domenica 31 gennaio 2016

Qualunque sia la tua #famiglia

Ieri al Circo Massimo di Roma si è svolto il Family Day. Sorvoliamo sulla gravidanza resa nota per l'occasione da una certa esponente politica ultraconservatrice non sposata – scandalooooohhh! Urge matrimonio riparatoreeeh! ;-) – e sul numero dei partecipanti, qualche decina di migliaia oppure due milioni che fossero – l'immagine qui accanto è tratta da Il Post Viola – perché a mio modo di vedere anche solo mille sarebbero stati troppi. Personalmente sono dell'idea che non stessero affatto facendo la volontà di quel Signore tanto sbandierato, a tal punto che mi verrebbe voglia di commentare con un evangelico «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno».
Ti opponi alle coppie gay con figli perché sei convinto che i bambini verrebbero su male? Beh, sappi che esistono diversi studi scientifici al riguardo: ti sorprenderà scoprire che «quello che davvero influisce sulla crescita dei bambini è l'accettazione sociale della situazione della loro famiglia che essi vedono intorno a sé, non l'orientamento sessuale dei genitori». E allora, vorrai mica contribuire a far sentire discriminate delle creature che esistono già?! Ti ricordo che nel DDL Cirinnà il tanto discusso utero in affitto non è neanche contemplato, come sottolineato da Fiorella Mannoia.


Diversi brand hanno preso spunto dalle unioni civili, che sono uno dei temi del momento, per diffondere immagini pubblicitarie abbastanza simili tra loro, ma non tutte ugualmente riuscite.
A me è piaciuta quella di Yamamay...


... poi quella della Coop...


... ed è tornata a farsi notare pure l'agenzia di onoranze funebri Taffo, che aveva già trovato spazio nel mio post su Star Wars.


Invece a ben vedere l'immagine di IKEA si presta a facili obiezioni da parte di chi non può fare a meno di prendere le cose sul serio: usando solo dadi o solo chiavi a brugola non si può costruire alcunché. E neppure con bulloni e chiavi a brugola, se è per questo... Ci arrivo persino io che non sono certo un asso del bricolage! ;-)


L'immagine rilanciata nel gruppo Facebook Canon Club Italia ritrae addirittura una coppia contro natura nel suo essere... etero: Canon e Nikon insieme sono una roba inaudita! ;-)


P.S.: Dopo essermi dovuta ricredere su Sandro Bondi, sarà mica che mi tocca rivalutare pure Barbara D'Urso?! Alla vigilia del Family Day, la regina dell'informazione trash di Mediaset ha pubblicato un post davvero condivisibile a sostegno delle unioni civili, oltre a dar prova di un'inaspettata autoironia prendendo parte al video con cui i the Jackal hanno festeggiato il milione di fan su Facebook.

sabato 30 gennaio 2016

Cultura personale

Passato qualche annetto – ehm :-S – dai fatidici esami di maturità, ti viene da chiederti quante delle nozioni che hai imparato sui banchi di scuola ti siano servite sul serio nella vita. Per quanto mi riguarda, direi non tantissime... anche se tutto quello che ho studiato ha fatto di me la persona che sono oggi, e della quale vado moderatamente orgogliosa. :-)
Tempo fa il sito The Oatmeal ha pubblicato delle vignette, una per ciascuna materia d'insegnamento, raccolte sotto il titolo What we should have been taught in our senior year of high school (Che cosa avrebbero dovuto insegnarci nel nostro ultimo anno di liceo). Fra tutte ne ho scelte due, perché mi sembravano quelle maggiormente adattabili alla scuola italiana (per quanto la prima si riferisca all'inglese, che negli USA è la lingua madre mentre in Italia si studia tutt'al più come lingua straniera).

Inglese
In primo luogo faremo un po' di ripasso di alcune parole che avete imparato quando eravate piccoli. Dopodiché vi insegnerò come si scrive un curriculum che non faccia pena.
Le parole che abbiamo imparato alle elementari che la maggior parte degli adulti non padroneggia ancora:
your you're
it's its
weird NON wierd
they're their there
definately [sicuramente, NdC] ← Se metti una A in definitely allora sei sicuramente un A-hole [uhm, non sembra proprio un complimento... ;-), NdC]
irregardless non è una parola a meno che tu non sia un imbecille
lose [perdere] – opposto di vincere → loose [dissoluto] – tua mamma [mi dissocio dalle offese gratuite! ;-), NdC]
Certo che, per essere di madrelingua inglese, ne fanno di strafalcioni!

Matematica
Così, invece del calcolo infinitesimale, che il 99% di voi non userà mai dopo il liceo, oggi impareremo la matematica più complicata con cui avrete mai a che fare da adulti.
[...]
Ricavate X, dove X è la quantità di denaro che dovete sganciare per poter tornare a casa.

venerdì 29 gennaio 2016

#FamoloDay

No, nell'hashtag che funge da titolo – a proposito, ho scoperto che usare appropriati hashtag per intitolare i post garantisce qualche riscontro in più su Twitter ;-) – non c'è alcun refuso: esso trae origine dal tweet con cui il Trio Medusa invita a disertare il Family Day di domani...
Il 30 gennaio rimaniamo tutti a casa a fare l'amore con la persona amata: uomo, donna, #pirellone. Decidete voi. #famoloday #svegliatitalia
... e la sottoscritta esorta chiunque ne abbia la possibilità ad aderire! :-) O in alternativa a fare shopping in un punto vendita dell'IKEA, che proprio per la giornata di domani ha lanciato l'iniziativa #IKEAFAMILYday, in linea con la visione aziendale notoriamente inclusiva nei confronti della famiglia. A dire il vero sarebbe uno spasso se noi donzelle favorevoli alle unioni civili ci prendessimo la briga di andare al Family Day e, come suggerito da qualcuno sui social, individuassimo un uomo in compagnia femminile rivolgendoci a lui con frasi tipo «Aspetto un figlio da te» oppure «Mi avevi promesso che le avresti parlato di noi!»... ma io non ho neanche un po' della colossale faccia di bronzo che ci vorrebbe! ;-)
Ecco chi ci sarà, in prima fila al Family Day: gli Aversers, ovvero gli Avversatori, by Mattia Surroz!


