venerdì 31 marzo 2023

Anche i fisici hanno un cuore ;-)

Seguendo la pagina Facebook di Storie Scientifiche, dedicata a raccontare la vita e le scoperte di uomini e donne che hanno contribuito, con le loro idee e i loro sogni, al progresso scientifico, ho scoperto il lato più privato di due grandi fisici. Werner Heisenberg, il "papà" dell'omonimo principio di indeterminazione, premio Nobel per la fisica nel 1932...

"Non appena sarai di nuovo qui, voglio dimenticare tutto ciò che non riguarda noi. Credo che sarebbe bene se durante questa estate la fisica venisse messa in un angolo buio, per essere ripresa più tardi, perché prima ho più da imparare da te che da tutti i trattati del mondo."
Così scriveva Werner Heisenberg a Elisabeth Schumacher. I due si conobbero la sera del 28 gennaio 1937 quando Heisenberg, accompagnato da due amici violinisti, si esibì al pianoforte. Lui si innamorò immediatamente di lei, e lei del suo Beethoven, rimanendo insieme fino alla fine dei loro giorni. Nella risposta di Elisabeth si legge perfettamente, come scrive Maria Popova nell'articolo che è al primo commento, "uno dei pilastri centrali della loro vita insieme: il sostegno incondizionato alla pienezza dell'essere dell'altro":
"Se in estate vorrai prenderti un po' di tempo libero dalla tua carissima fisica per me sarà, naturalmente, un po' come essere in paradiso. E puoi star certo che in seguito non mi dispiacerà mai se tu ti dedicherai per lunghi periodi nient'altro che alla fisica. Ha bisogno di te, lo so. E io sto bene da sola, quando so che tu mi ami."

... e Paul Dirac, che ammetto di ricordare più che altro per la funzione delta di Dirac, anche se vinse pure lui il Nobel per la fisica nel 1933 assieme a Erwin Schrödinger, quello del celebre paradosso del gatto.

Il matrimonio con la sorella di Eugene Wigner, Margit (Manci per la comunità dei fisici), sembrò aver fatto scoprire l'amore a Paul Dirac. Dopo la luna di miele, mentre Manci era a Budapest, Dirac fu colto da un attacco di malinconia e nel freddo inverno di Cambridge si sentì sopraffatto dalla solitudine. Indirizzò, allora, alla moglie "la prima lettera d'amore che abbia mai scritto":
"A mano a mano che il tempo passa, mi accorgo sempre di più che ti sei l'unica per me. Prima che ci sposassimo ero preoccupato che il matrimonio avrebbe provocato in me una reazione, ma ora sento che ti amerò sempre di più, perché ti conosco meglio e vedo quanto sei cara e dolce. Pensi che anche tu mi amerai sempre di più?"
Sembra opinione comune che il matrimonio avesse anche migliorato il carattere di Dirac. Migliorato, ma non stravolto visto che era rimasto sempre poco comunicativo. Sono testimoni i suoi colleghi con i quali, almeno una volta alla settimana, cenava. Tra i testimoni c'era Glyn Daniel, un archeologo che sedeva accanto a Dirac durante una cena al St John’s, che ricordò:
"Arrivò la zuppa e il silenzio proseguì; a metà del secondo decisi di fare uno sforzo per rompere il silenzio. Ma come? Non certo parlando del tempo. Neanche della politica. Nemmeno l’approccio più semplice: 'Mi chiamo Daniel, studio i monumenti megalitici. Che cosa pensa di Stonehenge?'. Mi voltai verso Dirac, che stava esaminando gli acini di uva nel suo piatto, e gli chiesi con noncuranza: 'È andato a teatro o al cinema questa settimana?'. Lui rifletté un momento, si girò verso di me con quello che io interpretai come un sorriso garbato, e disse: 'Perché lo vuole sapere?'. Il resto della cena venne consumato in silenzio."

Io ero convinta di essere un po' stramba, ma lui mi batte! ;-)

giovedì 30 marzo 2023

Sogno una carne sintetica

Stasera ti propongo alcuni link relativi a un paio di notizie assai discusse che riguardano l'alimentazione e il suo rapporto con la politica e con le tradizioni gastronomiche.

  • Come riporta Il Post, «Il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge che vieterebbe la produzione e la commercializzazione di alimenti e mangimi sintetici, cioè quelli che vengono prodotti a partire da cellule animali ottenute attraverso biopsie indolori su animali vivi. Queste cellule vengono poi “allevate”, ovvero nutrite in vitro, con sieri di origine vegetale e animale, grazie ai quali crescono fino a diventare tessuto muscolare, carne “vera” che non comporta enormi emissioni di CO2, deforestazione e sofferenza degli animali». Peccato, perché io un alimento che ha lo stesso apporto nutrizionale, e magari pure lo stesso sapore, della carne senza porre problemi etici e producendo un impatto ambientale di gran lunga inferiore rispetto agli allevamenti intensivi, per tacere dell'assenza di microorganismi nocivi, antibiotici e ormoni, lo mangerei molto volentieri. Qui c'è il parere della dottoressa Alice Rotelli, medico chirurgo, mentre il mio "facciamico" Luca Simonetti, avvocato di professione, ha esposto le ragioni per cui il divieto in questione è semplicemente ridicolo. Vale la pena di sottolineare che l'espressione "carne sintetica" è impropria, come hanno spiegato Beatrice Mautino ed Emanuele Menietti in un episodio del loro podcast Ci vuole una scienza uscito a dicembre.
  • I paladini dell'Autentica Tradizione Gastronomica Italiana sono insorti leggendo – ma secondo me ne hanno solo sentito parlare, o se l'hanno letta non l'hanno capita – l'intervista rilasciata al prestigioso Financial Times da Alberto Grandi, professore di Storia dell'alimentazione e preside del corso di laurea in Economia e management all'Università di Parma. La sua colpa? Aver "osato" affermare "eresie" come quella che la celeberrima pasta alla carbonara, vessillo della cucina romana, in realtà è una ricetta americana, e che fino agli anni '50 del secolo scorso la maggioranza degli italiani la pizza non la conosceva proprio. Affermazioni altrettanto scomode Grandi le dispensa con cadenza settimanale nel suo podcast DOI - Denominazione di Origine Inventata, che ho scoperto per l'occasione, e del quale proprio oggi è uscito un episodio nel quale il professore discute col suo "socio" Daniele Soffiati dell'"inferno" scatenato dall'intervista. Eppure, indovina un po'?, si dà il caso che abbia ragione il prof. Questo riepilogo stilato da Marco Ferrari è assai esauriente al riguardo.

P.S.: La "colonna sonora" di questo post, che ne ha ispirato il titolo, è Aurora sogna dei Subsonica, tratto dal memorabile album Microchip emozionale uscito – urka!!! – nel lontano 1999.

mercoledì 29 marzo 2023

Chi è "più italiano"?

All'epoca delle Olimpiadi di Tokyo 2020, sull'onda delle vittorie di atleti come Marcell Jacobs ed Eseosa Fostine "Fausto" Desalu, si è molto discusso di ius soli sportivo, in pratica una corsia preferenziale dedicata agli sportivi figli di stranieri per ottenere la cittadinanza italiana e gareggiare con la maglia azzurra. Il presidente del CONI Giovanni Malagò ha affermato che «Non riconoscere lo ius soli sportivo è qualcosa di aberrante, folle»... ma dal mio punto di vista l'unica cosa veramente aberrante in questo contesto è che la stessa opportunità non debba essere concessa in egual misura a tutti i figli di stranieri nati e/o cresciuti in Italia e che magari parlano la nostra lingua e conoscono la nostra cultura meglio di tanti "itagliani DOC", anche se non hanno il dono di eccellere in qualche sport.

