lunedì 28 febbraio 2022

Il mondo è impazzito

La Russia sta subendo le conseguenze del fatto di aver invaso l'Ucraina, non solo quelle meno gravi sulle quali è fin troppo facile ironizzare – i boicottaggi a livello sportivo, l'esclusione dall'Eurovision Song Contest, il blocco di Pornhub – ma anche quelle più pesanti, come l'esclusione di alcune banche russe dal sistema SWIFT. Anche la Svizzera ha accantonato la sua storica neutralità, mantenuta persino ai tempi del nazismo, e si è allineata alle sanzioni imposte dall'Unione Europea alla Russia: si vede che ha sposato il principio secondo cui la neutralità favorisce sempre l'oppressore, non la vittima.

Una conseguenza che onestamente non avevo previsto l'ha esposta il chimico russo Vadim Bataev in un post su Facebook; la parte in cirillico l'ho decifrata grazie a Google Translate.

Recentemente ho inviato una revisione a una rivista. Gli autori dell'articolo provengono dalla Federazione Russa. Ho appena ricevuto una lettera informativa come revisore.
Grazie per aver revisionato questo manoscritto. Debbo informarla che gli editor del Journal of Molecular Structure hanno deciso di mettere al bando i manoscritti inviati da istituzioni russe. Deve sapere che è un bando rivolto alle istituzioni russe e non un giudizio sugli scienziati. Pertanto non posso accettare il manoscritto.
Devo inviare la lettera di rifiuto come scritto di seguito:
Mi dispiace informarla che il suo manoscritto non può essere preso in considerazione per la pubblicazione nel Journal of Molecular Structure. Gli editor di questa rivista, nella piena assunzione delle loro responsabilità di scienziati e accademici, hanno deciso di non prendere in considerazione alcun manoscritto firmato da scienziati che lavorano presso istituzioni della Federazione Russa a seguito dell'invasione dell'Ucraina da parte della Federazione Russa. Tale invasione viola il diritto internazionale, mette a repentaglio la pace nel mondo così come i diritti umani di cittadini innocenti e non è conforme agli ideali di civiltà del 21esimo secolo. Tale decisione resterà in vigore fino al ripristino della legalità internazionale e sarà estesa alle istituzioni dei territori ucraini occupati dalla Russia.
Per coloro che sono al di fuori di questo sistema, un piccolo commento. Una rivista scientifica riceve un articolo dagli autori. L'editor lo legge, vede che corrisponde al profilo della rivista e poi lo invia per la revisione a uno o più revisori indipendenti (in questo caso, io). Il revisore legge attentamente l'articolo, esprime i suoi commenti e raccomandazioni all'editor (stampa in questo modo, stampa dopo la revisione...). Il revisore è anonimo: gli autori leggono la sua recensione e possono inviare obiezioni, ma non sanno chi sia. Dopo aver preso una decisione, l'editor ritiene suo dovere informare il revisore della sua decisione. Questa è la lettera sulla decisione dell'editor che cito in questo post.

A me pare che l'accaduto si commenti da sé. Non posso fare a meno di domandarmi: se si fosse trattato di una rivista di ambito medico, e i ricercatori avessero presentato una scoperta rivoluzionaria per sconfiggere qualche grave malattia, gli editor avrebbero preso una decisione altrettanto discutibile? Aggiungo che ad essere pubblicati di norma non ci si guadagna nulla, se non in termini di prestigio. Direi che l'hashtag scelto dall'autore del post, che in russo recita "il mondo è impazzito", riassume bene la situazione...

domenica 27 febbraio 2022

Sull'assurdità della guerra

Poiché sono iscritta alla newsletter di aforismi.meglio.it, l'altro giorno, a guerra già iniziata, ho ricevuto questa citazione attribuita ad Albert Einstein.

Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza Guerra Mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e con le pietre.

In calce c'era questa annotazione.

La citazione, attribuita talvolta anche a Omar Bradley, apparve per la prima volta nel settembre del 1946 in un articolo di Walter Winchell. In tale articolo venivano riportate le parole di un tenente, che interrogato sulle possibili armi di una futura guerra mondiale, rispose: «I dunno, but in the war after the next war, sure as Hell, they'll be using spears!» («Non lo so, ma nella guerra dopo la prossima, sicuro come l'inferno, useranno le lance!»).
La frase venne citata in diversi contesti, talvolta con qualche variazione, soprattutto in merito al tipo di arma utilizzata in un'ipotetica quarta guerra mondiale. Ad esempio Dean Arthur L. Beeley, direttore dell'University of Utah's Institute of World Affairs, nel giugno 1947 affermò che probabilmente una quarta guerra mondiale si sarebbe combattuta con «archi e frecce» («Unless the free people of the earth unite to avert World War III, it is probable - as some sage recently prophesied - that World War IV will be fought with bows and arrows.»).
Nel giugno del 1948, due anni dopo la prima apparizione della citazione, in un articolo su Einstein pubblicato su The Rotarian si affermava che lo scienziato, interrogato sulle armi potenzialmente utilizzabili nella Terza guerra mondiale, avesse risposto: «I don't know. But I can tell you what they'll use in the fourth. They'll use rocks!» («Non lo so, ma posso dirvi cosa useranno nella quarta. Useranno le pietre!»). Anche nell'articolo Einstein at 70, pubblicato sul periodico Liberal Judaism nel'aprile 1949 venne attribuita ad Einstein una citazione molto simile a quella riportata su The Rotarian.
Ci sono altre frasi analoghe, che appaiono come una di declinazione di questa:
"L'umanità deve mettere fine alla guerra, o la guerra metterà fine all'umanità." (John F. Kennedy, 1961)
"Se la guerra non viene buttata fuori dalla storia dagli uomini, sarà la guerra a buttare fuori gli uomini dalla storia." (Gino Strada, 2007)

Per quanto queste righe fossero lodevolmente dettagliate, ho voluto investigare un pochino – non sarebbe la prima volta che a un personaggio noto vengono messe in bocca le parole di un perfetto sconosciuto – ma in effetti pure Quote Investigator in sostanza conferma la correttezza dell'attribuzione al grande scienziato.

