giovedì 31 marzo 2022

Che fretta c'era?

Da domani, ricorda Il Post, in Italia non sarà più in vigore lo stato di emergenza legato alla pandemia da coronavirus e verranno tolte diverse restrizioni, a cominciare da una prima eliminazione dell'obbligo di Green Pass in vari luoghi e circostanze. E dal primo maggio ogni obbligo di Green Pass sarà eliminato, così come anche ogni obbligo di indossare le mascherine al chiuso.

Chiamami guastafeste, ma a me che ho preso il COVID a causa del mancato rispetto altrui di regole che erano a tutti gli effetti in vigore, questa corsa al "liberi tutti" preoccupa non poco. Tra l'altro l'eventualità di una reinfezione da Omicron, magari con qualche inedita sottovariante – in base al sequenziamento del mio tampone io ho "vinto" la BA.2 – a distanza di pochi mesi è tutt'altro che remota. E considerato che la prima infezione non è stata proprio una passeggiata di salute né per me né per il mio compagno, cosa dovremmo fare per non ricascarci, ritirarci in un eremo per permettere al resto del mondo di illudersi che sia tutto finito? Per quanto mi riguarda, se lo scopo dell'allentamento delle restrizioni è affrettare il ritorno alla normalità e rilanciare l'economia, mi sembra poco logico, almeno in questo momento: attualmente in Italia ci sono 1.277.044 positivi ufficiali – più un numero imprecisato di persone che rifiutano di fare il tampone per non rischiare di finire in isolamento, lo so per certo – che non possono uscire di casa e non è detto che abbiano la possibilità di lavorare da remoto oppure seguire le lezioni in didattica a distanza, per non parlare delle conseguenze che tutto questo comporta per i loro familiari.

Oggi ho avuto la pessima idea di impelagarmi in una discussione in un gruppo Facebook teoricamente pro-vax, ma ho letto una sfilza di fesserie una peggio dell'altra.

  • «Se tolgono l'obbligo di mascherine al chiuso non m'importa, io continuerò a portarla, nessuno lo vieta». Peccato che le mascherine, che assieme al distanziamento sono il mezzo più efficace per prevenire i contagi, essendo ormai acclarato che i vaccini riducono il rischio di contrarre la malattia in forma grave ma assai meno quello di infettarsi, siano efficaci solamente se tutti le indossano.
  • «Se sei vaccinato il COVID è solo un raffreddore o poco più». È quello di cui ero convinta pure io prima di beccarmelo, e anche una volta sopraggiunti i primi sintomi: dai, non starò benissimo per qualche giorno, ma dopo una settimana tornerò come nuova. Invece di settimane ne sono passate due, dopo essermi negativizzata sono tornata in ufficio, ma poiché non sto ancora bene ho ottenuto di lavorare da casa per ben due giorni questa settimana.
  • «Con tre vaccini ancora non vi sentite sicuri?!». Guarda, io a due mesi dalla terza dose mi sentivo abbastanza sicura, ma la mia peraltro inconsueta tranquillità si è rivelata mal riposta.
  • «Mica sei finita all'ospedale!». E grazie tante, ma stavo meglio prima, permetti?

mercoledì 30 marzo 2022

Com'è difficile essere figli

Di recente Selvaggia Lucarelli ha pubblicato sul quotidiano Domani un paio di articoli particolarmente personali e toccanti. Nel primo la giornalista, dopo aver presentato i suoi anziani genitori costretti a sradicarsi dalla loro amata Civitavecchia e trasferirsi a Milano per stare più vicini ai figli, raccontava le ragioni della decisione di portare sua madre, malata di Alzheimer in stadio avanzato, in una RSA.

C’è un dolore poco raccontato in questa scelta che poi scelta non è, perché sebbene si sia consapevoli dell’impossibilità di rinunciare a lavoro e famiglia per prendersi cura di un anziano, il pensiero non detto che sì, per un genitore dovresti farlo, è sempre lì. Respinto, ingiusto e detestabile, ma c’è.

Nel secondo replicava alle critiche che l'avevano presa di mira, e con ogni probabilità anche parecchio ferita.

Chi pensa che decidere di non accudire un genitore ammalato sia un gesto egoistico, non sa. Ignora quanto male possa fare imporsi una scelta del genere e poi far respirare a un ammalato stanchezza e frustrazione per le privazioni inevitabili, per la quotidianità sconvolta.

Nella vicenda familiare di Selvaggia mi ci sono identificata solo in parte, ma quel poco è stato sufficiente a risvegliare in me sensi di colpa irrisolti e mai del tutto sopiti.

Quando nel 2016 mi trasferii in Brianza per cominciare una nuova vita accanto all'uomo che amo, lasciai a Pescara una mamma praticamente autosufficiente. Poi col passare del tempo le sue condizioni di salute peggiorarono abbastanza in fretta, fino a rendere necessaria l'assistenza di una badante, un'adorabile signora rumena che era sempre un'impresa sostituire in modo adeguato quando tornava in patria, e con la quale sono tuttora in contatto. Pur abitando a centinaia di chilometri di distanza, tornavo a trovare mamma più spesso che potevo a costo di tour de force davvero impegnativi – lei di lasciare la casa dove aveva vissuto per decenni non ne ha mai voluto sapere – e facevo i salti mortali per assicurarmi che in mia assenza non le mancasse nulla. Eppure convivo tuttora con la sensazione, tanto più angosciante in quanto ormai non potrà più esserci alcun chiarimento, che mamma non mi abbia mai perdonato il mio "abbandono". Oltretutto non ha mai fatto nulla per nascondere quanto il mio compagno non le andasse a genio... ma forse per lei il genero ideale non esisteva: sotto sotto sperava che il suo "bastoncino della vecchiaia" le rimanesse accanto fino al suo ultimo giorno. Cosa che forse sarebbe accaduta, se le sue condizioni di salute si fossero aggravate prima del mio trasferimento, di fatto obbligandomi moralmente a rinviarlo a tempo indeterminato. E la mia esistenza sarebbe proseguita sullo stesso binario di sempre, di fatto un binario morto, lasciandomi alla fine sola e piena di rimpianti.

Oggi invece il mio più grande rammarico al riguardo è quello di non aver fatto in tempo a fare per lei ciò che feci per mio padre quando lasciò questo mondo: raggiungerla per accarezzarle il volto e tenerle la mano, farle sentire la mia presenza e il mio affetto mentre esalava l'ultimo respiro.

Non so bene neppure io cosa mi sia saltato in mente di confidarmi in questo modo. Nel migliore dei casi potrebbe essere catartico, nel peggiore magari cancellerò il post.

martedì 29 marzo 2022

Siamo dentro al tunnel-el-el-el

Per puro caso di recente mi sono imbattuta in due vignette diverse che ironizzano in chiave un tantino pessimistica sul celebre detto "vedere la luce in fondo al tunnel"; le riporto qui di seguito.

La prima, condivisa su Twitter tra gli altri dalla giornalista Marianna Aprile, è di Ellekappa, al secolo Laura Pellegrini...

... e la seconda di Silvia Ziche.

lunedì 28 marzo 2022

Cosa è successo stanotte agli Oscar?

Questa notte è andata in scena la 94esima cerimonia degli Oscar. Scorrendo i social stamattina, era un'impresa capire chi avesse vinto: non si parlava d'altro che di Will Smith il quale, poco prima di ricevere la statuetta come miglior attore protagonista, davanti a un pubblico esterrefatto aveva tirato un ceffone al comico Chris Rock, reo di essersi permesso una battutaccia sulla chioma della signora Smith, rasata non per una scelta estetica – anche se il cranio pelato le dona un sacco... magari fossi stata come lei quando fui costretta a raparmi a zero! – bensì a causa dell'alopecia.

