giovedì 31 marzo 2016

Come si scrive?

Il post di oggi prende spunto dall'album Si scrive / si dice pubblicato sulla pagina Facebook Noi parliamo italiano, e tu? (c'è anche un sito). L'album raccoglie qualche decina di immagini mirate a correggere svariati errori ortografici fin troppo comuni in italiano; davanti ad alcuni di questi sono disposta a chiudere un occhio – ad esempio, a me non va tanto giù che qual'è con l'apostrofo sia reputato scorretto in ogni caso (in quanto non si tratta di un caso di elisione bensì di troncamento) come stabilisce la Treccani – ma di solito emerge prepotentemente la Grammar Nazi che c'è in me! ;-)
Cominciamo con qualche monosillabo...
  • da è una preposizione semplice, è la terza persona singolare dell'indicativo presente del verbo dare, da' è la seconda persona singolare dell'imperativo del verbo dare;
  • di è una preposizione semplice, di' è la seconda persona singolare dell'imperativo del verbo dire, è un sinonimo di giorno;
  • fa è una particella avverbiale (es.: un'ora fa) e anche la terza persona singolare dell'indicativo presente del verbo fare, fa' è la seconda persona singolare dell'imperativo del verbo fare, non si scrive in nessun caso;
  • se è una congiunzione ipotetica, è un pronome personale riflessivo;
  • si è un pronome riflessivo e pure una particella pronominale, è un avverbio affermativo;
  • sta è la terza persona singolare dell'indicativo presente del verbo stare, sta' è la seconda persona singolare dell'imperativo del verbo stare, 'sta è una variante colloquiale di questa, stà non si scrive in nessun caso.
Ci sono molti altri casi in cui al variare della grafia cambia nettamente il significato. Ad esempio...
  • a fianco significa vicino, a lato, affianco è la prima persona singolare dell'indicativo presente del verbo affiancare;
  • a posto vuol dire in ordine, apposto è il participio passato del verbo apporre;
  • a volte è una locuzione avverbiale, avvolte è il participio passato del verbo avvolgere;
  • al di là significa oltre, l'aldilà è la vita dopo la morte;
  • cerebrale è ciò che riguarda il cervello, celebrare vuol dire festeggiare con solennità, celebrale non si scrive in nessun caso;
  • cieco è una persona che non vede, ceco è un abitante della Repubblica Ceca, accecare significa rendere cieco qualcuno, acciecare non si scrive in nessun caso;
  • tempi è il plurale di tempo, templi è il plurale di tempio, tempii non si scrive in nessun caso.

Ecco come si scrivono correttamente alcune parole, a confronto con un'altra loro grafia tanto errata quanto frequente.
Cominciamo con alcuni "orrori" grammaticali relativi ai verbi...
  • desse (terza persona singolare del congiuntivo imperfetto del verbo dare) dasse
  • stesse (terza persona singolare del congiuntivo imperfetto del verbo stare) stasse
  • insegniamo insegnamo
  • sogniamo sognamo
... e agli aggettivi...
  • celeberrimo celebrissimo
  • entusiasta (al singolare questa forma si usa sia per il maschile che per il femminile) entusiasto
... passando poi a errori di ortografia assortiti...
  • accelerare accellerare
  • aeroplano aereoplano (per non parlare di areoplano)
  • aeroporto aereoporto (e men che meno areoporto)
  • a parte apparte
  • conoscenza conoscienza
  • coscienza coscenza
  • ingegnere ingegniere
  • meteorologia metereologia
  • purtroppo pultroppo
  • soprattutto sopratutto
(l'uso improprio della q merita uno spazio a sé)
  • evacuare evaquare
  • innocuo innoquo
  • promiscuo promisquo
Piuttosto comuni sono le incertezze sugli accenti...
  • do
  • fu
  • po'
  • qui quì
  • (io) so
  • su
... e sugli apostrofi.
  • d'accordo daccordo
  • non c'entra niente! non centra niente!
  • qual è? qual'è?
Infine, ecco un paio di orridi strafalcioni per i quali in molte situazioni si potrebbe dare la colpa al correttore ortografico del cellulare (ma temo non sia questo il caso di SkyTg24).
  • ce n'è uno, ce ne sono molti c'è ne uno, c'è né sono molti
  • ce l'ho (il cd di Zucchero), c'è lo (zio di Antonio) c'è l'ho

mercoledì 30 marzo 2016

Capire la profondità di campo

Per la seconda volta nel giro di un paio di settimane torno ad occuparmi di fotografia, traducendo questa volta un post dallo spagnolo, Profundidad de campo di José Luis Ruiz. Nel mio personale percorso fotografico non starò facendo progressi degni di nota... ma in compenso mi sto esercitando un sacco con le lingue straniere! ;-) La particolarità del post in questione è che per illustrare i concetti esposti usa delle GIF animate, assai più efficaci di tante parole.
La profondità di campo, anche nota come DoF (abbreviazione dell'inglese Depth of Field), si riferisce al numero di piani che abbiamo a fuoco sia davanti sia dietro al punto che stiamo mettendo a fuoco.
Per spiegarlo più chiaramente faccio il seguente esempio, nel quale il mio punto di messa a fuoco si trova sul pupazzetto giallo coi capelli neri. Per aumentare la profondità di campo chiudo il diaframma, e in questo modo saranno a fuoco anche i pupazzetti vicini a quello giallo coi capelli neri. Al contrario, aprendo il diaframma, i pupazzetti più lontani perderanno gradualmente nitidezza, finché soltanto quello a fuoco sarà nitido.
La profondità di campo può essere modificata in due modi. Uno è tramite l'apertura del diaframma: più teniamo aperto il diaframma, meno profondità di campo avremo, e viceversa, se chiudiamo il diaframma, avremo una maggiore profondità di campo.
L'altro modo è tramite la lunghezza focale: minore è la lunghezza focale della nostra lente, più facile sarà ottenere immagini con una grande profondità di campo.
È curioso che nei social network di fotografia molte persone attribuiscano una DoF eccellente a fotografie che praticamente non hanno nessuna profondità di campo, quando dovrebbe essere il contrario.
Qualche tempo fa ho scattato una foto delle stelle, utilizzando una profondità di campo molto ridotta poiché tutte le stelle si trovano sullo stesso piano (in questo caso l'infinito): nonostante la ridotta profondità di campo, tutte le stelle che si trovano sul piano infinito (cioè tutte) saranno a fuoco.
https://www.flickr.com/photos/bdebaca/4342114055/
Nei primi anni Trenta a San Francisco, in California, nacque il Gruppo f/64, fondato da Ansel Adams assieme a Edward Weston, Willard Van Dyke, Imogen Cunningham e altri; come suggerisce il suo nome, aveva tra i suoi obiettivi quello di realizzare fotografie con aperture minime per avere il massimo della nitidezza.
È possibile calcolare la profondità di campo a una determinata apertura e lunghezza focale facendo alcuni calcoli che in pratica possiamo evitare utilizzando calcolatori online come DOF Master, oppure installando app come Deep Focus per iPhone/iPad, o DOF Calculator per Android.
Pssst... io ho provato HyperFocal Pro, e mi è sembrata davvero ottima!
Concludo condividendo un'altra GIF animata trovata per caso e proveniente da chissà dove, che mostra come cambia un ritratto – e il relativo sfondo – al variare della lunghezza focale. Tradotto in parole, le focali lunghe producono appiattimento prospettico (i piani di fronte a noi si avvicinano a noi e tra di loro) mentre le focali corte producono dilatazione prospettica (i piani di fronte a noi si allontanano da noi e tra di loro).

