giovedì 30 settembre 2021

Per aspera ad astra

Di recente l'ex astronauta Paolo Nespoli, una delle persone che ammiro di più in assoluto sebbene l'abbia menzionato solo un paio di volte in questo blog, ha pubblicato il post seguente.

L’ultimo anno e mezzo è stato duro per tutti: il covid, il distanziamento sociale e la didattica a distanza ci hanno provati per benino, e nel migliore dei casi ci hanno costretti a cambiare le nostre abitudini, i nostri ritmi, le nostre priorità.
Non fossero bastate le difficoltà, io mi sono trovato in una situazione imprevista e ulteriormente complicata: ho scoperto di avere un linfoma al sistema nervoso centrale che oggi, dopo mesi di cure, è sotto controllo. L’avaria sembra risolta, avremmo detto nello spazio; vedo la proverbiale “luce alla fine del tunnel” diventare sempre più grande!
Non aggiungo altro se non una riflessione, potrà sembrare banale ma la sento e l’ho sempre sentita mia, un approccio alle cose, una filosofia che arriva direttamente da un modo di dire spaziale: bisogna avere coraggio e dare tutto se si vuole puntare alle stelle.
Per aspera ad astra

Il giorno dopo, ringraziando commosso per l'affetto e per i tantissimi messaggi di supporto ricevuti, ha riportato alcuni link che lo riguardavano, tratti dal Corriere e da Italian Tech.

Il chimico Dario Bressanini, il quale sta affrontando traversie analoghe anche se rischia "soltanto" di perdere la vista da un occhio, gli ha mandato un abbraccio virtuale di solidarietà su Twitter.

mercoledì 29 settembre 2021

Questione di decorum

Riguardo al caso della statua che non esito a definire indecente – passino le forme generose, il problema è che è stata rappresentata a mo' di "Miss Vestito Bagnato" allo scopo di esaltarle, quelle forme, peraltro in maniera del tutto gratuita dal momento che si trattava di una contadina e non di una che viaggiava per mare – dedicata al personaggio letterario della spigolatrice di Sapri, faccio a meno di articolare un parere mio, ma ne prendo a prestito due che trovo del tutto condivisibili.

Il primo è quello del giornalista Lorenzo Tosa.

Avrei voluto evitare di parlare della spigolatrice di Sapri.
Poi mi sono imbattuto, mio malgrado, in centinaia, migliaia di commenti secondo cui, se non vi piace quella statua, allora “siete come i talebani”, “odiate la bellezza”, “vi fa paura un cu**” o, ancora, “applaudite Victoria dei Maneskin o Chiara Ferragni se si denudano, ma se vedete un sedere su un’opera d’arte allora l’artista è un porco schifoso.” Giuro, ho letto anche questo.
E sto sperando ardentemente che siate in malafede, ma tanto.
Perché non posso credere che qualcuno davvero non riesca a capire la differenza enorme tra libertà sessuale e sessualizzazione della donna.
La differenza tra la scelta delle donne e la scelta dell’artista (stranamente uomo).
Che non capiate la differenza tra una donna che, liberamente, sceglie di mostrarsi nuda o svestita senza dover chiedere il permesso a nessun uomo o marito o dover rendere conto a bigotti e bacchettoni e una statua che dovrebbe rappresentare una contadina dell’800 e ideali risorgimentali, e non certo gli stereotipi estetici di un maschio contemporaneo o un catalogo di Victoria’s Secret.
Nessuno si scandalizza per un cu**.
Ma è scandaloso che l’unico elemento caratteristico per rappresentare una donna lavoratrice siano due chiappe all’aria racchiuse in un tanga (quale contadina nell’800 non si spaccava la schiena sui campi di grano in tanga?).
Esattamente come grideremmo allo scandalo di fronte a una statua che raffigurasse un Premio Nobel per la Fisica con il seno al vento, una scienziata in completo intimo o un politico del passato con le pudenda di fuori.
Non perché sia imbarazzante un seno, vergognoso un intimo o censurabili le pudenda, ma semplicemente perché è l’ultimo modo in cui, per fortuna, decidiamo di rappresentare l’intelligenza, l’ingegno o la cultura.
Per dirla in modo chiaro, quella statua non è sessista perché mostra un cu** di donna ma perché il cu** è l’unica idea possibile di donna che rappresenta.
L’unica differenza tra voi e i talebani è che loro lo coprono, voi lo ostentate. Ma, per entrambi, non esiste altro.
Questo, in una parola, è il maschilismo.

Il secondo – per prevenire possibili obiezioni del tipo «Non conoscete la storia dell'arte, che è piena di nudi!» – è quello della storica dell'arte Chiara Savettieri.