My two cents: la reazione di Will Smith sarà anche stata umanamente comprensibile, ma moralmente ingiustificabile. Oltre che insensata, dal momento che la stessa Jada Pinkett Smith parla con grande serenità della sua condizione e afferma di aver imparato a conviverci e a sorriderne.

C'è pure chi sostiene che fosse tutta una scenetta preparata... e allora peggio me sento, perché se così fosse abbiamo assistito a una gara a chi faceva la figura peggiore. Gara a mio avviso vinta senza dubbio da Smith. Sarà che non riesco mai a tenere il punto nelle discussioni quando sono in difficoltà, ma dal mio punto di vista per avere ragione – e non passare automaticamente dalla parte del torto – l'arma da usare non è in nessun caso la violenza, bensì un uso accorto delle parole, e ammiro chi ha questo talento. Replicare con un'altra battuta adeguata sarebbe stato un messaggio assai più potente ed educativo contro il bodyshaming. Se mi fossi trovata nei panni della signora Smith, credo che mi sarei voluta sotterrare...

domenica 27 marzo 2022

Povera Pescara mia!

Anche se a Pescara non ci vivo più dal 2016, ci torno ogni volta che posso, e continuo a seguire le vicende di quella che è stata la "mia" città per decenni (e nel mio cuore lo è ancora). Uno dei temi più discussi negli ultimi tempi è la viabilità su viale Guglielmo Marconi, una delle strade principali della città. I 99 Cosse ne hanno preso spunto per realizzare un video musicale visivamente abbastanza esplicativo.

Anche l'attivista Augusto De Sanctis, che in viale Marconi ci abita, si è occupato della questione. Ieri mattina si è svolta una manifestazione contro la giunta guidata da Carlo Masci (il paragrafo Controversie della sua pagina Wikipedia la dice lunga sul soggetto); è stata documentata da Giovanni Di Iacovo, vicesindaco di opposizione che ho l'onore di avere tra i miei "facciamici". Tra l'altro Giovanni ha denunciato il fatto che l'attuale amministrazione di destra abbia proposto di intitolare il tratto della riviera sud di Pescara verso il Teatro D'Annunzio, che se non sbaglio attualmente prende il nome da Cristoforo Colombo, a Giorgio Almirante. Personaggio che definire controverso è dire poco.

sabato 26 marzo 2022

Diario di un contagio

Lunedì 7 marzo. Il collega no-vax nonché "allergico" alla mascherina rimane tutto il giorno in ufficio nonostante una gran brutta tosse. Io come mio solito non gli dico mezza parola, cretina che non sono altro.

Martedì 8 marzo. Mentre sono in auto per andare al lavoro, dal collega in questione arriva una mail indirizzata ai titolari, al responsabile e a noi tre donzelle dell'ufficio nella quale oltre a farci gli auguri – è pur sempre la "festa della donna" – comunica di essere in malattia proclamandosi «negativo ma influenzato quanto basta». Io voglio credergli e penso «Vabbè, se in seguito dovesse risultare positivo ci informerà con altrettanta tempestività, no?». Maddeché. Ingenua che non sono altro. Comunque, per il resto della settimana vado al lavoro normalmente, solo venerdì pomeriggio prendo mezza giornata di permesso per sottopormi a una radiografia (che non ha rilevato niente di che) prescrittami un paio di mesi prima dal mio medico come accertamento per alcuni malesseri fisici di cui soffro da un po'.

Sabato 12 marzo. Il responsabile mi informa via WhatsApp di aver fatto un tampone rapido in casa la sera prima e di essere risultato positivo. Poiché in settimana siamo stati a distanza ravvicinata un paio di volte sempre per breve tempo ed entrambi con mascherina FFP2, dubita di avermi contagiata, comunque mi invita a fare attenzione. Io, sempre ingenua, penso «Vabbè, se lo sarà preso in palestra», e non mi preoccupo più di tanto.

Domenica 13 marzo. Mi sveglio e sto già male: raffreddore, tosse e mal di gola, oltre a dolori ovunque. In giornata la febbre supera i 38 °C. Nel frattempo arriva dall'azienda una comunicazione ufficiale via SMS e posta elettronica: «sono a segnalare che si sono verificati al momento 4 casi di positività al covid presso [la sede dove lavoro, che conta meno di 20 dipendenti, NdC]. La Direzione pertanto invita tutti i collaboratori ad effettuare un test e di recarsi in ufficio solo con tampone negativo». E io penso che il tampone dovrò farlo senz'altro, ma in ufficio non posso andarci di sicuro.

Lunedì 14 marzo. Dopo aver indagato sulla possibilità di fare un tampone antigenico – non antigienico come scrivono in tanti, caspita! – in farmacia, e aver scoperto che alle farmacie della mia zona non si può accedere a meno di non essere asintomatici, sento la mia dottoressa la quale, oltre a darmi i primi giorni di malattia e prescrizioni sui farmaci da prendere (ibuprofene, pantoprazolo, acetilcisteina all'occorrenza, paracetamolo meglio di no), mi fissa l'appuntamento per un tampone molecolare tramite ATS il giorno successivo. Le chiedo come debbo comportarmi col mio compagno e lei mi risponde che, essendo lui vaccinato con tre dosi, non è ancora necessario che faccia il tampone, ma basta che rimanga in sorveglianza attiva con mascherina FFP2; ovviamente dobbiamo isolarci il più possibile. Perciò quella sera stessa lo relego a dormire in cameretta: troppo tardi, ma probabilmente anche due sere prima sarebbe stato già tardi. Frattanto faccio il mio primo ordine su Esselunga a casa: prima data di consegna disponibile mercoledì nel primo pomeriggio, consegna gratuita trattandosi del primo acquisto online.

Martedì 15 marzo. Accompagnata dal mio prode cavaliere – lui guida e io mi siedo sul sedile posteriore, entrambi mascherinati – vado a fare il tampone al drive through dell'Ospedale di Vimercate. [Tra l'altro per farlo bisogna entrare nel parcheggio e prendere il ticket, e successivamente pagare per poter uscire, anche se di fatto non si è occupato alcun posto auto ma si è rimasti in coda dentro il veicolo] Nel pomeriggio, mentre sto dormendo, mi arrivano due SMS: uno da Regione Lombardia che mi invita a consultare l'esito del tampone sul Fascicolo Sanitario Elettronico, e l'altro dal Ministero della Salute che di fatto l'esito me lo "spoilera": «La Certificazione verde Covid-19 di *** sara' revocata a seguito del test molecolare. Dopo tampone negativo verra' riattivata automaticamente entro 24H». Insomma, sono positiva. Lo comunico al mio responsabile, il quale mi informa che sono il sesto caso di questo focolaio in ufficio. Il primo in ordine cronologico, ça va sans dire, è il no-vax. Non ti dico quanto mi abbia fatto inc***are questa cosa, anche perché il responsabile ha involontariamente contagiato prima la moglie e poi la figlia, la quale avendo appena tre anni non era ovviamente vaccinata e ha avuto la febbre alta per giorni.

Mercoledì 16 marzo. Mi arriva da ATS Brianza un link per accedere ad alcune informazioni, tra cui la DISPOSIZIONE DI ISOLAMENTO DOMICILIARE OBBLIGATORIO (scritto così fa un certo effetto, ve'? ;-) ), e prenotare il tampone di fine isolamento da effettuare dopo almeno 7 giorni dal tampone positivo di diagnosi, con almeno 3 giorni senza sintomi. Per questo aspetto a prendere appuntamento. Poco tempo prima che arrivi la consegna da Esselunga ricevo via SMS l'avviso che alcuni dei prodotti che avevo ordinato non sono disponibili, ma ormai sono fuori tempo massimo per modificare l'ordine. «Ci scusiamo per il disagio».

