mercoledì 31 marzo 2010

Sudokisti cercansi

Stamattina, sulla strada che mi porta al lavoro, ascoltavo come di consueto Il ruggito del coniglio su Radio2. A un certo punto è intervenuto per telefono un ascoltatore, il quale ha parlato della sua intenzione di partecipare a una ricerca condotta dall'Università di Chieti. Di cosa si tratta? Ebbene, pare che l'ateneo teatino stia cercando sudokisti esperti, uomini e donne, come volontari per uno studio mirato a indagare, tramite la risonanza magnetica funzionale, su cosa avviene nel cervello mentre si risolve un sudoku. Ecco i requisiti richiesti, desunti da qui e anche da qui:
  • capacità di risolvere in tempi ridotti (10-20 minuti) gli schemi difficili;
  • età compresa fra i 18 e i 40 anni;
  • essere destrimani (semplicemente perché nel tubo della risonanza magnetica la trackball da manovrare è posizionata a destra);
  • non indossare occhiali o lenti a contatto (anche questi incompatibili con la risonanza magnetica).
Avrei fatto così volentieri da cavia, tanto più che Chieti è qui a due passi... ma purtroppo non sono un soggetto adatto: mai risolto un sudoku che non fosse facile o al tutt'al più medio... e soprattutto, senza occhiali né lenti a contatto, come le distinguo le cifre?! :-( Ho comunque pensato di segnalare l'iniziativa sul blog, a beneficio di chi dovesse essere interessato. Se vuoi dare il tuo piccolo contributo al progresso della scienza medica, puoi scrivere a volontarisudoku@gmail.com indicando i tuoi dati. Chi verrà ammesso a partecipare riceverà un abbonamento a Focus Brain Trainer e un rimborso spese di 50 euro.
[Ehm... perché in apertura del post c'è quel disegno? Beh, ho cercato «sudoku cervello» con Google Immagini, e tra i primi risultati è uscita la famosa radiografia del cranio di Homer Simpson... ]

martedì 30 marzo 2010

Quasi quasi vado in vacanza qui...


A pochi mesi dalla stagione estiva, non avevo ancora in mente nessuna potenziale destinazione per le ferie di luglio-agosto (detto per inciso, dovrei prima preoccuparmi di come trascorrere la Pasquetta, visto che ad appena una settimana di distanza... no idea! :-S). Questo finché non sono venuta a conoscenza di una campagna promossa dall'Ente del Turismo del Salisburghese. Su Facebook trovi una pagina dedicata e un gioco a quiz per scoprire quanto conosci quella zona dell'Austria e sfidare i tuoi amici a chi ne sa di più. Inoltre puoi partecipare al concorso a premi «Chi vuol essere ambasciatore?», con in palio quattro soggiorni di quattro giorni per due persone alla scoperta di cultura, sport, gusto e wellness del Salisburghese. Già, questa regione (o meglio Land, ossia Stato federato) sembra davvero una località di vacanza perfetta per svariate tipologie di turisti: dai tipi sportivi ai patiti della cultura, dagli amanti del wellness agli appassionati della buona tavola. Per una come me, che oltretutto non ama tanto il mare (un po' come Giorgia vs Elio in Ignudi fra i nudisti, del quale ho appena scoperto le sorprendenti allusioni celate nel testo ;-)), la meta ideale!
Ad esempio... lo sapevi che la città di Salisburgo, nota per la sua architettura barocca italianeggiante, ha dato i natali al sommo compositore Wolfgang Amadeus Mozart (vabbe', questa non era troppo difficile), ed è ancor oggi sede di importanti manifestazioni musicali come il Festival di Salisburgo? Inoltre, eri al corrente del fatto che il Salisburghese offre chilometri e chilometri di piste ciclabili e sentieri per escursionisti?
Io mi sono candidata a ricoprire il ruolo di ambasciatrice di cultura, contribuendo con foto, video e racconti di viaggio... ma forse, riflettendoci un po', avrei fatto meglio a scegliere il wellness: da quando due anni fa ho scoperto il meraviglioso mondo dei centri benessere, ne sono rimasta entusiasta... anzi, adesso che ci penso, sento proprio l'esigenza di tornare a farmi "coccolare" per un paio d'ore fra sauna e idromassaggio. Quasi quasi riprovo a partecipare, ché non disdegnerei affatto di scoprire i paradisi termali del Salisburghese: magari è consentito compilare il form più volte. Anzi no, accidenti, il regolamento parla chiaro... «Ogni concorrente potrà partecipare e vincere una sola volta durante tutto il periodo di validità del manifestazione». Vabbe', poco male, figuriamoci! :-)
Uhm... il diavoletto appollaiato sulla mia spalla mi sussurra «Perché stai scrivendo questo post?! Più gente viene a sapere del concorso e vi partecipa, minori sono le tue probabilità di vincere!». Ma l'angioletto seduto sull'altra spalla mi rassicura che sto facendo una cosa buona... e che, se per caso qualcuno dovesse vincere in seguito alla mia segnalazione, mi ringrazierà inviandomi una cartolina e un bel pacchetto di Mozartkugeln! :-P

sabato 27 marzo 2010

Piccole scoperte impreviste

Poco tempo fa, non ricordo se su Tumblr oppure su FriendFeed, mi sono imbattuta nel seguente spiritoso aforisma, attribuito ad Alessandro Morandotti: «Chi non crede nelle coincidenze le perde».
Incuriosita, ho fatto una piccola ricerca sull'autore. Secondo Wikiquote si tratterebbe di uno storico dell'arte nato nel 1958, al quale è dedicata questa scheda; suppongo però che questo sia semplicemente un omonimo dell'Alessandro Morandotti che stavo cercando io, nato a Vienna nel 1909 e morto a Zurigo nel 1979, secondo ciò che è scritto qui (altre notizie non le ho trovate... temo di avere ancora molto da imparare come investigatrice del web! :-S).
Colgo l'occasione per proporti una breve antologia di massime (o meglio minime ;-)) tratte dal volume Le minime di Morandotti, edito da Scheiwiller nel 1980, che non c'è stato verso di rintracciare se non su eBay.
  • Amare tutta l'umanità può riuscire più facile del tollerare una sola persona.
  • Ammazzare il tempo nell'attesa che il tempo ci ammazzi.
  • Anche una domanda sbagliata può ottenere una risposta giusta.
  • Cambiano i costumi, il malcostume resta.
  • È facile fare domande difficili. Difficile è dare risposte facili.
  • I vizi hanno la virtù di rendere contenti chi li pratica e arricchire chi li favorisce.
  • Il denaro è come l'aria. Finché c'è non te n'accorgi.
  • Il dubbio è il lievito della conoscenza.
  • Il senso del diritto è innato. Il senso del dovere è imposto.
  • L'amore è un'astrazione alla perenne ricerca di una corposità.
  • L'esperienza è quella cosa che una volta acquisita a caro prezzo, non serve più.
  • La cosa più insensata è di ritenere che ogni cosa debba avere un senso.
  • La storia insegna che la storia non insegna nulla.
  • Le disgrazie degli altri ci impressionano tanto perché potrebbero capitare anche a noi.
  • Man mano che aumenta la saggezza diminuiscono le occasioni di utilizzarla.
  • Raramente la forza della ragione prevale sulla ragione della forza.
  • Se fosse vero che le sofferenze rendono migliori, l'umanità avrebbe raggiunto la perfezione.
  • Solo chi non ha fame è in grado di giudicare la qualità del cibo.
  • Tutti si scagliano contro l'egoismo come se fosse possibile sopravvivere senza. Da biasimare è solo il suo eccesso.
  • Tutto sarebbe tanto più semplice se nascessimo con le istruzioni per l'uso e la data di scadenza.

giovedì 25 marzo 2010

A fari spenti

Questa sera mi limito a copincollare un quesito veloce veloce, dal momento che sto per "sintonizzarmi" su Raiperunanotte, in onda dalle 21:00 in diretta streaming (e non solo) dal PalaDozza di Bologna! :-) (anche se sono talmente stanca che... chissà per quanto reggerò)
Tutti i lampioni lungo una strada sono spenti, le luci delle case che si affacciano sulla stessa sono spente. Giunge una macchina ad alta velocità, anch'essa con i fari spenti, e improvvisamente frena, per evitare di schiacciare un cagnolino nero che sta attraversando la strada.
In che modo l'autista si è accorto della sua presenza?
Vorresti un "aiutino"? Uhm... beh, eccolo qua! :-)

mercoledì 24 marzo 2010

Senti chi parla

«Io capisco perché lei sia così arrabbiato. La mattina quando lei si pettina davanti allo specchio, si è già rovinato la giornata».
(Silvio Berlusconi rivolto a Rocco Carlomagno, 10 marzo 2010)
«Sapete perché Bresso è sempre di cattivo umore? Perché al mattino quando si alza e si guarda allo specchio per truccarsi, si vede. E così si è già rovinata la giornata».
(ancora Berlusconi a proposito di Mercedes Bresso, presidente del Piemonte e candidata del centrosinistra per le prossime regionali, oggi)
Deve proprio piacergli un sacco, questa facezia, visto che l'ha ripetuta quasi pari pari. E no, «sarà bello lui» non è una replica adeguata: neppure se lui fosse un tipo pieno di fascino (e io stento a crederci, ma ci sono donne che assicurano di vederlo come tale), sarebbe ammissibile il ricorso a battute così meschine, oltre che terribilmente fuori luogo. Ma sai qual è la cosa che trovo più assurda? Che proprio lui, appena ieri, aveva affermato: «Non c'è nessuna possibilità di confronto con una sinistra che insulta, offende, deride, delegittima, calunnia». E qui un caloroso «senti chi parla» ci sta tutto... :-S

