domenica 31 ottobre 2021

Happy Capetièmpe!

Oggi si festeggia Halloween, e per non sentirmi troppo esclusa da una ricorrenza che in realtà non mi è mai interessata condivido una piccola rassegna di immagini a tema.

Il Google Doodle di oggi.

I costumi.

Oggigiorno è pressoché impossibile trovare un dolcetto che vada bene per tutti...

... ma non per questo è il caso di accogliere eventuali ragazzini che dovessero suonare alla porta impartendo loro un pippone!

A questo punto, meglio predisporre il campanello in questo modo...

... oppure, se si decide di aprire la porta, ecco una bella idea "da paura"!

Concludo con un paio di chicche che arrivano direttamente dall'Abruzzo.

  • Come spiegato dalla pagina Facebook Bia - Biblioteche in Abruzzo, fin dalla notte dei tempi l'Abruzzo interno, e in particolar modo la Valle Peligna, ha sempre avuto la sua festa di Halloween. Si chiamava "Capetièmpe" (Capotempo) e si rifaceva al Capodanno Celtico "Samhain" risalente al IV secolo a.C.. I nostri antenati seguivano il calendario agricolo secondo il quale l'anno iniziava il 1° novembre, e nella notte del 31 ottobre il tempo, che per i Celti aveva una dimensione circolare, si capovolgeva e i morti tornavano sulla terra insieme ai vivi.
  • Per il terzo anno consecutivo a Schiavi d'Abruzzo si rinnoverà la tradizione delle "Casette degli angeli". L'antico rito è stato  recentemente riportato alla luce dal Centro Italico Safinim dopo un lungo periodo di assenza. I bambini e le famiglie della comunità, secondo questa antica tradizione, realizzano con materiali di risulta e tanta fantasia casette all'interno delle quali posizionare i lumini votivi in memoria dei cari defunti. L'edizione di quest'anno è dedicata alle vittime degli incidenti sul lavoro per ricordare l'importanza del tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. 

sabato 30 ottobre 2021

Battute politicamente scorrettissime

Oggi il membro di un gruppo Facebook del quale faccio parte, denominato Noi che ci siamo vaccinati senza problemi, ha condiviso un meme della serie kiss on the table, tratto da una scena del film Passengers con Jennifer Lawrence e Chris Pratt. In seguito il post è stato cancellato, presumo a causa delle proteste; non ricordo di preciso cosa ci fosse scritto, ma grosso modo la protagonista diceva «Ho un debole per gli uomini ritardati», lui replicava «Siamo in una dittatura», al che lei gli saltava letteralmente addosso in preda a una passione irrefrenabile. Anche se dei no-vax penso tutto il male possibile, trovo oltremodo squallido tirare in ballo il ritardo mentale; chi è "ritardato" non sceglie certo di esserlo, mentre loro non hanno giustificazioni per le loro indifendibili posizioni. Allo stesso modo mi danno un fastidio indicibile le persone che commentano quelle che a loro parere sono idiozie dicendo cose del tipo «Questo si merita la 104». Prendo a prestito le parole del giornalista di Fanpage Saverio Tommasi al riguardo.

Vi dico una cosa così, al volo, per me è molto importante.
Il fatto è questo: se ascoltate uno stupido fare una dichiarazione stupida, non fate battute sulla legge 104. Non invocatela ridendo. Ci sono molti genitori che grazie a quella legge riescono a prendere i permessi per accompagnare i figli alle visite mediche. Oppure riescono a ottenere ore di sostegno a scuola.
La legge 104 non è da invocare, ridendo, quando ascoltate una piazza razzista o le dichiarazioni deliranti di un omofobo. La legge 104 è una legge di civiltà che aiuta a rendere appena più sopportabili certe vite, che non hanno nessuna voglia di essere accostate a degli imbecilli.
Le parole sono importanti.
Grazie, scusate lo sfogo.

Oggi un altro mio contatto ha condiviso un meme simile – che allude al vergognoso affossamento del Ddl Zan avvenuto in Senato tra gli applausi di chi voleva che andasse così e lo sconforto di chi è rimasto deluso – ma privo di qualsivoglia sfumatura offensiva nei confronti di chicchessia.

venerdì 29 ottobre 2021

Criminale contro l'umanità

Il consiglio comunale di Anguillara Veneta, poco più di quattromila abitanti in provincia di Padova, ha deciso di conferire la cittadinanza onoraria a Jair Bolsonaro, il cui nonno paterno era appunto originario di Anguillara. L'onorificenza verrà consegnata al presidente brasiliano in occasione della sua visita in Italia per partecipare al G20. Manco a farlo apposta...

