sabato 30 ottobre 2010

Arte sui generis

Dopo Esclamazioni antiquate, gruppo, o meglio "moltitudine", che ho scoperto un paio di mesi fa su "Voltotomo" ;-), oggi segnalo un'altra risorsa simpatica scovata su Facebook: Opere d'Arte Idiote, una pagina che raccoglie qua e là dalla Rete versioni rivisitate di celebri capolavori, non tutte ugualmente ben riuscite ma spesso divertenti. Secondo quanto riportato, il materiale proviene principalmente da Worth1000, limpfish.com, FreakingNews.com e deviantART. Onestamente l'aggettivo "idiota" mi sembra un tantino ingeneroso... neanche fosse stato Sgarbi a battezzare la pagina! ;-)
Dopo aver scaricato in un battibaleno il relativo album tramite l'estensione di Mozilla Firefox denominata FacePAD (la quale adesso funziona decisamente meglio rispetto a quando l'ho segnalata per la prima volta), ho scelto alcune immagini e le ho disposte più o meno in ordine cronologico, a formare un irriverente bignamino di Storia dell'Arte. Comunque ho inserito i link alle pagine Wikipedia dedicate agli artisti e alle opere originali, per tentare di dare una parvenza di spessore culturale a questo post! ;-)
Ecco una versione della Madonna del Prato di Raffaello nella quale i due pargoli giocano e si fanno i dispettucci... come del resto è normale, alla loro età.

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La Gioconda di Leonardo è uno dei soggetti che hanno maggiormente scatenato la creatività dei maghi del fotoritocco. Al posto del suo inconfondibile viso è stato messo quello dei personaggi più disparati, tra cui Albert Einstein.

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Inoltre... ecco spiegato l'enigmatico sorrisetto di Monna Lisa! ;-)

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Neppure all'Autoritratto del poliedrico artista è stata risparmiata una rielaborazione.

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Il dottor Tulp di Rembrandt ha scelto un metodo didattico parecchio alternativo per la sua Lezione di anatomia: L'allegro chirurgo! :-)

Lezione di anatomia con l'Allegro Chirurgo

Passiamo a Jan Vermeer, l'autore della Ragazza col turbante, nota ai più come La ragazza con l'orecchino di perla dopo l'uscita del romanzo e del film omonimo. Il prezioso monile era il suo tesssoro! ;-)

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Però, la Lattaia di Vermeer era dotata di strumenti eccezionalmente moderni per l'epoca! :-)

Lattaia moderna

Uno dei temi prediletti dal pittore Jacques-Louis David era Napoleone che attraversa le Alpi... e questa non è che una delle rielaborazioni che ne sono state fatte.

Napoleone attraversa le Alpi a cavallo di un T-Rex

Al posto della Libertà raffigurata da Delacroix, qualcuno a guidare il popolo ha pensato bene di metterci Wonder Woman...

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I due amanti ritratti da Francesco Hayez (che era italianissimo, l'ho appena scoperto) si scambiano il loro famoso e romantico Bacio in un vicolo ricoperto da graffiti.

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E se sotto il Parasole non ci fosse la soave fanciulla dipinta dal mio adorato Claude Monet, ma un personaggio un tantino più oscuro, tipo Dart Fener?

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La serena Notte stellata dipinta da van Gogh è improvvisamente squarciata da un misterioso Bat-segnale...

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Chissà, forse il protagonista de L'urlo di Munch gridava perché non ne poteva proprio più del suono della vuvuzela!

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Per finire... un artista quasi contemporaneo, Escher, conosciuto principalmente per le sue rappresentazioni di costruzioni impossibili. La sua litografia Relatività è stata fedelmente riprodotta coi mattoncini LEGO.

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venerdì 29 ottobre 2010

Articolo 32

Sai di cosa tratta l'articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana? Citando il primo comma...
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
E Articolo 32 è anche il nome di uno spazio nato dall'esigenza di mettere in comunicazione quanti si impegnano nella battaglia di civiltà e legalità contro la chiusura dei piccoli ospedali: una scelta che, se attuata, non può non andare a serio discapito del diritto alla salute. Tale problema è particolarmente sentito in una regione dal sistema sanitario dissestato e soggetto a continui tagli come quella in cui vivo (qua in Abruzzo i tempi d'attesa per una visita con la mutua sono spesso scoraggianti, per dire), ma è diffuso anche altrove (Campania, Calabria, Molise, Lazio...).
Se desideri maggiori informazioni in merito, ti consiglio di seguire il blog.
Chiunque intenda condividere questa battaglia è invitato ad aderire al Comitato Nazionale Articolo 32, che è presente anche su Facebook, ed a partecipare all'iniziativa inviando i propri contributi.

