giovedì 29 febbraio 2024

Essere insostituibili

È stata una settimana bella tosta, e non è ancora finita... perciò, prima di fiondarmi a letto per recuperare un po' di energie in vista di un venerdì che si preannuncia campale, mi limito a condividere un paio di immagini accomunate dal riferimento all'intelligenza artificiale, un tema sul quale ci sarebbe da discutere per ore ed ore, o meglio quello è il tempo che io dovrei dedicare a documentarmi al riguardo!

La prima è tendenzialmente pessimistica...

Lavora velocemente oppure ti sostituirò con l'intelligenza artificiale!

... mentre la seconda è più positiva.

Ehi ChatGPT, finisci questo edificio...
Le tue capacità sono insostituibili.

[Non tutte, purtroppo. A molti lavoratori, me compresa, toccherà aggiornarsi se non addirittura "riciclarsi" per non rimanere tagliati fuori]

mercoledì 28 febbraio 2024

Maria Fidecaro, chi era costei?

L'altro giorno, mentre chiacchieravo col mio compagno, lui mi ha fatto il nome di Maria Fidecaro, che colpevolmente non conoscevo. Ho cercato il suo nome nella Wikipedia italiana, ma ho trovato solo una voce nella versione spagnola e in quella inglese. Riporto qui di seguito la traduzione del testo di quest'ultima, ripromettendomi, non appena avrò tempo di imparare come si fa, di creare la pagina in italiano (finora a Wikipedia ho apportato tutt'al più piccole modifiche).

Maria Fidecaro (1930-2023) è stata una fisica sperimentale italiana specializzata nella fisica delle particelle. Ha trascorso gran parte della sua carriera al CERN, dove dopo il pensionamento ha avuto lo status di membro onorario del personale.
Maria si laureò in Fisica presso l'Università di Roma negli anni '40.
Nel 1954 ottenne una borsa di studio dall'International Federation of University Women per svolgere ricerche presso l'Università di Liverpool. Nel luglio 1955 sposò Giuseppe Fidecaro, collega fisico. Nel 1956 Maria ottenne la borsa di studio del CERN. È stata tra gli scienziati pionieri del CERN sin dalla fondazione dell'istituzione nel 1954.
Ricerca scientifica
Dopo il matrimonio di Maria, lei e Giuseppe effettuarono esperimenti sui pioni. Maria lavorò con una camera a nebbia e Giuseppe con un rilevatore di Cherenkov in vetro al piombo.
Maria e Giuseppe furono anche coinvolti nell'esperimento sui raggi cosmici nelle Alpi italiane subito dopo la guerra. L'esperimento fu svolto a 3.500 metri sulla parete del Cervino, utilizzando un rilevatore di 1 metro quadrato.
Dopo che Maria e Giuseppe si trasferirono a Ginevra, Giuseppe fu assegnato alla Divisione Sincrociclotrone. Il sincrociclotrone fu il primo acceleratore ad essere costruito al CERN nel 1957. Nel frattempo, Maria lavorava a un nuovo metodo per fornire fasci di protoni polarizzati da utilizzare per la collisione di particelle nell'acceleratore.
Nel corso della sua carriera come fisico sperimentale, ha co-firmato quasi 200 pubblicazioni.
La maggior parte della sua ricerca riguarda direttamente gli esperimenti, compresa l'interpretazione delle misurazioni e dei risultati nella ricerca di nuove particelle. Nei primi lavori di Maria negli anni '60, studiò lo scattering dello scambio di carica nucleone-nucleone e registrò dati sui processi elettrodinamici ad alta energia.
Il suo lavoro di ricerca ha affrontato anche il fenomeno dello scattering elastico protone-protone. Negli anni '90, ha studiato la progettazione e il test di un prototipo di calorimetro elettromagnetico per il campionamento di gas ad alta granularità e ha collaborato alla costruzione di un rilevatore di fotoni sensibile alla posizione per l'esperimento CPLEAR. L'esperimento CPLEAR mira a effettuare misure di precisione della violazione di CP, T e CPT dei sistemi di kaoni neutri.
L’altro lavoro di Maria si concentrava sugli aspetti fenomenologici della fisica delle particelle. Ha studiato le simmetrie fondamentali nei sistemi di kaoni neutri. Dalle misurazioni delle interazioni e dei decadimenti dei kaoni neutri, sono state trovate informazioni nuove e dettagliate sull'invarianza CPT nell'evoluzione e nel decadimento temporale. Il nuovo livello di precisione degli esperimenti ha messo in dubbio la validità di alcune ipotesi spesso tacitamente date per scontate nella fisica delle particelle.
Maria è stata anche coinvolta nella ricerca della violazione di CP (violazione della parità di carica) nell'esperimento NA48. Dopo che la teoria della violazione di CP nel decadimento del sistema di kaoni neutri fu confermata sperimentalmente, la scoperta valse il Premio Nobel per la fisica nel 1980 agli scopritori delle teorie, James Cronin e Val Fitch. La scoperta ha svolto un ruolo importante nell’aiutare gli scienziati a spiegare la prevalenza della materia sull’antimateria.
Vita privata
Maria e Giuseppe Fidecaro furono i primi scienziati su un totale di 300-400 dipendenti alla fondazione del CERN. Durante il loro tempo, poche persone potevano fare esperimenti al CERN. Maria iniziò con un gruppo di soli tre scienziati.
La coppia, che fin dall'inizio ha dedicato 60 anni alla ricerca al CERN, era vista come una memoria vivente dell'istituto.

Questa donna se la merita una pagina Wikipedia nella sua lingua madre, no? :-) (Da notare che il marito Giuseppe non sembra averne neanche una) Non sono sicura che sia il caso di crearla io, la pagina Wikipedia... L'argomento è molto specialistico e io ne so davvero poco, quindi rischierei di pubblicare clamorosi strafalcioni. Che qualche bravo wikipediano potrebbe correggere, certo... :-)

martedì 27 febbraio 2024

La sicurezza stradale secondo il girasagre

Dopo la batosta presa dal centrodestra alle regionali in Sardegna – sul filo di lana, ma è stata pur sempre una sconfitta inattesa, che personalmente mi auguro di cuore sia la prima di una lunga serie – quest'altra potrebbe sembrare una questione marginale, e invece secondo me ha la sua importanza.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha lanciato una campagna di comunicazione sulla sicurezza stradale composta da tre spot in cui mette in guardia da altrettanti pericoli per chi sta al volante: l'uso di sostanze psicoattive, le distrazioni da telefonino, l'eccesso di velocità. Ebbene, in tutti e tre i video i passeggeri sul sedile posteriore non indossano le cinture di sicurezza, il cui uso è obbligatorio per legge.

Non c'è bisogno di ricordare chi è il titolare del dicastero, vero? ;-)

[Mi aspetto che da un momento all'altro quei video vengano eliminati. Comunque io li ho scaricati sul mio hard disk, e qualora dovessi accorgermi che sono spariti li pubblicherò sul mio modesto canale YouTube. La Rete non dimentica! ;-)]

lunedì 26 febbraio 2024

È l'Inno alla Gioia, choral!

Ritorno dopo un giorno di pausa dalla mia regolare attività "bloggatoria" – ieri è stata una domenica così faticosamente indaffarata che oggi rientrare in ufficio è stato quasi un sollievOH NO, NON CE LA FACCIO A DIRLO ;-) – per condividere alcuni simpatici video-parodia delle canzoni di Sanremo 2024 tratti dal canale Instagram @contenutizero: quello della vincitrice Angelina Mango, quello della terza classificata Annalisa e quello di Emma.