martedì 29 marzo 2016

Domande a tracobetto

Oggi ti propongo il quesito pubblicato ieri da Alex Bellos nel suo blog Monday puzzle con il titolo Can you solve it? The logic question almost everyone gets wrong (Riesci a risolverlo? La domanda logica che trae in inganno quasi tutti).
Dando una rapida occhiata alla mia timeline di Facebook, ho notato che è in circolazione già da ieri la traduzione italiana del solo quesito; comunque, siccome la spiegazione originale mi pare degna d'interesse, ti traduco io tutto quanto per intero... o quasi. :-)

Questa settimana ti propongo un quesito molto, molto semplice. Ti ci vorrà un batter d'occhio per rispondere.
Te lo pongo perché a quanto pare oltre l'80 per cento delle persone risponde in maniera errata. Ho pensato che sarebbe stato un esperimento interessante per scoprire se tale cifra è prossima ad essere esatta; clicca sulla tua risposta... e sarò di nuovo qui con i risultati, e una discussione, alle 5 del pomeriggio di oggi.
[A quel punto il sondaggio si è chiuso e non è stato più possibile rispondere, NdC]
Non deludermi: spero che la percentuale di errore sarà di almeno il 50 per cento!
Giacomo sta guardando Anna, ma Anna sta guardando Giorgio. Giacomo è sposato, ma Giorgio non lo è. C'è una persona sposata che ne sta guardando una non sposata?
  1. No
  2. Non si può determinare
Il quesito di oggi è stato ideato da Hector Levesque, e mi è stato suggerito da James Grime.
Ed ecco la soluzione...
La risposta esatta è la A.
Prima di arrivare alla spiegazione, ecco qualche parola sul perché ho posto questa domanda. Ho voluto controllare se fosse vero che oltre l'80 per cento delle persone sceglie C. Ebbene, i risultati sono pronti; con oltre duecentomila sottomissioni, ecco come avete votato:
  1. 27,68%
  2. 4,55%
  3. 67,77%
Più del 72 per cento di voi ha scelto la risposta sbagliata. Forse è esagerato affermare che "quasi tutti" sbagliano, ma la maggior parte di voi l'ha fatto! (Senza tener conto del fatto che molti dei partecipanti sono lettori affezionati di questa rubrica di enigmi, e sono stati avvertiti che la domanda non era ciò che sembrava)
Come mai questa domanda è così difficile? È perché sembra dare informazioni insufficienti. Lo stato civile di Anna non è noto, né può essere determinato, e se ne deduce che la domanda posta non ammetta una risposta determinata.
In realtà lo stato civile di Anna è irrilevante ai fini della risposta. Se lei è sposata, allora una persona sposata sta guardando una persona non sposata (Anna sta guardando Giorgio), e se non lo è, allora una persona sposata sta guardando una persona non sposata (Giacomo sta guardando Anna).
Schematizzandolo diviene più evidente. Se > significa guardare, allora:
Giacomo > Anna > Giorgio
oppure
sposato > non noto > non sposato
Sostituendo non noto con sposato o non sposato, in entrambi i casi c'è chiaramente una persona sposata che ne guarda una non sposata.
Come mi aspettavo, alcune persone hanno dato la colpa del proprio errore alla formulazione della domanda. Per quanti di voi hanno pensato che Anna non fosse una persona, allora sì, C è la risposta esatta. Ma suvvia, ragazzi, possiamo supporre che Anna sia un essere umano.
Altri hanno detto che sposato e non sposato non sono stati binari, poiché esiste anche vedovo o divorziato. L'articolo di Wikipedia su stato civile chiarisce questo punto.
In realtà il quesito di oggi concerne di più la psicologia che non la matematica o la logica, in quanto riguarda le ipotesi pigre che facciamo piuttosto che domandarci se abbiamo o meno la capacità di risolvere il problema.
Eppure il ragionamento che viene utilizzato – ossia che per risolvere qualcosa dobbiamo prendere in considerazione tutte le possibilità, senza sapere quale sia quella vera – è usato spesso in matematica. In questo video, il brillante James Grime fornisce un esempio utilizzando i numeri irrazionali. L'esempio sui numeri irrazionali inizia al minuto 5:51.
La fonte dell'enigma di oggi è
Rational and Irrational Thought: The Thinking That IQ Tests Miss di Keith E. Stanovich, Scientific American.
Se ti stai domandando quale sia stata la mia risposta a bruciapelo... ehm, diciamo che avrei potuto pubblicare un tweet molto simile al reply inviato da @Owlex_R ad @alexbellos! ;-)
oh god, I'm so annoyed. Sorry, put me down in the "didn't think hard enough and got it wrong" column.
... ossia...
Oddio, sono così seccato. Mi spiace, mettimi nella colonna "Non ci ha riflettuto abbastanza e ha sbagliato".
Invece l'immagine che apre il post è tratta da quest'altro tweet di @pogobeta.
P.S.: Il titolo di questo post è un palese omaggio ai Goonies. Ma tu l'avevi già capito, vero? VEEEROOOOO?!?!?!? ;-)

lunedì 28 marzo 2016

Cari ciclisti, ci mettiamo d'accordo?

Giorni fa, in uno dei gruppi Facebook di cui faccio parte, ho trovato l'immagine seguente.


E subito ho annuito in segno di assenso, dal momento che quando mi trovo al volante conduco una quotidiana battaglia contro i ciclisti che pedalano affiancati; nel senso che devo stare bene attenta ad evitarli... Se li abbatti come birilli non vinci nessun premio, anzi! ;-)
Volendo scoprire se esistesse una fonte di quell'immagine al di fuori del gruppo dove l'avevo adocchiata, ho attivato Tineye e Google Immagini... ma non ho trovato nulla se non quella che presumibilmente è la versione originale, tratta da Segnaletica & Sicurezza (il cui riferimento era presente nella versione ritoccata).


