sabato 30 novembre 2019

QUESTA VOLTA NO, la misura è colma

Leggendo un post pubblicato da Lorenzo Tosa sono venuta a conoscenza di un deplorevole episodio di razzismo accaduto al rugbista Maxime Mbandà, nato a Roma nel 1993 da padre congolese e madre italiana, e raccontato ieri da lui stesso sulla sua pagina Facebook. Lo riporto qui di seguito perché fa riflettere, parecchio.
Ieri sera, dopo anni che non mi succedeva, ho subito un atto di razzismo.
Giusto appunto due giorni fa, rispondendo ad una domanda, dissi che i miei genitori mi avevano insegnato sin da piccolo ad affrontare gli episodi di razzismo col sorriso, MA QUESTA VOLTA NO.
Questa volta non erano frasi dette da un bambino che avrebbe potuto semplicemente ed ingenuamente ripetere ció che poteva aver sentito da genitori, altri bambini, televisione o qualsiasi altra fonte.
Sentirsi dire, da cittadino italiano e mulatto quale sono “VATTENE NEGRO DI MERDA, TORNATENE AL TUO PAESE” (parole tutte reperibili in qualsiasi dizionario Treccani), mi ha letteralmente ferito, deluso, danneggiato moralmente e mi ha fatto riflettere tutta la notte.
Solitamente cerco di farmi scivolare addosso tutte quelle frasi stupide che vengono passate come barzellette o frasi scherzose riguardante i NEGRI o comunque gli immigrati in generale, MA QUESTA VOLTA NO.
Sono nato in Italia da una donna sannita di Pannarano, un paesino in provincia di Benevento e da un uomo congolese, venuto in questo Paese con una borsa di studio a 19 anni e diventato un Medico Chirurgo sapendo solo lui le difficoltà a cui sia andato in contro.
Sarò sempre quel “NEGRO” che alcune persone ignoranti usano con quel tono dispregiativo e sarò sempre ITALIANO, che la gente lo voglia o no.
Sono fiero di essere il risultato dell’unione di due culture diverse e mi batteró sempre affinché vengano RISPETTATI I DIRITTI DI CITTADINO ITALIANO E DEL MONDO miei e di qualsiasi altra persona che abbia una storia analoga alla mia e che si possa chiamare Mario, Giulia, Juan, Xiang, Mohamed.
Spero tanto che alla persona in questione arrivi, anche solo per sbaglio, questo messaggio e che si faccia un esame di coscienza oltre che ritagliarsi qualche momento delle sue giornate per leggere ed acculturarsi per evitare di rimanere nella deficienza, intesa come difetto di preparazione scolastica.
#noalrazzismo
In seguito al clamore provocato dal suo sfogo, oggi Maxime è voluto tornare sulla questione.
Con quello sfogo non pensavo di creare tutto questo frastuono ma, ora che è successo, spero solo sia arrivata la parte costruttiva e positiva del messaggio!
Sono nato e cresciuto in questo splendido Paese e lo porto con fierezza, esattamente come le mie origini della Repubblica democratica del Congo che mi caratterizzano somaticamente, in giro per il Mondo ad ogni partita di Rugby che ho la fortuna di giocare.
Grazie mille a tutti, la vostra vicinanza ha ripagato tutti i pensieri ed i sentimenti di queste ultime 48 ore!
Viva l’Italia!
Credo che certi episodi sempre più frequenti la dicano lunga su che aria tira ormai da tempo in Italia... e non so più cosa sperare che possa accadere affinché il vento cambi!
P.S.: Tanto per chiarire, non è che io consideri più gravi gli episodi di razzismo che colpiscono chi è cittadino italiano dalla nascita rispetto a chi è arrivato nel nostro Paese di recente in cerca di una vita migliore, come fece a suo tempo il padre di Maxime. Per me sono tutti ugualmente inconcepibili.

venerdì 29 novembre 2019

Il lusso di avere il ciclo

Della proposta di abbassare l'IVA sugli assorbenti igienici, che secondo me vanno considerati un bene di prima necessità e incidono in misura non trascurabile sulla spesa mensile di noi donne in età fertile, si discuteva da tempo... e finalmente è stato raggiunto un primo risultato: l'aliquota è stata ridotta dall'attuale 22% al 5%. Però solo sugli assorbenti compostabili e biodegradabili, che sono un prodotto di nicchia per giunta più costoso degli altri... non certo su quelli che uso io da sempre e che sembrano alquanto "plasticosi". Di passare alla coppetta mestruale (qui un video che mostra come si usa) o alla scomodità degli assorbenti lavabili, gli ambientalisti mi perdoneranno, ma non ne ho nessuna intenzione.
Ecco alcuni link che ho raccolto nel corso del tempo sull'argomento:
  • un articolo pubblicato da Open qualche mese fa;
  • un video condiviso da Giuditta Pini per mostrare che, all'epoca del governo precedente, Lega e M5S erano contro l'abbassamento dell'IVA sugli assorbenti per proteggere l'ambiente (vedere un uomo che pretende di spiegare alle donne in che modo devono curare la propria igiene non è irritante... di più!!!);
  • un post di Fabio Salamida che citava un articolo ignobile su Laura Boldrini, rea di "pretendere sconti sugli assorbenti" (l'autore, ovviamente è un maschio);
  • un video solo in apparenza satirico che mostra come sarebbe il mondo se gli uomini avessero il ciclo.
A proposito di IVA... poiché sugli scontrini rilasciati dal supermercato dove faccio la spesa io – ma probabilmente anche da molti altri – sono riportate le aliquote associate a ciascun prodotto, mi sono messa a spulciarli, scoprendo cose interessanti e a tratti inaspettate.
  • L'aliquota del 4%, quella più bassa possibile, è applicata ai generi alimentari di prima necessità: frutta e verdura fresche (mentre l'IVA sui famigerati sacchetti compostabili nei quali vanno confezionate è al 22%), frutta secca, verdure surgelate, latte, formaggi e latticini, olio, pasta, riso, pane e derivati (piadine e cracker compresi).
  • Ci sono poi le piante aromatiche come basilico e rosmarino, tassate al 5%.
  • Passando all'aliquota del 10%, troviamo cibi pronti da cuocere freschi (pasta ripiena, fettine di carne, hamburger, cotolette...) e surgelati (dalle pizze ai bastoncini di pesce), sughi, affettati e insaccati, yogurt, zucchero, biscotti, merendine e dolciumi vari, snack salati, spezie, verdure sott'olio e sotto sale, olive denocciolate (mentre quelle intere sono tassate al 4%), succhi di frutta (ma solo alcuni, mentre la maggior parte sono inspiegabilmente tassati al 22%).
  • Infine, nella fascia dei "beni di lusso" con aliquota al 22% abbiamo l'acqua minerale (eccerto, per amor di sostenibilità devi per forza bere quella del rubinetto, anche se fa schifo), bibite gassate, alcolici, caffè, tè e tisane, ma soprattutto tutti i prodotti per la cura della casa e della persona: detersivi, carta igienica e da cucina, sapone, shampoo, dentifricio, deodorante... e chi più ne ha più ne metta.
Ora io sono d'accordo che sia sacrosanto pretendere l'IVA agevolata su tutti gli assorbenti perché, come ho già detto, non sono certo un optional e il loro acquisto pesa non poco sul budget di noi donne... ma che sul sapone debba gravare la stessa aliquota che è applicata ai cosmetici, nun me sta bene che no! (cit. Simone di Torre Maura)

