sabato 31 agosto 2013

Mangiare (bene) in Maremma

Come avevo accennato, al mio diario di viaggio in Maremma sarebbe seguito un post interamente dedicato agli aspetti gastronomici della mia vacanza... i quali, considerando la qualità notoriamente elevata della cucina toscana, non sono affatto da sottovalutare! :-) Ed eccolo qua.
Il nome di ciascun locale linka alla relativa pagina su TripAdvisor, ed è seguito dall'indicazione del sito ufficiale qualora esista; i nomi delle varie portate, invece, linkano alle foto che ho diligentemente pubblicato su Instagram per comporre un foto-reportage mangereccio.
Il primo giorno, domenica, sono partita a metà mattinata e non ce l'avrei mai fatta ad arrivare a destinazione in tempo utile per pranzare; allora, non appena i morsi della fame hanno cominciato a farsi sentire, mi sono fermata al primo ristorante che ho adocchiato lungo la strada. Devo dire che mi è andata bene: la specialità del ristorante La Scintilla a Latera, a pochi chilometri in linea d'aria dal lago di Bolsena, è il pesce, e mi sono saziata con un bel piatto di tagliolini all'astice (peccato aver dovuto "litigare" con l'antipatico crostaceo per estrarne la polpa, accidenti!) e un goloso soufflé al cioccolato come dessert.
Per cena, dopo aver fatto il check-in al bed and breakfast Il Cantuccio, ho voluto provare uno dei ristoranti di Poggio Murella, che per il resto è una località abbastanza povera di attrattive se non per gli amanti della campagna e della quiete: la scelta è caduta sul Ristorante Il Capriccio (sito web), dove ho consumato un antipasto classico a base di salumi, formaggi e crostini e una tenerissima tagliata di manzo cotta proprio al punto giusto.
All'ora di pranzo di lunedì mi trovavo a Saturnia, e su consiglio del ragazzo che gestisce il B&B Il Cantuccio ho voluto provare il ristorante omonimo situato nella cittadina termale. Ho scelto crostini misti (e il titolare mi ha portato una quantità di pane tostato con cinque diversi tipi di salse una più sfiziosa dell'altra da spalmarci sopra), dopodiché sono stata piacevolmente impegnata con un piattone di pici all'agliata (vedi pici e agliata su Wikipedia).
Per cena, non volendomi allontanare da Poggio Murella, ho optato per un piatto non proprio tipicamente toscano: 'a pizza! :-) La pizza contadina che mi è stata servita alla Pizzeria Da Gigo e Licia era all'altezza delle migliori che io abbia mai mangiato.
Martedì, nel bel mezzo del mio tour di Pitigliano, sono riuscita quasi per miracolo a trovare un posto al Ristorante Cotto&Crudo (sito web), proprio di fronte al Palazzo Orsini. Per antipasto un tagliere medio (e meno male!, chissà com'era quello grande) con formaggi e salumi... e ho mangiato con particolare gusto le due fette di quella che presumo fosse finocchiona. Poi di primo tortelli al ragù toscano, perché qualcuno me li aveva indicati tra le specialità tipiche maremmane che non potevo tornare a casa senza aver provato. E in effetti...
Anche quella sera ho cenato a Poggio Murella, questa volta al ristorante Al Poggio da Adriano (sito web), che è provvisto anche di albergo. Per antipasto ho ordinato bruschette, e me le aspettavo miste, invece mi sono arrivate tutte e tre al pomodoro... ma vabbè, non mi potevo lamentare perché erano ottime. Dopodiché ho voluto provare un'altra specialità maremmana, l'acquacotta (vedi su Wikipedia)... ma forse avrei fatto meglio a ordinarla senza uovo, perché a me non piace a meno che non sia ben miscelato con altri ingredienti, comunque ho risolto il problema spappolandolo con il cucchiaio e mescolando. Questa volta c'è stato spazio anche per un dessert: gli irrinunciabili cantucci col vin santo.
Mercoledì all'ora di pranzo ero a Porto Santo Stefano... e cosa avrei potuto mangiare se non del buon pesce con vista mare? :-) La scelta è caduta su una bella frittura di calamari (senza gamberi, perché come ho già detto vado d'accordo con i crostacei solo se già sgusciati) con insalata mista, da Gerry's Food.
A cena, poiché ero erroneamente convinta di aver già visitato tutti i locali di Poggio Murella (e invece mi era sfuggita la Trattoria Il Vecchio Forno, che imperdonabile dimenticanza!!!), mi sono fermata presso il primo ristorante che ho incontrato dopo aver lasciato le Cascate del Mulino: Lo Scangeo. Che dire, il nome è tutto un programma: scangeo in vernacolo toscano significa confusione, e in effetti il servizio era un tantino approssimativo. Ma l'importante è che io abbia mangiato bene: pappardelle al cinghiale, verdure grigliate e una fiammeggiante crema catalana, la più squisita che abbia mai accarezzato le mie papille gustative.
Giovedì mattina sono partita, e per pranzo ho sostato all'autogrill Flaminia Ovest sull'autostrada A1. Davanti al pur gustoso Menu Perfetto con panino Nuovo Capri, non ho potuto fare a meno di pensare che nei giorni precedenti il mio palato aveva conosciuto soddisfazioni migliori... :-/
La foto che apre il post ritrae invece quello che, entrando per la prima volta nella camera che mi era stata riservata al B&B, ho trovato sul tavolino: una bottiglia di Morellino di Scansano (a proposito, a Scansano non ci sono stata... ma rimedierò in occasione del mio prossimo viaggio in Maremma!) e un barattolo di biscottini al cioccolato, cantucci, canestrelli, ecc. La prima me la sono bevuta (mi sembrava scortese lasciarla lì... ;-)) nel giro di quattro giorni (quattro bicchieri giusti giusti, conteneva), il secondo è stato la mia salvezza per placare gli inspiegabili attacchi di fame che mi coglievano nottetempo. Ma in effetti lo sapevo: più (e meglio) mangio, e più il mio stomaco diventa esigente. È un miracolo che io sia tornata a casa senza aver preso neanche un etto: evidentemente mi ha giovato il fatto di aver camminato più del solito, anche se non tanto quanto avrei voluto per via del caldo... ma quando ci tornerò, nella verde primavera o nel dorato autunno, sarà tutta un'altra cosa! :-)

giovedì 29 agosto 2013

Ingegneri... a otto zampe

Pur non essendo affetta da aracnofobia acuta come Ron Weasley, i ragni (che non sono insetti, sapevatelo) mi fanno abbastanza impressione, a tal punto che, se ne trovo uno in casa, chiamo subito rinforzi per toglierlo di torno! ;-) Invece sono davvero affascinata dalle loro creazioni, le ragnatele, autentici capolavori di "ingegneria animale" dalla struttura inconfondibile e dalla resistenza paragonabile a quella dell'acciaio. Quando in mezzo alla natura mi trovo davanti una ragnatela, mi capita di restare incantata a contemplarla... sempre che l'"inquilino" non sia in "casa", oppure non lo stia aspettando qualche malcapitato "ospite" destinato a fare una brutta fine.
Lo spunto per scrivere questo post me l'ha offerto l'immagine pubblicata oggi su EarthSky: trattasi della fotografia che Don Spain ha scattato a una grossa ragnatela fuori dalla sua casa a Hillview, nel Kentucky.