A proposito di Gino Strada, il compianto chirurgo di guerra (come soleva definirsi) venuto a mancare l'anno scorso, ecco alcune sue citazioni sulla guerra.

Le guerre appaiono inevitabili, lo appaiono sempre quando per anni non si è fatto nulla per evitarle.
La guerra piace ai politici che non la conoscono. [...]. La guerra piace a chi ha interessi economici, che se ne sta ben distante dalle guerre. Chi invece la conosce si fa un'idea molto presto. Io che non sono tanto furbo ci ho messo qualche anno per capire che non importa se c'è un'altra guerra. Che sia contro il terrorismo, per la democrazia o i diritti umani. Ogni guerra ha una costante: il 90% delle vittime sono civili, persone che non hanno mai imbracciato un fucile. Che non sanno neanche perché gli arriva in testa una bomba. Le guerre vengono dichiarate dai ricchi e potenti, che poi ci mandano a morire i figli dei poveri.
Io non credo nella guerra come strumento. C'è un dato inoppugnabile: che la guerra è uno strumento ma non funziona, semplicemente non funziona.
Io non sono pacifista. Io sono contro la guerra perché la guerra non si può umanizzare, si può solo abolire. E non mi piace la parola "utopia"; preferisco parlare di "progetto non ancora realizzato".
Credo che la guerra sia una cosa che rappresenta la più grande vergogna dell'umanità. E penso che il cervello umano debba svilupparsi al punto da rifiutare questo strumento sempre e comunque in quanto strumento disumano.
Sono quindici anni che vedo atrocità e carneficine compiute da vari signori della guerra, chi si diceva di "destra" e chi di "sinistra", e non ci ho mai trovato grandi differenze. Ho visto, ovunque, la stessa schifezza, il macello di esseri umani. Ho visto la brutalità e la violenza, il godimento nell'uccidere un nemico indifeso.
Spero solo che si rafforzi la convinzione, in coloro che decideranno di leggere queste pagine, che le guerre, tutte le guerre sono un orrore. E che non ci si può voltare dall'altra parte, per non vedere le facce di quanti soffrono in silenzio.

Chissà cosa direbbe della situazione attuale il fondatore di Emergency, se fosse ancora tra noi... :-(

sabato 26 febbraio 2022

Quanto è difficile sorridere

Come ho ricordato poco dopo la conclusione dell'ultimo Festival di Sanremo, ho sempre avuto un debole per le parodie musicali... per questo non potevo fare a meno di iscrivermi al canale YouTube di Shirley Șerban, della quale ho già parlato un paio di volte.

Ecco un elenco delle parodie più divertenti pubblicate da Shirley negli ultimi mesi:

  • Hotel California sulla smartphone-dipendenza (una sindrome che non mi riguarda assolutamente ;-) )
  • Despacito sulle maledette zanzare (mosquito), che nell'emisfero australe – Shirley vive in Nuova Zelanda – imperversano a dicembre, quando qua è inverno ma laggiù è estate
  • Walk Like An Egyptian sul multi-level marketing
  • I Will Always Love You, dove l'amato bene diventa il cibo (food)... e devo dire che Shirley è bravissima a cantare con la bocca piena!
  • Free Fallin' sulle chiamate di marketing telefonico indesiderate (a proposito, adesso è possibile iscrivere al registro pubblico delle opposizioni anche le utenze mobili, e non più solo quelle fisse presenti negli elenchi telefonici pubblici)

Ma il video uscito ieri è il più meritevole, anche se a differenza degli altri non fa ridere e nemmeno sorridere: trattasi di una versione di Hallelujah di Leonard Cohen con il testo rivisitato per sostenere l'Ucraina.

venerdì 25 febbraio 2022

A casa è meglio che in ufficio

Questa sera condivido un paio di vignette su un tema a cui tengo parecchio: il lavoro da casa, o come viene spesso impropriamente chiamato, smart working.

La prima, di Work Chronicles, mostra come lavorare da casa possa non essere poi così diverso dal farlo in ufficio...

– Bob, come va il lavoro da casa?
– Va tutto bene. Partecipo alle riunioni. Guardo Netflix. Faccio pisolini.
– Quindi fai solo finta di essere impegnato?
– Sì, faccio solo finta di essere impegnato.
– Come lavorare in ufficio, quindi?
– Sì.

... mentre la seconda, di Irina Blok, illustra chiaramente le ragioni per cui è molto meglio lavorare da casa.