Secondo questa versione e quella corrispondente in lingua inglese (via @AldridgeTweets)...


... il problema non sono tanto i ciclisti, che non di rado pedalano come fossero i padroni della strada, bensì gli automobilisti quando li sorpassano troppo da vicino rischiando di farli cadere. Allora mi sono fatta un esame di coscienza, dal quale è emerso che io i ciclisti li rispetto – in quanto non li supero mai passando troppo rasente – ma tendo a sbuffare spazientita quando procedono con eccessiva flemma e le condizioni della strada non mi consentono di sorpassarli in sicurezza; un'altra immagine nella quale mi rispecchio è questa qui sotto, tratta da Insultare pesantemente chiunque quando si guida.


Magari, se mi decido a rimettere in sesto la mia due ruote e soprattutto a usarla, almeno per gli spostamenti brevi (ché male non fa di certo, anzi), alla lunga diventerò più tollerante... ;-)

venerdì 25 marzo 2016

Se lo smartphone soffre di gelosia

Cosa può succedere a un utente iOS se per sbaglio, anziché rivolgersi all'assistente digitale usando il nome corretto, Siri, lo/la chiama Cortana che è il suo omologo per Windows Phone? Un possibile scenario fantascientifico ma non troppo è mostrato nell'immagine qui sotto, circolata parecchio su Facebook nei giorni scorsi.


Ho scoperto che esiste pure qualcosa di analogo in inglese...

– Cortana, trovami gli orari dei film di oggi.
– Chi è Cortana?
– Ops, volevo dire Siri.
– Chi è Cortana?
– Trovami gli orari dei film, per favore.
– Forse dovresti chiederli a Cortana, gli orari dei film.
Sono convinta che prima o poi si arriverà sul serio a questo punto... sì, ma quando? Attendo previsioni! :-)

giovedì 24 marzo 2016

Forza Telegram!

Da un paio d'anni a questa parte ho sperato che Telegram prendesse piede a tal punto da costituire una valida alternativa a WhatsApp... ma così non è stato: ad oggi mi risulta che lo utilizzi appena una ventina dei contatti che ho in rubrica – contro i 126 registrati su WhatsApp, che nel frattempo è diventato completamente gratuito... ma con un prezzo da pagare, ovvero i nostri dati personali – e soltanto in un caso ho usato l'app di Telegram per scambiare messaggi con uno di loro. A questo punto mi ero quasi decisa a rimuoverla... ma di recente ho trovato un buon motivo per tenerla, e anzi usare il servizio anche in versione web. La ragione me l'ha offerta Massimo Polidoro quando ha annunciato di aver aperto il canale di broadcasting Spuntinsoliti per condividere in tempo reale link e segnalazioni veloci... tali da suscitare quasi sempre il mio interesse. :-)
Per fare qualche esempio, ieri Massimo ha condiviso il link a un'intervista nella quale lo scrittore britannico di origine pakistana Hanif Kureishi parla di un argomento tristemente attuale: il terrorismo. Oggi poi è stata la volta di altri due link. Nel primo Polidoro invita i suoi lettori a formulare delle ipotesi su cosa accadrà nel seguito del thriller Il passato è una bestia feroce: il secondo episodio delle avventure di Bruno Jordan si intitolerà Non guardare nell'abisso e uscirà il 21 giugno prossimo. Il secondo, invece, segnala un post nel quale "l'esploratore dell'insolito" racconta il ritrovamento di un manoscritto inedito commissionato dal mago Houdini allo scrittore H.P. Lovecraft; ecco, diciamo che questo non era proprio un argomento in cima ai miei interessi... ;-)
Il fatto che finora Massimo abbia condiviso solo link è il motivo per cui ho deciso di cominciare a utilizzare la versione web di Telegram: trovo più comodo leggere gli articoli sull'ampio schermo del portatile, piuttosto che sul display – un signor display, ma pur sempre di smartphone si tratta :-) – del mio Nexus 6.

mercoledì 23 marzo 2016

Bravo Fabio, mi sei piaciuto!

Esce domani il film Un paese quasi perfetto (qui il trailer) diretto da Massimo Gaudioso, il quale è alla prima regia di un lungometraggio dopo una lunga carriera da sceneggiatore. Giovedì scorso la sottoscritta ha avuto il piacere di assistere alla proiezione in anteprima gratuita presso il multisala The Space di Montesilvano: oh, cosa posso farci io, se le occasioni per scroccare film mi saltano addosso?! ;-)
La trama in sintesi: Pietramezzana, un paesino delle Dolomiti Lucane in crisi da quando la chiusura della locale miniera ha messo tutti i dipendenti in cassa integrazione, intravede l'opportunità di una rinascita nella costruzione di una fabbrica destinata a creare un bel po' di posti di lavoro. Affinché l'iter vada a buon fine, però, è indispensabile la presenza in loco di un medico. Il caso conduce proprio da quelle parti Gianluca Terragni (Fabio Volo), rampante chirurgo estetico milanese abituato alla bella vita, appassionato di cricet e ghiotto di sciuscia e s'ascimm (è così che i paesani storpiano le parole straniere cricket, sushi e sashimi). Gli abitanti di Pietramezzana, capitanati da Domenico Buonocore (Silvio Orlando), hanno un mese di tempo per convincere Terragni a stabilirsi in quel luogo – che lui, parlando al telefono con la fidanzata subito dopo il suo arrivo, definisce «un buco in c**o al mondo» – e firmare un contratto a tempo prolungato; per riuscirci ricorreranno a inganni e sotterfugi d'ogni sorta, suscitando la disapprovazione di Anna (Miriam Leone), tanto bella quanto onesta e sincera.
In realtà non esiste nessuna località di nome Pietramezzana: le riprese sono state effettuate tra i paesi di Castelmezzano e Pietrapertosa, in provincia di Potenza.
Il film è davvero divertente, a tratti un tantino improbabile ma con chiari riferimenti alla realtà attuale: per questo te ne consiglio senz'altro la visione! :-)
In questi giorni Fabio Volo è nelle sale anche in qualità di doppiatore di Po, il protagonista di Kung Fu Panda 3. Per questo si potrebbe affermare che ci fosse un conflitto d'interessi dietro lo scontro avvenuto in diretta radiofonica tra Volo e Mario Adinolfi, secondo il quale il fatto che Po abbia due papà, uno biologico e uno putativo (un'oca), rappresenta un lavaggio del cervello gender. Comunque non me la sento di biasimare Volo se ha perso le staffe, perché quando Adinolfi ha affermato che il vero padre di un bambino è sempre quello biologico e non quello che lo vede crescere... oh, ce lo avrei mandato pur'io! La propaganda anti-gender portata avanti da "Marione", purtroppo, ha preso piede a tal punto che una scuola materna del perugino ha annullato la gita che avrebbe dovuto portare i bambini al cinema a vedere Kung Fu Panda 3, in seguito alle proteste di alcuni genitori terrorizzati dal fantasma del gender (che, come tutti i fantasmi che si rispettino, non esiste).
[Non dovrei fare dell'ironia sulla stazza di Adinolfi, non è giusto... ma è stato più forte di me, la vignetta di Giuseppe La Micela era irresistibile! :-D]

martedì 22 marzo 2016

Lang1 strikes back!