mercoledì 27 ottobre 2010

Appunti su Google Desktop e Google Reader

Il software Google Desktop ricordo che l'avevo installato sul mio vecchio computer, ma essendomi resa conto che penalizzava sensibilmente le prestazioni del sistema avevo dovuto rimuoverlo. Da quando è arrivato il notebook nuovo, decisamente più performante (ma perché ho usato quest'"angloneologismo"?! Mah... ;-)), ho rispolverato il comodo programma sviluppato da Google, e con grande soddisfazione: in effetti, quando si tratta di eseguire ricerche sul mio hard disk, risulta incomparabilmente più pratico ed efficiente rispetto alla funzione di ricerca integrata in Windows.
Dopo aver reinstallato Google Desktop ho scoperto che alla nuova interfaccia, una barra verticale che corre lungo il lato destro del mio desktop, avevo la possibilità di aggiungere svariati gadget in grado di implementare le funzionalità più disparate. Avendo proprio oggi "fatto pulizia" e sfogliato l'ampio catalogo dei gadget disponibili, in questo momento sul mio desktop ci sono il gadget meteo, quello delle news, gli appunti, la calcolatrice (c'è pur sempre quella di Windows, ma può far comodo averne una a portata di mano sul desktop), il dizionario Inglese-Italiano (e viceversa) di WordReference.com, le frasi del giorno di PensieriParole e le statistiche di sistema (che controllo assai di rado... comunque le tengo lì per dare quella discreta aria geek alla mia scrivania ;-)).
Fino a qualche ora fa, poiché come aggregatore utilizzo Google Reader, mi tornava utile il relativo gadget per tenere sotto controllo i miei feed ed essere informata della pubblicazione di nuovi articoli senza bisogno di accedere al sito... ma quel gadget l'ho rimosso dopo aver trovato grazie a Generazione Internet un'alternativa che mi sembra senza dubbio migliore: EspressoReader, un software multipiattaforma che visualizza il contenuto dei feed con un layout ben organizzato ed esteticamente gradevole (si può scegliere tra una Magazine View di grande effetto visivo e una List View più indicata per leggere). Nota: per poter funzionare, EspressoReader richiede che sia installata l'applicazione Adobe AIR. Questo programma lo sto ancora provando, e se non dovesse soddisfarmi non escludo di tornare a consultare i miei feed direttamente dalla pagina di Google Reader... comunque finora ho riscontrato solamente qualche difettuccio abbastanza veniale: username e password non vengono memorizzati e quindi devo digitarli di nuovo ad ogni avvio (sul wiki della guida non ho trovato un modo per ovviare a questo inconveniente), se chiudo la finestra del programma riaprirla non è immediato e quindi mi conviene tenerla sempre aperta in background, infine non è possibile aggiungere o rimuovere feed mediante EspressoReader, ma occorre farlo attraverso il sito... comunque questo non è un gran problema, dal momento che la lista delle sottoscrizioni non la aggiorno poi così spesso! :-)
A proposito di layout grafici accattivanti... proprio oggi ho segnalato sul mio tumblr un'altra scoperta fatta tramite Generazione Internet: Joliprint, un servizio online gratuito e comodissimo da usare (non devi far altro che aggiungere alla barra dei segnalibri del tuo browser l'apposito pulsante) che converte le pagine web in documenti PDF. Sicuramente da provare! :-)

Update del 25 novembre: da quando ho modificato le impostazioni (Settings) di EspressoReader, ponendo il segno di spunta accanto a tutte le opzioni disponibili, direi che il programma si comporta in maniera più soddisfacente. Innanzitutto username e password rimangono memorizzati, come pure il layout di visualizzazione usato per ultimo (prima all'avvio veniva mostrata per default la Mag View, anziché la List View che personalmente preferisco nella maggior parte dei casi). Se ci fosse una barra di stato che mostra l'URL verso cui puntano i link contenuti negli articoli, EspressoReader sarebbe quasi perfetto. Dico "quasi" perché a volte i link inclusi nei titoli dei post non funzionano, specialmente se si tratta di blog ospitati su Blogger...

domenica 24 ottobre 2010

Troubleshooting for Ubuntu

[Dopo le prime tre puntate interamente dedicate a Windows... :-)]
L'altro giorno, per cercare di prepararmi degnamente al Linux Day al quale ho poi assistito ieri in quel di Teramo, ho aggiornato la versione di Linux Ubuntu installata sul mio netbook dalla 10.04 alla 10.10, denominata Maverick Meerkat, ossia più o meno "suricato indipendente", e rilasciata il 10 ottobre scorso (la prossima release, in uscita ad aprile 2011, come di regola a sei mesi di distanza dalla precedente, si chiamerà Natty Narwhal, "narvalo elegante"). L'upgrade è stato piuttosto tranquillo, anche perché questa distro la utilizzo ormai da più di un anno; all'esauriente guida disponibile sull'Eee PC Forum mi è stato sufficiente dare una semplice scorsa.
Oggi vorrei parlare di un paio di piccoli intoppi relativi alla connettività che mi si sono presentati nel passaggio alla nuova versione, e che comunque sono riuscita a risolvere abbastanza agevolmente. Illustrerò i vari passaggi in maniera piuttosto dettagliata, perché trovo che ciò possa risultare utile ed istruttivo... per la sottoscritta, se non altro! ;-)
Primo problema: con Ubuntu 10.04, dopo aver attivato il wireless premendo Fn+F2, il sistema si connetteva automaticamente alla rete senza fili domestica... mentre ciò non si verificava più con la versione 10.10. Come ovviare a questo piccolo inconveniente? Ebbene, è stato sufficiente selezionare, dal pannello, Sistema  → PreferenzeConnessioni di rete, aprire la scheda Senza fili, selezionare la connessione desiderata, cliccare su Modifica, nella finestra che si è aperta mettere il segno di spunta accanto all'opzione Connettere automaticamente, e cliccare infine su Applica. Non che ci volesse molto... ma a parziale giustificazione del fatto che ci ho messo più tempo del dovuto faccio presente che, nella sezione dell'help di Ubuntu dedicata alle connessioni alle reti senza fili, avevo trovato scritto «Se in precedenza era stata stabilita una connessione alla stessa rete, si viene automaticamente connessi a tale rete quando è disponibile». Per default, insomma. Vabbe'... l'importante è che da questo momento in poi la comoda funzionalità di connessione in automatico sia stata ripristinata.
Secondo problema: configurare il collegamento via Bluetooth con il mio cellulare, per inviare le foto scattate con il Nokia 3600 Slide direttamente al netbook, senza bisogno di cavetti né di software dedicati. Con la 10.04 ci riuscivo senza problemi, mentre con la 10.10... Ma andiamo con ordine.
Per prima cosa ho cliccato sull'icona di Bluetooth nel pannello, ho selezionato Accendi Bluetooth dal menu a discesa che si è aperto, poi ho riaperto di nuovo il menu per assicurarmi che accanto all'opzione Visibile ci fosse il segno di spunta. Successivamente ho attivato Bluetooth pure sul cellulare, e ho verificato che anch'esso risultasse visibile. Ho aperto ancora una volta il suddetto menu di Bluetooth, e ho selezionato Configura nuovo dispositivo..., dopodiché si è aperta la seguente finestra di avvio della configurazione guidata.


Dopo che ho cliccato su Avanti, il sistema ha iniziato a ricercare i dispositivi rilevabili.