Lavorare
  • in ufficio: stare nel traffico – pranzare – prendere il caffè – chiacchierare coi colleghi – lavorare [la fettina più piccola, NdC]
  • a casa: lavorare [e basta! NdC]

Per dire... Nonostante questa settimana io abbia svolto quasi esclusivamente attività di cui avrei potuto occuparmi benissimo a casa, ma i cui risultati non sono facilmente quantificabili nel breve periodo, mi sono recata ogni giorno in ufficio per dare prova della mia dedizione. Oggi speravo almeno di potermi finalmente confrontare col mio responsabile rientrato ieri sera da una trasferta cominciata lunedì, ma è stato presissimo dalla mattina alla sera, quindi niente. Una settimana di chilometri, benzina e ore di sonno buttati!

Come bonus, prima di andare a nanna ti lascio un'immagine che ironizza su come i tipici inconvenienti delle videochiamate siano via via peggiorati da due anni a questa parte.

giovedì 24 febbraio 2022

L'Ucraina è vicina

A differenza di tutti coloro che fino a ieri si atteggiavano a virologi laureati all'università dei social e oggi si sono riciclati come esperti di geopolitica internazionale, rimango senza parole davanti a quello che sta succedendo in Ucraina. Non riesco a trovare un senso a una storia che, per citare Vasco, un senso non ce l'ha. O meglio, è come se la mia mente si rifiutasse di elaborare razionalmente una realtà che non riesco proprio a concepire a livello umano. Per cui stasera mi limito a condividere un paio di pensieri leggeri sull'Ucraina.

Fino a poco tempo fa, se sentivo nominare quello Stato dell'Europa orientale, la prima cosa che mi veniva in mente era questo buffo spot: il prodotto pubblicizzato era l'Atlante Geografico De Agostini uscito col Corriere della Sera nel 1995, il primo a fissare su carta i cambiamenti geopolitici seguiti al disfacimento dell'URSS.

L'Ucraina era appunto una delle neonate repubbliche ex sovietiche, e finora avrei esitato un po' a collocarla esattamente su un mappamondo, eppure mi sono resa conto di quanto sia vicina, oltre che estesa: la cittadina brianzola dove vivo dista in linea d'aria dal punto più vicino dell'Ucraina all'incirca tanto quanto da Pachino in Sicilia, per dire.

mercoledì 23 febbraio 2022

Divertirsi coi numeri

Esce domani Chiamatemi pi greco, il nuovo libro di .mau., al secolo Maurizio Codogno: ammesso che tu non riesca ad andare in libreria, hai tutto il tempo che ci vuole per ordinarlo e riceverlo entro il 14 marzo e celebrare degnamente il giorno del pi greco. :-)

Sapevo già che pi greco è molto più del rapporto tra la lunghezza della circonferenza e quella del suo diametro: fa capolino negli ambiti più disparati della matematica. E dall'estratto che .mau ha pubblicato nel suo blog ospitato presso Il Post ho capito che grazie a questo libro potrò ampliare ulteriormente la mia conoscenza di questo numero fenomenale; per questo l'ho già aggiunto alla mia lista dei desideri, anche se da un annetto a questa parte di tempo per leggere ne ho davvero poco, ahimè...

In compenso ho a disposizione (almeno) un'opera di .mau. che può essere comodamente centellinata: sto parlando del suo primo libro, Matematica in relax, una chicca imperdibile per gli amanti della matematica ricreativa che, come osservato dallo stesso .mau. nell'introduzione alla prima edizione, non è un ossimoro. Poiché il testo è finito fuori catalogo, i suoi diritti sono tornati all'autore, il quale ha pensato bene di dargli una seconda vita. La versione PDF corretta e modificata è liberamente scaricabile da qui, ma qualcosa mi dice che valga la pena di averlo in versione cartacea...

martedì 22 febbraio 2022

Un giorno speciale... a modo suo

Oggi la mia "bolla social" si è sbizzarrita – immagino anche per distrarsi da pensieri ben più cupi – nel prendere spunto dalla peculiarità della data odierna, che scritta nella notazione numerica standard (22/02/2022) è palindroma, cioè simmetrica rispetto al centro, quindi si può leggere sia da sinistra a destra, sia da destra a sinistra.

In realtà come palindromo la data di oggi non è speciale come il 02/02/2020, che aveva la medesima particolarità anche per chi come statunitensi e canadesi usa il formato di data "mese-giorno-anno", ma in compenso ha qualcosa in più: è ambigramma, cioè si può leggere sottosopra, come osservato sulla pagina Facebook del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, quanto mai necessario per tenere a bada tutti coloro che nella data odierna vorranno trovarci chissà quale oscuro significato).

Concludo elencando alcuni palindromi che non conoscevo, saltati fuori nei commenti al post di una mia "facciamica" (altri ne puoi trovare qui).

  • Allora rolla
  • Etna gigante
  • Angela lava la legna
  • Assalire torte e trote rilassa
  • È ressa per arraffar rare passere

... e passando all'inglese...

  • A man, a plan a canal, Panama
  • Madam, I'm Adam (ossia, come Adamo si sarebbe presentato ad Eva se fosse stato di Londra)

P.S.: Vorrei far notare che ho programmato questo post affinché avesse come ora di pubblicazione le 22:22...

lunedì 21 febbraio 2022

Prezzi alle stelle

L'altra sera tornando a casa dall'ufficio ho pagato la benzina 1,829 €/l: mai così tanto da quando ho preso l'abitudine di registrare le spese relative. In tutto ho speso 70 euro tondi tondi, e non ero nemmeno in riserva sparata. Meno male che avevo individuato il distributore più conveniente lungo il tragitto tramite l'app PrezziBenzina!

Ecco alcune immagini che cercano in qualche modo di sdrammatizzare i rincari dei carburanti, del gas e dell'energia elettrica.