giovedì 28 novembre 2019

L'Argento e il Ferro

Si può dire che oramai quanto di veramente interessante passa in televisione lo guardo "in differita" su YouTube o sui social: è il caso di due video tratti da trasmissioni andate in onda sulle reti Rai nei giorni scorsi.
Dario Argento, il più famoso regista italiano di film horror, invitato come ospite d'onore alla prima puntata del programma comico-satirico Stati generali su Rai3, ha parlato di un argomento a lui particolarmente congeniale: la paura. E non è difficile intuire a chi fossero indirizzate le sue frecciate!

Invece del profondo rosso a far paura oggi è il nero, e i registi del moderno terrore non lavorano al cinema: sfruttano la paura in modo semplice ed economico, per sbancare il botteghino elettorale. Si chiama "meccanismo della suspense" e, come spiegò Hitchcock a Truffaut in una famosa intervista, consiste nell'indurre un effetto ansiogeno nello spettatore.
Per esempio racconti al pubblico che c'è uno straniero in città che ha un volto di un colore diverso dal tuo, una religione diversa dalla tua, e di sicuro ti ruberà i soldi, la donna, il lavoro. E magari metti in scena due ragazze che si amano, e racconti che questa love story minaccerà la tua famiglia, le tue radici, e non si sa come farà sparire tutte le tue tradizioni, Natale compreso. Paura?
Insomma, oggi crei il terrore non con un assassino, un serial killer, una strega, un'entità sovrannaturale: crei il terrore dicendo che quello che è diverso da te è pericoloso.
Però allora voglio dire questa cosa, che io di questa nuova paura non voglio essere il maestro, perché io non ho mai avuto paura delle persone differenti da me: perché dovrei averla? Anche io sono stato sempre differente da tutti, e questa è stata la mia fortuna, come può essere la fortuna di tutti.
È una bella cosa essere diversi, quando il mondo intorno ti lascia essere diverso in santa pace. La paura non viene quando ci scopriamo tutti differenti: la paura vera, il terrore puro, viene quando ci scopriamo tutti uguali. Fatevelo dire da uno che di paura ne sa qualcosa.
C'è poi Tiziano Ferro il quale, dopo aver presentato il suo nuovo album a Che tempo che fa su Rai2, si è esibito in un emozionante monologo contro il bullismo e gli hater. Un fenomeno che il cantante ha subìto in prima persona, anche da parte di "colleghi" del mondo dello spettacolo: lui stesso ha ricordato che nel 2011, poco tempo dopo il suo coming out, quel "rapperonzolo" di Fedez, nel testo del brano Tutto il contrario, gli dedicò l'avvilente rima "Cristicchi/ficchi".


Le parole hanno un peso. Ma non lo ricordiamo. Ed è questo il dramma che si nasconde dietro i messaggi di bullismo.
Le parole hanno un peso. Ne ribadisco la pericolosità. Ed è necessario esserne consapevoli, quando le si scaglia contro l'animo di un adolescente troppo fragile per poter decidere o scegliere.
Le parole hanno un peso. Grasso, puttana, nano, disadattato, frocio, criminale, negro, vecchia, terrone, raccomandato, pezzente, ritardato, troia, fallito, anoressica, cornuto, handicappato, frigida, inferiore, mongoloide!!!
Le parole hanno un peso. Nella vita e sugli schermi. E per carità, smettiamola di difenderci tirando in ballo l'ironia e il sarcasmo: quelle sono arti delle quali bisogna imparare il mestiere. Non confondiamo le acque. E i livelli.
Le parole hanno un peso. E certe ferite resistono nel tempo. L'apologia dell'odio non è un reato che dovrebbe poter cadere in prescrizione. Ma in questo Paese una legge contro l'odio non c'è, quindi: bulli e odiatori italiani, tranquilli, siete liberi! Io intanto aspetto tempi migliori, nei quali le parole magari un giorno avranno un peso.

mercoledì 27 novembre 2019

Je speak français comme si nothing was

Oltre all'italiano che è la mia lingua madre, conosco anche il francese – che ho studiato alle medie e alle superiori e, pur avendolo in seguito praticamente messo da parte, quando mi capita sottomano un testo nell'idioma transalpino lo capisco ancora piuttosto bene – e l'inglese – che ho cominciato a studiare in prima liceo e continuo a praticare per lavoro e per diletto, anche se dovrò ancora lavorare parecchio sulla proficiency nella comunicazione orale. Di recente mi sono imbattuta nell'immagine qui sotto...


... e nell'articolo You Can’t Read This Article Si T’es Pas Bilingue, e rendendomi conto che riuscivo a comprenderne il contenuto in scioltezza mi sono "gasata" all'idea di potermi considerare bi-tri-lingue. Poi sui social ho visto che anche certi miei contatti che il francese non l'avevano mai studiato si vantavano dello stesso risultato... e beh, mi sono un po' sgonfiata! :-/ E tu, come te la cavi?

martedì 26 novembre 2019

Sveglia, tira su quella tendina!

