio oggi che avevo deciso di pubblicare questo post mi sia trovata a dover rimpiangere il caro vecchio supporto cartaceo maledicendo la digitalizzazione scriteriata... ;-) (no, la cultura non c'entra niente: solo noiose pratiche burocratiche)

lunedì 14 maggio 2018

Se non lo metti sui social godi solo a metà?

All'indomani della Festa della Mamma mi permetto di esprimere alcune considerazioni che ho evitato di esternare su Facebook, perché temevo che qualcuno dei miei contatti potesse risentirsi.
Ieri il numero uno dei social network pullulava di post di persone che dedicavano un pensiero alla propria genitrice; a non pochi di questi si addice l'immagine qui accanto, tratta da Commenti Memorabili... ;-) ma non sono mancati ricordi toccanti legati a madri che abitano oramai nell'aldilà. D'altra parte ci sono state anche molte mamme che hanno rivendicato con orgoglio il loro ruolo, condividendo tutta la felicità che ne deriva. Ora, magari sbaglio io... ma ho sempre pensato che nell'utilizzo dei social network fosse bene non sbandierare più di tanto, limitandosi a viverle nel privato, le proprie gioie sentimentali (per non ferire chi è "single per scelta altrui", oppure infelicemente accompagnato) o lavorative (per non amareggiare chi un impiego non ce l'ha, o se ce l'ha ne ricava ben poche soddisfazioni) o di altro tipo. Per non parlare dell'invidia, un sentimento che, a differenza di chi al contrario ci sguazza, non mi è mai piaciuto suscitare. Riguardo alla Festa della Mamma, non posso fare a meno di pensare a tutte le donne che...
  • un figlio lo vorrebbero, ma non hanno accanto la persona giusta
  • l'hanno incontrata, la persona giusta, ma troppo tardi
  • si trovano in una situazione economica che sconsiglia di mettere al mondo un figlio
  • hanno un impiego da tenersi stretto e non sanno a chi affidare la creatura
  • magari saprebbero pure a chi affidarla, ma pensano che «se fai un figlio per lasciarlo tutto il giorno coi nonni o con la baby sitter, allora cosa lo fai a fare?»
  • [ho lasciato per ultimo quello che mi sembra il caso più doloroso] non riescono a restare incinte o a portare a termine la gravidanza
Pure io rientro in questa casistica – pur astenendomi dallo specificare quale/i caso/i – e alla mia età di solito il famigerato orologio biologico rintocca già sonoramente... ma io cerco di non badargli, anche perché ho maturato da tempo la convinzione di non essere particolarmente portata per fare la mamma. Quella che era la mia parrucchiera, e anche un po' confidente, prima che mi trasferissi al Nord soleva dirmi che «fin dal primo momento in cui prendi in braccio il tuo bambino, ti viene tutto naturale»... ma chissà, forse non saprò mai se aveva ragione.

domenica 13 maggio 2018

Ce ne libereremo mai?

Ieri come un fulmine a ciel sereno – si fa per dire – è arrivata, a complicare ulteriormente una situazione politica già abbastanza incasinata, la notizia della riabilitazione di Silvio Berlusconi. «Ah, perché, era stato disabilitato?», verrebbe da chiedersi. La domanda è più che lecita dal momento che, nonostante non fosse candidabile per effetto della legge Severino, ce lo ritrovavamo lo stesso in ogni dove... Figuriamoci adesso che è di nuovo eleggibile, ed esiste la possibilità non troppo remota che torni in Parlamento già nella corrente legislatura, sempre che questa duri.
Riguardo alla riabilitazione, io che di diritto sono abbastanza digiuna ho letto due opinioni entrambe condivisibili anche se discordanti da parte di due uomini di legge: prima il professor Guido Saraceni, docente di Filosofia del Diritto e Informatica Giuridica presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Teramo...
Un uomo con cinque processi in corso, tra cui ci sono anche gravissime e fondate accuse, viene “riabilitato” in ragione della “buona condotta” tenuta negli ultimi tre anni.
Spiegatemi con quale faccia io lunedì dovrei tornare dai miei studenti a parlare di diritto e giustizia. In questo Paese l’unica legge valida è la legge del più forte.
... e poi Daniele Minotti, avvocato penalista.
Avviso ai naviganti. Piaccia o no, nella nostra Costituzione (quella che a dicembre conoscevate tutti) esiste un articolo 3 che fissa il principio di eguaglianza. Dunque, se la riablitazione vale per l'ultimo dei poveretti sorpreso a rubare al supermercato per fame, vale anche per Berlusconi. E' un ragionamento, paradossalmente, a termini invertiti, ma nulla cambia
Intendiamoci, non è che le due opinioni si contraddicano tra loro: semplicemente invitano ad osservare la questione da punti di vista differenti. Per quanto mi riguarda, comunque, il mio stato d'animo in proposito è più affine a quello del professor Saraceni. In effetti ho sempre pensato che l'ascesa di Berlusconi in politica fosse qualcosa di sommamente deleterio per il nostro Paese; questo finché non si è concretizzato lo spettro di un governo Lega-M5S, che mi sembra il peggio del peggio. Attendo gli sviluppi con preoccupazione... e niente pop-corn: qui c'è da perdere l'appetito, altroché!
[Il meme che apre il post è tratto da Facciabuco.com]