A proposito di questa immagine, Don Spain ha affermato quanto segue: «I ragni sono formidabili ingegneri e artisti. Questa ragnatela è molto grande, 3 piedi per 4 [all'incirca 90 centimetri per 120, NdC], senza contare le linee direttrici». Voglio sperare che la famiglia Spain si fosse assentata per diversi giorni, altrimenti non si spiega la costruzione di un simile "abuso edilizio"! ;-)
Ecco alcune curiosità sulle ragnatele.
  • Le ragnatele esistono da almeno 100 milioni di anni. Quella più antica conosciuta è stata scoperta in un campione di ambra risalente al Cretaceo inferiore rinvenuto nel Sussex, nell'Inghilterra meridionale.
  • Le ragnatele sono fatte di seta di ragno, la quale è prodotta da apposite ghiandole filatrici situate sull'addome di un ragno. Ciascuna ghiandola secerne un differente tipo di seta per una finalità particolare: ad esempio, seta appiccicosa per intrappolare la preda oppure sottile per avvolgerla. Alcuni ragni sono in grado di produrre fino a 8 sete diverse durante la loro vita.
  • Si sa che i ragni lavorano insieme per costruire tele comunitarie. Nel 2007 è stata segnalata una ragnatela comunitaria di 200 iarde (circa 180 metri) di diametro nel Lake Tawakoni State Park, nel Texas.
  • I ragni possono costruire le loro tele nello spazio, come evidenziato da un esperimento effettuato nel 1973 a bordo dello Skylab. Le ragnatele nello spazio sembrano essere fatte di seta più sottile, e non sono di spessore uniforme come sono a terra. Ma per il resto i ragni a bordo dello Skylab sembravano tessere abbastanza bene le loro tele in condizioni di assenza di peso.
Se questo post ti è piaciuto e conosci l'inglese, potresti trovare interessante anche questo articolo che spiega come fanno i ragni a tessere la loro tela fra due alberi situati a una certa distanza.

mercoledì 28 agosto 2013

Supereroi molto speciali

Non mi sono mai lasciata coinvolgere granché dai film che raccontano le gesta dei supereroi più "blasonati", come Superman, Batman e l'Uomo Ragno... e credevo che nel mio cuore di cinefila nessuno avrebbe mai potuto rimpiazzare il grande Wolverine. Per il fascino del personaggio oppure del suo interprete Hugh Jackman? Mah, diciamo per entrambi i motivi... ;-) Eppure, da qualche giorno, la mia Saga di Film di Supereroi Preferita, adattamento cinematografico di un'omonima serie a fumetti, è diventata quella con protagonista Kick-Ass. Di recente ho voluto vedere il primo capitolo per prepararmi alla visione di Kick-Ass 2 (qui il trailer), uscito a Ferragosto, che poi ho visto venerdì scorso. Il regista è Jeff Wadlow, mentre Matthew Vaughn, che aveva diretto il primo film, questa volta figura nel ruolo di produttore, e sua moglie Claudia Schiffer è tra i produttori esecutivi. Che dire... è uno di quei rari casi in cui ho trovato il sequel superiore al primo film, che pure mi era piaciuto molto. Non avrei mai detto che pellicole del genere potessero essere di mio gusto, perché di violenza ce n'è a iosa, a tal punto che mi chiedo il perché del mancato divieto per i bambini; eppure... Il ritmo è talmente incalzante e le scene d'azione così avvincenti che rimani incollato alla poltrona senza renderti minimamente conto del tempo che passa. Non mancano neppure l'umorismo, l'ironia, un pizzico di commozione e svariati riferimenti ad altri film e fumetti di supereroi e al mondo in cui viviamo. Insomma, non capita spesso che mi diverta così tanto, al cinema... :-)
La trama in sintesi: L'ormai adolescente Mindy Macready alias Hit-Girl (Chloë Grace Moretz) promette a Marcus, che bada a lei da quando è morto suo padre Damon alias Big Daddy (Nicolas Cage), di rinunciare a combattere il crimine. Invece lo studente Dave Lizewski alias Kick-Ass (Aaron Taylor-Johnson) decide al contrario di riprendere il suo ruolo di supereroe della vita reale e si aggrega a una squadra di suoi emuli capitanata dal Colonnello Stelle e Strisce (un pressoché irriconoscibile – pure senza maschera – Jim Carrey). Nel frattempo Chris D'Amico (Christopher Mintz-Plasse), Red Mist nel primo film, giura vendetta a Kick-Ass per la morte del padre e assume una nuova identità da supercattivo, con abiti fetish e il bizzarro nome di The Motherfucker. [Per oggi ho promesso di evitare le scurrilità, perciò, se non conosci l'inglese, dovrai cercarla altrove, la traduzione... e pure quella di Kick-Ass! ;-)] Poi arruola, pagandoli a peso d'oro, alcuni supercriminali per formare una temibilissima squadra votata al male. Nello scontro finale sarà in gioco nientemeno che il destino della città di New York... per questo le forze del bene dovranno schierarsi al gran completo!
Una curiosità sul protagonista: mentre sul grande schermo impersona un adolescente, nella vita reale l'attore britannico Aaron Taylor-Johnson ha ventitré anni ed è sposato con prole. Sua moglie, l'artista e regista Sam Taylor-Wood, la quale ha il doppio della sua età, gli ha dato due bambine, Wylda Rae nel 2010 e Romy Hero nel 2012.