Di recente, ispirato dalle ultime notizie sportive, Maurizio Crosetti ha scritto per Repubblica un articolo che è dietro paywall, ma ne ho trovato un estratto su Facebook.

Lui è nato in Argentina e non si era mai mosso da lì, ma in tre giorni ha avuto la maglia azzurra per via di un nonno di Canicattì.
Lei è nata in Tunisia, vive in Italia da quando aveva 18 mesi e ha dovuto aspettare fino a 21 anni per ottenere cittadinanza e passaporto: tutti i suoi avi sono infatti tunisini, genitori compresi.
Lui gioca a calcio, si chiama Mateo Retegui, ha 23 anni ed è il nuovo centravanti della Nazionale italiana, anche se l’italiano non lo capisce ancora e non ne conosce neppure una parola.
Lei tira di boxe, si chiama Sirine Chaarabi, ha 23 anni, un bellissimo accento casertano e oggi potrebbe dare all’Italia un titolo mondiale nel pugilato.
Vite parallele, ma quanto diverse.
Colpa di una legge vecchia e ingiusta che ancora parla solo di ius sanguinis, come se il sangue degli antenati fosse un merito, e invece nega lo ius soli, come se essere nati in Italia, avere frequentato le nostre scuole, parlare la nostra lingua non contasse niente.
Ma cosa definisce, nel profondo, un diritto di cittadinanza?
Probabilmente la lingua che si parla, il luogo in cui si cresce, le persone con cui si viene a contatto, la scuola che si frequenta: tutto ciò che forma quanto chiamiamo cultura ed è davvero molte cose insieme.
Non è di tale opinione una legge fuori sintonia rispetto ai tempi.

L'articolo si intitola Retegui e Chaarabi, l'azzurro a due tinte e una legge da cambiare. Il problema è che, se aspettiamo che ci metta mano questa maggioranza, stiamo freschi... :-(

martedì 28 marzo 2023

Un giornalista come non ce ne sono più

In occasione della scomparsa di Gianni Minà, accolta da un cordoglio pressoché unanime, è circolata parecchio questa foto risalente a una quarantina d'anni fa che, assieme al relativo racconto fornito dallo stesso giornalista, rende bene l'idea della persona che egli è stato.

“All’epoca frequentavo Robert De Niro, che era a Roma per girare “C’era una volta in America”, il film di Sergio Leone, ed una sera mi chiamò. Mi chiese:
-“Gianni, come va? Che hai da fare oggi?”.
– Io gli risposi: “Sono con Muhammad Ali stasera, stiamo per andare a cena”.
– De Niro sobbalzò e disse: “Con chi è che stai? Cioè, stai andando a cena con Muhammad Ali e non me lo dici? Cioè è il mio idolo di sempre. Io vengo a cena con te stasera Gianni”.
Dopo un po’ ricevetti una telefonata di Sergio Leone, per la verità un po’ arrabbiato, e mi disse che De Niro non sarebbe potuto venire perché quella sera avevano un importante incontro per definire alcune scene del film, quindi non si poteva fare nulla.
Io gli dissi che in realtà non c’entravo niente, stavo solo andando a cena con Muhammad Alì e Robert si era voluto aggiungere. A quelle parole, Leone disse:
– “Cosa??? Cioè tu e Robert state andando a cena con Muhammad Ali e non mi avete detto nulla?”.
Volle a tutti i costi accodarsi anche Sergio Leone. A quel punto mi preparai e, una volta pronto, stavo quasi per uscire, ma suonò di nuovo il telefono. Era il premio Nobel Gabriel García Márquez che era a Roma per cenare anche lui con Sergio Leone e De Niro, ma aveva appena appreso che l’incontro era saltato perché c’era una cena con Muhammad Ali.
Morale della favola?
Ci ritrovammo tutti a cena da “Checco il Carettiere” e mi ricordo che mettemmo tutte le donne da una parte del tavolo e noi dall’altra, perché non volevamo assolutamente farci disturbare; e passammo l’intera serata a fare domande a Muhammad sulla sua carriera e sui suoi match. Ci raccontò tutto. Io, De Niro, Marquez e Sergio Leone ascoltavamo: eravamo tornati tutti bambini”.

Pochi mesi fa lo stesso Minà aveva riproposto la foto su Instagram – pur essendo rimasto da anni tagliato fuori dalla televisione, era piuttosto attivo sui social, considerata l'età – osservando che «Questa foto giustifica il mio lavoro di giornalista».

Di questi tempi in cui purtroppo l'attività giornalistica viene svolta in maniera sempre più dilettantesca e priva di scrupoli, Uomo Morde Cane gli ha dedicato questo post.

Il mio tributo a Gianni Minà: come scegliere una testata giornalistica online in cinque punti.
  1. I giornalisti conoscono il plurale di "pronto soccorso" e non utilizzano "piuttosto che" in forma disgiuntiva.
  2. Le notizie di gossip non rappresentano il core business e non trovi ciclostilata la stessa notizia più e più volte nello stesso periodo.
  3. C'è un correttore di bozze che evita errori già nei titoli e un fact-checker che verifica prima se la notizia sia vera.
  4. Non trovi sensazionalismi, linguaggio colloquiale o da mercato del pesce, costruzioni semantiche infantili. I punti esclamativi rappresentano una rarità.
  5. Non trovi costantemente notizie di morti improvvise, riducendo un quotidiano a un necrologio continuo al fine di richiamare disagiati e persone che rispondono ai disagiati.
Applicando correttamente questi cinque punti toglierete il like a quelle monnezze online che ormai del passato mantengono solo il nome.
Un saluto a Gianni.

lunedì 27 marzo 2023

Non credere a quello che vedi!

Una delle immagini virali del momento è la foto qui sotto, che mostra papa Francesco con indosso un candido piumino molto "stiloso".

Si sono sprecati i meme, molti dei quali ispirati all'Omino Michelin... ma il mio preferito è questo qui sotto, realizzato da @50_sfumature_di_cattiveria. :-D

Il fatto è che non si tratta di una foto autentica, bensì di un'immagine generata dal software di intelligenza artificiale Midjourney. Lo si sarebbe potuto capire notando la strana forma della mano del papa; allo stato attuale, l'incapacità di raffigurare le mani in modo realistico è un punto debole delle AI. Come osservato da Peter Yang, comunque, d'ora in avanti sarà sempre più difficile distinguere la realtà da ciò che è fake...

Un'altra foto su cui si è discusso parecchio è questa qui sotto, che mostra Matteo Salvini intento a parlare al cellulare nell'aula bunker di Palermo in attesa che inizi l'udienza per il processo Open Arms.

La foto è stata condivisa dal Capitone stesso, il quale ha colto l'occasione per elencare tutte le questioni di cui si sta occupando in qualità di ministro; in questo caso non c'è trucco e non c'è inganno. Sorvolando sul fatto che quell'aula è schermata al 100% per impedire qualsiasi comunicazione con l'esterno, perciò è altamente improbabile che lui sia riuscito a prendere la linea... ;-)

[UPDATE: In effetti non ho trovato nessuna fonte ufficiale del fatto che l'aula bunker sia schermata, e quindi Salvini avrebbe potuto davvero essere impegnato in una telefonata. Volendo trovare qualcosa di criticabile nel suo atteggiamento — e non sia mai detto che io mi tiri indietro ;-) — c'è senz'altro la faccia tosta con cui lui si mostra sorridente e del tutto noncurante del processo che lo vede imputato]

domenica 26 marzo 2023

Galateo per chi usa i mezzi pubblici

Per fortuna, anzi purtroppo, da quando ho cambiato lavoro, non viaggio praticamente più sui mezzi pubblici... ma ricordo fin troppo bene cosa capitava quando li prendevo. Ecco perché condivido un paio di ironici consigli che dal mio punto di vista appaiono del tutto banali e scontati, ma che evidentemente non sono tali per tutti.