[Ho scritto Lang-one, un po' all'inglese, perché non mi andava di dare più risalto del dovuto al cognome del soggetto in questione]
Dopo aver scritto questo post mi ero ripromessa di non occuparmi più di quelle "trollate" che sono gli articoli di Camillo Langone... ma la cronaca mi offre uno spunto che non mi va di passare sotto silenzio. Francesco Totti e Ilary Blasi hanno querelato il quotidiano Il Foglio per l'articoletto Totti merita la panchina a vita per come ha chiamato i suoi figli, firmato dal suddetto Langone, e ritenuto «dal contenuto gravemente diffamatorio della loro onorabilità familiare e personale».
Lo riconosco, anch'io a suo tempo lanciai una frecciatina ai coniugi Totti per la scelta del nome della secondogenita, Chanel; l'aveva preceduta Cristian, con la enne finale ma senz'acca, mentre la piccola Isabel sarebbe venuta al mondo parecchi anni dopo. Inoltre criticai il capitano giallorosso quando voltò le spalle alla Nazionale. E trovo che "er Pupone" si stia incamminando sul viale del tramonto – il 27 settembre prossimo compirà quarant'anni, un'età alla quale molti attaccanti come lui hanno già appeso gli scarpini al chiodo da un bel pezzo – con molto meno stile rispetto a quel gran signore che è il "mio" capitano: quando ha saputo che non gli sarebbe stato rinnovato il contratto con la Juventus dopo quasi vent'anni di militanza bianconera, Alessandro Del Piero non ha puntato i piedi per chiudere la carriera nella Vecchia Signora, come del resto sarebbe stato giusto e sacrosanto, ma si è rassegnato a partire per l'Australia dove avrebbe potuto continuare a giocare anziché ritirarsi prima del tempo. Comunque non arrivo mica ad affermare che Totti meriti il declino perché né sua moglie né i suoi figli sono stati battezzati con nomi degni della tradizione italica, come se quello fosse un sintomo di rispetto dei valori morali: e poi, cosa c'entra questo con la sua professione?!
Ah, qualche giorno dopo l'incontenibile Langone ha auspicato che un prete andasse a far visita a Marco Pannella, presumo per tentare di salvare la sua anima convincendolo a ravvedersi, dal momento che «Il politico radicale ha sulla coscienza un fiume di aborti e di divorzi»: «molti ignorano che il 63 per cento dei suicidi giovanili si verifica in nuclei famigliari con padre assente, gli stessi da cui proviene l'80 per cento dei bambini ricoverati nei reparti psichiatrici»... invece i figli cresciuti da genitori che rimangono insieme pur detestandosi vengon tutti su belli equilibrati e smaniosi di farsi una famiglia tradizionale, giusto? :-/
Noto soltanto adesso che la rubrica di Langone su Il Foglio s'intitola Preghiera. Trovo che questo titolo renda abbastanza bene l'immagine di una persona che si considera depositaria della verità e della giustizia, quando invece... lassamo perde, va'!

lunedì 21 marzo 2016

La tristezza ha il sonno leggero

Nella vita tendiamo un po' tutti a rifuggire dalla tristezza... eppure, come dimostra lo splendido film d'animazione Inside Out, guai se non fossimo disposti a dare spazio a un sentimento così importante.
Di recente ho trovato nella newsletter de Il Libraio il link per scaricare il dizionario delle frasi più sagge anti-tristezza, ispirato a La tristezza ha il sonno leggero – titolo che prende spunto dall'aforisma qui accanto, suppongo – opera seconda di Lorenzo Marone dopo La tentazione di essere felici. Il PDF contiene ventuno piccole riflessioni, una per ciascuna lettera dell'alfabeto italiano... e io ne ho selezionate più della metà, quelle che mi hanno colpito di più, per riportarle qui di seguito. Le prime quattro sono tratte appunto dal romanzo di Marone.
Sulla Felicità
Se c'è una cosa che proprio mi fa paura è la felicità. Non sai mai quando arriva. E, soprattutto, quando se ne va.
Sulla Natura umana
Il passato non si può aggiustare. Però, almeno, possiamo imparare dai nostri errori, così da non ripeterli, per non chiamare ogni volta in causa il destino che, in realtà, ci segue sempre un passo indietro e si ciba degli sbagli che lasciamo lungo la strada.
Sulla Perfezione
Mia madre ha lottato una vita intera per raggiungere la perfezione. Visti i suoi risultati, a me non restava altro che intraprendere il percorso inverso, puntare tutto sull'imperfezione. Credo di aver raggiunto l'obiettivo molto prima di lei.
Sulla Vita
Trascorriamo la vita a rincorrere una mancanza e a stento ci accorgiamo di tutto il resto che è sempre stato ai nostri piedi.
Gli altri sette, invece, sono opera di autori famosi del presente e del passato più o meno recente.
Sull'Amore
L'Amore è un bellissimo fiore, ma bisogna saperlo cogliere sull'orlo di un precipizio.
Sugli Errori
L'esperienza mi aveva insegnato molto presto che possiamo commettere degli errori indipendentemente dalla nostra volontà, e poco tempo dopo imparai anche che possiamo commettere degli errori senza neanche capire cosa abbiamo fatto e perché siano errori.
Sulla Giovinezza
La giovinezza è sprecata per i giovani: è la persona matura che meglio sa come utilizzare una ricca vitalità.
Sull'Ignoto
È l'ignoto che temiamo, quando guardiamo la morte e il buio, nient'altro.
Sulla Quiete
Non cercate la troppa allegrezza né la troppa tranquillità; la ricerca che ne farete è pur essa una pena ed un ostacolo alla quiete.
Sulla Tolleranza
La tolleranza diventa un crimine quando si applica al male.
Sull'Umorismo
L'umanità si prende troppo sul serio. È il peccato originale del mondo. Se l'uomo delle caverne fosse stato capace di ridere, la storia sarebbe stata diversa.

domenica 20 marzo 2016

C'è tutto un mondo da scoprire!

