giovedì 31 gennaio 2019

Dobbiamo fare notte, in inglese Fahrenheit?

[Il titolo del post è una cit. di Aldo, Giovanni e Giacomo]
Il quesito pubblicato l'altroieri da Presh Talwakar con il titolo When Does Fahrenheit Equal Celsius? (Quand'è che Fahrenheit è uguale a Celsius?) è decisamente più abbordabile rispetto alla media dei problemi di Mind Your Decisions, anzi oserei definirlo abbastanza elementare... comunque per i giorni della merla è perfetto! :-)
Di solito, quando si controlla il meteo, la temperatura in gradi Fahrenheit è sostanzialmente maggiore di quella in gradi Celsius, ad esempio:
Los Angeles, California
59 °F / 15 °C
Ma il vortice polare ha reso i valori di temperatura quasi uguali in alcune città, come ad esempio:
International Falls, Minnesota
–24 °F / –31 °C
Quindi questo suscita una domanda di matematica standard: a quale temperatura queste due scale di temperatura hanno lo stesso valore?
(Sappiamo che devono incrociarsi perché sono scale lineari e non sono rette parallele, come Celsius e Kelvin)
E adesso scorri la pagina un po' più in basso per leggere la soluzione...










































Iniziamo con la conversione:
[°F] = 1.8[°C] + 32
Vogliamo risolvere per [°F] = [°C], quindi sostituiamo:
[°C] = 1.8[°C] + 32
Abbiamo ora un'equazione lineare in una sola variabile, che possiamo risolvere come al solito.
–0.8[°C] = 32
[°C] = 32/(–0.8)
[°C] = –40 = [°F]
Nel valore estremamente freddo di –40 (meno 40), entrambe le scale di temperatura hanno lo stesso valore. È una divertente chicca di cultura generale, ed è un classico esempio scolastico di come risolvere equazioni con uno scopo pratico.
E se ti trovi a temperature simili, come alcune parti degli Stati Uniti in questo momento, sei pregato di stare al caldo!

mercoledì 30 gennaio 2019

Il mondo visto da Lui

Questa sera sono particolarmente stanca – e quando mai non ;-) – e domattina devo svegliarmi addirittura un'ora prima del solito... per cui svolgo il mio compitino quotidiano di blogger condividendo due immagini satiriche che mettono in relazione religione e attualità.
Il primo è lo screenshot di un tweet nientepopodimenoché di @Dio... ;-)


... e la seconda è una vignetta di Robert Leighton per il New Yorker.

«Sto cominciando a preferire quelli che non credono in me».

martedì 29 gennaio 2019

La misura è colma

Stamattina la giornalista Lilli Mandara, che mi onoro di avere come "facciamica", ha dedicato un post del suo blog maperò a Teresa Nannarone, l'avvocato di Sulmona che l'altroieri, in occasione della visita di Matteo Salvini nella città peligna, ha esposto uno striscione con su scritta un'eloquente citazione del poeta romano Ovidio, nativo proprio di Sulmona: «Empio è colui che non accoglie lo straniero», frase tratta dalla leggenda di Filemone e Bauci tramandata nell'ottavo libro delle Metamorfosi (ho cercato la versione originale in latino ma invano, e se qualcuno volesse fornirmela gliene sarò grata).
Oggi sulla pagina Facebook del blog di Lilli una cosiddetta "signora", una che sulla sua bacheca condivide fotografie "coccolose" e immaginette della Madonna, insomma un perfetto esemplare di quegli ipocriti baciapile che non si rendono nemmeno conto di essere distanti anni luce dal vero spirito cristiano, ha scritto il commento qua sotto (clicca per ingrandire), e un tizio altrettanto "signorile" le ha dato man forte.