In questa pausa pranzo, voglio fare qualche considerazione, da storica dell'arte, sulla statua della Spigolatrice di Sapri che ha destato molte polemiche facendo gridare allo scandalo sessista. Aggiungo: giustamente. Tuttavia mi pare che sia utile andare oltre l'urlo scandalizzato e fare qualche considerazione che approfondisca il problema.
Lo scandalo deriva dal fatto che questa lavoratrice dei campi, che secondo la poesia di Mercantini, avrebbe seguito Pisacane e i suoi nel combattimento antiborbonico (conclusosi con un massacro), è raffigurata in abito succinto, molto aderente, tale da mettere ben in evidenza delle forme femminili secondo il canone (o meglio presunto tale) attuale - seni, cosce e sedere estremamente sodi stile fitness - e non certo secondo il gusto ottocentesco (che apprezzava corpi dalle linee ben più morbide).
Ora, la storia dell'arte, dall'antichità in poi, è piena di nudi femminili, in cui le cosiddette curve sono ben messe in evidenza (la statua in questione tecnicamente non è un nudo, ma nei fatti l'abito molto aderente lo tende tale). Il nudo femminile però fino press'appoco all'Olympia e al Dejeuner sur l'herbe di Manet era riservato fondamentalmente alle dee e alle figure mitologiche. Nell'Ottocento appunto con Manet ed altri artisti avviene una rottura del codice del nudo a cui hanno accesso donne normali, nel caso dell'Olympia, tra l'altro, una prostituta.
Potremmo leggere, forzando la mano ed anche di molto, tutto questo in chiave maschilista (semplificando che i nudi esprimono una visione sessista della donna), quando molto più probabilmente tutti questi nudi rivelano la fascinazione del corpo femminile sugli artisti, corpo non solo come oggetto erotico, ma corpo come oggetto estremamente complesso dal punto di vista della forma, dei volumi, delle ombre e della luce, che pone tutta una serie di problemi formali da risolvere nel momento in cui lo si rappresenta. Questo è il significato dello studio dal nudo femminile nelle Accademie: i giovani artisti si trovano dinanzi a una modella senza abiti e cercano di riprodurne i tratti corporei. In quel momento, quello dello studio del nudo dal vero, - chiedetelo a qualunque artista abbia fatto questa pratica - non esiste il corpo in quanto oggetto di desiderio, ma il corpo in quanto problema formale.
Perché allora il nudo della Spigolatrice è scandaloso e sessista, dopo che abbiamo visto i nudi di Manet, di Munch, di Klimt, di Schiele e tantissimi altri?
Il problema, in questo caso, è il decorum. Cosa è il decorum? E' una categoria rinascimentale, ma di origine antica (derivante addirittura dalla teoria degli ordini architettonici vitruviana), secondo cui una forma deve essere "adatta" alla funzione che deve svolgere e al soggetto raffigurato. La Spigolatrice è una donna umile e coraggiosa, che sposa la causa antiborbonica e che sfida anche la consuetudine per cui gli uomini combattono e le donne stanno a casa. Quindi, indipendentemente dal fatto che dal punto di vista storico l'artista non l'ha raffigurata correttamente (ad esempio con il costume della sua epoca che non era certo una camicia da notte attillata), non ha centrato il soggetto. Vorremmo vedere una donna coraggiosa, anticonvenzionale, e invece vediamo una pin up simile a quelle di certe trasmissioni TV. Certamente, nell'arte contemporanea il decorum non esiste più come criterio. Tuttavia siamo in presenza di un'opera a destinazione pubblica che ha una funzione celebrativa e di questo un artista deve sempre tenere in conto: può sentirsi libero, però in qualche modo deve rendere il suo soggetto riconoscibile anche a chi ad esempio ignora la poesia. Poteva certo rifiutare la verisimiglianza storica, ma per darci una interpretazione nuova, per farci vedere il soggetto sotto un punto di vista originale, e invece cade nella più bieca banalità e nella ripetizione di un presunto canone estetico quale viene propinato dai mezzi di comunicazione di massa.
Infine, c'è un altro problema, e non da poco. In un'epoca come la nostra in cui si dibatte molto sugli stereotipi sessisti legati al corpo femminile, l'artista pecca contro il decorum da un punto di vista più profondo e forse ancora più grave. Non si pone infatti alcun problema relativamente a questo dibattito, sembra che questo non lo riguardi. Ora le opere d'arte non devono per forza essere "politicamente corrette" se mi lasciate passare questa espressione tanto in voga. Tuttavia in un'opera pubblica (e non privata e immessa nel mercato) il problema del contesto culturale un artista se lo deve porre. Rappresentare una donna oggi in una statua ha un significato molto diverso rispetto ai secoli passati.
Rimproveriamo dunque all'artista la banalità della sua scelta, o meglio la superficialità. Ed anche il cattivo gusto.

martedì 28 settembre 2021

L'importanza del lato B dei cavalli

Di recente su Facebook mi sono imbattuta di nuovo nella storiella seguente, che circola in maniera virale da anni.

Lo scartamento standard degli Stati Uniti (distanza tra i binari) è di 4 piedi e 8 pollici e mezzo. Un numero molto preciso, se ci pensate.
Come mai?
Beh, ovviamente perché era così che veniva costruita la ferrovia in Inghilterra; e gli ingegneri che hanno progettato le prime ferrovie in america erano inglesi.
E perché gli inglesi costruivano così le ferrovie?
Perché le prime linee ferroviarie erano state costruite dalle persone che avevano costruito i primi tram e quella era la misura usata.
E quindi perché, vi direte voi, quel particolare numero?
Perché quelli che hanno costruito i tram hanno usato gli stessi attrezzi e ricambi che venivano utilizzati per costruire i carri, con quel distanziamento tra le ruote.
E allora perché i carri avevano quella particolare strana distanziatura delle ruote?
Beh, se avessero usato un qualsiasi altro distanziamento, le ruote del carro si sarebbero rotte più spesso sulle vecchie strade a lunga distanza in Inghilterra. Perché quella era la distanza che lasciavano i solchi delle ruote dei primi carri che avevano circolato in Inghilterra.
E chi aveva costruito quelle vecchie strade?
La risposta, questo forse lo sapete, è stata quella Roma “Caput Mundi” che costruì le prime strade a lunga distanza in Europa (compresa l’Inghilterra) per le loro legioni. Quelle strade furono usate, fin da allora, con quei solchi, a quella particolare distanza.
I carri da guerra romani lasciarono quei solchi e chiunque si sia messo a comandare dopo, in Europa (e non solo, evidentemente) ha dovuto adattarsi oppure correre il rischio di distruggere le loro ruote dei loro carri. Pertanto, la misura standard degli Stati Uniti d’America di 4 piedi e 8 pollici e mezzo deriva dalle specifiche originali di un carro da guerra romano imperiale. Si sa: le tradizioni sono spesso dure a morire…
E allora la domanda è: ma come mai quella era la larghezza dei carri dell’esercito imperiale romano? La risposta è molto pratica, derivando da un popolo campione di pragmatismo come quello romano: per poter accogliere le chiappe di due cavalli da guerra.
E ora, il colpo di scena della storia:
Quando vedi uno Space Shuttle nella rampa di lancio, noterai due grandi razzi attaccati ai lati del serbatoio principale, sono detti SRB. Gli SRB sono realizzati da Thiokol in una fabbrica nello Utah. Gli ingegneri li avrebbero progettati un po’ più cicciottelli ma gli SRB dovevano essere spediti in treno dalla fabbrica al sito di lancio. E quella linea ferroviaria della fabbrica attraversa delle montagne in cui ci sono delle gallerie. E gli SRB dovevano passare in quei tunnel. Il tunnel è, chiaramente, un poco più ampio del binario ferroviario, e il binario ferroviario, come ora sapete, è largo quanto il culo di due cavalli.
Quindi, una fondamentale caratteristica di progettazione per lo Space Shuttle, il sistema di trasporto più avanzato mai concepito dall’uomo, è stato determinato più di duemila anni fa dalla larghezza del culo di un cavallo. E tu che pensavi che essere il culo di un cavallo non fosse importante…
È anche interessante considerare che questa misura influenzò anche la prima auto costruita per il grande pubblico, la Ford modello T, che presentava lo stesso identico scartamento tra le ruote.

(Puoi trovarla qui dopo la versione originale in inglese)

Forte, no?!?

Già... peccato che si tratti di una bufala, sia pur con un fondo di verità, se vogliamo. Lo spiega Bufalopedia, che comunque conclude

Questo non toglie che la storiella è carina e illustra un principio universale: che ogni tecnologia eredita qualcosa dalle precedenti e dopo un po' si perde traccia del motivo per cui si usano certe misure o certi standard ma si va avanti a usarli lo stesso. E soprattutto che la burocrazia è eterna e cieca.

lunedì 27 settembre 2021

Per un pugno di like

All'inizio di agosto, pochi giorni dopo l'incendio che ha devastato la "mia" Pineta Dannunziana, il politico pescarese Berardino Fiorilli ha riferito che una coppia intenzionata a farsi un selfie sul luogo del disastro, non trovando focolai accesi (per fortuna), aveva ben pensato di accenderne uno "piccolino" per poter rendere la propria foto più interessante. Non ho parole, solo parolacce!