Dipinto: L'arrivo della bolletta elettrica, olio su tela

domenica 20 febbraio 2022

Come ridurre lo spazio tra gli elementi in Windows 11

Un altro dei cambiamenti dell'interfaccia che non ho apprezzato da quando sono passata a Windows 11 è l'aumento dello spazio verticale fra gli elementi visualizzati in Esplora risorse. Per far capire meglio cosa intendo, ecco il contenuto della cartella C:\Windows visualizzata a tutto schermo.

Come si può vedere (clicca per ingrandire) la spaziatura è tale che nella schermata entrano soltanto 27 elementi, e per vederne degli altri è necessario scorrere. A quanto pare questa modalità rende più comodo operare se si utilizzano schermi touch, ma chi come me usa esclusivamente mouse e tastiera magari preferisce una visualizzazione più compatta, che mostri un maggior numero di file e cartelle in una singola schermata.

Fortunatamente un modo per ridurre lo spazio esiste, ed è anche abbastanza semplice e intuitivo, sebbene io lo abbia scoperto grazie a questo articolo di TurboLab.it trovato con Google: nella finestra di Esplora risorse fai clic su Visualizza e seleziona Visualizzazione compatta.

La nuova visualizzazione appare come segue: là dove prima entravano solo 27 elementi, adesso ce ne stanno ben 40.

Volendo tornare alla visualizzazione precedente, sarà sufficiente deselezionare l'opzione.

Un modo alternativo per ottenere lo stesso risultato consiste nel fare clic sui tre puntini, selezionare Opzioni...

... e poi mettere il segno di spunta accanto a Riduci lo spazio tra gli elementi (visualizzazione compatta) nella scheda Visualizza.

Confermi facendo clic su OK, e il gioco è fatto.

sabato 19 febbraio 2022

Cronaca di un sabato mattina in posta

Mi è venuta l'ispirazione di buttare giù una cronaca della mia visita di stamattina all'ufficio postale del paese dove abito, perché nel suo piccolo ci vedo degli spunti abbastanza emblematici.

Tanto per cominciare, avevo appuntamento con un consulente per reinvestire i miei risparmi, essendomi scaduta una polizza sottoscritta anni fa. Arrivata all'ufficio postale, stranamente trovo una sola persona in attesa fuori – causa pandemia, si può entrare soltanto quando c'è uno sportello libero, a meno di non avere come me un appuntamento – e per non indispettire il signore in coda prima di me esito ad entrare finché il consulente non mi vede attraverso la vetrata e mi fa segno di passare.

Lo raggiungo allo sportello 1, ma siccome la questione è un po' lunga si rende ben presto conto che magari è il caso che io mi accomodi nel retro. Attraverso la doppia porta di sicurezza e ci mettiamo a discutere da un capo all'altro della scrivania. Mi propone una promozione che "scade oggi", e io non posso fare a meno di pensare a Poltronesofà.

Stabilito il da farsi, devo attraversare di nuovo la doppia porta per tornare allo sportello 1 e apporre un bel po' di firme sulla tavoletta grafica. A questo punto non mi era ancora stato controllato il green pass, nonostante fossi dentro l'ufficio da almeno mezz'ora; in compenso mi viene chiesto per ben due volte nel giro di pochi minuti. Se avessi voluto fare la spiritosa avrei detto «Cosa pensavate, che mi fosse scaduto nel frattempo?», ma ho immaginato che fosse stata una procedura software scritta in maniera non troppo furba – so di cosa parlo, visto che fa parte del mio lavoro – a richiedere ripetutamente la scansione del QR Code per poter proseguire.

Terminata la pratica, già che ci sono, mi viene in mente un'altra faccenda da sbrigare: in questo caso devo firmare dei fogli di carta e spedirne una copia tramite raccomandata a un ufficio di Poste Italiane a Roma (ma non facevate prima a trasmetterglielo voi?, ho pensato).

«La raccomandata può spedirla con comodo, non c'è fretta».

«Sì, ma già che sono in ufficio postale preferirei spedirla oggi stesso. [Cosa credi, che mi diverta a tornare qui tutti i sabati, visto che gli altri giorni non riesco?!, ho pensato] Solo che mi servirebbe una busta, potreste mica darmene una? Altrimenti devo fare un salto dal tabaccaio qua di fronte».

Un collega del consulente, interpellato, mi concede la busta, specificando però che mi toccherà pagarla. Io mi mordo la lingua ed evito di far notare che considerato il costo irrisorio di una banalissima busta 11×23 cm – una confezione da 25 costa meno di 2 euro – non credo che andrebbero in rovina se me la dessero gratis.

Compilo i modulini per la raccomandata, ma l'impiegato dello sportello 1 – nel frattempo il consulente, che non è fisso in quell'ufficio, se n'è andato – mi informa che per queste cose devo passare allo sportello 2. Aspetto che si liberi, dopodiché chiedo all'impiegata se ha della colla per chiudere la busta – non mi è mai piaciuto leccare il margine gommato, adesso con la pandemia ancora meno – e trova sulla scrivania un tubetto di colla stick che stava lì da chissà quanto tempo: dal momento che non tiene, lo butta nel cestino e chiude la busta con lo scotch. Predispone l'invio della raccomandata e mi controlla un'altra volta il green pass, dopodiché pago con la mia carta Postamat. Per correttezza avevo precisato «La busta me l'ha data il suo collega, ha detto che va pagata», ma non mi sembra che abbia addebitato nulla al riguardo.