Nei "panni" del verde Hulk vediamo Marione Adinolfi, uno che... beh, prenderlo in giro è come sparare sulla croce rossa, ma come si fa a resistere? ;-) Ad esempio, Lercio ha titolato Adinolfi vince 100mila euro con una coppia di donne e cambia idea sulle unioni civili, ironizzando sulla sua professione di giocatore di poker.
Non sei ancora persuaso del fatto che esistono tante versioni diverse di famiglia...


... e che, se fai parte di una coppia etero, le unioni gay non ti tolgono nulla perché «Se l'omosessualità può influire sul tuo matrimonio, allora uno di voi due è gay»?


Eh, ma allora sei proprio un osso duro! :-S Ma io lo sono di più, e a meno che tu non sia d'accordo con quell'invasato del direttore di Radio Maria padre Livio Fanzaga – nel qual caso è tutto inutile, mi arrendo :-/ – rilancio con il Ministro della Giustizia francese Christiane Taubira che spiega al suo Parlamento in cosa consiste il matrimonio e perché è ingiusto negarlo agli omosessuali...


... la presa di posizione del rapper J-Ax contro il Pirellone illuminato a sostegno del Family Day...

L'omofobia è da Pirla. #SvegliaItalia
L'omofobia è da Pirla. #SvegliaItalia
Pubblicato da J-Ax su Venerdì 29 gennaio 2016


... e il discorso tenuto da Sandro Bondi a sostegno delle unioni civili: se solo un mese fa qualcuno mi avesse predetto che ben presto mi sarei trovata d'accordo al 100% con il cortigiano pentito del Berlusca non ci avrei mai creduto, eppure...


Il discorso completo del Sen. Bondi a sostegno delle Unioni Civili. A lui tutta la mia stima.
Pubblicato da Francesco Venuto su Giovedì 28 gennaio 2016


Concludo linkando la toccante testimonianza di un medico che rende palese quanto sia necessario il riconoscimento giuridico delle coppie gay, soprattutto nel malaugurato caso in cui uno dei due venga a mancare, e le parole di Edoardo, rimasto senza mamma da giovanissimo, che fanno capire che l'unica cosa veramente importante affinché un bambino cresca in modo equilibrato è che sia circondato da amore!

giovedì 28 gennaio 2016

Dal videoregistratore al cloud - #IoStoConVcast

Da anni ho in casa, oltre al caro vecchio videoregistratore a cassette ormai praticamente in pensione, un registratore HDD/DVD con sintonizzatore analogico, ma sprovvisto di decoder digitale terrestre integrato; per poter continuare a utilizzarlo in seguito allo switch-off del 2012, mi sono procurata un piccolo decoder SCART esterno. Ogni volta che voglio registrare un programma televisivo devo scollegare il cavo dell'antenna dal televisore e connetterlo al decoder, poi impostare il televisore, il registratore e il decoder stesso in una maniera che non azzecco mai a colpo sicuro, visto che la eseguo piuttosto di rado... Insomma, se non voglio rischiare di perdermi l'inizio della trasmissione, mi tocca darmi da fare con un certo anticipo: far partire la registrazione al volo è un'utopia! Tutte queste manovre, però, potrebbero divenire presto un ricordo.
L'altroieri, dovendo ingannare l'attesa dal medico, tra le altre cose ho pensato di aprire la Guida TV per leggere i programmi della serata, e ho visto che su Rai 5 sarebbe andato in onda il film Lontano dal paradiso, che vanta delle ottime recensioni. Uh, quasi quasi stasera me lo guardo... ma cos'è 'sto pulsante Registra? Vediamo un po'... L'ho toccato, scoprendo che Guida TV supporta il servizio Vcast – sul quale avevo letto un articolo tempo fa, scordandomi poi di approfondire la questione – che dopo essersi iscritti – ma si può anche accedere tramite il proprio account Facebook – permette di registrare gratis i programmi desiderati, memorizzando il file su un servizio di cloud storage; personalmente ho optato per Google Drive. È possibile impostare vari parametri per la registrazione: titolo, canale, formato (a scelta tra MP4, MKV, AVI e MP3), risoluzione (a scelta tra 420, 576 e 1080), data, orario di inizio e di fine, ed eventuali ripetizioni nei vari giorni della settimana.
Insomma, martedì pomeriggio ho prenotato in men che non si dica la registrazione di Lontano dal paradiso, e alle 14:33 del giorno dopo – con tutta calma, ma tanto non avevo mica fretta ;-) – mi è arrivata via e-mail la notifica che il file era disponibile nel mio storage drive; l'ho scaricato sul PC e ieri sera me lo sono guardato con VLC media player. Sono riuscita a godermi il film per intero – davvero bello, a proposito – pur avendo lasciato inalterati i parametri preimpostati da Guida TV, compresi l'orario di inizio e di fine: si vede che il palinsesto di Rai 5 è meno soggetto a sforamenti rispetto ad altri canali...
Ma... c'è un ma: se provi a registrare un programma che va in onda su una rete Mediaset, ad esempio Striscia la notizia su Canale 5, compare l'avviso
La registrazione di questo canale è stata temporaneamente sospesa da Vcast. Clicca su "Dettagli" per avere maggiori info.

E le maggiori info sono qui. In effetti non mi sorprende che Mediaset si opponga alla registrazione dei suoi programmi; dopo che ha dichiarato guerra a YouTube, mi sarei stupita del contrario. Vorrà dire che per registrare i programmi Mediaset userò il metodo tradizionale, che è ancora praticabile... ma anche no: in fondo gli unici programmi veramente interessanti che vanno in onda sulle reti del Biscione sono film, e quelli è possibile procurarseli in tanti altri modi! ;-) Per una questione di principio, comunque, ho firmato la petizione Difendi anche tu la libertà di registrare i tuoi programmi TV preferiti con Vcast. NO alla censura Mediaset. #IoStoConVcast.

mercoledì 27 gennaio 2016

Presto, coprite le "vergogne"!