Oggi un bel sole ha salutato il mio primo risveglio primaverile. Ebbene sì, quest'anno l'equinozio che segna l'inizio della primavera cade oggi, 20 marzo, e non domani come molti credevano. Con l'arrivo della bella stagione viene naturale programmare – o, nel mio caso, sarebbe più corretto dire "sognare" – una vacanza in qualche località da favola immortalata nelle foto che si trovano sul web... ma poi, quando ci si va davvero, non si rischierà di trovarle un tantino deludenti?
A tal proposito capita a fagiuolo un post pubblicato su BoredPanda, Travel Expectations Vs Reality (20+ Pics), che mostra quaranta famose attrattive del pianeta in versione "da cartolina", così come il turista se le aspetta (expectations); cliccando su ciascuna foto, si passa a vedere lo stesso posto così come appare in realtà (reality), affollatissimo di gente. Qui di seguito riporto le foto relative alle cinque attrattive selezionate nel nostro Belpaese: a Roma, Piazza San Pietro (che però fa parte della Città del Vaticano, vabbè)...


... la fontana di Trevi...


... e la scalinata di Trinità dei Monti a Piazza di Spagna...


... poi la Torre pendente di Pisa, che ispira le pose più buffe per le foto ricordo...


... e infine i canali di Venezia, da solcare a bordo delle caratteristiche gondole.


Dimenticavo: si concludono oggi le Giornate FAI di Primavera... per cui, se ne hai la possibilità, approfittane!
[La foto che apre il post è tratta da La filosofia dei Minions]

sabato 19 marzo 2016

Non per tutti oggi è festa...

Quella di quest'anno è la prima festa del papà che debbo affrontare da quando ho perduto il mio: sono trascorsi dieci mesi esatti da quando lui è caduto, e dieci giorni dopo abbiamo avuto la certezza che non si sarebbe mai più rialzato. :'-(
In epoca pre-internet e pre-social, questa ricorrenza non mi avrebbe fatto così tanto effetto nella stessa situazione... e invece, dopo che le newsletter di Amazon, Groupon & company mi hanno subissata per giorni di idee regalo oramai del tutto inutili, ahimè, oggi mi ritrovo la timeline di Facebook invasa da figli che fanno gli auguri ai loro papà, padri orgogliosi dei loro figli, e dai più disparati articoli di approfondimento sulla festa odierna. Alcuni "facciamici" hanno dedicato un pensiero speciale al padre scomparso, ma io non me la sono sentita. Lo stesso Facebook mi ha invitata a scrivere un post a tema...


... e io non ho potuto fare a meno di pensare che la potenza di calcolo con la quale il social scandaglia le mie interazioni allo scopo di propinarmi pubblicità mirate potrebbe essere più utilmente impiegata per analizzare la mia bacheca ed evitare di mettere il dito nella piaga... ma vabbè, magari la tecnologia non è ancora evoluta a sufficienza, e se anche lo fosse non risulterebbe abbastanza remunerativa. :-/
Condivido due status di oggi, uno spiritoso di Gianluigi Riva...
Aiutiamo i Papà a casa loro.
... e uno leggermente più acido di Luca Bizzarri.
Vi ricordo che molti dei vostri papà non hanno Facebook. Ma il telefono sì. Se poteste evitare lo scaramellamento, grazie.
Non ho idea se suo padre sia ancora in vita o meno, ma trovo che le sue parole abbiano senso in ogni caso. Davvero, non mi spiego perché la gente tenda così spesso a ostentare, e magari ingigantire, i momenti belli della sua vita agli occhi del mondo... o meglio me lo spiego, ma la spiegazione che mi sono data non mi piace. E non mi piacciono nemmeno i sentimenti che certe esibizioni di gioia mi suscitano; non parlerei di invidia, che è parente stretta della cattiveria, ma di certo non si tratta di emozioni positive e costruttive.
Tempo fa ho letto che, secondo una ricerca, raccontare agli amici le esperienze liete della nostra vita, anziché stimolare il loro interesse e la loro ammirazione come magari ci aspetteremmo, può avere l'effetto di farli sentire troppo distanti da noi. E se invece sono i nostri problemi che andiamo a confidare, sarà forse vero quello che dice Lou Holtz?...
Don't tell your problems to people: eighty percent don't care; and the other twenty percent are glad you have them.
... ovvero...
Non raccontare mai i tuoi problemi alle persone: all'80% non interessa, e l'altro 20% è contento che tu li abbia.
Passando alla sfera social, secondo Tim Urban per rendersi insopportabili su Facebook ci sono 7 modi, riassumibili nella semplice regola seguente: «Uno status di Facebook è molesto se gratifica principalmente l'autore e non offre nulla di positivo a chi lo legge».
Se si condivide solo la parte più luminosa delle proprie giornate tenendo per sé dolori piccoli e grandi, è normale che il prossimo si costruisca un'immagine della vita altrui assai più idilliaca di com'è in realtà: esemplare in tal senso è l'esperienza raccontata da Riccardo Falcinelli.
Concludo condividendo una bellissima frase che lo psicoterapeuta Roberto Cavaliere ha scritto riadattandone una di Sant'Agostino.
Il padre che ho amato
e che ho perduto
non è più dove ero
ma è ovunque io sono.

venerdì 18 marzo 2016

#WorldSleepDay

Oggi è la Giornata Mondiale del Sonno... e figuriamoci se io potevo esimermi dal celebrarla con un post! :-) Sono talmente d'accordo con il rugbista Martín Castrogiovanni quando, nello spot di una marca di materassi, afferma che «dormire è il piacere più importante»... e poi oltretutto fa bene alla salute, come asserisce un proverbio africano: «Le due migliori cure che ci siano sono una bella risata e una lunga dormita».
Ai tempi della scuola e poi dell'università non avevo nessun problema di sonno: la domenica dopo un'intensa settimana sui banchi del liceo, oppure una volta superato l'esame, le serate eventualmente trascorse sui libri fino a tarda ora le compensavo con delle dormite da record. Adesso invece per quanto ce la metta tutta – la mia lista di buoni propositi per il nuovo anno somigliava parecchio a quella di Paperino qui accanto ;-) – un bel sonno ristoratore ininterrotto mi appare come un lontanissimo miraggio...

«Conosci quella meravigliosa sensazione di quando vai a letto, prendi subito sonno, continui a dormire per tutta la notte, e ti svegli sentendoti riposato?
Nemmeno io
» (via Sun Gazing)
... e il mio umore ne risente, ahimè!