 
Ho selezionato il mio telefonino dall'elenco e ho cliccato su Avanti. Sul display del cellulare è comparsa la scritta «Accettare la richiesta di associazione da? [nome del mio netbook]». Ho cliccato su OK e, sempre sul display, è comparso l'avviso «Inserire codice di protezione». Quale codice? Semplicemente il PIN generato in maniera casuale che nel frattempo era apparso sullo schermo del netbook. Dopo averlo digitato e aver premuto OK, sul display del telefonino è apparso il seguente messaggio: «Consentire a questo dispositivo di connettersi automaticamente? Se si sceglie "Sì", le connessioni avranno luogo automaticamente senza richiesta di conferma. Se si sceglie "No", la connessione necessiterà di conferma». Poiché ho selezionato , è comparso l'avviso «Conn. automatica attivata. Non verrà richiesta conferma». Infine, nella finestra visualizzata sul netbook, ho cliccato su Chiudi senza selezionare alcun servizio aggiuntivo da utilizzare con il dispositivo («Usa il telefono mobile come dispositivo di rete (PAN/NAP)», «Accesso a Internet usando il telefono mobile (DUN)»).
A questo punto, dopo aver aperto una foto scattata con il cellulare, ho cliccato su InviaVia BluetoothDispos. associati → [nome del mio netbook] → Connetti... ma un istante dopo sul display è apparsa la scritta «Servizio non supportato dall'altro dispositivo». Ma com'è possibile?! :-S Ho provato a fare un tentativo differente, selezionando Esplora i file sul dispositivo... dal menu di Bluetooth sul netbook e poi cliccando su Esplora dopo aver selezionato il telefonino. Sul display del cellulare è comparsa ancora una volta la scritta «Accettare la richiesta di associazione da? [nome del mio netbook]» (OK), poi l'avviso «Inserire codice di protezione» (ho digitato di nuovo quello di prima, dal momento che non ne era stato generato un altro). Addirittura il netbook mi ha chiesto, per autorizzare l'associazione del cellulare con il netbook, di «inserire il PIN indicato sul dispositivo»; non avendone altri a disposizione, sono andata a recuperare il PIN associato alla SIM del telefono, che peraltro non mi pareva di aver mai usato prima... ma presumo che non fosse quello che intendeva. Responso finale? «Associazione non riuscita». Strano... netbook e cellulare si "vedono", ma non si "parlano"! :-S
A questo punto ho aperto la finestra delle Preferenze dal solito menu di Bluetooth, ho selezionato il dispositivo e ho provato a cliccare su Ricevi file... dopodiché è comparso il seguente avviso: «Impossibile avviare le preferenze "Condivisione di file personali". Verificare che il programma "Condivisione di file personali" sia correttamente installato». Ohibò, vuoi vedere che qui manca qualcosa? Allora mi sono finalmente decisa a sfogliare l'help di Ubuntu, trovando nel manuale di gnome-bluetooth la seguente FAQ davvero illuminante.
I don't see how to receive files over Bluetooth on my computer in gnome-bluetooth, am I blind?
File reception is not implemented in gnome-bluetooth, but in gnome-user-share, so you have to install this application to be able to receive files over Bluetooth.
Allora dal pannello ho selezionato SistemaAmministrazione Gestore pacchetti, ho inserito come di rigore la password, ho individuato 'sto benedetto pacchetto gnome-user-share, ci ho cliccato sopra selezionando Installa e cliccando infine sul pulsante Applica.


Terminata l'installazione, ho riaperto la finestra delle Preferenze di Bluetooth, ho di nuovo cliccato su Ricevi file, e... nessun errore, stavolta: si è aperta la finestra Preferenze di condivisione di file personali, nella quale ho modificato le impostazioni come da figura seguente...


... e ho cliccato su Chiudi. Dopodiché ho ripetuto la procedura sopra descritta per inviare la foto dal cellulare... e questa volta è andato tutto liscio: il file è stato salvato senza problemi nella cartella Scaricati. Finalmente! :-D

giovedì 21 ottobre 2010

Addio al "papà" dei frattali

Anni fa, poco dopo l'acquisto del mio primo pc, ebbi modo di scoprire il meraviglioso mondo dei frattali. Una versione delle Fractal FAQ risalente al lontano 1995, talmente datata che i link in essa contenuti risultano quasi tutti "scaduti", la conservo gelosamente sul mio hard disk (anche se devo ammettere di non averla mai letta per intero ;-)), ricordo inoltre che sulla mia defunta calcolatrice grafica TI-85 c'era installato un programmino in grado di tracciare il cosiddetto triangolo di Sierpinski, e per parecchio tempo ho avuto come sfondo del desktop l'immagine GIF che puoi vedere qui sopra; pur misurando appena 640x480 pixel, lo schermo lo copriva quasi tutto, pensa un po'! :-)
Ma che cos'è di preciso un frattale? Wikipedia lo definisce come «un oggetto geometrico che si ripete nella sua struttura allo stesso modo su scale diverse, ovvero che non cambia aspetto anche se visto con una lente d'ingrandimento». A dargli tale nome, che deriva dal latino fractus così come il termine frazione, fu il grande matematico polacco naturalizzato francese Benoît Mandelbrot, noto appunto per i suoi lavori sulla geometria frattale.
Il professor Mandelbrot è morto una settimana fa, all'età di quasi ottantasei anni... ma ho l'impressione che non siamo in tanti ad esserne al corrente, dal momento che in questi giorni stampa e tg sono pressoché monopolizzati da tutt'altro genere di notizie. :-S Il matematico impertinente Piergiorgio Odifreddi (che trovo piuttosto irritante quando si cimenta nell'impresa di applicare la logica pura a questioni religiose, ma assai più efficace finché rimane entro i confini del suo ambito di competenza) ricorda che in realtà «non è stato Mandelbrot a scoprire i frattali» (le curve di Peano furono infatti presentate nel 1890), però è stato lui, oltre ad introdurre la parola frattali, «a far diventare il loro studio uno dei campi più intriganti della matematica. In particolare, grazie al famoso insieme di Mandelbrot, i cui anfratti riproducono un'infinita varietà di forme e costituiscono una sorta di catalogo universale di tutti i frattali». Ecco una rappresentazione grafica dell'insieme di Mandelbrot, che tengo archiviata da anni assieme all'immagine che apre questo post.