Da ieri non si parla d'altro che delle antiche statue ignude pudicamente nascoste con dei pannelli per non rischiare di urtare la sensibilità del presidente iraniano Hassan Rouhani, in visita ai Musei capitolini di Roma. Mi rendo conto che esistono notizie ben più serie, ma questa mi sembra abbastanza significativa per svariate ragioni. A cominciare dallo scaricabarile all'italiana: non è dato sapere chi abbia preso la decisione... mentre il diretto interessato, bontà sua, ha dichiarato «Non ci sono stati contatti, però so che gli italiani sono molto ospitali e mettono a loro agio gli ospiti, e per questo li ringrazio».
Premesso che ho trovato parecchio sensata l'osservazione di Galatea, anche se probabilmente dietro la scelta del museo ci sono delle ragioni ben precise che né io né lei conosciamo...
se devi organizzare una conferenza stampa con un iraniano che notoriamente ha qualche problema con il nudo in tutte le sue forme, anche se artistiche, perché ti intestardisci a programmarla in mezzo ad un museo pieno zeppo di Veneri svestite e Ercoli con gli attributi al vento e non lo porti in una sala conferenze ministeriale grigia e anonima, dove l’unica decorazione hard è il calendario dei Carabinieri in divisa?
... credo che la sintesi più pregnante dell'assurdità della vicenda l'abbia fatta Alessandro Gilioli...
Ricapitolando, quello che arriva dai paesi islamici senza un euro deve adeguarsi lui; quello che arriva coi dollari, ci adeguiamo noi. Difendiamo i nostri valori per censo. Poi ci chiediamo perché sono in crisi.
... ma vale la pena di leggere pure Massimo Gramellini, in uno dei suoi pochi Buongiorno a non avere per titolo un più o meno agghiacciante gioco di parole (soltanto dall'inizio dell'anno abbiamo avuto GrilLost in translation, Il corSarri nero e La vita è bulla).
Se un’italiana va in Iran, si copre giustamente la testa. Se un iraniano viene in Italia, gli copriamo ingiustamente le statue. In un modo o nell’altro - in un mondo e nell’altro - a coprirci siamo sempre noi. E la suscettibilità da non urtare è sempre la loro. [...]
Sarei curioso di sapere come funziona la sensibilità a corrente alternata del signor Rohani (le tette di marmo lo sconvolgono e i gay condannati a morte nel suo Paese no?) e di sentire cosa penserebbe mia nonna di questa ennesima arlecchinata italica: quando ero bambino mi insegnò che il primo modo di rispettare gli altri è non mancare di rispetto a se stessi.
Sul caso delle statue "inscatolate" si sono cimentati quasi tutti i collettivi di satira del Web, a cominciare da Prugna...


... per continuare con Jenus...


... e finire con Kotiomkin.


Ma come saranno andate realmente le cose? Leonardo Leonardi ha provato a ricostruire in modo scherzoso l'accaduto... :-)

martedì 26 gennaio 2016

Trasformare i punti deboli in punti di forza

Sul sito Live Life Happy, al quale ho dedicato un post mesi fa, non si trovano esclusivamente citazioni brevi, ma pure articoletti un po' più lunghi. Ad esempio questo, intitolato Weakness or Strength? (Debolezza o forza?), che a sua volta riproduce un testo pubblicato su LinkedIn con il titolo HIS WEAK POINTS WON HIM LAURELS! (I suoi punti deboli gli sono valsi la vittoria!). Tale raccontino, o parabola se vogliamo, mi ha colpita così tanto che desidero riportarne qui di seguito la traduzione.
Un ragazzino di dieci anni decise di studiare il judo, malgrado avesse perso il braccio sinistro in un terribile incidente stradale. Il bambino iniziò a prendere lezioni da un anziano maestro giapponese di judo. Il ragazzino stava andando bene, perciò non riusciva a capire come mai, dopo tre mesi di allenamenti, il maestro gli avesse insegnato una sola mossa.
«Sensei», disse alla fine il bambino, «non dovrei imparare altre mosse?».
«Questa è l'unica mossa che conosci, ma è l'unica mossa che avrai mai bisogno di conoscere», rispose il sensei.
Non capendoci granché, ma avendo fiducia nel suo insegnante, il ragazzino continuò ad allenarsi. Alcuni mesi più tardi il sensei portò il bambino al suo primo torneo.
Sorprendendo sé stesso, il ragazzino vinse facilmente le prime due gare.
La terza gara si rivelò più difficile, ma dopo un po' di tempo il suo avversario si spazientì e caricò; il bambino utilizzò abilmente la sua unica mossa per vincere la gara.
Ancora stupito dal suo successo, il ragazzino era ormai in finale. Questa volta il suo avversario era più grande e più forte. Preoccupato che il bambino potesse farsi male, l'arbitro chiese un time out.
Stava per fermare la gara quando il sensei intervenne. «No», insistette il sensei, «lo lasci continuare».
Subito dopo la gara riprese, e l'avversario commise un errore madornale: abbassò la guardia. Immediatamente il ragazzino usò la sua mossa per bloccarlo.
Il bambino aveva vinto la gara e il torneo.
«Sensei, come ho fatto a vincere il torneo con una sola mossa?».
«Hai vinto per due ragioni», rispose il sensei. «In primo luogo, hai quasi padroneggiato uno degli atterramenti più difficili di tutto il judo. E in secondo luogo, l'unica difesa conosciuta per quella mossa è che il tuo avversario ti afferri il braccio sinistro».
La più grande debolezza del ragazzino era divenuta la sua più grande forza.
«A volte sentiamo di avere delle debolezze e diamo la colpa a Dio, alle circostanze e a noi stessi per questo, ma non possiamo sapere che la nostra debolezza può diventare la nostra forza, un giorno».
Magari starai pensando: grazie tante, per il ragazzino è stato tutto abbastanza naturale, ma in generale non è mica così facile trovare il modo di trasformare un punto debole in un punto di forza! Vero... ma se non ci si riesce da soli ognuno può chiedere l'aiuto del proprio "sensei" [come ho imparato grazie al film Karate Kid, «Sensei (先生? lett. "persona nata prima di un'altra", pron. ['sen.seː]) è un termine giapponese che ha spesso l'accezione di "maestro" o "insegnante"» (cit.), NdC] di fiducia; non necessariamente dev'essere anziano, ma una certa assennatezza non guasta di certo. :-)

lunedì 25 gennaio 2016

Ci sarà da fidarsi?