Da ultimo devo ritirare un pacchetto in giacenza per conto del mio compagno, il quale mi ha firmato la delega, su cui era menzionato solo il documento d'identità del delegato e non anche quello del delegante. Eppure l'impiegata mi chiede lo stesso entrambi. Solo per puro caso avevo con me una copia del suo, altrimenti forse mi sarebbe toccato tornare a casa a prenderla. Ci sono 5 euro e 36 centesimi di spese da pagare, e vorrei farlo anche stavolta con la Postamat, ma a quanto pare il sistema non consente di effettuare un'altra operazione con la stessa carta durante la medesima sessione. La cosa non mi convince, ma evito di insistere e dichiaro magnanima «Se è un problema, posso pagare in contanti».

«Grazie, mi farebbe un favore».

Ravano un po' nello scomparto dei "ramini", ma non riesco a trovare abbastanza pezzi da un centesimo, o almeno da due – me ne libero sempre volentieri quando posso – così pago con una banconota da 5 euro e il numero minimo di monete possibile, prelevo il pacchetto depositato insieme ad altri fra le due porte di cui sopra, saluto e mi dileguo.

The End

venerdì 18 febbraio 2022

Non lasciarti "bruciare"!

Anche questa settimana ho raggiunto l'obiettivo a cui puntavo fin da lunedì: arrivare a venerdì! :-P

A parte gli scherzi, lo stress lavoro correlato – come veniva chiamato, rifacendosi alla terminologia introdotta nel testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (per gli "amici" D.Lgs. 81/2008) nel corso dedicato alla sicurezza sul lavoro che ho seguito mesi fa in modalità e-learning – lo sento eccome. E rincorro sempre questi due giorni di (relativo) riposo come un miraggio via via più vicino, ma non faccio in tempo ad afferrarlo che già si dilegua.

Colgo l'occasione per riportare il post pubblicato su LinkedIn da Domenica Georgia Lucchese, in cerca di un impiego come psicologa, sul famigerato burnout, una parola che letteralmente evoca fuoco e fiamme. Ma vediamo di cosa si tratta nella pratica.

Burn-out
Molti studiosi affermano che il Burn-out va inteso non solo come sintomo di sofferenza individuale, ma anche come un problema di natura sociale. Il lavoro modella il modo in cui le persone interagiscono tra di loro e il modo in cui ricoprono la propria mansione. Quando l'ambiente di lavoro non riconosce l'aspetto umano del lavoro, il rischio di burnout aumenta. Il Burn-out si propaga in maniera altalenante dall'utenza all'équipe, da un membro dell'équipe all'altro e dall'équipe agli utenti e può riguardare quindi l'intera organizzazione.
Caratteristiche:
  • Deterioramento progressivo dell'impegno nei confronti del lavoro
  • Deterioramento delle emozioni. Sentimenti positivi come l'entusiasmo e la motivazione vengono sostituiti da rabbia, ansia e depressione.
  • Un problema di adattamento tra la persona e il lavoro.

E questo è il testo riportato nelle immagini che lo accompagnano.

Burn-out
La sindrome da esaurimento emotivo
Cos'è il Burn-out?
Di origine anglosassone, la parola "burn-out" si riferisce al crollo, all'esaurimento, ovvero una situazione con altissimi livelli di stress. È una sindrome di esaurimento emotivo, di depersonalizzazione, che può manifestarsi in tutte le professioni con implicazioni relazionali molto accentuate.
Cause
Il Burn-out può nascere dal bisogno di difendersi dalle condizioni di stress lavorativo, come l'essere a contatto costante con le esigenze delle persone. Quindi le cause possono essere:
  • sovraccarico di lavoro
  • mancanza di controllo
  • gratificazioni insufficienti
  • crollo del senso di appartenenza
  • assenza di equità
  • valori contrastanti
  • scarsa remunerazione
Cosa fare praticamente?
Dobbiamo lavorare sia sul piano individuale sia sul piano organizzativo. In primo luogo deve subentrare un professionista competente in materia che: 
  • possa fornire strumenti cognitivi,
  • favorire una comprensione/consapevolezza del problema,
  • aiutare a comprendere le relazioni esistenti tra le varie sfere della vita e modificare il comportamento e gli atteggiamenti in coerenza con quanto acquisito.
Prevenzione
Il modo migliore per prevenire il Burn-out è sicuramente puntare sulla promozione dell'impegno nel lavoro. Ciò consiste nel ridurre gli aspetti negativi e aumentare quelli positivi. Si deve sostenere i lavoratori, permettendo loro di affermarsi tra i loro colleghi, lasciando loro dell'autonomia nelle decisioni da prendere ed offrendo loro un'organizzazione del lavoro chiara e coerente.
E quando è troppo tardi?
L'unica cura è introdurre un cambiamento radicale nella vita lavorativa. Può essere necessario un periodo di psicoterapia.

Ed ecco che capita a fagiuolo il cosiddetto "bonus psicologo"...

giovedì 17 febbraio 2022

Il tempo, un bene inestimabile

Ieri, tra una chiacchiera e l'altra durante la pausa caffè in ufficio, ho accennato al mio hobby della fotografia... e all'improvviso mi ha assalita uno strano senso di colpa nei confronti della mia povera reflex, che per quanto entry level non meritava di essere accantonata così: sono anni che le foto le scatto esclusivamente col cellulare, sfruttandone peraltro solo in parte le potenzialità già di per sé abbastanza limitate. Sono lontani i tempi in cui sotto sotto sognavo di seguire le orme di Steve McCurry... (Si fa per dire, dal momento che non mi sento affatto a mio agio nel fotografare le persone, fedele come sono alla regola d'oro del "non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te")

A proposito del celebre fotoreporter statunitense, l'altroieri ha pubblicato sulla sua pagina Facebook ufficiale una foto scattata vent'anni fa alla bottega di un orologiaio afghano...