Martedì una commissione d’inchiesta del Senato brasiliano ha approvato una relazione in cui ha raccomandato l’incriminazione del presidente Jair Bolsonaro per la sua gestione della pandemia da coronavirus. Secondo la relazione, la risposta del governo brasiliano alla pandemia sarebbe stata largamente inadatta, dettata da impreparazione e teorie poco scientifiche, e avrebbe anche aumentato i pericoli per la salute pubblica.
La relazione, lunga più di 1.200 pagine e approvata con 7 voti a favore e 4 contrari, accusa Bolsonaro di essere responsabile di nove reati, tra cui crimini contro l’umanità, falsificazione di documenti, uso irregolare di denaro pubblico e violazione delle misure sanitarie.

Una mia "facciamica" che anni fa visse per un certo periodo in Brasile ha raccontato negli ultimi mesi con angosciosa preoccupazione il dilagare della pandemia nel Paese sudamericano, che lei porta sempre nel cuore. Al pensiero che un Comune italiano possa concedere un riconoscimento a un individuo che a questo punto non è esagerato definire un criminale, mentre altri lo negano con motivazioni pretestuose a personalità specchiate come Liliana Segre, mi sento prudere le mani... e così, non potendo fare altro, lascio sfogare le dita sulla tastiera del PC.

giovedì 28 ottobre 2021

Ritorno... alla lettura

La scorsa settimana ho "approfittato" della malattia per fare un'altra cosa alla quale di norma riesco a dedicarmi molto meno di quanto vorrei, oltre alle costruzioni e al faidaté: ebbene sì, ho letto un libro. (!) Dopo essere venuta a sapere dell'uscita del film tratto dal romanzo (qui il trailer), volendo prepararmi alla visione che spero possa avere luogo a breve, ho prelevato dalla mia libreria, dove mi aspettava pazientemente da un sacco di tempo, e ho "divorato" nel giro di poche ore L'Arminuta – in dialetto abruzzese "la ritornata" – della scrittrice Donatella Di Pietrantonio, la quale nonostante il grande successo dei suoi ultimi due libri, appunto L'Arminuta (Premio Campiello 2017) e Borgo Sud, continua ad esercitare la professione di dentista pediatrico a Penne (PE).

Ebbene, mi limiterò a dire che l'ho trovato straordinario: la storia è davvero coinvolgente, lo stile è tanto asciutto quanto toccante, a tal punto che nei momenti di maggiore pathos leggevo con gli occhi velati dalle lacrime, il che non mi capita quasi mai coi libri.

Riguardo allo stile, per l'ennesima volta ho notato – oh, non me ne sfugge una, di piccolezza! ;-) – una peculiarità dei libri Einaudi, ovvero l'accentazione inconsueta. Come spiegato nel portale Treccani...

La resa dell'accento grafico si è stabilizzata relativamente da poco tempo nella nostra lingua, ovvero nella prima metà del Novecento. Il sistema consigliato prevede l'accento grave nei tre casi in cui è impossibile distinguere tra differenti gradi di apertura delle vocali (à, ì, ù), mentre alterna l'accento acuto con quello grave a seconda della obbligatorietà (o della volontà) di segnalare la chiusura della vocale (perché; córso della Corsica') o, viceversa, la sua apertura (dòsso). Da notare che la o finale è sempre aperta (contò, ohibò, paltò, sospirò).

... e questa è la norma.

Esiste però una consuetudine minoritaria, fatta propria dalla casa editrice Einaudi nelle sue opere a stampa, in base alla quale si adopera l'accento acuto per tutte le vocali considerate chiuse (é, í, ó, ú) e l'accento grave per tutte le vocali aperte (à, è, ò).

Una roba vagamente maniacale: mi piace! ;-)

mercoledì 27 ottobre 2021

Un bel po' di anni e non sentirli

I LEGO sono una mia passione a tal punto da essersi meritati un'etichetta apposta in questo blog... e la scorsa settimana, essendo rimasta a casa malata, ho finalmente trovato il tempo di dedicarmi a un set che mi stava aspettando dal maggio scorso: gli appartamenti di Friends, la serie TV, o telefilm come lo chiamo io, che preferisco in assoluto (va detto che non ne guardo più da anni). La cura dei dettagli è commovente, oserei dire! :-)

La pianta misura 64 cm × 31 cm... Dite che mi tocca pagarcela, l'IMU? ;-)

Ma nella mia lista dei desideri ci sono ancora parecchi set, decisamente troppi in rapporto allo spazio che ho in casa per esporli:

C'è poi il super-mega-set Architecture che è perfetto per sbizzarrirsi, purtroppo nel LEGO Shop non si trova più ma su Amazon sì, solo che costa un botto...

A breve sarà disponibile pure il Titanic, che una volta montato è lungo ben 135 cm.

«Quello che voglio / Quello che posso permettermi» ;-)

 Cioè, io quando guardo video come questo qui sotto vado in visibilio! <3

martedì 26 ottobre 2021

Ricordati che devi morire

Fin dall'inizio della pandemia di coronavirus ci si è accorti che le persone anziane e affette da problemi di salute avevano una probabilità molto maggiore di morire di COVID rispetto a individui più giovani e sani. Si è così diffusa la distinzione fra morti "di" COVID (quelli che non soffrivano di patologie pregresse) e "con" COVID, a sottintendere che questi ultimi sarebbero morti comunque entro breve tempo, e quindi l'allarmismo e le restrizioni introdotte per contenere il contagio erano ingiustificati.