(immagine tratta da La Bella è la Bestia, che parafrasa una citazione del compianto regista Carlo Mazzacurati mai abbastanza condivisa)
Del resto noi femminucce dobbiamo dormire più dei maschietti per stare bene: è la scienza che lo dice! Riporto qui di seguito la traduzione dell'articolo Why Women Need More Sleep Than Men? Here's A Proof! (Perché le donne hanno bisogno di dormire di più rispetto agli uomini? Ecco la prova!).
Sì, è vero! Le donne hanno bisogno di dormire di più rispetto agli uomini! Se stai pensando che tutti gli esseri umani dovrebbero avere un'uguale quantità di riposo, ti sbagli! Ecco le ragioni per cui le donne hanno bisogno di più sonno e naturalmente di più riposo.
L'ultima ricerca della Duke University afferma che le donne soffrono di più lo stress, sia mentale che fisico, rispetto agli uomini. Questo perché per natura usano il loro cervello più di quanto non facciano gli uomini, e non riescono a riposare a sufficienza, a tal punto che alla fine sviluppano un alto rischio di avere problemi psicologici, depressione e perfino disturbi cardiaci.
L'esperto del sonno Michael Breus ha condotto un esperimento sia su maschi sia su femmine, riguardo alla capacità di affrontare la stanchezza, e ha trovato risultati incredibilmente differenti. Egli ha affermato: «Abbiamo scoperto che le donne avevano una maggior depressione, le donne avevano una maggior rabbia, e le donne avevano una maggiore ostilità nelle prime ore del mattino».
Il suo esperimento dimostra che le donne consumano più energia mentale rispetto agli uomini, e per potersi rilassare hanno bisogno di dormire di più. Tuttavia, ad esempio, se un uomo si occupa di problemi complessi e impiega una parte maggiore del suo tempo a pensare, potrebbe anch'egli avere bisogno di dormire di più rispetto al solito.
Ricercatori provenienti da tutto il mondo hanno pubblicato molti articoli che mostrano la correlazione tra sonno e salute. La Case Western Reserve University ha pubblicato un documento sul sonno e l'invecchiamento cutaneo accelerato. Inoltre un sonno inadeguato determina un rischio più elevato di avere infarti, malattie, trombosi e problemi psichiatrici.
In media un adulto ha bisogno di 7-9 ore di sonno al giorno per mantenersi in salute, ma circa l'80% di essi non riesce a raggiungere questo obiettivo.
Segnalo un articolo de l'Espresso con alcuni consigli sui cibi che aiutano a dormire, e l'articolo 4 Secrets To Achieving The Deepest Sleep Possible (quattro segreti per raggiungere il sonno più profondo possibile) pubblicato su Educate Inspire Change.
In conclusione, come il mio tesoro sa già perfettamente... <3

«Se ami qualcuno, lascialo dormire» (via Whisper)
[Nota grammarnazi/puntac***ista: osservo che in questo caso il pronome personale they è stato usato al singolare per riferirsi al genere neutro; ne avevo già parlato qui]

giovedì 17 marzo 2016

L'ABC della fotografia... in tasca

Oggi l'infaticabile Timehop mi ha ricordato che esattamente un anno fa pubblicai uno dei miei ultimi post, forse l'ultimo in assoluto, sulla tecnica fotografica. Colgo l'occasione di quest'anniversario per decidermi una buona volta a ripescare dalle bozze e condividere un testo pronto da tempo, ma rimasto lì a "decantare". Neanche in questo caso si tratta di farina del mio sacco, bensì della traduzione del post Genialer Spickzettel für Fotografen als kostenloser Download (Geniale schedina per fotografi scaricabile gratuitamente) tratto da Fotoblog Hamburg... comunque spero che apprezzerai l'impegno che ci ho messo a tradurre – con l'aiuto di Google Translate, of course – dal tedesco, lingua nella quale da sola non so spingermi molto oltre gli elementari Danke e Auf Wiedersehen. ;-) Se sei appassionato di fotografia, sono certa che troverai utile la schedina in questione, che puoi vedere qui accanto in piccolo, e che puoi scaricare da qui in formato ottimizzato per la stampa.
Soprattutto i principianti della fotografia conoscono il problema: il rapporto tra diaframma, tempo di esposizione e ISO appare come un mistero complicato. Anche se si è capito come funziona, è un po' difficile ricordarselo "al volo" mentre si scatta.
Per semplificare le cose ai principianti e agli utenti un po' più avanzati, è stata sviluppata questa schedina (pagina di download). Essa dimostra in modo semplice l'effetto delle modifiche sui controlli della fotocamera. La schedina è ottimizzata per la stampa e ha le dimensioni di un biglietto da visita.
Nota: questo articolo ha semplicemente lo scopo di rinfrescare la memoria, e si rivolge ai principianti.
Apertura
Attraverso l'apertura si può influenzare l'immagine in maniera particolarmente creativa. Essa determina quanto è grande la profondità di campo. Abbinandola al controllo del diaframma si può realizzare, per esempio, una sfocatura dello sfondo. Questo effetto è spesso usato per i ritratti, e fornisce un'immagine di carattere professionale.
Inoltre con una grande apertura può passare molta luce attraverso la lente, in modo che i tempi di esposizione siano i più brevi possibili.
  • Grande apertura (ad esempio, f/1,4) = sfondo sfocato (piccola profondità di campo)
  • Piccola apertura (ad esempio, f/32) = sfondo nitido (grande profondità di campo)
Tempo di esposizione
Il tempo di esposizione è importante soprattutto quando si fotografano soggetti in rapido movimento. Un tempo breve può essere indispensabile per congelare l'azione nella fotografia sportiva. Con esposizioni più lunghe le vibrazioni della fotocamera possono rendere la foto mossa. Quindi di solito è preferibile un tempo di esposizione più breve.
  • Breve tempo di esposizione (ad esempio, 1/1000 di secondo) = soggetto a fuoco durante rapidi movimenti
  • Lungo tempo di esposizione (ad esempio, 1/2 secondo) = soggetto mosso durante rapidi movimenti
ISO
Attraverso il valore ISO viene specificata la sensibilità del sensore della fotocamera. Più alto è il valore, più sensibile è il sensore. Il risultato: tempi di esposizione più rapidi possibili. Tuttavia questo ha un prezzo. Una maggiore sensibilità rende i sensori delle fotocamere più inclini al rumore. Così alla fine nella foto si ha molto meno dettaglio e la dinamica è deteriorata. Pertanto si dovrebbe scegliere questo valore con cautela.
  • Bassa sensibilità ISO (ad esempio da 50 a 200) = nessun rumore o pochissimo rumore
  • Elevata sensibilità ISO (ad esempio da 1600 a 25600) = molto rumore
Raccomandazione: l'intensità del rumore dipende molto dalla fotocamera utilizzata. Con una nuova macchina fotografica prova tutti i livelli ISO per verificare a quale valore le foto sembrano buone. Alcune fotocamere iniziano a perdere colpi già a ISO 400, con altre il rumore è difficilmente rilevabile fino a ISO 3200 o superiore.
Relazione tra apertura, tempo di esposizione, ISO
Dopo aver chiarito l'effetto che i tre parametri – diaframma, tempo di esposizione e ISO – hanno su una foto, la cosa più importante è comprendere il rapporto tra questi valori. Per molti principianti questo non è affatto chiaro. Ma la relazione tra i parametri ha una grande influenza sul risultato: la foto.
Esempio: immaginiamo una foto correttamente esposta con un tempo di esposizione di 1/500, un'apertura di f/8 e una sensibilità di ISO 100. Se il tempo di esposizione viene ridotto alla metà (1/1000), ho bisogno di più luce sul sensore della fotocamera per ottenere la stessa esposizione. Ci sono due alternative: o l'otturatore può essere aperto di uno stop (a f/5.6), oppure la sensibilità può essere impostata a ISO 200. Quindi devi prendere una decisione: meno profondità di campo o più rumore.
Molti possessori di reflex amano i programmi automatici (come il ritratto, il paesaggio, ecc.). Questo è un peccato, perché non si impara a controllare i parametri. Se si capisce questo rapporto prima, si deve avere anche rispetto per il programma M (manuale), Av (priorità dei diaframmi), Tv (priorità dei tempi).
Suggerimento: la maggior parte dei fotografi preferisce la modalità Av per selezionare l'apertura. Il parametro restante si regola di conseguenza. La sensibilità ISO può essere impostata in modo indipendente sulla maggior parte delle macchine fotografiche o impostata su "Auto".
Download gratuito della schedina
La schedina è disponibile gratuitamente sotto forma di archivio ZIP che include i seguenti file:
  • Cheatcard.pdf – file PDF per stampare la schedina in un pratico formato biglietto da visita ritagliandola da un foglio A4
  • Cheatcard.jpg – file immagine da ingrandire o ridurre
  • Hinweise.txt – file di testo con le istruzioni e i diritti utente
Suggerimento: la cosa migliore è stampare su un pezzo di cartone (200 g/m²).
Domande e risposte
D: La schedina può essere utilizzata per workshop?
R: Sì, la schedina può essere utilizzata per workshop.
D: La schedina può essere utilizzata per seminari a pagamento?
R: Finché la schedina non viene modificata, può essere stampata e distribuita. Ciò vale indipendentemente dal fatto che l'evento sia a pagamento o meno.
D: Vorrei usare la schedina con il link al mio sito. Posso cambiarlo?
R: No, non è permessa alcuna modifica della carta. Se anche tu vuoi una schedina così per farti pubblicità, contattami. Cercheremo di trovare una soluzione.

