martedì 31 gennaio 2023

Stranezze "ammeregane"

Casualmente – e stranamente, visto che alla fine dell'anno mancano ancora undici mesi esatti – mi sono imbattuta in un paio di immagini che fanno notare che, wow!, l'ultimo giorno del 2023 sarà 123123.


Questo comunque è valido solamente se si scrive la data come MMGGAA, cosa che trovo alquanto sgradevole (e che almeno una volta mi ha anche causato problemi sul lavoro per via di un equivoco). Sì, ma chi è che lo fa?

Terrible Maps ha pubblicato «Una mappa esauriente di tutti i paesi che utilizzano il formato di data MMGGAAAA»: in pratica soltanto il minuscolo Belize va appresso agli Stati Uniti d'America.

Qualcosa mi dice che i due memi siano stati creati negli USA, autoproclamatisi "centro del mondo"! ;-)

domenica 29 gennaio 2023

Come fare della sana ironia sul mondo del lavoro

LinkedIn è un social network dedicato allo sviluppo di contatti professionali, ma questo non vuol dire che l'approccio debba essere necessariamente "ingessato" e non sia possibile fornire utili spunti di riflessione con tono leggero e accattivante. Un profilo esemplare in tal senso è quello di Luca Altimani, "Copywriter | Ex Admin Commenti Memorabili | CEO & Founder di niente | Forbes Top 100 persone meno influenti del mondo"; puoi trovare qui una sua intervista.

Riporto qui di seguito un paio di fulminanti "perle di saggezza" da lui condivise...


... e il testo di alcuni suoi post.

Primo...

IL TRADUTTORE LINKEDIN -> ITALIANO ⬇️
  1. SIAMO UNA GRANDE FAMIGLIA
    Sì, molto probabilmente dovrai lavorare anche di domenica
  2. SIAMO LEADER DEL SETTORE
    Non ci conoscono nemmeno i dipendenti che lavorano per noi
  3. FORTE RESISTENZA ALLO STRESS
    Siamo incapaci di organizzare il lavoro in modo intelligente e lo pagherai a tue spese
  4. IL LAVORO SI SVOLGERÀ ESCLUSIVAMENTE NELLA NOSTRA SEDE
    Il capo ha manie di controllo legate a problemi d’infanzia irrisolti e vuole sentirsi un Re nel suo piccolo castello
  5. HA INTENZIONE DI FARE FAMIGLIA?
    La sua passione per la riproduzione potrebbe crearci un danno, quindi stiamo cercando automi e non esseri umani
  6. A BREVE AVRÀ UN AUMENTO…
    …del carico di lavoro.

... secondo...

IL DIZIONARIO DI LINKEDIN ⬇️
  • RETRIBUZIONE
    Quella cosa che devi intuire senza azzardarti a chiedere
  • BRAINSTORMING
    Ragionare in 10 su un’idea che poi ti verrà in mente quando sei da solo
  • CALL
    Sequestro di persona che va da 15 minuti a 3 ore
  • LEADER GENTILE
    Colui che ti licenzia comunque, ma con modi molto umani
  • MINDSET
    Boh, ma il tuo sarà sempre e comunque sbagliato.
  • FUNNEL
    Quando Jovanotti entra in galleria
  • "LEADER DEL MIO CAMPO"
    Contadino che è anche CEO presso se stesso
  • AZIENDA LEADER DEL SETTORE
    Azienda che se lo fosse davvero non avrebbe bisogno di dirlo
  • BUSINESS "SCALABILE"
    Vendere panini sull’Everest
  • SMART WORKING
    Lavorare privandoti di cose bellissime tipo alzarti alle 5 e rimanere imbottigliato nel traffico
  • MENTOR
    Generatore automatico di frasi motivazionali
  • GREAT RESIGNATION
    Il momento in cui capisci che vendere l'anima all'azienda sbagliata in cambio di sicurezza ti tormenterebbe a vita

... e terzo.

SE I COLLOQUI FOSSERO ONESTI ⬇️
  1. CONOSCE LA NOSTRA AZIENDA?
    No, ho mandato 247 CV e siete gli unici che mi hanno risposto.
  2. COSA LA APPASSIONA DI QUESTA POSIZIONE?
    Adoro inserire nello stomaco del cibo solido per protrarre la mia esistenza il più possibile.
  3. DOVE SI VEDE TRA 5 ANNI?
    Mi scusi un attimo che consulto la sfera di cristallo e le faccio sapere.
  4. COSA LA DISTINGUE DAGLI ALTRI CANDIDATI?
    Non saprei, non li conosco.
  5. COME SI È CONCLUSA LA SUA ESPERIENZA PRECEDENTE?
    Sono uscito dall'ufficio sbattendo la porta e insultando pure le piante in sanscrito antico.
  6. COME MAI VEDO UN BUCO NEL CV?
    Mi è caduta la sigaretta sopra.
  7. HA INTENZIONE DI FARE FAMIGLIA?
    Certo che no, la società odierna mi ha indotto a pensare che l’unico vero scopo nella vita sia fare carriera e coltivare il mio ego.

Restando in argomento, ma con un approccio meno sbarazzino, riporto il testo di un post pubblicato da Michele Sciabarrà.

Guida pratica alla lettura di un job post
  • Se non viene citata la RAL, vuol dire che vi vogliono pagare il meno possibile. Ma questo è standard, in italia.
  • Se la retribuzione sarà commisurata all'esperienza, vi chiederanno la vostra RAL attuale, se non addirittura l'ultima busta paga e vi offriranno il 5% in più.
  • Se cercano un Junior, vogliono un senior ma vogliono pagarlo allo stipendio entry level.
  • Se elencano una serie infinita di skill, è perché non sanno bene cosa gli serve e quindi chiedono di tutto, sperando di portare a casa il più possibile al minor prezzo.
  • Se offrono smart-working senza specificare quanto, dovrete andare in ufficio tutti i giorni e chiedere il permesso per ogni giorno in cui lavorate da casa.
  • Se chiedono resistenza allo stress, il lavoro è organizzato da cani e sarete sempre sotto stress.
  • Se sono leader di settore, si sono inventati un settore in cui sono leader, perché non lo sono in nessun altro.
  • Se l'azienda è giovane e dinamica, è gestita da degli scappati di casa.
  • Se è una realtà sfidante, è in realtà disorganizzata e pasticciona.
  • Se vi chiedono di mettervi in gioco, vuol dire che vogliono accollarvi tutte le rogne tecniche e farvi risolvere dei problemi, sostanzialmente trattandovi da co-founder ma senza darvi partecipazioni, solo pagandovi uno stipendio. Basso ovviamente.
  • Se c'è il tavolo da ping pong, è sempre in un angolino e usato per appoggiarvi scartoffie, e nessuno lo ha mai usato davvero (e guai a farlo).
  • Se cercano un full-stack, gli servono 3 persone e ne vogliono pagare una sola e caricarlo con tutto il lavoro.
  • Se blaterano di Java/Angular/Kubernetes, benvenuti nel peggior inferno enterprise in cui vedrete poco di Java o Angular o Kubernetes ma molto caos.
  • Se l'ambiente è stimolante, lavorerete con tecnologie obsolete nel paleolitico.
  • Se il lavoro è "presso clienti" è body-rental, ovvero l'equivalente informatico del raccoglitore di pomodori procacciato dai caporali.

sabato 28 gennaio 2023

La cometa di Neanderthal

Stasera ti propongo l'Astronomy Picture of the Day scattata da Dan Bartlett e pubblicata ieri con il titolo Comet ZTF: Orbital Plane Crossing (Cometa ZTF: Attraversamento del piano orbitale).

Ecco la traduzione della relativa spiegazione.