Speravo che ci fossimo lasciati alle spalle un modo di ragionare così cinico, che a me personalmente fa molto male per un motivo personale. Il fatto è che, quando mio padre morì più di sei anni, fa stava per concludere un ciclo di chemioterapia per un tumore. Nessun può sapere esattamente quanto sarebbe potuto sopravvivere se non fosse caduto in casa fratturandosi il femore; l'anestesia totale, necessaria per ridurre chirurgicamente la frattura, che ha prostrato un organismo già assai debilitato l'ha condotto alla morte nel giro di pochi giorni. Insomma, verosimilmente papà è stato ucciso dal tumore, ma se non si fosse rotto la gamba non dico che sarebbe ancora tra noi, ma avrei potuto contare sulla sua presenza ancora per qualche tempo.

Purtroppo Franco Bechis, direttore del quotidiano Il Tempo, ha riportato in auge questa solfa pubblicando un editoriale nel quale stravolge completamente il senso del nuovo rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità sulla mortalità per COVID; ne estrapolo qualche passaggio.

Sembra un'affermazione strampalata e da no vax [toh, almeno una cosa giusta l'avete scritta, NdC], ma secondo il campione statistico di cartelle cliniche raccolte dall'istituto solo il 2,9% dei decessi registrati dalla fine del mese di febbraio 2020 sarebbe dovuto al Covid 19. Quindi dei 130.468 decessi registrati dalle statistiche ufficiali al momento della preparazione del nuovo rapporto solo 3.783 sarebbero dovuti alla potenza del virus in sé. Perché tutti gli altri italiani che hanno perso la vita avevano da una a cinque malattie che secondo l'Iss dunque lasciavano già loro poca speranza. [Fra le patologie in questione ce ne sono alcune relativamente diffuse come ipertensione, diabete e obesità, e chissà quanti di questi morti "con" COVID avrebbero potuto continuare a conviverci per anni, forse anche decenni, se non fossero rimasti contagiati, NdC]
Ma se non è il virus ad uccidere gli italiani, allora mi spiegate perché la scienza ha imposto tutto quello che abbiamo visto in questo anno e mezzo abbondante? Dalle mascherine, al distanziamento, al lockdown e così via? E come facevamo ad avere quasi 126 mila italiani ridotti in quelle condizioni con 3, 4 o 5 malattie gravi, destinati comunque ad andarsene se anche non fosse mai esistito il coronavirus in poco tempo? Quei numeri sarebbero un atto di accusa clamoroso nei confronti del sistema sanitario italiano da cui pure provengono. Uso il condizionale perché qualche dubbio ho su quel che viene scritto fin dal primo giorno in quel rapporto. Che risente come ogni comunicazione dell'Iss o del Cts delle direttive governative fornite via via durante i mesi, che sono state il vero e unico faro di quelli che continuiamo a chiamare “scienziati”. [Toh, io sapevo che era vero il contrario, e cioè che le scelte del governo sono sempre state basate sulle indicazioni degli esperti... ma loro diranno che mi sono fatta intortare ben bene dall'informazione di regime! NdC]
Forse con un po' meno propaganda, meno rigidità e più informazione corretta tutto questo non sarebbe così... [Con quale faccia tosta VOI osate parlare di informazione corretta?! NdC]

Sono venuta a sapere di questo abominio grazie a Il Post che ha spiegato il senso del numero 3783 – il 2,9% dei 130468 decessi ufficialmente dovuti al COVID, calcolato senza nessun arrotondamento e con una precisione degna di miglior causa – che i no-vax e i no-greenpass amano tanto sbandierare. E lo stesso ISS ha pubblicato un comunicato stampa per smontare la bufala.

lunedì 25 ottobre 2021

Non dire no!

Stasera condivido una piccola rassegna di immagini e memi assortiti che ironizzano sui no-vax...




... e sui no-greenpass.







Per la serie: se non puoi farli ragionare, almeno perculali!

(Il verbo perculare c'è, sul dizionario)

domenica 24 ottobre 2021

Il futuro è ormai passato

Anche se un pochino fuori tempo massimo, segnalo un simpatico Easter egg regalato da Google ai fan della trilogia di Ritorno al futuro.

Apri Google Drive, clicca nella barra di ricerca e seleziona Altri strumenti di ricerca.

Se selezioni Personalizzato… nel menu a discesa Data modifica...

... noterai che le date impostate rappresentano un omaggio a Back to the Future (clicca per ingrandire questa e anche le altre immagini).