Se ti interessa, di immagini sul tema "frattali" da utilizzare come wallpaper puoi trovarne diverse qui... mentre, per saperne di più sull'arte frattale, puoi rivolgerti alla solita Wikipedia.

mercoledì 20 ottobre 2010

La mappa del cielo in tasca

Poiché individuare i corpi celesti (a parte Giove, che oramai riconosco con una certa disinvoltura ;-)) non è esattamente il mio forte, un anno fa scrissi: «mi farebbe davvero comodo che al mio campo visivo si sovrapponessero virtualmente gli schemi (o asterismi) delle costellazioni con i relativi nomi. Chissà, forse in un futuro non lontano i progressi tecnologici lo permetteranno». Poco tempo dopo ho scoperto che esisteva già qualcosa di non troppo dissimile dall'idea avveniristica che avevo in mente: la serie di telescopi Celestron CPC integra una tecnologia per eseguire l'allineamento. Non si può certo dire che si tratti di una soluzione a buon mercato... comunque ho appena avuto modo di vedere in funzione un altro validissimo ausilio per l'osservazione del cielo, in questo caso letteralmente alla portata di tutte le tasche (o quasi). Di cosa si tratta?
Beh, ieri sera sono stata a cena allo Stammtisch di Chieti Scalo assieme ad altri quattro amici di internet, che approfitto per salutare e ringraziare di nuovo per la bella serata. :-) [A proposito: se vai a mangiare presso il summenzionato pub bavarese, e dopo aver gustato qualche appetitosa specialità hai voglia di concederti un bel dessert, sappi che la sottoscritta consiglia la torta Stammtisch. Ricotta, nutella e cocco, con guarnizione di panna montata: una delizia!] All'uscita dal locale, Paolo ci ha mostrato le potenzialità del software Google Sky Map installato sul suo HTC Magic. Come illustrato in un breve video dimostrativo, elaborando i dati provenienti dalla bussola integrata nello smartphone il programma è in grado di identificare gli oggetti celesti che si stanno osservando, nonché di visualizzare sul display delle freccette che aiutano l'utente a puntare il telefono verso l'oggetto desiderato: fantastico! ;-) Ho già accennato al fatto che degli smartphone mi affascinavano le innumerevoli applicazioni (navigazione, realtà aumentata, gestione di QR Code, ecc.)... ma, dopo aver visto in azione Google Sky Map, che peraltro è scaricabile gratuitamente dall'Android Market, ho deciso una volta per tutte che il mio Samsung SGH-S720i, dopo tre anni di gloriosa carriera, andrà in pensione quanto prima. ;-) Oltretutto negli ultimi tempi i prezzi dei cellulari più evoluti stanno diventando decisamente più abbordabili, come conferma il Trovafonino, al quale mi sono rivolta per restringere la cerchia dei potenziali "candidati". Requisito imprescindibile? Sistema operativo Android, ovviamente! :-)

martedì 19 ottobre 2010

Mumble mumble

Rompicapo del giorno...
Un re, stimato dai sudditi per la sua generosità, dichiara di voler offrire a un prigioniero l'opportunità di uscire di galera: «Metterò una pallina bianca sotto questa tazza e una pallina nera sotto quest'altra tazza. Se indovinerai sotto quale tazza c'è la pallina bianca sarai libero, altrimenti...» [ghigno sinistro]. In realtà il re è malvagio, e così sotto le tazze mette due palline nere; ma il prigioniero, conoscendo l'indole nascosta del re, intuisce che le palline sono entrambe nere. Però riesce lo stesso a salvarsi la vita pur scegliendo una tazza! Come fa?
[NdG: il prigioniero ha dato prova di un'ottima presenza di spirito, non c'è che dire! :-)]

lunedì 18 ottobre 2010

Dirottamenti in Rete

Citando Wikipedia, «Il Typosquatting, da "squatting", "occupazione di edifici o terreni non utilizzati senza averne diritto o autorità" chiamato anche dirottamento di URL, è una forma di cybersquatting che si basa su errori di battitura/digitazione ("typos" in Inglese) fatti dagli utenti Internet quando digitano gli url nel Browser». Secondo typosquatting.it, che è un sito ideato per proporre a chiunque voglia salvaguardare il proprio nome di dominio un software online in grado di elaborare (stando a quanto dichiarato in homepage) tutti i possibili URL più a rischio di confusione con quello che si intende registrare, il typosquatting «consiste nel registrare un nome di dominio, molto simile a quello utilizzato da un'altra società, con un duplice obiettivo: intercettare una parte del traffico indirizzato al sito ufficiale e intercettare il maggior numero possibile di e-mail, inviate a indirizzi della società presa di mira. [...] Il "pirata", in questo modo, può veicolare messaggi pubblicitari o proporre prodotti e servizi, forniti da società concorrenti o complementari alla società-vittima». 'Sti furbacchioni! ;-) Quando ho avuto la necessità di digitare per esteso l'URL di un sito anziché richiamarlo dai Segnalibri, mi è capitato più di una volta di incappare in questo genere di "trucchetto", in genere avendo digitato www con due sole W anziché tre... e, mentre ww.tumblr.com ha tutta l'aria di essere stato creato per promuovere un servizio di podcasting, ww.splinder.com pare un normalissimo blog, peraltro aggiornato piuttosto saltuariamente, che comunque riceve con ogni probabilità molte più visite di quelle che avrebbe potuto totalizzare se gli fosse stato assegnato un nome di dominio meno "geniale". D'altra parte, ad esempio, www.gooogle.it viene segnalato come sito web malevolo da Mozilla Firefox... comunque, anche se si naviga utilizzando un browser attento come il mio, è sempre bene fare attenzione a ciò che si digita nella barra degli indirizzi!

Navigare a consumo, ieri e oggi

Anche se in Italia la tecnologia ADSL è in uso dall'anno 2000, ho attivato Alice sulla linea di casa solamente nel 2006. Per anni ho navigato in Rete usando una connessione dial-up, e per evitare di pesare eccessivamente sulla bolletta telefonica (oltre che di tenere occupata troppo a lungo la linea! ;-)) avevo l'esigenza di controllare la durata delle mie sessioni di navigazione. A tale scopo ho utilizzato per parecchio tempo un programmino per Windows chiamato MQMC, acronimo di Ma Quanto Mi Costi: con quest'ultima battuta una mamma ammoniva la figlia, la quale passava le ore al telefono col fidanzatino cinguettando «Ma quanto mi ami?», in un vecchissimo spot della SIP (la futura Telecom Italia) nel quale viene pronunciata la parola teleselezione che non mi capitava di sentire da secoli! :-)
Credo che al giorno d'oggi la maggior parte degli utenti di internet non debba più preoccuparsi di quanto tempo rimane connessa, perché come me ha optato per una tariffa flat... comunque ho scoperto l'esistenza di un programmino (appena 145 kB) chiamato Report ADSL, che consente di visualizzare e registrare il tempo ed il costo delle connessioni effettuate con un collegamento a banda larga: ritengo che questo possa far comodo a coloro che tuttora navigano usando piani tariffari a consumo (free). Personalmente ho avuto modo di provare con soddisfazione altre applicazioni scaricabili dal medesimo sito, come la calcolatrice alla quale accennai qui, ma Report ADSL non l'ho neanche installato, perché non ne avevo motivo; pertanto non posso assicurare nulla al riguardo. Ho pensato comunque che non fosse una cattiva idea segnalarlo a beneficio dei potenziali interessati, sottolineando che il programma è da considerarsi in versione beta e viene fornito "as is", senza nessuna garanzia di funzionamento.