Un'immagine pubblicata da Adamo Romano aka @maledizioni...

Erano le 16:43 di una normale domenica pomeriggio quando Mariagiovanna fece una scoperta straordinaria: era possibile entrare in treno facendo prima scendere le persone che dovevano uscire, invece di lanciarsi all'interno come un merluzzo selvatico vittima di attacchi di panico.

... e un post pubblicato su LinkedIn dall'ingegnere e imprenditore digitale Simone Terreni.

Questi sono degli AURICOLARI!
Sono facili da usare.
Uno va nell’orecchio destro.
L’altro in quello sinistro.
Una volta messi puoi ascoltare musica e guardare video.
E lo puoi fare al volume che vuoi.
Puoi alzarlo, abbassarlo, silenziarlo.
Puoi anche toglierli, giocarci, mangiarli.
In pubblico però è OPPORTUNO usarli!
Ultimamente invece ho notato il contrario.
Gira una nuova categoria di persone.
I CAFONI DELLO SMARTPHONE.
Cioè quelli che, senza Auricolari, ascoltano il loro telefonino ad alto volume.
Li trovi ormai dappertutto.
In treno, all’aeroporto, in metro, in bus.
Guardano come ebeti lo schermo.
E lo tengono ad alto volume.
Come se ci fossero solo loro.
Disturbano, incuranti di chi li circonda.
Hanno due caratteristiche:
1️⃣ Non guardano film o serie tv, non ascoltano musica. Guardano in maniera ossessiva i Tiktok, i Reels e le Storie. Coi loro pollici sono i professionisti dello swipe. Passano in continuazione da un contenuto a un altro senza fermarsi mai, senza capire cosa stiano vedendo. I pesci rossi hanno un’attenzione massima di 7 secondi. Loro molto di meno!
2️⃣ Non sono ragazzini. Ma sono adulti. A volte anche anziani. A volte anche persone distinte. Sono troppo Cringe!
Potessi darei loro due ceffoni.
Ma poi finirei in galera.
Consiglio loro però di farsi vedere. Ma da uno specialista bravo.
Perché hanno una malattia compulsiva molto grave: la SOCIAL CAFONAGGINE!
Eccheccappero!!

[Di recente ho cambiato smartphone, e siccome quello nuovo non supporta il classico connettore jack audio da 3,5 mm ho comprato un adattatore da inserire nella porta USB C. No, auricolari e cuffie bluetooth non fanno per me]

sabato 25 marzo 2023

Sole di primavera

Il 20 marzo – e non il 21, come pensavano in molti – alle ore 22:24 c'è stato l'equinozio di primavera. Considerando l'etimologia del termine equinozio – dalla locuzione latina aequa nox, cioè "notte uguale (per durata) al dì" – verrebbe naturale pensare che la durata delle ore di luce debba essere esattamente uguale a quella delle ore di buio... e allora come mai quel giorno la luce durava già un po' più di dodici ore? (Per la precisione, dove abito io il 20 marzo il sole è sorto alle 6:27 ed è tramontato alle 18:35, mentre il giorno successivo è sorto alle 6:25 ed è tramontato alle 18:36) Il perché lo ha spiegato bene Lorenzo di Chi ha paura del buio? martedì scorso.

Oggi in Italia c'è stata la prima alba di primavera! Ma le ore di luce non saranno esattamente 12, bensì 12:11... 😃
Astronomicamente parlando la primavera è iniziata ieri sera, alle ore 22:24. L'equinozio è infatti un momento ben preciso, un istante caratterizzato dalla equa illuminazione di tutta la Terra e dall'allineamento perpendicolare del terminatore all'equatore.
Il fatto che i due emisferi della Terra siano illuminati equamente non significa però che la divisione notte-dì sia esattamente di 12 ore a 12 ore. Anzi, quel giorno dipende dalla latitudine, e per noi è già passato, era il 17 marzo! Se siete confusi tranquilli, lo ero anche io inizialmente.
Tutto sta nel fatto che il Sole è un disco, e non una luce puntiforme. Impiega quasi 5 minuti a sorgere completamente. Il momento dell'alba è infatti definito come l'istante in cui il primo spicchio solare diventa visibile sopra l'orizzonte, mentre l'alba geometrica si riferisce al centro del disco solare. Che chiaramente sorge ben dopo il primo spicchietto.
La morale è che sì, il giorno dell'equinozio il centro del Sole sta esattamente 12 ore sopra e 12 ore sotto l'orizzonte, ma ci stiamo dimenticando il resto del disco, che sorge un po' prima e tramonta un po' dopo. Questa piccola differenza anticipa di qualche giorno la data "dell'equiluce" di primavera (mia libera traduzione di "aequilux"). Similmente, l'equiluce d'autunno è il 25 settembre, qualche giorno dopo l'equinozio.
Bisogna poi anche considerare la rifrazione atmosferica, che a sua volta rende visibile il Sole anche quando si trova già/ancora sotto l'orizzonte, e che allunga ulteriormente le ore di luce percepite.
In pratica, non è tutto facile come sembra!

Il 2 marzo, ben prima dell'equinozio, Sketchplanations aveva dedicato un post alla parola Apricity, intesa come "il calore del sole invernale".

La sensazione del calore del sole invernale sul viso è un piacere imbattibile. Esiste anche una parola per questo: apricità. Confortante, incoraggiante, rasserenante: è meraviglioso crogiolarsi anche solo per pochi brevi istanti in un bagliore inaspettato, debole ma splendido di luce solare invernale.

Il termine apricity ha origine dal verbo latino ăprīco, "scaldarsi al sole", che a sua volta deriva da ăpĕrĭo. Per questo ho dato per scontato che il sostantivo apricità dovesse esistere anche in italiano – dell'aggettivo aprico, usato in letteratura, ero già a conoscenza – e in effetti non mi sbagliavo.

Questa notte avrà luogo l'evento che per me segna davvero l'inizio della primavera: il ritorno dell'ora legale, che mi regalerà un'ora di luce in più la sera, utile per percorrere con maggiore sicurezza il tragitto lavoro-casa. Per il resto la primavera la considero un'avvisaglia dell'arrivo del caldo, che notoriamente non sopporto, e quindi non faccio certo i salti di gioia. Molti si lamentano del fatto che stanotte si perderà un'ora di sonno... ma domattina non ho nessuna sveglia in programma, quindi ho tutta l'intenzione dormire finché posso per smaltire un altro po' di sonno arretrato, visto che la notte scorsa non ci sono riuscita. 

P.S.: Il titolo del post allude alla splendida Fiore di maggio – vabbè che siamo ancora a marzo ;-) – di Fabio Concato.

venerdì 24 marzo 2023

Cavallette verdi fritte

Il titolo del post è volutamente un tantino disturbante e provocatorio per scoraggiare chi dovesse provare un incontenibile disgusto, se non una vera e propria fobia, nei confronti degli insetti dal proseguire nella lettura (per illustrare il post, invece, non volendo calcare troppo la mano ho scelto un'immagine del Grillo Parlante del Pinocchio disneyano); se non è questo il tuo caso, vai pure avanti. :-)

Nelle ultime settimane le nuove regole sui prodotti con farine d'insetti sono sulla bocca di tutti; c'è chi è favorevole – ad esempio lo chef e food blogger Lorenzo Biagiarelli ha raccontato di aver preparato delle tortillas a base di farina di grillo (ma il quantitativo era minimo rispetto a quello della farina tradizionale, anche perché altrimenti il costo sarebbe lievitato oltremodo), e il giorno successivo la sua fidanzata Selvaggia Lucarelli ne ha parlato nel suo podcast – e chi è irriducibilmente contrario, come il celebre pizzaiolo napoletano Gino Sorbillo che l'ha stroncata senza nemmeno essersi preso la briga di assaggiarla.

Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida ha rassicurato i più schizzinosi:

Nessuno mangerà insetti a sua insaputa. Ci saranno etichette precise. Per me ogni cibo naturale va bene, ma le persone devono essere nelle condizioni di scegliere.

Anche se, come si suol dire, fritta è bbona pure 'na ciavatta, mai e poi mai acconsentirei a sgranocchiare cavallette fritte come pare sia usanza in Oriente. Ma non è una questione di tradizione, checché ne dica Alessandro Gilioli; non mi è capitato spesso di tirarmi indietro quando ho avuto l'occasione di provare specialità gastronomiche esotiche. Del resto, in Italia è del tutto normale mangiare bistecche con l'osso e addentare avidamente cosciotti di pollo, ma io non ce la faccio perché tutto questo mi fa impressione. Inoltre, pur adorando scampi e gamberi sgusciati, se devo pulirli io mi passa la voglia. Gli insetti poi mi fanno proprio schifo... ma magari se me li ritrovassi ridotti in farina, o meglio in polvere, riuscirei a superare la repulsione. In linea di principio ritengo che sarebbe auspicabile poter sapere esattamente cosa c'è dentro tutto ciò che consumiamo... ma è bene anche osservare che molti di noi sono soliti cibarsi di prodotti come wurstel e hamburger senza farsi troppe domande sulla natura, sulla provenienza e sulla genuinità degli ingredienti. Oltretutto, a quanto pare l'impiego di insetti nella nostra alimentazione non è affatto una novità; basti pensare alla cocciniglia, ricavata dall'insetto omonimo e diffusissima come colorante (E120), almeno fino a tempi recenti.

giovedì 23 marzo 2023

Una donna (non sola) al comando

È passato quasi un mese dal giorno in cui Elly Schlein ha vinto le primarie per diventare segretaria del Partito Democratico, e molto è già stato detto al riguardo... ma non è mai troppo tardi – un po' perché mi ci sono imbattuta solo di recente, ma soprattutto perché questo blog non è mica una testata giornalistica, e se rimane un po' indietro rispetto all'attualità non mi sembra un gran problema ;-) – per condividere un paio di spunti al riguardo che ho trovato, appunto, particolarmente condivisibili.

Il primo è il post pubblicato all'indomani da Michela Murgia, dal quale estrapolo il post scriptum, perché l'ho trovato davvero significativo...

(p.s. Qualcunə mi chiede se non sono contenta che finalmente il PD abbia una donna alla segreteria. Non me ne è mai importato niente che avesse potere una donna a caso, mentre sono contenta che ci sia QUESTA donna. Come donna di sinistra penso che Giorgia Meloni sia la donna sbagliata per noi nel partito giusto per lei, mentre Elly Schlein è la donna giusta per noi nel partito sbagliato per lei. Non si può avere tutto, prendiamo il buono.)

... e il secondo è l'entusiastica e incredula uscita della newsletter Servizio a domicilio di Giulia Blasi pubblicata due giorni dopo le primarie del PD.

A proposito, proprio oggi nel suo podcast Il Sottosopra Selvaggia Lucarelli ha detto la sua sull'indignazione seguita alla pubblicazione delle foto di Elly Schlein insieme alla sua (presunta) compagna, osservando che chiunque decida di stare al fianco di un personaggio pubblico sa che dovrà fare i conti con l'esposizione mediatica che ne consegue. Io non sono del tutto d'accordo: è vero che la leader di un PD finalmente più a sinistra che mai non ha affatto nascosto quanto il suo percorso di vita sia differente da quello di una certa "donna, madre e cristiana", ma appunto per questo sarebbe forse stato meglio attendere che la coppia uscisse allo scoperto nei tempi e nei modi che riteneva più opportuni, senza dover ricorrere all'espediente un tantino squallido della "paparazzata". (La violazione della privacy non la approvo in alcun caso, sia ben chiaro, a meno che le informazioni emerse non abbiano un reale interesse pubblico che va al di là del semplice voyeurismo)

mercoledì 22 marzo 2023

Piuttosto che essere fraintesi, meglio dirlo in un altro modo... o no?

Poche ore fa Manolo Trinci di GRAM-MODI ha pubblicato sul suo canale YouTube uno short video per chiarire il corretto utilizzo della locuzione congiuntiva "piuttosto che" in maniera senza dubbio meno orecchiabile, ma se non altro più concisa rispetto a quanto fatto da Lorenzo Baglioni un paio d'anni fa.

Colgo l'occasione per proporre un paio di link a tema: un estratto dal libro Grammatica per cani e porci di Massimo Birattari, che mi pregio di avere sul mio comodino, e il sito www.piuttostoche.com, dove troverai un form da compilare per inviare un bonario richiamo via mail a qualche conoscente che malauguratamente dovesse usare il "piuttosto che" disgiuntivo.

Comunque nella mia "bolla social", in particolare in questo gruppo Facebook, si respira un rassegnato pessimismo nei confronti dell'inesorabile dilagare di questa accezione distorta che, a differenza della stragrande maggioranza degli strafalcioni, stravolge proprio il senso del discorso. Oramai il "piuttosto che" viene usato quasi più spesso nel modo sbagliato, dal momento che coloro che saprebbero utilizzarlo correttamente non di rado preferiscono fare ricorso a perifrasi per non rischiare di essere fraintesi dagli altri... e alla lunga la lingua italiana non potrà che adeguarsi all'utilizzo prevalente. :-/

martedì 21 marzo 2023

Per la serie "mandare tutto in m***a"

Quando l'ho letto non ci potevo credere, così ho voluto provare personalmente, anche se non faccio di certo la giornalista: se mandi un messaggio all'indirizzo e-mail press@twitter.com, quello che in teoria sarebbe dedicato a coloro che lavorano nel settore dell'informazione e desiderano comunicare con Twitter, riceverai una risposta automatica contenente solo ed esclusivamente l'emoji che raffigura un escremento sorridente.

Del resto lo stesso Elon Musk, che del "socialino cinguettante" è il proprietario e pare ce la stia mettendo tutta per mandarlo in malora, ha rivendicato ufficialmente l'iniziativa con un tweet.

L'esuberante miliardario non avrà un buon rapporto con la stampa, ma a questo punto mi sa che la cosa è più che mai reciproca!

lunedì 20 marzo 2023

C'era una volta in cui l'università era la culla del sapere

Immagina uno studente che consegue la laurea triennale in Lettere Moderne discutendo una tesi dal titolo Due visioni comparate dell'amore: Jack London e Federico Moccia, differenze e affinità di stile, visione e ispirazione attraverso il tempo. Non ci si crede, vero? Ma questo è ancora niente se pensi che il neolaureato in questione, arrivato al fatidico "pezzo di carta" all'età di quasi sessant'anni, e senza neanche portare a casa la lode ma solo un "misero" 107/110, è Federico Moccia medesimo. Io ho manifestato anni fa la mia più totale (disi)stima nei confronti del suo (inesistente) talento letterario... e il fatto che il suo relatore Arnaldo Colasanti, noto più che altro per le sue apparizioni televisive, abbia accettato senza batter ciglio che il laureando presentasse una tesi su sé stesso non depone di certo a favore del prestigio dell'Università telematica "Guglielmo Marconi"; quello che è pressoché universalmente considerato l'inventore della radio – per quanto le cose non stiano proprio così – si starà rivoltando nella tomba.