Quando mi trovo in una località che non conosco (ma capita anche quando sono nella mia città) e devo scegliere un posto dove mangiare, sono solita ricorrere all'app di TripAdvisor – un tempo usavo quella di 2Spaghi, che però è rimasta nettamente indietro in termini di numero di recensioni e di locali censiti – regolandomi in base alle opinioni degli utenti. Che non sempre sono attendibili, in quanto a volte i commenti positivi provengono dal ristoratore stesso sotto mentite spoglie oppure da persone a lui vicine – in certi casi la mossa appare talmente sfacciata che viene da sorridere :-) – mentre quelli negativi vengono lasciati, in modo altrettanto subdolo e anche di più, da qualche concorrente sleale. A luglio 2014 TripAdvisor è stato sanzionato dall'Antitrust per la scarsa trasparenza delle recensioni, ma in seguito il TAR del Lazio ha stabilito che il portale non sia tenuto a rispondere della loro veridicità: lo staff ha (a buon diritto, direi) cantato vittoria.
Anche senza fare appello alla malafede degli utenti, in questo articolo di BuzzFeed sono raccolte sedici attrattive turistiche italiane che hanno ricevuto recensioni potenzialmente penalizzanti... anche se, almeno per quanto mi riguarda, leggere che i Faraglioni di Capri sono stati bollati come «due rocce che spuntano dall'acqua» non mi scoraggia mica dal volerli ammirare prima o poi con i miei occhi! :-)
Le recensioni negative possono avere un effetto determinante sull'attività di un ristorante: se l'ex gestore del Don Ambrosio di Silvi – doveva essere lui il titolare quando ci ho mangiato io – è stato costretto a lasciare, addirittura un locale di Passolanciano è stato oggetto di un'ispezione da parte dei NAS che ne hanno decretato la chiusura fino a quando non verrà posto rimedio a svariate anomalie.
Non pochi esercenti si preoccupano di rispondere alle recensioni, specialmente a quelle negative... e quest'albergatore di Rimini si è lasciato un tantino prendere la mano! ;-) (via Gisella Ruccia)


Quest'altro di Pietra Ligure, invece, è riuscito a mantenere un certo self control...
TripAdvisor è talmente popolare che mesi fa i ragazzi di the JackaL hanno ideato delle finte recensioni di due terrificanti location cinematografiche: l'Overlook Hotel di Shining...


... e il Bates Motel di Psyco.


In conclusione, giusto due parole su Peeple, definito il TripAdvisor degli esseri umani, di cui si è parlato parecchio mesi fa: mi auguro che non prenda piede mai e poi mai... perché per quanto sia sensata la citazione qui accanto – «Quello che pensi di te stesso è molto più importante di quello che gli altri pensano di te» – una pubblica "stroncatura", magari dettata da bieca malevolenza, può essere sufficiente a distruggere irrimediabilmente il morale di una persona.

[L'immagine che apre il post è tratta da Luminol]

domenica 24 gennaio 2016

#SVEGLIATITALIA

Il mio post dell'altroieri era irrimediabilmente OALD prima ancora che lo pubblicassi, me ne sono resa conto quasi subito... soprattutto perché a parte un rapido accenno al Family Day di sabato prossimo a sostegno della famiglia tradizionale – il più veritiero marchio "contro le coppie gay" suonava antipatico ;-) – non ho speso neanche una parola, mea culpa, per le manifestazioni in programma ieri in tante piazze d'Italia a favore del ddl Cirinnà, che si sono rivelate un successo al di sopra delle aspettative. A manifestare sono stati non soltanto gli omosessuali, che sarebbero i primi a trarre beneficio da un riconoscimento delle unioni di fatto, ma anche tante persone e coppie etero – ad esempio Claudia, della quale purtroppo non condivido l'opinione che le posizioni retrograde non servano a niente, in quanto come minimo hanno il potere di ostacolare e rallentare il progresso – semplicemente perché è una causa in cui credono e che ritengono giusta. Per quanto mi riguarda altri impegni mi hanno tenuta lontana da Piazza Salotto, ahimè... perché sarebbe stata un'esperienza indimenticabile partecipare a un così sentito appello alla civiltà, con momenti anche spiritosi come questo qua sotto, immortalato da Falce e Rostello. :-)


[Magari vorrai rivolgermi questa obiezione: non penserai mica che per esprimersi su un determinato argomento sia necessario esserne coinvolti in prima persona?! Non dico questo, comunque senza dubbio aiuta... In caso contrario, trovo che sarebbe a dir poco auspicabile astenersi da prese di posizione troppo nette e potenzialmente lesive della libertà altrui!]
Se ieri il sindaco PD di Milano Giuliano Pisapia è sceso in piazza a favore delle unioni civili, due giorni fa le finestre del Pirellone, il grattacielo milanese dove ha sede il Consiglio regionale della Lombardia governata dalla Lega Nord nella persona di Roberto Maroni, si erano illuminate in modo tale da segnalare un tanto inequivocabile quanto inopportuno – il torinese Hamilton Santià ha spiegato in dieci punti il perché – sostegno al Family Day. Tale iniziativa ha dato vita a innumerevoli rivisitazioni ironiche... e trovo imperdonabile che tra quelle raccolte su Repubblica.it manchi quella che puoi vedere qui accanto, realizzata da lucah, il quale a suo tempo ebbe il merito – la sottoscritta non si schiera di certo tra coloro che la considerano una colpa ;-) – di scatenare il famigerato "caso Sucate" ai danni dell'ex sindaco di Milano Letizia Moratti.
Ecco qui sotto un altro cartello da Oscar...


A proposito del Family Day, Alessandro Clemente ha stilato un programma di massima... che è palesemente scherzoso, ma con un innegabile fondo di verità! :-)

sabato 23 gennaio 2016

Quell'istinto naturale che c'è in te

Alla fine dello scorso anno il sito italiano del National Geographic ha elencato i dieci video virali, tra quelli i cui protagonisti sono animali, che hanno riscosso il maggior successo nel 2015.
Sorvolando sullo sciocco e crudele divertimento di spaventare a morte gli amici felini mettendo loro accanto dei cetrioli (o altri oggetti inaspettati) mentre sono distratti, due video mi hanno colpita più degli altri, perché mostrano in maniera particolarmente efficace gli istinti più autentici e profondi degli animali: questo qui sotto, che mostra l'incontenibile entusiasmo di un leone da circo "in pensione" nel momento in cui sperimenta per la prima volta il contatto con l'erba in una riserva in Brasile...