Venerdì 18 marzo. Il mio compagno rientra la sera dal lavoro con gli stessi sintomi che ho avuto io, ha la febbre a 37,4 °C – che per lui, avvezzo a temperature sempre inferiori ai 36, è un febbrone – e si lamenta di stare malissimo. Io non so che fare, mi sento pure in colpa e mi preoccupo un sacco, ma per fortuna col passare delle ore migliora un po'. Lo registro come contatto stretto sul sito dell'ATS, ma alla fine sarà la nostra dottoressa lunedì a prenotare anche a lui il tampone per martedì.

I giorni trascorrono noiosi e interminabili. Quale migliore occasione per sbrigare quelle incombenze domestiche alle quali non ho mai tempo di dedicarmi, leggere quei libri che non ho mai tempo di leggere, guardare film e serie TV che non ho mai tempo di guardare? E invece no, che spreco... Non ho né la testa né la voglia di fare alcunché, a parte aggiornare questo blog! I sintomi? Continui alti e bassi: magari un giorno mi sento quasi bene, poi il giorno dopo ho una ricaduta.

Lunedì 21 marzo. Altra spesa su Esselunga a casa, che mi verrà consegnata il giorno dopo nel tardo pomeriggio. Questa volta il costo della consegna (7,90 euro) mi tocca pagarlo. Poiché ho bisogno di medicinali, cerco una farmacia che faccia consegne a domicilio, visto che Glovo qua in Culandia mica ci arriva. ;-) C'è quella del comune limitrofo, il problema è che si può pagare solo in contanti, e non avendone a sufficienza sono costretta a violare l'isolamento per andare a prelevare. Comunque ero mascherinata, guantata, igienizzata, e non ho incontrato praticamente nessuno.

Martedì 22 marzo. Il mio amore va a fare il tampone, e come previsto risulta anche lui positivo. Io su consiglio del mio medico prenoto per venerdì il tampone di fine isolamento per avere maggiori chance di risultare negativa, poiché ho ancora lievi sintomi. Sul mio fascicolo sanitario viene caricato un nuovo documento che non aspettavo. Si tratta del sequenziamento del mio tampone: variante BA.2.

Venerdì 25 marzo. Vado a fare il tampone di fine isolamento, questa volta da sola anche perché adesso è il mio prode cavaliere a non stare bene. [Stavolta non ho dovuto pagare nulla perché la "sosta" è durata meno del tempo minimo che richiede un pagamento] Nel pomeriggio mi arriva l'esito, inaspettatamente negativo (perché non mi sento ancora a posto), e un nuovo green pass da tampone, valido 72 ore.

Sabato 26 marzo. Mi arriva da ATS Brianza un link per scaricare il CERTIFICATO DI FINE ISOLAMENTO DOMICILIARE OBBLIGATORIO DI SOGGETTO COVID POSITIVO. Sono ufficialmente 🎵LIIIIIBEEERAAAAAAA🎶!!!
Stasera sono andata a prendere le pizze da asporto. E ho verificato il mio caro vecchio green pass da vaccinazione: è tornato valido.

venerdì 25 marzo 2022

Chi ben comincia...

Erano anni che Silvio Berlusconi covava il pallino di fondare un ateneo: la cosiddetta Università del pensiero liberale. Ebbene, vedendo una pagina di giornale condivisa su Facebook da un mio contatto, ho scoperto che il suo sogno è diventato realtà: è nata l'Universitas Libertatis... in latinorum perché fa più figo. ;-)

Scorrendo la homepage del sito si scopre che l'università avrà sede presso la Villa Gernetto a Gerno, frazione di Lesmo in provincia di Monza e della Brianza, già destinata da anni a tale scopo nonché teatro del matrimonio fake di sabato scorso... e chiunque abbia un minimo di conoscenza dei corsi d'acqua lombardi dovrebbe trasalire leggendo questo paragrafo.

[Qualora dovessero correggere, qui è archiviata una copia a futura memoria]

Immagino che sia andata più o meno così.

Stagista fuori sede: «Cosa posso scrivere riguardo a Villa Gernetto?».

Responsabile della comunicazione: «Scrivi quello che ti detto: è un imponente complesso tardo-neoclassico situato in una posizione panoramica sulla valle del Lambro...».

E fu così che venne fuori "l'Ambro"! ;-)

giovedì 24 marzo 2022

Sciacalli informatici in tempo di guerra

Oggi il mio antivirus AVG Free – che utilizzo pressoché ininterrottamente da quando anni fa Paolo Attivissimo lo consigliò sul suo sito, anche se temo che col passare del tempo non sia più altrettanto valido – mi ha avvisata del rischio di truffe che fanno leva sulle preoccupazioni legate alla guerra in Ucraina. Riporto qui di seguito la trascrizione delle quattro schermate.

Aumentano le truffe in criptovaluta che sfruttano il clima di apprensione creato dal conflitto in Ucraina
In AVG siamo profondamente rattristati dalla crisi in corso in Ucraina. Sfortunatamente, ogni volta che si verifica un'emergenza di questo tipo i truffatori sono pronti ad approfittarne a proprio vantaggio. I nostri esperti di sicurezza hanno rilevato un aumento sia delle truffe in criptovaluta che di altre truffe online in relazione al conflitto in corso.
Cosa posso fare?
  1. Hai ricevuto una richiesta di denaro da una persona cara che si trova in difficoltà? Controlla che la richiesta sia autentica chiamando direttamente la persona interessata.
  2. Se decidi di fare una donazione, stai in guardia. Per le donazioni, utilizza sempre il sito Web, anziché i collegamenti dei social media.
  3. Impara a proteggerti dalle false informazioni diffuse utilizzando la tecnologia deepfake.
  4. Diffida immediatamente di chi chiede un sostegno economico in criptovaluta.
Ecco alcuni esempi delle truffe rilevate di recente
[Clicca per ingrandire almeno un pochino, NdC]
Ricorda! Le donazioni non sono l'unico sistema utilizzato dai truffatori per ingannare le persone
Noi di AVG ti invitiamo a esaminare con cautela tutte le comunicazioni che ricevi, controllando sempre attentamente le fonti. I truffatori tentano sempre di approfittare del timore delle persone e del clima di caos che si diffonde in alcune situazioni. Ecco alcuni altri tentativi di truffa che potrebbero aumentare in questo periodo.
  • Sembra troppo bello per essere vero?
    Con i prezzi di carburante e gas che aumentano ogni giorno, fai attenzione a tutte le organizzazioni che ti contattano con offerte non realistiche.
  • Email di phishing
    Questi messaggi rappresentano un rischio costante, ma nel clima attuale è probabile che aumentino. Non aprire le email ricevute da qualcuno che non conosci e non fare mai clic su collegamenti e download sospetti.
  • Tentativi di hacking
    Un antivirus aggiornato come quello che già utilizzi ti aiuterà a mantenerti al sicuro online. È anche importante installare tutti gli aggiornamenti di sicurezza non appena disponibili.
Speriamo che queste informazioni siano state utili
Se desideri aiutare il popolo ucraino con una donazione, è consigliabile farlo tramite un'organizzazione ufficiale e attendibile, direttamente sul loro sito Web anziché utilizzando i collegamenti che vengono condivisi nei social media.
Avast, la nostra azienda madre, ha creato una pagina per la raccolta di fondi nell'ambito di Avast Foundation. Tutti i fondi raccolti saranno donati all'organizzazione non profit People in Need, per l'iniziativa "Ukrainian Emergency Appeal". Questo collegamento è sicuro. Se preferisci, tuttavia, puoi anche fare una donazione cercando la pagina online.
Buona continuazione in salute e sicurezza (sia online che offline) dal team AVG.

mercoledì 23 marzo 2022

Ma quale Saturno contro!