... accompagnata da una citazione di Harvey Mackay che nella sua semplicità mi ha dato da pensare, e di cui riporto qui di seguito la traduzione dall'inglese.

Il tempo è gratis, ma non ha prezzo.
Non puoi possederlo, ma puoi usarlo.
Non puoi tenerlo, ma puoi spenderlo.
Una volta che l'hai perso, non potrai più recuperarlo.

mercoledì 16 febbraio 2022

Il vino fa buon sangue?

Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione Toscana nonché assessore regionale all'Agricoltura, ha pubblicato un post, corredato da una foto in cui tiene in mano un calice di rosso, esprimendo la propria soddisfazione per il fatto che il Parlamento europeo, facendo distinzione fra abuso e consumo moderato, abbia stabilito che il vino non è nocivo. Sinceramente non mi interessa più di tanto la notizia in sé: quello che mi premeva era riportare il commento che il dottor Salvo Di Grazia aka MedBunker ha lasciato sotto il post, accompagnandolo a sua volta con l'immagine qua sotto (che, come al solito, puoi ingrandire cliccandoci sopra).

Il vino è OVVIAMENTE nocivo, è alcol.
Difendere il vino spargendo falsa informazione non è corretto, è un danno alla salute singola e pubblica. Certo che il vino è anche tradizione, socialità, gusto (ma lo è anche la sigaretta) e allora senza promuoverne l’uso promuoviamo l’uso consapevole, per i maggiorenni e chiarendo i possibili danni.
Questa corsa a parlare di vino come se fosse una botta di salute è assurda e controproducente, oltretutto è pure datata, essendo già noti i danni dell’alcol.
Il vino, come tutti gli alcolici, è una sostanza tossica, cancerogena, teratogena, causa direttamente tumori e malattie già a livello fetale (sindrome feto-alcolica). Non è un prodotto da promuovere e se si vuole promuovere una tradizione basta non diffondere false notizie.

Insomma, il detto popolare secondo cui il vino fa buon sangue non risponde a verità. Per quanto mi riguarda non ho mai alzato più di tanto il gomito, e negli ultimi anni ho ridotto quasi a zero il consumo di alcolici – il fatto di vivere con un uomo completamente astemio mi facilita molto le cose ;-) – soprattutto per dare un taglio alle calorie "inutili". Ma che il vino potesse essere così dannoso, se devo essere sincera, non ne avevo idea.

martedì 15 febbraio 2022

Ma quali eroi della libertà!

Stasera condivido un paio di tweet con delle frecciate abbastanza eloquenti ai no-tutto che vanno riempiendosi la bocca di lamentele sulle loro libertà negate.

Il primo è stato scritto da James Fell...

In qualità di storico, ho studiato e scritto numerose storie di autentico coraggio. Persone che si sono opposte alla tortura e alla morte [forse voleva dire "e sono morte"? NdC] per combattere i nazisti, ad esempio.
Rifiutarti di indossare una mascherina al supermercato non è un atto di coraggio. Stai soltanto mostrando a tutti che sei un cretino.

... e il secondo da Janel Comeau.

Non puoi mandare tuo figlio a scuola con la varicella oppure andare a piedi nudi in un ristorante oppure c**are su un marciapiede pubblico: tutta la tua vita è stata un compromesso fra salute pubblica e libertà individuale, che tu l'abbia notato o no.

lunedì 14 febbraio 2022

Questo folle sentimento

Enniente... stasera si parla d'amore! ;-) Sono lontani i tempi in cui ero letteralmente "allergica" a San Valentino; oggi, pur rimanendo dell'idea che l'amore andrebbe celebrato e coltivato ogni singolo giorno dell'anno, posso affrontare questa ricorrenza con serenità.

Giorni fa il regista Giuseppe Tornatore è stato ospite del programma televisivo Che tempo che fa per presentare Ennio: The Maestro, il documentario da lui diretto e incentrato sulla figura del compositore italiano Ennio Morricone, scomparso il 6 luglio 2020. Tra le altre cose è stato trasmesso uno spezzone della bellissima scena finale del suo film Nuovo Cinema Paradiso, con l'indimenticabile colonna sonora appunto del maestro Morricone, nella quale il protagonista Salvatore ormai adulto assiste alla proiezione della bobina lasciatagli dal defunto proiezionista Alfredo e contenente il montaggio delle scene dei baci censurate nel corso degli anni per conto di don Adelfio, gestore della sala cinematografica.

Un'idea in qualche modo analoga, sebbene i film selezionati, accompagnati da canzoni pop oltre che da citazioni un tantinello melense in sovraimpressione, siano decisamente più recenti, è alla base di quest'altro video.