... e quest'altro, in cui una femmina di coniglio, galvanizzata dall'istinto materno, affronta con incredibile coraggio un serpente che aveva predato il suo piccolo. Alla faccia di chi è solito usare il termine "coniglio" come sinonimo di "fifone"! :-)



A proposito di video virali, un aggiornamento fresco fresco (ma forse sarebbe meglio dire "freddo freddo"): lo Smithsonian’s National Zoo and Conservation Biology Institute – sia benedetto Larry Tesler che ha inventato il copia e incolla ;-) – di Washington ha condiviso questo video nel quale il panda Tian Tian si mostra a dir poco contento dell'eccezionale ondata di maltempo in corso negli Stati Uniti!


Tian Tian woke up this morning to a lot of snow...and he was pretty excited about it. #Blizzard2016
Posted by Smithsonian’s National Zoo and Conservation Biology Institute on Sabato 23 gennaio 2016

[La "colonna sonora" del post di oggi non poteva che essere Il battito animale di Raf]

venerdì 22 gennaio 2016

A ti cossa te cambia?

La legge sulle unioni civili verrà discussa in Senato a partire dal 28 gennaio; alcuni volti noti hanno voluto metterci la faccia per sostenerla, schierandosi al fianco di tante persone comuni.


Ma il percorso della legge si prospetta irto di ostacoli: l'ostruzionismo dei parlamentari cattolici rischia di avere un effetto determinante nell'impedire per l'ennesima volta tale auspicabile passo avanti lungo la strada dei diritti civili. Purtroppo non tutti sono abbastanza saggi da applicare l'aurea regola esposta da Sergio...
La mia unità di misura per riconoscere pari diritti alle persone che oggi non ne hanno accesso è il "A mi cossa me cambia?"
tipo...
"Due persone dello stesso sesso si vogliono sposare?"
"A mi cossa me cambia?"
"Niente di niente"
"Eora, se proprio i vol, assa che i se sposa"
[Se non si fosse capito, Sergio è veneto... :-)]
La vignetta qui sotto dovrebbe tappare la bocca ai cattolici che motivano le loro posizioni con un anacronistico attaccamento alle Sacre Scritture, senza peraltro tener conto del fatto che, volendo prendere alla lettera l'Antico Testamento, dovremmo tutti cambiare radicalmente vita, a cominciare dal clero...


Ma l'aspetto più controverso del ddl Cirinnà, che i suoi oppositori potrebbero facilmente sfruttare come pretesto per pregiudicarne l'iter, è la cosiddetta stepchild adoption – adozione del figliastro, se anche tu come me storci il naso di fronte agli anglicismi superflui – ossia l'adozione del figlio del coniuge con il consenso del genitore biologico. L'argomento della vignetta qui sotto, in apparenza abbastanza forte da riuscire a ridurre al silenzio qualunque bigotto, è un tantino fragile, perché ci sarà sempre qualcuno pronto a obiettare «Eh, però si trattava pur sempre di una coppia etero!».


Già, l'idea che due omosessuali possano essere genitori dà fastidio a molti; d'altronde, come osservano i sentinelli di Milano, nessuna legge impedirebbe alla coppia qui sotto di adottare un bambino, che... brrrrr, ho i brividi al solo pensiero di come potrebbe venir su! ;-)


Chi si oppone all'adozione da parte dei gay usa spesso l'argomento che ammetterla sarebbe il primo passo verso la pratica dell'utero in affitto (sull'argomento ho trovato stimolante il punto di vista di Natalino Balasso). Questo è un tipico esempio della cosiddetta fallacia della brutta china; una differente formulazione ostile al matrimonio gay è stata smontata da Susanna Quagliariello in poche righe:
I miei preferiti sono quelli che dicono "Di questo passo la gente potrà sposare il proprio cane".
Un po' come se nel '46, quando fu esteso alle donne il diritto di essere elette, qualcuno avesse detto "Di questo passo la gente potrà votare il proprio cane".
Se anche tu sei contrario alla stepchild adoption – aridaje! – ti suggerisco di leggere l'opinione di Carlo Gubitosa, che si è espresso almeno due volte in proposito, quella di Emiliano Rubbi e quella di Claudio Rossi Marcelli, il quale per poter mettere su famiglia con il suo compagno è dovuto emigrare in Danimarca.
La norma sulla stepchild adoption serve solo a tutelare bambini che esistono e che, se ne facciano una ragione in Parlamento, esisteranno in numero sempre maggiore.
Per quanto mi riguarda, le riserve che avevo sulle adozioni gay sono cadute ascoltando l'attore Carlo Gabardini, il cui coming out risale a poco più di due anni fa, mentre leggeva questo brano del suo libro Fossi in te io insisterei nel corso dell'ultima Festa della Rete.
Per difendere la tanto decantata famiglia tradizionale si sta organizzando l'ennesimo Family Day, al quale prenderanno parte svariati politici che o una famiglia non se la sono fatta, oppure ci tengono a tal punto da averne volute più d'una! ;-)


(Di nuovo grazie ai sentinelli di Milano)