A mio modesto parere – e non solo mio – il vincitore morale della seconda edizione del game show LOL è stato Corrado Guzzanti, definito qui «il comico italiano più rilevante degli ultimi 30 anni di cui abbiamo ancora bisogno». Rivedere i suoi cavalli di battaglia – personaggi come Vulvia, Brunello Robertetti, Quelo, Antonello Venditti... – è stato un piacevolissimo tuffo nel passato. Ma stasera condivido una battuta fulminante che Guzzanti ha detto chiacchierando con gli altri concorrenti – i quali facevano di tutto per non ridere – e che rispecchia pure la mia opinione riguardo all'astrologia, da molti usata come alibi per trovare un senso alle proprie sventure.

Me fanno ride quelli che credono all'astrologia. [...] Dice «C'ho Saturno contro». Saturno dice «Ma chi sei, stai a 800 mijoni de chilometri, ma chittes***ula?!».

[Volendo essere pignolprecisi, la distanza Terra-Saturno varia da un minimo di circa 1,2 miliardi di km a un massimo di 1,7 miliardi di km, con un valore medio di circa 1,43 miliardi di km. Mentre le stelle sono mooooolto più lontane: la loro distanza dalla Terra si misura in anni luce – la più vicina, Proxima Centauri, si trova a circa 4,2 anni luce di distanza da noi – dove un anno luce corrisponde a oltre 9460 miliardi di km]

In omaggio a questa battuta, Andy Ventura ha disegnato la vignetta seguente.

martedì 22 marzo 2022

Vacanze per ingegneri... ma non solo!

Io il mondo l'ho girato pochissimo, diciamo solo un pezzettino d'Europa, inoltre da due anni a questa parte viaggio meno che mai causa pandemia, e adesso che sono in isolamento domiciliare neppure uscire di casa mi è concesso... ma quando ho letto l'articolo The Engineer’s Travel Bucket List (L'elenco dei viaggi che un ingegnere dovrebbe fare prima di morire), segnalato nella newsletter di Microwaves & RF alla quale sono iscritta per motivi professionali, ho subito iniziato a viaggiare con l'immaginazione. Sperando di non dovermi per sempre limitare solo a questo! :-)

Poiché sono dell'idea che l'articolo possa interessare non soltanto agli ingegneri, ma pure a chiunque sia appassionato di tecnologia – un possibile compagno di viaggio lo conosco molto da vicino... <3 – ne riporto qui di seguito la traduzione.

Prenditi del tempo per dare un'occhiata a queste imperdibili destinazioni legate all'ingegneria durante le tue vacanze. Ehi, non possono essere solo spiagge e campeggi, giusto? [Lo dici a me che spiagge e campeggi li snobbo praticamente da sempre come meta turistica? NdC]
Adesso che la pandemia di COVID-19 sembra affievolirsi [l'articolo è stato pubblicato il 3 marzo, chissà se oggi scriverebbero la stessa cosa, NdC], i nostri redattori si sono divertiti a parlare di alcune fantastiche destinazioni di viaggio che gli ingegneri adorerebbero. Dalla ricerca dell'intelligenza extraterrestre alla storia dell'era dell'informazione, e da ologrammi e robotica alle imprese ingegneristiche che hanno salvato intere città, presentiamo l'Engineer's Travel Bucket List per il 2022.
Deutches Museum
Il Deutches Museum non è solo il più grande museo di Monaco; è il più grande museo al mondo di scienza e tecnologia. Il suo sito web dice che puoi avere un'idea approssimativa dei suoi 28.000 oggetti esposti in un giorno, ma è meglio concedergliene tre. Fondato nel 1903 su iniziativa di Oskar Von Miller, il museo principale si trova su un'isoletta del fiume Isar. Ci sono anche strutture satellitari a Bonn e Norimberga e un aeroporto vicino a Monaco. C'è una lunga lista di mostre permanenti che include aerospazio, radioamatori, computer, microelettronica, telecomunicazioni e giocattoli tecnici.
Collezione di Strumenti Scientifici Storici (Harvard Collection of Historical Scientific Instruments)
Gli ingegneri si occupano di cose che possono essere misurate: pressione, velocità, lunghezza, massa e così via. Qui troverai più di 200 anni di strumenti scientifici che sono stati fondamentali per misurare o scoprire caratteristiche e fenomeni nuovi (oltre che antichi). Gli strumenti meccanici di precisione sono una testimonianza dell'ingegno umano e dell'ingegneria. Il Freedom Trail potrebbe essere pieno zeppo e l'Aquarium, l'USS Constitution e altri siti turistici potrebbero essere intasati da file di turisti, ma questo museo gratuito e fuori mano non è mai affollato.
Museo del MIT
Il MIT non è solo un ottimo posto dove gli ingegneri possono frequentare la scuola; ha anche una serie di collezioni che renderanno più completo il viaggio di qualsiasi ingegnere a Boston. E se ci vai in autunno, che è un periodo fantastico per visitare Boston, assicurati di visitare il Museo del MIT, che al momento è chiuso ma la cui riapertura è prevista per l'autunno del 2022. Da una collezione generale sulla scienza e sulla tecnologia a una collezione di 2.000 ologrammi, il Museo del MIT ha qualcosa per tutti. Assicurati di dare un'occhiata alla collezione di aeronautica e aerospazio del MIT e alla loro collezione di robotica, con archivi di quasi 60 anni di ricerca sull'intelligenza artificiale.
Museo Nazionale di Scienza e Storia Nucleare (National Museum of Nuclear Science & History)
Questo museo ad Albuquerque, appena fuori dal Sandia National Lab (un tempo fucina di sviluppo di armi nucleari), espone una varietà di oggetti storici legati alla nascita dell'era atomica, nonché armi e varie piattaforme per il lancio di armi (aerei, razzi e persino un cannone incredibilmente grande noto come Atomic Annie) progettato per utilizzare armi nucleari.
Centro logistico Amazon
Pensa quello che vuoi dello shopping online, ma Amazon ha fatto passi da gigante verso l'automazione e la robotica nella logistica. La parte migliore? Puoi iscriverti a un tour di uno dei centri logistici dell'azienda. Le sedi sono sparse in sette stati, e all'interno della struttura vedrai l'avanguardia dell'automazione e della robotica nella logistica prima che tutte le altre reti di distribuzione seguano lo stesso percorso.
NASA Johnson Space Center
Questo centro spaziale con sede a Houston, che prende il nome dall'ex presidente Lyndon Johnson, è stato probabilmente reso famoso dalla frase «Houston, abbiamo un problema». Il complesso è una fucina di idee sia per ingegneri meccanici che per appassionati dello spazio, con programmi educativi per giovani e vecchi, un museo di manufatti spaziali e un tour del Johnson Space Center, dove vedrai alcune mostre davvero fuori dal mondo.
Museo di Storia dei Computer (Computer History Museum)
Uno dei primi musei dedicati a preservare per il futuro la storia dell'era dell'informazione, il Computer History Museum ha molto da offrire all'ingegnere. Da un laboratorio dimostrativo della tecnologia IBM a mostre che esplorano la nascita dell'hacking informatico, il museo è un'esplorazione approfondita della storia moderna. Assicurati di dare un'occhiata alla nuova mostra di storia dei veicoli autonomi mentre sei lì!
Museo Nazionale dell'Aria e dello Spazio (National Air and Space Museum)
Se sei un fanatico dell'aerospazio, o semplicemente ti piace la roba che vola, questo posto è il meglio che tu possa trovare. Vuoi vedere le iconiche macchine volanti e tutto ciò che ne consegue? Ce l'hanno. Lo Spirit of St. Louis di Lindbergh? C'è. Il Friendship 7 di John Glenn? C'è. Il modulo di comando dell'Apollo 11? C'è. L'USS Enterprise (il modellino in scala che hai visto in TV negli anni '60)? C'è. Quasi tutti i veicoli spaziali e aerei in mostra sono originali oppure il veicolo di riserva originale.
Diga delle Tre Gole
Nessun elenco di viaggi per ingegneri sarebbe completo senza la più grande diga idroelettrica del mondo, la Diga delle Tre Gole in Cina. I visitatori possono visitare un museo vicino al sito con mostre e modelli funzionanti che dimostrano come funziona la diga e la storia della sua costruzione. Sono disponibili guide in lingua inglese, e un'opzione interessante per i viaggiatori potrebbe essere una crociera sul fiume Yangtze, che si fermerà proprio accanto all'enorme meraviglia.
Large Hadron Collider
Puoi visitare il CERN! Durante il tour apprenderai la storia del laboratorio e otterrai i dettagli delle ultime scoperte scientifiche che vengono fatte nel sottosuolo. I visitatori possono visitare il centro operativo per esperimenti, fare tour audiovisivi e conoscere la straordinaria scienza dietro una delle più grandi imprese contemporanee dell'umanità.