Cose da (tutti) pazzi

Tra gli aspetti che mi infastidiscono nella finzione cinematografica e televisiva, c'è il fatto che si producano eventuali sequel senza farsi problemi ad assegnare un ruolo di primo piano a un attore diverso da quello che lo interpretava fin dall'inizio, qualora quest'ultimo per qualche motivo non dovesse essere più disponibile. Ciò è capitato nella "saga" sentimentale diretta da Gabriele Muccino per il grande schermo: in Baciami ancora il personaggio di Giulia, la compagna di Carlo (Stefano Accorsi), è stato impersonato da Vittoria Puccini, perché Giovanna Mezzogiorno, che interpretava quel ruolo ne L'ultimo bacio, ha rifiutato (solo per motivi professionali...?) di prendere parte al sequel a nove anni di distanza. E dire che sarebbe bastato sbizzarrirsi un pochino con la sceneggiatura per ritagliare alla Puccini un ruolo alternativo (in fondo, alla fine de L'ultimo bacio mi venne da pensare «Questa coppia non dura»). [Io comunque Baciami ancora non l'ho neppure visto, lo ammetto... non soltanto perché indispettita dallo sfacciato recasting e preventivamente stufa della martellante colonna sonora di Jovanotti (preferivo senz'altro il contributo dato a suo tempo da Carmen Consoli, e da parte sua lo stesso Lorenzo Cherubini ha fatto di meglio), ma anche perché guardando L'ultimo bacio mi avevano sconcertata le continue urla dei personaggi... e ho letto da qualche parte che da questo punto di vista il seguito non è da meno! :-S]
Qualcosa di analogo è avvenuto pure nella fiction Rai Tutti pazzi per amore, sebbene per un motivo differente: l'attrice Stefania Rocca, che ha vestito i panni della protagonista femminile Laura nella prima serie, andata in onda a cavallo fra 2008 e 2009, è stata sostituita dalla collega slovacca naturalizzata italiana Antonia Liskova poiché era in dolce attesa, e in Rai si è preferito evitare di rimandare la produzione della seconda serie a dopo la gravidanza per non rischiare che l'affetto del pubblico scemasse. Personalmente, avendo visto l'intera prima serie e le prime due puntate della seconda, trasmesse ieri e l'altroieri, devo ammettere che la Liskova mi è più simpatica: avendola sempre (o quasi) vista in ruoli tormentati tipo Incantesimo, mi è sembrata sorprendentemente a suo agio in un contesto brillante come quello di Tutti pazzi. Non per questo trovo che si debba sottovalutare l'ingiustizia subita dalla Rocca: dopo le vicende Clerici-Casta, ecco un altro caso in cui la maternità pregiudica le opportunità professionali delle donne di spettacolo (e vogliamo parlare di ciò che accade alle "comuni mortali"...?). :-(
Ma torniamo a Tutti pazzi per amore, una fiction che mi mette sempre di buon umore (uh, fa anche rima :-)) con le sue situazioni ai confini della realtà. Beh, quasi sempre: la prima puntata della seconda serie si è conclusa con un finale a sorpresa, o meglio a tradimento, che mi ha lasciata di sasso, li possino! Gli autori hanno scelto di raccontare un tema delicato come quello del lutto con toni leggeri... ma io non avevo tanta voglia di ridere, anzi ho avuto gli occhi lucidi anche per buona parte della seconda puntata, per le circostanze piuttosto drammatiche che avevano portato uno dei personaggi principali, tra i miei preferiti per giunta, ad abbandonare il cast (quello dei viventi, perlomeno ;-)).
Ecco le particolarità di questa fiction che prediligo:
  • i numeri musicali in cui gli attori ballano e cantano, alcune volte in playback, altre con la propria voce, sulle note di grandi successi della musica leggera italiana (a proposito, simpatica la "marketta" sanremese in stile Bollywood di tutto il cast, capitanato dal protagonista maschile Emilio Solfrizzi alias Paolo);
  • il fatto che spesso i personaggi credano davvero di vedere e sentire cose che in realtà accadono solo nella loro testa (non sarà granché originale come idea, ma io la trovo divertente);
  • i surreali interventi del dottor Freiss (Giuseppe Battiston), l'esimio "tuttologo" che commenta assieme alla presentatrice televisiva Carla (Carla Signoris in Crozza) le vicende dei personaggi... e che tiene persino un blog nell'ambito del sito ufficiale della fiction. Eccolo qua sotto, con tanto di scritta in sovraimpressione, mentre dice la sua in qualità di «Esperto di decenni che hanno cambiato la storia del costume rendendoci obiettivamente ridicoli». :-) La screenshot è tratta da Rai.tv, dove è possibile guardare tutte le puntate andate in onda. Non male, eh?

Ah, dimenticavo: nella seconda serie fa il suo ingresso Alessio Boni, uno dei miei attori preferiti, che per l'occasione ha ceduto la parte del "piacione" di turno a suo fratello Michele (Neri Marcorè) rendendosi pressoché irriconoscibile... ma che te devo di', io lo trovo adorabile pure nei panni dello stralunato ornitologo Adriano! :-)


Infine... ho notato qualche singolare parallelismo tra questa fiction e il film di Giovanni Veronesi Genitori & figli: agitare bene prima dell'uso (che ho visto al cinema subito dopo averne fatto un rapido accenno qui, ma che in effetti non mi ha colpito a tal punto da ispirarmi un post). Ecco le prime cose che mi vengono in mente:
  • in entrambi i lavori ha un ruolo di rilievo un'adolescente alle prese con le situazioni tipiche della sua età, compresa la fatidica "prima volta";
  • parecchio simile pure il personaggio della nonna dell'adolescente in questione... non soltanto come indole, ma soprattutto perché il volto è il medesimo: quello dell'attrice Piera Degli Esposti [UPDATE: mi è venuto in mente che nella fiction tra le due sussiste tutt'al più una parentela acquisita; si tratta in effetti di una famiglia allargata];
  • sia nel film che nella fiction, i figli pubblicano su YouTube video in qualche modo compromettenti che riguardano i genitori;
  • lo spazio del figlio d'arte esordiente, riservato in Genitori & figli ad Andrea Fachinetti, la cui madre è Ornella Muti, in Tutti pazzi è appannaggio di Marco Brenno. E chi è costui? Beh, si tratta semplicemente di uno pseudonimo scelto da Brenno Marco Placido per cercare di dissimulare l'ingombrante parentela con l'attore e regista Michele, suo papà (che d'altronde ha recitato in Genitori & figli... :-)).

domenica 21 marzo 2010

Welcome in Italianistan

Come dicono i blogger-che-contano... ;-) ricevo (via e-mail da un mittente per certi versi abbastanza inaspettato) e volentieri pubblico!
Salve,
sono un cittadino dell'Italianistan. Vivo a Milano Due in un palazzo costruito dal Presidente del Consiglio. Lavoro a Milano in un'azienda di cui è mero azionista il Presidente del Consiglio. Anche l'assicurazione dell'auto con cui mi reco al lavoro è del Presidente del Consiglio, come del Presidente del Consiglio è l'assicurazione che gestisce la mia previdenza integrativa.
Mi fermo tutte le mattine a comprare il giornale, di cui è proprietario il Presidente del Consiglio. Quando devo andare in banca, vado in quella del Presidente del Consiglio.
Al pomeriggio, esco dal lavoro e vado a far spesa in un ipermercato del Presidente del Consiglio, dove compro prodotti realizzati da aziende partecipate dal Presidente del Consiglio.
Alla sera, se decido di andare al cinema, vado in una sala del circuito di proprietà del Presidente del Consiglio e guardo un film prodotto e distribuito da una società del Presidente del Consiglio (questi film godono anche di finanziamenti pubblici elargiti dal governo presieduto dal Presidente del Consiglio).
Se invece la sera rimango a casa, spesso guardo la tv del Presidente del Consiglio, con decoder prodotto da società del Presidente del Consiglio, dove i film realizzati da società del Presidente del Consiglio sono continuamente interrotti da spot realizzati dall'agenzia pubblicitaria del Presidente del Consiglio.
Soprattutto guardo i risultati delle partite, perché faccio il tifo per la squadra di cui il Presidente del Consiglio è proprietario.
Quando non guardo la tv del Presidente del Consiglio, guardo la Rai, i cui dirigenti sono stati nominati dai parlamentari che il Presidente del Consiglio ha fatto eleggere.
Allora mi stufo e vado a navigare un po' in internet, con provider del Presidente del Consiglio.
Se però non ho proprio voglia di tv o di navigare in internet, leggo un libro, la cui casa editrice è di proprietà del Presidente del Consiglio.
Naturalmente, come in tutti i paesi democratici e liberali, anche in Italianistan è il Presidente del Consiglio che predispone le leggi che vengono approvate da un Parlamento dove molti dei deputati della maggioranza sono dipendenti ed avvocati del Presidente del Consiglio, che governa nel MIO esclusivo interesse!
Per fortuna!!!
P.S.: Se sei tra coloro che sostengono che l'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio (espressione in fondo non tanto amorevole, come già osservato da altri a suo tempo), pensa che magari poi «nei quarti trova la vincente di accidia-gola»... (cit. ;-))