La scorsa settimana dei turisti in gita in località Camosciara, nel comune di Civitella Alfedena (AQ), nel cuore del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, volendo riprendere un'orsa che avevano adocchiato – si chiama Giacomina, e se cerchi con Google scoprirai che è una vera celebrità del Parco :-) – con lo scopo di postare il video sui social si sono avvicinati troppo, facendola sentire minacciata e provocando la sua reazione: un cosiddetto attacco bianco, ovvero una zampata a mo' di avvertimento. Il video si interrompe bruscamente proprio in quel momento. Per fortuna dei turisti – e pure di Giacomina, ché purtroppo è nota la fine che fanno quasi sempre gli animali selvatici "rei" di aver aggredito gli umani addentratisi nel loro territorio – non è accaduto nulla di grave. Comunque, qui l'esperto spiega come la reazione dell'orsa sia stata praticamente inevitabile, e quanto il comportamento dei turisti sia stato sconsiderato.

Lascio a te le dovute riflessioni sulla mania di protagonismo alimentata dai social che mette a nudo la stupidità umana con un'evidenza che sarebbe stata impensabile fino a qualche anno fa...

domenica 26 settembre 2021

La donna più potente al mondo

Oggi i cittadini tedeschi hanno votato il rinnovo del parlamento; si decide anche chi diventerà il prossimo cancelliere tedesco al posto di Angela Merkel, la quale tre anni fa aveva annunciato il proprio ritiro dalla politica alla scadenza del mandato. Insomma, finisce l'era Merkel. L'infografica qui sotto mostra l'avvicendamento di capi del governo/di stato in vari Paesi tra cui l'Italia nei quasi sedici anni in cui la politica di centrodestra – con alle spalle un dottorato in chimica fisica, non so se mi spiego! – è stata a capo del governo tedesco.

Guardando la foto qua sotto non posso non riconoscerle un carisma invidiabile.

Ai livelli più alti della politica italiana temo che non ce ne siano ancora, di donne all'altezza della Merkel dal punto di vista dell'autorevolezza e della competenza. Di sicuro non Virginia Raggi, la quale si appresta ad affrontare le elezioni comunali a Roma dopo cinque anni abbastanza fallimentari da sindaca della Capitale, con buona pace di un suo fan che ha avuto l'ardire di scrivere...

... e del suo "mentore" Beppe Grillo, il quale l'ha immaginata in veste di gladiatrice. Quale miglior commento di questo qua sotto? :-D

sabato 25 settembre 2021

Voglio essere buona

Da almeno tre anni, quando si tratta di andare a mangiar fuori, prenoto quasi sempre tramite l'app di TheFork; ne parlai a suo tempo qui. Grazie a TheFork non solo posso individuare i ristoranti dove c'è posto senza bisogno di chiamare – il che, per una persona allergica al telefono come me, è senza dubbio un valore aggiunto ;-) – ma ho scoperto svariati locali carini che frequento tuttora – tranne uno... purtroppo la mia adorata hamburgeria dove festeggiammo il San Valentino 2019 e quello 2020, poco prima che scoppiasse la pandemia, non è sopravvissuta alla crisi economica, e temo che il fatto che non avesse potuto/saputo implementare un servizio di asporto e consegna a domicilio abbia avuto il suo peso – e continuo a scoprirne.

L'esperienza di stasera a cena, comunque, è stata la peggiore da quando utilizzo TheFork. Servizio a dir poco approssimativo, prezzi esagerati in rapporto alla qualità resi accettabili soltanto dallo sconto del 25%, e mettiamoci pure il mancato controllo del green pass sebbene fossimo al chiuso... Un disastro, direi.

Probabilmente non ci metteremo pù piede, eppure non me la sento di lasciare una recensione negativa, che potrebbe scoraggiare ulteriori clienti dal prenotare, e contribuire al fallimento dell'attività. I due "camerieri" che ci hanno servito, e che ci hanno fatto aspettare almeno mezz'ora prima di portarci i menù perché erano convinti che avessimo già ordinato (evidentemente non avevano notato il nostro atteggiamento un tantino spazientito), non la finivano più di scusarsi per l'inconveniente; peraltro parevano entrambi abbastanza avanti con l'età, e la donna non parlava neanche bene l'italiano. Con ogni probabilità si trattava di un'attività a conduzione familiare, di recente apertura; posso solo sperare che trovino il modo di aggiustare il tiro...

venerdì 24 settembre 2021

Mi sembrava una faccia conosciuta...

Certo che la mente umana è davvero sorprendente: è capace di individuare i lineamenti di un viso conosciuto nei contesti più impensati, come questi rimasugli di sugo in un piatto che aspettano la "scarpetta" (ah, la pareidolia!)...

... oppure in questo mosaico di pezzetti di legno colorato (allontanarsi un po' e/o socchiudere gli occhi può facilitare le cose).

Se non l'hai riconosciuto, eccoti qiualche aiutino: si tratta di un celebre pittore vissuto nell'Ottocento il cui volto è passato alla storia grazie ai suoi autoritratti.

giovedì 23 settembre 2021

Come scrivere bene

Di recente mi sono imbattuta nell'immagine qui sotto...

... che elenca in inglese alcune regole sui generis – nel senso che ciascuna di esse viene spiegata infrangendola – per scrivere bene in inglese. Mi sono quindi tornate in mente le quaranta geniali regole analoghe pubblicate dal mai abbastanza compianto Umberto Eco nella sua rubrica dal titolo La bustina di Minerva ospitata sull'ultima pagina de L'Espresso, e poi diventata un libro.

  1. Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.
  2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.
  3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.
  4. Esprimiti siccome ti nutri.
  5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.
  6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.
  7. Stai attento a non fare… indigestione di puntini di sospensione.
  8. Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.
  9. Non generalizzare mai.
  10. Le parole straniere non fanno affatto bon ton.
  11. Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.”
  12. I paragoni sono come le frasi fatte.
  13. Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).
  14. Solo gli stronzi usano parole volgari.
  15. Sii sempre più o meno specifico.
  16. L’iperbole è la più straordinaria delle tecniche espressive.
  17. Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.
  18. Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.
  19. Metti, le virgole, al posto giusto.
  20. Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile.
  21. Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale: peso el tacòn del buso.
  22. Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.
  23. C’è davvero bisogno di domande retoriche?
  24. Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe — o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento — affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.
  25. Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia.
  26. Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile.
  27. Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!
  28. Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.
  29. Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche, e simili.
  30. Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del 5 maggio.
  31. All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo).
  32. Cura puntiliosamente l’ortograffia.
  33. Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni.
  34. Non andare troppo sovente a capo.
    Almeno, non quando non serve.
  35. Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione.
  36. Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato.
  37. Non costruire frasi in cui la conclusione non segua logicamente dalle premesse: se tutti facessero così, allora le premesse conseguirebbero dalle conclusioni.
  38. Non indulgere ad arcaismi, hapax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differenza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competenze cognitive del destinatario.
  39. Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che.
  40. Una frase compiuta deve avere.