Il 26 ottobre 1985 è la data da cui Marty in Ritorno al futuro parte in "direzione" 1955, dove – o meglio quando – succederà quello che sappiamo. Perché anche tu lo sai, verooooo?!?!?! ;-)

Il 21 ottobre 2015 è il giorno in cui Doc e Marty arrivano nel futuro nella Parte II, che penso di aver visto una sola volta in vita mia, come pure la Parte III, a differenza della Parte I che conosco praticamente a memoria... Urge rimediare!

sabato 23 ottobre 2021

Quando si esagera con Photoshop, per usare un eufemismo

Riporto qui di seguito la traduzione di un post pubblicato su Instagram dalla giornalista Danae Mercer, inframmezzata da alcune delle foto ad esso associate.


Queste non sono Jennifer Aniston o Britney Spears. E dobbiamo parlarne.
C'è una fortissima tendenza al momento dove account Instagram prendono foto di celebrità e le "photoshoppano in meglio".
Quindi pubblicano la versione originale accanto a quella fotoritoccata con didascalie come "quale pensi sia più carina?".
Oppure parlano di tutte le cose che farebbero in termini di chirurgia plastica per ottenere l'"effetto risultato finale".
Non sono solo le celebrità che questi account stanno "correggendo".
Stanno cambiando dai dipinti...
... fino alle Principesse Disney.
E io lo trovo orribile.
Per le DONNE che vengono CORRETTE, questo tipo di immagini può essere molto dannoso.
Non sappiamo mai il loro stato mentale, quanto sono a loro agio con lo stato in cui sono.
E filtrarle, aggiustarle, cambiarle senza CONSENSO mi sembra semplicemente osceno.
Per non parlare di quando queste foto vengono RACCOLTE e CONDIVISE come se fossero reali, deformando ulteriormente la nostra già distorta visione della realtà.
Quindi oggi voglio solo ricordarti che queste cose succedono, e accadono sempre di più.
Quindi fai attenzione qui.
Fai attenzione alla tua salute mentale.
Fai attenzione al tuo cuore.
E fai attenzione a quello di cui ti fidi.
Ti meriti molta più realtà.
Non abbiamo bisogno di celebrità "aggiustate".

A proposito, in un gruppo Facebook del quale faccio parte una donna ha pubblicato una foto dell'attrice Scarlett Johansson ospite di uno show televisivo dalla quale si nota che perfino lei, con la sua bellezza mozzafiato, soffre di un inestetismo ben noto a noi "comuni mortali" e pressoché impossibile da eliminare, la cellulite...

... e dalla discussione che ne è seguita ho tratto due conclusioni, la prima piuttosto ovvia, l'altra un po' meno:

  • le foto della Johansson, e di altre dive come lei, che vengono diffuse dai media sono sempre pesantemente ritoccate, perché di cellulite non ce n'è la minima traccia;
  • agli uomini non interessa se una donna ha la cellulite, anzi neanche ci fanno caso.

venerdì 22 ottobre 2021

Non si butta via niente

No, non mi riferisco al maiale – al quale per inciso era dedicata l'ultima uscita della newsletter di Strade Blu de Il Post – bensì alle saponette.

Fin da piccola sapevo – chissà se lo avevo letto su Topolino oppure sul Manuale delle Giovani Marmotte – che era possibile riciclare i rimasugli di sapone divenuti troppo striminziti per potercisi lavare decentemente in modo da compattarli in una saponetta nuova di zecca (si fa per dire), ma non avevo mai approfondito la questione.

Adesso che sono a mia volta una donna di casa – ah ah ah, questa è bella! ;-) – ho voluto cimentarmi nell'impresa, e anziché gettare via i rimasugli li ho raccolti man mano dentro un bicchiere di plastica che alla fine si è riempito.

Bene, adesso mi ci vorrà uno stampo: dove lo trovo? Come al solito, Amazon non mi ha delusa.

Lo stampo è arrivato... e adesso che si fa? Questa volta la soluzione l'ho trovata su YouTube; ho guardato due o tre video, ed ecco qua sotto quello che mi ha convinta di più.

(Tra l'altro ho scoperto che non c'era bisogno che comprassi lo stampo, avrei potuto usare il tappo di un vasetto oppure la base del cartone del latte... e una Giovane Marmotta che si rispetti ci sarebbe potuta arrivare anche da sola! :-/)

Oggi pomeriggio avendo del tempo libero – a dire il vero ho avuto praticamente tutta la settimana a disposizione poiché sono rimasta a casa malata, ma fino ad oggi ho avuto voglia di fare poco o niente – mi sono messa d'impegno a seguire le istruzioni di Tati's Things, e adesso sono in attesa che le mie due saponette, bruttarelle anzichenò ma fatte con le mie manine, solidifichino. Ecco un paio di appunti:

  • finché non si aggiunge acqua le scaglie non si ammorbidiscono neanche un po', quindi i dieci minuti iniziali sono abbastanza inutili;
  • per chi vuole realizzare saponette personalizzate magari come idea regalo questo metodo è consigliatissimo, ma negli altri casi non ne vale la pena, troppo sbatti; credo che persino Greta Thunberg sarebbe d'accordo, visto che ho dovuto tenere il fornello acceso per mezz'ora. D'ora in poi mi sa che i rimasugli li butto e basta. A proposito, dov'è che vanno, nell'indifferenziata? A quanto pare sì.