giovedì 21 gennaio 2016

Il bene, il male e altri dilemmi esistenziali

Questa settimana sono già andata al cinema due volte: martedì ho visto La corrispondenza di Giuseppe Tornatore – che recensirò non appena avrò messo ordine nel tumulto di emozioni che mi ha suscitato, ossia probabilmente MAI ;-) – e ieri Dio esiste e vive a Bruxelles (qui il trailer). Mercoledì in effetti è il giorno il cui al Multiplex Arca vengono proiettate pellicole in qualche modo di nicchia – questa espressione mi fa venire in mente la storpiatura che ne ha fatto Checco Zalone ;-) – come appunto questa coproduzione belgo-franco-lussemburghese diretta da Jaco Van Dormael. Per far capire subito quanto mi sia piaciuto questo film, dirò che è un vero peccato che in Italia un così bizzarro ma geniale concentrato di divertimento e commozione sia stato distribuito in maniera tanto inadeguata... comunque man mano che andavo avanti nella visione la cosa mi stupiva sempre meno, purtroppo, dal momento che l'Italia è il Paese in cui l'influsso del Vaticano si fa sentire maggiormente. Il fatto è che il Dio impersonato dall'attore Benoît Poelvoorde è un Dio malvagio, sadico e violento, accecato dalla smania di potere... perché di poteri veri e propri lui non ne ha, ma si limita a governare il mondo tramite il suo PC, imponendo tra l'altro le Leggi della Sfiga Universale che ricordano parecchio le leggi di Murphy. I poteri ce li hanno invece i suoi figli: sì, ho usato il plurale, perché oltre a JC – acronimo di Jésus-Christ, Gesù Cristo, fuggito anni fa... con tanti saluti alla Trinità ;-) – c'è anche una ragazzina di dieci anni, Ea (la giovanissima ma davvero promettente Pili Groyne), la quale a un certo punto si ribella alle vessazioni del padre e va in cerca di altri sei apostoli, uomini o donne che siano non importa, da reclutare per scrivere un Nuovo Nuovo TestamentoLe Tout Nouveau Testament è il titolo originale del film – che possa ispirare l'umanità a cambiare in meglio, non senza aver prima inviato a ciascun essere umano un SMS che gli comunica quanto tempo gli resta da vivere. Questa rivelazione avrà effetti dirompenti: se qualcuno – il giovane Kevin – sfida la sorte mettendo a repentaglio la propria vita in tutti i modi nella consapevolezza di avere ancora svariati decenni davanti a sé, la maggior parte delle persone si porrà il problema di come impiegare il tempo più o meno lungo che gli è stato prospettato. E io, cosa farei se, supponiamo per assurdo, venissi a sapere con assoluta certezza che mi sono rimasti dieci giorni, un anno, cinque anni, cinquant'anni? Bella domanda...
Ah, oltre ad essere padre di due figli, Dio ha pure una moglie, una donnetta in apparenza apatica e sottomessa che però ad un certo punto... vabbè, lo scoprirai quando vedrai il film! :-)
Il volto più noto del cast era la grande Catherine Deneuve: solamente una vera diva come lei poteva affrontare con una tale nonchalance un ruolo così distante dai suoi trascorsi di sex symbol.
A proposito di Dio, la metafora del barbiere illustrata con arguta leggerezza nel video qui sotto può offrire un valido spunto di riflessione a chi è convinto di vedere nel male che c'è nel mondo la dimostrazione della Sua inesistenza.


Riguardo alla Chiesa, che di Dio è – o pretende di essere – la rappresentante su questa terra, segnalo due spunti di segno opposto nei quali mi sono imbattuta di recente.
La foto qui sotto è tratta da Satiraptus, e raffigura un dissuasore anti-clochard – neanche fossero piccioni :-/ – posto fuori dalla porta di una chiesa per tenere lontani i potenziali senzatetto intenzionati ad accomodarsi al riparo e magari a raggranellare qualche elemosina.


A quanto pare questa meschina usanza, che risulta in netto contrasto con l'accoglienza e la solidarietà predicate da Gesù, è abbastanza diffusa. Ieri, però, mi sono risollevata quando ho letto che a una donna romena senza fissa dimora che aveva partorito a pochi passi da San Pietro è stato offerto un domicilio per un anno in una casa di proprietà del Vaticano. Ce ne vorrebbero molte di più, di notizie così... :-)

mercoledì 20 gennaio 2016

La verità è che nessuno ti regala niente

Sono almeno quattro anni che utilizzo la popolare app di messaggistica WhatsApp, e finora, anche se rinnovando per più anni avrei potuto risparmiare qualche spicciolo, ho sempre preferito il rinnovo annuale perché speravo che pian piano Telegram prendesse piede a tal punto da consentirmi di rinunciare una volta per tutte a WhatsApp. In effetti c'è un solo reale motivo per cui WhatsApp è preferibile a Telegram: ecco quale! (via Ricky Delli Paoli)


900 milioni di utenti attivi al mese... che presto diventeranno molti di più: sì, perché l'altroieri si è saputo che anche WhatsApp era sul punto di divenire gratis per sempre. Detto, fatto: a me la notifica è arrivata questa mattina...


[e nel mio caso non c'è stato nessun dietrofront! ;-)]
Selezionando ImpostazioniAccountInfo pagamento, ecco cosa mi appare.


[Cliccando su Perché non vendiamo pubblicità si accede a questa pagina]
In tanti hanno esultato per l'inatteso "regalo", come il Llib della vignetta qui accanto, alter ego stupido di Bill. E già, magari si tratta delle stesse persone che spendono centinaia di euro per l'ultimo modello di smartphone senza battere ciglio, ma reputavano un esborso inaccettabile investire ottantanove centesimi all'anno per un'app che consente di mandare messaggi, e da qualche tempo fare anche chiamate voce di buona qualità, completamente gratis. Al riguardo io la penso come Rudy Bandiera.
#‎WhatsApp‬ diventa gratis, per tutti e senza condizioni. Lo ha detto Jan Koum, fondatore del gingillo verde con oltre 900 milioni di utenti attivi al mese.
Mi dispiace: giuro. Mi dispiace perché mi piaceva il vecchio sistema di "pagare un servizio" senza dover stare a pensare "ma questi come guadagnano?".
Mi piaceva l'idea di non vendere i miei dati e le mie chat ma di comprare un prodotto con i miei soldi.
Mi piaceva il metodo del micro-pagamento annuale.
Sono contento per una cosa però: finalmente i lamentoni polemici del "però non è giusto" smetteranno d rompere i maroni. Si ragazzi, adesso è gratis: il prodotto siete DEFINITIVAAMENTE voi.
Un punto di vista analogo è stato sviluppato in maniera un po' più approfondita da Massimo Cappanera.
[La "colonna sonora" di questo post è di Biagio Antonacci, che mi ha ispirato il titolo]