sabato 20 marzo 2010

Guardando le stelle che ballano

Osservando la copertina del settimanale Diva e donna che puoi vedere qui accanto, l'aspirante correttrice di bozze che è in me ha trasalito: ohibò, un refuso così notevole proprio nel titolo principale! :-S Pure il relativo articolo, un'intervista a Barbara De Rossi, mi ha lasciata un pochino perplessa, anche se per un altro motivo: l'attrice, che dimostra sicuramente meno dei suoi quasi cinquant'anni, ha dichiarato di aver perso undici chili (e fin qui non ho problemi a crederci)... e alla domanda «A che taglia è arrivata?» ha risposto: «Credo alla 40, anche se in tv non si vede forse». E già, dev'essere proprio il piccolo schermo che ingrassa... perché in effetti, osservando questo fermo immagine tratto dall'ultima puntata di Ballando con le stelle andata in onda, potrei concederle tutt'al più una 42 abbondante. ;-) Suvvia, la 40 è minuscola: per quanto mi riguarda non l'ho mai indossata, pur essendo abbastanza magra di costituzione.


(La De Rossi si è "auto-sottostimata" decisamente meno di quanto lo stilista Gai Mattiolo abbia fatto a proposito di Antonella Clerici, comunque ;-))
Questa sera la De Rossi, assieme al suo maestro di ballo Simone Di Pasquale, parteciperà alla finalissima di Ballando con le stelle (e non sotto le stelle, come dicono erroneamente da più parti, neanche si svolgesse all'aperto ;-)). Mia madre segue regolarmente il talent show condotto dalla garbata Milly Carlucci, e poi mi tiene fin troppo aggiornata sulle varie vicende: dalle intemperanze del bello e impossibile Lorenzo Crespi all'incontenibile ammirazione mostrata dalla presidente di giuria Carolyn Smith nei confronti di alcuni concorrenti maschi, Raz Degan in primis. Secondo mia mamma la De Rossi è tra i favoriti per la vittoria finale assieme a Ronn Moss, meglio noto come "Ridge di Beautiful"; gli altri finalisti sono il suddetto Raz Degan (qui nello spot che lo lanciò), la giovanissima "mocciosa" Veronica Olivier e l'altra attrice Benedetta Valanzano, che a detta di molti balla fin troppo bene per essere una principiante come gli altri "vip" in gara. Se proprio devo schierarmi, faccio il tifo per Barbara: che diamine, er mandibbola avrebbe potuto almeno degnarsi di imparare un po' la nostra lingua... ;-)

venerdì 19 marzo 2010

L'imbarazzo della scelta

Ebbene sì... è accaduto. Ehi, calma, nulla di preoccupante! :-) Semplicemente, quando stamattina ho acceso il computer dell'ufficio, che ha Windows XP come sistema operativo e Internet Explorer come unico browser installato, è apparsa la fatidica schermata di selezione imposta a Microsoft dall'Antitrust dell'Unione Europea. Eccola qui di seguito: non ho perso occasione per documentare mediante screenshot l'intera trafila, da brava aspirante blogger-che-si-rispetti! ;-) (Cliccando sulle immagini, potrai visualizzarle su Flickr alle dimensioni originali: del resto, l'account Pro l'ho attivato... perché non sfruttarlo? :-))

browserCliccando su OK sono passata alla finestra successiva, tramite cui è possibile selezionare il browser che si desidera installare, o semplicemente raggiungere il sito relativo per ottenere ulteriori informazioni.

choiceI primi cinque browser mostrati (Mozilla Firefox, Safari, Opera, Internet Explorer, Google Chrome) li conoscevo già tutti... ma quelli che compaiono scorrendo la finestra verso destra non li avevo praticamente mai sentiti nominare. Sto parlando (in rigoroso ordine alfabetico) di Avant Browser, Flock, GreenBrowser, K-Meleon, Maxthon, Sleipnir e SlimBrowser.
Se si decide di cliccare su Seleziona successivamente senza effettuare alcuna scelta, si viene avvisati che «La scelta del browser verrà visualizzata di nuovo dopo il riavvio del computer».

repeatE in effetti, dopo il riavvio, riecco la finestra di prima. Pur di liberarmene, poiché su quel computer preferisco non installare nulla di mia iniziativa (a parte una piccola calcolatrice con "strisciata" che in certi casi trovo assai più funzionale rispetto a quella di Windows), ho cliccato sul pulsante Installa sotto Internet Explorer 8 venendo avvisata che, in effetti, quel sistema operativo risultava già installato (ma va'?! ;-)).

iexplorePer quanto riguarda il mio notebook personale... beh, per il momento, a differenza di Massimo Mantellini, non vedo ancora nessun motivo per mollare Firefox, con cui dovrei aver abbondantemente superato (non ricordo con esattezza quando) il quinto anniversario di "matrimonio". Chissà se ci sarà la leggendaria crisi del settimo anno...? :-)

giovedì 18 marzo 2010

Troubleshooting 3 - Twenty months later

[Terzo episodio della "saga", dopo i primi due... mentre il quarto, dedicato al ripristino del sistema che probabilmente mi toccherà fare quanto prima, is perhaps coming soon! :-S]
Siccome chi usa Windows deve assolutamente proteggere il computer dalle intrusioni esterne, sul notebook nuovo ho installato, oltre ad AVG Anti-Virus Free e Ad-Aware, pure il firewall che utilizzo ormai da qualche anno: ZoneAlarm Basic Firewall, anch'esso free. Il programma si è sempre (o quasi) comportato come si deve... fino a qualche giorno fa, quando all'avvio di Windows Seven ha preso l'abitudine di mostrare la seguente finestra per invitarmi a scoprire il mondo di ZoneAlarm Internet Security Suite (che, manco a dirlo, non è free).


Inutile cliccare su «No, grazie»: ad ogni riavvio del sistema la finestra continuava immancabilmente a comparire. Ho pensato: e vabbe', proviamo a far contento il signor Zone Labs, clicchiamo su «Ulteriori informazioni» e vediamo un po' cos'ha da dirci. Niente da fare: neppure questo ha persuaso la tenace finestra a desistere. Dopo aver googlato senza esito per cercare una soluzione al problema (innocuo quanto ti pare, però noioso), ho pensato di sottoporre la situazione su FriendFeed... ed hermansji.:. mi ha dato una dritta che si è rivelata risolutiva! :-)
Ecco la semplice procedura che ho seguito: dopo essere entrata nella cartella C:/Programmi/Zone Labs/ZoneAlarm, ho cliccato con il pulsante destro del mouse sul file zonealarm.exe, ho selezionato Proprietà, ho aperto la scheda Compatibilità e alla voce Livello di privilegio ho messo il segno di spunta accanto a Esegui questo programma come amministratore (qui trovi una guida dettagliata relativa al controllo dell'account utente).