L'attuale beniamina della notte del nord, la cometa C/2022 E3 ZTF, è immortalata in questa immagine telescopica da una posizione del cielo scuro a June Lake, California, USA. Ovviamente la cometa ZTF è diventata più luminosa negli ultimi giorni, diretta verso il suo avvicinamento più prossimo alla Terra il 1° febbraio. Ma questa vista è stata registrata il 23 gennaio, molto vicino al momento in cui il pianeta Terra ha attraversato il piano orbitale della cometa di lungo periodo ZTF. L'ampia coda di polvere biancastra della cometa è ancora curva e si apre a ventaglio lontano dal Sole mentre la cometa ZTF percorre la sua orbita. A causa della prospettiva vicino all'attraversamento del piano orbitale, i componenti della coda di polvere a ventaglio appaiono su entrambi i lati della chioma colorata di verde della cometa, per conferire alla cometa ZTF un'anti-coda visivamente impressionante (a sinistra). Colpita dall'attività solare, anche la coda di ioni più stretta della cometa si allontana dalla chioma diagonalmente verso destra, attraverso il campo visivo ampio quasi tre gradi.

Alcune annotazioni conclusive:

  • ZTF è l'acronimo di Zwicky Transient Facility, l'indagine astronomica osservativa del cielo ad ampio campo che ha condotto anche alla scoperta di C/2022 E3 ZTF, e che è intitolata all'astronomo svizzero teorico della materia oscura Fritz Zwicky.
  • Della cometa in questione, soprannominata "cometa di Neanderthal" dato che l'ultimo suo perielio è avvenuto quando sulla Terra camminava l'uomo di Neanderthal, hanno parlato Emanuele Menietti e Beatrice Mautino nel corso dell'episodio uscito ieri del (consigliatissimo) podcast de Il Post intitolato Ci vuole una scienza.
  • Meteo permettendo mi piacerebbe proprio riuscire a vederla, magari avvalendomi dell'aiuto della fantastica app Stellarium, ma "siccome che sono cecata" (cit.) e non ho a disposizione né un binocolo né tantomeno un telescopio, non ci spero più di tanto... :-/

venerdì 27 gennaio 2023

Quando la classe diventa ingovernabile

Notizia dell'ottobre scorso: in una classe prima di un istituto tecnico di Rovigo alcuni alunni hanno sparato pallini di gomma con una pistola ad aria compressa – che di certo non è letale, ma immagino faccia un male cane, all'anima ancor più che al corpo – contro la professoressa di scienze durante l'ora di lezione, riprendendo tutto con il cellulare e postando la "prodezza" in chat. Ai miei tempi – e non sto parlando di un secolo fa, l'esame di maturità l'ho sostenuto nel 1995 – una roba del genere sarebbe stata inimmaginabile, non soltanto perché i videofonini erano ancora un miraggio e se anche fossero esistiti magari la gente avrebbe avuto il buon senso di non utilizzarli per immortalare momenti dei quali c'è solo da vergognarsi, ma anche perché i ragazzi non si sarebbero azzardati a tanto, ben sapendo di rischiare una severa punizione soprattutto da parte dei genitori. In questo caso, al contrario, la famiglia di uno dei giovani coinvolti ha presentato un ricorso interno alla scuola, e il provvedimento di sospensione nei confronti dei responsabili è stato annullato.

L'altro giorno la comica Luciana Littizzetto, che come non tutti sanno prima di dedicarsi a tempo pieno mondo dello spettacolo aveva svolto per anni un mestiere tanto importante quanto delicato e difficile, quello appunto dell'insegnante, nel corso di una trasmissione radiofonica ha fatto un'affermazione a dir poco controversa:

Certo, il gesto che è stato fatto è assurdo e violento, però questa gestione non so se è stata utile o non inutile. Non so, questa situazione mi ha fatto riflettere su quanto siano cambiati i tempi in parte da quando insegnavo io. Io ho insegnato per nove anni. Durante questi anni di insegnamento, in una scuola periferica di Torino, nessuno mi ha mai sparato. Però è vero che c’erano delle classi che erano particolarmente turbolenti, tiravano anche gessetti. Ma non ho mai pensato di convocare, denunciare, scrivere ai giornali. Era una faccenda mia personale e della scuola e mi dicevo ‘o imparo a gestire le classi difficili con le mie forze o è meglio che cambi mestiere’. Poi l’ho cambiato perché mi piacevano altre cose, ma devi imparare ad avere a che fare con questi energumeni.

Qualcosa di non troppo dissimile dal "se l'è cercata" che perseguita molte donne vittime di stupro e molestie. Addirittura mi tocca dare ragione a Matteo Salvini che l'ha criticata, e questo a "Lucianina" non potrò mai perdonarlo! ;-) Luciana, ascoltami, ecco un consiglio spassionato: se non ti viene in mente nulla di valido da dire su una questione di attualità, cosa che da anni ti capita sempre più spesso, è meglio il silenzio.

Comunque le parole definitive su questa vicenda le ha pronunciate Viola Ardone, insegnante e scrittrice napoletana, autrice de Il treno dei bambini. Poiché l'articolo de La Stampa che le riporta integralmente è dietro paywall, ecco la sintesi fatta da Lorenzo Tosa.

Tra noi docenti per dire che uno ci sa fare con i ragazzi usiamo quest'espressione: ‘Sa tenere la classe’. Chi sa tenere la classe è come un capitano scaltro che conosce i venti e regola le vele per portare ogni giorno di ogni quadrimestre di ogni anno la nave in porto, possibilmente con tutti i passeggeri a bordo (…)
Il fatto è che però governare la nave diventa sempre più difficile di anno in anno. Forse perché quella barca si sta facendo un po' troppo affollata: non ci siamo solo noi e loro a condividere lo spazio e il tempo della lezione, ma anche altre presenze immateriali ma non per questo meno invadenti. Ci sono i genitori, ad esempio, che qualche volta si ergono a difensori strenui dei loro figli anche quando sono indifendibili. E poi i telefonini, che come moderne Sirene di Ulisse minano continuamente l'attenzione, confondono la rotta e rendono incerta la navigazione. E infine c'è una certa idea dell'insegnante che è quel povero diavolo pagato pochi spiccioli e che in cambio si gode tre mesi di vacanza e fa un lavoro che in fondo sapremmo fare tutti. Poco più di un bersaglio da tirassegno, messo nel baraccone che è la scuola a destreggiarsi tra le mille emergenze quotidiane per l'intrattenimento dei ragazzi.
E credo che, tra tutti, sia questo il colpo più doloroso. Quello di una professione sempre più misconosciuta, sempre più bersagliata, e non solamente dagli alunni.

giovedì 26 gennaio 2023

Cosa vorrei/dovrei fare nella vita?

Stamattina il Calendario Filosofico mi ha proposto questo pensiero...

Il peggior tradimento che potete fare a voi stessi è non fare ciò per cui vi brillano gli occhi.

[La domanda mi è venuta spontanea: quali sono davvero le cose per cui mi brillano gli occhi?]

... e stasera, al termine dell'ennesima giornata lavorativa a dir poco stressante, ho scoperto il video di Io non lavoro più, singolo di Frank Gramuglia, "storyteller, scrittore e tiktoker" – così si definisce – esploso come fenomeno virale negli ultimi giorni (perlomeno, io non l'avevo neanche mai sentito nominare fino all'altroieri). L'universo sta forse cercando di dirmi qualcosa? ;-)

🎶Io non lavoro più, uh-uh, uh-uh
Questa è una schiavitù, uh-uh, uh-uh
Sono anni che mi sbatto
Mi fate uscire pazzo
Da oggi lavori tu, uh-uh, uh-uh🎶

Seh, magari... meglio se vado a dormire, ché la sveglia come al solito suonerà alle sei e mezza. Meno male che domani è venerdì, e per due giorni niente sbatti... :-)

mercoledì 25 gennaio 2023

La Sicilia vista dallo spazio

Questa sera condivido due foto della Sicilia vista dallo spazio.

Ecco lo stretto di Messina visto dalla Stazione Spaziale Internazionale, pubblicato sulla pagina Nuovi Mondi - Astronomia e Scienza.

E una visione più ampia della regione, con tanto di notevole sbuffo di "fumo" dall'Etna, pubblicata su Travel Sicily. Questa pagina è talmente affascinante da avermi fatto venire una gran voglia di tornare presto nella mia regione d'origine per parte di padre, che non visito da troppo tempo e della quale conosco solo una minima parte del messinese, ed esplorarla per bene insieme al mio amore... <3

martedì 24 gennaio 2023

Si stava meglio quando si stava peggio?