A proposito, il Large Hadron Collider, il CERN e l'esperimento ATLAS li puoi visitare virtualmente grazie a questo bellissimo video di Timestorm Films. Ma di persona dev'essere tutta un'altra cosa... vero, amore? <3

lunedì 21 marzo 2022

Come sopravvivere nel mondo del lavoro

Le vignette della webcomic Work Chronicles le trovo sempre piuttosto illuminanti, e immagino che suonino particolarmente veritiere a chiunque abbia un minimo di conoscenza del mondo del lavoro. Eccone alcune delle più graffianti tra quelle uscite di recente.

– Dove si vede tra 5 anni?
– Non parliamo di me. Lei sapeva 5 anni fa che sarebbe finito qui?
– ...
– Via. Via. Va tutto bene.

Una delle domande che personalmente mi mettono più in difficoltà durante un colloquio di lavoro. Fa il paio con quella mostrata nel meme qui sotto, rivisitazione dello Spider-Man Pointing at Spider-Man Meme, recentemente rifatto sfruttando i tre attori che l'hanno interpretato nelle saghe uscite negli ultimi vent'anni: Tobey Maguire, Andrew Garfield e Tom Holland.

– Può spiegare questo vuoto nel suo curriculum?
– Può spiegare il vostro elevato tasso di turnover?

Purtroppo, laddove c'è un problema, a fare la figura dell'eroe non è quasi mai chi si dà da fare alle prime avvisaglie, bensì chi all'inizio se ne disinteressa per poi intervenire quando ormai la situazione è grave...

– Quando sarà pronto il tool?
– Lo userai quando sarà pronto?
– No. Ma ne abbiamo ancora bisogno in via prioritaria.

domenica 20 marzo 2022

Non riempire il silenzio

Quando mi trovo a conversare con qualcuno che mi ispira una certa fiducia, e ho l'occasione di parlare di quello che provo, di rado riesco a farlo: per tutta una serie di ragioni – timidezza, riservatezza, scarsa attitudine a tradurre sul momento le mie sensazioni in parole di senso compiuto ;-) – si finisce per cambiare discorso prima che io sia riuscita ad esprimere ciò che avevo dentro. Per questo ho trovato particolarmente congeniale, tanto che stasera voglio condividerlo, il post pubblicato giorni fa su Sketchplanations con il titolo Don't fill the silence (Non riempire il silenzio).

È facile voler riempire un silenzio imbarazzato. Spesso, tuttavia, una pausa nella conversazione è tempo di cui le persone hanno bisogno per pensare. Quando fai ricerche, e magari solo nelle normali conversazioni, cerca di fidarti delle domande che poni, ed evita di riempire il silenzio dopo aver fatto una domanda.
La mia esperienza è che è molto facile far seguire a una bella domanda aperta del tipo «Come ti senti adesso?» ogni sorta di condizione o ipotesi, perché un silenzio ti fa sentire a disagio. Può diventare rapidamente: «Come ti senti riguardo a questa cosa?... Immagino che sia stato difficile per te, giusto?». E invece di dare a qualcuno lo spazio per condividere una risposta ponderata alla tua domanda aperta, tutto ciò che potresti ottenere è un «Sì», e forse la tua possibilità di scoprire cosa pensavano davvero è andata. Invece, abbi fede in ciò che chiedi e mantieni il silenzio.

sabato 19 marzo 2022

Tra scienza e fantascienza

Da qualche mese Hashem Al-Ghaili ha ripreso a caricare in modo regolare nuovi video sul suo canale YouTube dedicato alla scienza, alla tecnologia e alla natura. Li guardo volentieri perché sono relativamente brevi ma molto ben fatti, sottotitolati come si deve in sovraimpressione, e soprattutto trattano argomenti interessanti. Solo che a volte, pur senza approfondire la fondatezza dei contenuti, ho la sensazione che Hashem adotti un approccio un tantino forzato, fino a far sconfinare la scienza nella fantascienza.

Tra gli ultimi video pubblicati, in ordine cronologico, ecco gli argomenti che mi hanno colpita di più per vari motivi: un fantomatico mind upload – praticamente il contenuto della nostra mente che viene digitalizzato e caricato in un simulatore – permetterebbe di vivere per sempre (no grazie, non sarei più io, è la mia risposta), la possibilità che gli esseri umani realizzino la telepatia (speriamo di no sennò io, che sono un tipo di poche parole ma fin troppi pensieri, sarei rovinata), un tentativo di rispondere alla domanda "Quanti dati può memorizzare il tuo cervello?" (sarei più interessata a sapere se c'è un modo per rimuovere i ricordi brutti ma, come osservano i The Jackal, anche quelli hanno la loro utilità), una spiegazione del cosiddetto intorpidimento psichico (se ne parla qui a proposito del COVID-19), la dimostrazione che lo stress è contagioso (e non esiste vaccino, l'unico metodo efficace per prevenirlo è prendere le distanze in senso lato ;-) ), e infine la lezione più importante che abbiamo imparato dalla pandemia (sul fatto che tutti l'abbiano recepita, ho i miei seri dubbi). Inutile dire, però, che il video più sconvolgente è stato "Sei pronto per un attacco nucleare?". Certe cose è meglio saperle, anche se ovviamente tutti noi ci auguriamo di non doverle mai mettere in pratica!

[Quella che apre il post è l'immagine del profilo Facebook di Hashem: una foto della Nebulosa Elica]

venerdì 18 marzo 2022

(S)consigli per gli acquisti

Uno dei momenti più divertenti della seconda stagione del game show LOL – che in effetti ne ha offerti pochini, di spunti per ridere sguaiatamente come faceva sempre Frank Matano – è stato quando il comico Maccio Capatonda ha presentato alcuni libri a dir poco surreali: ho scoperto che Imparare a camminare in pochi semplici passi di Pino Cammino e Perché cachiamo di Edoardo Feci sono addirittura in vendita su Amazon – copertina a parte si tratta in pratica di quaderni per appunti da 108 pagine a righe, che delusione ;-) – mentre mancano Come ingrassare in pochi semplici pasti e La bacinella.