mercoledì 16 marzo 2016

Quegli sguardi che dicono più di mille parole

Ogni tanto è bene ritagliarsi un po' di tempo per riflettere... Per questo torno oggi dopo mesi a condividere alcune citazioni tratte da Live Life Happy che trovo di grande ispirazione.
La vita è essenzialmente una ricerca senza fine nel tentativo di riempire quel vuoto che c'è dentro ognuno di noi.
La fiducia in te stesso non significa entrare in una stanza pensando di essere migliore di tutti: significa entrare e non doverti confrontare proprio con nessuno.
La maturità vuol dire saper chiedere scusa e ammettere di aver sbagliato, perché sai che i tuoi errori non ti definiscono.
Ogni dolore ti rende più forte, ogni tradimento più intelligente, ogni delusione più capace e ogni esperienza più saggio.
La persona che non ti stima ti sta tenendo lontano da quella che lo farà. Lasciala andare.
Infine c'è questa, che probabilmente apparirà priva di senso col passare del tempo, ma che a me adesso piace tanto...
Stai con qualcuno che ti guarda come Kate Winslet guarda Leonardo DiCaprio mentre lui riceve il suo Oscar.
La frase si riferisce all'ultima Notte degli Oscar, nella quale Leonardo DiCaprio ha finalmente potuto portare a casa l'agognata statuetta per The Revenant; alla quarta nomination come miglior attore protagonista – le precedenti le aveva ricevute per The Aviator (2005), Blood Diamond (2007) e The Wolf of Wall Street (2014) – si potrebbe quasi considerare un Oscar alla carriera, ma vabbè. Le telecamere che inquadravano il pubblico del Dolby Theatre hanno indugiato sul volto trepidante di Kate Winslet, Oscar 2009 per l'intenso The Reader, la quale ha lavorato con DiCaprio nel kolossal campione d'incassi Titanic (1997) e poi in Revolutionary Road (2008). I due sono amici di lunga data, a tal punto che è stato Leo ad accompagnare Kate all'altare in occasione del suo terzo matrimonio con Ned Rocknroll (sì, adesso si chiama proprio così). L'amore inteso in senso passionale e il voler bene, ossia provare affetto e stima, a volte vanno a braccetto, altre volte no, come ci insegna Catullo che Lesbia non riusciva a smettere di amarla, ma senza più volerle bene a causa delle sue infedeltà... Nel caso di Leo e Kate, invece, che i due siano o meno andati mai oltre l'amicizia da quando si conoscono, quel che è certo è che adesso si vogliono un gran bene. L'espressione di lei, visibilmente emozionata nel momento cruciale, dice tutto...


Ma quanto è indescrivibilmente meraviglioso vedersi rivolgere uno sguardo così?! <3