Se hai mai viaggiato in aereo, ti sarai chiesto perché bisogna tirare su le tendine dei finestrini prima dell'atterraggio. In tal caso – ma anche se non ti era mai passato per l'anticamera del cervello, eppure adesso muori dalla voglia di saperlo ;-) – continua a leggere, e troverai la traduzione dell'articolo Why do we have to raise airplane window blinds before landing? pubblicato sul sito di Lonely Planet.
Se sei un frequent flyer [avendo acquistato proprio oggi Prima l'italiano di Vera Gheno in formato Kindle al prezzo imperdibile di 99 centesimi, sarei stata quasi tentata di tradurre "volatore frequente"... ma faceva troppo "effetto Ventennio"! NdC], probabilmente hai udito un membro dell'equipaggio dire questo: «Prima dell'atterraggio, assicuratevi che le tendine siano tirate su...». Ma perché è necessario? Ce lo spiega l'esperto di aviazione John Walton.
Perché ci viene chiesto di tirare su le tendine dei finestrini in aereo?
Non è soltanto per darti una visione migliore fuori dal finestrino all'atterraggio, anche se questo è un vantaggio collaterale. Come per molte delle cose che dobbiamo fare sui voli, si tratta di una questione di sicurezza. Aprire la tendina è una buona idea per una combinazione di ragioni. Prima di tutto, darà ai tuoi occhi il tempo di adattarsi al livello di luce all'esterno. Se si tratta di un volo diurno, non uscirai fuori da una cabina buia sbattendo le palpebre per la luce accecante, e se è notte sarai in grado di vedere meglio. (Questo è anche il motivo per cui di notte le luci della cabina vengono abbassate prima dell'atterraggio, casomai te lo stessi chiedendo)
In secondo luogo, aprire la tendina aiuta l'equipaggio a vedere fuori. Non è solo che i loro occhi devono adattarsi: è molto utile avere una visione d'insieme di quello che accade fuori dall'aereo. Spesso i posti dell'equipaggio sono rivolti all'indietro e, nel caso in cui dovesse verificarsi qualche genere di incidente, è utile che abbiano una rapida occhiata su qualsiasi problema.
L'apertura delle tendine aiuta in caso di emergenza?
Gli aerei sono progettati e testati – e l'equipaggio è addestrato – per far scendere tutti dall'aereo in meno di novanta secondi, se necessario. Durante l'addestramento, i membri dell'equipaggio imparano a valutare la sicurezza di ciò che sta accadendo fuori dall'aereo, e devono essere in grado di vedere fuori, proprio come te. I passeggeri sono occhi extra per l'equipaggio nel caso in cui qualcosa vada storto, quindi non dovresti mai sentirti sciocco nel porre domande. Tenere aperta la tendina significa che, nella rarissima eventualità in cui i servizi di emergenza debbano operare sull'aereo, possono vedere l'interno in modo rapido e semplice. E, naturalmente, avere più luce che entra nella cabina è una buona idea se c'è qualche genere di fumo. Nel caso in cui sia necessario effettuare una rapida uscita di emergenza fuori dall'aereo, questo la rende più sicura per te e per tutti gli altri intorno a te.
Ci sono anche alcuni vantaggi extra. Quando è il momento che l'aereo si prepari per il suo prossimo volo, avere tutti i finestrini aperti significa che i controlli delle ali possono essere effettuati più facilmente, come la verifica della presenza di ghiaccio in inverno, o qualsiasi altra cosa che possa non andar bene. E, cosa che c'entra poco o niente con la sicurezza, avere le tendine aperte rende anche più facile e più ovvio pulire i finestrini se necessario, sia che si tratti di un equipaggio dedicato alla pulizia o di un assistente di volo che dà una pulita veloce nel caso in cui un marmocchio abbia strofinato le sue dita appiccicose su tutto il tuo bel finestrino pulito!
Potrebbe interessarti sapere cosa può succedere se non si mette il telefono in modalità aereo durante il volo... ma il relativo articolo te lo lascio da leggere e da tradurre per conto tuo! ;-)

lunedì 25 novembre 2019

Semplificare troppo non serve a niente

Quando oggi ho visto il post pubblicato da Taffo Funeral Services in occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne...


... di primo acchito mi è sembrato efficace, oltre che in linea con l'approccio scanzonato seguito dall'impresa funebre più attiva sui social. Ma poi, riflettendoci meglio, l'ho trovato a dir poco semplicistico. Ad esempio...
  • Esiste anche (almeno) una terza categoria di donne, alla quale ho la fortuna di appartenere: quelle che non subiscono alcuna violenza dal loro compagno, il quale le ama e le rispetta a tal punto che non si sognerebbe mai di torcere loro un capello o di maltrattarle in altri modi.
  • Denunciare le violenze subite non è affatto una garanzia di sopravvivenza, anzi. Purtroppo le cronache riferiscono spesso episodi di uomini che dopo essere stati denunciati hanno completamente perso la testa e sono divenuti vendicativi e violenti come non mai nei confronti delle loro vittime, quasi mai adeguatamente protette dallo Stato, non di rado arrivando a ucciderle.
  • Last but not least, questo approccio al problema ha il difetto di concentrarsi sulla vittima, quasi colpevolizzandola se non denuncia, anziché sul carnefice. Certo, educare i maschi fin dalla più tenera età a non considerare le femmine come esseri inferiori di loro proprietà di cui disporre a proprio piacimento è un obiettivo assai articolato che non si può certo racchiudere in un meme. Ma un primo passo fondamentale sarebbe smetterla di veicolare messaggi negativi tramite canali apparentemente innocui come il cinema, le serie TV e la musica: questo articolo pubblicato su Open fa abbastanza impressione.
Infine, per celebrare (in)degnamente la giornata odierna, niente di peggio della concorrente della Prova del Cuoco la quale ha ringraziato il marito per averle, bontà sua, dato il permesso di partecipare al programma pur essendo "un po' gelosino".

venerdì 22 novembre 2019

Che s'ha da fa' pe' campa'

Alcuni degli youtuber che segu(iv)o, allo scopo di portare a casa la pagnotta, si son dovuti rassegnare a realizzare video palesemente sponsorizzati; i The Jackal, per fare un esempio, sono quasi sempre riusciti a farlo in maniera così brillante che gli perdono senz'altro di essersi "venduti", mentre da altri – come i ragazzi di Casa Surace – se devo essere sincera mi sarei aspettata di meglio.
Ho trovato particolarmente divertente una serie di quattro video promozionali realizzati dal comico Maccio Capatonda, al secolo Marcello Macchia.
[Il prodotto pubblicizzato non lo cito, dirò solo che si tratta di biscotti farciti con l'aggettivo "sbagliato" nella denominazione ;-)]

giovedì 21 novembre 2019

Speak as you eat!

«Come paaarlaaaaa?!?!?! Le parole sono importantiiiiiii!!!!!»: lo diceva, anzi lo urlava, Nanni Moretti in una delle sue citazioni più note, tratta dal film Palombella rossa. E ieri avrei quasi voluto gridarlo io – mentre invece mi sono limitata a sgranare impercettibilmente gli occhi e a scuotere ancor più impercettibilmente il capo – a un mio collega che aveva chiesto, testualmente, «Sull'outcome del reshape dell'office si sa qualcosa?». :-O
Guarda caso, proprio oggi la mia "facciamica" Vera Gheno, sociolinguista di professione con svariati libri appena usciti o di prossima uscita, ha lanciato una sorta di sondaggio sulle parole più fastidiose: i risultati sono piuttosto interessanti.
Concludo riportando una citazione di Umberto Galimberti che mi pare capiti proprio a fagiuolo. ;-)
Come ha evidenziato Heidegger, riusciamo a pensare limitatamente alle parole di cui disponiamo, perché non riusciamo ad avere pensieri a cui non corrisponde una parola. Le parole non sono strumenti per esprimere il pensiero, al contrario sono condizioni per poter pensare.