P.S.: Pssst... ti do una dritta: se vai a vedere Kick-Ass 2, aspetta la fine dei titoli di coda prima di uscire dalla sala... ;-)

martedì 27 agosto 2013

Diario di viaggio in Maremma

Come ho già accennato, la scorsa settimana sono stata in vacanza nella Maremma Grossetana: sono partita domenica mattina, e giovedì pomeriggio ero di nuovo a casa. Sarebbero stati necessari più giorni per tutte le cose che avrei voluto fare, i luoghi che avrei voluto vedere e il riposo di cui avevo bisogno... ma è andata così, per una serie di circostanze. Insomma, un altro posto dal quale sono appena tornata e che già vorrei visitare di nuovo. Con un pianeta quasi intero ancora da esplorare, e avendo a disposizione una sola vita e un budget non certo miliardario, sarà un'impresa venirne a capo... ;-)
Ho chiesto consiglio su dove trascorrere le ferie alla stessa amica che mi aveva già indirizzata, con mia grande soddisfazione, verso Merano nel 2009 e Sirmione nel 2010. Anche questa volta il suo suggerimento è stato azzeccatissimo: infatti mi ha indicato Saturnia, nota località termale, con un sacco di cose da vedere e da fare nel raggio di poche decine di chilometri. L'unico problema è che mi è toccato andarci in macchina, perché il servizio fornito dai mezzi pubblici è a dir poco inadeguato: in cinque giorni, fra viaggio Pescara-Saturnia e ritorno e giri vari, avrò totalizzato quasi mille chilometri, il mio record personale! Ho dovuto percorrere strade tutte curve e saliscendi, spesso strette e sconnesse, ma ne è valsa davvero la pena, vista la bellezza delle campagne toscane: peccato solo non avere occhiali con videocamera integrata tipo questi per registrare tutto quello che passava davanti ai miei occhi. :-)
In realtà non ho alloggiato proprio a Saturnia, bensì in località Poggio Murella, anch'essa una frazione del comune di Manciano in provincia di Grosseto. Lì si trovava il bed & breakfast "Il Cantuccio", che consiglio vivamente a chiunque dovesse trovarsi da quelle parti... e nel caso sarà bene prenotare con un certo anticipo, soprattutto in alta stagione, perché ha soltanto sei camere. L'ho trovato tramite www.bed-and-breakfast.it, che non è molto aggiornato perché rimanda a questo sito con ogni probabilità risalente al "paleolitico informatico", mentre il nuovo sito ufficiale de "Il Cantuccio" è questo, molto più curato.
Il B&B, convenzionato con le Terme di Saturnia, è carinissimo, arredato e decorato con gusto, e le camere sono dotate di tutti i principali comfort: aria condizionata, phon, frigobar, televisore (che ho quasi sempre lasciato spento), e soprattutto il Wi-Fi gratuito che mi è stato pressoché indispensabile, visto che nella zona la copertura Tre lasciava parecchio a desiderare; col piffero che lasciavo a casa tablet e pc! ;-)
I due ragazzi che gestiscono il B&B sono davvero gentili e disponibili, e ogni mattina servono una ricca colazione con bevande calde, torte e crostate fatte in casa, pane, burro e marmellata, e altro che non saprei perché tanto prendevo sempre i dolci, e in quantità! ;-) Il posto è tranquillissimo, ideale per rilassarsi, ma abbastanza fuori mano; il primo giorno il navigatore di Google Maps ha deciso di farmi imboccare un sentiero di campagna che "secondo lui" era una strada, e prima che mi decidessi, non potendo più proseguire, a tornare indietro per cercare il percorso giusto, ne ha presi di scossoni, la mia povera macchinina... :-/ Solamente in seguito, visitando il sito di uno dei ristoranti dove ho mangiato durante la mia vacanza (e che saranno oggetto di un post a parte), ho letto: «Raggiungerci è facilissimo ma, PRIMA D'IMPOSTARE IL NAVIGATORE ( qualora ne facciate uso ) è CONSIGLIABILE CONSULTARE una cartina stradale per avere una chiara visione del territorio o CHIAMARE DIRETTAMENTE NOI che Vi daremo semplici indicazioni. Il navigatore, in queste zone, spesso indica PERCORSI SBAGLIATI , PIU' LUNGHI O DI DIFFICILE PERCORRENZA a causa di contorte stradine anche con tratti non asfaltati e/o di campagna». A saperlo prima...
E adesso ti elenco i luoghi che ho visitato, lasciando parlare quasi esclusivamente le foto!
Ecco l'agreste borgo di Poggio Murella, che ho immortalato a più riprese nel corso della mia vacanza.


Lunedì mattina ho visitato l'incantevole Montemerano, quasi un presepe a grandezza naturale, un'autentica rivelazione...


... per poi fare un salto a Saturnia, che a dire il vero mi ha un po' delusa.


Nel pomeriggio ho passato qualche ora alle Terme sguazzando nelle varie piscine, riempite con la benefica acqua sulfurea-carbonica-solfata-bicarbonato-alcalina-terrosa che sgorga alla temperatura costante di 37,5 gradi centigradi.
Martedì mattina sono stata a Sovana, uno dei borghi più belli d'Italia (per i quali istituirei l'isola pedonale, visto che le macchine rovinano tutte le foto! ;-))...


... e poi nella splendida Pitigliano, rinomata città del tufo, dove ho anche pranzato.


Poi, nel tardo pomeriggio, mi sono immersa nelle spettacolari Cascate del Mulino.
Mercoledì, magnifica giornata di sole, è stata la volta dell'Argentario: ho cominciato da Porto Santo Stefano, dove sono arrivata troppo tardi per avere il tempo di imbarcarmi per l'Isola del Giglio. Sarà per la prossima volta... magari dopo che avranno rimosso il relitto della Costa Concordia!


Essendo rimasta "traumatizzata" dai sei euri pagati per meno di tre ore di parcheggio, ho evitato di sostare a Porto Ercole, dove era in corso la sagra dedicata a un pesce la cui denominazione nel vernacolo locale è alquanto singolare... ;-) Il resto del promontorio l'ho girato senza cercare un posteggio, ma fermandomi ove possibile a scattare fotografie.


Prima di cena sono tornata alle Cascate del Mulino, questa volta solamente per immortalare quell'ambiente che ho già definito paradisiaco.


Giovedì... uffa, è già ora di ripartire! :-( Per rendere meno duro il rientro, lungo la strada mi sono fermata sulle rive del lago di Bolsena, il lago di origine vulcanica più grande d'Europa, nonché un'autentica miniera di scorci davvero suggestivi.


Infine, come bonus, ecco un insieme di foto scattate nelle varie località di cui sopra ed accomunate da un particolare filo conduttore: la presenza di gatti! :-)


[L'immagine che apre il post è il mosaico della raccolta che ho creato su Flickr]

lunedì 26 agosto 2013

Crisi mistica?