Meno male che lo stampo in silicone lo posso riutilizzare per i dolci... altrimenti non lo avrei mica comprato: sono stata lungimirante, io! :-)

giovedì 21 ottobre 2021

Si limiti a parlare di storia che è meglio

Al centro delle discussioni social odierne c'è ancora una volta – dopo le sue controverse posizioni sul green pass – lo storico Alessandro Barbero, il quale in un'intervista a La Stampa ha risposto alla domanda

Barbero, arrivando a oggi, come mai, secondo lei, le donne faticano tanto non solo ad arrivare al potere, ma anche ad avere pari retribuzione o fare carriera?
quanto segue:
Premesso che io sono uno storico e quindi il mio compito è quello di indagare il passato e non presente o futuro, posso rispondere da cittadino che si interroga sul tema. Di fronte all’enorme cambiamento di costume degli ultimi cinquant’anni, viene da chiedersi come mai non si sia più avanti in questa direzione. Ci sono donne chirurgo, altre ingegnere e via citando, ma a livello generale, siamo lontani da un’effettiva parità in campo professionale. Rischio di dire una cosa impopolare, lo so [e allora era proprio necessario dirla? NdC], ma vale la pensa di chiedersi se non ci siano differenze strutturali fra uomo e donna che rendono a quest’ultima più difficile avere successo in certi campi. E’ possibile che in media, le donne manchino di quella aggressività, spavalderia e sicurezza di sé che aiutano ad affermarsi? Credo sia interessante rispondere a questa domanda. Non ci si deve scandalizzare per questa ipotesi, nella vita quotidiana si rimarcano spesso differenze fra i sessi. E c’è chi dice: “Se più donne facessero politica, la politica sarebbe migliore”. Ecco, secondo me, proprio per questa diversità fra i due generi.

Se dovessi usare me stessa come parametro di riferimento per definire l'universo femminile, dovrei ammettere che Barbero ha centrato il punto – la mia insicurezza mi ha ostacolato e continua a ostacolarmi tantissimo non solo nella carriera ma anche nella vita di tutti i giorni, della spavalderia, «Ostentata sicurezza di sé, temerarietà» (cit.) poi non ne parliamo neppure – ma so benissimo che ce ne sono tante, di donne sicure di sé, spavalde e perfino aggressive – che non è certo un tratto caratteriale positivo, anzi – che magari hanno pure successo, ma non tanto quanto potrebbero averne se fossero uomini. Se Barbero avesse parlato di differenze culturali avrei potuto perfino dargli ragione, perché ancor oggi si tende a educare le femmine in modo diverso dai maschi, ma lui ha parlato di differenze strutturali, come a dire congenite... e a questo punto mi fermo, perché non sono in grado di valutare quanto contino le caratteristiche innate dei due sessi e quanto invece il famigerato patriarcato. (Nel mio caso, magari sarò insicura di carattere, ma indubbiamente l'educazione che ho ricevuto e il contesto in cui sono cresciuta hanno avuto il loro peso)

Lascio la parola a Galatea, la quale occupandosi di divulgazione storica viene scambiata spesso per Barbero, e oggi questo la irrita in modo particolare.