Secondo qualcuno si tratta di un (eccellente) adattamento dall'inglese delle Rules for Writerers di fonte ignota.

  1. Verbs HAS to agree with their subjects.
  2. Prepositions are not words to end sentences with.
  3. And don't start a sentence with a conjunction.
  4. It is wrong to ever split an infinitive.
  5. Avoid cliches like the plague. (They're old hat.)
  6. Also, always avoid annoying alliteration.
  7. Be more or less specific.
  8. Parenthetical remarks (however relevant) are (usually) unnecessary.
  9. Also too, never, ever use repetitive redundancies.
  10. No sentence fragments.
  11. Contractions aren't necessary and shouldn't be used.
  12. Foreign words and phrases are not apropos.
  13. Do not be redundant; do not use more words than necessary; it's highly superfluous.
  14. One should NEVER generalize.
  15. Comparisons are as bad as cliches.
  16. Don't use no double negatives.
  17. Eschew ampersands & abbreviations, etc.
  18. One-word sentences? Eliminate.
  19. Analogies in writing are like feathers on a snake.
  20. The passive voice is to be ignored.
  21. Eliminate commas, that are, not necessary. Parenthetical words however should be enclosed in commas.
  22. Never use a big word when substituting a diminutive one would suffice.
  23. Kill all exclamation points!!!
  24. Use words correctly, irregardless of how others use them.
  25. Understatement is always the absolute best way to put forth earth-shaking ideas.
  26. Use the apostrophe in it's proper place and omit it when its not needed.
  27. Eliminate quotations. As Ralph Waldo Emerson said, "I hate quotations. Tell me what you know."
  28. If you've heard it once, you've heard it a thousand times: Resist hyperbole; not one writer in a million can use it correctly.
  29. Puns are for children, not groan readers.
  30. Go around the barn at high noon to avoid colloquialisms.
  31. Even IF a mixed metaphor sings, it should be derailed.
  32. Who needs rhetorical questions?
  33. Exaggeration is a billion times worse than understatement.
  34. Avoid "buzz-words"; such integrated transitional scenarios complicate simplistic matters.
  35. Proofread carefully to see if you any words out.

mercoledì 22 settembre 2021

Cadono le foglie

Stasera celebro l'equinozio d'autunno nell'emisfero boreale – che a differenza di ciò che si tende a credere non si è verificato ieri, 21 settembre, bensì oggi alle 21:21 ora italiana – condividendo l'odierno Google Doodle reso disponibile sotto forma di GIF animata...

(ma siccome tutto è relativo, non dimentichiamo che nell'emisfero australe oggi comincia la primavera)


... un'adorabile vignetta di wawawiwacomics (c'è anche un video associato)...

... e infine una scritta vagamente pessimistica pressoché intraducibile in italiano.

(Il gioco di parole si basa sul fatto che in inglese americano fall significa sia autunno, in alternativa ad autumn, sia caduta)

martedì 21 settembre 2021

Una piccola parte di me donata alla scienza

L'anno scorso, non ricordo esattamente in che periodo, ho partecipato all'indagine EPICOVID-19 promossa dal prestigioso CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) compilando un questionario, e per l'occasione ho dato la mia disponibilità a partecipare a ulteriori studi.

Il 26 aprile scorso sono stata informata via e-mail dal CNR

del fatto che il Consiglio Nazionale delle Ricerche, il maggiore ente di ricerca italiano, ha avviato il Progetto SerGenCOVID-19, che consiste in un’indagine su base nazionale mirata allo studio sia della risposta anticorpale all’infezione da parte del virus che causa il COVID-19, sia della risposta alla vaccinazione. Infatti, lo studio prevede di seguire nel corso di un intero anno, ad intervalli regolari, i soggetti che lo vorranno, mediante una raccolta di dati clinici e di un campione di sangue che consentirà di ottenere informazioni sull’andamento nel tempo della risposta anticorpale e sugli effetti delle differenze individuali sul livello di anticorpi specifici.
Sarà inoltre valutata la possibile influenza di fattori genetici sulla capacità dell’organismo di rispondere non solo all’infezione da parte del virus ma anche alla vaccinazione.
La sua partecipazione è importante, aiuterà a sviluppare protocolli mirati per una più corretta gestione, nel tempo, dei soggetti affetti dalla malattia o vaccinati, e a meglio comprendere i meccanismi immunitari che ci proteggono dalla malattia virale.

Nel caso in cui fossi stata interessata a partecipare all'iniziativa, avrei dovuto completare la registrazione sul portale del progetto, cosa che ho fatto senza esitazioni. L'e-mail di conferma mi ha informata che

Tra qualche giorno sarà contattato per fissare l’appuntamento per eseguire il test sierologico.

Aspetta... aspetta... ma niente! Avranno mica provato a contattarmi per telefono? (Ammesso e non concesso che io gli abbia dato il mio numero, mica me lo ricordo) In ufficio il cellulare prende talmente male...

E invece, il 4 agosto scorso, mi è stato fissato l'appuntamento per il primo prelievo per la data di oggi. Dopo aver compilato qualche giorno fa un breve questionario inerente alla malattia (nel caso in cui l'avessi contratta), alla vaccinazione e ad altre eventuali patologie o terapie in atto, oggi ho preso il pomeriggio di permesso dal lavoro, e dopo pranzo mi sono recata nel laboratorio indicatomi, situato a Milano in zona viale Certosa, dove ho avuto molte più difficoltà a trovare parcheggio di quante ne avrebbe avute una persona meno imbranata, ma vabbè. ;-) Ero tutta entusiasta, con in serbo un sacco di domande che contavo di fare al medico che speravo di incontrare... ma niente da fare, né la receptionist né l'infermiera che ha effettuato il prelievo hanno saputo dirmi alcunché, perché si occupa di tutto il CNR.

Ebbene, tra un mesetto avrò i risultati delle analisi, non soltanto il test sierologico grazie al quale finalmente potrò sapere quanti accidenti di anticorpi contro il COVID-19 ho sviluppato grazie ai signori Pfizer e BioNTech: ho dato il mio consenso anche all'effettuazione di analisi genetiche relative al COVID-19 e a malattie correlate, perché sarò strana io, ma l'eventualità che Satana mi colonizzi mettendo il copyright sui miei geni (come disse Eleonora Brigliadori) non mi preoccupa minimamente. ;-)

lunedì 20 settembre 2021

Dimostralo, se ci riesci!

L'ultima vignetta in ordine di tempo pubblicata su Sketchplanations si intitola Russell's Teapot (La teiera di Russell).