Stasera prendo spunto dalla photogallery pubblicata da Ciccio Rigoli sui social, tra cui Instagram, perché mi ci sono riconosciuta in gran parte.

Servizi che dovrebbero aiutarmi e invece sembrano mia madre:
  1. Alexa che risponde in tono passivo aggressivo o non risponde proprio perché si vede che sta pensando ad altro
    [A me più che altro capita che Alexa palesemente non capisca proprio quello che le chiedo, a volte sembra un po' stupidotta e l'impazienza mi porta ad alzare la voce con lei, ma poi mi pento subito perché le voglio bene, è cara e gentile, NdC]
  2. Il telefono che mi dice di abbassare il volume perché se è troppo alto può farmi male alle orecchie. Ma ho quarant'anni, avrò il diritto di ascoltare al volume che voglio?
    [A me succede sempre, SEMPRE col tablet, che uso per guardare offline i video scaricati da YouTube e simili. Sì, lo streaming è troppo evoluto per me, NdC]
  3. Amazon che in omaggio per aver comprato il vino online mi manda due lattine di birra analcolica. Bravi, bella profilazione del cliente
    [Anche se sono una cliente abbastanza fedele, Amazon non mi ha mai mandato nulla in omaggio, dovrei forse risentirmi? NdC]
  4. Spotify che gli chiedi una canzone e ti mette quella che vuole lei, o mette sempre le stesse
    [Il nervoso quando, dopo che ho finito di ascoltare l'ultimo episodio di un podcast, parte la playlist delle hit del momento. In genere trap demm***a, NdC]
  5. La televisione che dopo 3 ore si spegne da sola perché pensa tu sia morto e allora tanto vale risparmiare
    [Una volta mi è capitato col lettore DVD mentre lo usavo per registrare la serata finale del Festival di Sanremo, come ho fatto ogni anno per anni dal lontano 1990. Ormai si scaricano da RaiPlay, ma... vedi punto 2, NdC]
  6. Le cuffie bluetooth che si connettono, si disconnettono, si spengono, e allora fate come ca**o vi pare
    [A me è capitato che delle mie cuffie bluetooth si scaricasse la batteria, e così adesso le uso col cavo audio. OK boomer, NdC]
  7. Google Meet che decide che c'è poca linea anche se hai la fibra e fa sembrare le call delle chiamate con la Stazione Spaziale Internazionale nel 2003
    [Mai usato Google Meet, ch'io ricordi. Ma qualche problemino di connessione, con Teams o Zoom, in effetti ce l'ho avuto, NdC]
  8. Il segnalatore di parcheggio che comincia a suonare tre ore prima del muro. Ah, e le cinture che se non le allacci entro tre secondi cominciano a bestemmiare
    [Il sensore di parcheggio è l'unico optional che ho fatto installare in un secondo momento sulla mia cara vecchia Opel Corsa del 2008. In effetti qualche falso allarme lo dà, ma non ho dubbi sul fatto che sia stato un ottimo acquisto. Quanto alle cinture non mi creano problemi, dal momento che quasi mai metto in moto prima di averle allacciate, NdC]
Sto rimpiangendo il 1997.
[Quello un po' sì, anch'io... non foss'altro perché era l'anno a cavallo fra il primo e il secondo anno di Ingegneria, ed ero piena di speranze e beatamente ignara del futuro, NdC]

lunedì 23 gennaio 2023

Ma vadalà!

Merita una segnalazione, sia pur in negativo, l'iniziativa di Stefania Vadala’ Eventi e la sua Maison degli Eventi che a Rho organizza una "scuola di principesse": la prima in Italia, me cojoni! (Si vede proprio che non potrei mai essere una principessa ;-) )

Il corso, che prevede una lezione alla settimana per tre mesi con rilascio nientepopodimenoché di attestato finale ed è aperto alle bambine dai 6 ai 9 anni (la titolare ha assicurato che possono iscriversi anche i maschietti, ma quanti saranno i genitori con la mente così aperta da accettare di accompagnare il figliolo a lezione per diventare "principessa"?), prevede le seguenti "materie":

  • Galateo (mio papà era indiscutibilmente "màsculo", e pure di origini abbastanza umili, eppure al galateo ci teneva moltissimo)
  • Portamento (questa è l'unica cosa di cui potrei avere "un pochino" bisogno, ma ne ho fatto a meno finora e continuerò a farlo)
  • Camminata con i tacchi (dai 6 ai 9 anni!)
  • Bon ton
  • Dizione (spero almeno che insegnino a non usare tutte quelle odiose "e" aperte – il sacchètto, la fabbrichètta – che imperversano qua in Lombardia)
  • Trucco (dai 6 ai 9 anni, ripeto!!!) e acconciatura

Travolta dalle polemiche, l'ideatrice ha tentato di metterci una pezza che però a me è sembrata peggiore del buco:

Questo “corso” nasce per infondere autostima, per capire che non serve un cerone in faccia ma basta un lucidalabbra se si vuole.
Nessuno dovrebbe mai sentirsi giudicata per quello che magari è un suo sogno nel cassetto, ci sono bimbe che passano ore a truccarsi, travestirsi, mettersi ciocche finte, perché non farlo in compagnia? Essere femminili non è da maschilista, essere libere di fare un “corso” che vuole aumentare un autostima sana di se stessi non è sbagliato!

Un'autostima fondata esclusivamente sull'esteriorità, insomma: credo che questa trovata si commenti da sé, e a me, che la mia fragile autostima cerco da sempre di costruirmela sulla base di valori ben più solidi e profondi, tutto ciò fa abbastanza impressione.

domenica 22 gennaio 2023

Ma che freddo fa?!

Stamattina una mia "facciamica" bolognese piuttosto freddolosa si lamentava delle temperature di questi giorni, che in effetti dopo un autunno e un inizio d'inverno particolarmente mite sono scese parecchio un po' ovunque; nulla di anomalo rispetto alle medie di questo periodo, comunque. Qualcuno le ha lanciato una frecciata sui cambiamenti climatici e su Greta Thunberg, e lei ha reagito inferocita, rivendicando di essere molto attenta al consumo consapevole e alla riduzione dell'impronta ecologica, il che non le toglie il diritto a lamentarsi del freddo che la fa proprio star male fisicamente.

Vista la sua suscettibilità, ho evitato di intervenire. Io al contrario di lei soffro tantissimo il caldo, che l'anno scorso è durato almeno da maggio a settembre inoltrato. E quando fa caldo non puoi far altro che bere molta acqua, evitare di uscire nelle ore più calde – classici consigli per anziani telespettatori di Studio Aperto ;-) – e indossare indumenti più leggeri possibile. Ma si arriva al punto in cui anche la pelle, mi strapperei di dosso, quando non ce la faccio più! Invece d'inverno, se fa proprio tanto, ma tanto freddo, non devo far altro che aggiungere strati al mio abbigliamento finché non raggiungo una condizione confortevole. Ma vabbè, non essendo freddolosa non posso capire il dramma di chi lo è!

A proposito di cambiamenti climatici, ricordo che il freddo di questi giorni non dimostra affatto che il riscaldamento globale è tutta una finzione, e condivido un esercizietto trovato sul sito Finxter, il quale è una delle risorse più utili alle quali sto facendo ricorso per imparare a programmare in Python.

# Logic Statements
A = True # Temperatures are high
B = True # Arctic ice is melting
C = True # Sea levels are rising
D = False # All regions become hot

def follows(A,B):
    """ Returns True if 'A -> B'
    in words: 'B follows from A' """
    return not A or B

# Do we have a climate change?
climate_change = follows(follows(A,B),C)
if not D:
    print(climate_change)
else:
    print(D)

Se non riesci a indovinare l'output del codice, clicca sul pulsante View the result (quello col simbolo di Play) nell'interprete Python "embeddato" qui sopra, oppure leggi la spiegazione che segue.