mercoledì 20 novembre 2019

La sinistra riparta da Ezio GreggiOH WAIT

È da ieri che ne parlano tutti, e anch'io non potevo certo esimermi. Giorni fa il comune di Biella – seguendo ahimè il pessimo esempio della mia città di provenienza, Pescara – ha negato la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, superstite dell'Olocausto, con la scusa che non aveva fatto nulla di particolare per Biella. Giusto una settimana dopo, con un infelice tempismo tale da rendere impossibile non sospettare che si sia voluto dare uno schiaffo morale agli antifascisti, il sindaco dello stesso comune, il leghista Claudio Corradino, ha deciso di concedere il riconoscimento al comico Ezio Greggio, nato a Cossato – che adesso in effetti si trova in provincia di Biella – quando ancora faceva parte della provincia di Vercelli. Ecco le motivazioni della decisione.
Si conferisce a Ezio Greggio il titolo di Cittadino Onorario per la popolarità televisiva come conduttore, giornalista, attore e regista; per il suo costante impegno attraverso l’associazione “Ezio Greggio per i bambini prematuri”; per aver contribuito a diffondere in Italia e nel mondo il nome di Biella.
E in effetti, come racconta Lorenzo Tosa, Greggio è degno della massima stima per il suo impegno – del quale finora ero del tutto all'oscuro – a favore dei bimbi prematuri, preso oltre vent'anni fa, dopo aver vissuto in prima persona il terribile rischio di perdere il suo figlioletto neonato.
Ma Ezio Greggio ha rifiutato con gentile fermezza il conferimento, adducendo una motivazione encomiabile.
Il mio rispetto nei confronti della senatrice Liliana Segre, per tutto ciò che rappresenta, per la storia, i ricordi e il valore della memoria, mi spingono a fare un passo indietro e non poter accettare questa onorificenza che il Comune di Biella aveva pensato per me. Non è una scelta contro nessuno ma una scelta a favore di qualcuno, anche per coerenza e rispetto a quelli che sono i miei valori, la storia della mia famiglia e a mio padre che ha trascorso diversi anni nei campi di concentramento.
E alla fine il sindaco, per quanto un po' maldestramente, si è scusato dandosi pure del cretino; bisogna riconoscere che non è da tutti.
P.S.: Il titolo del post allude al fatto che Greggio in fondo non sarebbe granché credibile come leader della sinistra, non avendo mai nascosto la propria fede berlusconiana fin dai tempi della discesa in campo del suo datore di lavoro...

martedì 19 novembre 2019

Non lasciarti influenzare!


A quanto pare l'influenza stagionale ha già fatto visita a un sacco di persone... ma se tu non sei tra queste fai ancora in tempo a vaccinarti. Il vaccino è altamente raccomandato, e per giunta gratuito, per chi appartiene alle categorie a rischio e per chi ha a che fare con loro, ma personalmente lo consiglierei a chiunque: suvvia, a chi è che piace stare una settimana a letto con la febbre?!
Riporto qui di seguito alcuni post interessanti al riguardo.




P.S.: Ah, io mi sono vaccinata due settimane fa, come faccio immancabilmente da anni: non mi stancherò mai di ripetere che sono "sì-vax"! :-)