Gli stessi passaggi li ho eseguiti per il file zlclient.exe. Dopodiché ho riavviato il sistema e... evviva, niente più finestre indesiderate! Però era tutto a posto solo in apparenza: con queste impostazioni, infatti, il firewall non parte più automaticamente all'avvio, ma devi aprirlo manualmente e poi concedere l'autorizzazione che ti verrà richiesta. Se a questo punto si apre la suddetta finestra, clicca di nuovo su «No, grazie»... e dovrebbe essere la volta buona che il sistema capisce l'antifona. A questo punto non ti rimane altro da fare che ripristinare i livelli di privilegio dei due file di cui sopra, togliendo i segni di spunta messi prima... e il firewall tornerà regolarmente ad avviarsi al boot facendo buona guardia al tuo sistema.
[N.B.: Se per caso tu dovessi eseguire la procedura e notassi qualche differenza rispetto a ciò che ho scritto io, fammelo sapere nei commenti e magari aggiorno il post]
Infine, ti spiego come ho fatto a disegnare la freccia sulla seconda immagine. Con GIMP sarà una sciocchezza, credevo: beh, non esattamente. Come ha osservato Marco, non ci si spiega perché debba essere «così assurdamente complicato fare una cosa assurdamente semplice come disegnare un cerchio o fare una freccia». Per fortuna, come spiegato nel seguito del post in questione, è sufficiente installare gli opportuni plugin. Personalmente ho scelto questo set di frecce, ho scaricato l'archivio .zip e l'ho decompresso mediante il software open source 7-Zip (che a quanto pare fa egregiamente le veci delle sue controparti shareware WinZip e WinRAR), e ho copiato i file scompattati nella cartella C:/Programmi/GIMP-2.0/share/gimp/2.0/brushes. Dopodiché, aprendo GIMP, le frecce appena aggiunte me le sono ritrovate a disposizione nella scheda dei Pennelli. Facile, no? (Si può sicuramente fare di meglio rispetto al ritocco davvero elementare che ho aggiunto io... ma per il momento accontentiamoci! ;-)

mercoledì 17 marzo 2010

What is LaTeX?

Questa sera ho pensato di presentarti, sempre che tu non lo conosca già, un sistema per creare documenti di eccellente qualità.
Hai mai sentito parlare di LaTeX? (In un ambiente ASCII si scrive così, ma in realtà la scrittura corretta è quella mostrata nella figura qui accanto) Ebbene... LaTeX, che si pronuncia làtec, è un formattatore di testi molto potente, ed è l'estensione di un motore di tipocomposizione chiamato TeX, dal greco τεχνη, che vuol dire arte, da cui tecnica: ecco spiegata la pronuncia. (Nulla a che vedere col caucciù, insomma ;-))
I vantaggi di LaTeX rispetto ad altri word processor? Beh, innanzitutto dispone di un vero e proprio linguaggio tramite il quale implementare nuove funzioni. Inoltre gestire la struttura logica dei documenti (suddivisione in parti, capitoli, sezioni...), generare sommari, indici analitici e bibliografie risulta piuttosto immediato. Lo svantaggio è che, a differenza di programmi come Microsoft Word e OpenOffice.org Writer (che, ci tengo a sottolinearlo, rappresenta una validissima alternativa gratuita e open source al software proprietario made in Redmond), LaTeX non è WYSIWYG... ovvero, mentre si prepara un documento, non lo si vede così come verrà stampato, ma bisogna prima compilare il codice sorgente scritto con un qualsiasi editor di testo e poi utilizzare un programma di visualizzazione. Inoltre, senza un minimo di documentazione, non si riesce a combinare praticamente nulla... :-S
Per fare un esempio concreto, il codice seguente
\documentclass[a4paper,11pt]{article}
\usepackage[latin1]{inputenc}
\usepackage[italian]{babel}
\begin{document}
Questo è il mio primo documento con \LaTeX.
\end{document}
dà luogo a un semplicissimo documento contenente la sola frase «Questo è il mio primo documento con LaTeX».
Sperando di non averti già scoraggiato a tal punto da interrompere la lettura di questo post... ;-) ti invito a dare un'occhiata a Impara LaTeX! (... e mettilo da parte) e a Una (mica tanto) breve introduzione a LaTeX2e: sono le due ottime (anche se non particolarmente aggiornate) guide in italiano che ti consiglio come punto di partenza, e sono state realizzate entrambe con LaTeX. Non hanno un aspetto magnifico? Io dico che vale la pena di imparare a utilizzare questo programma... no? :-)
Il meglio di sé LaTeX probabilmente lo dà nella composizione di formule matematiche, senza bisogno di utilizzare pacchetti specifici. Per fare un esempio non troppo complesso, il codice
$$\sum_{i=0}^{+\infty}x_i\quad\int_a^b f(x)dx$$
dà luogo a

Se fai largo uso di equazioni, ti consiglio caldamente l'utilizzo del pacchetto amsmath... ma, quali che siano i tuoi scopi, sappi che sono disponibili innumerevoli estensioni per aggiungere le funzionalità più disparate.
A questo punto ti manca solamente una cosa, e cioè... il software! Se usi Windows (i programmi corrispondenti per Linux non li conosco ancora abbastanza bene), per prima cosa ti consiglio di installare MiKTeX, attualmente alla versione 2.8. È disponibile un sistema MiKTeX completo, ma se hai una connessione a Internet permanente o quasi va benissimo quello basic: infatti gli eventuali pacchetti mancanti verranno automaticamente scaricati quando sarà necessario. Poi ci vuole l'editor: personalmente mi sono sempre trovata bene con TeXnicCenter. Effettuata l'installazione, l'unica cosa da fare prima di poterlo utilizzare è indicare al Configuration Wizard il percorso completo della cartella contenente gli eseguibili della distribuzione TeX installata: nel mio caso, C:/Programmi/MiKTeX 2.8/miktex/bin. È possibile scegliere il formato .pdf per l'output... ma, se per caso preferisci il formato .ps, potresti aver bisogno di software appositi: personalmente ho installato (nell'ordine) l'interprete GPL Ghostscript e il visualizzatore GSview, scaricabili da qui.
In Rete di materiale dedicato a LaTeX se ne trova in abbondanza... e in questa pagina troverai i link a moltissime risorse utili. Personalmente ti raccomando il Forum del GuIT, che mi è stato di grande aiuto in più di un'occasione.

lunedì 15 marzo 2010

A proposito del celibato dei preti

Negli ultimi giorni il tema degli abusi sessuali su minori da parte di sacerdoti è tornato di scottante attualità. Padre Federico Lombardi ha sottolineato che tali episodi non si verificano di certo solo nell'ambito della Chiesa: benché risulti fin troppo evidente che certi comportamenti da parte di membri del clero sono ben più gravi proprio per via dell'abito che questi indossano, la sua ammissione si può considerare un passo avanti rispetto ai tempi per nulla remoti in cui si cercava di fatto di negare il fenomeno. In un eccesso di zelo, però, il portavoce del Vaticano ha precisato che in Austria «i casi accertati in istituzioni riconducibili alla Chiesa sono stati 17, mentre ve ne sono stati altri 510 in altri ambienti»... e basta fare due calcoli per rendersi conto delle inquietanti implicazioni di questa sua affermazione.
I recenti fatti di cronaca hanno fornito lo spunto per tornare a discutere a proposito del celibato dei sacerdoti, e papa Ratzinger ha ribadito la sacralità di tale vincolo.
Se posso esprimere il mio modestissimo parere, suppongo che possa esistere una qualche correlazione, ma non un nesso di causalità diretta, tra celibato e pedofilia, inclinazione quest'ultima che potrebbe essere motivata (ma non certo giustificata) da seri problemi individuali: non mi spiego altrimenti come un essere umano, che peraltro ha scelto un certo tipo di percorso di vita, possa cadere così in basso da sfogare i propri istinti su creature sommamente indifese e acerbe.
A proposito del celibato sacerdotale, colgo comunque l'occasione per ricopiare qui la testimonianza di don Ferdinando Sudati, letta lo scorso anno sul settimanale Vanity Fair. Il religioso in questione, viceparroco a Paullo (MI), crede nel celibato come libera scelta, e si batte per il diritto dei preti a sposarsi. Alla domanda «Se ha queste convinzioni, perché è diventato sacerdote?», l'allora sessantaduenne don Ferdinando ha risposto così:
Come molti, sono stato attratto dalla vocazione: il celibato è stata una conseguenza. All'inizio lo si accetta con l'idealismo della giovane età e la cieca fiducia nell'apparato ecclesiastico, poi si scopre che non è come sembra. Si scopre che ha pochissima o nessuna fondazione nel Nuovo Testamento, mentre ne ha molte, e alcune poco nobili, nel percorso storico della Chiesa. Come quella di garantire un servizio a tempo pieno, di essere più facilmente governabili dal potere ecclesiastico e, soprattutto in epoche antiche, di non avere eredi che rivendichino o comunque intacchino i benefici ecclesiastici.
Secondo questa interpretazione, tra le ragioni storiche alla base del vincolo del celibato non c'è solo quella di evitare al sacerdote potenziali distrazioni dalla sua missione pastorale, niente affatto... :-S

domenica 14 marzo 2010

Today: Pi Day! :-)