Oggi sono in vena di citazioni evangeliche...
Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Chi ha orecchi per intendere intenda!

venerdì 23 agosto 2013

Un paio di assaggini della mia vacanza

Sono tornata ieri dalla (fin troppo) breve vacanza che ho trascorso in Maremma, e devo ancora finire di mettere a posto le mie cose. In particolare, mi ci vorrà chissà quanto tempo per organizzare e selezionare le oltre cinquecento foto che ho scattato... dopodiché le caricherò su Flickr opportunamente suddivise in una decina di set, uno per ciascun "soggetto", per la giuoja dei miei fan che non stanno più nella pelle, lo so! ;-)
Per il momento mi limito a condividere tre immagini che confermano le preoccupazioni a cui accennavo qui sulla buona riuscita delle mie foto in notturna. Mercoledì sera, dopo il tramonto, trovandomi davanti una magnifica Luna quasi piena che illuminava la campagna toscana, ho pensato di immortalarla con la fotocamera... ed ecco cosa è venuto fuori.


Riproviamoci disattivando il flash, ho pensato. Non che sia venuta molto meglio...


Per fortuna è uscita decentemente la foto che avevo scattato con lo smartphone. Peccato per la luna così distante e per i fili della corrente elettrica, ma non mi sono fidata ad usare lo zoom.


Infine, già che ci sono, voglio condividere anche un breve video che rende l'idea della potenza con cui sgorgano le famose Cascate del Mulino o del Gorello. Un posto davvero paradisiaco... se non fosse per la puzza di zolfo della calda (37,5°C) e benefica acqua termale, la quale al contrario ha un certo non so che di infernale! ;-)


venerdì 16 agosto 2013

Tre mondi

L'Astronomy Picture of the Day pubblicato l'altroieri mi ha colpita per via dei colori accesi e per la spiegazione particolarmente rigorosa di un fenomeno comunissimo ma sul quale di rado ci si sofferma, ovvero la Luna che tramonta: infatti il titolo è Moonset from Taiwan.


Ed eccola, la spiegazione in questione debitamente tradotta.
Ci sono voluti tre mondi per creare questa semplice immagine. Il primo mondo era la Terra, la quale era piuttosto prominente. La linea di demarcazione che corre orizzontalmente al di sotto della metà separa il mare dal cielo. Su questa parte della Terra era quasi notte. Il secondo mondo era la Luna, la quale era quasi invisibile. La Luna aveva la sua metà non illuminata mascherata dal bagliore rosso del tramonto del cielo terrestre. Era visibile una sottile "fetta" della Luna nuova, una mezzaluna che descrive la linea curva luminosa. Il terzo mondo era il Sole, il quale non appare direttamente. Tutta la luce registrata nell'immagine ha avuto origine dal Sole. L'esposizione lunga mezzo secondo mostrata qui sopra è stata acquisita la scorsa settimana dal distretto di Anping, a Taiwan. Pochi minuti dopo che Hung-Hsuan Yen ha scattato questa immagine la Terra aveva ruotato solo un altro po', costringendo la Luna a seguire il Sole in mare, e l'orizzonte a diventare scuro.

giovedì 15 agosto 2013

Ferragosto "mainstream"

L'odierna giornata festiva ho deciso di impegnarla andando a visitare per la prima volta in vita mia la Grotta del Cavallone (anche detta "della figlia di Iorio", perché nel 1904 l'artista Francesco Paolo Michetti realizzò la scenografia per il secondo atto della tragedia pastorale La figlia di Iorio di Gabriele d'Annunzio ispirandosi appunto all'antro d'ingresso della grotta). L'alternativa sarebbe stata trascorrere il Ferragosto a casa, ma la sola idea mi faceva sentire ancor più depressa di quanto non fossi già... e così ieri ho compilato il modulo online per prenotare il biglietto (anche se dubito sia servito a qualcosa... l'e-mail di conferma non mi è mai arrivato, forse perché mi sono data una mossa troppo tardi) e ho telefonato alla Locanda di d'Annunzio, il ristorante situato nella stazione di arrivo della funivia – o meglio cestovia – che conduce in prossimità dell'ingresso della grotta, per prenotare il pranzo. Stamattina, mentre guidavo alla volta di Taranta Peligna, ero tormentata dal pensiero di aver escogitato l'idea perfetta per un Ferragosto "stupido", in contrapposizione alle famose partenze "intelligenti": chissà quanto traffico troverò, e quanta coda per i biglietti, per la funivia, per la visita, per mangiare... E invece ho peccato di eccessivo pessimismo, perché è filato tutto abbastanza liscio: sono giunta a destinazione senza particolari problemi nonostante il navigatore di Google Maps [scherzo... ma diciamo che è sempre bene tenere d'occhio anche la segnaletica stradale! ;-)] e 10-15 minuti dopo avevo già fatto i biglietti e stavo iniziando il panoramicissimo tragitto in cestovia che nel giro di una ventina di minuti mi avrebbe portata da quota 760 m s.l.m. a quota 1388 m s.l.m.. Arrivata in "cima" a mezzogiorno e mezzo, ho scoperto che il successivo turno di visita disponibile sarebbe cominciato alle 14, allora ne ho approfittato per mangiare: un primo (sagne e fagioli), un secondo (pallotte cace e ove) e mezzo litro d'acqua a 12 euro. Essendo a questo punto in netto anticipo sull'orario della visita, ho gironzolato un po' nei dintorni percorrendo l'inizio del sentiero che porta a valle – ecco il perché dei biglietti di sola andata! – dopodiché sono salita con tutta calma verso l'ingresso della grotta dove ci aspettava la guida per condurci alla scoperta di tale meraviglia della natura, in un tour lungo poco meno di due chilometri fra andata e ritorno, della durata di un'ora circa e alla temperatura di 10°C, costante tutto l'anno. Siamo stati resi edotti del meccanismo di formazione di stalattiti e stalagmiti (che io già conoscevo fin dai tempi della prima visita alle "mie" Grotte di Frasassi), abbiamo appreso il motivo per cui in alcuni punti le concrezioni presentano un colore più scuro, e ci è stato spiegata l'origine del nome della grotta: a quanto pare l'ingresso somiglierebbe a un occhio incastonato nella parete rocciosa che rappresenterebbe la testa di un enorme cavallo... mah! A differenza delle Grotte di Stiffe, all'interno della Grotta del Cavallone è consentito fotografare sia pur disattivando il flash (un'accortezza che non tutti i visitatori hanno avuto)... ma, poiché l'illuminazione era quasi ovunque insufficiente e non disponevo di un cavalletto che mi desse modo di aumentare il tempo di esposizione, non sono riuscita a scattare delle foto granché decenti.
Qui sotto puoi vedere una selezione delle numerosissime fotografie di oggi: ho scartato quelle sfocate o scure, oppure troppo simili ad altre, o in qualche modo poco riuscite, ma le foto superstiti sono pur sempre più della metà... :-)

mercoledì 14 agosto 2013

A proposito di libri "virtuali"