sabato 16 ottobre 2010

Lady Bug

[Subito dopo aver scelto il titolo qui sopra, mi è tornato in mente questo videogame – ricordo di averci giocato, possibile? :-) – che comunque non c'entra nulla con l'argomento del post]
Il termine bug è oramai talmente diffuso nella nostra lingua che pure il dizionario Sabatini Coletti lo riporta, definendolo come un «Errore nella progettazione o nella realizzazione di un programma» (sinonimo: baco).
Secondo Wikipedia, «il termine bug nel senso di problema tecnico è stato usato almeno dal 1870: è citato in questo senso in una lettera di Edison del 1878, probabilmente questo uso del termine è di origine scozzese».
Ho trovato qui un frammento della missiva in questione.
It has been just so in all of my inventions. The first step is an intuition, and comes with a burst, then difficulties arise -- this thing gives out and [it is] then that "Bugs" -- as such little faults and difficulties are called -- show themselves and months of intense watching, study and labor are requisite before commercial success or failure is certainly reached.
Provando a tradurre...
È stato proprio così in tutte le mie scoperte. Il primo passo è un'intuizione che colpisce come un'esplosione, poi sorgono difficoltà, la cosa si esaurisce ed è allora che si presentano i bug – è così che vengono chiamati piccoli difetti e difficoltà – e sono necessari mesi di intensa osservazione, di studio e di lavoro prima che si raggiunga con certezza il successo o il fallimento commerciale.
[Ma tu guarda, in quest'occasione ho scoperto che Edison brevettò sì un enorme numero di invenzioni, ma non fu lui a inventare la lampadina, contrariamente a ciò che si pensa di solito]
Comunque il termine bug non ha soltanto un'accezione metaforica! :-) Sempre dalla summenzionata pagina di Wikipedia...
L'uso del termine bug, che in inglese indica genericamente un piccolo insetto, è legato ad un curioso aneddoto risalente ai tempi pionieristici dell'informatica: il 9 settembre 1947 il tenente Hopper ed il suo gruppo stavano cercando la causa del malfunzionamento di un computer Mark II quando, con stupore, si accorsero che una falena  si era incastrata tra i circuiti. Dopo aver rimosso l'insetto (alle ore 15.45), il tenente incollò la falena rimossa sul registro del computer e annotò: «1545. Relay #70 Panel F (moth) in relay. First actual case of bug being found». Questo registro è conservato presso lo Smithsonian National Museum of American History.
Lo storico insetto in questione è stato anche immortalato: puoi "ammirarne" la fotografia nel brano che ho linkato sopra e che riassume la storia dei bug e del debugging.
[Lo spunto di stasera lo devo a un post scritto l'anno scorso da Paolo Attivissimo in occasione del cinquantenario del linguaggio COBOL, "figlio" della suddetta Grace Murray Hopper... e l'ho trovato troppo interessante per poter rinunciare ad approfondirlo almeno un po'. Se all'epoca avessi usato il tumblr con l'assiduità di oggi, probabilmente me la sarei cavata con un semplice e tempestivo link, e invece... meglio tardi che mai, giusto? ;-)]

venerdì 15 ottobre 2010

Ci metto la firma... o no?

Un paio d'anni fa venni messa al corrente di una petizione ospitata sul sito Firmiamo.it: «Si [senza accento sulla i] alle intercettazioni, difendiamo l'efficacia dell'azione della magistratura». Poiché la questione mi stava (e mi sta tuttora) abbastanza a cuore, firmai senza pensarci due volte... e all'indirizzo e-mail che avevo utilizzato mi giunse il seguente messaggio.
ti scriviamo per la prima volta per segnalarti che prossimamente i creatori delle petizioni potranno informare i firmatari sulle questioni fondamentali a proposito della petizione che hanno firmato.
Riceverai quindi, senza frequenza prefissata e comunque mai pressante, solo email correlate ad informazioni utili sulle petizioni che hai firmato.
Non riceverai mai email pubblicitarie!
A parte un piccolo sponsor ben evidenziato, in fondo alle email, come in questo caso, che ci permette di sostenere la piattaforma, che come sai offriamo gratuitamente.
Qualche mese dopo, in quanto firmataria della petizione, ricevetti un altro messaggio, questa volta di ringraziamento perché «sei tra chi ha aiutato firmiamo.it a superare il milione di utenti e di firme raccolte, diventando la prima piattaforma europea. Siamo leader anche in francia con jesigne.fr. La nostra missione è quella di dare voce a tutte le opinioni del mondo e grazie a te ci stiamo riuscendo». Ah, però! :-)
Negli ultimi tempi, contrariamente a quanto affermato nell'e-mail iniziale, non è affatto raro che mi arrivino messaggi pubblicitari dei generi più disparati con l'indicazione di Firmiamo.it in bella evidenza nel subject. In linea di principio potrei decidere di disabbonarmi, ma finora non ho ritenuto necessario farlo, perché l'invadenza di questi messaggi non esattamente desiderati non è tale da indurmi ad etichettarli come spam.
Oltre alla pubblicità, di tanto in tanto mi arriva pure una newsletter per invitarmi a contribuire alle petizioni più recenti firmando virtualmente (testuali parole), inoltrando la newsletter stessa agli amici oppure condividendo le singole petizioni su Facebook. Sorvolando su alcune proposte formulate in maniera fin troppo idealistica e astrattaI demoni della pedofilia», «Basta violenza sulle donne e minori»... messa così, dubito fortemente che una raccolta di firme possa cambiare davvero le cose), in qualche caso sono stata piuttosto tentata di aderire, se non altro per sostenere certe campagne che reputo particolarmente meritevoli di attenzioneContro le discriminazioni basate sul genere ed orientamento sessuale», «ridurre i compensi dei parlamentari italiani»)... ma poi ho ripensato a ciò che si va dicendo da tempo riguardo alla dubbia efficacia di questo genere di mobilitazione, e ho lasciato perdere. A tal proposito, segnalo un bel pezzo tratto da Il Post, ispirato a un articolo pubblicato su The Guardian, che mette in luce il divario fra il semplice gesto di cliccare a favore delle cause in cui si crede e la scelta di agire concretamente per migliorare il mondo: c'è il serio rischio che il cosiddetto clicktivism sottragga energie e risorse all'autentico impegno civile.
Proprio oggi la summenzionata testata online fondata da Luca Sofri ha dedicato un articolo piuttosto critico alla piattaforma Firmiamo.it, affermando che essa «serve in realtà solo a mandare spam pubblicitario ai firmatari». Sostenere che serva esclusivamente a quello scopo mi pare eccessivo... comunque mi è parso di capire che le cose siano un po' cambiate rispetto a quando firmai per la prima volta, anche se devo ammettere che con ogni probabilità all'epoca non lessi le condizioni di utilizzo con la dovuta attenzione: per citare una frase che ho condiviso sul tumblr qualche mese fa, la più grande bugia di tutti i tempi è «Ho letto e accetto i termini di utilizzo». ;-)
Infine, visto che si parla di petizioni... ricordo che mi colpì parecchio il fervore con cui l'attore Jeremy Irons si è speso nella lotta contro la fame nel mondo.