La violenza verbale è sempre da condannare, e quella di una donna che ne insulta un'altra augurandole di essere stuprata lo è ancora di più. Ho segnalato il commento per incitamento all'odio, e poco dopo Facebook mi ha comunicato di averlo rimosso in quanto violava gli standard della comunità. Vale la pena di leggere i post scritti da Lilli Mandara e da Teresa Nannarone al riguardo.

lunedì 28 gennaio 2019

Su certe cose non si scherza

Il "caso" di cui parlavo l'altro giorno, quello della stock photo malauguratamente scelta dal M5S per propagandare il reddito di cittadinanza, si è prestato a fin troppo facili ironie e innumerevoli parodie, tra le quali questa qui sotto dell'impresa funebre più attiva sui social, la Taffo Funeral Services...


... la quale in questo modo è forse riuscita a riscattarsi almeno in parte dall'epic fail di qualche giorno prima; il social media manager di Taffo aveva avventatamente messo in relazione il Blue Monday, ovvero il terzo lunedì di gennaio (che quest'anno cadeva il 21) considerato il giorno dell'anno più deprimente per le nazioni dell'emisfero boreale, con la morte di 117 migranti in un naufragio al largo della Libia, peraltro avvenuto due giorni prima. Uno scivolone a dir poco spiacevole pur di inseguire a tutti i costi il trending topic del momento.

domenica 27 gennaio 2019

Perché la tragedia dell'Olocausto non sia stata vana

In occasione del Giorno della Memoria per commemorare le vittime dell'Olocausto, celebrato come ogni anno nell'anniversario di quel giorno del 1945 in cui le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, condivido due spunti – fra i tanti possibili – che mi hanno colpita in modo particolare.
Ecco una citazione di Liliana Segre, superstite del campo di concentramento di Auschwitz nominata senatrice a vita un anno fa.
Poi vidi Janine. Era una ragazza francese, erano mesi che lavoravamo una accanto all’altra nella fabbrica di munizioni. Janine era addetta alla macchina che tagliava l’acciaio. Qualche giorno prima quella maledetta macchina le aveva tranciato le prime falangi di due dita. Lei andò davanti agli aguzzini, nuda, cercando di nascondere la sua mutilazione. Ma quelli le videro subito le dita ferite e presero il suo numero tatuato sul corpo nudo. Voleva dire che la mandavano a morire. Janine non sarebbe tornata nel campo. Janine non era un’estranea per me, la vedevo tutti i giorni, avevamo scambiato qualche frase, ci sorridevamo per salutarci. Eppure non le dissi niente. Non mi voltai quando la portarono via. Non le dissi addio. Avevo paura di uscire dall’invisibilità nella quale mi nascondevo, feci finta di niente e ricominciai a mettere una gamba dietro l’altra e camminare, pur di vivere. Racconto sempre la storia di Janine. È un rimorso che mi porto dentro. Il rimorso di non aver avuto il coraggio di dirle addio. Di farle sentire, in quel momento che Janine stava andando a morire, che la sua vita era importante per me. Che noi non eravamo come gli aguzzini ma ci sentivamo, ancora e nonostante tutto, capaci di amare. Invece non lo feci. Il rimorso non mi diede pace per tanto, tanto tempo. Sapevo che nel momento in cui non avevo avuto il coraggio di dire addio a Janine, avevano vinto loro, i nostri aguzzini, perché ci avevano privati della nostra umanità e della pietà verso un altro essere umano. Era questa la loro vittoria, era questo il loro obiettivo: annientare la nostra umanità.
Dopo aver letto questo brano ho subito inserito Fino a quando la mia stella brillerà, il libro da cui è tratto, nella mia lista dei desideri.
Inoltre oggi Giovy ha riproposto la foto qui sotto...