Per la serie "esiste una ricorrenza per ogni cosa"... ;-) oggi, oltre ad essere il centotrentunesimo anniversario della nascita di un cervellone come Albert Einstein, è pure il Giorno del pi greco, celebrato da Google con il simpatico logo che puoi vedere qui accanto. Sì, oggi si festeggia proprio la costante matematica (non fisica) che siamo abituati a conoscere fin dalle scuole elementari: quella che moltiplicata per il diametro di un cerchio fornisce la lunghezza della circonferenza, e moltiplicata per il quadrato del raggio dà l'area del cerchio.
Perché oggi...? Perché π approssimato alla seconda cifra decimale è pari a 3,14, e la data di oggi si scrive 3/14 (perlomeno nel mondo anglosassone, dove si è soliti scrivere il mese prima del giorno). C'è chi si spinge oltre e, considerando le prime cinque cifre decimali (3,14159), celebra il π esattamente alle ore 1:59... ma questo sì che è nerd! ;-)
Alcune particolarità del pi greco:
  • π è un numero irrazionale (cioè non può essere espresso come rapporto tra un numero intero e un numero naturale diverso da zero) e trascendente (non esistono polinomi con coefficienti interi o razionali di cui π sia radice). Questo risultato implica l'impossibilità della quadratura del cerchio, cioè la costruzione, con soli riga e compasso, di un quadrato della stessa area di un dato cerchio.
  • La sua espansione in qualunque base (decimale, binaria, etc.) non termina mai e non forma una sequenza periodica.
  • Un paio di tecniche di memorizzazione per ricordare le cifre di π: «Tre imperfettibile è degno archetipo di quella serie che svela, volgendo circolare, mirabil relazione», oppure «Ave o Roma, o madre gagliarda di latine virtù, che tanto luminoso splendore prodiga spargesti con la tua saggezza». Contando le lettere di ogni parola della frase si individuano le prime cifre decimali di π. Una forma mnemonica più avanzata è «Che n'ebbe d'utile Archimede, da ustori vetri, sua somma scoperta? Umanitade incerta, infantile, che ad ogni progenie vede negato il divin vero. Ma non combatte già la terrena fragilità»... ma per memorizzarla ci vorrebbe un'altra tecnica mnemonica! ;-)
  • π si celebra anche il 22 luglio, in quanto nella sua scrittura numerica (22/7) tale data ricorda una frazione molto usata per approssimare il valore di π (anche se 22/7 è maggiore di π, e lo si può dimostrare in maniera relativamente semplice).
  • Altre curiosità su "pi per gli amici" le puoi trovare qui.
  • Esistono innumerevoli formule che riguardano (qualche volta un po' a sorpresa) π, dalla geometria all'analisi matematica, dalla fisica alla probabilità e statistica... ma per quelle rimando direttamente alla relativa pagina di Wikipedia, ché l'"audience" di questo post è già scesa fin troppo! ;-)

sabato 13 marzo 2010

Fiùùùùù!!!

Beh, trattasi del tipico fischio che denota sollievo per uno scampato pericolo. Ti ricordi di quando raccontai di aver penato per ricostruire dei file cancellati definitivamente per sbaglio? Ebbene, oggi pomeriggio mi è successo di nuovo: non capisco come sia potuto accadere, sarà stata la stanchezza unita alla non perfetta dimestichezza con l'Esplora risorse di Windows Seven... fatto sta che quella che si è volatilizzata a seguito della pressione contemporanea dei tasti Maiusc e Canc era la cartella dove avevo salvato le bozze dei miei post. Già, potrà sembrare strano ma è così: non tutto quello che scrivo nasce in modo estemporaneo, ma a volte pubblico roba che avevo in cantiere da tempo.
La mia reazione immediata è stata quella di ipotizzare: sarà forse un segno sovrannaturale per invitarmi ad accantonare il passato e guardare al futuro? (Macché, non è vero niente: sono semplicemente andata nel pallone ed ho pensato in preda al panico «E mo' che faccio?!». ;-) Nessun dramma, per carità, peraltro si trattava di file assai meno importanti rispetto alla volta scorsa... ma una bella seccatura sì) Come extrema ratio avrei potuto fare affidamento sul backup più recente, effettuato in occasione del trasloco sul nuovo notebook... ma doveva esserci un rimedio migliore. In effetti mi sono ricordata che, nei commenti al post di cui sopra, Mauro mi aveva suggerito una possibile soluzione all'inconveniente di cui avevo parlato: il software UndeletePlus. Per cui ho subito scaricato e installato l'ultima versione su pen drive (prassi fortemente consigliata dallo stesso produttore per minimizzare il rischio che i file da recuperare vengano accidentalmente sovrascritti in seguito all'uso del disco rigido)...


[N.B.: La screenshot l'ho acquisita in un secondo momento, quando ho trasferito l'installazione dalla pen drive all'hard disk]
... ho cliccato su Start Scan e... eccoli là, i file perduti! Li ho selezionati uno per uno, poi ho cliccato su Start Undelete e... ops, è comparso l'avviso che per poter procedere al ripristino avrei dovuto registrare il programma tramite l'acquisto. Non ricordavo che la precedente versione, che avevo avuto modo di utilizzare qualche volta, prevedesse questa limitazione... solo che non mi era parso che il recupero dei file avvenisse in maniera ottimale. Insomma, senza tergiversare troppo, ho effettuato il pagamento di 20,61 €... e come per magia i file apparentemente scomparsi, ma che in realtà se ne stavano "invisibili" sul disco rigido, si sono materializzati di nuovo! :-) (Come destinazione ho scelto ancora una volta la pen drive, per lo stesso motivo di cui sopra) Peccato che la licenza del software sia limitata (1 anno, 1 PC). Mi domando: di qui a dodici mesi ce la farò a combinare qualche altro pasticcio, per ammortizzare il costo? ;-) A proposito... esiste per caso qualcosa di analogo ma gratuito e/o open source?

venerdì 12 marzo 2010

Impossibile? Solo se pensi che lo sia!

Tempo fa cercavo su Google la risposta a non ricordo quale domanda "esistenziale". Dopo aver digitato la parola perché, Google Suggest (che come dimostrano Enrico Sola e Massimo Mantellini rappresenta di per sé un valido spunto) mi propose come secondo suggerimento «perché un corvo è come una scrivania».


Che quesito bizzarro, pensai (non che gli altri... :-)). Ebbene, questa domanda, insieme alla relativa risposta (forse ;-)), ricorre in Alice in Wonderland, la visionaria favola diretta da Tim Burton che ho visto ieri sera al cinema (qui il trailer).
Il film, girato con le migliori tecnologie visive oggi disponibili (CGI, stop-motion, performance capture e 3-D), è una vera festa per gli occhi, non c'è che dire: imperdibile per chi sa ancora lasciarsi stupire dagli effetti speciali, oltre che da trucco e costumi di altissimo livello. Sul piano della trama... beh, l'ho trovato abbastanza noiosetto, con meno emozione e poesia di quanto mi sarei aspettata da cotanto regista: trattasi dell'ennesima variazione sul tema dell'eterna lotta tra il Bene (la Regina Bianca, cui presta pallore e sopracciglia Anne Hathaway) e il Male (l'ultraperfida e macrocefala Regina Rossa, interpretata da un'irriconoscibile Helena Bonham Carter). D'altronde la storia, arricchita dal tema dell'insofferenza alle rigide convenzioni sociali, è resa più attraente da una raffica di trovate immaginifiche e lessicali all'insegna della creatività più sfrenata: una degna trasposizione sul grande schermo del magico mondo nato dalla fantasia di Charles Lutwidge Dodgson, in arte Lewis Carroll, autore del celebre romanzo Alice nel paese delle meraviglie.
Come titolo del post ho scelto quella che considero la battuta migliore del film, rivolta ad Alice (Mia Wasikowska) da Johnny Depp nei panni di un Cappellaio Matto «che nei momenti migliori ricorda il Mago Galbusera» (cit. :-D). Dovrei ripeterla a me stessa, ogni tanto... ;-)

Can you speak Pescarese? ;-)