La teiera di Russell è un esempio facile da ricordare che illustra come, se si ha intenzione di fare affermazioni difficili da verificare, l'onere della prova spetta a chi fa un'affermazione, e non tocca agli scettici confutarla.
L'esempio da lui fornito affermava che c'è una teiera di porcellana in un'orbita ellittica da qualche parte fra la Terra e Marte che è troppo piccola per essere individuata con un telescopio. Egli suggerisce che sarebbe irragionevole aspettarsi che qualcuno credesse a un'affermazione così palesemente non falsificabile.
L'originale di Bertrand Russell chiamava in causa la teiera nel contesto della religione e dell'esistenza di un Dio non verificabile, in modo simile al Prodigioso Spaghetto Volante e al drago invisibile di Carl Sagan. Può tuttavia essere applicato in maniera molto più ampia di così.
L'ho appreso da un utile commentatore sul Principio dell'Asimmetria delle Stronzate, noto anche come legge di Brandolini.

[A quest'ultimo ho dedicato un post qualche settimana fa]

domenica 19 settembre 2021

I pinguini innamorati (?)

Quando navigo in internet mi capita quasi sempre di non avere abbastanza tempo per approfondire tutti gli spunti che mi interessano, così salvo i relativi link nei Segnalibri del browser in attesa di tempi migliori. Oggi mi sono appunto dedicata a smaltirne alcuni, e ho trovato tra le altre cose questo post del dicembre scorso corredato da tre tenere fotografie di una coppia di pinguini.



Ecco la traduzione del post.

Il pinguino più chiaro è una femmina anziana il cui compagno è morto quest'anno. Quello più scuro è un maschio più giovane che ha perso la sua compagna due anni fa. I biologi li hanno seguiti mentre si incontrano ogni notte per confortarsi a vicenda. Stanno insieme per ore a guardare le luci. Il fotografo Tobias Baumgaertner ha scattato questa immagine di due pinguini minori vedovi che guardano lo skyline di Melbourne. Ha vinto un premio agli Ocean Photography Awards 2020 della rivista Oceanographic.

Ricordavo vagamente di aver letto qualcosa al riguardo su Biologicamente, una pagina Facebook che seguo da quest'anno e che adotta un approccio scanzonato ma direi piuttosto efficace alla divulgazione della biologia animale: il suo titolare non disdegna un linguaggio abbastanza colorito, e tiene una rubrica contrassegnata dall'hashtag #limortaccitua, «particolarmente severa per chi sbatte ciole [a occhio e croce si tratta di una parolaccia, NdC] in faccia a Darwin senza avere uno straccio di documentazione scientifica» (questa l'ultima "uscita" in ordine di tempo). E infatti il titolare si era occupato dei due pinguini "empatici" giusto qualche settimana fa.

Questa foto è stata scattata a Melbourne da Tobias Baumgaertner.
Si tratta di un maschio e di una femmina che, a detta dei volontari che si occupano di questa colonia di pinguini, hanno rispettivamente perso il proprio partner.
Questa foto è stata condivisa su qualsiasi social, con frasi e descrizioni strappalacrime e strappaciola del tipo:
"Il partner del pinguino maschio e del pinguino femmina sono morti, e quindi passano le giornate a fissare le luci di Melbourne e a confortarsi a vicenda".
Il fatto che uno dei due pinguini poggi la pinna sulla schiena dell'altro, non è un segno di conforto.
I pinguini si stanno semplicemente pulendo, e lo scrive anche il fotografo quando afferma di aver avuto una certa difficoltà nello scattare questa foto dato che i due esemplari si muovevano troppo.
I gesti di conforto come posare la mano dietro la testa e spostarla ritmicamente avanti e indietro sono tipici di noi Homo sapiens e di altri primati, in particolare degli Scimpanzé.
Anche la stessa BBC, in merito a questo scatto, scrive che: "SEMBRA che si stiano confortando".
Esatto, SEMBRA.
Questo perché siamo NOI che associamo il gesto di poggiare un "braccio" sulla spalla di un altro individuo come un segno di conforto.

E tanti saluti al romanticismo... ;-) ma la corretta divulgazione prima di ogni altra cosa!

A proposito, giusto qualche ora fa il titolare della pagina aveva "minacciato" di chiudere tutto nel giro di qualche giorno perché non ne poteva più di avere a che fare coi troll e con gli hater, i quali tra l'altro l'avevano fatto bannare per un mese da Facebook, ma poi per fortuna ha cambiato idea. Evviva! :-)

sabato 18 settembre 2021

Ricercatori all'università dell'internet

Qualche giorno fa Randall Munroe, ovvero xkcd, ha pubblicato una vignetta dal titolo Vaccine Research (ricerca sui vaccini): eccola qui sotto.

Cappello Bianco: Ho sentito parlare di vaccini.
Ma ho deciso di fare le mie ricerche.
Così ho passato mesi su internet a leggere centinaia di studi.
E wow, devo dire,
questi vaccini sono piuttosto buoni.
Pallino: (fuori campo) Oh, davvero.
Cappello Bianco: Sì, sembra che sarebbe fantastico se un sacco di gente si vaccinasse.
Qualcuno ci sta lavorando?
Pallino: C'è stato qualche sforzo in tal senso.
Cappello Bianco: Ok, bene.

La vignetta in questione fa in qualche modo il paio con il meme seguente, trovato su Facebook. :-)

E già, uno dei grandi problemi di questi tempi è che chi parla di vaccini, in un senso o nell'altro, non di rado sembra vivere in un mondo tutto suo...

venerdì 17 settembre 2021

Esasperante

Oggi la mia "bolla" social si è rivoltata unanimemente contro la giornalista e conduttrice di Forum Barbara Palombelli. Perché, cos'ha fatto? O meglio, cos'ha detto? Ecco qui sotto il video: ho voluto guardarlo con i miei occhi, perché solo leggendo la trascrizione – «È lecito anche domandarsi: questi uomini [i colpevoli di femminicidio, NdC] erano completamente fuori di testa, erano completamente obnubilati oppure c'è stato anche un comportamento esasperante, aggressivo anche dall'altra parte? È una domanda, dobbiamo farcela per forza» – stentavo a crederci! E mi tocca deludere chi si aspettava un dietrofront, e magari un imbarazzato ritiro dalla vita pubblica, da parte della signora Rutelli: tutt'altro.