Guardi, professor Barbero, in un certo senso ha ragione lei. C’è davvero una differenza strutturale fra uomini e donne, ed è il vero motivo per cui le donne in molti campi lavorativi sono ancora presenti poco, o hanno ruoli secondari.
In effetti è proprio una differenza di struttura. Perché la struttura della nostra società, è, indovini un po’? Maschilista.
Così maschilista nella struttura che se sei donna vali sempre un po’ meno a prescindere, persino se ti sei fatta un sedere tanto e ti sei laureata con voti migliori. Perché i tuoi colleghi sono dottori e tu resti sempre Marta, o Francesca o Giulia, o ancora meglio “la ragazza”, sia mai che ci mettano un titolo di studio davanti al nome, o se lo ricordino, il nome.
Sei sempre considerata più inaffidabile, e anche un po’ una rogna. Perché magari poi resti incinta e i figli, si sa, li crescono le madri. E le madri sono una rogna perché se il pupo ha una linea di febbre all’asilo, o bisogna fare la colletta per la maestra, o portarlo a tennis, a nuoto, a comprare il regalo per la compagnuccia che lo ha invitato al compleanno, sono loro che devono correre di qua e di là, perché i padri lavorano e le donne invece boh, decorano l’ufficio.
E magari bastasse essere “spavalde” o “aggressive” per risolvere la situazione. Perché vede, prof.Barbero, se niente niente da donna ti azzardi a rispondere per le rime quando un cretino ti discrimina e ti tratta da schifo, pure se hai ragione, ti dicono che sei aggressiva, e presuntuosa, e insomma dovresti essere più comprensiva, perché in fondo se un maschio dice una sesquipedale stupidaggine che ti offende, tu sei donna e deve sempre essere materna è carina, sennò sei poco femminile e nessuno ti sposa più.
E quindi pure se sei “spavalda” carriera la fai difficilmente, perché se un uomo è aggressivo gli dicono che è carismatico, mentre tu, che sei donna, se ribatti sei solo una str0nza.
Ecco, professor Barbero, questa in sintesi è la differenza di struttura fra uomini e donne. Si chiama sessismo, ed è ancora così presente che pure lei, che è intelligente, non si è mai accorto che questo tipo di discriminazione è studiata da anni, in fior di articoli accademici e di saggi. Non se ne è accorto perché a scrivere libri sul tema sono studiose, donne, che contano meno per definizione e i cui libri sono meno noti, perché sono considerate meno autorevoli, e i loro studi, siccome sono tacciati di essere “femministi”, vengono considerati una specie di piagnisteo. Così come non si è accorto che molti uomini non fanno carriera perché sono più bravi, e nemmeno più spavaldi, ma solo perché sono uomini, e, per dirla in maniera semplice e comprensibile a tutti, sono schifosamente privilegiati, in questa società.
E magari sarebbe ora di rendersene conto. Da parte sua e da parte di tutti. Perché sennò finisce che pure noi donne perdiamo la Santa pazienza che ci contraddistingue, e vi mandiamo dove meritate.
In mondo molto spavaldo, giuro.

P.S.: Quasi quasi mi dissocio fin da subito dal ragionamento sotteso al titolo del post, del resto se ciascuno dovesse parlare solo degli argomenti su cui è davvero competente quasi tutto il mio blog non avrebbe ragione di esistere... ma se non altro io non posso vantare nemmeno una briciola della risonanza mediatica di cui gode il professor Barbero, o peggio gli opinionisti improvvisati che vengono interpellati su qualsiasi argomento.

mercoledì 20 ottobre 2021

Gatti e "umani", chi è il padrone?

Nei giorni scorsi ho visto condiviso da qualche "facciamico" il video qua sotto.

Trattasi di una parodia di Bohemian Rhapsody in chiave "felina" realizzata dalla neozelandese Shirley Șerban, la quale con l'avvento della pandemia si è dedicata a riscrivere i testi di canzoni famose e a crearne di originali «per educare e portare gioia in questi tempi bui».

Seguendo i suggerimenti di YouTube, ho trovato ancora un po' di parodie divertenti, tra cui un'altra del summenzionato classico dei Queen uscita durante il lockdown pochi giorni dopo che ho pubblicato il post sulla musica ai tempi del coronavirus, e una parodia di We Will Rock You con protagonisti i nostri amici animali domestici.

Limitandoci ai gatti, Il Post ha tentato di spiegare la loro irresistibile attrazione per le scatole... ma anche per altri tipi di contenitori, direi: lo dimostra questo video pubblicato nell'account Instagram ufficiale di Instagram medesimo.

martedì 19 ottobre 2021

Sì alla cannabis legale, no alla caccia

Dopo aver firmato tramite SPID per il referendum sull'eutanasia legale, successivamente ho fatto la stessa cosa anche per il referendum per l'abolizione della caccia – il traguardo delle 25mila firme da raggiungere entro domani è stato già superato solamente contando quelle online, ma se vuoi aggiungere la tua male non fa di certo – e quello per la legalizzazione della cannabis. Rispondendo a un mio commento, Andrea ha riepilogato le principali ragioni per cui, sebbene la cannabis non sia certo un toccasana (sul canale YouTube SCIENZIATI subito viene spiegato cosa succede quando si prova a smettere di fumare marijuana), vale la pena di essere a favore della cannabis legale: in primis l'approccio repressivo attuato in tutti questi anni è fallito (e nei Paesi dove la cannabis è già legale non è affatto vero che ci si droghi di più che da noi, anzi), inoltre la legalizzazione toglierebbe ampi margini di profitto alla criminalità organizzata, e porrebbe rimedio all'assurda e superficiale comparazione tra droghe pesanti e leggere.

Pure i no green pass hanno indetto una raccolta di firme per richiedere l'abolizione dell'odiato provvedimento, salvo poi fare marcia indietro quando si sono resi conto che la maggioranza degli italiani è a favore del green pass.

Sullo strumento della firma digitale per i referendum si è espresso sfavorevolmente il filosofo Massimo Cacciari, che guarda caso è pure contrario al green pass, in accordo col collega Giorgio Agamben: per fortuna un nutrito gruppo di accademici la pensa in modo diverso.