A proposito di iniziative universitarie che non esito a definire discutibili, il 15 marzo scorso presso il Dipartimento di Scienze del Farmaco e della Salute dell'Università degli Studi di Catania si sarebbe dovuto tenere un seminario dal titolo La realtà dei medicinali omeopatici – Introduzione all'omeopatia, destinato agli studenti del terzo, quarto e quinto anno dei corsi di laurea in Farmacia e CTF, con il "supporto incondizionato" di Boiron, colosso del nulla venduto a peso d'oro. Ma per fortuna il rettore è stato informato, e due giorni prima l'evento è stato annullato. Questo non farà ravvedere tutti i medici che prescrivono preparati omeopatici e i farmacisti che li vendono, ma a me pare un buon segno. O meglio, sarebbe stato un brutto, bruttissimo segno se il seminario avesse avuto luogo.

domenica 19 marzo 2023

Sarò per sempre tua figlia

Mi aspettavo un 19 marzo tutt'altro che facile per me, che il mio papà l'ho perduto anni fa, a meno che non mi fossi tenuta alla larga dai media... ma non sono riuscita a tener fede a questo proposito. Tra gente che usa i social per fare gli auguri al padre, il quale in molti casi con internet non avrà la minima dimestichezza...


... e struggenti ricordi di padri che non ci sono più (questo ammetto di averlo fatto anch'io, ripubblicando su Facebook una vecchissima foto di mio papà giovane e tanto bello e forte con in braccio me minuscola, bruttarella e indifesa)...

... la giornata è scivolata via all'insegna della malinconia.

Visto che si parla tanto di famiglie tradizionali, con i papà ai quali è attribuito il compito di portare a casa la pagnotta e le mamme che troppo spesso sono costrette a mettere da parte le loro aspirazioni professionali per accudire la prole, condivido un paio di spunti sul concetto (sbagliatissimo) di "mammo", inteso come un papà che – incredibile ma vero! ;-) – fa per i figli le stesse cose che "di norma" farebbe una mamma.


sabato 18 marzo 2023

Le discutibili priorità del governo Meloni

Ci risiamo: il governo ha approvato "salvo intese", formula utilizzata per sottolineare che non è ancora definitivo, un decreto-legge per riprendere il progetto relativo alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. A me, come ho ripetuto più volte su questo blog, sembra una c***ata sesquipedale, nonché una delle tipiche promesse elettorali irrealizzabili... ma siccome ero convinta che neppure il reddito di cittadinanza avrebbe mai visto la luce, venendo poi smentita dai fatti, mi taccio e cedo la parola ad altri.

  • L'analisi de L'Essenziale di Internazionale, secondo cui il ponte sullo stretto sarebbe un'astronave nel deserto.
  • La caustica sintesi dell'attore e drammaturgo palermitano Davide Enia: «un Paese in agonia, senza lavoro, senza futuro, con i diritti sistematicamente violati, in cui ogni pioggia causa una alluvione, stracolmo di corruzione e mafie, ma la priorità è il Ponte sullo Stretto».
  • Questo post LinkedIn del dottor Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, il quale ha suggerito velatamente che magari potrebbe non avere molto senso investire fantastiliardi per attraversare lo Stretto a tempo di record, quando poi ci vogliono come minimo otto ore per raggiungere Trapani da Messina in treno.
  • Infine, una canzone dei catanesi Brigantini un po' vecchiotta – risale ad almeno dieci anni fa – ma ancora attuale e dal titolo piuttosto eloquente: ALLARGA LO STRETTO. La motivazione illustrata nello scanzonato brano è abbastanza terra terra: se per attraversare lo stretto non si dovrà più prendere il traghetto, non si potranno più gustare i meravigliosi arancini che vengono serviti a bordo e che da soli valgono la traversata, parola di buongustaia che a Messina non ci torna da troppo tempo. Comunque ci sono motivi ben più seri per opporsi alla realizzazione di un'opera così esageramente costosa, devastante sul fronte ecologico e che sorgerebbe in una zona ad elevatissimo rischio sismico.

venerdì 17 marzo 2023

I dolori di una (non più tanto) giovane "gufetta"

In occasione della giornata mondiale del sonno (World Sleep Day), che ricorre l'ultimo venerdì prima dell'equinozio di primavera, pubblico il testo del post pubblicato per l'occasione da @factanza, «L’informazione che crea (in)dipendenza»...

Oggi è la giornata mondiale del sonno, un bisogno fisiologico a cui spesso non diamo l’importanza giusta. Anche se per molti la giornata-tipo costituisce una scontata normalità, non è detto che questa si adatti allo stesso modo a tutte le persone. A incidere molto sul nostro sentirci più o meno a nostro agio con questi orari è il ciclo circadiano, ovvero il meccanismo attraverso il quale il nostro corpo regola tutta una serie di attività fisiologiche (il ritmo sonno-veglia, la variazione di pressione sanguigna, temperatura corporea o secrezione) per sincronizzarle con l’alternanza naturale del giorno e della notte. Dalla durata ciclica di circa 24 ore, da cui il nome “circadiano” (dal latino circa diem, ovvero "intorno al giorno"), questo ritmo costituisce l’orologio biologico del nostro organismo.
Lo studio del ritmo circadiano, delle sue variazioni individuali e anomalie costituisce la “cronobiologia”. Già nel ‘700 lo scienziato Jean-Jacques d'Ortous de Mairan ipotizzò per primo l’esistenza di simili ritmi interni agli organismi. Egli infatti notò che le piante di mimosa pudica aprivano e chiudevano le foglie nell’arco delle 24 ore con una ritmicità stabile, anche quando venivano tenute al buio, e che quindi ciò non dipendesse dall’alternarsi di luce e buio ma da un ritmo interno alla pianta stessa. Nel 1939 poi Nathaniel Kleitman dimostra la presenza di questi ritmi innati anche negli animali e nell’essere umano.
Anche nell’essere umano, quindi, le funzioni corporee oscillano ciclicamente durante la giornata, raggiungendo periodi di picco massimo e minimo. Queste caratteristiche ritmiche non sono uguali per tutti, ma possono variare individualmente. Esiste infatti una preferenza circadiana individuale, definita cronotipo, che può essere orientata a essere più produttivi e “svegli” nelle ore mattutine (allodola) o, al contrario, a rendere meglio nelle ore serali (gufo). Scontrandosi spesso con gli orari sociali imposti da lavoro, scuola e altre attività, il proprio cronotipo può rendere più o meno facile adattarsi ai ritmi imposti dalla vita contemporanea.

... e la trascrizione delle immagini che vi sono raccolte.