lunedì 18 novembre 2019

Tanti zeri appresso a un uno

Durante la scorsa puntata di Piazzapulita su LA7, lo scrittore e drammaturgo fiorentino Stefano Massini – che (mea culpa) non conoscevo, comunque adesso ho tutta l'intenzione di mettermi in pari almeno con questa playlist, in verità non molto aggiornata – ha interpretato un monologo potentissimo, che merita assolutamente una trascrizione.
Io stasera vorrei cominciare mostrandovi una fotografia: questa che adesso vedrete.
Viene da pochi giorni fa, a Varsavia. Centocinquantamila persone che scendono in piazza non per chiedere nuovi diritti e nuove libertà, bensì scendono in piazza per chiedere restrizioni, leggi speciali... Trent'anni dopo il muro di Berlino caduto, scendono in piazza per chiedere muri. Muri contro chiunque: muri contro gli ebrei, muri contro gli stranieri, muri contro i diversi, muri contro gli omosessuali... muri, muri, muri. Ed è incredibile che questo avvenga in Polonia, cari amici miei, perché se c'è uno stato in Europa che ha provato sulla propria pelle dolorosamente cosa sia la dittatura, prima nazista e poi comunista, quella è proprio la Polonia. La Polonia è il paese dove c'erano i campi di sterminio. La Polonia è il paese che ha dato cinque milioni e cinquecentomila civili morti ad Adolf Hitler. Eppure oggi, senza alcuna memoria, si scende in piazza con la svastica. È incredibile, questo sta accadendo in tutto il mondo; cioè, siamo completamente privi di memoria. È come se qualcuno, dopo aver avuto la peste o il colera, miracolosamente guarito, dopo un po' di tempo scendesse in piazza e dicesse «Ridatemi la peste, ridatemi il colera, quanto era bella quella sensazione di trovarsi in fin di vita!».
La dittatura. Io stasera vorrei parlarvi di questo. Come nasce la dittatura? Come si forma la dittatura? In che modo prende forma? Beh, una risposta possibile l'ho avuta qualche giorno fa con un piccolo episodio, ma un episodio piccolo davvero, perché riguarda i piccoli, cioè i bambini. Mi è successa una cosa assolutamente semplice: ero col mio cane, e sono entrato dentro un giardinetto pubblico dove c'erano la classica altalena, lo scivolo, il girello e dei bambini di varie età che stavano giocando appena usciti da scuola. Beh, io ero lì col cane e improvvisamente vedo che c'è un bambino in disparte che sembra più interessato a salutare il mio cane che non a giocare coi compagni di classe. Mi rivolgo a lui, comincio a parlarci un po', mi dice che si chiama Marco e che ha sette anni. Beh, io gli chiedo «Marco, ma perché non giochi con i tuoi compagni di classe?». E Marco mi indica lo scivolo, dove ci sono tutti dei bambini che stanno giocando, e mi dice, in toscano mi dice «No, 'un posso andare a gioca' sullo scivolo, perché lì c'è Kevin, e decide tutto come si de'e giocare lui». A questo punto la mia attenzione di scrittore va tutta su questo personaggio, Kevin. Mi giro a guardare lo scivolo, e vedo che in effetti c'è un bambino che sta dando le indicazioni lui di come giocare. Non solo ha deciso che lo scivolo bisogna usarlo all'incontrario, cioè bisogna salire dal davanti e scendere dal dietro, ma è addirittura lui che dà i turni, a chi tocca salire, a chi tocca scendere, e a qualcuno dà perfino i voti su come ha fatto l'operazione. A quel punto io mi rigiro al bambino, a Marco, e gli dico «Scusa, ma tu gliel'hai detto a Kevin che lo scivolo non è suo, e che anche tu hai diritto di giocare come vuoi?». Il bambino mi dà una vera lezione di politica, perché scrollando la testa come fossi uno scemo mi dice «No, unnè Kevin, e son quell'altri». E se ne va.
È una vera lezione, perché aveva ragione. Mi metto a guardare Kevin, e mi rendo conto che Kevin non ha niente in particolare rispetto agli altri; non è più grande di età o più, diciamo, prestante come stazza, no. Semplicemente, Kevin è uno che riesce a imporsi. E gli altri, gli altri fra i quali probabilmente ciascuno di noi, che cosa fanno? Beh, semplicemente cedono per pigrizia. Sì, pigrizia. Spesso i leader carismatici nascono per questo, per pigrizia. Perché vedete, amici miei, la democrazia, che è una cosa splendida, però è una fatica. Perché la democrazia è uno sforzo: implica avere un'idea e difenderla, implica che con qualcuno che non la pensa come te tu abbia lo sforzo di metterti a discutere, pur rispettandosi, e questo è uno sforzo. È uno sforzo che talvolta non abbiamo voglia di compiere, e quindi diciamo «Massì, io delego tutto a Kevin e decide lui che gioco fare, decide lui quando tocca a me, decide lui se l'ho fatto bene o l'ho fatto male». Questo è il leader carismatico. Questa è la figura alla quale noi siamo disposti talvolta a cedere la possibilità di decidere in totale, anche se questo ci costa in qualche modo la perdita di spazi più o meno grandi della nostra libertà... di decidere come usare lo scivolo.
Poi accade molte volte che il leader carismatico diventa qualcos'altro, diventa un dittatore; questo avviene quando Kevin non è soltanto colui che decide come gli altri giochino, ma è anche colui a cui si deve la salvezza di tutto il parco giochi. E allora, per rimanere in piedi, molte volte Kevin cosa farà?, si inventerà un nemico, un nemico interno. Adolf Hitler lo fece con gli ebrei, Stalin lo fece coi kulaki. Ognuno si è inventato in qualche modo un nemico, perché soltanto con la paura si rimane in piedi.
La dittatura. Mi sono domandato come avrei potuto io, da autore, da scrittore, o perlomeno presunto sedicente tale, cercare di insegnare qualcosa sui pericoli della dittatura, e anche sul trucco della dittatura, a chi stava dall'altra parte, a quei bambini. E allora mi sono dato una risposta, che forse la più bella lezione sulla dittatura l'ha data un grande poeta italiano, Trilussa. Ed è con lui che io stasera, a modo mio, vorrei raccontare ai bambini, semplicemente, come prende forma la dittatura: col dialogo fra l'uno e lo zero. È semplicissimo: c'è l'uno che dialoga con lo zero, e gli dice «Certo che tu sei proprio niente, eh? E io sono poco più di te. Beh, io sono una cosetta: rispetto al due sono la metà, rispetto al tre sono un terzo, non parliamo del sette, dell'otto e del nove che sono tanto più avanti di me. Però, anche se sono una cosetta da niente, io sai che c'è, caro zero?, ho imparato il trucco. E io qua cosa faccio? Prendo tutti gli zeri come te, me li metto appresso, ed è così che divento 10, 100, 1000... anche un milione, se mi ci metto. Ed è così che fanno i dittatori; in realtà sono poca cosa, ma con tutta la gente che si mettono dietro, con tutti gli zeri che mettono in fila, è così che diventano qualcuno. Anzi no: che diventano proprio il numero uno.
P.S.: La poesia di Trilussa Li nummeri, che è in dialetto romanesco, Massini l'ha parafrasata; ecco qui l'originale.
Conterò poco, è vero:
- diceva l'Uno ar Zero -
- ma tu che vali? Gnente: propio gnente.
sia ne l'azzione come ner pensiero
rimani un coso vôto e inconcrudente.
Io, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te,
lo sai quanto divento? Centomila.
È questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
che cresce de potenza e de valore
più so' li zeri che je vanno appresso.

domenica 17 novembre 2019

Piccoli geni

Ecco alcuni criteri di divisibilità oserei dire elementari, che dovrebbero essere noti a tutti o quasi:
  • un numero è divisibile per 2 se e solo se la sua ultima cifra decimale è pari;
  • un numero è divisibile per 3 se la somma delle sue cifre è 3 o un suo multiplo (nel caso in cui tale somma sia un numero maggiore di 9, si può eseguire di nuovo l'operazione);
  • un numero è divisibile per 5 se la sua ultima cifra è 0 oppure 5;
  • un numero è divisibile per 10 se la sua ultima cifra è zero.
Probabilmente è meno conosciuto il criterio di divisibilità per 11: un numero è divisibile per 11 se la differenza (in valore assoluto) tra la somma delle sue cifre di posto dispari e la somma delle sue cifre di posto pari dà come risultato 0, 11 o un multiplo di 11.
Un criterio di divisibilità per 7 che fosse di semplice applicabilità invece non lo conoscevo nemmeno io, finché non ho letto questo post pubblicato sulla pagina I love Mathematics.
Il dodicenne nigeriano residente nel Regno Unito, Chika Ofili, è stato insignito di un riconoscimento speciale per aver fatto una nuova scoperta in matematica: ha appena scoperto una nuova formula per la divisibilità per 7.

Ecco la traduzione del testo proiettato alle spalle di Chika.
Test di Chika per verificare la divisibilità per 7
Moltiplica l'ultima cifra per 5 e aggiungila al numero rimanente.
Ad esempio, prendi il numero 532.
53 + 2×5 = 63
63 è un multiplo di 7, quindi 532 è un multiplo di 7.
Oppure prendi il numero 987.
98 + 7×5 = 133
13 + 3×5 = 28
28 è un multiplo di 7, quindi sia 133 che 987 sono multipli di 7.
Se vai avanti, finirai sempre con 7 o 49 se il numero originale è un multiplo di 7.
Prendi il numero 2996.
299 + 6×5 = 329
32 + 9×5 = 77
7 + 7×5 = 42
4 + 2×5 = 14
1 + 4×5 = 21
2 + 1×5 = 7
Sarà vero che si tratta di una scoperta originale del giovanissimo Chika? Esaminando la cronologia della summenzionata pagina di Wikipedia, sembrerebbe che queste informazioni fossero già disponibili online da tempo... ma non voglio credere che il ragazzino abbia fatto fessi così bene i membri della commissione che gli ha assegnato il riconoscimento: immagino che sia stato premiato perché nonostante l'età è riuscito ad arrivarci per conto suo. :-)
A proposito di bambini prodigio, ha fatto notizia il caso di Laurent Simons, il bambino olandese di 9 anni che sta per laurearsi in ingegneria elettronica, notoriamente non proprio una facoltà delle più abbordabili. Mi permetto di "rubare" – tanto è pubblica – la battuta del mio "facciamico" Alessandro al riguardo: «Pare che l'INPS abbia già opzionato il piccolo Laurent che si sta per laureare a 9 anni. Bambino prodigio + quota 100 = 90 anni di contributi». :-D