P.S.: L'immagine che apre il post è una citazione attribuita a Groucho Marx (anche se non sono riuscita a trovare conferme in tal senso) che illustra solo uno, e neanche il più solido, dei motivi per cui personalmente sono da sempre contro la caccia.

lunedì 18 ottobre 2021

Basta con la vita spericolata!

Dopo Silvio Berlusconi che a sorpresa se ne esce con dichiarazioni del tutto condivisibili su vaccini e green pass – credo sia stata la prima volta dalla sua "discesa in campo" del 1994 che mi sono trovata pienamente d'accordo con lui, e come dicevo ad Andrea questa cosa non la potrò mai perdonare ai no green pass! ;-) – ecco lo splendido (quasi) settantenne Vasco Rossi, diventato famoso come cantore della "vita spericolata", che a La Stampa consegna parole di assoluto buon senso.

Sette anni dall'ultimo album, due dall'ultimo concerto : «L'ultima volta ci siamo visti a San Siro. Due anni come un film di fantascienza, senza concerti» racconta Vasco Rossi alla presentazione del nuovo album "Siamo qui": «Sono andato in crisi al rinvio del ‘21, mi sono reso conto che se non faccio concerti lo scopo della mia vita viene a mancare. Ho provato il cavallo, il golf, ma niente di interessante».
Vasco spazia, e tocca anche il tema vaccini oggetto delle proteste violente di questi giorni: «Io - dice Vasco - credo nella scienza, se ho mal di denti prendo un antidolorifico. Non vado a parlare con un santone. Ho obbligato a mettersi la mascherina chi veniva davanti casa mia a prendersi l'autografo, ma io non consiglio niente».
Più in generale, ha spiegato Vasco, «le parole sono usate in modo vergognoso oggi. Quando sento urlare “libertà, libertà” penso che la libertà non sia quello. La libertà ha senso quando è all'interno di un limite, altrimenti non è libertà ma caos. Noi negli anni '70 lo avevamo già capito, non mi aspettavo di tornare indietro come stiamo facendo ora». E ha concluso: «Non mi aspettavo che si tornasse indietro. Si torna a mettere in discussione cose che per me erano chiare. E' un mondo molto complesso, ci sono cose positive ma anche negative. Sono deluso perché doveva andare in un altro modo secondo me. Questo non è il migliore dei mondi possibili ma è il mondo che c'è e dobbiamo combattere, vivere, affrontare e imparare dagli errori. E' fondamentale e non bisogna avere paura di sbagliare».

domenica 17 ottobre 2021

Esperienze di vita

Una tipologia di post abbastanza diffusa su Facebook consiste nel pubblicare un elenco (in genere sotto forma di immagine) di cose, libri, località, eccetera – sembra quasi il «case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale» di tizianoferriana memoria ;-) – e chiedere ai lettori di commentare indicando quanti/e, se non anche quali, di quelle cose hanno fatto in vita loro, i libri che hanno letto, i posti che hanno visitato...

Ebbene, quando me ne capita uno sotto gli occhi non partecipo praticamente mai alla discussione, perché mi viene lo sconforto davanti alla consapevolezza di quanto poco ho fatto, letto e visitato pur avendo ormai superato il "mezzo del cammin di nostra vita".

Ad esempio, delle città seguenti...

... ne ho visitate appena quattro, tra cui le due italiane, e riguardo alle cose seguenti...

... arrivo al massimo a quota 15; comunque non rimpiango mica di non essermi mai fatta un piercing – un momento, i buchi alle orecchie che ho da quando ero bambina valgono? – e avrei fatto volentieri a meno di viaggiare in ambulanza.

Adesso che ci penso... non avrò girato il mondo, ma magari sono altre, le cose che hanno riempito la mia vita. Quasi quasi provo a metterle per iscritto, anche se probabilmente quell'elenco preferirò tenerlo per me.

sabato 16 ottobre 2021

Tutti pazzi per la Corea

Se sei approdato qui attirato dal titolo del post che sembrava promettere commenti o rivelazioni sulla serie TV del momento, la coreana Squid Game, mi dispiace deluderti: non sono abbonata a Netflix e neppure ho intenzione di abbonarmi apposta per guardarla, perché mi sono bastati e avanzati i pareri letti online in proposito (qui c'è una buona sintesi).

L'argomento di questo post è invece la musica: ti propongo i video delle performance di alcuni artisti coreani che per vari motivi mi hanno colpita.

La cover di Zitti e buoni dei Måneskin interpretata da una band tutta al femminile, le Rolling Quartz...

... un'altra cover, quella di Come saprei di Giorgia, eseguita dagli UominiCoreani il cui cantante Jung Joon Park ha imparato ad amare la musica italiana nel periodo trascorso ad Assisi...

... e il video della boy band BTS che sta spopolando anche in Occidente.