... già pubblicata anni fa nel suo blog; si tratta di un dettaglio del "Monumento dell'Olocausto" di Arbit Blatas, presente nel Ghetto Ebraico di Venezia. Ed ha aggiunto le seguenti parole che mi sembrano estremamente, urgentemente attuali.
Non sottovalutiamo i piccoli rigurgiti di razzismo, fascismo ed intolleranza che ogni giorno vediamo, perchè tutto è nato così, separando gli ebrei dagli "ariani", gli omosessuali dai "normali", gli zingari dagli "stanziali". Ed oggi, qualcuno sta cercando di separare gli immigrati dagli "italiani", come se l'essere nati in un posto piuttosto che in un altro ci rendesse migliori.
Siamo solo più fortunati, non migliori.
Non dimentichiamo. E non facciamo in modo accada di nuovo.

sabato 26 gennaio 2019

Il corazziere nero


Riguardo alla notizia che, in occasione del Giorno della memoria, Matteo Salvini è stato accolto al Quirinale da un corazziere dalla pelle nera – un marcantonio alto quasi due metri, nato in Brasile ma adottato da una coppia siciliana quando era piccolo – ho letto opinioni contrastanti. Personalmente sono dalla parte di chi apprezza l'indubbio valore simbolico di un episodio del genere – a tal riguardo, puoi leggere L'intuizione del corazziere nero – e mi piace credere che si sia trattato di una scelta deliberata da parte del nostro presidente Mattarella... ma quest'altro articolo intitolato Se pensi che il corazziere nero sia una 'beffa' per Salvini, pensaci meglio, in effetti, mi ha dato da pensare.
P.S.: L'immagine che apre il post è una vignetta di GLMart - Giuseppe La Micela che allude a una celebre gag di Gigi Proietti.

venerdì 25 gennaio 2019

L'arte che non ti aspetti

Quest'oggi condivido tre video che rappresentano altrettante forme d'arte... non proprio convenzionali!
Come usare il fotoritocco per far tornare giovane e bella una signora centenaria.


L'artista Salavat Fidai realizza delle incredibili sculture in miniatura sulle punte delle matite.


Infine, ecco un trucchetto semplicissimo ma di grande effetto, sempre che il punto di vista sia quello giusto: come disegnare una scala a pioli su un foglio di carta e darle un aspetto tridimensionale.

giovedì 24 gennaio 2019

Il meraviglioso mondo delle stock photo

Quasi ogni giorno i pentastellati ci offrono uno spunto sempre diverso per "percularli" sui social; quello di oggi era la foto che puoi vedere in alto a sinistra nell'immagine qua sotto, usata dal "mo' vi mento" per propagandare il famoso reddito di cittadinanza. Ebbene, ben lungi dall'essere uno scatto inedito, è venuto fuori che si trattava di una stock photo già impiegata in passato per pubblicizzare impianti dentali e persino un rimedio contro la secchezza vaginale... ;-)


Ciò mi dà l'occasione per pubblicare un post che avevo in cantiere da un po', e che riguarda per l'appunto le stock photo. Per la precisione una particolare categoria di stock photo, quelle utilizzate per rappresentare le categorie professionali. A quanto pare queste immagini spesso non descrivono adeguatamente – per usare una litote un tantino eufemistica – il lavoro a cui si riferiscono; per casi del genere è stato creato l'hashtag #BadStockPhotosOfMyJob. In questa raccolta di BoredPanda ho selezionato le foto, ciascuna corredata da un commento in inglese, che personalmente sento più vicine al mio percorso perché i protagonisti sono ingegneri, tecnici, programmatori e accademici (ma pure le foto su scienziati e biologi sono uno spasso!). Eccotele qui sotto in ordine casuale... o meglio, come al solito, nell'ordine alfabetico dei nomi che ho dato ai file.