A proposito di articoli improbabili, sempre il gigante dell'e-commerce propone una guida turistica per andare a quel paese (peccato che anche questo consista in un semplice quaderno con le pagine bianche), una guida tecnico–pratica all'emissione del peto perfetto, un gioco da tavolo che ricorda il Monopoly ma dove anziché comprare e vendere proprietà si tracannano alcolici, e infine un cuscino che riproduce in grande i sacchetti di gel di silice utilizzati per assorbire l'umidità. Tante "simpatiche" idee regalo per chi di idee non ne ha neanche l'ombra! ;-)

giovedì 17 marzo 2022

Pane, olio e sale

Essendo impossibilitata ad andare a fare la spesa non ho avuto modo di verificarlo in prima persona, ma nella mia "bolla social" qualcuno ha raccontato di aver trovato gli scaffali dell'olio da cucina mezzi vuoti. Il motivo più scontato è il timore che la guerra in corso pregiudichi le importazioni da Russia e Ucraina, tra i maggiori produttori al mondo di olio di girasole, perciò le massaie si preoccupano di farne scorta. (Pare che anche il tradizionale piatto di pastasciutta e persino il pane siano a rischio a causa dell'emergenza grano) Ma con una certa sorpresa ho scoperto che esiste un'altra spiegazione possibile: visto il caro carburanti, con il prezzo del diesel che ha addirittura superato quello della benzina, a quanto pare taluni utilizzano gli oli vegetali al posto del gasolio. Ebbene, qui c'è un articolo che chiarisce perché questo è un metodo infallibile... se ci tieni a rottamare quanto prima la tua automobile diesel! ;-)

Qualcuno ha anche segnalato che nel suo negozio di fiducia scarseggiava il sale iodato. In questo caso una possibile spiegazione si può trovare in questo post dell'Istituto Superiore di Sanità, dove si sottolinea che in caso di esposizione a radiazioni l'uso di sale iodato è raccomandato. A me è sembrata un'osservazione un tantinello allarmista, peraltro inutilmente perché nella remota eventualità di un disastro nucleare mangiare salato sarebbe utile più o meno come indossare un cappello di carta sotto un acquazzone (oltre che nocivo, quantomeno per la pressione arteriosa).

Lo stesso post menzionava anche il fatto che «il ricorso a pillole allo iodio per paura di minaccia nucleare può nuocere alla salute. In caso di reale emergenza ora inesistente saranno date precise indicazioni». Ebbene sì, a quanto pare lo ioduro di potassio sta andando a ruba, a tal punto che chi lo assume per necessità ha problemi a reperirlo, e certe farmacie non hanno tardato a specularci su. A tal proposito, riporto quanto ha scritto l'Avvocato dell'Atomo.

IMPORTANTE!
Già diverse farmacie ci hanno contattato privatamente per segnalarci che è in atto una corsa all'accaparramento di pastiglie di iodio, nel timore di un disastro nucleare.
TUTTO QUESTO NON È NECESSARIO.
Vi invitiamo ad EVITARE soluzioni “fai da te” per quanto riguarda l’acquisto e l’assunzione di pastiglie di ioduro di potassio.
L’assunzione di iodio rappresenta una delle profilassi previste in caso di fall-out radioattivo, in quanto tale sostanza, accumulandosi nella tiroide, inibisce l'assimilazione dello iodio radioattivo dall'esterno, proteggendo di fatto tale organo radiosensibile.
Tuttavia questo farmaco è indicato solo per certe categorie di persone e la sua assunzione deve avvenire nei tempi e nei modi opportuni, altrimenti può risultare controproducente ed avere effetti potenzialmente tossici.
Inoltre, come abbiamo detto, è praticamente impossibile immaginare uno scenario dalle proporzioni tali da prevederne l'utilizzo nel nostro Paese.
RIPETO: NON C'È UN PERICOLO NUCLEARE IN VISTA PER L'ITALIA E LO IODIO NON È PRIVO DI EFFETTI COLLATERALI.
FERMATE QUESTA ISTERIA!

mercoledì 16 marzo 2022

Metti la mascherina!

Negli scorsi due giorni sono venuta meno al mio quotidiano impegno bloggatorio... ma non perché non abbia avuto tempo libero, al contrario ne ho avuto fin troppo: a mancarmi è stata la voglia, e soprattutto la forza. Già, perché ieri sono risultata positiva al tampone molecolare per il COVID-19, ma avevo sintomi da domenica. Adesso per fortuna sto già meglio, e non mi rimane che aspettare mercoledì prossimo – come minimo, se non sarò reduce da almeno tre giorni senza sintomi meglio aspettare ancora – per il tampone di controllo "liberatorio".

A quanto pare sono la sesta vittima in ordine di tempo del focolaio che nell'ultima settimana ha colpito l'azienda in cui lavoro. Sono sicura che a innescarlo sia stato, manco a dirlo, il mio famigerato collega no-vax, il quale lunedì 7 aveva una gran brutta tosse e il giorno dopo si è messo in malattia, comunicandolo in un'e-mail con me in copia nella quale, da "bravo" negazionista, ha negato di essere positivo. E invece, come mi è stato riferito nei giorni scorsi, lo è. Adesso uno dei pensieri che mi tormentano è: come mi dovrò comportare quando mi ritroverò davanti il suo brutto muso? Di sicuro mi aspetto che, dopo la lavata di capo che sicuramente gli toccherà per aver messo KO quasi mezza azienda, sarà un po' più scrupoloso nell'indossare la mascherina. Già, perché oltre a essere no-vax era pure tendenzialmente no-mask: la mascherina non la teneva mai su quando era seduto alla sua postazione, a due metri o poco più dalla mia. Una volta si è seduto fianco a fianco col titolare senza premurarsi di mettere la mascherina, tenendo a sottolineare che era "tamponato", e poiché il suddetto titolare non ha fatto una piega ho pensato «Vabbè, allora non c'è speranza». Ma a questo punto sono fiduciosa che, di fronte a questo duro colpo alla produttività aziendale, verranno prese le opportune contromisure.

Avevo un altro collega no-vax, o semplicemente pauroso, che però ha dovuto cedere perché soggetto all'obbligo vaccinale: ha più di cinquant'anni (mentre l'UNTORE IDIOTA, mannaggia, deve compierne 47, ma immagino che se fosse stato obbligato si sarebbe inventato qualcosa per eluderlo). Una volta in pausa caffè quest'altro collega se ne è uscito sostenendo che le mascherine fanno male perché ci costringono a respirare anidride carbonica: peccato che in quel momento non avessi con me il cellulare, altrimenti gli avrei proposto questo articolo che sfata vari miti sulla pericolosità delle mascherine.

Se le mascherine chirurgiche si possono buttare abbastanza a cuor leggero per via del loro basso prezzo, le FFP2 costano un po' di più, oltre ad avere una struttura più "solida", e quindi è lecito chiedersi se e fino a che punto si possano riciclare. La risposta è nell'articolo How to Reuse N95, KN95, and Other Disposable Masks (Come riutilizzare le mascherine N95 [in pratica è la denominazione statunitense delle nostre FFP2, NdC], KN95 [queste sono cinesi, NdC] e altre mascherine monouso) pubblicato su Wirecutter, sito che fa capo al New York Times. Ne riporto qui di seguito la traduzione.