Questo quesito mostra l'utilizzo di base degli operatori logici booleani in Python. La logica booleana è fondamentale per programmare. Prova a trovare un progetto di codice del mondo reale che non utilizzi la logica booleana. Sicuramente non ci riuscirai. Quindi, per diventare un maestro del codice, devi prima padroneggiare la logica booleana.
Definiamo quattro variabili con varie assegnazioni booleane.
Ciascuna variabile booleana può essere 'True' (vera) o 'False' (falsa).
Considera due variabili logiche A e B. Devi capire tre concetti.
  1. L'espressione 'A and B' è True se e solo se entrambe le variabili A e B sono True.
  2. L'espressione 'A or B' è True se e solo se almeno una variabile è True.
  3. L'espressione 'not A' è True se e solo se A è False.
Nel quesito definiamo la nostra funzione follows che prende due argomenti A e B e restituisce 'A -> B'. In parole: 'La conseguenza B segue dalla premessa A'. Puoi dedurre qualsiasi cosa da una premessa sbagliata. Quindi, 'A -> B' è True se A è False. Puoi dedurre solo affermazioni vere da una premessa vera. Quindi, 'A -> B' è True se B è True.
Il risultato della nostra chiamata nidificata della funzione follows è True: '(A -> B) -> C' è True poiché tutte e tre le variabili sono True. Dopo aver superato la condizione if, possiamo affermare che il cambiamento climatico sta effettivamente avvenendo.

sabato 21 gennaio 2023

Missione zero alcol

Questa sera ritorno su un argomento del quale mi sono già occupata quasi un anno fa, ricollegandomi all'intervista rilasciata al Corriere del Veneto da Antonella Viola, biologa, ricercatrice e docente all'Università di Padova. La dottoressa approva la scelta dell'Irlanda di equiparare alcol e sigarette e di inserire nell'etichetta degli alcolici gli avvertimenti sui danni alla salute

Perché bisogna far sapere che l’alcol è incluso nella lista delle sostanze cancerogene di tipo 1, come amianto e benzene. È chiaro il legame tra il consumo di alcol, e non solo l’abuso, e i tumori al seno, del colon-retto, al fegato, all’esofago, a bocca e gola. Le donne che bevono uno o due bicchieri di vino al giorno hanno un rischio aumentato del 27% di sviluppare il cancro alla mammella. [...]
Non c’è una dose sicura. Come per le sigarette la dose sicura è zero. Noi siamo abituati a pensare che a far male sia l’abuso di alcol, ma l’effetto cancerogeno si sviluppa anche con un uso moderato. Può indurre alterazioni metaboliche che si riflettono a livello cardiochirurgico e causare seri danni all’intestino. [...]
Studi recenti hanno analizzato le componenti della struttura cerebrale, dimostrando che uno o due bicchieri di vino al giorno possono alterarle. Insomma, chi beve ha il cervello più piccolo. [...]
Bisogna rendere consapevoli i cittadini dei rischi collegati all’alcol, come è stato fatto per il fumo, lasciando poi a loro la scelta di bere o meno. La gente deve conoscere gli effetti del consumo di alcol sulla salute, per poi decidere responsabilmente.

Ammesso che una norma come quella irlandese passi anche in Italia – ma ne dubito fortemente – non credo che sortirà effetti significativi sul consumo di alcolici. Riguardo al fumo, credo che assai più delle scritte "Il fumo uccide" sui pacchetti di sigarette sia stata determinante la legge Sirchia, una delle poche cose buone prodotte dai governi Berlusconi, che di fatto ha impedito alla gente di fumare nei luoghi pubblici al chiuso affumicando il prossimo; non potendo più fumare dove volevano e dovendo tenere per forza a bada il vizio, molte persone hanno preferito smettere del tutto. Ma un simile disincentivo per l'alcol non è attuabile, perché alzare il gomito di per sé non nuoce al prossimo, a meno che non ci si metta alla guida in stato di ebbrezza – il che è già vietato dalla legge – provocando un incidente; temo che quasi tutti continueranno a bere esattamente come prima, disinteressandosi delle possibili conseguenze sulla propria salute, che sembrano sempre così remote... finché non ti capitano fra capo e collo.

La posizione di Antonella Viola è stata appoggiata dalla dottoressa Alice Rotelli, medico specializzato in chirurgia vascolare e divulgatore scientifico che consiglio senz'altro di seguire, mentre l'infettivologo Matteo Bassetti, che con la pandemia ha conquistato una popolarità tale da poter dare libero sfogo a un certo narcisismo, ha preso spunto da una dichiarazione non proprio inattaccabile rilasciata dalla dottoressa Viola nell'intervista – «Bevo raramente, solo in occasioni particolari. Per esempio se ceno in un ristorante stellato, se festeggio un compleanno o una ricorrenza importante. Per me si tratta di eccezioni, non è la regola» – per postare una sua foto con in mano un calice di vino rosso aggiungendo un beffardo «Cin Cin!!».

Per quanto mi riguarda ho ridotto da tempo il consumo di alcolici, e terminati quei pochi che ho ancora in casa mi riprometto di non acquistarne più, tanto il mio lui è astemio da sempre. Stasera siamo andati a cena in una pizzeria-hamburgeria, e al posto della solita bionda media che ero solita concedermi una volta alla settimana ho ordinato una Coca-Cola Zero (nella quale non noto alcuna differenza di sapore rispetto alla Coca normale, anche se dopo che ho letto questo articolo pure la Zero andrebbe bandita). Gli aperitivi col succo di pomodoro però no, dottore'... Gli analcolici saranno anche pieni di zuccheri, ma a meno che non si soffra di particolari patologie non credo sia un dramma "trasgredire" una volta tanto.

venerdì 20 gennaio 2023

L'urlo di Damiano

Esce oggi RUSH!, il nuovo album dei giovanissimi – sommando le età di tutti e quattro non si arriva a novant'anni – Måneskin, i quali dopo aver trionfato due anni fa al Festival di Sanremo e all'Eurovision Song Contest sono andati letteralmente alla conquista del mondo. Alcuni dei 17 brani erano già usciti come singoli nei mesi scorsi, mentre gli altri sono stati pubblicati oggi sotto forma di lyric video sul loro canale YouTube ufficiale.

Io non vedo l'ora di ascoltarli tutti, e di certo non mi lascerò condizionare dalla recensione negativa della rivista statunitense The Atlantic e dalla stroncatura del celebre violinista Uto UghiI Måneskin sono un insulto alla cultura e all'arte. [...] Non ce l'ho particolarmente con i Måneskin [e meno male!, NdC], ogni genere ha il diritto di esistere però quando fanno musica, e non quando urlano e basta»).

giovedì 19 gennaio 2023

Sul diritto alla privacy di un feroce assassino

L'arresto lunedì scorso dopo trent'anni di latitanza del boss mafioso Matteo Messina Denaro, responsabile di innumerevoli crimini e morti, e le circostanze che hanno portato alla sua cattura sono stati comprensibilmente fra i temi più discussi degli ultimi tre giorni. Una delle considerazioni che mi hanno lasciata maggiormente interdetta è stata quella espressa da un mio contatto in un gruppo Facebook del quale facciamo parte entrambi: a suo dire il fatto che le precarie condizioni di salute del boss siano state date in pasto alla stampa lede il diritto alla privacy dei suoi dati sensibili, tanto che lui ha parlato addirittura di "gogna pubblica".

L'osservazione del mio contatto in generale potrebbe anche essere fondata, ma nel caso di Messina Denaro mi sembra poco pertinente. La sua malattia e la conseguente necessità di uscire allo scoperto, sia pur con un'identità fittizia, per sottoporsi alle necessarie terapie sono state determinanti per poterlo acciuffare. E poi il fatto che sia malato non è di certo la cosa peggiore che si possa dire di lui, anzi in un certo senso lo rende più "umano" di quanto abbia dimostrato di essere con le azioni che ha compiuto.