Ne approfitto per accennare a un paio di risorse su cui può fare affidamento chi – non esclusivamente donne, comunque mi pare innegabile che nella stragrande maggioranza dei casi siano loro le vittime – subisce violenza domestica: l'app Bright Sky, che è disponibile per Android e iOS e fornisce supporto e informazioni a chiunque si trovi in una relazione violenta o sia preoccupato per qualcuno che conosce, e Signal For Help, un semplice gesto della mano per segnalare un abuso e chiedere aiuto senza farsi notare dal proprio aguzzino, descritto in questo articolo de Il Post e mostrato qui sotto.


giovedì 16 settembre 2021

Piccoli informatici crescono

Se io avessi un bimbo, uno dei regali che di sicuro gli farei nel suo primo anno di vita sarebbe Computer Engineering for Babies Book di Chase Roberts, un libricino per iniziare le nuovissime generazioni alla logica booleana e al funzionamento dei componenti elettronici. (Si trova ancora nella fase di progetto su Kickstarter, ma ha già raccolto una quantità di finanziamenti di gran lunga maggiore rispetto all'obiettivo prefissato)

Il libro ha 6 pagine, ciascuna delle quali ha una diversa funzione: WIRE, NOT, OR, AND, XOR e LATCH. I sensori nel libro rilevano la pagina in cui ti trovi in modo che i pulsanti possano avere funzioni differenti a seconda della pagina attiva. Quindi, quando apri la pagina AND, il LED si accende solamente quando vengono premuti entrambi i pulsanti. E quando sei alla pagina NOT il LED rimane acceso finché il pulsante non viene premuto.

Guarda il video... non è un amore? <3

A proposito di informatica... l'altro giorno, ripassando la logica negativa, sono approdata a una presentazione dedicata alle leggi di De Morgan, delle quali mi sa che non sentivo parlare da quando passai l'esame di Reti Logiche. Essendo rimasta colpita dal fatto che la relativa pagina era disponibile anche sulla Wikipedia lumbard, ho condiviso su Facebook il relativo screenshot...

... e un amico ha commentato che capiva cosa c'era scritto, ma assolutamente non cosa volesse dire. Neppure consigliargli di dare un'occhiata alla dimostrazione in termini insiemistici della prima e della seconda legge è servito a qualcosa.

Quanto analfabetismo informatico che c'è in giro, signora mia! ;-)

mercoledì 15 settembre 2021

Stand with Afghan Women

Poche settimane fa Alessio Boni ha pubblicato un post con la scritta «In bianco, pensando alle donne afghane». Peccato che dalla foto a corredo l'attore, vestito appunto di bianco, desse la netta impressione di avere la mente rivolta non tanto al destino delle donne sotto il regime talebano, quanto al proprio indiscutibile fascino...

Il post è stato oggetto di critiche e prese in giro: una delle più riuscite mi sembra il fotoritocco di Azael, il quale attribuisce a Boni parole di ben altro spessore.

Ieri il divo australiano Hugh Jackman ha pubblicato il post qui sotto, che personalmente ho trovato inattaccabile (anche se, spiace constatarlo, è stato attaccato eccome).

A proposito della condizione delle donne musulmane, ti invito a sfogliare il reportage The Hijab Series della fotografa yemenita Boushra Almutawakel.

martedì 14 settembre 2021

I social visti dai social

Questa sera condivido una piccola rassegna di immagini che rappresentano certe dinamiche tipiche dei social... e che ho trovato, ça va sans dire, sui social! ;-)

Comincio con l'aureo consiglio tradotto in meme da una mia "facciamica".

(Naturalmente non si riferiva tanto ai commenti sotto i post personali – colgo l'occasione per scusarmi con tutti i cari commentatori di questo blog a cui non ho risposto nelle ultime settimane, oramai mi si è accumulato un sacco di arretrati ma prometto che non appena ho tempo provvedo – quanto a quelli sotto gli articoli delle varie testate, soprattutto se riguardano notizie particolarmente controverse. Roba da farsi venire la gastrite)

Ecco un'ottima riflessione...

Ah, il famigerato benaltrismo.

Quante volte abbiamo pensato che sui social è pieno di gentaglia di ogni risma, e si starebbe molto meglio senza...

Accenniamo poi al comportamento passivo-aggressivo, che è diffuso anche nella cosiddetta "vita reale", ma trova la sua massima espressione sui social.

Anche in inglese!

«La prima regola del club passivo-aggressivo è... Sai cosa, non importa, va bene»
«Ragazzi, per favore, la smettete di litigare con gli sconosciuti su Facebook?»
Facebook primitivo.
«Grande caccia! Andiamo a mangiare!» 
«Aspetta! Devo postarlo sulla mia bacheca...»

(Purtroppo nella traduzione il gioco di parole tra wall-muro e wall-bacheca va a farsi benedire)

«Ragazzo, eri a tanto così dall'entrare in Paradiso finché non ho visto i tuoi memi su Facebook»

lunedì 13 settembre 2021

Riti collettivi

Di recente su Facebook mi sono imbattuta nel link all'articolo Perché alcuni preferiscono dormire invece di festeggiare la Nazionale?, tratto dal sito Festival Psicologia. Incuriosita dal titolo – «perché sì!», è la mia risposta: tanto per capirci, la finale degli Europei di calcio l'ho guardata in casa e subito dopo la fine dei vittoriosi calci di rigore sono andata a dormire, anche perché il giorno dopo dovevo andare al lavoro, e notoriamente il sonno è una delle cose a cui tengo di più al mondo ;-) – ho voluto leggere l'articolo... e mentre lo facevo scuotevo in continuazione il capo.

Ecco alcuni dei passaggi che ho trovato meno convincenti, per non dire irritanti.

Le strade di Catania erano talmente tanto gremite da non poter passare oltre. Non era possibile accelerare il passo, sgattaiolare o farsi largo. [Praticamente uno dei miei peggiori incubi! NdC] [...]
I riti collettivi fanno paura perché richiedono un’estrema capacità di mettersi da parte. Farsi da parte, ma anche farsi parte, con relativa perdita di confini e d’individualità a vantaggio della funzione. Nel rito è ciò che viene compiuto a contare e non chi lo compie.
Nella nostra epoca i riti collettivi sono sempre più scarsi. Quelli religiosi permangono in alcune parti del Sud Italia, quelli laici sono pressoché scomparsi. Forse gli unici momenti di condivisione collettiva li offre lo sport, il calcio e la Nazionale su tutti. La recente vittoria degli Europei da parte dell’Italia ha restituito qualche stralcio di questa partecipazione pubblica. Le strade e le piazze inondate dal tricolore, il suono delle trombette sino a notte inoltrata, le persone che si abbracciavano, scordando per un momento il distanziamento sociale ancora impellente a causa delle ultime varianti del Covid.
[...]
Il culto del privato pervade talmente tanto la nostra epoca che, il giorno dopo la vittoria dell’Europeo, sui social network è stato un proliferare di selfie a sottolineare le occhiaie causate dall’insonnia forzata, di recriminazioni perché il chiasso dei festeggiamenti ha disturbato il sonno di chi il giorno dopo lavora.
Migliaia di persone arrabbiatissime rivendicavano il loro diritto a non farsi da parte (tantomeno a far parte del rito). Questa intolleranza per i festeggiamenti, ritenuti frivoli e immorali - secondo quel dogma per il quale l’unica etica è quella del lavoro - nasconde un narcisismo strisciante, una rivendicazione infantile del primato del singolo sugli altri.
C’è una sempre minore disponibilità a restare in penombra per celebrare passioni, sentimenti, valori e traguardi collettivi, senza trasformarli in occasioni per rivendicare la propria “sacrosanta” soggettività o nell’ennesima esaltazione del privato sulla condivisione sociale.