giovedì 14 ottobre 2010

Pulizie d'autunno

Chissà se qualche lettore di vecchissima data della Curiosona, ammesso che ne esista qualcuno che si possa definire tale, si ricorda de Il fu Mattia Pasqual. Tre anni fa ho dedicato il post inaugurale della relativa categoria a spiegare in che modo, ai tempi del liceo, mi venne l'idea di compilare lo stupidario della mia classe (in estrema sintesi, potrei dire che ci mise lo zampino Mitì :-))... e stasera, ad oltre due anni e mezzo di distanza dall'ultimo post, mi sono finalmente decisa (alla faccia del "prossimamente" ;-)) a chiudere una buona volta la serie pubblicando i frammenti "sfusi" che non avevano trovato una collocazione appropriata in nessuno dei post monotematici, e che languivano da tempo nei meandri del mio hard disk. Poca roba, non aspettarti niente di che... ma se non altro servirà a cambiare metaforicamente l'aria nelle stanze de il fu, che considero l'elemento più caratteristico di questo blog (non parliamo del resto... :-)).
La scuola è come la gravidanza: nove mesi di sofferenza.

Siete ignoranti nel senso latino.
(No, il film Tre uomini e una gamba non era ancora uscito)

Parla in stampatello!
(Detto da un alunno a un compagno dall'eloquio un tantino impacciato)

Prof: Vi sembrerà una domanda stupida...
Alunno: (immune da timori reverenziali) Però lo è!

Nessun riferimento è puramente casuale.

Siete studenti con la S maiuscola o studenti senza ST?

Che ci frega di sapere tutto sui referendum, tanto mica votiamo?
(Prima del compimento della maggiore età... senso civico, questo sconosciuto :-()
E a questo punto, davvero... that's all, folks! ;-)

mercoledì 13 ottobre 2010

Un "polentone" fra i "terroni";- ;-)

Da qualche settimana ho in cantiere una "recensione" non proprio benevola di un film italiano recentemente uscito nelle sale, e del romanzo da cui è stato tratto... ma non ho tanta voglia di ultimare il post, per cui ti parlerò invece della pellicola che ho visto oggi pomeriggio: Benvenuti al Sud. Trattasi del remake nostrano di un grande successo comico d'oltralpe, Giù al Nord, che non ho visto perché, se devo essere sincera, non mi convinceva l'idea di esportare un film dedicato alle differenze tra nord e sud di un Paese straniero, per quanto vicino, come la Francia... mentre invece ritengo che per noi italiani possa essere molto più immediato comprendere la pellicola diretta da Luca Miniero, in quanto le realtà a confronto sono il settentrione e il meridione della nostra penisola.
La trama: Alberto Colombo (Claudio Bisio) è il direttore di un ufficio postale a Usmate, un piccolo comune della Brianza. Sua moglie Silvia (Angela Finocchiaro) vorrebbe tanto andare a vivere a Milano... e così, per accontentarla, il nostro escogita una pensata subdola: fingersi invalido per usufruire delle relative agevolazioni ed ottenere finalmente il trasferimento a lungo agognato invano. Peccato per lui che si lasci sgamare in men che non si dica come un pirla (eh, quanno ce vo', ce vo'! ;-))... e a questo punto l'unica alternativa al meritato licenziamento è accettare di trasferirsi per due anni al Sud, nel Cilento. Sia pur molto a malincuore, Alberto fa le valigie e raggiunge Castellabate, deliziosa cittadina a picco sul mare dichiarata patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO ed inclusa tra i borghi più belli d'Italia, tutto infarcito di pregiudizi e stereotipi negativi sul meridione. Ben presto però imparerà a conoscere il bello di uno stile di vita così diverso dal suo e ad apprezzare i "terùn", gente generosa, ospitale e dal cuore d'oro, stringendo amicizia soprattutto con Mattia (Alessandro Siani), un postino tenero e mammone innamorato della bella Maria (Valentina Lodovini). Alla moglie, rimasta al Nord con il figlioletto di otto anni, Alberto continua però a far credere di fare una vita d'inferno... e questo inspiegabilmente giova al loro rapporto.
La citazione clou: «Quando un forestiero viene al Sud, piange due volte: quando arriva e quando parte».
Buona parte della comicità del film si regge sulle incomprensioni "linguistiche": a Castellabate tutti parlano un dialetto così stretto da risultare spesso incomprensibile anche ai non "padani" come me... ma l'assenza dei sottotitoli, dei quali a tratti ho sentito un po' la mancanza, può aiutare lo spettatore ad immedesimarsi nello spaesamento del protagonista.
Benvenuti al Sud l'ho trovato piuttosto spassoso, e ne consiglio la visione a chi desidera trascorrere un'oretta e mezza di divertimento non volgare né superficiale. Volendo trovargli un difetto, direi che mi è sembrato un po' troppo ruffiano e buonista: propone un ritratto del Sud tendenzialmente idilliaco, a sua volta ricco di stereotipi per quanto positivi, che però non corrisponde del tutto alla realtà, purtroppo. Non per niente la pellicola è dedicata alla memoria di Angelo Vassallo, il coraggioso sindaco di Pollica che un mese fa è rimasto vittima di un attentato di stampo camorristico a breve distanza dalla location dove si era svolta gran parte delle riprese del film. Neanche a farlo apposta, il protagonista di Benvenuti al Sud arriva per la prima volta a Castellabate munito addirittura di giubbotto antiproiettile... e il suo interprete Claudio Bisio, che quelle scene le aveva girate prima dell'assassinio, ha amaramente commentato: «Dopo l'uccisione di Vassallo m'è venuto da pensare che forse le cose sarebbero andate diversamente se quel giubbotto antiproiettile l'avesse indossato lui»