Oggi ho letto questo articolo sull'omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, rapito a dodici anni per convincere il padre Santino, che si era pentito, a ritrattare le sue confessioni, tenuto prigioniero per due anni e infine strangolato e sciolto nell'acido per ordine proprio di Messina Denaro. Il quale non eseguì materialmente il delitto e quindi non si sporcò le mani, ma si ritrova sulla coscienza, ammesso e non concesso che ne abbia una, qualcosa di terrificante. Quando sono arrivata a leggere il racconto dell'uccisione fatto da uno degli esecutori materiali durante il processo, mi sono venuti i conati di vomito.

Giustizia vorrebbe che il responsabile di tutto ciò rimanga in galera fino alla fine dei suoi giorni a espiare le sue colpe venendo colto da un tardivo quanto straziante pentimento. Ammesso e non concesso che un individuo capace di simili atrocità sia in grado di redimersi, però, considerata la patologia di cui soffre dubito che gli rimanga granché da vivere. Sono meschina se aggiungo "purtroppo"?

mercoledì 18 gennaio 2023

Il lavoro mobilita

Sfinita per le solite otto ore abbondanti di lavoro – ultimamente sembra quasi che il mio responsabile, il quale durante il giorno non ha mai tempo per me, lo faccia apposta a venirmi a cercare quando stanno per scoccare le fatidiche ore diciotto – e le due ore di strada che mi tocca fare per andare e tornare dall'ufficio, stasera mi limito a condividere alcune notizie, in netta controtendenza rispetto alle diffuse convinzioni sui giovani-che-per-colpa-del-reddito-di-cittadinanza-non-hanno-più-voglia-di-lavorare-e-sacrificarsi, delle quali oggi si è molto discusso sui social.

Quest'ultima è la vicenda che mi ha lasciata maggiormente perplessa: cioè, 'sta tipa si alza tutte le mattine alle 4, fa su e giù per lo Stivale e rientra a casa alle 23:30 perché le conviene economicamente continuare ad abitare a Napoli, essendo il costo della vita a Milano notoriamente piuttosto elevato...? Il mio primo pensiero è stato: quanto si stancherà?! [Chissà, magari lei è una di quelle persone fortunate – io ci vivo, con una di queste ;-) – che durante il viaggio sui mezzi pubblici riescono a dormire come angioletti, cosa che per me è sempre stata un miraggio] In effetti sarebbe impossibile permettersi l'affitto di una casa, o anche solo di una stanza singola, a Milano città e sostenere tutte le altre spese potendo contare su uno stipendio mensile inferiore ai 1200 euro, ma nell'hinterland e nelle province confinanti si possono trovare sistemazioni assai più abbordabili in posti ben serviti dai mezzi pubblici. E poi un abbonamento al Frecciarossa dubito sia così a buon mercato. Uhm, c'è qualquadra che non cosa...

lunedì 16 gennaio 2023

Ma quale Blue Monday!

Oggi mi sono imbattuta in svariati articoli dedicati al Blue Monday, oltre che in numerose offerte promozionali che promettevano di aiutare a superare la mestizia della giornata odierna dandosi allo shopping compulsivo. Ebbene sì, secondo una diffusa credenza oggi, terzo lunedì di gennaio, è il giorno più triste dell'anno. (Non che un qualunque lunedì lavorativo sia 'sto carnevale di Rio, eh!)

Comunque per tirarmi su – non che l'avessi mai presa sul serio, 'sta cosa ;-) – mi è bastato leggere questo articolo de Il Post il quale spiega – bene, come suo solito – che si tratta semplicemente di una bufala nata per ragioni di marketing, e la "formula" su cui si basa non ha alcun fondamento scientifico. Con una come me, che ha una mente matematica, 'ste scemenze non attaccano... anzi mi irrita oltremodo il "delitto di lesa equazione"! ;-)

[La protagonista dell'immagine che apre il post è Tristezza, uno dei personaggi del delizioso film d'animazione Inside Out]

domenica 15 gennaio 2023

La "profezia" di Dalida

Di recente, per ovvi motivi, è tornata di attualità una vecchia canzone dell'artista franco-italiana Dalida, al secolo Iolanda Cristina Gigliotti, dal titolo Nel 2023, versione italiana di un brano visionario sul futuro dell'umanità del duo USA Zager & Evans.

Ecco qui di seguito il testo.

Nel 2000 io non so se vivrò
Ma il mondo cambierà
Il sole scenderà
Su di noi
Nel 2023, 23
Se il mio cuore batterà non lo so
Ma troverà qualcosa che
Lo farà batter più di te
Nel 2033, 33
Non vedrò più con gli occhi miei
Ci saranno delle immagini che
Un altro mondo mi darà
Nel 3023, 23
Le mie braccia non serviranno più
E nessuno più lavorerà
Più veloce il tempo passerà, oooh
Nel 3033, 33
Dio verrà sulla terra fra di noi
Per giudicare se è il momento ormai
Di pronunciare la parola fine
Nel 6023, 23
La terra nella notte tremerà
In quel momento l'uomo avrà paura
Avrà paura di morire, oooh
Nel 6033, 33
Adesso io mi domando se
Se nell'uomo ancora esisterà
Tutto quello che adesso ha, oooh
10000 anni son passati
L'uomo crede di aver raggiunto Dio
D'avere in mano il mondo
Di conquistare il sole
Ma se ti volti indietro
Le rose sono vive
La pioggia cade ancora
Le cose belle sono antiche
Nel 2023, 23
Io non ci sarò più
Ma tu mi cercherai
Nell'infinito
Ah, ah, ah, ah

In effetti purtroppo Dalida il 2023 non l'ha visto neppure lontanamente, e nemmeno il 2000: è morta nel 1987 all'età di cinquantaquattro anni, suicida, come il cantautore Luigi Tenco (1938-1967), con il quale secondo le cronache dell'epoca avrebbe avuto una relazione.

sabato 14 gennaio 2023

Non è colpa mia!

Ieri era venerdì 13, data considerata da molti infausta assieme al venerdì 17... ma poiché non sono per nulla superstiziosa me ne sono resa conto soltanto in serata, quando ho aperto Feedly e il sito Days Of The Year mi ha informata che, in quanto primo venerdì 13 dell'anno, ricorreva il National Blame Someone Else Day (in pratica, la giornata nazionale del "dai la colpa a qualcun altro"). Ho l'impressione che per certa gente che adotta il "dare la colpa a qualcun altro" più o meno come stile di vita ogni giorno sia così... ;-) comunque la faccenda mi ha incuriosita.

Come ricordato nella relativa pagina, la "colpa" dell'esistenza di questa giornata va data a una certa Anne Moeller, la quale iniziò la tendenza nel 1982 come scusa per non rispettare i suoi appuntamenti nel fatidico giorno di venerdì 13. (Ad essere onesti, veramente fu colpa della sua sveglia che non suonò, il che innescò una catena di sfortunati eventi)

Nel mio caso, a posteriori posso dire che la giornata di ieri non è andata poi male, anzi persino meglio del solito. E poi, essendo venerdì, ero già partita col piede giusto! :-)

venerdì 13 gennaio 2023

Se Shakira gliele canta al suo ex

L'anno scorso si è conclusa la relazione, durata oltre dieci anni e coronata dalla nascita di due figli, della cantautrice colombiana Shakira, classe 1977, con l'ex calciatore spagnolo Gerard Piqué, di dieci anni più giovane di lei, il quale l'aveva tradita con una certa Clara Chia, la quale ha la metà dei suoi anni (suoi di Shakira).

Adesso la popstar latina, che evidentemente moriva dalla voglia di togliersi un "sassolone" dalla scarpa, ha lanciato il suo nuovo singolo BZRP Music Sessions #53... e non si può certo dire che al suo fedifrago ex gliele abbia mandate a dire: trovi qui il testo e la traduzione.