Sono anni e anni che la mia famiglia abita al quarto piano di questo palazzo... eppure qualche condomino sembra non volerne sapere di memorizzare le nostre "coordinate". :-S Un vicino che, al momento di premere il pulsante dell'ascensore al pianterreno, immancabilmente mi domanda se vado al quarto o al quinto piano, una volta ha borbottato con una punta di imbarazzo «Dopo tutti 'sti anni, ancora me lo imparo!». Ebbene, questa frase è un tipico esempio di una costruzione dialettale in uso da queste parti. In termini "rigorosi"...
ancora + indicativo presente
è equivalente all'italiano
non ancora + passato prossimo
o, più precisamente,
non + indicativo presente dell'ausiliare + ancora + participio passato del verbo principale
Insomma, il vicino intendeva dire «Non l'ho ancora imparato». Molti pescaresi sembrano proprio convinti di parlare un italiano perfetto quando usano questa espressione... che personalmente però trovo abbastanza sgradevole da udire, al pari di piuttosto che usato con valore disgiuntivo un po' in tutta Italia. (L'altro giorno quest'ultima forma l'ho sentita pronunciare alla radio da Walter Veltroni, uno che, essendo tra l'altro giornalista e scrittore, dovrebbe essere padrone della lingua di Dante... e in effetti ci sono linguisti abbastanza indulgenti al riguardo, a differenza dell'Accademia della Crusca)
Una domanda che spesso lascia interdetti i non-"autoctoni" di passaggio da queste parti è «Come ti rimetti?»... che però significa semplicemente «Come fai di cognome?».
Un ultimo esempio tratto dall'ampia casistica di espressioni dialettali pescaresi: un mini-dizionario, pescato in Rete chissà dove, relativo al termine cascetta e derivati. :-)
cascetta
s.f. Letteralmente, cassetta di legno utilizzata per contenere e trasportare la frutta. Figurato: particolare atteggiamento mentale connotato da insieme di irritazione e rifiuto della realtà delle cose, generato dalla non accettazione di un torto subito o ad accadimenti negativi nei quali si è coinvolti o dai quali si è talvolta addirittura sopraffatti.
andare in cascetta
Con accezione dispregiativa: indispettirsi, adirarsi, contrariarsi, irritarsi.
prendere una/la cascetta
Con accezione ironica: indispettirsi, adirarsi, contrariarsi, irritarsi.
cascettaro
s.m. Con accezione dispregiativa: colui che facilmente "va in cascetta", solitamente il termine delinea una persona che non accetta le avversità o poco tollerante agli scherzi.

mercoledì 10 marzo 2010

Not Swiss Made

Ho scoperto che in molti casi è abbastanza sconsigliabile affidarsi agli orologi integrati negli oggetti di uso quotidiano, sia per i maniaci della puntualità che per i ritardatari cronici (fra i due estremi io mi colloco in un punto non ben precisato, ma sicuramente più vicino al primo :-)). Ho voluto effettuare una prova su alcuni degli orologi di cui dispongo... ed ecco i ritardi accumulati da ciascuno di essi nel corso di un mese (beh, 31 giorni, per essere pignoli), in ordine crescente.
  • Nokia 3600 Slide: 4 secondi
  • Nokia 6103 (ormai in disuso): 14-15 secondi
  • Samsung SGH-S720i: 1 minuto e 23 secondi
  • Orologio nel cruscotto dell'auto: 1 minuto e 40 secondi
Adesso che lo so, mi regolo di conseguenza (e per "rimettere" gli orologi preferisco non aspettare il passaggio dall'ora solare a quella legale o viceversa, ma cerco di farlo un po' più di frequente)... perché altrimenti, se ad esempio quando sono in giro mi fidassi ciecamente dell'orologio della macchina, rischierei spesso di arrivare in ritardo: magari di poco, ma pur sempre in ritardo. Per fortuna c'è il mio cronografo che quasi spacca il secondo...
Pur amando i gadget hi-tech, quando devo cambiare il cellulare opto sempre per modelli relativamente "spartani", perché più che adeguati alle mie esigenze. Però non mi pare di chiedere la luna se affermo che gradirei orologi un pochino più affidabili! ;-)
Adesso che ci penso... il mio primissimo telefonino, un Siemens C25, l'orologio non ce l'aveva proprio, e neanche il T9 e la vibrazione, per non parlare del display a colori e di tante altre funzioni che oggi costituiscono la norma. Però le suonerie personalizzabili (rigorosamente monofoniche) ce le aveva: mi piaceva un sacco comporle direttamente sulla tastiera, anche sui successivi Nokia 3310 e 3410. Un trastullo al quale purtroppo ho dovuto rinunciare, con l'avvento delle onnipresenti suonerie polifoniche...

lunedì 8 marzo 2010

Una creatura straordinaria ;-)

Oggi è la Festa della Donna; come ho già detto, personalmente non amo festeggiare questa ricorrenza... ma ci tenevo a segnalare quello che mi sembra un modo davvero significativo per celebrarla degnamente: regalare speranza a qualche futura donna dei Paesi più poveri tramite ActionAid.
Infine... l'occasione mi sembra buona per proporti un racconto che ho letto poco tempo fa nel tumblr di Blond, e che si intitola Un difetto della donna.
Quando Dio creò la donna, era già al suo sesto giorno di lavoro.
Un angelo apparve e gli domandò: «Perché ci metti tanto tempo?».
E il Signore rispose: «Hai visto il progetto per lei? Lei deve essere completamente lavabile senza essere in plastica, avere più di 200 parti mobili ricambiabili, poter funzionare con qualsiasi regime, avere un grembo che possa accogliere quattro bambini contemporaneamente, avere un bacio che possa curare altrettanto bene un ginocchio sbucciato e un cuore spezzato. E lei farà tutto con solo due mani».
L'angelo si meravigliò delle qualità: «Soltanto due mani? Impossibile! Ed è soltanto il modello di base? È troppo lavoro per un giorno solo... Aspetta domani per terminarla».
Il Signore protestò: «Non lo farò. Sono così prossimo a terminare questa creazione che ci metto tutto il mio cuore. Lei si cura da sola quando è malata e può lavorare 18 ore al giorno».
L'angelo si avvicinò un po' di più e toccò la donna: «Tuttavia l'hai fatta così delicata, Signore!».
«È delicata», rispose Dio, «ma l'ho fatta anche robusta. Non hai idea di ciò che è in grado di sopportare o di ottenere».
L'angelo domandò: «Sarà capace di pensare?».
Dio rispose: «Non solo sarà capace di pensare, ma anche di discutere e di eseguire».
L'angelo notò allora qualcosa e, tendendo la mano, toccò la guancia della donna: «Signore, sembra che questo modello abbia una perdita».
«Ti avevo detto che cercavo di mettere in lei molte cose. Non c'è nessuna perdita... È una lacrima», corresse il Signore.
«A cosa servono le lacrime?», domandò l'angelo.
E Dio disse: «Le lacrime sono il suo modo di esprimere la sua gioia, la sua preoccupazione, la sua delusione, il suo amore, la sua solitudine, la sua sofferenza e il suo orgoglio».
Questo impressionò molto l'angelo: «Sei un genio, Signore. Hai pensato a tutto. La donna è veramente meravigliosa!».
«Eh sì! Le donne hanno delle energie che stupiscono gli uomini. Loro affrontano le difficoltà, risolvono i problemi gravi, tuttavia hanno felicità, amore e gioia. Sorridono quando vorrebbero gridare, cantano quando hanno voglia di piangere, piangono quando sono felici e ridono quando sono nervose. Loro lottano per ciò in cui credono. Si ribellano contro l'ingiustizia. Non accettano un no come risposta quando credono che ci sia una soluzione migliore. Si privano per mantenere la famiglia. Vanno dal dottore con un'amica che ha paura. Amano incondizionatamente. Piangono per i successi dei loro figli e gioiscono della fortuna dei loro amici. Sono felici quando sentono parlare di un battesimo o di un matrimonio. Il loro cuore si spezza quando un amico muore. Soffrono per la perdita di una persona cara. Senza dubbio loro sono forti quando pensano di non avere più energie. Loro sanno che un bacio e un abbraccio possono aiutare a curare un cuore infranto. Non c'è dubbio, la donna ha un difetto: spesso dimentica quanto vale!».

domenica 7 marzo 2010

Mauro chi?!

Domani sera andrà in onda la puntata conclusiva della decima edizione del Grande Fratello. Il "papà" di tutti i reality show it non lo guardo ormai da anni, a parte qualche spezzone su YouTube prima che avvenisse la pulizia voluta da Mediaset... ma mai come stavolta sono ignara delle vicende che si sono svolte nella Caaasa: sarei pure all'oscuro delle identità dei finalisti, se non fosse per Chissenefrega (parola che in questo caso cade proprio a fagiuolo... e ci starebbe anche un'invocazione al Grande Capo! ;-)).
A quanto pare, il favorito per la vittoria finale è un certo Mauro Marin, la cui famiglia è proprietaria di un bar trattoria e di una salumeria a Castelfranco Veneto. Nella settimana di Sanremo avevo comprato TV Sorrisi e Canzoni per leggere come da tradizione i testi dei brani in gara (oramai lo compro solo una volta l'anno perché le notizie di spettacolo non mi interessano più come un tempo e trovo che, sotto la guida di Alfonso Signorini, il settimanale si sia trasformato più o meno in una versione "light" di Libero e del Giornale). Ebbene, sul numero in questione compariva un articolo dedicato al suddetto Mauro, definito il concorrente «più odiato nella casa (ma più amato dagli spettatori)»... e così l'ho letto per cercare di capire che tipo di persona fosse, ma francamente non ci sono granché riuscita. «Genuino o grezzo. Perbene o viscido. Vittima o carnefice. Timido o stupido. Dottore o ignorante. Il giudizio su Mauro Marin [...] non conosce vie di mezzo». "In compenso" (si fa per dire) ho scoperto che «nessuno, nella decennale storia del reality, ha avuto alle spalle una tifoseria vasta, combattiva e organizzata come quella del giovane di Castelfranco Veneto». Hanno preso le sue parti anche persone che non l'avevano mai visto prima, come un commerciante di mobili del padovano, che afferma: «Quando ho visto in tv quello che gli stavano facendo ho preso l'auto e sono venuto qui al bar. Ho conosciuto i genitori e i fratelli e ho capito che avevo ragione: Mauro è uno di noi. Da allora spendo 200 euro di sms alla settimana per tenerlo dentro la casa. Che ci guadagno? Niente, ma so che sto facendo la cosa giusta». Che dire... sono contenta per quest'uomo: è così bello poter andare a dormire sereni e soddisfatti di sé... ;-)
Concludo segnalando uno scambio di battute tratto dal film Genitori & figli: agitare bene prima dell'uso, attualmente nelle sale. Il figlio aspirante "gieffino": «Sei milioni di italiani guardano il Grande Fratello. Siamo tutti dei c***ioni?!». I genitori all'unisono: «Sì!!!». ;-)
[Foto tratta da Mondoreality]