[Oh, a me le concorrenti donne son piaciute chi più chi meno quasi tutte... tranne Alessandra Amoroso, il cui più che decennale successo è per me un assoluto mistero]

Dallo stesso canale, segnalo i messaggi vocali di Dante a Beatrice e il duetto ideale Platone feat. Aristotele (anche se devo ammettere che le mie reminiscenze di filosofia sono troppo arrugginite per apprezzarlo appieno).

sabato 24 febbraio 2024

Meno male che Sergio c'è

Guardando i video delle cariche della polizia contro gli studenti che a Pisa e a Firenze stavano manifestando pacificamente a favore della Palestina mi viene un rigurgito antifascista (cit. 99 Posse) che non ti dico. Hai voglia a cercare di giustificare le manganellate obiettando «eh, ma le manifestazioni non erano autorizzate», «eh, ma il corteo ha deviato dal percorso previsto», eccetera eccetera; comunque la si guardi, si è trattato di una reazione del tutto sproporzionata. E comunque per mettere fine alle polemiche basterebbe leggere il breve comunicato riportato sul sito ufficiale del Quirinale e sui relativi canali social.

Il Presidente della Repubblica ha fatto presente al Ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento.

Mi auguro che la chiara presa di posizione di Mattarella stimoli una riflessione molto più estesa, altrimenti non rimarrà che sperare nell'efficacia di certi espedienti come quello descritto nell'amaramente sarcastico tweet di @chiaravix:

venerdì 23 febbraio 2024

Come cavie di un esperimento

Ieri il Prof. Guido Saraceni ha pubblicato l'immagine qua sotto...

... accompagnandola con la didascalia «I libri aprono la mente», e specificando al tempo stesso che i commenti erano disattivati (o meglio, erano stati posti dei limiti a chi era abilitato a commentare il post in questione; io ad esempio non posso farlo). Può sembrare un vincolo antipatico, ma considerando la piega a dir poco sgradevole che troppe volte prendono certe discussioni sui social, non mi sento di biasimarlo.

A questo punto capita a fagiuolo l'articolo The Psychology Behind Why You Can’t Put Down Your Phone (La psicologia dietro il motivo per cui non riesci a mettere giù il telefono), pubblicato da Scott H. Young nello spazio Mind Cafe ospitato sulla piattaforma Medium, che ho letto proprio ieri sera, e del quale riporto qui di seguito la traduzione.

L'iPhone ha meno di due decenni. Eppure la psicologia che sta dietro il motivo per cui è così difficile mettere giù il telefono è stata compresa da quasi un secolo.
Nel 1898, il grande psicologo Edward Thorndike propose una delle prime regole di comportamento: la Legge dell'Effetto. In parole povere, le azioni ricompensate tendono ad essere ripetute.
Proprio come un topo che viene ricompensato con del cibo quando preme una leva tende a spingere la leva più spesso, ogni volta che controlliamo i nostri telefoni e riceviamo uno stimolo visceralmente gratificante, ciò rafforza la nostra abitudine di controllare il telefono.
Data questa relazione, un presupposto ragionevole sarebbe che quanto più un'azione viene ricompensata in modo coerente, tanto più duraturo sarà il comportamento. Potremmo aspettarci che un topo che riceve una pallina di cibo ogni volta che preme una leva spinga la leva in modo coerente. Allo stesso modo, potremmo supporre che un'esplosione di intrattenimento ogni volta che apriamo i nostri telefoni dovrebbe renderci completamente ossessionati da loro.
Ma non è questo ciò che scoprirono i primi psicologi comportamentisti. Invece, le ricompense imprevedibili tendono a tradursi in comportamenti molto più duraturi. Il topo che riceve solo occasionalmente una pallina di cibo persisterà a premere la leva molto dopo che la macchina avrà smesso di distribuire palline. L'essere umano che vede solo occasionalmente notizie interessanti continuerà ad aggiornare il suo feed molto dopo che non ci sarà più nulla di nuovo o interessante.
Spiegare il controllo compulsivo del telefono
Perché le ricompense imprevedibili dovrebbero essere più forti di quelle coerenti? Una spiegazione è adattiva: se tiro la leva e questa dà in modo affidabile un premio, non ricevere un premio potrebbe indicare che la risorsa è esaurita. Al contrario, se le sorprese arrivano solo qualche volta, un periodo costante senza ricompense potrebbe essere solo un periodo sfortunato.
Questa stranezza psicologica aiuta a spiegare perché le slot machine creano così tanta dipendenza, e perché gli algoritmi dei social media ci costringono a controllare i nostri telefoni, anche se la maggior parte dei loro contenuti non sono particolarmente interessanti. Le ultime venti volte potrebbero essere state un disastro, ma magari la prossima volta...
Sfortunatamente, questa legge di comportamento rende molto più difficile abbandonare le nostre inutili abitudini sui social media. Proprio come un giocatore d'azzardo compulsivo continua a tirare la leva su una slot machine molto dopo che è diventato chiaro che il gioco è una scommessa perdente, noi continuiamo a controllare i nostri telefoni anche quando il valore che otteniamo è di gran lunga inferiore rispetto al costo di una distrazione costante.

[E a questo punto ecco che arriva inesorabile il "messaggio promozionale", che evito di tagliare perché offre comunque interessanti spunti di riflessione]

Eliminare le compulsioni digitali
Nel secondo mese di Cal Newport e del mio corso, Life of Focus, guidiamo gli studenti attraverso un declutter digitale. Per un mese limiti l'utilizzo non obbligatorio dei social media e dei dispositivi. Anche se un mese non è sufficiente per eliminare tutto il rinforzo comportamentale costruito in anni di controlli del telefono, è abbastanza lungo per fornire una certa distanza psicologica che può aiutarti a valutare quali strumenti e servizi vale davvero la pena mantenere e quali non ti mancano affatto.
Successivamente, coltiviamo una forma di consumo più ponderata e consapevole. Aiutiamo i nostri studenti a recuperare in modo selettivo gli strumenti, i dispositivi, i siti web e i servizi che trovano utili, con barriere di protezione costruite con cura in modo che non prendano il controllo delle loro vite.
Se hai mai desiderato poter leggere più libri, essere più presente con la tua famiglia o evitare la carica quotidiana di negatività che tanti servizi sembrano spingere, il consumo selezionato è un modo più sano di gestire i tuoi media online.

giovedì 22 febbraio 2024

Nel cielo sbagliato

La vittoria del Festival di Sanremo da parte di Angelina Mango ha avuto un "effetto collaterale" particolarmente apprezzabile: il ritorno in classifica di suo padre Pino Mango, in arte semplicemente Mango, scomparso l'8 dicembre 2014 ad appena sessant'anni a causa di un attacco cardiaco che l'aveva colpito durante un concerto di beneficenza, e mai abbastanza ricordato. Una puntata di Techetechete' dedicata al cantautore di Lagonegro — il titolo è «per riaverti pagherei», che parafrasa il primo verso di Oro, il suo primo grande successo datato 1984 — racconta la sua voce unica e inconfondibile, il suo repertorio, da brani universalmente noti ad altri che non conoscevo affatto, le canzoni che ha scritto per altri artisti più o meno noti, il rapporto con sua moglie, nonché madre dei suoi due figli, Laura Valente, che dopo l'esordio da solista è stata per qualche anno la voce dei Maria Bazar.

[Il titolo del post si riferisce a un verso oltremodo significativo de La rondine, il brano con cui Angelina ha reso degnamente omaggio al suo papà nella serata delle cover]

mercoledì 21 febbraio 2024

Misattributed quotes

Il notevole aforisma del giorno di Wikiquote, tratto da Minima Moralia del filosofo e sociologo tedesco Theodor W. Adorno, recita quanto segue:

Sei amato solo dove puoi mostrarti debole senza provocare in risposta la forza.