I Centers for Disease Control and Prevention hanno recentemente aggiornato le loro raccomandazioni sulle mascherine per allinearle a ciò che gli esperti e molte altre persone sanno da tempo: le mascherine N95 e altre mascherine respiratorie (quando sono a norma e si adattano correttamente) sono più protettive rispetto alla maggior parte delle mascherine facciali in tessuto. Ma queste mascherine respiratorie monouso costano da 1 a 3 dollari ciascuna, e gettarle via alla stessa velocità con cui getteresti i bicchieri di carta può essere oneroso, soprattutto se stai "mascherando" tutta la tua famiglia. Potresti anche essere preoccupato per il costo ambientale delle mascherine monouso, che sono costruite con materiali non riciclabili. Fortunatamente, per la maggior parte delle persone e nella maggior parte delle situazioni, non è necessario buttare la mascherina dopo ogni utilizzo, oppure ogni giorno. Ecco alcune risposte alle domande più frequenti sul riutilizzo della tua mascherina monouso.
Come posso riutilizzare una mascherina in sicurezza?
Puoi indossare nuovamente una mascherina dopo averla conservata in un sacchetto di carta per alcuni giorni, secondo il CDC e diversi esperti che abbiamo intervistato per la nostra guida ai respiratori. L'agenzia fornisce una semplice strategia per gli operatori sanitari che prevede la rotazione di mascherine usate in sacchetti di carta marrone, una variante delle quali è stata impiegata durante la carenza di N95 nei primi giorni della pandemia. Il coronavirus ha un tempo di sopravvivenza previsto di circa 72 ore, quindi aspettare, diciamo, da cinque a sette giorni dovrebbe essere sufficiente per renderlo inattivo.
Personalmente, per tenerne traccia, ho cinque mascherine a rotazione e sette sacchetti di carta marrone contrassegnati con i giorni della settimana, allineati sul mio davanzale. Metto la mia mascherina nel sacchetto opportunamente etichettato tra un utilizzo e l'altro durante il giorno e a fine giornata. Dopo una settimana prendo la mascherina per indossarla, oppure la sposto in un ottavo sacchetto contrassegnato "Pronta all'uso".
È davvero sicuro riutilizzare le mascherine in questo momento, considerando quanto è contagiosa Omicron?
Sì, riutilizzare una mascherina è sicuro. Le mascherine funzionano allo stesso modo su qualsiasi variante, intrappolando le particelle contenenti virus nei loro strati. Inoltre il coronavirus si trasmette principalmente attraverso la respirazione; hai meno probabilità di prenderlo toccando una superficie infetta. Detto questo è più sicuro, e buona norma di igiene, maneggiare le mascherine con cura, toccando solo gli elastici e lavandosi le mani dopo.
E se la mia mascherina si bagna?
L'umidità, anche dal tuo respiro, degrada la mascherina a poco a poco, e questo processo probabilmente sarà più rapido se indossi la mascherina per allenarti in palestra o se ti trovi in ​​una stanza o in un clima umido. Se la tua mascherina è bagnata a causa della condensa durante la respirazione, puoi riutilizzarla. Tenere quei sacchetti di carta in un luogo asciutto (nel caso ideale vicino a una finestra esposta al sole) può aiutare a migliorare il processo di disattivazione virale, ha affermato Christopher Sulmonte, project administrator presso la Johns Hopkins Biocontainment Unit, una struttura per pazienti con malattie infettive emergenti. Se la tua mascherina si inzuppa (ad esempio, ti trovi sotto la pioggia), buttala via.
Posso lavare la mia mascherina o disinfettarla con candeggina o alcol?
Per quanto tu possa essere tentato di risciacquare o lavare la tua mascherina monouso usata, anche solo per darle una rinfrescata, non ci provare. Bagnare la mascherina o trattarla con il sapone può danneggiare il materiale.
Inoltre non dovresti tentare di disinfettare la mascherina usata con alcol, perossido di idrogeno o altri prodotti chimici. Una lettera di ricerca del 2020 sulle malattie infettive emergenti riportava che il trattamento di una mascherina facciale monouso con alcol riduceva l'integrità della mascherina e quindi la sua efficienza di filtrazione. Il perossido di idrogeno ha funzionato meglio, ma i ricercatori lo hanno applicato utilizzando una macchina specializzata, qualcosa che non troveresti al di fuori di un laboratorio o di un ospedale. Anche la candeggina o altri disinfettanti sono una cattiva idea: non solo danneggerebbero la mascherina, ma «non vorrai mica rischiare di inalare il disinfettante rimasto sul respiratore», ha affermato Nikki Vars McCullough, vicepresidente della Personal Safety Division di 3M.
Che dire del trattamento della mascherina con calore o luce ultravioletta?
Lo stesso documento pubblicato nel 2020, nel bel mezzo della carenza di N95, ha rilevato che la decontaminazione con calore secco può essere efficace solo una o due volte, e con i raggi UV per tre volte, prima che la vestibilità e la filtrazione della mascherina possano essere compromesse. Sebbene questi metodi possano essere importanti in contesti medici altamente esposti a COVID-19 durante una carenza di respiratori e con la necessità di tecniche per eliminare immediatamente i virus, richiedono un protocollo rigoroso che è impossibile da seguire per la maggior parte delle persone al di fuori di un ambiente sanitario. È meglio usare il metodo del sacchetto di carta. «È molto più facile, meno costoso, e ci sono meno possibilità che tu possa danneggiare la mascherina», ha detto Sulmonte.
Quando è il momento di gettare via la mascherina?
«Non esiste una regola senza eccezioni», ha detto Sulmonte. La direttiva CDC sui sacchetti di carta suggerisce di scartare una mascherina N95 monouso dopo cinque utilizzi. Ma tale linea guida era pensata per i lavoratori in un ambiente sanitario. Per tutti gli altri potrebbe non essere necessario. Una mascherina è ancora indossabile se i suoi elastici continuano a creare una vestibilità sicura e il materiale sembra pulito e fornisce un buon flusso d'aria. (Polvere, polline, inquinanti atmosferici, trucco, oli per la pelle e, sì, virus inattivati alla fine si accumulano e intasano il filtro)
Pensa anche a dove hai indossato la mascherina e per quanto tempo. Qualcuno che indossa una mascherina in metropolitana ogni giorno, ad esempio, potrebbe aver bisogno di gettarla via prima di qualcuno che indossa la propria al supermercato ogni tanto. Qualunque siano le circostanze, passa a una nuova mascherina se la tua è sporca, assottigliata, danneggiata o è difficile respirarci, oppure se non mantiene più una buona tenuta.
C'è qualche situazione in cui dovrei gettarla via dopo un solo utilizzo?
Sì! Sempre che i ricambi siano prontamente disponibili, Sulmonte consiglia di gettare via una mascherina se sei stato in un luogo in cui è prevista un'elevata esposizione al virus, ad esempio se hai interagito con una persona positiva al COVID-19.

P.S.: Come colonna sonora di questo post ci vedrei bene, se sapessi scriverne il testo, una parodia di Metti la canottiera, brano dello Zecchino d'Oro che in quanto tale è rivolto ai più piccoli. E i no-mask mi sembrano più capricciosi dei bimbetti, con l'aggravante che a differenza della canottiera, se non mettono la mascherina, rischiano di fare del male non solo a sé stessi ma anche, se non soprattutto, agli altri.

domenica 13 marzo 2022

La guerra non è un gioco

Negli ultimi due giorni è diventata tristemente virale la foto qui sotto, che ho visto condivisa per la prima volta da Dario Ballini D'Amato.

Essa ritrae una bambina ucraina di 9 anni in posa con un lecca-lecca in bocca e un fucile tra le mani, ed è stata scattata da suo padre, Oleksii Kyrychenko, e pubblicata sui social con il titolo "Young girl with candy" (ragazzina con caramella) per portare l'attenzione del mondo sull'aggressione russa.

Colgo l'occasione per condividere alcuni spunti che ho raccolto nei mesi scorsi, quindi in tempo di pace, sull'assurda naturalezza con cui in Occidente, o meglio negli Stati Uniti d'America, i giovanissimi vengono iniziati all'uso delle armi: l'articolo Sono stati arrestati i genitori dello studente sospettato di essere l’autore della sparatoria in una scuola del Michigan: gli avevano regalato l’arma usata nella strage pubblicato da Il Post, poi un post su Facebook...