martedì 15 marzo 2016

Quando il male si nasconde dove meno te lo aspetti

Due settimane fa sono andata al cinema a vedere il film fresco di premio Oscar Il caso Spotlight, in lingua originale semplicemente Spotlight (sì, lo so che c'è di peggio... ma siamo pur sempre alle prese con l'ennesimo titolo italiano inadeguato: Spotlight, in inglese riflettore, non era affatto un "caso", bensì il nome di una squadra di giornalisti del quotidiano Boston Globe al lavoro su inchieste particolarmente scottanti). Il resoconto di Enrico Sola, che ho già condiviso sul mio Tumblr, avrei potuto scriverlo io, se solo ne fossi stata in grado: «un film così freddo e puntuale, con la sua inoppugnabilità, ha la capacità di scatenarmi la rabbia molto più del più accalorato cinema retorico/militante». In effetti, man mano che andavo avanti nella visione, dentro di me era tutto un crescendo di indignazione, culminata poi sul finale quando ho scoperto che l'arcivescovo di Boston Bernard Law, dopo essersi dovuto dimettere per non aver denunciato pubblicamente i sacerdoti pedofili, mica è stato mandato a fare il cappellano in una prigione siberiana, no: è divenuto arciprete di una delle chiese più importanti d'Italia e del mondo, la Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma.
Davanti a un film del genere, la prima cosa che un buon cattolico dovrebbe fare sarebbe riflettere in silenzio... ma evidentemente non si può pretendere tanto da Mario Adinolfi, il quale non si è infatti saputo trattenere dall'insinuare che Spotlight abbia vinto l'Oscar solo perché attacca la Chiesa. Ma Leonardo a distanza ha ribattuto che stiamo parlando di «un film dove non si vede mai un solo prete toccare un bambino; un film così poco controverso che persino la diocesi di Boston, che fu devastata dallo scandalo, ne consiglia la visione ai suoi sacerdoti».
Oggi ho letto sul quotidiano locale Il Centro che un parroco di Villa Raspa di Spoltore, il quarantatreenne don Vito Cantò, è stato condannato – l'8 giugno scorso, ma la notizia è stata resa nota soltanto adesso – per violenze su un ragazzino; la sentenza non è stata emessa dalla giustizia ordinaria bensì dal tribunale ecclesiastico, ragion per cui il prete non sconterà i cinque anni di pena in galera, bensì in un monastero di Roma destinato ai «sacerdoti che si trovano in particolari difficoltà», con l'obbligo di seguire un percorso psicoterapeutico e la sospensione dal ministero sacerdotale per tre anni; per tutta la vita non potrà più svolgere alcuna attività parrocchiale a contatto con i minorenni... e questo mi sembra veramente, ma veramente il minimo. In parallelo comunque è stato avviato a suo carico anche un processo penale, che è tuttora in corso.
Mi è stato raccontato un tristissimo retroscena di questa dolorosa vicenda: dopo aver scoperto gli abusi che il ragazzino aveva dovuto subire da una persona nella quale i genitori riponevano la massima fiducia – di norma da un prete ci si aspetta che faccia solo del bene per vocazione, a maggior ragione se si è devoti come lo era questa famiglia – suo padre non ha retto al dispiacere ed è morto di crepacuore all'età di appena quarantacinque anni o giù di lì.
E niente, non ho più parole... solo parolacce! :'-(

lunedì 14 marzo 2016

Giocando col pi greco

Si celebra oggi il giorno del pi greco, ricorrenza annuale dedicata al "magico numerino" che moltiplicato per il diametro dà la lunghezza della circonferenza, e moltiplicato per il quadrato del raggio dà l'area del cerchio, come tutti quanti dovremmo sapere fin dai tempi delle elementari. Poi, andando avanti negli studi, la sottoscritta il pi greco se l'è ritrovato fra i piedi nei contesti più impensati. Ho memorizzato senza problemi fino all'ottava cifra dopo la virgola (3,14159265) – ma sono una pivellina rispetto a fenomeni come questi – mentre la maggior parte delle persone si ferma alla seconda... e l'approssimazione 3,14 è appunto il motivo per cui il giorno del pi greco si festeggia oggi: la data odierna, 14 marzo, si scrive 3/14, perlomeno negli Stati Uniti, in Canada e anche in Gran Bretagna, dove si è soliti anteporre il mese al giorno. E dalle nostre parti?


«Felice giorno del pi greco. Falso. Non c'è nessun "giorno del pi greco" in Europa, solo un 14/3»... ma io voglio fa' l'americana! ;-)
Alex Bellos fa notare che quest'anno la ricorrenza è particolarmente speciale, in quanto qualcosa del genere si verifica solo una volta ogni secolo. Oggi infatti si può parlare di Giorno del Pi Greco Arrotondato: il mese, il giorno e le ultime due cifre dell'anno danno luogo a 3,1416, ovvero a pi greco arrotondato alla quarta cifra decimale (siccome la cifra successiva è un 9, si ha un arrotondamento per eccesso).


«Felice giorno del pi greco a chi crede di essere intelligente perché sa che è il giorno del pi greco».


«Il giorno del pi greco è la ricorrenza perfetta da festeggiare con gli amici che non hai perché festeggi il giorno del pi greco». :-D


«Non sono sicuro se festeggiare il giorno del pi greco oppure l'anniversario della nascita di Albert Einstein».


«Qualunque cosa tu faccia, non parlare con quel tizio. Andrà avanti per sempre. Pi greco è il numero più solitario».


«3,14159265358... Vieni subito qua!». «Devo andare. Mia mamma usa il mio nome completo solamente quando sono nei guai seri».
Usare le ultime quattro cifre di pi greco come PIN sembrerebbe una scelta a prova di bomba...


... peccato che, siccome pi greco ha infinite cifre dopo la virgola, non abbia senso cercare di individuare le ultime. Nessuno può riuscirci, tranne ovviamente Chuck Norris! ;-)


Pi greco va assieme alla moglie dal consulente matrimoniale...


«Lui è irrazionale e va avanti e avanti». :-)


«Caro pi greco, anche se sei sempre stato una costante nella mia vita, temo di non poter più stare con qualcuno così irrazionale».


«L'amore è come il pi greco... Naturale, irrazionale e molto importante».
A proposito di (ir)razionalità, al battibecco tra pi greco e l'unità immaginaria, che conoscevo già...


... ho scoperto che si è unito anche il numero di Nepero, per gli amici e! :-)


L'automobile ideale per un ingegnere! :-)


Ecco lo schema perfetto per gli appassionati del pi greco e del sudoku...


Se il conto al ristorante è di 26,86 dollari, paghi 30 dollari e lasci il resto come mancia... a quanto ammonta la mancia?


Infine, ecco alcuni jokes, almeno in parte intraducibili, che giocano sul fatto che pi (il pi greco in inglese) si pronuncia /paɪ/, proprio come pie (torta).
Leggendo 3.14 – in molti Paesi si usa il punto come separatore decimale – come se fosse riflesso in uno specchio, viene fuori qualcosa di molto simile a PIE. Solo una deliziosa coincidenza? ;-)



«Troppa torta ti dà una grossa circonferenza».


«Troppa torta fa aumentare il mio raggio».


«Mi spiace che le tue orribili capacità matematiche ti abbiano condotto a credere che il giorno del pi greco fosse in realtà un giorno in cui abbuffarti di torta».


«Ho mangiato della torta» – I (unità immaginaria) ate (eight = 8) some (sum = sommatoria) pie – «ed era deliziosa!».


«Passa al lato nerd... abbiamo della torta!».
Pi e pie a confronto...


In conclusione, torno seria condividendo un'infografica abbastanza rigorosa sulle proprietà del pi greco (clicca per ingrandire).


[Tutte le immagini incluse in questo post le ho trovate cercando pi jokes con Google Immagini]