Oggi, scorrendo i miei ricordi di Facebook, mi sono resa conto che nel 2019 avevo condiviso una frase assai simile, anch'essa indicata come aforisma del giorno di Wikiquote, ma attribuita allo scrittore italiano Cesare Pavese:

Tu sarai amato, il giorno in cui potrai mostrare la tua debolezza, senza che l'altro se ne serva per affermare la sua forza.

A me sembrerebbe un evidente caso di errata attribuzione successivamente corretta, visto che oggi il link di cinque anni fa punta all'aforisma odierno di Adorno... anche se questa pagina di Studenti.it si ostina ad attribuire la frase a Pavese, specificando che sarebbe tratta da un suo Diario intimo del quale non trovo altre menzioni. Sarà mica Il mestiere di vivere? Ma nemmeno lì trovo traccia della citazione di cui sopra...

martedì 20 febbraio 2024

Come è morto Alexei Navalny?


Qui di seguito riporto la trascrizione della parte iniziale dell'episodio di ieri del podcast Morning, nella quale il vicedirettore de Il Post Francesco Costa ha parlato della (mica tanto) misteriosa morte del 47enne Alexei Navalny, che per molti anni era stato il principale oppositore politico del presidente russo Vladimir Putin e si trovava detenuto in un carcere di massima sicurezza in Siberia. Il titolo è Il fascismo quello vero e le altre storie di oggi.

Sgombriamo il campo, il perimetro della discussione sulla morte di Alexei Navalny da due argomenti semplici, poi ne affrontiamo uno meno semplice. Il primo è quello per cui Navalny era un nazionalista: non sai cosa diceva, cosa sosteneva Navalny... a cui rispondere non solo e non tanto che molte delle cose che le persone pensano di sapere quando dicono che Navalny era un nazionalista, che diceva delle cose xenofobe, si riferiscono a disinformazione russa o a cose che Navalny diceva quando aveva vent'anni e su cui aveva notoriamente cambiato idea, spiegando anche molto il suo percorso, ma non è questa la risposta; la risposta è appunto: e quindi? Ammesso che, siccome che Navalny dicesse delle cose nazionaliste, quindi? Perché la cosa di cui stiamo parlando non è cosa diceva o cosa pensava Navalny, ma il fatto che sia stato ucciso. Quindi meritava di morire? Quindi meritava di essere ucciso? Quindi è quello che bisognerebbe fare con chi eventualmente sostiene idee che non ci piacciono? Sono irrilevanti le idee di Navalny per chiunque abbia un minimo di buona fede, di onestà intellettuale, di amor proprio, prima ancora che di amor per la verità.
La seconda è appunto il fatto che Navalny sia stato ucciso, e sia stato ucciso dalla Russia, dal suo governo presieduto da Vladimir Putin. Ci sono, e resteranno sicuramente, tante cose di questa morte che non sappiamo, ma sappiamo di gran lunga le più importanti: sappiamo chi lo ha avvelenato, Navalny, sappiamo chi lo ha arrestato e poi condannato con accuse completamente pretestuose, sappiamo chi lo ha tenuto in carcere senza cure dopo un avvelenamento da gas nervino, sappiamo chi lo ha mandato in Siberia a meno 40 gradi in un carcere fatto proprio come quelli di cui abbiamo letto nei libri che raccontavano le persecuzioni sui dissidenti politici dell'Unione Sovietica, sappiamo chi lo ha tenuto più di 300 giorni in isolamento: 300 giorni. Sappiamo che dopo mesi, dopo anni in queste condizioni, mentre era nelle mani e nella custodia dello stato russo, Navalny è morto. Chissà chi è stato? Non c'è nessun mistero.
E questo ci porta al terzo argomento, quello che richiederà qualche parola in più, che è quello per cui a volte quello che accade in Russia, quello che succede in Russia viene minimizzato dalle nostre parti, o viene contestualizzato con l'idea che sì, vabbè, ma questa è la nostra posizione, il nostro punto di vista, non abbiamo certo noi la coscienza pulita per poter dire alla Russia che cosa dovrebbe o non dovrebbe fare, queste cose in fondo le fanno tutti, o addirittura la Russia è una vittima di quello che fa contro la Russia o l'Occidente, l'Europa, gli Stati Uniti. Putin si limita a difendere i propri interessi, gli interessi del proprio paese, eccetera eccetera. Argomenti che conosciamo, anche se chiaramente in giornate come queste chi li porta di solito avanti se ne vergogna, tant'è che oggi per esempio leggiamo sui giornali che gli esponenti della Lega parteciperanno alla fiaccolata in Italia in ricordo di Alexei Navalny; quelli della Lega, quelli che pensavano che Putin fosse meglio di Mattarella, quelli che hanno siglato accordi di collaborazione, contratti proprio, col partito di Putin, quelli che per anni si sono fatti portavoce in Italia della richiesta russa di rimuovere le sanzioni, quelli che hanno difeso la Russia e difendono la Russia a ogni giro.
Il punto è innanzitutto che non è vero, non è vero che lo fanno tutti. Non tutti i paesi uccidono i propri dissidenti politici, li mettono sistematicamente in carcere o li fanno fuori, perché quello che è accaduto a Navalny e quello che era già accaduto a Boris Nemtsov, che era accaduto a Magnitskij, che era accaduto ad Anna Politkovskaja, che è accaduto a moltissime altre persone nel corso degli anni della guerra in Ucraina, persone che non avevano nemmeno fatto del loro dissenso una bandiera o uno strumento politico come per Navalny, ma per il solo fatto di essere sospettate di infedeltà al regime sono cadute dalla finestra, sono state eliminate, sono morte in misteriosi incidenti stradali. In qualche caso negli anni scorsi sono stati avvelenati: avvelenati col gas nervino, avvelenati col polonio.