... e infine uno su Twitter.

sabato 12 marzo 2022

Angry Woman vs PC

Mi ricollego al post di ieri e torno a parlare di stress. Per me che al lavoro svolgo la stragrande maggioranza delle attività al computer, una delle fonti di stress lavoro correlato – anche se non quella preponderante – è appunto il PC. Ce n'è sempre una che non va, accidenti! Certe volte vorrei avere un pulsante Invio gigante come quello qui sotto per sfogarmi un po' senza dover arrivare a questi livelli... ;-)

[Il video essendo stato originariamente caricato in versione short era in formato verticale, che come ho già detto mi fa venire il latte alle ginocchia, per cui ho dovuto trovare il modo di incorporarlo in un formato a me più congeniale]

A proposito di come migliorare le condizioni di lavoro, fino al 2018 non avevo mai usato un monitor esterno... e adesso non soltanto non potrei più farne a meno, né in ufficio né quando lavoro da casa, ma uno solo comincia a starmi decisamente stretto: l'altro giorno ho visto su Twitter la postazione di lavoro perfetta!

venerdì 11 marzo 2022

Dormi che ti passa

Stamattina il sito giornatamondiale.it mi ha informata che oggi, venerdì della seconda settimana di marzo, è la giornata mondiale del sonno, mentre il sito internazionale daysoftheyear.com colloca tale "ricorrenza" al 18 marzo, ovvero il venerdì che precede l'equinozio di primavera... ma vabbè, l'importante è che sia venerdì: almeno nel mio caso, in genere è il preludio a due notti consecutive che non verranno interrotte dal trauma della sveglia alle sei e mezza, e quindi è il giorno della settimana perfetto per celebrare una delle "attività" a cui tengo di più, e che purtroppo riesco assai raramente a "svolgere" in modo soddisfacente. A tal punto che mi sono recata a più riprese in un Centro di Medicina del Sonno, dove comunque, ahimè, non torno da un pezzo perché scoraggiata dai mancati miglioramenti.

Colgo l'occasione per linkare un paio di articoli a tema:

Comunque ho scoperto che dormire poco e male fa ingrassare e che lo stress rallenta il metabolismo (oltre a nuocere alla salute in generale)... Ecco perché, nonostante io abbia cominciato mesi fa a darmi una regolata a tavola, la mia linea non sembra trarne alcun beneficio!

giovedì 10 marzo 2022

Prezzi dei carburanti senza freni

Ammetto di provare un certo disagio a parlare di certi "problemi" nel momento in cui a duemila chilometri di distanza da qui c'è la guerra. Il fatto è che rispetto a due mesi e mezzo fa, quando già mi lamentavo del caro benzina, la situazione è drasticamente peggiorata: stasera ho fatto rifornimento a 2,189 euro al litro self service, ma mi risulta che altrove e al servito i prezzi siano ancora più alti. Il gasolio è arrivato a costare più della benzina: qui è spiegato il perché di questa anomalia. E qui sono riportati alcuni consigli su come risparmiare per quanto possibile: rifornirsi alle cosiddette "pompe bianche", cambiare le marce con accortezza, evitare brusche accelerazioni e frenate, non trasportare pesi inutili, controllare la pressione delle gomme. Ma qualunque automobilista con un minimo di esperienza tutto questo dovrebbe già saperlo. La soluzione ideale sarebbe non spostarsi, se solo si potesse.

Per provare ad alleggerire un po', ecco un video dei 4 Santi...

... e alcune immagini a tema.


[Fotomontaggio con il comico Maccio Capatonda che sfoggia una delle facce più memorabili della seconda stagione di LOL]

[Mi hanno fatto notare che quello che viaggia in autobus è Vin Diesel ;-)]

[Quest'ultimo meme l'ho creato io]

mercoledì 9 marzo 2022

How to stay sane when transitioning seamlessly from a pandemic to a war


Oggi pomeriggio sono rimasta come tutti, immagino, agghiacciata dalla notizia dell'ospedale pediatrico bombardato a Mariupol. Proprio prendendo spunto da questo fatto Alessandro Gilioli, in qualità di giornalista nonché direttore di Radio Radicale, ha esternato in un post la difficoltà di raccontare questa guerra su un medium qualsiasi, visto che non è per niente banale accedere a fonti affidabili, e si rischia pertanto di fare disinformazione.

Questa mattina Paolo Attivissimo ha esposto in una serie di tweet – per poi raccogliere il tutto in un post pubblicato su Bufalopedia, dove sono elencate le risorse a cui fare riferimento per trovare debunking – le "dieci cose da fare invece di stare sui social e ossessionarsi sulla guerra".

1. Qualunque video o audio o messaggio riguardante il conflitto, di qualunque fonte (anche giornalistica o governativa), va considerato con estrema prudenza e in mancanza di conferme FORTI non va condiviso, neanche per criticarlo.
2. Se qualcuno vi manda video / audio / messaggi non verificati sulla guerra, ditegli di piantarla di diffondere allarmi o almeno di smettere di mandarli a voi.
3. Se vedete notizie che sospettate già che siano false, NON MANDATELE PUBBLICAMENTE AI DEBUNKER. Regalereste solo visibilità: cancellatele e basta. Se proprio dovete segnalarle a un debunker, usate mail o messaggi privati.
4. Tutto quello che viene affermato senza prove può essere liquidato senza indagine. Non sta a noi debunker smentire: spetta a chi fa l’affermazione portarne le prove. Niente prove? niente fonti? Allora niente clic, niente inoltri, niente condivisioni, niente commenti.
5. Non scrivetemi chiedendo un mio parere su una notizia di guerra. Se non è legata all'informatica, non sono qualificato a dirne nulla e quindi sto zitto. Fate altrettanto.
6. Se avete letto su un sito (anche di giornale o emittente TV) una scemenza sulla guerra: A) PIANTATE DI LEGGERLO; B) NON CITATELO, neanche per contestarlo. Link che contestano o elogiano aumentano comunque visibilità, ranking e incassi pubblicitari.
7. Se frequentate gruppi social nei quali circolano allarmi sulla guerra, SMETTETE DI FREQUENTARLI. Non state facendo altro che rincoglionirvi e farvi venire ansie. PIANTATELA DI FARVI OSSESSIONARE DALLA GUERRA E DAI COMPLOTTISMI.
8. Invece di perdere tempo e alimentare paranoie sui social, fate altro. Leggete un libro. Riordinate la casa. Guardate un film. Cucinate. Tenete un diario privato. Staccatevi dallo schermo del telefonino e parlate con gli esseri umani che avete intorno. Aiutate chi ha bisogno.
9. Se avete figli, giocate con loro. Aiutateli con i compiti. Imparate una lingua straniera. Trovatevi con gli amici. Se avete un partner, fate l’amore (in sicurezza). Se non l’avete, siate creativi.
10. Parlate d’altro. Fate piani per il futuro, perché la guerra prima o poi finirà. Ma soprattutto, NON CONDIVIDETE CAZZATE.
Grazie.

Comunque Il Sole 24 Ore ricorda mediante un'infografica che, sebbene per noi italiani sia abbastanza naturale "sentire" di più la guerra in Ucraina anche per ragioni geografiche e culturali, ci sono altri conflitti in corso nel mondo. In questo preciso momento.

P.S.: La prima delle due vignette di David Sipress che aprono questo post (il cui titolo, in italiano "Come rimanere sani di mente quando si passa senza soluzione di continuità da una pandemia a una guerra", è ispirato al relativo articolo), l'avevo già condivisa l'anno scorso, ma oggi mi sembra più attuale che mai.