sabato 16 novembre 2019

Non ci posso credere, deve essere un fake

Quando l'altroieri ho visto su Facebook lo screenshot del tweet nel quale Matteo Salvini, in occasione della manifestazione per Lucia Borgonzoni al PalaDozza di Bologna, dichiarava con enfasi che «gli ospedali saranno aperti di notte, di sabato e di domenica, come in Veneto», il mio primo pensiero è stato che dovesse essere per forza un fake: non può averlo detto davvero, dai... lo sanno tutti che persino nelle zone più disagiate d'Italia – e lasciamo stare l'Emilia-Romagna, che ha un sistema sanitario d'eccellenza – di notte e nei weekend non si smette di certo di assistere i ricoverati e di accogliere chi arriva in pronto soccorso. Anche se dover avere a che fare in qualsiasi modo con quel figuro mi fa ribrezzo, ho aperto il suo profilo Twitter e ho verificato che il tweet era autentico. Nelle discussioni sui social qualcuno ha osservato che la proposta non era priva di senso: estendere la fascia oraria in cui è possibile sottoporsi a visite ed esami ospedalieri servirebbe ad accorciare le famigerate liste d'attesa. In un paese ideale magari sì, obietto io, non certo in uno che taglia continuamente i fondi alla sanità pubblica: come li paghiamo, i medici e le risorse necessari per far fronte a tutto ciò?
Anche se io tutto sono fuorché una simpatizzante di Salvini, quando le spara troppo grosse mi viene il dubbio che possa trattarsi di una fake news... I suoi sostenitori, invece, ragionano al contrario, cioè bollano come fake qualunque notizia che possa ledere l'immagine "eroica" del loro idolo; un caso particolare di quel bias di conferma di cui parlavo giorni fa. Ecco un esempio tristemente illuminante.


All'indomani della sentenza di condanna dei carabinieri che picchiarono selvaggiamente Stefano Cucchi provocandone la morte, un mio "facciamico" ha condiviso l'immagine qui sopra, che riporta una dichiarazione rilasciata qualche tempo fa da Salvini riguardo a Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, la quale si è battuta strenuamente per avere giustizia. Ebbene, anche se sarebbe bastata una ricerca su Google per verificare che Salvini quelle parole le aveva pronunciate davvero, tentando subito dopo di metterci una pezza (su Bufale.net c'è anche l'audio), parecchi commentatori negando l'evidenza hanno parlato di fake news creata ad arte dai fomentatori d'odio. Detto dai seguaci di un politico che ha fatto carriera speculando sui peggiori istinti degli italiani, farebbe quasi sorridere... se non ci fosse da piangere.
Nel corso della discussione sorta in calce al post del mio "facciamico" c'è stato uno scambio di battute davvero surreale, che riporto anonimizzandolo.
A: Giusto per togliervi dal dubbio: non è un fake, è la trascrizione di una dichiarazione fatta durante un'intervista (vista da tante persone, compresa la sottoscritta).
B: non era cosí
A: e come era?
B: non mi serve convincerti [basta, finito qua]
A proposito del caso Cucchi, un giornalista di Fanpage.it ha chiesto a Salvini se, alla luce della sentenza, non ritenesse di dover porgere delle scuse alla famiglia. E lui, glissando completamente sulle sue dichiarazioni dell'epoca, ha risposto «Perché, ho ucciso qualcuno, io? Non posso chiedere scusa per eventuali errori altrui», aggiungendo con rara faccia tosta «Devo chiedere scusa anche per il buco nell'ozono?» (la solita vecchia tattica di far finta di non capire, tanto i tuoi fan non capiranno per davvero). E ha concluso ribadendo più volte, con un insopportabile tono paternalistico e da presa per i fondelli, il concetto che «la droga fa male sempre e comunque e io combatto la droga in ogni piazza». In questo modo ha parlato alla pancia degli italiani più cinici, quelli che considerano Cucchi solamente un tossico che tanto presto o tardi sarebbe morto lo stesso. Peccato che nessuno gli abbia chiesto conto della stretta di mano con l'ultrà milanista Luca Lucci, il quale tre mesi prima aveva patteggiato un anno e mezzo di carcere per spaccio di droga. Ma tanto già all'epoca lui aveva cercato di minimizzare...