Sebbene quella di essere cornificata in senso stretto sia un'esperienza che per fortuna mi manca – almeno per quanto ne so ;-) – non riesco a non solidarizzare con le donne che vedono naufragare la propria relazione con un partner troppo "farfallone", magari perché ha perso la testa per una ragazza più giovane e bella. L'ho fatto con l'attrice Ambra Angiolini Vs l'allenatore della "mia" Juventus Massimiliano Allegri, con la conduttrice Ilary Blasi Vs l'idolo giallorosso Francesco Totti, e pure con Shakira vs Piqué. E si badi bene che non sono fan di nessuna delle tre, anzi; in particolare la vocalità di Shakira "mi smuove la nervatura" oltre ogni dire, anche se devo riconoscerle una sensualità davvero irresistibile.

Comunque la sua invettiva in musica mi ha suscitato una gran tristezza. Voglio dire, lei gli canta «Con te non ci torno, senza che piangi, senza che mi supplichi»... e me lo immagino Piqué che, mentre se la spassa in compagnia della sua Clara, sghignazza e pensa «Ma se ti ho lasciata io... magna tranquilla».

L'unico aspetto piacevole di questo "lavaggio di panni sporchi in piazza" sono state le reazioni social ai versi «Hai cambiato una Ferrari con una Twingo/Hai cambiato un Rolex con un Casio». L'account Twitter @RenauItArg – che si differenzia da quello ufficiale di Renault Argentina, @RenaultArg, per la sostituzione quasi impercettibile della I maiuscola alla l minuscola – ha impostato come bio «Non siamo la Ferrari, ma abbiamo una gestione migliore di certi rapporti», e ha twittato fra le altre cose

Con l'acquisto della tua Twingo, ricevi in ​​regalo un orologio Casio.
Molti non hanno bisogno di un'auto di lusso per essere felici, ma chiedi ai nostri clienti che si godono la vita con una Twingo! #LoveTwingo

Anche l'account parodia @CasioTeam si è sbizzarrito, a cominciare dalla bio: «Potremmo non essere un Rolex, ma almeno non siamo stati mollati per Clara Chia».

Invece sul fronte degli account ufficiali, soprattutto @Ferrari e @ROLEX, a quanto pare tutto tace, almeno per il momento... e mi sarei stupita del contrario.

giovedì 12 gennaio 2023

Il Giorno della Nuova Rivoluzione

Poiché è "solo" il 12 gennaio, magari non è troppo tardi per sottolineare cosa si è festeggiato nella notte fra il 31 dicembre e il 1° gennaio! ;-)

A Capodanno Astronomy Picture of the Day ha pubblicato la foto The Largest Rock in our Solar System (La roccia più grande del nostro sistema solare).

Là, quel puntino a destra, è la più grande roccia conosciuta nel nostro Sistema Solare. È più grande di ogni asteroide, luna e nucleo di cometa conosciuto. È più grande di qualsiasi altro pianeta roccioso locale. Questa roccia è così grande che la sua gravità la trasforma in una grande palla che trattiene i gas pesanti vicino alla sua superficie. (Era la più grande roccia conosciuta di qualsiasi tipo fino alle recenti scoperte di grandi pianeti densi in orbita attorno ad altre stelle) La navicella spaziale Voyager 1 ha scattato la foto mostrata – nota come Pale Blue Dot – di questa gigantesca roccia spaziale nel 1990 dal Sistema Solare esterno. Oggi questa roccia comincia un'altra orbita attorno alla sua stella madre, per circa la 5miliardesima volta, ruotando oltre 350 volte durante ciascun viaggio. Buon Capodanno del Calendario Gregoriano a tutti gli abitanti di questa roccia che chiamiamo Terra.

Ma magari tutti quei festeggiamenti non hanno molto senso: ce lo ricordano una vignetta di Nathan W. Pyle...

– Festeggiamo perché abbiamo completato una rivoluzione attorno alla stella.
– Quindi è identico all'Emergence Day?
– L'Emergence Day è per la sopravvivenza di un individuo. Il Giorno della Nuova Rivoluzione celebra la sopravvivenza collettiva.
– Non siamo morti.
– Esattamente.

... e un meme di origine imprecisata.

– Cosa stanno festeggiando?
– Il loro pianeta ha fatto un giro completo attorno alla loro stella.
– Te l'avevo detto che non sono intelligenti.

Dev'essere per questo che gli alieni si disinteressano di noi! ;-)

mercoledì 11 gennaio 2023

Cosa succede in Russia

Il sito Lercio non si fa (giustamente) scrupoli a fare satira anche su questioni scomode, quelle sulle quali, come si suol dire, "non bisognerebbe scherzare". Uno degli ultimi argomenti in ordine di tempo sono i decessi in circostanze non chiare di una serie di oligarchi e importanti funzionari russi, alcuni dei quali avevano criticato più o meno apertamente la guerra di Putin in Ucraina.

Le scelte folli di Putin, assieme ad altre notizie non ufficiali, potrebbero far sperare che il leader russo sia alle corde e in procinto di ordinare il ritiro dall'Ucraina, o meglio ancora di essere destituito, auspicabilmente nella maniera meno cruenta possibile.

martedì 10 gennaio 2023

Do you speak "globish"?

Quando ho iniziato a studiare francese alle scuole medie, ho imparato ben presto che i transalpini non amavano particolarmente le parole di origine straniera, soprattutto inglese; tanto per fare due esempi che mi sono rimasti impressi, il computer lo chiamavano "ordinateur", e il mouse "souris" (letteralmente, topo). In seguito col passare degli anni, man mano che mi è capitato di leggere testi scritti nella meravigliosa lingua d'Oltralpe, ho avuto l'impressione che quella rigidità stesse venendo meno.

Di recente sulla pagina Facebook del quotidiano francese Le Figaro è stata riportata l'opinione del saggista e filosofo parigino Alain Finkielkraut al riguardo.

I due termini "liker" e "challenge" dovrebbero essere tolti dal dizionario. Come mai? Perché "aimer" [in francese per dire "mi piace questa cosa" si dice "j'aime cette chose", amo questa cosa; il soggetto è la persona, come avviene in inglese, mentre in italiano è la cosa che piace, NdC] esiste nella lingua francese. E anche "défi", sfida. Quindi sono parole inutili. E questa invasione del globish mi ricorda una meravigliosa osservazione di André Gide: «Un popolo che tiene alla propria lingua è un popolo che resiste» [purtroppo nella traduzione italiana il gioco di parole fra "tenir à sa langue" e "tenir bon" va a farsi benedire, NdC]. La lingua francese sta cedendo e penso che questo significhi anche un cedimento della nazione francese. Quindi bisognerà essere in grado di riprendersi e di finirla, e almeno escludere "liker", "challenge" e perché no "streaming", "coaching", ecc.

A me sembra un punto di vista abbastanza condivisibile. Senza arrivare agli assurdi eccessi dell'era fascista, quando nella smania di mettere al bando le parole straniere il cocktail venne ridicolmente ribattezzato "bevanda arlecchina", se in italiano il termine per esprimere un concetto esiste, perché non usarlo?!

lunedì 9 gennaio 2023

Se le e-mail di lavoro fossero sincere

Oggi sono rientrata in ufficio dopo una settimana di ferie. Una parte del mio lavoro, anche se non rilevante come per altri miei colleghi, consiste nell'inviare e-mail, a volte anche in inglese. E non sai quante volte ho scritto «Rimanendo in attesa di un suo cortese riscontro, le porgo cordiali saluti» mentre quello che volevo dire in cuor mio era tutt'altro. ;-) Capita quindi a fagiuolo questa galleria di immagini pubblicata da @the.language.nerds: The Real Meanings Behind Polite Email Phrases (I veri significati dietro le frasi educate nelle e-mail).

Come da mia ultima email
Faresti meglio a rileggere tutto di nuovo così non mi farai domande stupide.
Spero che questo sia d'aiuto
Smettila di infastidirmi.
Capisco cosa intende
Puoi esprimere la tua opinione, ma non me ne frega un accidente.
Mi scuso per essere stato poco chiaro
No, non lo sono stato. Ovviamente non hai letto bene quello che ho scritto. Devi prestare più attenzione!
Grazie in anticipo
Ti sto già ringraziando per avermi fatto questo favore, anche se non hai ancora acconsentito. Pertanto, devi farlo.
Sto solo controllando
Continuerò a inviarti e-mail in merito finché non risponderai.
Andando avanti
Smettila di farmi perdere tempo e passiamo oltre.
Come indicato di seguito
Devi leggere l'intera catena di e-mail, non solo le prime due righe perché la tua
stupida domanda ha già ricevuto una risposta.
Cordiali saluti
Questa conversazione è finita, per favore non disturbarmi più.

domenica 8 gennaio 2023

Chiamatemi ingegnera, al femminile

Nei giorni scorsi è diventato virale il testo qui sotto, scritto da una certa Federica Sanesi.