mercoledì 23 gennaio 2019

De gustibus

[Toh, a quanto pare questo è almeno il terzo post che intitolo così dalla nascita del blog...]
Giorni fa "ho osato" scrivere su Facebook che non mi spiegavo come mai Torna a casa dei Måneskin resistesse da settimane ai vertici delle classifiche, dal momento che per i miei gusti è "moscia" in maniera insopportabile; preferisco senza dubbio la parodia abruzzese, che almeno è divertente. Beh, non l'avessi mai fatto! ;-) Quasi tutti i miei contatti che hanno commentato hanno replicato che a loro piace, e anche parecchio; una "facciamica" musicista di professione si è premurata di argomentare con dovizia di particolari che il brano ha una struttura per nulla banale, e che i ragazzi della band, per quanto giovanissimi, oltre a suonare compongono e arrangiano da sé tutti i pezzi, insomma sono dotati di un talento non da poco. Qualcuno ha pure obiettato che in pratica i Måneskin sono il meglio che offra il panorama musicale italiano al momento... e pensando soprattutto ai vari trapper non ho avuto nulla da controbattere! ;-)
Non volendo riaprire la discussione, ho evitato di condividere lo spassoso video nel quale lo youtuber polistrumentista Mark The Hammer, al secolo Marco Arata, esegue una fantastica parodia del repertorio dei Måneskin intitolata, indovina un po'?, Marlena.


Per scoprirne la genesi, e capire che c'azzeccano le frasi di Fabio Volo, guardati anche il video precedente, inserito nella playlist dal titolo COME CREARE UNA CANZONE SENZA ALCUN TALENTO. :-D

martedì 22 gennaio 2019

Il bello dell'inverno

Oggi è stata probabilmente la giornata più fredda dall'inizio dell'inverno, perlomeno qui dove alle sette e mezza di stamattina ho visto il termometro della mia macchina segnare 4 gradi e mezzo sottozero... ma non possiamo lamentarci, dal momento che in Scandinavia fa decisamente più freddo! In compenso chi vive là può godersi degli scenari naturali da favola, come mostrano questi due video di Timestorm Films...



... e queste due foto tratte da Astronomy Picture of the Day.
Creature Aurora Over Norway
(Non so cosa darei per poter assistere coi miei occhi a un'aurora boreale!)
Gibbous Moon beyond Swedish Mountain

lunedì 21 gennaio 2019

Scaricare da Dplay

A distanza di quasi quattro anni da questo post che scrissi su come scaricare video online e riguardarmeli poi con comodo offline – lungi da me volerne fare un utilizzo improprio! ;-) – attualmente su Mozilla Firefox ho due estensioni installate allo scopo: SaveFrom.net helper all-in-1 / youtube downloader, che funziona bene nella maggior parte dei casi, e Video DownloadHelper. Ad esse ho affiancato l'impiego del sito Pastylink per scaricare da siti specifici, come RaiPlay.
L'altra sera ho provato a scaricare dal portale di streaming gratuito Dplay una puntata del talent show culinario Cuochi e fiamme – mi interessava perché partecipava una persona che conosco – ma nessuno dei metodi sopra elencati ha funzionato. Comunque è stata sufficiente una rapida googlata per trovare una soluzione in questo articolo del sito Senex.it, che mi permetto di rielaborare qui di seguito.
Per prima cosa, se usi Windows, scarica da qui youtube-dl.exe, un software a riga di comando, tramite il link contrassegnato Windows exe, e salvalo sul desktop.


Roba da nerd? Macché, tranquillo, usarlo sarà semplicissimo! :-)
Apri il Blocco note e incolla l'URL del video di Dplay copiato dalla barra degli indirizzi del browser. Prima di esso digita youtube-dl (separandolo con uno spazio), e dopo (altro spazio) --output \dplay\nomefile.mp4 (dove nomefile lo puoi modificare a tuo piacimento). Il risultato dovrebbe essere qualcosa del genere:
youtube-dl https://it.dplay.com/nove/fratelli-di-crozza/stagione-2-i-migliori-fratelli-di-crozza-best-of-16-18-gennaio-2019/ --output \dplay\crozza.mp4
Clicca sul pulsante Windows in basso a sinistra, digita cmd e poi clicca sulla voce cmd.exe per aprire il prompt dei comabdi.
Poiché a questo punto dovresti trovarti nella tua cartella utente, digita cd Desktop e premi Invio per spostarti nella sottocartella Desktop.
Copincolla la stringa che hai preventivamente preparato nel Blocco Note; su Windows 7 Ctrl+V non funziona, ma da How-to Geek ho imparato a farlo premendo Alt+Space, poi M (Modifica) e infine N (Incolla).