Svegliarsi presto non è per tutti, lo dice la scienza
Sveglia alle 7, lavoro dalle 9 alle 18, cena alle 20:30, a dormire alle 23. Da capo.
Questa è la routine che tante persone vivono ogni giorno.
Anche se siamo abituati a considerarli "normali", però, non è detto che questi ritmi siano in realtà adatti a tutti.
Il nostro organismo è dotato di un meccanismo che consente a molte attività del nostro corpo di sincronizzarsi con il ciclo naturale del giorno e della notte.
Si chiama ritmo circadiano ed è il nostro "orologio biologico", che regola attività fondamentali come i cicli del sonno, la produzione di ormoni e l'attività del sistema immunitario.
Influenzando gran parte delle attività corporee, il ritmo circadiano influenza anche le nostre energie e la nostra produttività.
Questo ritmo, poi, non è uguale per tutti, ma varia da persona a persona.
E questo ha importanti ripercussioni sul nostro rendimento durante la giornata.
Le persone si possono dividere in due "cronotipi" principali:
  • CRONOTIPO "ALLODOLA"
    si svegliano presto, sono molto attivi di giorno, specialmente di mattina, mentre perdono energie a sera.
  • CRONOTIPO "GUFO"
    faticano a svegliarsi, hanno bisogno di molto tempo per attivarsi al mattino, mentre diventano produttivi nel tardo pomeriggio e fino a notte fonda
[Eccomi! Anche se, rispetto a quando ero una giovinetta, il mio rendimento cala decisamente prima, e il fatto di non dormire quanto vorrei – le otto ore per notte sono un lontano miraggio, almeno durante la settimana, perché per quanto io sia stanca c'è sempre qualcosa che mi trattiene dall'andare a letto presto – mi pesa molto di più, NdC]
E sono proprio i "gufi" a essere particolarmente penalizzati dai ritmi della nostra società.
Gli orari imposti dal lavoro o dalla scuola possono risultare molto pesanti per i cronotipi "gufo" che, essendo biologicamente più produttivi di sera, non riescono a sfruttare al meglio le ore mattutine e finiscono spesso per rincorrere e adattarsi a dei ritmi che, semplicemente, non sono i loro.
Non rispettare il proprio "orologio biologico" può avere delle ripercussioni anche sulla propria salute.
I cronotipo gufo, per questo motivo, sarebbero più associati a stili di vita sregolati: mangiano tardi, hanno più disturbi del sonno, ansia e stanchezza diurna*.
*Fonte: Istituto Superiore di Sanità
Anche se seguire i propri ritmi biologici è fondamentale per il proprio benessere, sono poche le persone che ci riescono, specialmente a causa dei ritmi imposti dal lavoro.
Chi lavora su turni [io non potrei mai, poco ma sicuro, NdC] può avere la cosiddetta "sindrome del turnista": a causa dei ritmi di lavoro irregolari, sviluppa insonnia, sonnolenza diurna o difficoltà di concentrazione.
Imparare a conoscersi e ad assecondare i propri ritmi è importante per stare bene, ma può essere difficile riuscirci a causa del ritmo frenetico della nostra società.
I ritmi sociali che regolano la nostra vita, però, non sono immutabili: se ci rendiamo conto che non aiutano il nostro benessere, bisogna rimetterli in discussione.

Più facile a dirsi che a farsi... Bah, intanto ci dormo su, poi domani a mente più fresca sarà il caso che ci rifletta seriamente.

giovedì 16 marzo 2023

I re dell'Abruzzo

Due splendide foto del mio adorato Gran Sasso, dal profilo Facebook dell'emittente televisiva abruzzese Rete8...

La maestosità del Gran Sasso e lo sguardo del pastore abruzzese. Due simboli dell’Abruzzo in questa foto di Vincenzo Volpa.

[Adoro pure il pastore abruzzeseplease don't say "maremmano" ;-) – che è una delle mie razze canine preferite]

... e dalla pagina Paesaggi d'Abruzzo.

il nostro Pandoro sbarca a New York.
Questa foto di Pino Marrocco sarà presente nello short movie "The water landscapes: natural protected areas in Italy" che sarà proiettato a New York, nell'ambito della 2^ Conferenza Mondiale sull'Acqua, in occasione del side event "Water and cultural heritage in Italy" il 23 Marzo.

Come mai lo chiamino pandoro, non è difficile intuirlo! ;-)

mercoledì 15 marzo 2023

Le famiglie non sono tutte uguali

Stasera mi occupo brevemente di due notizie che riguardano le famiglie ai tempi del governo di destra.

  • A Viareggio la preside di una scuola dell'infanzia ha deciso di annullare la festa del papà in programma nell'istituto perché «Non tutti i bambini hanno un padre»; nella migliore delle eventualità il bambino potrebbe avere due mamme, mentre nei casi meno fortunati (e presumibilmente più frequenti) il papà potrebbe essere morto oppure potrebbe aver abbandonato il tetto coniugale dandosi alla macchia. Il giornalista Massimo Gramellini si è lamentato del fatto che «per non far soffrire i bambini senza padre si fanno soffrire quelli che volevano trascorrere qualche ora in classe con i padri». Per quanto mi riguarda, io sto con la preside senza esitazioni. Quando andavo a scuola io la festa del papà si festeggiava in famiglia, com'è giusto che sia, e non ricordo che in classe si sia mai organizzato nulla di particolare (al massimo ci facevano confezionare qualche lavoretto, che peraltro con la scarsissima manualità che mi ha sempre contraddistinta mi sarà uscito orrendo). Ma del resto "ai miei tempi" la festa del papà non era ancora quella ricorrenza commerciale che è diventata in seguito. In questi giorni sono perseguitata dalle inserzioni pubblicitarie su possibili regali da fare al proprio papà... e per me che il mio l'ho perso ormai quasi otto anni fa è sempre un colpo al cuore. Quasi non passa giorno senza che io pensi a lui, ma in questo periodo la sua mancanza si fa sentire ancora di più.
  • Il comune di Milano, che era una delle poche città in Italia a registrare automaticamente neonati con due madri o due padri visto che la legge italiana non prevede nulla al riguardo, non potrà più farlo perché il ministero dell'Interno l'ha espressamente vietato: nell'atto di nascita potrà esserci solo il genitore biologico. In questo modo non solo il genitore "putativo" perde ogni diritto nei confronti della creatura che sta contribuendo a crescere, ma soprattutto il bambino stesso è meno tutelato; per fare un esempio estremo, qualora disgraziatamente il genitore biologico venisse a mancare, cosa ne sarebbe del bambino? L'unica strada percorribile in casi particolari è che il genitore non biologico adotti il figlio del partner: la cosiddetta stepchild adoption, la quale però è una soluzione complessa e farraginosa.

martedì 14 marzo 2023

All you need is love

Stamattina, quando ho acceso il PC del lavoro e ho scaricato la posta aziendale, ho trovato la newsletter di Finxter inviata nella serata di ieri da Christian Mayer. Fin dall'oggetto, All you need is love 🎶, si capiva che il tema era decisamente diverso da quelli consueti; di solito Chris si occupa di informatica in tutti i suoi aspetti, con particolare riguardo alle criptovalute (che per me rimangono un mistero) e alle applicazioni di ChatGPT e di OpenAI. Ti riporto qui di seguito la traduzione dell'e-mail in questione.

Caro amico,
Iniziamo questa settimana con un po' di saggezza:
«Conosco persone che hanno un sacco di soldi, in loro onore si organizzano cene e si intitolano loro reparti dell'ospedale. Ma la verità è che nessuno al mondo li ama. Se arrivi alla mia età nella vita e nessuno pensa bene di te, non importa quanto è grande il tuo conto in banca, la tua vita è un disastro.»
Warren Buffett
Quindi, se hai già persone che ti amano, sei a buon punto. In altre parole, se sei amato, non puoi essere un totale fallimento.
Mentre accompagnavo mio figlio all'asilo oggi, il suo amichetto di 3 anni mi ha abbracciato in un'improvvisa esplosione di affetto. Quel momento è rimasto con me per tutto il giorno e mi ha aiutato a fare chiarezza su ciò che conta davvero nella vita.
Ora, sappiamo tutti che l'amore non può essere forzato, può soltanto essere dato. Non abbiamo alcun controllo sulla parte del "ricevere" amore.
Sembra banale, ma spesso ce ne dimentichiamo. Ho avuto la mia giusta dose di amore negato, mi potrai capire. E come molti, la mia più grande paura è non essere amato, e sono vulnerabile in tal senso.
Alla fine, impariamo tutti che l'amore non può essere preso.
Fortunatamente, se cerchi più amore non tutto è perduto. L'amore è un bene raro e, proprio come te e me, miliardi di persone perseguono disperatamente l'amore.
Anche se non puoi prendere l'amore, ne puoi dare quanto vuoi. Finalmente qualcosa su cui hai il controllo.
Potresti non conoscermi personalmente, ma ti mando il mio amore e la mia gratitudine mentre stai leggendo questa email.
Non ho bisogno di conoscere il 100% dei tratti della personalità di una persona prima di poterla amare. Puoi dare amore a qualcuno anche se lo conosci a malapena. Non c'è limite a quanto amore sincero puoi dare.
La chiave per un amore abbondante è nel dare, non nel prendere.
Questa semplice verità funziona a livello macro e a livello micro. Non mi ha mai deluso e spero che possa servire anche a te.
Perché non iniziare la settimana con il tuo sorriso migliore e un gesto caloroso, proprio come l'amichetto di 3 anni di mio figlio? Potresti riaverlo indietro o meno, ma sarà comunque ricevuto e, forse, moltiplicato perché l'amore è un gioco a somma positiva.