Chiamatemi avvocato, al maschile
senza scomodare l'Accademia della Crusca e i massimi esperti della lingua italiana.
Non ho bisogno di una declinazione di genere per sentirmi tutelata/apprezzata/valorizzata/identificata.
Sono un avvocato, proprio come Giorgio, Roberto, Marco, Luca e tanti altri. Non ho bisogno di distinguermi facendo vanto di una 'A' quasi fosse una spilla sul petto.
Io sono una di loro, esattamente come loro.
In ambito professionale a nessuno deve interessare se sono donna o uomo. Se entro in tribunale con i mocassini o con le scarpe a spillo. Se porto la cravatta o metto il rossetto. Quando esercito la professione sono un avvocato, semplicemente, tutto il resto è pura ipocrisia.
Chiamatemi avvocato, per favore, che il termine avvocata suona tanto come una beffa o, ancor peggio, come un premio di consolazione.

Nei commenti la sociolinguista Vera Gheno si è limitata a linkare un suo articolo sui nomi delle professioni al femminile, ma la miglior replica a tutto ciò l'ha scritta Daniela Brogi alla quale sono riconoscente, da ingegnera quale sono.

Ieri mi è passato sotto gli occhi l’ennesimillesimo post acchiappaconsensi della donna che rivendica il suffisso maschile per la propria professione - che, come sempre, è per l’appunto una professione, vale a dire non un mestiere, un lavoro da “genti meccaniche” come avrebbe detto l’Anonimo dei Promessi sposi, riferendosi appunto alle persone che usano le mani per lavorare; per farla breve, come già si è detto più volte qui, e poi meglio anche ne #lospaziodelledonne, lo scrupolo grammaticale per le serve, le lavandaie, le operaie, non se l’è mai posto nessuna, dunque siamo all’interno di una rivendicazione che ha ragione di esistere proprio a titolo di rivendicazione di una distinzione di classe, usata come argomento di potere.
Ma, come dicevo, se ne è già parlato, e lo ha fatto tante volte anche l’ottima Vera Gheno che non smetto di ammirare per la sua pazienza. Già siamo giunte /i a capire che a un certo punto diventa una forma di democrazia anche oltrepassare le chiacchiere di chi pretenderebbe ascolto senza mai aver letto nulla - pur potendolo, anzi dovendolo fare, visto che svolge una professione per cui è necessaria la laurea, e che per giunta richiede la difesa dei diritti, se, per esempio, si lavora in un tribunale.
Tutto è già stato detto, dimostrato. Non siamo nei territori delle opinioni, ma tra i dati di fatto della libertà democratica - e dell’ecologia linguistica.
Eppure continuiamo a aver bisogno di parole giuste, anche semplici, essenziali, che riescano a liberarci dalle frasi fatte e dall’ ignoranza premeditata.
Così propongo, ancora, #dallapartedebambine
perche funziona, in maniera lineare e pulita, senza fare tante storie. È una domanda, una prospettiva, uno spazio, un modo di oltrepassare sé stesse/i. Tutte le volte che ci fossero ancora dei dubbi anche sull’uso grammaticale non unico ci si può provare a chiedere se la questione includa in prospettiva (oppure no) il futuro che noi stiamo preparando #dallapartedellebambine.
Quando le bambine non ci sono, non esistono, anche a partire dalla grammatica, andate oltre, mettete in salvo il vostro tempo, perché sono chiacchiere da avvocati del patriarcato.

sabato 7 gennaio 2023

Tutti i nodi vengono al pettine

[Non so fino a che punto sia autentica l'immagine qui sopra, però rende l'idea]

Nei giorni scorsi è ritornato in auge il video qua sotto, risalente alla campagna elettorale per le Europee del 26 maggio 2019, nel quale la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni recitava una "gustosa" scenetta: veniva ripresa mentre andava a fare benzina, poi porgeva una banconota da 50 euro al benzinaio, il quale obiettava che a lui doveva darne soltanto 15, perché il resto spettava al suo socio: lo Stato.

E a questo punto la Meloni se ne partiva con una filippica contro il governo Conte I, quello in carica all'epoca.

Avete capito? Quando voi fate 50 euro di benzina, 15 vanno alla benzina e al benzinaio, e 35 vanno allo Stato, tra IVA e le famose accise sulla benzina, delle tasse in alcuni casi vecchissime: certe ce le abbiamo da quando hanno inventato il motore a scoppio! 35 euro su 50 vanno allo Stato italiano, ed è una vergogna! E non solo noi chiediamo che non aumentino le accise sulla benzina, come è previsto dalla manovra di questo governo, che se non riesce a trovare i soldi per "disinnescare" le clausole di salvaguardia farà aumentare l'IVA e le accise sulla benzina. Noi pretendiamo che le accise vengano progressivamente abolite, perché è uno scandalo che le tasse dello Stato italiano compromettano così la nostra economia. Quando io faccio 50 euro di benzina, il grosso deve finire nella mia macchina, non in quella dello Stato!

Delle intenzioni davvero ottime... che però contrastano in maniera assai stridente con il fatto che il governo Meloni non abbia prorogato lo sconto sulle accise voluto dal precedente governo Draghi per far fronte agli effetti negativi della guerra in Ucraina sulla nostra economia, grazie al quale i prezzi dei carburanti si erano mantenuti a livelli accettabili per mesi: ecco perché il 1° gennaio benzina e gasolio sono aumentati di colpo di circa 18,3 centesimi al litro. Bel modo per iniziare l'anno nuovo! :-/

Per fortuna avevo fatto il pieno il 30 dicembre, sollecitata dall'accensione della spia della riserva... ma lunedì riprendo a lavorare, e nel giro di nemmeno due settimane mi toccherà tornare a fare rifornimento, spendendo quasi 8 euro in più rispetto alla volta scorsa. Per altri provvedimenti che non vanno a beneficio di tutti i cittadini ma solo di alcuni – e non dico altro – come la flat tax fino a 85mila euro di reddito annuo per i lavoratori autonomi e la rottamazione delle cartelle esattoriali, invece, chissà come mai le coperture si fa in modo di trovarle. Sono inc***ata nera!!! Per assonanza con "accise", mi sorge spontanea l'imprecazione abruzzese qui sotto... (via @gen.ziana)

Quanto a "iosonogiorgia", oramai avrà imparato a sue spese che un conto è stare all'opposizione, fare promesse troppo spesso irrealizzabili – del resto molte delle sue è solo un bene che non lo siano – e sbraitare come una vajassa contro chi sta al governo, mentre ben altra faccenda è finirci, al governo: allora sì che tutti i nodi vengono al pettine. Auspicherei che se ne rendessero conto al più presto pure quelli che l'hanno votata, ma sinceramente non ci spero più di tanto.

venerdì 6 gennaio 2023

Una grande lezione di vita

La scomparsa dell'ex calciatore Gianluca Vialli, stroncato a soli 58 anni dal tumore al pancreas – uno dei tipi di cancro dalla prognosi più infausta in assoluto, come ricordato dal dottor Marzio Sisti – che gli era stato diagnosticato nel 2017, mi ha veramente scossa, anche se non si può dire che non me lo aspettassi, da quando a metà dicembre ha lasciato il suo ruolo di capo delegazione della Nazionale. Mi ha colpita perché lui era relativamente giovane, perché col maledetto male che se lo è portato via purtroppo ci ho avuto a che fare sia pur indirettamente, perché negli anni '90 aveva giocato e vinto anche nella "mia" Juventus (anche se riconosco che "apparteneva" di più alla Sampdoria, che ha condotto al suo unico scudetto nella stagione 1990-91 nonché alla finale della Coppa dei Campioni – all'epoca non si chiamava ancora Champions League – l'anno successivo), perché a differenza del collega Siniša Mihajlović sulla sua storia non gravavano particolari ombre (per quanto una persona che seguo oggi abbia voluto insinuare che il suo male sia stato una conseguenza dei trattamenti – per non dire doping – ai quali si era sottoposto nel corso della sua carriera da calciatore).