Se a questo punto premi Invio, sul desktop verrà creata la cartella dplay contenente tre file, che al termine del download diventeranno uno solo: il file video che desideravi! :-)

domenica 20 gennaio 2019

Ipotesi di GOMBLODDO!

Nel post di oggi riporto alcune immagini che ho raccolto negli ultimi mesi e che prendono in giro certe teorie complottiste e antiscientifiche in generale.
C'è chi crede fermamente che la terra sia piatta...


... chi non crede che l'uomo sia andato sulla Luna...


... e chi quando sta male preferisce curarsi in pratica con acqua e zucchero, vale a dire l'omeopatia.


A proposito, ecco un prontuario su come confezionare fake news sulla salute.


Evergreen particolarmente di moda all'inizio di ogni anno, gli oroscopi...


... che in fondo non sono nient'altro che una forma di superstizione.


I complottisti vogliono trovare a tutti i costi le prove delle loro bislacche teorie! ;-)


Infine, ecco un'interessante citazione di Alan Moore riguardante le teorie del complotto.

sabato 19 gennaio 2019

Il socialino dell'amore

[Magari il titolo del post può prestarsi a facili equivoci... ma ti assicuro che non è proprio il caso!]
Ieri sono capitate una cosa bruttissima e un'altra bellissima, collegate tra di loro. Non sono successe a me direttamente, ma mi hanno colpita così tanto che da più di ventiquattr'ore non riesco quasi a pensare ad altro.
Giovedì è improvvisamente venuto a mancare un mio amico di Facebook; a darne l'annuncio ieri in un post è stata la sua compagna, nonché madre dei suoi due bambini, mia "facciamica" pure lei. Entrambi li avevo conosciuti virtualmente su FriendFeed, ma non ricordo di averli mai incontrati di persona, e sul loro conto non sapevo nulla di più di quello che condividevano sui social; anzi, sapevo molto meno... anche perché, se dovessi tenermi aggiornata su tutte le attività social di tutti i miei amici, non solo dovrei smettere di lavorare, ma probabilmente non mi basterebbero ventiquattr'ore al giorno!
Riguardo alla coppia in questione, ignoravo – e devo ancora riuscire a scoprire – se lei lavori (lui di sicuro lavorava), e se fossero sposati o meno (il che fa un'enorme differenza nel caso in cui uno dei due muoia inaspettatamente), il nome di battesimo di lei l'ho scoperto solo ieri visto che sui social, Facebook compreso, usa un nickname... eppure ho un magone indescrivibile.
Sono entrata a far parte di un gruppo Telegram creato per ricordare lo scomparso che comprende quasi duecento persone, ex friendfeeder ma non solo, alcuni dei quali oggi pomeriggio hanno preso parte al funerale e hanno consegnato alla compagna un foglio con i nostri nomi. Devo ancora riuscire a leggere l'enorme mole di messaggi che sono stati scritti... ma prima o poi lo farò, poco ma sicuro. Comunque a colpirmi maggiormente è stato il fatto che ieri è stata creata una raccolta fondi a favore della compagna e dei figli, e al momento è già stata superata la cifra di dodicimila euro. Niente male, se si considera quanto la gente normalmente è restia a metter mano al portafogli, specie per aiutare qualcuno che neppure conosce di persona, come nel mio caso e quello di tanti altri che hanno contribuito. Chiara ha spiegato molto bene queste dinamiche in un post. Anche lei è un'ex friendfeeder... ma perché poi "ex"? Come ha scritto qualcuno, «Once a friendfeeder, always a friendfeeder»: se sei stato un friendfeeder, lo rimarrai per sempre. Altro che socialino dell'odio!
[L'immagine che apre il post, trovata oggi su Facebook, riassume i principali tormentoni del compianto FriendFeed]

venerdì 18 gennaio 2019

Nada, c'è Nada, c'è Nada!