Non le fanno tutti, queste cose, non le fanno tutti i paesi, così come non tutti invadono altri paesi con invasioni militari di larga scala, così come non tutti gli altri paesi uccidono i civili, bombardano i civili come hanno fatto i russi in Ucraina, come hanno fatto in Siria. Non tutti i paesi mentono sistematicamente, non tutti i paesi inquinano qualsiasi discussione su qualsiasi tema a livello internazionale, che si parli di ambiente, che si parli di commercio, con la violazione sistematica delle leggi internazionali, con l'utilizzo sistematico del ricatto, della violenza, per ottenere quello che vuoi. Non tutti i paesi spalleggiano e sono spalleggiati dalle più feroci dittature del pianeta, dalla Corea del Nord alla Cina, dalla Siria all'Iran. Non tutti i paesi infatti sono guidati da un governo che chiaramente è un governo autoritario, anzi, vediamo di usare le parole giuste: un governo fascista. Perché la cosa che vediamo accadere in Russia, la cosa che vediamo in Vladimir Putin ha una definizione storica molto precisa, che peraltro noi italiani, noi europei conosciamo molto bene, ed è quella di fascismo.
Supponiamo di avere davanti un foglio di carta, e cominciare a scrivere su questo foglio le caratteristiche che rendono un regime, un governo effettivamente fascista secondo la storia, secondo le nostre idee. Mettiamole per iscritto proprio in un elenco, e poi cerchiamo di capire quali sarebbero quelle che la Russia non ha, di queste caratteristiche. Ha il militarismo, che non è soltanto il culto delle forze armate, ma anche il modo che ha il leader politico e il capo del governo Putin di usare le forze armate come una proiezione del proprio potere personale, con queste parate assurde, con l'utilizzo che poi fai delle forze armate. Ha la censura sistematica dei mezzi di comunicazione: non c'è libertà di espressione e libertà di stampa in Russia, e chi ci prova viene regolarmente vessato, multato, arrestato, incarcerato. Persino in questi giorni abbiamo visto chi ha lasciato un fiore davanti a un monumento, senza nessuna manifestazione di protesta, solo lasciando un fiore, è stato arrestato, e quindi poi immaginiamo schedato, e quindi si troverà da qui in poi la vita rovinata, lui, lei, i suoi cari, per aver lasciato un fiore in ricordo di un oppositore politico ucciso in Siberia. Sto soltanto elencando dei fatti, eh, ma ditemi se questo non sia tecnicamente fascista, così come è tecnicamente fascista la corruzione sistematica della polizia, l'aver messo gli amici di Putin a capo di ogni città, di ogni azienda, in una rete politica di consenso e di potere che si basa non solo sulla corruzione, ma sulla repressione, il rigetto di qualsiasi forma di diritto internazionale, di trattati internazionali, il mancato rispetto di ogni accordo sottoscritto, la rimozione di ogni dissidente politico dalle schede elettorali, l'alterazione completa di qualsiasi strumento democratico, di qualsiasi istituzione. Vladimir Putin è al potere in Russia da oltre vent'anni, e ci resterà ancora parecchio; anche questo, va da sé, non capita dappertutto. Le sue posizioni sono notoriamente omofobe, razziste, imperialiste, nostalgiche dell'Unione Sovietica, della grande Russia che cerca, e lo dice lui esplicitamente, con tutti i mezzi di ricostruire, riprendendosi pezzi di quello che considera suo; e l'abbiamo già visto con la Georgia, l'abbiamo già visto con la Crimea, l'abbiamo già visto con l'Ucraina. Il tutto mentre minaccia e provoca quotidianamente con la stessa violenza, con la stessa arroganza i paesi dell'Europa dell'Est.
Se la parola "fascismo" ha ancora un significato, e se invece di utilizzarla quotidianamente nella nostra polemica politica quotidiana, se dare del fascista al capo della RAI o ad Amadeus o alla presidente del consiglio Giorgia Meloni o a Matteo Renzi o a Mario Draghi o a Silvio Berlusconi, se questo utilizzo disinvolto della parola "fascista" non le ha fatto perdere del tutto il significato diciamo letterale, tecnico, è molto complicato sostenere che Vladimir Putin non sia tecnicamente fascista, che la cosa che storicamente consideriamo fascismo sia esattamente quella cosa lì. Ed è stato in questi anni molto frustrante che, mentre nella nostra retorica politica nazionale, mentre nel nostro dialogo, nel nostro racconto, la parola "fascista" viene utilizzata con questa disinvoltura, e anche almeno una volta l'anno, il 25 aprile, ma anche in molte altre circostanze, dentro lo slogan che dicono di essere sempre antifascisti, di combattere sempre il fascismo, di combattere anzi tutti i fascismi. Ecco, a fronte di queste parole così solenni e importanti, è stato frustrante non vedere il fascismo davanti a noi, il fascista per eccellenza fatto e finito, a cui non manca nulla. Ecco, in quel caso, quando il fascismo ce l'hai davvero davanti, non quello metaforico, letterale, allegorico, "puccioso", proprio il fascista-fascista... ecco, in quel caso invece farsi venire un sacco di dubbi e di tentennamenti e però, certo, no, non è fascismo davvero, perché la Russia, Putin, in fondo alla fine se noi non avessimo, se la NATO non avesse, se l'Europa non avesse... concedendo quindi al suddetto fascista tutti gli alibi del mondo in nome delle nostre dissonanze cognitive, o in nome delle nostre difficoltà di capire quello che abbiamo davanti, o in nome di piccole meschine questioni nazionali di alleanze con quel partito o con quell'altro.

In realtà l'omicidio di Stato di Alexei Navalny ci conferma una volta di più che prima ci rendiamo conto di cosa abbiamo davanti, soprattutto mentre la Russia avanza in Ucraina, soprattutto mentre l'Ucraina non ha più munizioni per difendersi perché gli americani hanno tagliato i fondi, soprattutto mentre si discute di una possibile, perché certo possibile è, vittoria di Donald Trump alle prossime elezioni americane che lasceranno l'Europa probabilmente completamente sola davanti alla minaccia russa... Ecco, prima ce ne rendiamo conto, di quel che abbiamo davanti, e prima saremo in grado non solo e non tanto di attrezzarci, se ne può parlare poi del come attrezzarci, si fanno molte discussioni in questi giorni ancora sulla difesa europea, andremo a votare tra poco alle elezioni europee, quale miglior contesto per discuterne in teoria di quella campagna elettorale? Soprattutto, prima ce ne rendiamo conto, prima daremo finalmente un po' di chiarezza quantomeno a questa discussione, perché non si può discutere di Russia come se si stesse parlando di qualsiasi altro paese: chi lo fa a questo punto è colpevole. Così come non si può parlare di Vladimir Putin se non nei termini del dittatore fascista più minaccioso, pericoloso, aggressivo, violento del nostro contesto contemporaneo, e quindi comportarsi di conseguenza.

Incredibile ma vero, in Italia la polizia non sarà arrivata al punto di arrestarli, ma ha provveduto all'identificazione di alcuni cittadini che onoravano con fiori la memoria di Navalny. A tal proposito il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha commentato con nonchalance «È capitato pure a me nella vita di essere identificato, non è un dato che comprime una qualche libertà personale». E se da una parte Andrea su questo punto sembra dare ragione al ministro, pur aggiungendo «Si può (e si deve) invece discutere sulla valenza di quelle identificazioni, ossia sul loro scopo più o meno recondito. Qui, forse, materiale per dibattere ce n'è», dall'altra Maurizio parla senza mezzi termini di stato di polizia.

lunedì 19 febbraio 2024

Il fine giustifica i mezzi, chi l'ha detto?

Spesso si usa legittimare un'azione di per sé moralmente discutibile ma mirata a raggiungere un obiettivo importante dicendo qualcosa del tipo «Il fine giustifica i mezzi, per citare un saggio». I più "colti" attribuiscono direttamente la frase allo scrittore, filosofo, storico, drammaturgo, politico e diplomatico fiorentino Niccolò Machiavelli (1469–1527). Ma è veramente lui l'autore? Ieri tramite la newsletter di aforismi.meglio.it ho scoperto che le cose non stanno esattamente così...

La frase è celebre ma storicamente è errata. Non si ritrova in nessuna delle opere di Machiavelli. Nel capitolo XVIII de Il principe è presente una citazione simile e il famoso motto potrebbe essere considerato una sintesi di questo passaggio: «[...] nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de' Principi, dove non è giudizio a chi reclamare, si guarda al fine. Facci adunque un Principe conto di vivere e mantenere lo Stato; i mezzi saranno sempre giudicati onorevoli, e da ciascuno lodati; [...].»

domenica 18 febbraio 2024

Sarà capitato anche a voi

Da qualche tempo la webcomic Work Chronicles, sottotitolo Comics about work. Made with love & lots of coffee (Fumetti sul lavoro. Fatti con amore e tanto caffè), al cui feed RSS ero iscritta, riesco a seguirla regolarmente solo tramite newsletter. Alla vigilia dell'inesorabile rientro in ufficio, ecco le ultime cinque uscite, pubblicata da lunedì a venerdì della scorsa settimana. Molti lavoratori ci si ritroveranno almeno in parte... Io, di sicuro! :-)