sabato 6 marzo 2010

Be the captain of your soul

Oggi avevo pensato di occuparmi dell'argomento del giorno (se non sai a cosa mi riferisco significa che, beato te, vivi sulla Luna :-S)... ma lo schiaffo alla democrazia e al rispetto delle regole a cui ho dovuto assistere mi ha indignata a tal punto che, per non amareggiarmi ulteriormente, preferisco parlar d'altro. Per la precisione, del film che ho visto al cinema ieri pomeriggio: Invictus, con la regia di Clint Eastwood, adattamento cinematografico del romanzo Ama il tuo nemico di John Carlin, a sua volta ispirato a fatti realmente accaduti.
Cominciando dalle mie critiche, che da punti di vista diversi potrebbero anche tramutarsi in lodi, chi lo sa... la rappresentazione oserei dire agiografica di Nelson Mandela (impersonato da Morgan Freeman, straordinario nell'interpretare un personaggio così carismatico) non approfondisce adeguatamente i problemi che l'allora presidente sudafricano si trovò ad affrontare. Inoltre, ma probabilmente è un mio limite, non sono riuscita ad appassionarmi più di tanto al trionfale percorso che ha condotto una squadra non particolarmente competitiva come gli Springboks, capitanati da François Pienaar (un Matt Damon bravo e "fisicato"), a un'insperata vittoria della coppa del mondo di rugby disputata in Sudafrica nel 1995, battendo in finale nientepopodimenoché gli All Blacks, per una volta non assistiti dalla tradizionale danza maori haka. Infine... beh, forse qualche taglio avrebbe giovato alla pellicola, della durata di 134 minuti: per quanto mi riguarda non ho trovato particolarmente avvincenti le sequenze di gara (sarei comunque curiosa di sapere come sono state girate le scene che si svolgono negli stadi gremiti).
Questi difetti che ho riscontrato, però, non possono certo far passare in secondo piano i messaggi a dir poco edificanti contenuti nella storia: la necessità di contrastare ogni forma di pregiudizio, ostilità e intolleranza, non solo dei bianchi contro i neri ma anche viceversa, e il potere che anche un elemento "futile" come lo sport può avere per unire un Paese come la Rainbow Nation, segnata da decenni di apartheid.
Due battute da ricordare, presenti anche nel trailer: «Tutti i bianchi tifano per il Sudafrica, tutti i neri tifano per l'Inghilterra. Questo deve cambiare», e la risposta data da Madiba alla sua assistente che gli domandava se il suo interesse per il rugby fosse dettato solo da un calcolo politico: «No, è umano, il calcolo».
Infine, la poesia che dava coraggio a Mandela nei lunghi anni di prigionia, intitolata per l'appunto Invictus, è del poeta inglese William Ernest Henley. Ecco i versi salienti in lingua originale.
It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.

venerdì 5 marzo 2010

Il centenario di Flaiano

Esattamente cento anni fa nasceva a Pescara Ennio Flaiano. Non potevo non ricordare questo mio illustre concittadino, scrittore (con Tempo di uccidere vinse nel 1947 la prima edizione del Premio Strega), sceneggiatore (La dolce vita di Federico Fellini, per menzionare il titolo più celebre), giornalista, umorista, critico teatrale e cinematografico. A dire il vero però lui, dopo un'infanzia di viaggi e spostamenti continui, si considerava romano: ecco cosa scriveva in proposito...
Tuttavia Roma è la mia città. Talvolta posso odiarla, soprattutto da quando è diventata l'enorme garage del ceto medio d'Italia. Ma Roma è inconoscibile, si rivela col tempo e non del tutto. Ha un'estrema riserva di mistero e ancora qualche oasi.
La frase è tratta da un numero del settimanale La fiera letteraria pubblicato nel 1971, un anno prima della sua morte.
Oggi ti propongo un'ampia scelta di sue citazioni tratte da Wikiquote. Tutte interessanti, molte ancora attualissime a decenni di distanza da quando furono scritte, se non addirittura profetiche...
Da Autobiografia del Blu di Prussia
Da quando l'uomo non crede più all'inferno, ha trasformato la sua vita in qualcosa che somiglia all'inferno. Non può farne a meno.
Il pensare ai buoni momenti del passato non ci conforta perché siamo convinti che oggi li sapremmo affrontare con maggiore intelligenza e trarne migliore profitto.
La serietà è apprezzabile soltanto nei fanciulli. Negli uomini saggi è il riflesso della rinuncia.
Sei stato condannato alla pena di vivere. La domanda di grazia, respinta.
Da Taccuino del Marziano
L'arte è un investimento di capitali, la cultura un alibi.
L'evo moderno è finito. Comincia il medio-evo degli specialisti. Oggi anche il cretino è specializzato.
Da Diario degli errori
Afflitto da un complesso di parità. Non si sente inferiore a nessuno.
Chi mi ama mi preceda.
In amore gli scritti volano e le parole restano.
La civiltà del benessere porta con sé proprio l'infelicità.
Sognatore è un uomo con i piedi fortemente appoggiati sulle nuvole.
Un libro sogna. Il libro è l'unico oggetto inanimato che possa avere sogni.
Una volta credevo che il contrario di una verità fosse l'errore e il contrario di un errore fosse la verità. Oggi una verità può avere per contrario un'altra verità altrettanto valida, e l'errore un altro errore.
Da Diario notturno
«E vissero sempre infelici e scontenti». Così, per non ingannare il suo bambino termina le favole.
Essere pessimisti circa le cose del mondo e la vita in generale è un pleonasmo, ossia anticipare quello che accadrà.
(Uh, una mano santa per il mio abituale pessimismo cosmico! ;-))
Gli italiani sono irrimediabilmente fatti per la dittatura.
Ho poche idee, ma confuse.
(Quest'ultima credo proprio che abbia ispirato il titolo del tumblr di Batchiara)
La situazione politica in Italia è grave ma non è seria.
I nomi collettivi servono a far confusione. «Popolo, pubblico...». Un bel giorno ti accorgi che siamo noi. Invece, credevi fossero gli altri.
«A causa del cattivo tempo, la Rivoluzione è stata rinviata a data da destinarsi».
Ha una tale sfiducia nel futuro che fa i suoi progetti per il passato.
Nel nostro paese la forma più comune di imprudenza è quella di ridere, ritenendole assurde, delle cose che poi avverranno.
Da Don't forget
Fra 30 anni l'Italia sarà non come l'avranno fatta i governi, ma come l'avrà fatta la televisione.
Da Frasario essenziale per passare inosservati in società
L'oppio è ormai la religione dei popoli.
Da Il gioco e il massacro
Il traffico ha reso impossibile l'adulterio nelle ore di punta.
Il vero psicanalista delle donne è il loro parrucchiere.
(Personalmente non mi ci riconosco affatto, però è carina! :-))
La stupidità degli altri mi affascina, ma preferisco la mia.
Da La solitudine del satiro
I grandi premi non vengono mai dati allo scrittore, ma ai suoi lettori. Poveracci, se li meritano.
Mai epoca fu come questa tanto favorevole ai narcisi e agli esibizionisti. Dove sono i santi? Dovremo accontentarci di morire in odore di pubblicità.
Pena e sospetto che suscitano le persone normali in un mondo dove interessa soltanto l'Eccezionale, in tutte le sue varietà. Così nell'uomo probo si è portati a vedere la canaglia di domani, o una canaglia che si nasconde, mentre nella canaglia di oggi si scopre un motivo di emozione. Abele viene sottoposto all'autopsia del cervello, Caino è invitato a scrivere le sue memorie.
Una volta in un aereo di linea capitai di posto accanto a un giovane prete che volava per la prima volta. Era entusiasta e ciarliero. Mi disse che volando l'uomo realizza inconsciamente la sua più grande aspirazione spirituale, quella di essere assunto in cielo. Gli feci osservare che le assunzioni sono di prima classe o turistica.
Appartengo alla minoranza silenziosa. Sono di quei pochi che non hanno più nulla da dire e aspettano. Che cosa? Che tutto si chiarisca? L'età mi ha portato la certezza che niente si può chiarire: in questo paese che amo non esiste semplicemente la verità. Paesi molto più piccoli e importanti del nostro hanno una loro verità, noi ne abbiamo infinite versioni. Le cause? Lascio agli storici, ai sociologi, agli psicanalisti, alle tavole rotonde il compito di indicarci le cause, io ne subisco gli effetti. E con me pochi altri: perché quasi tutti hanno una soluzione da proporci: la loro verità, cioè qualcosa che non contrasti i loro interessi. Alla tavola rotonda bisognerà anche invitare uno storico dell'arte per fargli dire quale influenza può avere avuto il barocco sulla nostra psicologia.
[La foto è tratta da Biografieonline.it]

giovedì 4 marzo 2010

Per un caffè davvero "buono"...