Do per scontato che si tratti in ogni caso della Corea del Sud; temo proprio che in quella del Nord si respiri un clima assai meno favorevole a questo genere di performance, come ci ricorda l'attivista Lee Hyeon-seo.

venerdì 15 ottobre 2021

Quando è il caso di porsi dei limiti

Stasera condivido un "ottalogo" pubblicato dalla terapeuta Amanda E. White nel suo account Instagram @therapyforwomen con il palese intento di rivolgersi direttamente alla sottoscritta! ;-)

 

Ecco la traduzione, declinata al femminile visto che la pagina si chiama "terapia per donne", augurandomi che nessuno si risenta. :-)

  1. Non comprare cose che non puoi permetterti
  2. Mantieni le promesse che fai a te stessa
  3. Rispetta la tua fame e mangia a sufficienza
  4. Fai pause regolari durante il giorno
  5. Smetti di seguire sui social media account o persone che hanno un impatto negativo su di te
  6. Crea una routine del sonno salutare
  7. Prenditi dei giorni dedicati al riposo e alla salute mentale
  8. Prenditi del tempo per elaborare le tue emozioni e rispettare i tuoi sentimenti

E questo è il testo che accompagna l'immagine.

Piuttosto che creare delle "regole" per te stessa, ti consiglio di creare dei limiti.
I limiti possono essere plasmati e spostati. Alcuni sono flessibili, altri sono rigidi. Ecco un elenco di alcuni limiti con te stessa che puoi voler mettere in atto.
Ricorda che ognuno è diverso. Avrai anche bisogno di cose differenti in parti differenti della tua vita e a seconda di cosa sta succedendo.
Ad esempio, io ho un limite molto rigido per cui non dormo con il telefono in camera. È una delle cose migliori che faccio per la mia salute mentale. Tuttavia, se sono in vacanza, posso fare un'eccezione e non provare vergogna o sensi di colpa.
Le nostre vite sono destinate a cambiare così come i nostri limiti!
Soprattutto adesso con il COVID, potresti aver bisogno di limiti differenti con te stessa!
Hai intenzione di implementare qualcuno di questi?
Che limiti hai con te stessa?

Cara la mia Amanda, soprattutto (ma non solo) sui punti 4, 6 e 7 dovrò lavorarci tanto, ma proprio tanto!

giovedì 14 ottobre 2021

Il giochino del giovedì

Questa settimana davvero non accenna a finire... e così, stasera non ho la forza di fare altro che proporti un frivolo giochino trovato sui social. :-)

Guarda l'immagine qua sotto, che rappresenta il testo del ritornello di una canzone degli anni '60 piuttosto conosciuta (anche se in effetti devo ammettere di averne scoperto solo adesso titolo e interpreti).

Hai capito di quale brano si tratti? Clicca qui sia per verificare la tua risposta, sia per scoprire quella esatta se non ne hai proprio idea...

mercoledì 13 ottobre 2021

Qual è la verità e quale la parodia?

Grazie a un mio "facciamico" che abita a Palermo sono venuta a sapere che la scuderia austriaca Red Bull Racing, tra le più forti del campionato mondiale di Formula 1, ha girato un video nel quale il suo pilota di punta Max Verstappen sfreccia per le strade dello splendido capoluogo siciliano...

... e il duo comico palermitano Matranga e Minafò ne ha realizzato una parodia decisamente più realistica, così tanto che da un certo punto di vista è il video originale, a potersi considerare una parodia.

Strade piene di munnizza e di buche, ahimè: roba da far "invidia" alla sindaca uscente di Roma Virginia Raggi, una donna fuori dal Comune! ;-)


martedì 12 ottobre 2021

L'ideologia che non deve essere nominata

Dopo gli scontri di sabato alla manifestazione di Roma contro il green pass, si parla insistentemente di sciogliere Forza Nuova, il partito neofascista – chiamiamo le cose col loro nome! – che ha organizzato l'evento. Oggi su Facebook, dopo aver premesso che non sarei affatto dispiaciuta se ciò avvenisse, mi chiedevo se potesse servire davvero a qualcosa, o se anzi potesse rivelarsi controproducente: nel caso in cui i neofascisti venissero privati del partito nel quale si riconoscono, troverebbero comunque altri modi e altre sedi per riunirsi in maniera (semi)clandestina – peraltro con internet e i social è piuttosto facile – e quel che è peggio, sarebbero ancora più incattiviti di prima. Qualcuno mi ha fatto notare che, se Forza Nuova venisse sciolta, non potrebbe più ricevere finanziamenti europei né presentarsi alle elezioni. Ah già, si tratta di un partito vero... La mia mente, memore della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana secondo cui «È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista», tende a respingere questo concetto!

Concludo con alcune immagini molto simili tra loro aventi come protagonista la leader di Fratelli d'Italia, partito che si trova appena appena più a sinistra rispetto a Forza Nuova, tanto è vero che Giorgia Meloni non solo non ha preso le distanze da quello che è accaduto sabato, ma ha fatto riferimento a una misteriosa "matrice" di chissà quale natura.