Concludo incorporando – in questo caso posso farlo, visto che a differenza degli altri due non si tratta di un contenuto soggetto a limiti di età – l'ultimo video musicale pubblicato dalla band folk-rock pescarese dei 99 Cosse sul loro canale YouTube: La vulìa. Cosa vuol dire vulìa? Beh, diciamo che le immagini esprimono bene il concetto... :-)

domenica 13 febbraio 2022

Per chi è passato a Windows 11 ma ha nostalgia della vecchia interfaccia

Qualche settimana fa è comparso sul mio PC personale, e poco tempo dopo pure sul laptop aziendale, l'avviso che avrei potuto eseguire gratuitamente l'aggiornamento da Windows 10 a Windows 11. Ma su consiglio di svariate persone, temendo possibili instabilità e inconvenienti vari, ho preferito aspettare.

La scorsa settimana, incoraggiata da due colleghi che avevano aggiornato senza problemi, mi sono decisa anch'io ad aggiornare il laptop aziendale. E oggi ho fatto la stessa cosa sul PC personale. È filato tutto liscio... comunque mi sono saltati subito all'occhio due cambiamenti dell'interfaccia che non mi andavano a genio, per cui mi sono chiesta se fosse possibile tornare alla modalità "Windows 10". Lo era, e spiego qui di seguito come fare.

Prima questione: la barra delle applicazioni allineata al centro, come nei Mac, e non più a sinistra come ero abituata.

Magari col tempo ci avrei fatto il callo, ma nei primi due giorni continuavo a cercare il pulsante Windows nell'angolo in basso a sinistra, senza ovviamente trovarlo lì, e così ho detto basta. Ho cliccato con il pulsante destro sulla barra delle applicazioni, ho selezionato Impostazioni della barra delle applicazioni, ho espanso il sottomenu Comportamenti della barra delle applicazioni, e ho impostato la voce Allineamento barra delle applicazioni su Sinistra anziché Al centro.

Et voilà!

Seconda questione: i menu contestuali che appaiono cliccando col pulsante destro su un oggetto. Se lo facevo in Windows 10 su un certo file, mi appariva qualcosa del genere...

... mentre in Windows 11 questo...

... decisamente più compatto, e magari pure più comodo a lungo andare, ma a volte privo dell'opzione che mi interessava in quel momento: per visualizzarle tutte dovevo cliccare su Mostra altre opzioni.

Come tornare al menu di prima? L'ho scoperto leggendo l'articolo How to Customize the Right-Click Menu in Windows 11 pubblicato su Guiding Tech. Per non rischiare di fare casini con le chiavi di registro, il modo più semplice è aprire un prompt dei comandi – premere il tasto Windows per aprire il menu Start, digitare cmd e premere Invio – poi copincollare il comando seguente...

reg add "HKCU\Software\Classes\CLSID\{86ca1aa0-34aa-4e8b-a509-50c905bae2a2}\InprocServer32" /f /ve

... e premere Invio. Dopo aver riavviato Windows, il menu contestuale associato allo stesso file di cui sopra ha questo aspetto; le opzioni sono disposte in maniera leggermente differente rispetto a prima, ma perlomeno c'è tutto.

E adesso che ho un'interfaccia che mi garba di più, posso andare tranquillamente alla scoperta di tutte le novità di Windows 11.

Stay tuned for more tweaks related to Windows 11... sempre che io per prima riesca a venire a capo di talune questioni! ;-)

sabato 12 febbraio 2022

Mattarella ha detto no al biodinamico

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, fresco di riconferma al Quirinale, ha segnato un altro punto a suo favore (perlomeno dal mio punto di vista): a quanto pare la sua moral suasion – ma non esiste un modo per esprimere il concetto in italiano? – è stata decisiva affinché passasse l'emendamento di Riccardo Magi (+Europa) che sopprime l'equiparazione dell'agricoltura biodinamica a quella biologica. Come osservato dallo scienziato Enrico Bucci, si poteva fare di meglio, ma le prospettive sono buone.

Per capire come mai considero il biodinamico sullo stesso piano dell'omeopatia e dell'astrologia, ovvero tutta fuffa antiscientifica, ti invito a leggere i post con tag biodinamica del blog di Dario Bressanini; in particolare il primo in ordine di tempo, nel quale tra le altre cose si parlava del "preparato 500" in uso nell'agricoltura biodinamica, noto come cornoletame.

Consiste in letame di vacca messo in un corno di vacca, possibilmente che abbia già partorito una volta, seppellito e lasciato fermentare durante l’inverno. Viene disseppellito nel periodo pasquale.

Se qualcuno è disposto a spendere cifre esagerate per acquistare, che so, del vino prodotto da uve coltivate secondo pratiche così astruse, liberissimo di farlo... ma che lo Stato debba tutelare questa vera e propria forma di stregoneria, allora no, non mi sta affatto bene.

venerdì 11 febbraio 2022

Se un premio Nobel dice la sua

(Clicca sull'immagine per ingrandirla, ne vale la pena)

Dopo un susseguirsi di indiscrezioni e smentite, è stata confermata ieri la notizia della morte di Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina nel 2008 insieme a Françoise Barré-Sinoussi per le ricerche che nei primi anni Ottanta avevano portato all'isolamento del virus dell'HIV. Si dà il caso che l'anziano biologo e virologo francese avesse perso da anni la sua credibilità; lascio qui i link ad alcuni articoli per riepilogare la brutta china antiscientifica che aveva preso.