Ieri comunque, mentre tornavamo in auto dal ristorante dove avevamo pranzato, abbiamo costeggiato le mura del parco di Monza, dal lato in prossimità del circuito di Formula 1, durante il Gran Premio... e là fuori c'erano decine di persone, con ogni probabilità prive del biglietto d'ingresso, che potevano godere di un unico aspetto della gara in corso: il rombo assordante dei motori. Oltre, ovviamente, al fatto di vivere quei momenti insieme ad altri appassionati. Io invece sono arrivata a casa, mi sono spaparanzata sul letto, ho acceso il televisore e mi sono goduta in alta definizione la parte finale del GP vinto dal pilota della McLaren Daniel Ricciardo.

Beh, che fossi asociale ne ero già consapevole... e ne ho avuto l'ennesima conferma! ;-)

domenica 12 settembre 2021

Una lettera d'amore

Leggendo il post odierno di Marco Manicardi alias ilmany, il quale ricordava quella sera di esattamente diciotto anni fa in cui venne a sapere della scomparsa del cantautore country statunitense Johnny Cash pochi mesi dopo quella della donna della sua vita nonché musa ispiratrice June Carter, e come le vite dei suoi nonni (suoi de ilmany) siano state segnate da un destino analogo, mi sono resa conto che Cash lo conoscevo poco o niente – nemmeno il biopic con Joaquin Phoenix e Reese Witherspoon Walk the Line, il cui titolo è stato discutibilmente reso nella versione italiana Quando l'amore brucia l'anima, ho mai guardato – per cui mi è venuta voglia di saperne di più. E così sono approdata alla lettera qui sotto che "The Man in Black", questo era il suo soprannome, scrisse alla moglie il 23 giugno 1994 in occasione del sessantacinquesimo compleanno di lei, e che è stata indicata come lettera d'amore più bella di tutti i tempi in un sondaggio promosso da una compagnia britannica specializzata in assicurazioni sulla vita (il che non è proprio il massimo del romanticismo, ma vabbè ;-) ).

Buon Compleanno Principessa.
Invecchiamo e ci abituiamo l'uno all'altra. La pensiamo allo stesso modo. Ci leggiamo nel pensiero a vicenda. Sappiamo cosa vuole l'altro senza chiederlo. A volte ci irritiamo un po' l'un l'altra. Forse a volte ci diamo per scontati.
Ma di tanto in tanto, come oggi, medito su questo e mi rendo conto di quanto sono fortunato a condividere la mia vita con la donna più eccezionale che io abbia mai incontrato. Mi affascini e mi ispiri ancora. Mi influenzi per il meglio. Sei l'oggetto del mio desiderio, la ragione terrena numero 1 della mia esistenza. Ti amo tantissimo.
Buon Compleanno Principessa.
John

Parole semplici – credo che molte coppie ci si possano riconoscere almeno in parte – ma incredibilmente appassionate ed autentiche nel loro tratteggiare un rapporto in tutte le sue sfaccettature, non solo luci ma anche qualche ombra. Suvvia, chi non vorrebbe ricevere una lettera così? <3

sabato 11 settembre 2021

Impossibile da dimenticare

Per me e per tutti coloro che vent'anni fa erano già abbastanza grandi da rendersi conto di cosa era accaduto, inevitabilmente l'11 settembre riporta alla memoria per prima cosa gli attentati delle Torri Gemelle (e non solo), a meno che nella biografia personale del singolo individuo non ci sia un evento ancor più rilevante da associare a tale data. Sul blog ho ricordato quel giorno nel 2008 e nel 2012, quindi non ripeterò dov'ero e cosa facevo quando ho saputo... anche se, a differenza di svariati miei contatti sui social, non provo la benché minima insofferenza di fronte al "rito collettivo" di ricordare quei momenti. Come scrissi a suo tempo, «trovo che condividere un sentire comune possa farci sentire un po' meno soli di fronte a un evento che appare troppo grande per le nostre umane capacità di comprensione».

Il Post ha pubblicato una rassegna di foto di quel tragico giorno, tra cui lo sconvolgente Falling Man, l'uomo che cade...

... manca però la Dust Lady, la donna delle polveri, Marcy Borders, morta nel 2015 a soli 42 anni a causa di un cancro che lei era fermamente convinta fosse stato innescato appunto dalla polvere tossica a cui era stata esposta quando il World Trade Center è crollato.

Purtroppo il tempo che è passato non è servito a spazzar via le teorie del complotto legate agli attentati, che anzi si diffondono come non mai "grazie" ai social.

venerdì 10 settembre 2021

A proposito di scienza

Devo ammettere che da un po' di tempo a questa parte le pagine che linko nei miei post, in parecchi casi, le ho lette solo di sfuggita prima di cliccare su Pubblica. Ma, soprattutto se l'argomento mi interessa in modo particolare, salvo la pagina in formato PDF oppure ne aggiungo il link ai segnalibri per tornarci in seguito con la dovuta attenzione. Ed ecco che, dopo aver letto questo articolo linkato nel post dell'altro giorno dedicato ai miti da sfatare sulla salute, sono passata alla pagina Wikipedia sulla reazione di Maillard – in poche parole, quella che conferisce al pane, alle patatine e alla carne cotti come si deve un aspetto e un sapore irresistibili – e dalla relativa sezione Collegamenti esterni sono approdata a questo post di Dario Bressanini relativamente datato – risale a quasi quattordici anni fa, in termini internettiani un'eternità! – ma ancora attuale ed interessante. L'approccio del "nostro amichevole chimico di quartiere" sembra fatto apposta per convincere me, che ai fornelli sono sempre stata abbastanza negata, ad appassionarmi alla cucina! E ho deciso di spostare il suo libro La scienza della carne dalla lista dei desideri, dove già si trovava da mesi, al mio carrello Amazon.

A proposito di Bressanini, giorni fa ha pubblicato un video molto ben documentato per dimostrare gli effetti benefici della campagna vaccinale. In genere i video che superano i 10-15 minuti di durata tendono a scoraggiarmi, ma questo merita davvero, e te lo consiglio con tutto il cuore: troverai un sacco di spunti utili per convincere non tanto i no-vax – sono giunta alla conclusione che discutere con loro equivale quasi sempre a giocare a scacchi con un piccione – quanto gli indecisi che vaccinarsi è la scelta giusta.