Risolvere tutti i bug
Tizio 1: Come hai risolto tutti i bug in così poco tempo?
Tizio 2: Ho cancellato tutti i casi di test che fallivano.
Tizio 1: Ok.
Tizio 1: Aspetta, cosa?!
Io sono il padrone del mio destino
Tizio 1: Io sono il padrone del mio destino.
Tizio 2: Ho appena bloccato un'ora sul tuo calendario per il brainstorming.
Tizia: 2 ore per la formazione obbligatoria.
Tizio 3: 3 ore per la revisione dei risultati.
Tizio 1: Io sono il padrone del mio destino... fuori dall'orario di lavoro.
Tizio 4: Ho bisogno che tu rimanga fino a tardi oggi.
Tizio 1: Lasciamo perdere.
Mimo
Uhh... Jane, hai il microfono disattivato.
Non essere mai uno yes man
Tizio 1: Dovremmo scegliere l'opzione A.
Tizio 2: Ottima decisione.
Tizio 1: Ma l'opzione B sembra migliore.
Tizio 2: Sì che B sembra migliore.
Tizio 1: Mi piace come la pensiamo allo stesso modo.
Tizio 2: Anche a me.
PIÙ TARDI
Stagista: Qualche consiglio per me?
Tizio 2: Non essere mai uno yes man.
Punti fondamentali per questo trimestre
Tizio: Di seguito, il nostro amministratore delegato condividerà i nostri punti fondamentali per questo trimestre.
AD: Gente, dobbiamo aumentare le nostre entrate... tagliando i costi e rallegrando gli utenti.
Tizia: Quindi dobbiamo concentrarci su tutto?
AD: Esatto.

sabato 17 febbraio 2024

Festeggia il tuo gatto!

Oggi, in occasione della Giornata Internazionale del Gatto, la pagina Facebook satirica Feudalesimo e Libertà ha pubblicato un post che allude alla fama dei vicentini come "magnagati".

A tal proposito Wikipedia chiarisce

Un detto popolare, codificato in una filastrocca pubblicata nel 1879, soprannomina i vicentini "magnagati", ovvero "mangia gatti", detto che ha dato origine a svariate teorie sulla sua provenienza etimologica ma che nell'immaginario popolare moderno è divenuto anche un simbolo della povertà del territorio e della sua gente nei periodi passati, da ultimo durante la seconda guerra mondiale, quando questo segno di disperazione - cibarsi di questi animali domestici una volta esauriti quelli da cortile - era in realtà abbastanza diffusa in tutta Italia, tant'è che una circolare del Ministero dell'Interno all'inizio del 1943 vietava espressamente l'uccisione di gatti per scopi alimentari, al fine di evitare la proliferazione di topi.
La tradizione, comunque, assegna particolarmente ai vicentini la nomea di "mangia gatti". Sulle ragioni di questa attribuzione ci sono diverse leggende, ma l'unico collegamento storico è rintracciabile nel 1509, quando Padova era attaccata dalle truppe della lega di Cambrai, allestite contro la Repubblica di Venezia. Tra gli aggressori vi erano i vicentini, tradizionali nemici dei sudditi dei Carraresi, e sarebbe a loro che i padovani mostrarono in segno di disprezzo, dall'alto delle mura, una gatta appesa a una lancia: «Lo sfottò era riferito alla macchina da guerra conosciuta come "il gatto" e utilizzata anche dalle truppe imperiali».
A seguito di questo epiteto, che come si è visto non ha probabilmente origini culinarie e che è assunto bonariamente come un blasone da parte dei cittadini, alcuni hanno voluto pubblicare - prevalentemente a scopo satirico - la propria ricetta del "gatto alla vicentina", generando regolarmente varie polemiche con gli amici degli animali.

Qualche giorno fa Shirley Serban, che immagino non se la prenderà se la definisco una nota "gattara", ha pubblicato una parodia a tema felino di Heart of Glass, indimenticabile – anche perché una volta che ti si pianta nelle orecchie non se ne va più via ;-) – singolo dei Blondie datato 1978.

venerdì 16 febbraio 2024

Quando poi è troppo tardi

Giorni fa sono andata dal mio medico di famiglia perché avevo bisogno di alcune ricette, tra cui la prescrizione delle analisi del sangue e delle urine, che tipicamente eseguo con cadenza annuale. Già che c'ero ho chiesto alla dottoressa:

«È da agosto che non ho le mestruazioni... Dopo quanti mesi ci si deve considerare in menopausa?»

«Dopo dodici mesi, di solito»

«Ma per saperlo con certezza ci vuole una visita ginecologica?» (Per quest'anno non ne ho in programma)

«No, in genere sono sufficienti degli esami del sangue, che le prescrivo. Poi quando avrà i risultati me li porti, così li valutiamo insieme»

L'altroieri, 14 febbraio, sono andata a fare le analisi. Sul foglio che mi è stato rilasciato c'era scritto che i risultati avrebbero dovuto essere pronti il 16 febbraio, cioè oggi, ma già la sera stessa mentre ero a cena col mio compagno per la festa degli innamorati – per citare un mio "facciamico", «non credo a San Valentino, credo a qualsiasi scusa mi porti al ristorante» ;-) – ho ricevuto un SMS che mi informava che il referto era disponibile nel mio fascicolo sanitario elettronico. Non appena sono rientrata a casa l'ho scaricato, stampato e gli ho dato un'occhiata. Colesterolo alto a parte — non mangio poi così male, temo che l'effetto combinato dei geni ereditati da papà e mamma si stia facendo sentire, e sarà il caso di correre ai ripari — ho esaminato i risultati dei dosaggi ormonali legati al mio stato di fertilità. Ebbene, mi riservo di parlarne con la dottoressa con la quale ho appuntamento martedì prossimo, ma ho notato almeno un paio di valori contenuti all'interno di una gamma contrassegnata da una parola inequivocabile: menopausa.

A settembre prossimo saranno dieci anni che io e il mio compagno stiamo insieme, otto che conviviamo, ma non abbiamo mai parlato concretamente di mettere in cantiere un bambino, anche perché per poterlo fare, non avendo peraltro parenti stretti su cui poter contare, avremmo dovuto rivoluzionare le nostre vite; nel mio caso in particolare sarebbe stato impensabile conservare il mio attuale impiego, che mi tiene fuori casa per quasi 12 ore al giorno, e al massimo avrei potuto cercarne un altro, magari meno qualificato e part-time, che si potesse svolgere da remoto oppure in una sede molto più vicina a casa.

Una parte di me ha da tempo la sensazione di non avere più le energie per sostenere un impegno così importante. Oltretutto io sono nata quando mamma aveva 42 anni, un'età alla quale all'epoca (ri)diventare madri non era affatto così frequente come oggi, e pur essendole profondamente grata per non aver dato retta al ginecologo che le consigliò di "pensarci bene" prima di portare avanti la gravidanza "alla sua età" (tradotto: non sarebbe il caso che abortisse?), sono sempre stata del parere che i figli fosse meglio averli da giovani. E oramai i 42 anni li ho superati da un pezzo. Inoltre temevo che la mia indole al contempo ansiosa e un po' distratta potesse fare di me una pessima madre.

D'altra parte vedo diventare mamme donne alle quali non affiderei neanche un criceto, e la mia mente accarezzava l'idea che con l'aiuto del mio compagno avrei potuto farcela a crescere come si deve e con tanto amore una creatura che avrebbe rappresentato il coronamento del nostro rapporto, nonché il nostro "bastoncino della vecchiaia"... Ma no, scherzo, questa era la definizione che mia madre soleva dare di me; sta di fatto che l'ho delusa (anche) sotto questo aspetto, perché i suoi ultimi anni di vita li ho trascorsi a 600 chilometri di distanza da lei, pur tornando a farle visita più spesso che potevo.

Ogni tanto il mio compagno diceva con tono semiserio che gli sarebbe piaciuto avere da me una piccola "ingegnere capo"... e questo mi faceva sentire amata e gratificata, anche se tra me e me temevo che potesse essere troppo tardi.