venerdì 15 novembre 2019

Mi sa che preferisco i Vangeli

Quest'oggi condivido la traduzione della parte finale dell'articolo Top 10 worst Bible passages (I 10 peggiori brani della Bibbia) pubblicato 10 anni fa sul sito del Telegraph, che mi è capitato di leggere recentemente. La classifica è stata compilata dai lettori del sito cristiano umoristico shipoffools.com. Simon Jenkins, editor del sito, ha affermato che l'idea alla base del sondaggio è stata quella di far riflettere le persone sui pericoli di citare selettivamente dalla Bibbia. Come puoi notare dai link, i versetti non li ho tradotti usando Google Translatehm, avvalendomi del mio talento naturale come traduttrice, ma li ho presi pari pari dal sito www.bibbia.net.
  1. Il consiglio di San Paolo sul fatto che alle donne sia consentito insegnare agli uomini in chiesa: «Non permetto alla donna di insegnare né di dominare sull'uomo; rimanga piuttosto in atteggiamento tranquillo» (Prima lettera a Timoteo, 2:12).
  2. In questo versetto Samuele, uno dei primi capi di Israele, ordina un genocidio contro un popolo vicino: «Va', dunque, e colpisci Amalèk, e vota allo sterminio quanto gli appartiene; non risparmiarlo, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini» (Primo libro di Samuele, 15:3).
  3. Un ordine di Mosè: «Non lascerai vivere colei che pratica la magia» (Esodo, 22:17).
  4. La fine del Salmo 137, che è stato trasformato in una hit calypso da discoteca da Boney M, viene spesso omessa dalle letture in chiesa: «Figlia di Babilonia devastatrice, beato chi ti renderà quanto ci hai fatto. / Beato chi afferrerà i tuoi piccoli e li sfracellerà contro la pietra» (Salmo 137, 8-9).
  5. Un'altra storia raccapricciante dal Libro dei Giudici, in cui un israelita viene intrappolato in una casa da una folla ostile e manda la sua concubina per placarli: «Ma quegli uomini non vollero ascoltarlo. Allora il levita afferrò la sua concubina e la portò fuori da loro. Essi la presero e la violentarono tutta la notte fino al mattino; la lasciarono andare allo spuntar dell'alba. Quella donna sul far del mattino venne a cadere all'ingresso della casa dell'uomo presso il quale stava il suo padrone, e là restò finché fu giorno chiaro. Il suo padrone si alzò alla mattina, aprì la porta della casa e uscì per continuare il suo viaggio, ed ecco che la donna, la sua concubina, giaceva distesa all'ingresso della casa, con le mani sulla soglia. Le disse: "Àlzati, dobbiamo partire!". Ma non ebbe risposta. Allora il marito la caricò sull'asino e partì per tornare alla sua abitazione» (Giudici, 19:25-28).
  6. San Paolo condanna l'omosessualità nel capitolo iniziale della Lettera ai Romani: «Similmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento» (Lettera ai Romani, 1:27).
  7. In questa storia tratta dal Libro dei Giudici un capo israelita, Iefte, fa avventatamente un voto a Dio, che deve essere rispettato: «Iefte fece voto al Signore e disse: "Se tu consegni nelle mie mani gli Ammoniti, chiunque uscirà per primo dalle porte di casa mia per venirmi incontro, quando tornerò vittorioso dagli Ammoniti, sarà per il Signore e io lo offrirò in olocausto". Quindi Iefte raggiunse gli Ammoniti per combatterli e il Signore li consegnò nelle sue mani. Egli li sconfisse da Aroèr fin verso Minnit, prendendo loro venti città, e fino ad Abel-Cheramìm. Così gli Ammoniti furono umiliati davanti agli Israeliti. Poi Iefte tornò a Mispa, a casa sua; ed ecco uscirgli incontro la figlia, con tamburelli e danze. Era l'unica figlia: non aveva altri figli né altre figlie. Appena la vide, si stracciò le vesti e disse: "Figlia mia, tu mi hai rovinato! Anche tu sei con quelli che mi hanno reso infelice! Io ho dato la mia parola al Signore e non posso ritirarmi"» (Giudici, 11:30-35).
  8. Il Signore parla ad Abramo e gli ordina di sacrificare suo figlio: «Riprese: "Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va' nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò"» (Genesi, 22:2).
  9. «Nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore» (Lettera agli Efesini, 5:21-22).
  10. «Domestici, state sottomessi con profondo rispetto ai vostri padroni, non solo a quelli buoni e miti, ma anche a quelli prepotenti» (Prima lettera di Pietro, 2:18).

giovedì 14 novembre 2019

Soffro lo stress

Nella gestione dello stress, soprattutto sul lavoro, sono abbastanza carente, ahimè. Sia ben chiaro, per tutto il turno mi sforzo di mantenere il controllo, di tenere duro e raramente mi schiodo dalla mia postazione – forse è proprio questo il mio errore più grosso – ma quando alla fine esco dall'ufficio è un vero sollievo "staccare". Ecco due immagini che ho trovato sul web al riguardo...


(In realtà mentirei se affermassi che sul lavoro mi sento messa particolarmente sotto pressione; il problema è che sono io, la prima a pretendere il massimo da me stessa)


«Come evitare lo stress al lavoro: [prima e unica regola] non andare al lavoro». Mi sembra un tantinello, come dire, drastico... ;-)

mercoledì 13 novembre 2019

C'è bisogno di gentilezza

Avrei voluto celebrare l'odierna giornata mondiale della gentilezza andando controcorrente e limitandomi a condividere questa dissacrante vignetta di Fabio Magnasciutti...


... ma poi sono tornata in me: io avrò tutti i difetti di questo mondo, ma sono una persona gentile, e quindi mi sembra giusto condividere il video con cui Niccolò Pagani, campione del quiz televisivo L'Eredità, ha annunciato che si ritirava dalla gara per tornare al suo lavoro, anzi alla sua missione: l'insegnamento, una delle professioni più importanti al mondo.


Un discorso che trabocca di gentilezza e di tanti altri valori preziosi che sembravano ormai in via di estinzione. Ce ne fossero, di insegnanti come Niccolò, mi viene da dire...

martedì 12 novembre 2019

Salviamo l'Emilia-Romagna!

È opinione piuttosto diffusa che la regione Emilia-Romagna sia tra le meglio amministrate d'Italia; lo testimoniano tra l'altro il tweet che puoi vedere qui accanto, e questo post di una romagnola DOC. Eppure, secondo i più recenti sondaggi sulle intenzioni di voto per le elezioni regionali del 26 gennaio prossimo, è praticamente testa a testa fra il presidente – chi vuo' fa' l'americano lo chiamerebbe "governatore" – uscente Stefano Bonaccini del PD e la candidata del centrodestra, la leghista Lucia Borgonzoni... anche se costei non potrà contare sul voto del padre, di opposte vedute politiche, perché «Lucia è brava, ma io Salvini non lo voto» (il mio, di padre, era solito affermare che si dovesse votare la persona e non il partito, ma a mio parere il nesso Lega-Salvini è talmente inestricabile da non poter essere ignorato).
Amici emiliani e romagnoli, ho digerito a fatica il fatto che l'Umbria, regione tradizionalmente "rossa", si sia convertita al leghismo... A gennaio vedete di non fare brutti scherzi pure voi, ché quest'altro colpo non lo reggerei!
P.S.: Eviterò di commentare l'inqualificabile azione – degna del nazismo più che del fascismo, ammesso e non concesso che i "fasci" siano meno peggio – messa in atto a Bologna dal parlamentare Galeazzo Bignami e dal consigliere comunale Marco Lisei, entrambi di Fratelli d'Italia, perché mi vengono in mente solo parolacce...

lunedì 11 novembre 2019

Nuvoloni neri all'orizzonte

L'odierno aforisma del giorno di Wikiquote, attribuito ad Albert Einstein...
Non mi preoccupo mai del futuro, arriva sempre abbastanza presto.
... non mi ha affatto rasserenata come probabilmente era nelle intenzioni del grande fisico tedesco, anzi. Mi è venuto spontaneo metterlo in relazione con questa vignetta di Altan...


... e con quest'altra vignetta che contribuisce a farmi prefigurare scenari nefasti in caso di voto anticipato, a maggior ragione visti i risultati dei sondaggi più recenti.

sabato 9 novembre 2019

Viva RaiPlay!