lunedì 11 ottobre 2010

La furbizia del consumatore

Poiché in genere tengo disattivata la suoneria del cellulare, non di rado capita che chi mi chiama si veda costretto a riagganciare dopo un buon numero di squilli... ed è così che qualche giorno fa, frugando in borsa, ho scoperto che su uno dei miei due cellulari erano arrivate tre chiamate senza risposta provenienti da un numero privato. Il misterioso contatto comunque non si è dato per vinto, finché al quarto tentativo non ho finalmente risposto. Ebbene, si trattava di una gentile operatrice Sky intenzionata a propormi un vantaggiosissimo pacchetto di canali televisivi a pagamento; onde evitare inutili perdite di tempo per entrambe, l'ho prontamente interrotta assicurandole che, purtroppo per lei, al momento la mia famiglia non era interessata a quel genere di offerte. Interrotta la comunicazione, ho pensato: strano che mi abbiano cercata sul cellulare, di solito è sul telefono di casa che arriva, ahimè soprattutto alle ore dei pasti e del riposo pomeridiano, questo tipo di offerte commerciali (non soltanto da Sky ma anche da altre aziende, tra cui Infostrada, Fastweb e la stessa Telecom Italia che è tuttora il nostro operatore di telefonia fissa)... dove avranno preso il mio numero di telefonino? Ben presto mi sono ricordata che, un paio di mesi fa, avevo inviato da quel cellulare un sms per partecipare a un concorso nel quale la summenzionata piattaforma televisiva metteva in palio premi particolarmente appetibili. A questo punto mi è tornata in mente una considerazione nella quale mi ero imbattuta mesi fa, informandomi a proposito del codice in materia di protezione dei dati personali, più comunemente ma impropriamente noto come legge sulla privacy: poiché in seguito all'entrata in vigore della nuova normativa possono essere contattati «solo i soggetti che hanno esplicitamente fornito il loro assenso esplicito all'opportunità di essere raggiunti da chiamate telefoniche di tipo commerciale», «le aziende, per approvvigionarsi in modo legale di contatti di potenziali clienti, hanno intrapreso campagne specifiche mediante concorsi a premi o raccolte punti» (fonte Wikipedia). Fossi stata un po' meno ingenua, sarei riuscita anche da sola a smascherare questo genere di stratagemmi... fatto sta che, da quando ho finalmente aperto gli occhi, sono diventata più restia a "sacrificare" i miei dati nella remota eventualità di portare a casa qualche bel premio. Certe volte, però, ci casco ancora, come nel suddetto caso di Sky! :-(
Colgo l'occasione per segnalare due notizie abbastanza datate (ho messo da parte i link un annetto e mezzo fa... meglio tardi che mai ;-)), ma pur sempre interessanti se messe a confronto: mentre il cosiddetto "decreto milleproroghe" del 2009 prevedeva che in Italia «I dati personali presenti nelle banche dati costituite sulla base degli elenchi telefonici formati prima del primo agosto 2005 sono utilizzabili per fini pubblicitari», nello stesso periodo Ikaro scriveva che nello stato brasiliano di San Paolo «chiunque voglia proteggersi dal telemarketing selvaggio potrà inserire il proprio numero telefonico in un apposito registro tramite il sito della ProconSP (una associazione di consumatori)», e che «Le imprese di telemarketing dovranno rispettare il divieto assoluto di usare i numeri contenuti in questo archivio, pena una multa di tre milioni di Reais (quasi un milione di euro). Le imprese potranno telefonare solo ed esclusivamente in presenza di una liberatoria scritta dal proprietario del numero, che autorizza tale impresa a fare telefonate per scopi di telemarketing». Sarebbe bello che prima o poi un approccio analogo divenisse la norma anche da noi...

sabato 9 ottobre 2010

Una mela per la vita

Domani e dopodomani, sabato 9 e domenica 10 ottobre, per il sedicesimo anno consecutivo torna la manifestazione «Una mela per la vita», appuntamento con la solidarietà che l'Associazione Italiana Sclerosi Multipla dedica ai giovani, ovvero quasi il 50% delle persone colpite dalla malattia. Sono circa tremila le piazze italiane in cui verranno distribuiti quattro milioni di mele romagnole: la piazza a te più vicina puoi individuarla qui. «Fai andare la ricerca, ferma la sclerosi multipla»: è questo l'appello che accompagnerà la manifestazione, nata per sostenere la ricerca scientifica e i servizi dedicati ai giovani colpiti dalla sclerosi multipla.
Nel video qui sotto, girato nel corso della recente BlogFest, Andrea Beggi, Dania, Funky Professor, Gallizio, Khenzo, Kurai, Mafe, Marileda, Palmasco, Pro-fumo, Remyna, Sara, Spora, Squonk, Stefigno e Teiluj "interpretano" le quattro parole chiave su cui puntare per sconfiggere la sclerosi multipla: giovani, solidarietà, ricerca, movimento.