martedì 19 gennaio 2016

This could be heaven or this could be hell

L'estate che seguì il mio quattordicesimo compleanno trascorsi un paio di settimane coi miei genitori in montagna, nella base logistica di Roccaraso (papà era militare dell'Esercito, casomai non lo sapessi). Di quella vacanza ricordo soprattutto due cose: la mia prima vera cotta adolescenziale – lui era bello, atletico, bravo a cantare e suonare... e nun me se filava de pezza, chettelodicoaffa' ;-) – e la compilation che passava in continuazione nei locali comuni della base logistica, e che mi piacque a tal punto che volli farmela riversare su audiocassetta. Magari si sente ancora, ma io ho preferito ricostruirla in digitale scaricando tutti i brani e masterizzandoli su un CD audio che ovviamente ho intitolato Fourteen (quattordici, appunto). :-)
All'epoca il mio pezzo preferito era Hard To Say I'm Sorry dei Chicago – i miei gusti musicali di ragazzina lasciavano un tantino a desiderare, mi sa... ;-) – ma c'erano pure tre canzoni di Phil Collins – chiunque sia stato a confezionare la raccolta doveva avere un debole per l'ex Genesis – poi Through The Barricades degli Spandau Ballet, Careless Whisper di George Michael, It's Fantasy di Amii Stewart e altri ancora... comunque erano tutti brani in lingua inglese (di cui all'epoca non capivo quasi nulla, avendo studiato francese alle medie) usciti svariati anni prima rispetto a quell'estate memorabile, ci tengo a precisarlo a beneficio di chi dovesse credere di poterne dedurre la mia età! ;-)


La compilation si apriva con Hotel California degli Eagles, un'altra canzone che mi è entrata nel cuore. A proposito, proprio l'altro giorno ho ceduto alla tentazione di fare il test Quale canzone sei?, uno di quei giochini sciocchi che servono più che altro a rastrellare dati... ma in questo caso sono rimasta sorpresa da quanto il risultato fosse azzeccato:
Tu sei Hotel California degli Eagles. La malinconia è la compagna della tua vita. Vuoi dimenticare le ombre del tuo passato ma queste ti rincorrono. Sei sensibile e questo ti rende ricco di emozioni. Capisci meglio di ogni altro i problemi che la vita pone, ma hai anche la capacità di tradurli in sentimenti.
Hotel California era pure nel mio repertorio – uh, che parolone! ;-) – quando mi dilettavo col mio bel Roland E-16... ma mentirei se affermassi di conoscere, a parte quello che era indubbiamente il loro cavallo di battaglia datato 1976, altri brani del gruppo rock statunitense oppure i nomi dei suoi componenti. Questi li ho scoperti oggi, all'indomani della prematura scomparsa di Glenn Frey che della band era uno dei chitarristi, nonché un fondatore. Non fu lui a suonare quel mitico assolo – il chitarrista solista era Don Felder – comunque Frey figura tra gli autori di Hotel California assieme a Felder e Don Henley.
Già che sono tornata in argomento, mi limiterò a linkare un paio di articoli che smontano altrettante credenze più o meno serie legate alla scomparsa dei personaggi famosi: la diceria secondo cui, ogni volta che il calciatore gallese Aaron Ramsey segna un gol, muore qualcuno di importante, e la bufala delle celebrità che muoiono a gruppi di tre. Dopo David Bowie e Alan Rickman, chi sarebbe il terzo? Paolo Attivissimo, che ovviamente non crede affatto a simili sciocchezze, nel confutare tale leggenda metropolitana ha fatto il nome di René Angélil, marito di Céline Dion. Pochi giorni dopo essere rimasta vedova, la grande vocalist canadese ha perduto il fratello maggiore Daniel, anche lui per un tumore: sono sinceramente addolorata per lei. E di certo non mi è stato di alcun sollievo leggere sui social che tale duplice sventura confermerebbe una certa fama di iettatrice della Dion. Una simile nomea ce l'aveva un'indimenticabile cantante italiana, Mia Martini; l'ha ricordato sua sorella Loredana Bertè, e non dubito che un pregiudizio così odioso abbia contribuito a togliere a Mimì la voglia di vivere.

lunedì 18 gennaio 2016

Nessuna pietà per chi "se l'è cercata"

Una trentacinquenne americana è stata uccisa da un pusher senegalese durante una violenta lite scoppiata in seguito a un rapporto sessuale consenziente.
Una diciannovenne di Mugnano, a nord di Napoli, è morta all'ospedale Cardarelli a causa di imprevedibili complicazioni sopraggiunte nel corso di un'interruzione volontaria di gravidanza. La ragazza stava assumendo dei medicinali che potevano provocare malformazioni del feto, e per questo pare che sia stato il suo medico a consigliarle di abortire. Ma se anche l'avesse deciso da sola perché non se la sentiva di diventare madre, non sarebbe questo a fare di lei un mostro da additare al pubblico ludibrio: l'aborto non è mai una scelta facile, e io credo che, se non la si può condividere, ci si dovrebbe almeno astenere dal giudicarla.
Eppure riguardo alla tragica morte di queste due ragazze si sono moltiplicati commenti riassumibili nello schema «Ben le sta, se l'è cercata» (alla povera Ashley Olsen una certa consigliera pentastellata non avrebbe probabilmente esitato a diagnosticare una «cazzite cronica»). Essendo rimasta senza parole di fronte a una simile mancanza di umanità, prendo a prestito quelle scritte al riguardo da Emiliano Rubbi...
Una ragazza muore durante un aborto e gli antiabortisti gioiscono e dicono: "se l'è andata a cercare, visto che succede ad abortire?".
Una ragazza americana viene uccisa da un senegalese perché, a seguito di un litigio, cade e sbatte la testa, dopo aver fatto sesso consenziente con l'uomo, e allora è: "se l'è andata a cercare, visto che succede ad andare coi neg*i?".
E poi sono gli stessi e le stesse (perché la cosa che fa rabbrividire è che molte sono donne) che si indignano perché i fondamentalisti islamici mettono il burqa alle donne e vietano loro di uscire da sole.
"Se l'è andata a cercare" è una di quelle frasi che dovremmo abolire per sempre dal nostro vocabolario, se vogliamo diventare davvero una società civile.
... e da Anna Pacifica Colasacco, alias Miss Kappa.
Sulla giovane donna ammazzata a Firenze, ho letto cose che mi fanno vergognare di appartenere al genere umano. Purtroppo le ho viste scritte non solo da subumani leghisti e fascisti, beceri e ignoranti, ma anche da persone normali e scolarizzate. E da donne. Dice che se l'è cercata, si è comportata da puttana. Mi fate orrore: come se le puttane meritassero di essere ammazzate. Biasimo fortemente gli uomini, ma aborro ancor di più quel tipo di donna. Come possiamo sperare che gli uomini cambino, con madri di tal fatta?
[La foto che apre il post – «You were asking for it» vuol dire più o meno «Te la sei cercata» – l'ho trovata in un post del blog Le Passanti che raccoglie alcune immagini tratte da Project Unbreakable, nato per dare voce alle vittime di abusi]