Sei un aspirante lettore pieno di buoni propositi ma troppo indeciso, uno di quelli che entrano in libreria, prendono in mano un volume che per qualche motivo (copertina, titolo, autore...) li ha colpiti, lo sfogliano, danno un'occhiata all'incipit, lo rimettono a posto e così via... per poi andarsene senza magari aver comprato nulla? Beh, ti segnalo un'app per dispositivi mobili che ti permette di fare qualcosa di analogo ovunque ti trovi, e senza dover subire le occhiatacce del libraio! ;-) Si chiama BookExtracts, è disponibile per Android e [massì, diciamolo ;-)] pure per iOS, e raccoglie le schede di migliaia di libri: da ciascuna di esse è possibile scaricare l'estratto delle prime pagine, nonché procedere direttamente all'acquisto in formato cartaceo o digitale.
Tra i libri proposti c'è pure Via Chanel N° 5 di Daniela Farnese alias Dottoressa Dania, che ho letto in formato cartaceo l'anno scorso. Anche se da una blogger così brillante nello scrivere mi sarei aspettata qualcosa di più audace (suppongo che si sia adeguata alle richieste dell'editore), nel suo genere – diciamo quello di I Love Shopping, ma più piacevole – ho davvero apprezzato il suo romanzo. A tal punto che, quando poco tempo fa è stato pubblicato Un'estate con le amiche, l'ho scaricato da Libri su Google Play senza pensarci due volte: del resto costava appena 99 centesimi... Segnalo comunque che lo store è ricchissimo di interessanti proposte gratuite.
Il libricino (64 pagine, romanzo breve o racconto lungo?) di Dania l'ho letto ieri sullo schermo del mio tablet nel giro di un'oretta. Forse avrei dovuto prendermela con più calma, ma la storia era talmente avvincente... Man mano che andavo avanti scoprivo sempre nuovi dettagli sulle quattro protagoniste, imparavo a conoscerne le diverse personalità ben delineate, ad affezionarmi a loro e a immedesimarmi; in particolare nel personaggio di Alessandra, ma anche un po' in quello di Michela. Sicuramente lo rileggerò... tanto ormai l'ho scaricato per la lettura offline, e chi me lo tocca? :-)
Google Play Libri non è l'unica app di cui dispongo per leggere gli e-book nei vari formati disponibili: vale la pena di segnalare Aldiko, che per il mio vecchio HTC Wildfire era troppo "pesante" (dovevo accontentarmi della più spartana FBReader), ma sul Galaxy Tab e sul Galaxy S III mini gira a meraviglia. C'è poi l'app di Kindle per leggere i libri scaricabili da Amazon, molti dei quali sono gratuiti.
Leggendo questo post potrebbe sembrare che io sia già perfettamente assuefatta agli e-book... e invece no, tutt'altro: Un'estate con le amiche è stato il primo libro che ho letto per intero su uno schermo anziché sulla carta. Sono talmente abituata a considerare un libro come un oggetto fisico, con le sue dimensioni, la sua consistenza, il fruscio delle pagine, in qualche caso le sensazioni olfattive [ah, il famoso odore della carta! ;-)], che ero convinta che la mia mente si sarebbe in qualche modo rifiutata di accettare il formato elettronico: e invece questo primo "esperimento" è perfettamente riuscito. Se poi penso che tutti i libri che ho in casa potrebbero stare comodamente confinati in una scheda di memoria da pochi giga, cadono anche le ultime perplessità. La lettura sullo schermo del tablet non mi ha dato alcun problema, ho notato che, sebbene lo smartphone abbia uno schermo decisamente più piccolo, anche la sua leggibilità è di tutto rispetto... ma secondo molti, tra i quali Rudy, leggere libri elettronici su dispositivi dedicati come appunto gli e-book reader è tutta un'altra cosa, soprattutto (ma non solo) in termini di comfort visivo. Se diventerò un'accanita consumatrice di e-book, valuterò l'opportunità di acquistarne uno.
La questione del futuro dei libri, e di se e quanto sopravvivrà il formato cartaceo, è molto dibattuta. È dell'anno scorso la notizia che non si stamperà più la prestigiosa Enciclopedia Britannica, dalla plurisecolare storia, e secondo lo scrittore Jonathan Franzen gli e-book sarebbero dannosi per la società: addirittura! Come andrà a finire? Lo scopriremo solo vivendo... :-)
[L'immagine che apre il post – cliccaci sopra per ingrandirla – è una vignetta di Stephen Collins che ha provato a immaginare come si saranno evoluti gli e-book reader tra qualche decennio]

lunedì 12 agosto 2013

Il gatto più famoso della storia della scienza

Il Google Doodle di oggi celebra il centoventiseiesimo anniversario della nascita del fisico e matematico austriaco Erwin Schrödinger (che, le buonanime di entrambi mi perdoneranno, tendo vagamente a confondere con Werner Karl Heisenberg, quello del ben noto principio di indeterminazione). Schrödinger è passato alla storia della fisica per il suo contributo alla meccanica quantistica, in particolar modo per l'equazione d'onda, poi chiamata equazione di Schrödinger in suo onore, per la quale vinse il Premio Nobel per la fisica nel 1933, e per il fondamentale esperimento mentale del gatto di Schrödinger.
Ecco come si scrive l'equazione di Schrödinger per il caso generale:


Per le necessarie spiegazioni sulla notazione e tutto il resto ti rimando – oltre a rimandare me stessa... a settembre ;-) – alla relativa pagina di Wikipedia.
Ed ecco come Schrödinger stesso illustra il suo celebre paradosso del gatto:
Si possono anche costruire casi del tutto burleschi. Si rinchiuda un gatto in una scatola d'acciaio insieme alla seguente macchina infernale (che occorre proteggere dalla possibilità d'essere afferrata direttamente dal gatto): in un contatore Geiger si trova una minuscola porzione di sostanza radioattiva, così poca che nel corso di un'ora forse uno dei suoi atomi si disintegrerà, ma anche, in modo parimenti probabile, nessuno; se l'evento si verifica il contatore lo segnala e aziona un relais di un martelletto che rompe una fiala con del cianuro. Dopo avere lasciato indisturbato questo intero sistema per un'ora, si direbbe che il gatto è ancora vivo se nel frattempo nessun atomo si fosse disintegrato, mentre la prima disintegrazione atomica lo avrebbe avvelenato. La funzione Ψ dell'intero sistema porta ad affermare che in essa il gatto vivo e il gatto morto non sono degli stati puri, ma miscelati con uguale peso.
L'immagine qui sotto illustra in modo abbastanza suggestivo l'incertezza sullo stato del gatto: vivo (ALIVE) o morto (DEAD)?