Mi piace ricordarlo con le parole dette da lui stesso ad Alessandro Cattelan nel corso della trasmissione Una semplice domanda su Netflix (trascrizione tratta da qui e da qui).

«Se per esempio muori all'improvviso di notte, tante cose rimangono incompiute. Oggi so che ho il dovere di di comportarmi in un certo modo nei confronti delle persone, di mia moglie, delle mie figlie perché non so quanto vivrò. Quindi ti dà questa opportunità di scrivere le lettere, di sistemare assolutamente le cose».
«La malattia non è esclusivamente sofferenza. Ci sono dei momenti bellissimi. La malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, ti può spingere anche più in là rispetto al modo anche superficiale in cui viviamo la nostra vita. La considero anche un'opportunità. Non ti dico che arrivo fino ad essere grato nei confronti del cancro, però non la considero una battaglia. L'ho detto più volte. Se mi mettessi a fare la battaglia col cancro ne uscirei distrutto. Lo considero una fase della mia vita, un compagno di viaggio, che spero prima o poi si stanchi e mi dica 'Ok, ti ho temprato. Ti ho permesso di fare un percorso, adesso sei pronto'».
«Cerco di non perdere tempo, di dire ai miei genitori che gli voglio bene. E mi sono reso conto che non vale più la pena di perdere tempo e fare delle stronzate. Fai le cose che ti piacciono e di cui sei appassionato per il resto non c'è tempo. Siamo qui per cercare di capire il senso della vita e io ti dico, ho paura di morire».
«Oggi so che ho il dovere di comportarmi in un certo modo nei confronti delle persone, di mia moglie, delle mie figlie. Sono convinto che i nostri figli seguano il nostro esempio più che le nostre parole. Credo di avere meno tempo per essere da esempio, adesso che so che probabilmente non morirò di vecchiaia. Spero di vivere il più a lungo possibile, però mi sento molto più fragile di prima e quindi ogni mio comportamento mi porta a fare questo ragionamento, cioè: è la cosa giusta che sto mostrando alle mie figlie? In questo senso cerco di essere un esempio positivo e quindi cerco di insegnare loro che la felicità dipende dalla prospettiva con cui guardi la vita, che non ti devi dare delle arie, ascoltare di più e parlare di meno, devi cercare di migliorarti ogni giorno, devi ridere spesso, devi aiutare gli altri. Secondo me, questo è un po' il segreto della felicità. E soprattutto cerco di fare in modo che loro abbiano l'opportunità di trovare la loro vocazione».

P.S.: L'immagine che apre il post ritrae il commovente abbraccio tra Vialli e il suo fraterno amico, nonché "gemello del gol" ai tempi della Sampdoria, Roberto Mancini dopo la vittoriosa finale europea contro l'Inghilterra dell'Italia allenata da Mancini, a luglio 2021.

giovedì 5 gennaio 2023

La verità ti fa male?

In questi giorni l'immagine qua sotto si è diffusa alla stregua di un meme virale.

– I'm a truth teller. Some people can't handle it.
– It's a dangerous thing to mistake speaking without thought for speaking the truth.

L'altro giorno un mio "facciamico" ne ha condiviso la versione italiana...

– Io dico sempre la verità. C'è chi fa fatica ad ascoltarla.
– È una cosa pericolosa scambiare il parlare senza pensare con il dire la verità.

 ... e io, avendo riconosciuto l'attore Daniel Craig, ho chiesto da quale film o serie TV fosse tratto il dialogo. Lui mi ha risposto beffardo «Dietro la lavagna!», come se il fatto di ignorarlo fosse una colpa tale da meritare un castigo. Beh, facendo una veloce ricerca con Google Reverse Image Search ho scoperto, prima che me lo dicesse lui, che si trattava di una scena di Glass Onion - Knives Out, film uscito il 23 dicembre scorso su Netflix e diretto da Rian Johnson. Sarà un gran bel film, non lo metto in dubbio... ma direi che ce ne vuole prima di poterlo considerare un "classicone" che non puoi non aver guardato.

Io a Netflix non sono abbonata, e se anche lo fossi non avrei tempo per sfruttare l'abbonamento. Ma certe volte mi sento proprio tagliata fuori. Poi dice che una soffre di FOMO... ;-)

La citazione comunque è davvero geniale. Sarei curiosa di sapere quali scemenze abbia mai potuto dire il personaggio interpretato da Kate Hudson per meritarsi quella frecciata.

mercoledì 4 gennaio 2023

Il circolo vizioso della caffeina

Lo ammetto, non sono quella che si può definire una grande amante del caffè. Non che mi disgusti proprio, anzi... ma ne farei tranquillamente a meno, se non fosse per il suo effetto "dopante". Quando lavoro arrivo a prenderne fino a tre al giorno: uno a colazione, un altro non appena arrivo in ufficio e un altro ancora subito dopo pranzo (poi basta perché, se assumo caffeina nel pomeriggio inoltrato oppure in serata, il mio sonno notturno ne risente irrimediabilmente). Evito di andare oltre, perché il mio stomaco mostra di non gradire, poi la pressione arteriosa, che ho avuto per anni tendenzialmente bassa, ha ormai raggiunto la soglia dei 120/80, e di questo passo arriverà presto il momento in cui la mia salute mi imporrà di darci un taglio... e allora si porrà il problema di cercare un'alternativa non nociva per mantenermi ben sveglia all'occorrenza, soprattutto quando ho dormito meno del dovuto, e mi capita piuttosto spesso.

Stasera condivido due spunti a tema: una spiritosa vignetta di John Atkinson alias Wrong Hands...

Ciclo di causalità della caffeina
Ho bisogno di caffè per svegliarmi → Troppo caffè, non riesco a dormire → Non ho dormito abbastanza, non riesco a svegliarmi → ...

... e un post ben più serio pubblicato sulla pagina di different e basato sull'articolo Caffeine, stress, and proneness to psychosis-like experiences: A preliminary investigation, Personality and Individual Differences, Elsevier, 2008 (che però non è accessibile liberamente e gratuitamente, a differenza di quest'altro, presumibilmente ben più sintetico, pubblicato su Science).

SEI STRESSATO? NON BERE TROPPI CAFFÈ
Se sei in un periodo pieno di stress, come quando devi preparare molti esami all'università o una serie di progetti a lavoro, forse ti conviene non bere troppi caffè, e in generale non abusare di caffeina. Uno studio condotto dal Department of Psychology, della Durham University, infatti, ha evidenziato che l'elevato consumo di caffeina, combinato con lo stress, può causare sintomi psicotici come le allucinazioni. Considerando come la caffeina si trovi abbondantemente in diverse bevande, in alcuni soggetti anche cinque caffè, o mediamente l'equivalente di 200 mg di caffeina, potrebbero essere sufficienti per superare i propri limiti. Basti pensare che una tazza di tè media contiene 40 mg di caffeina, una tazza di caffè espresso fino a 45 mg, e una Red Bull circa 80 mg.
La caffeina è uno stimolante del sistema nervoso centrale che temporaneamente scongiura la sonnolenza e ripristina la vigilanza. Viene completamente assorbita dallo stomaco e dall'intestino tenue entro 45 minuti dall'ingestione, e, con moderazione può aumentare le capacità mentali e fisiche. Se usata in eccesso, però, può anche essere inebriante, causando nervosismo, irritabilità, ansia, contrazioni muscolari, insonnia, mal di testa e palpitazioni cardiache. La maggior parte delle persone che bevono abitualmente molto caffè, tuttavia, non hanno delle vere e proprie allucinazioni.