[Nelle ultime 24 ore gli effetti deleteri dell'antivaccinismo mi hanno toccata da vicino come mai era capitato prima. Magari ti racconto tutto domani, quando avrò metabolizzato un po' meglio l'accaduto. Per tranquillizzarti, ti anticipo che la cosa non riguarda i miei affetti più cari... cionondimeno mi ha provocato un enorme dispiacere]

giovedì 9 settembre 2021

Muta come la D di Django

(citazione tratta dal film Django Unchained)

La pagina Facebook The Language Nerds e il gruppo omonimo sono una miniera di spunti soprattutto – ma non solo – sulla lingua inglese, che è la più parlata al mondo per numero di parlanti totali, mentre se ci si limita a considerare i madrelingua è "solo" terza dietro al cinese mandarino e allo spagnolo. Per quanto mi riguarda faccio un po' fatica a parlarla e soprattutto a comprendere chi la parla – per questo mi riprometto di guardare più film in lingua originale – e le irregolarità nella pronuncia di certo non aiutano in tal senso (mentre a leggere e scrivere me la cavo molto meglio).

Ecco una piccola rassegna di testi difficili se non impossibili da tradurre, dedicati alle lettere "mute" (silent).





mercoledì 8 settembre 2021

Musica leggera... al punto giusto

L'ultimo album del cantautore e comico toscano Lorenzo Baglioni, dal titolo Siamo le foto che scartiamo, è uscito già da qualche mese, ma finora ho avuto modo di ascoltare come si deve solo le canzoni – più della metà, in effetti ;-) – di cui è stato pubblicato il video nel canale YouTube. Ne riporto i link qui di seguito, in corrispondenza dei relativi punti della tracklist.

  1. Piuttosto che (Ft. Il Pedante) [ne ho già parlato qui]
  2. Insieme (Ft. Piccolo Coro Dell'Antoniano) [ne ho già parlato qui]
  3. Ansia
  4. La raccolta differenziata (Ft. I Supplenti Italiani)
  5. Siamo le foto che scartiamo
  6. Quelli degli anni '90 (Ft. I Trentenni)
  7. Siamo tutti uguali (New edit)
  8. Supereroi
  9. Zerouno
  10. Facebook bar (New edit)
  11. Articolo #1
  12. La ballata delle offese

L'altroieri Lorenzo ha pubblicato il video di una canzone non inclusa nell'album, realizzato in collaborazione con il comico Paolo Ruffini: si intitola Non ti scordare di volermi bene, che è anche il nome della campagna di sensibilizzazione lanciata dalla Federazione Alzheimer Italia con l'obiettivo di abbattere il muro di isolamento che circonda le persone con demenza e le loro famiglie, attraverso la costruzione di una grande comunità di Amici delle Persone con Demenza. E bravi loro! <3

martedì 7 settembre 2021

Cosa è veramente disonorevole?


L'altroieri Lorenzo Tosa ha pubblicato un post con la foto di una signora di poco più di settant'anni, detto per inciso splendidamente portati, accompagnata dalle parole seguenti.

Questa donna straordinaria si chiama Franca Viola, oggi ha 73 anni. Ne aveva 17 il giorno di Santo Stefano del 1965, quando il suo ex fidanzato Filippo Melodia, noto malavitoso e nipote di un capoclan locale, dopo una lunga serie di minacce e intimidazioni, fece irruzione nella sua casa di Alcamo insieme a 13 giovani armati, che devastarono l'appartamento, pestarono a sangue la madre e rapirono Franca e il fratellino Mariano, che si era aggrappato alle gambe della sorella senza mollarla più.
Il fratello lo lasciarono poche ore dopo. Franca no. Franca trascorrerà i successivi sette giorni segregata in un casolare di campagna e, in seguito, in casa della sorella di Melodia. Infine, dopo una settimana trascorsa quasi sempre a letto, a digiuno, in stato di semi-incoscienza, insultata, saccheggiata, umiliata, fu violentata dall'ex fidanzato.
Quando, il 2 gennaio, fu rintracciata e liberata dalla polizia, Melodia dava per scontato che tutte le accuse sarebbero crollate con quello che allora era considerato la norma: il “matrimonio riparatore”.
Ed è qui che una storia drammaticamente comune a quella di centinaia di donne assume una traiettoria che cambierà la storia di Franca e quella di un Paese intero. Franca rifiuta di sposarsi, sceglie di dichiararsi “svergognata” davanti a un'opinione pubblica bigotta e sbigottita: non era mai accaduto prima di allora.
Franca ha contro tutto e tutti: lo Stato italiano, la mafia, una società patriarcale e arcaica che la considera un incidente di percorso. Accanto a lei ha solo una persona: il padre Bernardo, che dal primo istante non l'ha mai abbandonata e si è costituito parte civile al processo, a costo anche del proprio lavoro.
Ed è proprio durante quello storico processo che Franca Viola pronuncia queste parole che oggi riecheggiano ancora fortissimo, ma che allora, nell'Italia e nella Sicilia degli anni ‘60, suonavano semplicemente blasfeme. E, per questo, potentissime.
“Io non sono proprietà di nessuno” disse. “Nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto. L'onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce”.
Dopo mesi di fango, insulti, minacce, intimidazioni di ogni genere, Melodia e i suoi complici vengono condannati a 11 anni di carcere. Franca ha vinto, sposa un altro uomo, si riappropria della propria vita, ma dovremo attendere altri 15 anni perché il matrimonio riparatore e il delitto d'onore - grazie anche e soprattutto al suo coraggio e alla sua tenacia - spariscano dal codice penale. Era il 5 settembre del 1981, esattamente 40 anni fa.
Ancora oggi, a distanza di oltre mezzo secolo, quando Franca incontra per strada alcuni dei suoi carnefici, chinano il capo alla vista di quella donna, incapaci di sostenerne lo sguardo, la dignità incrollabile.
Mentre parliamo di violenza sulle donne, abusi, discriminazioni di genere, di patriarcato malato e maschilismo tossico, questa storia è ancora lì a ricordarci che i diritti che crediamo scontati sono stati conquistati un pezzo per volta, un passo dopo l'altro, con fatica, sacrifici e sofferenze inimmaginabili da parte di donne come Franca Viola. Una grande italiana.

Può sembrare assurdo che appena quarant'anni fa fosse ancora in vigore una norma tanto retrograda (articolo 544 del codice penale)... ma se penso che il divorzio esiste nell'ordinamento giuridico italiano solo dal 1970, e che nel 1974 la legge relativa è stata oggetto di un referendum abrogativo in cui ha rischiato di vincere il sì, mi rendo conto di quanto il fatto di dover combattere per diritti che oggi è pressoché naturale considerare acquisiti abbia sempre caratterizzato la nostra società, e continui a farlo.

A proposito, hai firmato per il Referendum Eutanasia Legale? Qualora dovesse avere luogo, e vincesse auspicabilmente il sì, ne deriverebbe una modifica del codice penale tutt'altro che adeguata... ma il punto è che i nostri politici non potrebbero più rimandare alle calende greche la discussione di una legge completa e articolata in materia adducendo scuse del tipo "per gli italiani non è una priorità".