Ma il povero micio come potrà mai viverla, questa sua condizione? La vignetta qui sotto cerca a modo suo di spiegarlo...

«Essere simultaneamente morto e vivo nella scatola mi ha dato una visione incredibile sulla "vita, l'universo e tutto quanto". E io sono qui per rivelarla al mondo!»
... ma io ho la sensazione che il nostro felino sia assai meno entusiasta. Tipo quello qui sotto:


Non poteva mancare una striscia tratta dal fumetto online xkcd di Randall Munroe, che spesso si occupa di scienza e matematica.

«L'ultima vignetta di questa striscia è sia divertente sia non divertente allo stesso tempo. Finché non la leggi, non c'è modo di dire come finirà per essere. M***a»
Infine, non potevo certo esimermi dal segnalare che Schrödinger è menzionato anche nell'identikit del futuro ingegnere! :-)
È ricercato dalla protezione animali perché ha tentato l'esperimento di Schroedinger sul proprio gatto
Ha un micio con un nome di uno scienziato [magari proprio Schrödinger...? Uhm, no, è più un nome da rottweiler... ;-) Io lo chiamerei... beh, manco a dirlo, Einstein! :-)]

domenica 11 agosto 2013

Le "famigerate" foto delle vacanze

Estate: tempo di ferie – per me ci vorrà ancora una settimana – nonché di vacanze... che per i meno fortunati si riducono tutt'al più a qualche scampagnata fuori porta. Ma tutti quanti, dai possessori di macchine fotografiche reflex da urlo a chi deve accontentarsi della fotocamera integrata nel cellulare, non rinunceranno a tornare a casa con un bel bottino di foto ricordo. Tanto per restare in tema di fotografia vacanziera, oggi mi va di condividere alcune immagini che ho scovato nei giorni scorsi mentre smaltivo un bel po' di feed arretrati...
Lo schema qui sotto raccoglie alcune delle pose più tipiche (e più assurde) che la gente assume davanti all'obiettivo. Chi, in gita a Pisa, non ha voluto farsi ritrarre nell'atteggiamento di chi fa finta di sostenere la celebre Torre Pendente? Beh, per esempio io, ci tengo a sottolinearlo... ;-)


L'immagine qui sotto (via 9GAG.com, come si può notare) illustra un inconveniente nel quale incorro spesso, specialmente di notte: i miei occhi si trovano davanti una vista stupenda... ma, quando poi vado ad immortalarla, l'istantanea esce irrimediabilmente scura. È tempo di imparare a padroneggiare le impostazioni della fotocamera, mi sa...


Infine, devo ammettere che a volte, nella smania di scattare foto su foto per fissare nella memoria della fotocamera il maggior numero possibile di ricordi, tendo a dimenticare che i ricordi dovrei preoccuparmi di fissarli per prima cosa nella mia, di memoria. È il concetto espresso nell'immagine qui sotto, condivisa da Viralmente su Facebook: quando ti trovi davanti un panorama notevole, prenditi un minuto. Non leggere (i tabelloni esplicativi, o le guide...), non parlare, non fare foto. Limitati a guardare... e a vedere.

sabato 10 agosto 2013

La notte dei desideri

«Vedo stelle che cadono / nella notte dei desideri...». Così canta Jovanotti, che esattamente un mese fa sono andata a sentire "a sbafo" dall'esterno dello Stadio Adriatico di Pescara dove teneva il suo concerto. Eh già... la notte del 10 agosto è celebre per le stelle cadenti (anche se ormai di norma il picco di visibilità delle Perseidi si verifica un paio di giorni più tardi), e la tradizione vuole che ad ogni "lacrima di San Lorenzo" vista corrisponda un desiderio esaudito, come ricordato tempo fa da Mitì, che mi auguro ritorni al più presto sulla sua decisione di sospendere il blog fino a data da destinarsi. Personalmente, ammesso che stanotte il cielo sia sgombro da nubi, dubito che avvisterò qualche stella cadente se non per caso, dal momento che non prevedo di allontanarmi dalla città, da queste parti l'inquinamento luminoso imperversa (anche se nella strada in cui abito sono stati installati di recente dei nuovi lampioni con sistema cut-off), e tanto a questa storia dei desideri che si avverano se li esprimi guardando una stella cadente non ci ho mai creduto... a parte quella volta che ci ho provato, e infatti non ha funzionato. ;-) Il mio desiderio di quest'anno è tanto complicato da realizzare quanto semplice da esprimere: voglio essere felice. C'è chi sostiene che i desideri bisogna tenerli segreti affinché si avverino... ma, se non credo a quell'altra storia là, figuriamoci a questa: anzi al contrario sono convinta che definire con chiarezza un obiettivo costituisca il primo passo per raggiungerlo. E lo dico a gran voce, perché tutti possano sentirlo: voglio essere felice!!! Per qualche tempo ho creduto di esserlo, ma poi mi sono resa conto che in fondo era tutta un'illusione. A questo punto della mia vita, invece, ho capito che merito di esserlo sul serio: voglio essere feliiiceeeee!!!!! :-)
Ehm... pardon, adesso mi ricompongo e ti lascio con una foto astronomica scattata l'anno scorso da Sebastian Voltmer, tratta come di consueto da Astronomy Picture of the Day e intitolata Perseid over Albrechtsberg Castle...