Tutto questo fa il paio con l'aforisma che mi sono trovata davanti sabato scorso sfogliando il Calendario Filosofico, e che puoi vedere in apertura del post:

«Sparirà con me ciò che trattengo, ma ciò che avrò donato resterà nelle mani di tutti.»
Rabindranath Tagore

Di aforismi e citazioni sul dono e sul donare ce ne sono a iosa: mi limito a linkare Aforismario, Wikiquote, LeFrasi.com e Citazioni e frasi celebri.

P.S.: Indovina quale brano ho scelto come colonna sonora di questo post? :-)

lunedì 13 marzo 2023

Pulizie di (quasi) primavera

Avevo già introdotto la moderazione dei commenti tempo fa per tenere sotto controllo gli spammer, nonché qualche leone – che fa rima con c***ione – da tastiera, ma stasera ho limitato la possibilità di commentare ai soli utenti con account Google, perché nel giro di un paio di giorni un anonimo cretino al quale evidentemente il tempo da perdere non manca, beato lui, ha messo a dura prova la mia "giobbesca" pazienza inanellando quattro commenti uno più cretino dell'altro: del resto, cos'altro ci si può aspettare da un cretino? Al primo commento avevo commesso l'errore di rispondere, anziché cestinarlo direttamente, e questo deve avergli dato l'impressione quanto mai erronea di potersi divertire con la sottoscritta.

Spero che l'ulteriore limitazione introdotta scoraggi il soggetto in questione dall'insistere, ma qualora dovesse tornare munito di un account Google, magari farlocco, sappia che lo "seccherò" senza tanti complimenti – a meno che non superi certi limiti, nel qual caso sarà la volta buona di scoprire cosa è in grado di fare la Polizia Postale – finché auspicabilmente non si stuferà, decidendo di destinare le sue "perle di saggezza" a qualcuno che sappia apprezzarle.

Magari starai pensando che non è un comportamento molto maturo, sottrarsi al confronto con idee diverse dalle proprie... ma devono essere idee, appunto, non pregiudizi, fake news, offese, scempiaggini e aria fritta.

Comunque i miei (pochi) commentatori più assidui non dovrebbero risentirne, visto che loro ce l'hanno, un account Google. :-)

domenica 12 marzo 2023

Quando il segretario è più importante del presidente

Oggi Elly Schlein, che aveva vinto le primarie del PD lo scorso 26 febbraio, è stata ufficialmente proclamata segretaria del Partito Democratico nel corso dell'Assemblea del partito iniziata questa mattina al centro congressi "La Nuvola" di Roma. Il suo sfidante, nonché favorito della vigilia, Stefano Bonaccini è stato indicato da Schlein come prossimo presidente dell'Assemblea.

A proposito dei rispettivi ruoli e dei nomi che li denotano, mi permetto di riportare la trascrizione dell'episodio extra, in quanto tale riservato a noi abbonati a Il Post, del podcast Politics condotto da Marco Simoni e Chiara Albanese. Lo faccio anche per invogliare chi mi legge ad abbonarsi a sua volta, visto che ci sono un sacco di validissimi motivi per farlo. La sottoscritta ha appena rinnovato per il terzo anno consecutivo, e finora il costo – 80 euro annui, ottimamente spesi – è sempre rimasto invariato.

Chiara Albanese: Eccoci tornati con gli abbonati del Post per rispondere alla domanda extra di oggi che ci ha fatto Andrea, che ci chiede qualche dettaglio assolutamente in tema, ovvero: come funzionano i partiti, in particolare perché si parla di segretari rispetto a presidenti, e che ruolo hanno un po' questi segretari?
Marco Simoni: Provo a rispondere con un'altra domanda: Chiara, come si chiama il segretario del Partito Democratico americano?
CA: Non lo so, e questo è un "Non lo so" molto sincero, nel senso che forse voi non vedete, ma io ho guardato Marco mentre registravamo Politics con occhi di grande panico.
MS: Neanch'io lo so, e non lo sappiamo, non perché non esiste, cioè esiste, esiste un segretario del Partito Democratico americano. Non vi diciamo come si chiama perché non l'abbiamo googlato... perché in realtà non in tutti i Paesi il capo di un partito si chiama segretario. Per esempio molti di voi penserete che Keir Starmer è il segretario del Labour Party, ma non è così: il segretario del Labour Party è un altro essere umano, perché nei Paesi anglosassoni non si chiama segretario, ma si chiama leader. E in quelli americani non si chiama neanche leader, perché il segretario esiste, ha una funzione organizzativa, ma il leader è il presidente in carica, oppure il candidato presidente dopo le elezioni primarie, per appunto la candidatura a presidente; avete visto che negli Stati Uniti è cominciata la corsa per la candidatura dei repubblicani. Il segretario è quindi tipicamente, o la segretaria, il capo di un partito dei Paesi continentali europei o, ancora più tipicamente, dei partiti comunisti. Uno dei punti di svolta dell'uso di questo termine fu, se posso permettermi, nel 1922 quando Stalin venne nominato segretario del Partito Comunista dell'Unione Sovietica da Lenin, che però vedeva quel ruolo come un ruolo tecnico, anche lì, organizzativo, non un ruolo politico. Dopo la morte di Lenin il ruolo di Stalin invece crebbe, quindi il segretario generale divenne il segretario. E da allora tutti i partiti comunisti avevano il segretario come capo, e anche in altri partiti si iniziò a usare più frequentemente questa dicitura. Dice, perché il segretario è più importante del presidente? In realtà è solo un problema lessicale, un po' come nelle aziende; anche nelle aziende, ne abbiamo parlato in un'altra puntata, spesso, anzi sempre, l'amministratore delegato è più importante del presidente.
CA: Beh, infatti si può dire leader politico e segretario, capo di un partito. Devo dire noi per esempio, che scriviamo in inglese e quindi traduciamo, no?, un po' la politica italiana in inglese, quando indichiamo un segretario o un capo di un partito lo traduciamo come leader, frequentemente, no?, perché è difficile tradurlo come lessico in inglese, anche se forse è più una traduzione italiana avere così tante sfumature, così tanti ruoli.
MS: In generale è abbastanza tipico di qualsiasi organizzazione, il fatto che ci sia una persona che svolge funzioni di presidenza di un'assemblea, dell'assemblea principale, della riunione principale, quindi il presidente, che serve soprattutto come avviene alla Camera dei Deputati o come avviene in altri consessi a ordinare i lavori, a decidere l'ordine del giorno, a dare la parola, a prendere alcune decisioni importanti ma tutto sommato limitate, da chi invece ha la funzione esecutiva principale, appunto l'amministratore delegato di un'azienda, la segretaria di un partito che però può anche chiamarsi in altra maniera. Una cosa che si può aggiungere, che è interessante, è che Giorgia Meloni non è la segretaria di Fratelli d'Italia, ma è la presidente di Fratelli d'Italia, e questo perché tradizionalmente quel partito ha sempre sostenuto riforme presidenzialiste anche del sistema di governo italiano, e di conseguenza dentro il proprio partito sostiene una nomenclatura con vocaboli simili per fare della stessa nomenclatura una linea politica in sé.
CA: Anche in questo caso questa domanda ci ha permesso di vedere un pochino come le parole della politica siano variegate, siano diverse, siano assolutamente importanti, e abbiamo anche risposto a una domanda che era un po' una curiosità, però ci ha fatto fare in realtà un ragionamento abbastanza complesso.