E niente, è andata a finire che con ogni probabilità il mio tempo è scaduto sul serio. A questo punto, se proprio non volessimo rinunciare a diventare genitori, ci sarebbero due strade percorribili:

  • La fecondazione in vitro con donazione di ovociti, visto che i miei ormai sono "andati a male" e non li ho congelati quando avrei potuto. Non mi dispiacerebbe mettere al mondo una creatura con un corredo genetico che non mi appartiene, mi basterebbe portarla in grembo... ma rimarrebbe il problema di cui sopra: l'età avanzata. Senza contare il fatto che un percorso del genere, con relativo bombardamento ormonale, sarebbe parecchio oneroso dal punto di vista fisico ed emotivo.
  • L'adozione — se il bambino è già un po' grandicello il problema della differenza d'età si riduce, ma in compenso è probabile che ne sorgano degli altri — è un percorso anch'esso difficile, sotto altri aspetti, e per portarlo avanti e sopportare e superare le inevitabili criticità che esso comporta ci vuole una forza d'animo che io non credo proprio di possedere.

Raramente, se non mai, mi sono spinta così tanto sul personale su questo blog, ma questa volta sentivo il bisogno di farlo. Non soltanto perché sono 48 ore che scoppio in lacrime in continuazione a causa di questa amarissima consapevolezza che mi ha travolta — e manco a farlo apposta, sarà che in questo momento sono ipersensibile al riguardo, tra ieri e oggi sembrava che in ufficio tutti volessero parlare di figli, e ieri il collega trentatreenne che a breve ci lascerà per trasferirsi in Canada con la sua ragazza ha ammesso di aver aspettato che la loro richiesta di visto venisse accolta per mettere su famiglia con lei, perché sarebbe stato improponibile affrontare un cambiamento del genere con un bimbo piccolo — ma anche per provare a lanciare un messaggio alle giovani coppie che fossero eventualmente "all'ascolto": se davvero desiderate un figlio, non state ad aspettare troppo a lungo il momento giusto, perché a un certo punto potreste rendervi conto che è già passato.

giovedì 15 febbraio 2024

Il coraggio di fermarsi

Il cantante ventunenne Sangiovanni, classificatosi penultimo al Festival di Sanremo 2024 con una performance non certo eccezionale, non lo seguo di certo sui social... ma siccome oggi proprio sui social si parlava delle sue esternazioni, sono andata a leggermi il suo ultimo post.

grazie a quest’esperienza ho capito che essere se stessi e dire la verità è importante, bisogna accettare quello che si è.
a scanso di equivoci classici da web non faccio questo discorso ora per via di un posto in classifica, anche il Sanremo precedente l’ho vissuto con lo stesso disagio, ma non riesco più a fingere che vada tutto bene e che sia felice di quello che sto facendo.
a volte bisogna avere il coraggio di fermarsi e sono qui per condividere con voi che ho deciso di farlo. L’uscita del mio album ‘privacy’ e il concerto al forum di Assago del 5/10 sono rimandati. Per chi ha messo amore e fiducia in questo progetto preacquistando i biglietti del Forum o il disco riceverà il rimborso, i dettagli sono tutti nelle storie. ho ricevuto tantissimo sostegno che non mi aspettavo e tantissima comprensione che per me in questo momento rappresentano la cosa più importante, anche perché mi sembra di sentire che quello che vivo io tocca tante persone e mi fa sentire meno solo. Davvero grazie.
voglio precisare che non sto mollando, credo tanto nella mia musica e in questo progetto ma allo stesso tempo non ho le energie fisiche e mentali in questo momento per portarlo avanti. non ve lo meritate voi, e non se lo merita il mio team (che per altro ringrazio per la vicinanza). voglio stare bene per condurre al meglio la musica vista come ‘lavoro’. continuerò a scrivere e a stare in studio perché fa parte del mio benessere e nel mentre inizierò a dedicare il tempo a me stesso per migliorare questa condizione. so che mi aiuterà e che tornerò presto, anche più forte di prima.
vi voglio bene

Mi si è stretto il cuore leggendo che anche un ragazzo così giovane e di successo possa sentirsi sopraffatto dallo stress, una sensazione che per quanto mi riguarda conosco fin troppo bene, e ammetta con tanta schiettezza di doversi prendere una pausa. Gli auguro sinceramente di tornare al più presto a stare meglio e ad esibirsi davanti al suo pubblico.

mercoledì 14 febbraio 2024

Il mio FantaSanremo 2024

Anche quest'anno, per il secondo anno consecutivo, ho partecipato al FantaSanremo. La mia squadra si è classificata 1436195esima su 4200144 squadre iscritte, con 1802 punti. In squadra avevo tre dei primi cinque classificati... ma, come vedremo, ai fini del punteggio la posizione in classifica conta solo fino a un certo punto. I primi classificati al FantaSanremo sono stati infatti con 486 punti i La Sad, solo ventisettesimi (cioè quartultimi) nella classifica ufficiale finale, seguiti con 460 punti da Dargen D'Amico, ventesimo classificato.

La "formazione" l'ho scelta ottimizzando l'utilizzo dei "baudi" – la "moneta virtuale" utilizzata per "comprare" gli artisti in gara, e ovviamente quelli più quotati "costavano" di più – evitando di aggiudicarmi personaggi che proprio non sopportavo. Annalisa – che avevo scelto come capitana perché le attribuivo le maggiori possibilità di vittoria, peccato che nonostante l'indubbio talento abbia portato un pezzo meno "forte" rispetto ai suoi successi del 2023 – mi ha fatto guadagnare 445 punti, Angelina Mango 420, Il Tre 415, Loredana Bertè 327, Irama 195 miseri punti.

La vittoria di Angelina Mango da sola mi è valsa 100 punti, il terzo posto di Annalisa 60 e il quinto posto di Irama 40. Ma c'erano molte altre azioni e situazioni che valevano punti (e che spesso sono state inscenate abbastanza ostentatamente). Eccone solo alcune:

  • 20 punti se il concorrente ha ricevuto una standing ovation del pubblico dell'Ariston (10 punti se la standing ovation è stata solo parziale)
  • 20 punti per una "scapezzolata" (il cosiddetto bonus Rkomi)
  • 18 punti se il concorrente ha scopato sul palco... nel senso che ha usato una scopa per pulire, che avevi capito? ;-) (il cosiddetto bonus Morandi)
  • 5 punti se il concorrente indossava occhiali da sole (il cosiddetto bonus Dargen)
  • 15 punti se il concorrente è sceso in platea
  • 10 punti per dichiarazioni, gesti o simboli contro ogni discriminazione
  • 10 punti per dichiarazioni, gesti o simboli a favore della pace e/o contro la guerra
  • 5 punti se il concorrente ha pronunciato parole di ringraziamento dopo l'esibizione
  • 5 punti se il concorrente ha mostrato l'ombelico

Non è mancato lo "zampino" degli sponsor:

  • 10 punti se il concorrente ha donato fiori al direttore d'orchesta (sponsorizzato da ActionAid)
  • 15 se il concorrente indossava pantaloni a zampa, 10 se sfoggiava un outfit total black (sponsorizzato da Perlana)
  • 10 se il concorrente ha abbracciato il conduttore oppure se si è commosso (sponsorizzato da Ciobar)
  • 5 punti se il concorrente si è esibito dopo mezzanotte, 10 se si è esibito dopo l'una (sponsorizzato da Rotoloni Regina)

Per finire, le azioni "penalizzanti":