... e con la traduzione della relativa spiegazione, dalla quale si evince che le stelle cadenti (più propriamente chiamate meteore) non hanno nulla a che fare con le stelle propriamente dette: trattasi infatti di semplici frammenti di cometa o di asteroide che, entrando all'interno dell'atmosfera terrestre, si incendiano a causa dell'attrito. Se non lo sapevi già, ti domando perdono per averti spezzato l'incanto... ;-)
Il castello medievale di Albrechtsberg è circondato dagli alberi vicino alla sponda settentrionale del fiume Pielach e alla città di Melk, in Austria [Melk? Uhm, questo nome mi ricorda qualcuno!, NdC]. Nei limpidi cieli notturni del 12 agosto 2012 si stagliava sotto le costellazioni estive settentrionali, tra cui l'Aquario [senza la c, non è un refuso, NdC], l'Aquila e la debole ma compatta costellazione del Delfino (sopra e a destra rispetto al centro) in questa veduta del cielo verso ovest. La scena coglie anche una luminosa meteora sopra le mura del castello. Parte dell'annuale sciame di Perseidi, la sua scia punta verso l'eroica costellazione del Perseo [in effetti le Perseidi si chiamano così proprio perché il radiante, ossia il punto dal quale sembrano provenire tutte le scie, è collocato all'interno della costellazione del Perseo, NdC] alta sopra l'orizzonte nelle prime ore del mattino. Entrando nell'atmosfera a circa 60 chilometri al secondo, le Perseidi sono granelli di polvere provenienti dalla coda della cometa Swift-Tuttle. Naturalmente le Perseidi di quest'anno splenderanno attraverso i cieli notturni di questo fine settimana.

giovedì 8 agosto 2013

Come passare il tempo nello spazio

Come probabilmente saprai, in questo momento a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, oltre al russo Fëdor Nikolaevič Jurčichin e alla statunitense Karen Nyberg, si trova un nostro connazionale. Luca Parmitano è partito per la ISS il 28 maggio scorso, ci rimarrà fino a novembre e con la "passeggiata spaziale" del 9 luglio è diventato il primo astronauta italiano a svolgere attività extraveicolari. Parmitano è anche un simpaticone: lo dimostra questo video in cui mostra come si lava la testa in assenza di gravità, in risposta al video della ben più capelluta collega Karen Nyberg. Puoi rimanere aggiornato sulle sue vicende seguendolo su Twitter, cliccando su "Mi piace" nella sua pagina Facebook oppure sottoscrivendo il feed del suo blog.
A novembre-dicembre il posto di Parmitano verrà preso fra gli altri dal giapponese Koichi Wakata, il quale troverà ad attenderlo un "coinquilino" molto speciale: il robot Kirobo, sviluppato dalla Toyota per attuare il primo esperimento di conversazione uomo-robot.


Quando ho visto il filmato qui sopra, ho pensato «Fighissimo, lo voglio anch'iooo!!!» :-) (come se non valesse una vagonata di yen, ma vabbè)... ma poi sono tornata in me e mi sono resa conto che è di gran lunga preferibile coltivare la conversazione e l'amicizia con gli esseri umani. Ultimamente trascorro parecchio tempo sui social network, e alcuni dei rapporti che ho instaurato non sembrano avere proprio nulla di virtuale: anche se alcuni amici non li ho mai incontrati, di altri non conosco la voce, altri ancora non ho idea di che aspetto abbiano... li sento molto più vicini e presenti rispetto a certa gente con cui ho avuto a che fare di persona oppure che incontro nel mio quotidiano. Sono comunque consapevole che non bisogna commettere l'errore di rifugiarsi nei social network trascurando le relazioni nella cosiddetta "vita reale". Il designer Pat C. Klein ha realizzato Facebook Board Game, un gioco da tavolo in stile Monopoly che presto sarà disponibile in commercio e che ha lo scopo di mostrare l'importanza della comunicazione e del contatto umano tra le persone.

mercoledì 7 agosto 2013

Ciao ciao mondo! :-)

Alzi la mano chi, partendo per un viaggio in auto, in pullman o in treno, non si è mai voltato indietro, notando come le case, gli oggetti e gli elementi naturali che si lasciava alle spalle diventassero via via sempre più piccoli man mano che procedeva. Ma ti sei mai chiesto che effetto farebbe guardarsi indietro sfrecciando via dal pianeta Terra? Un'idea può dartela il breve video qui sotto, pubblicato dalla NASA come Astronomy Picture of the Day del 5 agosto scorso con il titolo Leaving Earth.


Ed ecco qui di seguito la traduzione della relativa spiegazione.
Come sarebbe lasciare il pianeta Terra? Tale evento è stato registrato visivamente in dettaglio dalla sonda MESSENGER [acronimo di MErcury Surface, Space ENvironment, GEochemistry and Ranging, NdC] mentre si allontanava dalla Terra, otto anni fa, nel suo viaggio verso il pianeta Mercurio. La Terra può essere vista ruotare in questo video in time-lapse mentre si fa sempre più distante. La metà della Terra illuminata dal Sole è così luminosa che le stelle sullo sfondo non sono visibili [Phil Plait spiega qui questo fenomeno usato spesso dai lunacomplottisti nei loro maldestri tentativi di dimostrare che lo sbarco dell'uomo sulla Luna non è mai avvenuto, NdC]. La sonda robotica MESSENGER è ora in orbita attorno a Mercurio ed ha recentemente concluso la prima mappa completa della superficie. Per l'occasione, MESSENGER ha continuato a sbirciare il suo pianeta "natio". MESSENGER è una delle poche cose create sulla Terra che se ne è andata e non tornerà mai più: al termine della sua missione MESSENGER si schianterà sulla superficie di Mercurio.
Non tornerà mai più... Inquietante, vero? Anche se il fatto che concluda la sua missione sfracellandosi sul suolo del "vicino" Mercurio (secondo Wolfram|Alpha, attualmente la distanza del pianeta dalla Terra è di "appena" 162,5 milioni di chilometri) anziché perdersi nello spazio profondo toglie a questa immagine un po' del suo fascino sinistro...

lunedì 5 agosto 2013

Alla ricerca della felicità

Giorni fa una mia compagna di escursioni con il CAI di Pescara ha condiviso su Facebook il video che documenta una delle strabilianti imprese di Kílian Jornet. Il 18 settembre 2012 lo scialpinista e skyrunner spagnolo specializzato nell'ultratrail ha compiuto in solitaria la traversata del Monte Bianco per la cresta dell'Innominata in appena 8 ore, 42 minuti e 57 secondi; dopo essere partito da Courmayeur alle 3:53 del mattino, ha raggiunto la cima del Tetto delle Alpi in 6 ore e 17 minuti ed infine è arrivato a Chamonix dopo altre 2 ore e 19 minuti, affrontando un dislivello in salita di 3810 metri ed effettuando un percorso lungo 42 chilometri.