sabato 11 marzo 2023

Bellissimi silenzi rovinati da parole inutili

In principio era "Salvini che elenca cose": segnalo un video particolarmente rappresentativo tratto dal canale YouTube dedicato (il cui ultimo aggiornamento risale a due anni fa), un altro video lungo oltre cinque minuti che mostra quanti elenchi sia riuscito a inanellare il "Capitone" nel corso di una singola puntata di Porta a Porta, e infine un remix musicale goliardico della durata di quasi due ore in stile chillout che dovrebbe favorire il rilassamento... anche se a me anche solo sentire la sua voce fa l'effetto opposto! ;-)

Più di recente Carlo Canepa, fact-checker e responsabile editoriale di Pagella Politica, ha fatto un video-resoconto della nuova abitudine di Salvini: il segretario leghista non perde occasione per ricordare da quanto tempo è ministro delle infrastrutture e dei trasporti (dal quale, ahinoi, dipende pure la Guardia Costiera).

L'ultimo lavoro di montaggio certosino pubblicato da Carlo Canepa è un video che mostra quanto il presidente del consiglio Giorgia Meloni adori l'espressione "a 360 gradi": «un tipico esempio della lingua di plastica: un’espressione vuota che si applica su tutto».

Almeno lei non ha parlato di "365 gradi", confondendo la misura di un angolo giro con il numero di giorni che compongono un anno non bisestile, come fece tempo fa il consigliere regionale lombardo leghista Marco Maria Mariani, riuscendo per l'occasione a spacciare pure una fake news razzista. Il virologo Roberto Burioni, che un mesetto dopo gli aveva lanciato indirettamente una frecciata ironica su Twitter, è stato a sua volta tacciato di ignoranza da chi non aveva saputo cogliere l'ironia (e, non rendendosene conto, non si è dedicato ai pomodori ;-) ).

A proposito, ho scoperto che un tizio, nel forum di Finanzaonline, l'ha proprio chiesto: ma perché si usa dire a 360 gradi anziché a 365 gradi? Magari era semplicemente un troll, ma la mia fiducia nell'umanità è oramai talmente scarsa da impedirmi di essere tanto ottimista...

venerdì 10 marzo 2023

Se questa è una cristiana

Ieri il consiglio dei ministri si è tenuto eccezionalmente in Calabria, a Cutro, la città teatro di un drammatico naufragio meno di due settimane fa. Il governo ha voluto riunirsi proprio lì, sostiene, per dare un «segnale simbolico e concreto» e mostrarsi impegnato nella gestione dei flussi migratori.

Non è certo la prima volta che un consiglio dei ministri "va in trasferta": andando a ritroso nel tempo, ricordo il 18 agosto 2018 (governo Conte I) a Genova in seguito al crollo del ponte Morandi, oppure il 17 luglio 2008 (governo Berlusconi IV) a Napoli per gestire l'emergenza rifiuti. E come dimenticare il G8 del 2009, che si sarebbe dovuto svolgere sull'isola della Maddalena in Sardegna ma venne spostato all'Aquila? Citando da Wikipedia...

Il 6 aprile 2009, a tre mesi dall'inizio del summit, un forte terremoto colpì la città dell'Aquila, causando morti, feriti e gravi danni al patrimonio; nel corso dei giorni successivi il presidente del Consiglio Berlusconi avanzò l'ipotesi di spostare il summit nel capoluogo abruzzese e la decisione definitiva in tal senso fu presa dal Consiglio dei ministri il 23 aprile 2009, durante una riunione tenuta straordinariamente proprio nella città appenninica; i motivi addotti per la scelta furono sia di natura economica (risparmio di circa € 220 milioni da destinare alla ricostruzione post-sisma), sia per opportunità politica (il G8 avrebbe discusso anche di catastrofi naturali) e sia perché, come scritto nel comunicato ufficiale della presidenza del Consiglio, "si tratta di un forte segnale per il rilancio di zone così duramente colpite dal terremoto". La decisione suscitò alcune perplessità negli ambienti politici sia di governo sia di opposizione, soprattutto per la situazione difficile di una ricostruzione che non doveva essere ostacolata, e incassò anche la netta contrarietà di alcuni schieramenti; gli enti politici locali aquilani e i sindacati accolsero favorevolmente la notizia, mentre contrastanti furono le reazioni dalla Sardegna, con il sindaco di La Maddalena che si espresse in modo molto critico e il presidente della regione Ugo Cappellacci che invece si disse favorevole.

A proposito del CdM di Cutro, nel quale il governo ha dato prova di tutta la sua inadeguatezza, per non dire di peggio, riporto un post della giornalista Ida Dominijanni...

Rientro ora da Cutro. Solo cinque cose. 1. Trovo osceno, non ho altro aggettivo, il rifiuto di Meloni di far visita al Palamilone a dare un saluto a quelle bare o di passare dalla spiaggia della strage. Lo segnalo alle mie (poche) amiche femministe che hanno voluto darle un qualche credito. 2. Trovo patetica la copertura che ha dato a Piantedosi e Salvini, come se fossimo tutti scemi e non sapessimo cosa c'è dietro. 3. Trovo significativa della sua pochezza, nascosta da sicumera, la sciatteria con cui ha risposto nel merito delle domande sulla notte della strage, non si era neanche letta la (truffaldina) ricostruzione di Piantedosi e l'ha contraddetta in più punti. 4. Trovo pezzente l'aver fatto il Cdm a Cutro, dove c'è un sindaco di destra, e il non aver invitato il sindaco di Crotone a cui questi del governo dovrebbero solo dire grazie in ginocchio. 5. Trovo a dir poco ingenuo dare credito alla "svolta nelle politiche sull'immigrazione" oggi delineata, che consiste in sostanza nel fare entrare un po' di schiavi utili ai padroncini veneti e nel chiudere ulteriormente gli accessi a chi emigra per ragioni politiche e ha diritto all'asilo.
Questo governo è infinitamente più fetente delle peggiori aspettative. La prossima volta che sento disquisizioni accademiche sul suo tasso di "afascismo" non rispondo delle mie reazioni.

... e l'incipit di questo articolo di Giulio Cavalli.

Giorgia “sono una donna, sono una mamma, sono cristiana” Meloni non ha trovato un secondo per rendere omaggio alle vittime della strage di Cutro. Ha trovato comunque il tempo di passare da lì per riunire un Consiglio dei ministri che sarà ricordato come l’imbarazzante apice della retorica e dell’ignoranza sui temi migratori conclusosi con un decreto che è un guazzabuglio di disumanità, di regole inutili e di interventi sbagliati.
Il governo di Giorgia Meloni, del resto, ha dimostrato fin da subito di non avere la statura morale per riconoscere cosa sia una questione umanitaria e cosa una questione politica. Confondere i due piani regala un condono morale che legittima la xenofobia (morbida e sottaciuta) che è uno dei propellenti del governo.

Decidere di disertare quel palazzetto dello sport adibito a camera ardente per accogliere decine di bare, alcune delle quali piccole e bianche, è un'omissione talmente inqualificabile da lasciarmi senza parole. Meno male che abbiamo Sergio Mattarella, la cui permanenza al Quirinale è uno dei pochi lati positivi di un quadro politico francamente più sconfortante che mai.