sabato 12 maggio 2018

Nel magico mondo di Harry Potter

Nell'anno in cui la casa editrice Salani ha festeggiato il ventennale della prima pubblicazione di Harry Potter e la pietra filosofale, il primo romanzo della saga di Harry Potter, la Fabbrica del Vapore di Milano ospita, a partire da oggi fino al 9 settembre prossimo, la mostra Harry Potter: The Exhibition. Di cosa si tratta?
In questa mostra coinvolgente di 1.600 metri quadri i visitatori hanno la possibilità di ammirare il materiale ispirato ai set dei film di Harry Potter e vedere la magnifica abilità artigianale dietro i costumi autentici, gli oggetti di scena e le creature fantastiche dei film.
Dal momento in cui i visitatori fanno il primo passo nella mostra Harry Potter: The Exhibition, si ritrovano immediatamente immersi nel mondo di Harry Potter. I visitatori sono subito accolti da un padrone di casa che suddivide alcuni fortunati fan a seconda della loro casa di Hogwarts™ preferita, per condurli poi all’interno della mostra dove inizia il viaggio verso le scene predilette dei film di Harry Potter. La mostra presenta ambientazioni tratte dalle più famose location dei film – inclusi la sala comune e il dormitorio di Grifondoro; aule come quelle di Pozioni ed Erbologia; e la Foresta Proibita – che traboccano di oggetti di scena autentici, costumi e creature usati durante le riprese della famosa serie. In aggiunta ai meravigliosi ambienti e messe in scena, sono presenti molti elementi interattivi. I visitatori possono entrare nell’area del Quidditch™ e lanciare una Pluffa, sradicare la propria mandragola nella rappresentazione dell’aula di Erbologia e anche visitare una ricostruzione della capanna di Hagrid e sedersi sulla sua poltrona gigante.
Inutile dire che la sottoscritta, avendo letto tutti i libri* e visto tutti i film della saga, non vede l'ora di tornare alla Fabbrica del Vapore (dove, essendo anche appassionata di mattoncini LEGO, ero già stata nel 2016 a vedere The Art Of The Brick) per visitare la mostra... Magari non questo fine settimana, anche perché prevedo il pienone, ma senz'altro presto.
Questo video pubblicato nel canale YouTube PRIMA e DOPO mostra come sono cambiati nel tempo gli attori del cast (il primo film, Harry Potter e la pietra filosofale, è uscito nel 2001).


Dei trentuno confronti mostrati ne ho selezionati una dozzina, indicando i nomi dei personaggi scelti per la traduzione italiana laddove differiscano da quelli della versione originale.
Ovviamente Harry Potter, interpretato da Daniel Radcliffe...


... i suoi migliori amici Ron Weasley (Rupert Grint)...


... ed Hermione Granger (Emma Watson)...


... e alcuni loro compagni di scuola a Hogwarts™ (occhio al marchio!): Ginny Weasley (Bonnie Wright)...


... Neville Paciock (Matthew Lewis)...


... Luna Lovegood (Evanna Lynch)...


... e Draco Malfoy (Tom Felton).


Abbiamo poi il preside Albus Silente (Michael Gambon, che ha sostituito il defunto Richard Harris a partire dal terzo film della saga)...


... l'insegnante di Trasfigurazione Minerva McGranitt (Maggie Smith)...


... e l'insegnante di Pozioni Severus Piton (Alan Rickman, scomparso nel 2016).


Chiudo con Sirius Black (Gary Oldman), il padrino di Harry...


... e non poteva mancare infine il malvagio Lord Voldemort (Ralph Fiennes)


*A dire il vero Harry Potter e la maledizione dell'erede langue da mesi sul mio comodino in attesa che io mi decida a leggerlo. Come affermato da J.K. Rowling, tale opera teatrale (scritta da Jack Thorne su soggetto della stessa J.K. Rowling, John Tiffany e Jack Thorne) non approderà sul grande schermo: questo trailer diffuso su YouTube è solamente un concept.