Quello con la tazzina di caffè è un appuntamento fisso per molti, almeno una volta al giorno. Ma difficilmente ci si chiede che strada hanno fatto gli esotici chicchi per arrivare fino a noi, oppure ci si sofferma sul fatto che spesso le politiche attuate dalle aziende torrefattrici comportano lo sfruttamento dei piccoli coltivatori di caffè nel Sud del mondo. Per approfondire la questione, puoi scaricare da qui il rapporto Caffè amaro, dal quale ho tratto le frasi che seguono.
Il gusto amaro che senti nel tuo caffè nasce da una miscela sapiente di sfruttamento, avidità e malgoverno. Il prezzo del caffè aumenta ma peggiorano le condizioni di lavoro e di vita in cui sono tenuti i contadini che lo producono. ActionAid lotta da anni al loro fianco, unisciti a noi per chiedere ai governi e alle multinazionali del settore di garantire i diritti di tutti nella produzione.
Ma, se hai solo un minuto di tempo, perché non dai almeno un'occhiata qua sotto?


Il video supporta l'iniziativa Vorrei un caffè corretto (no, in questo caso l'aggiunta di grappa non c'entra nulla ;-)), promossa da ActionAid per coinvolgere l’opinione pubblica e, allo stesso tempo, creare a livello governativo un tavolo di lavoro, composto da tutti i portatori di interesse, per garantire trasparenza, tracciabilità ed eticità lungo tutta la filiera del mercato del caffè.
Attraverso lafame.it tutti possiamo scrivere alle imprese produttrici di caffè per chiedere un prodotto ancora più gradevole e un mondo migliore in cui vivere. E c'è pure una fan page su Facebook...

martedì 2 marzo 2010

Le cose importanti

La stanchezza la fa da padrona... ma prima di andare a nanna mi è venuto in mente di rileggere un simpatico raccontino che circola in Rete da tempo, in una versione che avevo trovato su Facebook, se non ricordo male. Il titolo è La teoria del barattolo di maionese e dei due bicchieri di vino. Già che ci sono, lo pubblico per condividerlo con chi dovesse capitare da queste parti. 'Notte! :-)
Un professore, prima di iniziare la sua lezione di filosofia, pose alcuni oggetti davanti a sé, sulla cattedra. Senza dire nulla, quando la lezione iniziò, prese un grosso barattolo di maionese vuoto e lo riempì con delle palline da golf. Domandò quindi ai suoi studenti se il barattolo fosse pieno, ed essi risposero di sì.
Allora il professore rovesciò dentro il barattolo una scatola di sassolini, scuotendolo leggermente. I sassolini occuparono gli spazi fra le palline da golf. Domandò quindi, di nuovo, ai suoi studenti se il barattolo fosse pieno, ed essi risposero di sì.
Il professore rovesciò dentro il barattolo una scatola di sabbia. Naturalmente la sabbia occupò tutti gli spazi liberi. Egli domandò ancora una volta agli studenti se il barattolo fosse pieno, ed essi risposero con un sì unanime.
Il professore tirò fuori da sotto la cattedra due bicchieri di vino rosso e li rovesciò interamente dentro il barattolo, riempiendo tutto lo spazio fra i granelli di sabbia. Gli studenti risero!
«Ora», disse il professore quando la risata finì, «vorrei che voi consideraste questo barattolo la vostra vita. Le palline da golf sono le cose importanti; la vostra famiglia, i vostri figli, la vostra salute, i vostri amici e le cose che preferite; cose che, se rimanessero dopo che tutto il resto fosse perduto, riempirebbero comunque la vostra esistenza.
«I sassolini sono le altre cose che contano, come il vostro lavoro, la vostra casa, l’automobile. La sabbia è tutto il resto, le piccole cose».
«Se metteste nel barattolo per prima la sabbia», continuò, «non resterebbe spazio per i sassolini e per le palline da golf. Lo stesso accade per la vita. Se usate tutto il vostro tempo e la vostra energia per le piccole cose, non vi potrete mai dedicare alle cose che per voi sono veramente importanti.
«Curatevi delle cose che sono fondamentali per la vostra felicità. Giocate con i vostri figli, tenete sotto controllo la vostra salute. Portate il vostro partner a cena fuori. Giocate altre 18 buche! Fatevi un altro giro sugli sci! C’è sempre tempo per sistemare la casa e per buttare l’immondizia. Dedicatevi prima di tutto alle palline da golf, le cose che contano sul serio. Definite le vostre priorità, tutto il resto è solo sabbia».
Una studentessa alzò la mano e chiese che cosa rappresentasse il vino. Il professore sorrise. «Sono contento che tu l’abbia chiesto. Serve solo a dimostrare che, per quanto possa sembrare piena la tua vita, c’è sempre spazio per un paio di bicchieri di vino con un amico».

Photoshop? Tsk! :-)

[Qui accanto è raffigurato il coyote Wilber, mascotte di The GIMP]
Una delle ultime lezioni a cui ho assistito nell'ambito del corso su Linux organizzato dal PescaraLUG era dedicata a The GIMP, acronimo di GNU Image Manipulation Program, attualmente alla versione 2.6.8: per la sottoscritta è stata l'occasione per scoprire finalmente le funzionalità di quest'ottimo programma libero di fotoritocco che era già incluso nella distro Ubuntu 9.10 installata sul mio netbook. Se dal punto di vista dei professionisti del settore questo software non è ancora all'altezza del famoso Adobe Photoshop, in quanto non supporta la quadricromia (CMYK) e la stampa tipografica, per gli utenti comuni, che sono la stragrande maggioranza, The GIMP è senza dubbio la scelta migliore. Infatti...
  • offre un'ampia gamma di funzionalità, aggiunte in continuazione dall'attivissima comunità dell'open source;
  • è multipiattaforma, ossia non è disponibile soltanto per Linux ma anche per Windows e per Mac;
  • a quanto pare è risultato superiore a Photoshop in un test comparato di usabilità per i principianti (se chi era abituato al software di casa Adobe potrebbe rimanere un po' spiazzato dalla differente implementazione di alcune funzioni, chi come me non si è mai occupato di fotoritocco "si ambienterà" senza alcun problema);
  • infine è gratuito, non so se mi spiego... anche se visitando il sito da cui è possibile scaricarlo ti viene proposto con discrezione di lasciare un contributo. E mi sembra più che giusto. Scusa, quant'è che costa Photoshop? ;-)
Finora non ho avuto modo di approfondire i concetti più avanzati implicati da questo software, come i livelli, i canali e i tracciati (se ti interessa, puoi trovare delle informazioni al riguardo sulle slide proiettate durante la lezione del PescaraLUG). Mi sono solo divertita a giocherellare un po' con i filtri, applicandoli a una fotografia tratta dal mio archivio personale (che per inciso, approfittando di un buono omaggio ricevuto da Saturn, ho recentemente fatto stampare assieme ad altre undici su carta patinata, per un calendario 2010 davvero personalizzato! :-)). Per l'immagine di partenza ho scelto una risoluzione bassa (640x480), in modo tale da rendere gli effetti ottenuti più evidenti nel template del blog.
Ecco la foto originale...

... mentre il set completo delle immagini elaborate puoi trovarlo qui.
Ecco le immagini preferite dall'artista che è in me (si fa per dire, perché in questo caso non ho dovuto far altro che usare le impostazioni predefinite, o quasi ;-)).
Lo stile del Cubismo...

... quello della Pittura ad olio...

... e quello cosiddetto GIMPressionista.

Inoltre ecco l'effetto Vecchia foto, tratto dai filtri Decorativi...

... e quello Mosaico, classificato tra le Distorsioni.

Allora... che cosa stai aspettando a scaricare The GIMP? :-)