Se ho intitolato così il post, non l'ho fatto per tessere le lodi dell'omonimo programma televisivo di Fiorello che è andato in onda in anteprima su Rai 1 e sul portale multimediale RaiPlay da lunedì scorso fino a ieri sera dopo il telegiornale delle 20 e che dalla settimana prossima sarà disponibile soltanto su RaiPlay, appunto. Fiorello è indubbiamente uno showman versatile, completo e di talento, ma lo trovo un tantinello sopravvalutato: tutto quello che fa è preceduto da un'aspettativa e accompagnato da un'eco mediatica a mio avviso sproporzionate.
Ciò premesso, in questo post non volevo parlare di Fiorello – anche se in fin dei conti l'ho fatto, pure troppo ;-) – bensì della gran quantità di contenuti di qualità a disposizione su RaiPlay. Che non mancassero i film lo sapevo già, ma alcune chicche le ho scoperte grazie all'articolo 50 film che puoi vedere gratis su internet – oltre che su RaiPlay, anche su Popcorn Tv e su VVVVID – pubblicato su Wired. I film che mi interessavano – e che si aggiungono alla sempre più lunga lista di cose che non ho tempo di vedere e libri che non ho tempo di leggere – li ho scaricati da RaiPlay tramite Pastylink, perché per me che sono approdata su internet all'epoca del 56k lo streaming video è un lusso al quale faccio fatica ad abituarmi. ;-) Giusto un paio – tra cui Lo chiamavano Jeeg Robot del quale rimasi entusiasta quando lo vidi al cinema e che avrei rivisto volentieri – non risultano disponibili; strano, perché l'articolo è stato pubblicato l'altroieri, e tenderei ad escludere che in soli due giorni possa essere cambiato qualcosa dal punto di vista dei diritti.

giovedì 7 novembre 2019

I dolori della giovane (?) sviluppatrice

Oggi è stato il giorno della prova per cui ho passato lo scorso weekend, e non solo, a studiare... e niente, non è andata; vorrà dire che ci riproverò a breve, ma questa volta eviterò di dire alcunché prima, per scaramanzia! ;-)
[Cielo, una simile forma di superstizione non è da me, stento a riconoscermi, lo schioffo – con questo termine dialettale, al quale corrisponde il verbo "schioffare", si era soliti definire un brutto voto o in generale la prestazione insoddisfacente di uno studente quando andavo a scuola a Pescara – deve proprio avermi dato alla testa]
Comunque, siccome la faccenda riguarda l'informatica, condivido alcuni memi raccolti nel corso del tempo – pagine Facebook come I am Programmer,I have no life. e Programmers will conquer the Hello World sono fonti inesauribili per amanti del genere – disposti in ordine alfabetico secondo il nome del file... ché stasera sono davvero troppo stanca e scoraggiata per riuscire a fare di meglio.

martedì 5 novembre 2019

Eicosipentalogo per forumisti

[Il titolo del post l'ho ideato dopo essermi chiesta come potesse chiamarsi un "decalogo" fatto di 25 regole, traducendo venticinque in greco con Google Traduttore. Al momento Google non segnala nessun altro risultato di questo termine di ricerca: conto anche su di te per diffondere un pochino il verbo, anzi il sostantivo! ;-)]
Poiché una sia pur minima parte della mia attività lavorativa si svolge sui forum e mi tocca vederne di tutti i colori, traduco volentieri le 25 Forum Posting Etiquette Tips (25 regole di galateo per pubblicare sui forum) che ho trovato su Top Ten Reviews.
Qual è il galateo per la pubblicazione sui forum online? Non esistono regole chiare, ma di seguito sono riportate alcune linee guida che potresti voler seguire:
  1. Leggi le regole e le linee guida del forum prima di pubblicare per la prima volta.
  2. Ricerca gli altri post per vedere se il tuo argomento è già stato trattato.
  3. Usa un titolo significativo per il tuo thread.
  4. Non usare un forum per promuovere il tuo prodotto, servizio o attività.
  5. Sii civile. Le divergenze personali dovrebbero essere gestite tramite e-mail o messaggistica istantanea, e non tramite post visualizzati da tutti.
  6. Non andare fuori tema.
  7. Ignora gli spammer, rispondi loro personalmente e non tramite il forum, oppure segnalali.
  8. Non pubblicare un post che richiede ai lettori di scaricare un allegato di grandi dimensioni. Spiega l'allegato oppure, meglio ancora, fornisci un link alle informazioni.
  9. Preferisci il testo semplice all'HTML se vuoi che il tuo post sia leggibile da tutti.
  10. Per essere capito dalla maggior parte delle persone, usa l'ortografia e la grammatica corrette ed evita termini gergali, a meno che tu non sappia che la parola o la frase sarà compresa dagli altri membri.
  11. Non fare post doppi (pubblicare lo stesso messaggio due volte in un thread) oppure cross-posting (pubblicare lo stesso messaggio su più forum).
  12. Agisci secondo il principio "dare e ricevere": aiuta gli altri almeno tanto spesso quanto chiedi aiuto.
  13. Non usare tutte maiuscole o GRIDA nei tuoi post. Inoltre è sufficiente un punto esclamativo.
  14. Quando rispondi a un post, non citare dal post precedente più del necessario.
  15. Non pubblicare nuovi problemi nel thread di qualcun altro interrompendo un argomento di discussione.
  16. Non usare il thread di qualcun altro per una conversazione privata.
  17. La maggior parte dei forum proibisce materiale piratato, crack o download illegali di software e cose simili.
  18. Tieni a bada il tuo senso dell'umorismo, i post possono essere letti da persone provenienti da una molteplicità di contesti e fasce di età.
  19. Non usare una firma enorme e fastidiosa, una firma modesta va bene, i moderatori possono comunque rimuovere quelle grandi.
  20. Non pubblicare informazioni che desideri mantenere private. I post non dovrebbero contenere informazioni personali identificabili o contenuti imbarazzanti per gli altri.
  21. Non pubblicare contenuti che violano un copyright.
  22. Non pubblicare risposte vuote o inutili, come un semplice "LOL" oppure "fico". Pubblica risposte solamente quando hai un contributo da offrire.
  23. Scrivi in ​​maniera concisa e non divagare.
  24. Non usare parole come "urgente" o "importante" nella riga dell'oggetto, sii paziente.
  25. Non rimproverare i novellini.
Dall'alto della mia esperienza in materia – ih ih ih ;-) – mi permetto di aggiungere una ventiseiesima regola: se hai trovato un thread attinente all'argomento di tuo interesse, che però non viene più aggiornato da anni e anni, non chiedere aiuto inviando una risposta a quel thread (anche perché probabilmente non se la filerà nessuno) ma piuttosto aprine uno nuovo!

domenica 3 novembre 2019

Altri scarabocchi introversi

È da giovedì che non pubblico nulla: weekend lungo all'insegna della pazza gioia? Ma manco pe' gnente: parecchio studio (ebbene sì, se va tutto bene magari ti aggiornerò a breve), qualche grana burocratico-sanitaria da risolvere, nonché il recupero di qualche ora di sonno arretrato, che ci voleva proprio.
Vabbe', per placare la mia crisi d'astinenza da blogging, condivido alcune vignette uscite su Introvert doodles successivamente alla pubblicazione del mio post al riguardo.