  • 5 punti di penalizzazione se il concorrente non ha sceso nessuna delle due scalinate dell'Ariston prima dell'esibizione
  • 10 punti di penalizzazione se il concorrente ha dimenticato parole del testo della propria canzone in gara facendo scena muta o farfugliando per qualche secondo
  • 20 punti di penalizzazione se il concorrente ha inciampato o è caduto durante l'esibizione (è capitato in finale ad Angelina Mango, che però si è ripresa presto e bene, da formidabile animale da palcoscenico qual è)
  • 20 punti di penalizzazione in caso di problemi tecnici che hanno causato l'interruzione del brano

E nient, dal mio punto di vista il FantaSanremo non è stato altro che una scemenzuola per sentirmi un pochino più coinvolta nella kermesse. Sicuramente molto più avvincente rispetto al Whamageddon che ogni anno sotto Natale imperversa nella mia "bolla social"! :-)

martedì 13 febbraio 2024

Saluti da Chennai

Se la sottoscritta dovesse trovare stimolo per la propria attività bloggatoria dalla quantità di commenti che riceve, avrebbe smesso da un bel pezzo... e invece vado avanti per il puro e semplice piacere di scrivere, anche cose banali, e di tenere un diario, per quanto non certo privato e segreto come quello che avevo da bambina, sebbene di commenti me ne arrivino ben pochi; devo comunque ammettere che, quando capita, non sempre mi premuro di lasciare una risposta e che, pur seguendo parecchi blog, assai di rado mi prendo la briga di commentare... perciò non ho granché da recriminare sul comportamento altrui.

Stamattina a cinquanta giorni esatti dall'ultimo commento a un mio post – grazie Andrea! :-) – ho ricevuto via e-mail la notifica di un nuovo commento al mio post di ieri: oh che sarà mai?!

Beh, ecco il testo.

All the latest updates from the selenium Automation minds team. selenium Automation minds lets you program in selenium, in your browser. No need to install any software, just start coding straight away. There's a fully-functional web-based console and a programmer's text-editorselenium Training in chennai [link omesso, NdC]

Trattasi dell'ennesimo commento pubblicitario che sembra provenire dalla città indiana di Chennai, l'antica Madras. Ne avevo già parlato qui... e solo ora mi rendo conto che il primissimo commento del genere non solo l'avevo preso per buono, ma avevo pure risposto ringraziando! Da allora invece li ho "cassati" tutti senza pietà, compreso quello di oggi, inviato da un profilo creato appena un mese fa.

lunedì 12 febbraio 2024

Serendipitevolmente

È strano come certe volte ci si imbatta del tutto casualmente in nessi sorprendenti fra situazioni abbastanza distanti tra loro.

Mesi fa ho letto l'intervista di Monica Rossi – pseudonimo dietro cui a quanto pare si nasconde un uomo – alla scrittrice Barbara Garlaschelli . La quale alla domanda «Di tutti i libri che hai letto c'è una frase, una sola, che ha inciso profondamente nel tuo io? Altrimenti, un libro» ha risposto «Martin Eden di Jack London» (romanzo che ha ispirato vari film, il più recente dei quali vede protagonista l'attore romano Luca Marinelli ed è ambientato a Napoli anziché a San Francisco).

Ebbene, più o meno nello stesso periodo ho scoperto che Federico Moccia – non proprio il primo nome che mi verrebbe in mente se dovessi menzionare un bravo scrittore ;-) – si era laureato in Lettere moderne con una tesi su se stesso e Jack London, «l'autore che mi ha fatto innamorare della scrittura con il suo romanzo Martin Eden».

Tutto qui, mi ha semplicemente incuriosita questa coincidenza! :-)

domenica 11 febbraio 2024

Sanremo, non solo musica

Anche se stamattina non dovevo svegliarmi presto, ieri sera, contravvenendo alle mie tradizioni sanremesi, ho spento il televisore e sono andata a dormire dopo la lettura della classifica parziale – beh, erano pur sempre le due di notte – perché non volevo rischiare di vedere Geolier proclamato vincitore del Festival di Sanremo: dopo il suo inspiegabile exploit nella serata delle cover, molti lo davano per favorito, mentre io non lo sopportavo. E non avevo ancora letto due post dedicati alla sua discografia (devo fidarmi perché mi rifiuto di ascoltare alcunché) che l'hanno reso meritevole di tutto il mio disprezzo.

Oggi al risveglio ho scoperto con piacere che aveva vinto Angelina Mango: anche se il rapper di Secondigliano aveva dominato nel televoto, i voti della sala stampa e quelli dei rappresentanti delle radio hanno decretato il trionfo della duplice figlia d'arte. Poco dopo ho guardato la conclusione della serata su RaiPlay e, vedendo la reazione stupita ed emozionata della ragazza durante la premiazione, mi sono proprio commossa, che te devo di'. :'-)

Ecco un po' di video che la riguardano.

  • La sua interpretazione da brividi de La rondine, un classico di suo papà Giuseppe/Pino Mango, meglio noto semplicemente come Mango.
  • Il video ufficiale della canzone vincitrice La noia.
  • La parodia del brano realizzata dagli Oblivion ed ambientata in un ristorante sushi (a proposito, notevole anche la parodia di Sinceramente della terza classificata Annalisa).
  • Manolo Trinci che spiega perché in un contesto informale come quello della canzone dire «a me mi (viene la noia)» non è sbagliato.
  • Il riassunto canoro dell'intera kermesse condensato da Lorenzo Baglioni in appena un minuto e mezzo.

Ma non posso concludere questo post su Sanremo senza parlare del modo indegno in cui sono stati trattati i tentativi di sensibilizzazione abbozzati da alcuni artisti nei confronti del genocidio – chiamiamo le cose con il loro nome, sperando che Blogger non mi censuri come succede su certi social – che sta avvenendo in Palestina. Lo faccio basandomi su alcuni tweet della giornalista Gisella Ruccia.

  • Ecco la conclusione dell'esibizione di Ghali ieri sera.
  • Oggi a Domenica In lo stesso Ghali è ritornato sulla questione.
  • E in seguito pure Dargen D'Amico ha provato ad affrontare temi "scomodi" (per la dirigenza Rai, senza dubbio).
  • La puntata di Domenica In si è conclusa con la lettura da parte di Mara Venier di un comunicato mandato dall'amministratore delegato della Rai Roberto Sergio che non esito a definire vergognoso. Non una parola sulle migliaia di civili palestinesi – tra cui anziani, donne e bambini – orribilmente trucidati. E chi "osa" invocare la pace viene additato come un pericoloso sovversivo da cui affrettarsi a prendere le distanze.

sabato 10 febbraio 2024

Non più "tenorini"

Questa sera vorrei occuparmi di un trio di artisti in gara a Sanremo 2024; non ne sono mai stata fan, e mi pare improbabile che loro, trionfatori a Sanremo 2015 con Grande amore, faranno il bis, dal momento che sono appena undicesimi nella classifica provvisoria (il favorito per la vittoria finale è Geolier, e dico fin da subito che mi rifiuto di commentare tale eventualità qualora dovesse avverarsi).

Sto parlando del gruppo Il Volo, composto dal trentenne Piero Barone, dal ventinovenne Ignazio Boschetto e dall'abruzzese Gianluca Ginoble, che 29 anni li compirà giusto domani; a mio modesto avviso è il più talentoso dei tre, e potrebbe tranquillamente intraprendere una carriera da solista.