Te lo ricordi, l'Ascanio Day, che si festeggia sul Web l'8 di gennaio di ogni anno? [Io ne parlo con appena dieci giorni di ritardo, che vuoi che sia! ;-)] Quest'anno, dando un'occhiata alla descrizione del relativo video virale su YouTube, mi sono accorta che l'utente celestinocamicia faceva riferimento al «gran successo della "traduzione" della canzone di Alla Pugacheva», così sono andata a cercare nel suo canale il video in questione; l'idea è la stessa alla base del video precedente, cambia solo la lingua (russo anziché iraniano, o meglio persiano).


Comunque ho scoperto che Alla Pugačëva, a differenza di Shahram Shabpareh (evviva il copia&incolla), il suo periodo di notorietà in Italia l'ha avuto a prescindere dai video virali, quando YouTube era molto di là da venire: eccola qui sotto, ospite nientepopodimenoché della finale del Festival di Sanremo 1987 [io ero troppo piccola per ricordarmene ;-)]. E indovina un po' cosa cantò...? ;-)

giovedì 17 gennaio 2019

#tenyearschallenge

Ieri accennavo a #tenyearschallenge (o #10yearschallenge), l'hashtag del momento usato da milioni di persone in tutto il mondo nel mettere a confronto sui social – Facebook in primis – una foto che mostra il loro aspetto attuale con un'altra risalente a dieci anni fa. Anche se il senso mi era chiaro, mi domandavo come mai questa mania fosse esplosa proprio adesso, e chi potesse averla innescata. Ebbene, questo articolo di Esquire Italia fornisce una possibile spiegazione: l'apparentemente innocuo hashtag potrebbe nascondere la più grossa raccolta dati di sempre per il riconoscimento facciale. Sì, perché poter confrontare il volto di una persona così com'è oggi con quello del 2009 è utilissimo per addestrare gli appositi algoritmi a saper riconoscere quella persona a dispetto del trascorrere del tempo. Complottismo? Forse che sì, forse che no... Io comunque il mio contributo non l'ho dato: già non amo essere fotografata, figuriamoci condividere le mie foto! ;-)
Chiudo il post condividendo alcuni spunti, alcuni divertenti altri interessanti, che ho trovato, indovina un po'?, su Facebook riguardo alla "ten years challenge", in ordine sparso (o meglio, nell'ordine alfabetico dei nomi che ho dato ai file).

mercoledì 16 gennaio 2019

L'Abruzzo sempre al centro del mondo!


Dopo il post del novembre scorso e quello del luglio 2009 – così con la #tenyearschallenge sono a posto ;-) – ecco qualche altro spunto della serie «Abruzzo al centro del mondo»! :-)
  • Il video di Ovunque tu sia del giovane cantautore Ultimo è stato girato tra Pescara e l'Abruzzo.
  • Anche nel lyric video della cover di Vivere una favola di Vasco cantata da Giorgia si distinguono bene alcuni inconfondibili scorci della mia Pescara
  • Persino lo Spot Censimenti Permanenti Istat ha il capoluogo adriatico come set.
  • Il video di A Natale puoi – una delle canzoni natalizie più fastidiose di tutti i tempi, cantata da una delle vocette più irritanti che io abbia mai sentito, ma vabbè ;-) – è stato girato a Sulmona.
  • Nel caratteristico comune montano di Roccamorice si sono svolte le riprese di The New Pope, serie TV diretta da Paolo Sorrentino con Jude Law e John Malkovich, mica pizza e fichi!
  • Last but not least, su un muretto nei pressi della centralissima Nave di Cascella è stata scritta la frase – una vera e propria dichiarazione d'amore – che l'indimenticato artista e intellettuale Pier Paolo Pasolini dedicò a Pescara dopo averla visitata (la puoi vedere nella foto che apre il post): «Pescara è splendida. Credo sia l’unico caso di città, di vera e propria città, che esista totalmente in quanto città balneare. I pescaresi ne sono fieri».