In questo video risalente a qualche anno fa il chimico Dario Bressanini ha passato in rassegna alcuni scienziati, tra i quali lo stesso Montagnier, che nella loro vita hanno sostenuto teorie a dir poco bislacche contribuendo in modo significativo alla loro diffusione; il fatto che si trattasse di premi Nobel era una garanzia di affidabilità agli occhi di molti, non necessariamente solo ingenui e/o ignoranti. Il punto è che, se ad esempio un filosofo critica i vaccini, per quanto io possa stimarlo non sono certo disposta a fidarmi ciecamente – si parla di sconfinamento epistemico per descrivere il comportamento di intellettuali, scienziati, ricercatori o esperti in una particolare disciplina che si esprimono anche in ambiti non di loro diretta competenza – ma se qualcuno dice la sua su una questione riguardo alla quale dovrebbe essere piuttosto ferrato, è naturale che gli si presti attenzione. Con esiti non di rado deleteri.

giovedì 10 febbraio 2022

E allora le foibe?

Oggi, in occasione del giorno del ricordo istituito nel 2004 per ricordare i massacri delle foibe e l'esodo giuliano dalmata, avevo intenzione di limitarmi a condividere un video caricato su YouTube il 10 febbraio dello scorso anno, nel quale lo storico Alessandro Barbero rievocava da par suo quella dolorosa pagina di storia, ma andando a ripescare il link dai segnalibri ho scoperto che il video non risulta più disponibile perché è stato reso privato. Comunque nel canale Alessandro Barbero - La Storia siamo Noi è stata appena pubblicata la registrazione di un intervento analogo.

Ti segnalo che nello stesso canale ce n'è anche un altro che ho trovato poco fa, solo che dura più di un'ora e non ho ancora avuto il tempo di guardarlo, o meglio ascoltarlo.

mercoledì 9 febbraio 2022

Con che fa rima "brividi"?

Finito Sanremo, i brani in gara sono come al solito soggetti al "riciclaggio" sotto forma di parodie musicali, genere che non ha mai smesso di divertirmi oltremodo fin da quando ero ragazzina. Limitandomi ai canali YouTube che seguo, il brano vincitore, Brividi, è stato rivisitato dai Gemelli di Guidonia e dai Gem Boy – con una versione demenziale (no, non è un'offesa) com'è nel loro stile, che merita di essere ascoltata fino in fondo – mentre la Rimbamband ha "omaggiato" Gianni Morandi facendo un medley di Apri tutte le porte con un tocco di Un mondo d'amore e della discografia di Jovanotti. Ma i miei preferiti sono sempre i TU - la band troppo duo, che ho scoperto in occasione dello scorso Festival: anche quest'anno hanno prodotto un esilarante bignami di tutte le canzoni proposte!

martedì 8 febbraio 2022

Vuoti a perdere

È di ieri una notizia a dir poco angosciante: in provincia di Como i vigili del fuoco hanno rinvenuto una donna di settant'anni, morta da almeno due anni, letteralmente mummificata su una sedia nella cucina della casa in cui abitava. E chissà quanto tempo ancora sarebbe dovuto passare prima che se ne riscontrasse il decesso se i vicini, per nulla allarmati dal fatto che la signora non si vedesse in giro almeno dal settembre del 2019, ma solo dalla constatazione che gli alberi pericolanti nel suo giardino compromettevano il decoro della strada e mettevano a rischio la sicurezza, non avessero segnalato l'inconveniente al nuovo proprietario della villetta, al quale la donna aveva ceduto la nuda proprietà pur rimanendovi ad abitare in usufrutto.

Maria Corbi de La Stampa ha commentato sgomenta che «una società che tratta gli anziani come vuoti a perdere ha in sé un virus molto più pericoloso del Covid». Comunque a mio avviso non è semplicemente una questione di età, ma anche di contatti sociali. La donna infatti non aveva famiglia né parenti, e con ogni probabilità nemmeno un lavoro. Se avesse avuto nella sua vita delle persone che in qualche modo contavano su di lei, con finalità più o meno disinteressate, la sua morte sarebbe stata scoperta già da tempo. Il vero problema è che, quando non servi (più) a nessuno, è fin troppo facile che tutti si dimentichino di te.

lunedì 7 febbraio 2022

Lucrezia sono io!

Questa sera condivido una rassegna di vignette della bravissima fumettista Silvia Ziche aventi come protagonista il personaggio di Lucrezia, perché mi ci identifico in modo particolare (nelle vignette, e anche nel personaggio).
















Quest'ultima, poi, mi rispecchia al duecento per cento!

domenica 6 febbraio 2022

La ricreazione è finita

Si è conclusa con la vittoria di Mahmood e Blanco, interpreti del brano Brividi, la settantaduesima edizione del Festival di Sanremo. Personalmente facevo il tifo per Elisa e per la sua bellissima O forse sei tu, ma non sono troppo insoddisfatta del risultato finale. Tutto sommato il mio giudizio sulle canzoni in gara è stato positivo: mi sono meravigliata di me stessa rendendomi conto di preferire in media le nuove leve – su tutti La Rappresentante di Lista, al secondo Sanremo consecutivo, e gli esordienti Ditonellapiaga (con la veterana Donatella Rettore) e Dargen D'Amico, con una menzione speciale per l'incantevole testo di Giovanni Truppi – ad artisti con un'esperienza più consolidata; Giusy Ferreri, in particolare, se fosse dipeso da me sarebbe rimasta a fare la cassiera. ;-)

Seguire le serate sui social è stato un discreto spasso: condivido qui di seguito una selezione molto parziale delle innumerevoli immagini e memi che spuntavano come funghi. [In qualche caso ci vorrebbe forse un minimo di spiegazione... ma abbi pazienza, gnaafò. ;-) Se vuoi, chiedimi pure nei commenti]