sabato 16 gennaio 2016

Ragazze di oggi

Sulla pagina Facebook di Arteide, organizzazione culturale no-profit che ha come scopo la valorizzazione e promozione dell'arte in tutte le sue forme, è stato pubblicato l'album The life of a girl (La vita di una ragazza) contenente una selezione di vignette disegnate dalla giovanissima artista rumena di nascita ma canadese di adozione Cassandra Calin e tratte dal suo tumblr.
Capita anche a me che...

«Ehi, stai bene? Sembri arrabbiata». «Perché mi guardi in quel modo? Ho fatto qualcosa?». «Allegria, tesoro! Tutto OK?». «Sembri piuttosto depressa! Stai bene?». «Sto bene! È solo la mia faccia!».
Ecco perché non la sottoscritta non ama farsi fotografare...
Chiedere a qualcuno di scattarmi una foto
Come mi aspetto che sembri
Come appare realmente
... né tantomeno farsi selfie!


Il fatto che io mi trucchi, poi, è un evento pressoché epocale: ci vuole una pazienza che non ho, e finché posso preferisco farne a meno.

Va bene. Scegliamo un look più naturale.
Ugh! Linea storta!
Correggiamola solo...
... un pochino...
... ed ecco che Amy Winehouse era una ragazza acqua e sapone, al confronto! ;-)
Figuriamoci poi quanto mi va di seguire le istruzioni degli innumerevoli tutorial di trucco presenti in Rete... (come quelli del canale YouTube di Michelle Phan a cui fa riferimento la vignetta)

Guardando tutorial di make-up su YouTube ...
Come fare: occhi sfumati
Wow! È così carino! Lo devo provare!
Più tardi...
Sembro favolosa!
... ma a me sembri un lemure! ;-)
Se avessi i capelli ricci, non potrei permettermi di dedicare loro le stesse attenzioni – pressoché nulle – che dedico alla mia chioma naturalmente liscia ed avere al contempo un aspetto decente; per cui sto bene così, grazie! :-)

Mi piacerebbe avere i capelli ricci!
Poco dopo...
Riprenditeli, per favore!

venerdì 15 gennaio 2016

Mezzo pieno o mezzo vuoto?

Ritornando dopo un po' di tempo sull'argomento ottimismo Vs pessimismo, anche noto come "bicchiere mezzo pieno Vs bicchiere mezzo vuoto", oggi ti propongo un paio di variazioni sul tema del famoso bicchiere, una di natura ingegneristica...

Ingegnere meccanico: Il bicchiere è grande il doppio di quanto dovrebbe essere!
Ingegnere civile: Sembra abbastanza vicino ad essere pieno, per me!
Ingegnere chimico: È pieno! Metà liquido, metà gas!
Ingegnere aerospaziale: Dopo aver aggiunto i fattori di sicurezza, il bicchiere deve essere almeno tre volte più grande!
... e una che dovrebbe piacere ai chimici più scrupolosi.


Secondo il chimico, il bicchiere contiene il 50% di acqua, il 39% di azoto, il 10,5% di ossigeno, lo 0,44% di argon e lo 0,06% di anidride carbonica. Da insopportabile pignola quale sono, ho verificato che il totale fosse effettivamente 100%! :-)
Tutto qua?! Sai com'è, sono piacevolmente in partenza... ma farò in modo di non lasciarti a secco di miei post nel fine settimana, tranquillo! ;-)
[OK, caro il mio Max Pezzali, te lo concedo, di curare la colonna sonora di questo post... :-)]

giovedì 14 gennaio 2016

Adesso basta, però!

Davvero un pessimo inizio d'anno per il mondo dello spettacolo: quattro giorni dopo David Bowie, oggi è scomparso un altro londinese illustre, Alan Rickman, anche lui di cancro, anche lui a sessantanove anni (ma era prossimo ai settanta). Io che ho odiato e poi amato l'ambiguo professor Severus Piton, insegnante di Pozioni nella saga cinematografica di Harry Potter, e più odiato che amato il marito fedifrago di Emma Thompson in Love Actually, ci sono rimasta malissimo. Per tirarmi un po' su il morale rispolvero un video che sottolinea una certa somiglianza tra il professor Piton (Snape in lingua originale) e il nostro Renato Zero...


... ma mi sembra giusto rendere omaggio al talento recitativo più autentico dell'attore e regista britannico condividendo almeno il trailer del film TV Rasputin – Il demone nero, per il quale una ventina d'anni fa Rickman vinse un Golden Globe e un Emmy.


Gli attori, i cantanti, gli scrittori ecc. ecc. che abbiamo nel cuore, in qualche modo non muoiono mai: lo spiega molto bene il cantautore Cesare Cremonini in questo toccante status che prende spunto dalla dipartita di David Bowie. Su Change.org c'è addirittura una petizione, di tenore ben diverso da altre – ben più pragmatiche – ospitate sulla piattaforma, per dire no alla morte di David Bowie. Beh, credo sia abbastanza normale e umano, di fronte alla morte di una persona cara, cercare di negare l'evidenza con una reazione del tipo «No, non è vero, non è possibile, non è giusto».
Ma di noi "comuni mortali" che non facciamo gli scrittori né i musicisti né gli attori, cosa rimarrà di tangibile e duraturo quando saremo chiamati a lasciare questa terra? Questo pensiero mi inquieta, e allo stesso tempo mi sprona a darmi più da fare. Anche se non so assolutamente in quale direzione...
[L'immagine che apre il post, scelta con un intento appena un pochettino autoironico, è tratta da Luminol]