I tre quest'anno presentano il brano Capolavoro, sul cui titolo alcuni hanno ironizzato parlando di immodestia; ma basta dare uno sguardo al testo per capire che tale termine è riferito alla persona amata, non certo alla canzone in sé. Canzone che per quanto mi riguarda ho trovato assai meno stucchevole rispetto a Grande amore. Gli Oblivion ne hanno fatto una breve ma esilarante parodia, la quale sembra alludere al fatto che il pubblico più affezionato de Il Volo sia composto prevalentemente da pensionati. ;-)

Per la serata delle cover di ieri il trio ha compiuto una scelta non certo facile, criticata sia a priori sia a posteriori: Who wants to live forever dei Queen, con l'accompagnamento di Stef Burns, chitarrista di Vasco Rossi (nonché ex marito di Maddalena Corvaglia). Ebbene, pur non essendo – lo ripeto – una fan de Il Volo, il loro mi è sembrato un omaggio rispettoso ed eseguito alla perfezione, a differenza di altre cover di cantanti scomparsi che, come si suol dire, devono aver fatto rivoltare gli interpreti originali nella tomba.

A rendermi i tre (ormai non più tanto) ragazzetti ancora più simpatici è stata questa loro estemporanea performance a Viva Rai2! con Fiorello. Se non capisci il dialetto siciliano, sorry, non aspettarti che sia io a tradurtelo! ;-)

venerdì 9 febbraio 2024

AI: un'arma a doppio taglio

Da poco più di un anno a questa parte, ChatGPT e altri software basati sull'intelligenza artificiale hanno reso possibili risultati fino ad allora inimmaginabili. Ci sarebbe moltissimo da dire al riguardo, ma non mi sento all'altezza di affrontare un argomento così complesso, per cui mi limiterò a condividere i link a due articoli che affrontano altrettanti aspetti speculari della questione:

Non avendo al momento né tempo né voglia di tradurli entrambi – aoh, so' stanca morta – mi limiterò a riportare l'elenco sintetico delle summenzionate trenta attività, tanto più che la seconda e soprattutto la terza parte potranno avere senz'altro un impatto importante sul mio futuro professionale.

Attività personali e familiari
  1. Condividere storie di famiglia
  2. Fare un complimento a un amico
  3. Consolare un vicino
  4. Aiutare un bambino con i compiti
  5. Pianificare una riunione di famiglia
  6. Abbellire la casa
  7. Cantare una ninna nanna
  8. Preparare un pasto preferito
  9. Fare giardinaggio
  10. Creare un album fotografico
Compiti professionali e legati alla carriera
  1. Costruire relazioni sul posto di lavoro
  2. Dare feedback costruttivi
  3. Organizzare un pranzo di gruppo
  4. Risolvere i reclami dei clienti
  5. Creare una strategia di vendita
  6. Progettare una newsletter aziendale
  7. Tenere un discorso pubblico
  8. Gestire clienti difficili
  9. Fare da guida a un nuovo assunto
  10. Pianificare un seminario
Attività legate all'informatica e alla tecnologia
  1. Scrivere codice con un approccio collaborativo
  2. Fare da guida a un principiante della tecnologia
  3. Analizzare il feedback degli utenti
  4. Spiegare concetti tecnologici
  5. Progettare siti Web
  6. Partecipare a una revisione del codice
  7. Tenere il passo con le novità tecnologiche
  8. Risolvere i problemi dei familiari
  9. Contribuire a un forum tecnologico
  10. Organizzare un incontro tecnico locale

[L'immagine che apre il post, tratta da ZDNET, è stata realizzata da Bing Image Creator]

giovedì 8 febbraio 2024

Pecunia non olet

Riguardo alla seconda serata del Festival di Sanremo, svoltasi ieri sera, il momento del quale probabilmente si è parlato di più non riguarda affatto la gara canora, bensì la gag della quale è stato protagonista il superospite John Travolta, "costretto" da Fiorello e Amadeus ad esibirsi ne Il ballo del qua qua di Romina Power, che non esito a definire una delle canzoni più sceme della storia della musica italiana (e che comunque è l'adattamento di un brano svizzero). Una scena estremamente imbarazzante e cringe, tale da suscitare la fremdschämen, la vergüenza ajena... oppure, per citare Giulia Blasi la quale a sua volta ha citato un brano di Geolier uscito qualche anno fa, roba da fridd' 'nguoll'!

Quelli di Socialisti Gaudenti hanno immaginato il tennista Jannik Sinner, al centro di polemiche dopo aver rifiutato l'invito di Amadeus a salire sul palco dell'Ariston, intento a ridersela come un pazzo davanti a tutto questo...

A quanto pare Travolta non ha firmato la liberatoria che consente la diffusione del video, quindi del "suo" ballo del qua qua non rimarrà traccia negli archivi Rai. Ma sarà ben più difficile che quelle immagini spariscano anche dal web. Io ad esempio ho trovato un breve video qui su YouTube, registrato da un punto di vista laterale... comunque per sicurezza l'ho scaricato sul mio PC, ché non si sa mai! ;-)

Uno degli aspetti più discussi di questo episodio è: quanto avrà intascato John Travolta per prestarsi – visibilmente controvoglia – a una simile pagliacciata? Si parla di oltre un milione di euro... ma non è chiaro se a pagare sia stata la Rai oppure l'azienda di abbigliamento antinfortunistico della quale l'attore statunitense è testimonial, e che produce le candide sneakers da lui indossate e ripetutamente inquadrate.

Comunque adesso basta, di questa vicenda si è parlato fin troppo: mi auguro che d'ora in poi nulla mi distragga dalla musica, perlomeno limitatamente a Sanremo!

[La GIF che apre il post è un meme della serie Confused Travolta, e mi pare perfetta per l'occasione]

mercoledì 7 febbraio 2024

Quarant'anni di una foto storica

Cade oggi il quarantesimo anniversario di una delle foto più mozzafiato della storia delle missioni spaziali; la ricorrenza è stata celebrata sul sito della NASA.

L'astronauta Bruce McCandless esegue la prima passeggiata spaziale senza vincoli
L'astronauta Bruce McCandless II [nato l'8 giugno 1937 e morto il 21 dicembre 2017, NdC] si avvicina alla sua distanza massima dallo Space Shuttle Challenger in orbita attorno alla Terra in questa foto da 70 mm del 7 febbraio 1984. Mentre provava per la prima volta il dispositivo da zaino con propulsione ad azoto e controllo manuale chiamato unità di manovra con equipaggio (MMU, manned maneuvering unit), gli altri membri dell'equipaggio di McCandless a bordo del veicolo riutilizzabile lo fotografavano. La MMU consentiva agli equipaggi di spostarsi all'esterno della stiva e di svolgere attività lontano dalla sicurezza del veicolo spaziale. «Potrebbe essere stato un piccolo passo per Neil», ha proclamato, «ma è un cavolo di balzo enorme per me» [il riferimento è alla celebre citazione di Neil Armstrong (1930–2012), che nel 1969 fu il primo uomo a mettere piede sulla Luna, NdC].
Scopri come sono nate questa e altre foto iconiche della missione STS-41B.

martedì 6 febbraio 2024

Chimico Vs Fisico

Giorni fa accennavo a un video nel quale il professor Vincenzo Schettini de La Fisica Che Ci Piace illustrava alcuni metodi per evitare il problema dei vetri appannati in macchina. Avevo ammesso di non avere idea che fosse utile tenere in auto dei tappi di sughero per assorbire il vapore acqueo... e in effetti ieri è arrivato, sempre sotto forma di video, il debunking di Dario Bressanini, "il nostro amichevole chimico di quartiere".

Ebbene, a quanto pare in quel caso il prof aveva proprio toppato... ma vale la pena di condividere altri due suoi video più recenti e utili: quello in cui spiega come aprire i barattoli senza difficoltà – comunque, con le mani di pastafrolla che mi ritrovo, continuerò a fare affidamento sull'apposito apribarattoli – e quello in cui svela la soluzione definitiva per evitare il freddo dopo la doccia. Tenere l'accappatoio il più possibile vicino alla doccia e indossarlo dentro il box... toh, chi l'avrebbe mai detto?! ;-)