Di questo video mi colpisce la magnificenza dello scenario naturale, la straordinarietà dell'impresa e l'agilità e potenza con cui l'atleta affronta il percorso. [Io purtroppo non posso aspirare ad emulare neppure lontanamente simili performance, dal momento che trovo impegnativo perfino l'escursionismo di livello abbastanza semplice; di recente mi è stata data la conferma che, per quanto io possa allenarmi, anche prestazioni normali per i miei coetanei rimarranno sempre al di fuori della mia portata. :-(] Ma sono degne di nota anche le frasi pronunciate da Jornet in questo video, per questo ne riporto qui di seguito la traduzione in italiano, evidenziando le parti che reputo maggiormente significative.
Il prezzo da pagare è molto alto. Il dolore è enorme. In questo momento, per le persone che lo amavano, è davvero doloroso. [Si riferisce alla tragica scomparsa del compagno d'avventure Stéphane Brosse sull'Aiguille d'Argentière] Vedere che lui non c'è ... ma se mi chiedete se avremmo potuto cambiare qualcosa, non credo che avremmo fatto nulla di diverso. Si deve perseguire la felicità nella vita, bisogna cercarla e trovarla facendo le cose che si amano, le cose che ci fanno sentire vivi. La vita non è qualcosa da preservare o proteggere, va esplorata e vissuta in pienezza. E per viverla appieno abbiamo bisogno di stare in montagna, di stare qui, e se paghiamo un prezzo così alto, a volte, è perché stiamo davvero vivendo la vita al massimo.

sabato 3 agosto 2013

Il nostro pianeta sente sempre più caldo...

Col caldo che fa in questi giorni, l'argomento del post di oggi capita proprio a fagiolo! (ehm, metto subito le mani avanti e mi scuso per l'incipit un po' troppo sbarazzino, che mal si addice a una questione piuttosto seria)
Nella sua trasmissione radiofonica, Paolo Attivissimo ha parlato della foto qui sotto, la quale mostra quello che è stato descritto come un lago formatosi a luglio al Polo Nord e da più parti è stata presentata come una prova drammatica degli effetti del riscaldamento globale.


Come spiegato qui dal Disinformatico, esistono prove in abbondanza del riscaldamento globale, ma questa non lo è. Lo è invece il video qua sotto, pubblicato il 31 luglio in Astronomy Picture of the Day con il titolo 130 Years of Earth Surface Temperatures.


In meno di mezzo minuto si può cogliere con un'evidenza impressionante l'aumento delle temperature sulla Terra, specialmente negli ultimi anni. Ecco qui di seguito la traduzione della relativa spiegazione.
Com'è cambiata la temperatura della superficie terrestre? Per scoprirlo, gli scienziati della Terra hanno raccolto le temperature registrate da oltre mille stazioni meteorologiche di tutto il mondo dal 1880, e le hanno combinate con dati satellitari moderni. Il filmato qui sopra enfatizza il risultato che mostra 130 anni di cambiamenti di temperatura a livello planetario relativi alle temperature medie locali a metà del '900. Nelle mappe globali qui sopra, il rosso significa più caldo e il blu significa più freddo. In media, la visualizzazione mostra che la temperatura sulla Terra è aumentata di quasi un grado Celsius negli ultimi 130 anni, e molti degli anni più caldi mai registrati si sono verificati solo di recente. Il cambiamento climatico globale non è solo di interesse passeggero: è legato all'inclemenza del clima globale e ai livelli delle acque marine costiere.
A proposito, proprio l'altra sera ho visto Una scomoda verità (titolo originale An Inconvenient Truth), il film-documentario diretto da Davis Guggenheim in cui Al Gore, vicepresidente degli Stati Uniti d'America durante la presidenza di Bill Clinton nonché candidato alla Casa Bianca nel 2000 contro George W. Bush, dal quale subì una sconfitta alquanto controversa, approfondisce il problema del riscaldamento globale. Si tratta di un film piuttosto istruttivo e interessante (alcune citazioni puoi trovarle qui) e consiglio a chiunque di vederlo, magari non in una serata in cui si ha bisogno di riposare il cervello e tirarsi su il morale...

venerdì 2 agosto 2013

Fogli d'oro

Che i tagli alla scuola pubblica avessero avuto conseguenze talora eclatanti, come la necessità da parte degli alunni di portarsi la carta igienica da casa, era cosa tristemente nota. Quello che non sapevo, e che ho dedotto negli ultimi due giorni, è che a quanto pare la disastrosa situazione finanziaria della sanità abruzzese (è recente la notizia delle condanne del processo "Sanitopoli") impone ai dipendenti di lesinare su dei banali fogli di carta. E sorvoliamo sulle inefficienze e sulla scarsità di risorse umane e materiali dei reparti ospedalieri, perché non basterebbe di certo un post, e forse neppure un libro, per sviscerare la questione a fondo... :-/
Ieri mattina sono andata in ospedale a portare in visione i risultati delle mie ultime analisi del sangue: semplici controlli di routine, il fatto è che mi ritrovo i valori della ferritina abbastanza elevati, anche se in progressivo calo, e comunque, finché la percentuale di saturazione della transferrina rimane nella norma, non c'è nulla di cui preoccuparsi. Ebbene, come di consueto l'ematologo ha redatto al computer il responso... ma dove l'ha stampato? Mica su un foglio bianco, bensì sul retro del foglio delle analisi. Ed io che ci tenevo a mantenere separate le due tipologie di documenti... ma vabbè...
Oggi, mentre aspettavo di sottopormi a un'altra visita sempre in ospedale, mi sono resa conto di aver dimenticato di fotocopiare un certificato e un altro documento dei quali sicuramente i medici avrebbero voluto trattenere una copia. Il vicino bar-tabaccheria che offre anche il servizio fotocopie l'ho trovato chiuso, ma ricordavo che in una precedente occasione, nella medesima struttura sanitaria dove sono andata oggi, erano stati i dottori a fotocopiare i documenti di loro interesse, sia pur presentandomi la cosa come un'enorme concessione che mi facevano. E del resto la fotocopiatrice era in bella vista in un ufficetto là vicino, con il coperchio sollevato, e non sembrava per niente fuori uso. Ma quando ho ammesso di aver scordato di fare le fotocopie ed ho chiesto se per cortesia potevano pensarci loro, mi hanno detto che avrei dovuto provvedere io stessa, a meno di non voler lasciare loro gli originali: ce le può portare lunedì o martedì dalle 14:15 alle 16:00, mi hanno detto. Merci, au revoir. Ma pur di non doverci ritornare ho preferito raggiungere sotto il sole cocente una copisteria della quale ricordavo di essermi già servita in passato, l'ho trovata fortunatamente aperta da pochissimo, ho aspettato che la fotocopiatrice si riscaldasse, ho ottenuto le mie tre copie tre e sono tornata in ospedale per consegnarle a chi di dovere. Adieu, messieurs et mesdames!
[L'immagine che apre il post l'ho trovata su L'Altra Agrigento online]