In collaborazione con la Scuola Holden di Torino, fondata fra gli altri dal celebre scrittore Alessandro Baricco, l'AISM dedica ai giovani il concorso letterario «Le parole sono semi. Da cui nascono grandi frutti». All'interno di ogni sacchetto di mele potrai trovare la cartolina per partecipare. Scrivi una parola per te importante, e spiega il suo legame con l'AISM. Ci sono dei premi in palio... ma immagino che la gratificazione più grande, perché priva di secondi fini, potrai ricavarla dalla consapevolezza di aver dato un contributo per quanto piccolo a un'iniziativa così importante.

venerdì 8 ottobre 2010

Vero o falso?

Ecco un quesito veloce veloce, prima di andare... yawn... a nanna! :-)
Considera la seguente lista di frasi:
  1. Esattamente una frase della lista è falsa.
  2. Esattamente due frasi della lista sono false.
  3. Esattamente tre frasi della lista sono false.
  4. Esattamente quattro frasi della lista sono false.
  5. Esattamente cinque frasi della lista sono false.
  6. Esattamente sei frasi della lista sono false.
  7. Esattamente sette frasi della lista sono false.
  8. Esattamente otto frasi della lista sono false.
  9. Esattamente nove frasi della lista sono false.
  10. Esattamente dieci frasi della lista sono false.
Quali di queste frasi sono vere e quali false?

mercoledì 6 ottobre 2010

Fotomosaici alla portata di tutti

Qualche mese fa sono rimasta incantata ammirando un Astronomy Picture of the Day davvero notevole: un fotomosaico del nostro pianeta costruito a partire da migliaia di minuscole istantanee della Terra e dello spazio (clicca sull'immagine per visualizzarla ad una risoluzione più elevata).


Grazie a Generazione Internet, ho scoperto che chiunque può realizzare facilmente questo genere di "opere d'arte" senza scaricare/installare alcun software né spendere un centesimo: provvede a tutto un servizio online chiamato EasyMoza, che non necessita neppure di registrazione. Ecco una screenshot della home page.

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Cliccando sul pulsante arancione Create photo mosaic, si apre una pagina tramite la quale è possibile selezionare dal proprio computer la foto principale, ossia quella che verrà composta da tutte le foto piccoline. Allora ho cliccato su Select photo e ho scelto la "copertina" del recente set fotografico nel quale avevo raccolto vari scorci della stupenda cittadina di Riva del Garda.

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Come impostazioni (Settings) ho lasciato quelle di default (passando il puntatore del mouse sopra ciascuna opzione affiancata da un punto interrogativo, comparirà un breve popup esplicativo), e ho cliccato su Continue. A questo punto è il momento di selezionare, cliccando su Select photos, le foto che verranno usate per comporre la foto principale: si consiglia di caricarne da un minimo di 250 a un massimo di 3000. Io ho usato il backup eseguito ieri tramite Downloadr (ecco a cosa mi servivano tutte quelle foto! :-)), poi ho aspettato per pochi minuti che l'upload venisse completato...

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... e avendo caricato un numero di foto sufficiente ho cliccato su Create mosaic.

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Di nuovo, mi è toccato pazientare un pochino finché il mosaico non è stato creato...

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... e finalmente...

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(Ancora una volta, come Extra options ho lasciato quelle di default)
Cliccando su Download, dopo qualche istante potrai salvare il file del tuo mosaico a bassa risoluzione (SAVE)...

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(a confronto con la versione originale "prima della cura" :-))

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... oppure generare un link mediante il quale potrai condividere la tua creazione su social network e simili (Share mosaic).

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Se il risultato ti piace a tal punto da volerlo stampare, puoi scaricarne la versione ad alta risoluzione al prezzo di 4,95 euro; altrimenti potrai accontentarti di zoomare sull'immagine per apprezzarne i dettagli! (La mia cartolina di Riva del Garda non è venuta granché bene, soprattutto per quanto riguarda la resa del cielo; forse avrei dovuto seguire con maggiore scrupolo i tips per la scelta della foto principale... :-()

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martedì 5 ottobre 2010

Come scaricare le foto da Flickr

Tempo fa mi sono chiesta: possibile che non esista una maniera comoda per scaricare le foto contenute in un set di Flickr tutte insieme, anziché una alla volta? Facendo la solita ricerchina su Google, ho scoperto che in effetti la soluzione c'era. A quanto pare, anzi, ce ne sarebbero parecchie... ma oggi ti consiglio Downloadr, perché dopo aver sperimentato con un certo successo questo pratico programmino (appena 460 KB) non ho sentito il bisogno di provare le altre strade suggerite in questa discussione.
Downloadr permette di ricercare le foto in base al testo, all'utente, ai tag, al posto, al set, alla data, al livello di interesse, al gruppo e ai preferiti, e le scarica automaticamente nel formato più grande disponibile. L'utilizzo è piuttosto intuitivo, come mostrato in questo screencast.


Per usare Downloadr non è necessario disporre di un account Flickr, a meno che non si desideri sfruttare alcune funzionalità del programma. Ad esempio, dopo aver selezionato Authenticate dal menu Extras e autorizzato Downloadr ad accedere al tuo account Flickr fornendo username e password, potrai effettuare un backup completo delle foto che hai messo online. È quello che ho appena fatto io... per farne cosa? Beh, te lo racconterò prossimamente! :-) (Inoltre, anche se finora i miei tentativi in tal senso non sono andati a buon fine, mi piacerebbe prelevare tutte le foto scaricabili che fanno parte del gruppo BlogFest 2010, per poterle sfogliare con calma e verificare fino a che punto sono riuscita ad esercitare il mio "leggendario superpotere dell'invisibilità" in quel di Riva del Garda... ;-))
Downloadr è gratuito, per quanto gli utenti possano esprimere il proprio gradimento all'autore ed aiutarlo a sostenere i costi dei server e della banda facendogli una donazione di qualsiasi importo, e consente di usare eventuali funzionalità aggiuntive del programma man mano che verranno implementate, perché l'aggiornamento alla versione più recente avviene in modo automatico ad ogni avvio. Sembra tutto troppo bello per essere vero... ma a ben vedere Downloadr qualche difettuccio ce l'ha: in ordine crescente di gravità dal mio punto di vista, è privo di un'interfaccia in lingua italiana, è ancora in versione beta, quindi può capitare che qualcosa vada storto nel corso dell'utilizzo... e soprattutto è disponibile soltanto per Windows! ;-)

lunedì 4 ottobre 2010

Proteggi chi ti guarda

Poiché porto gli occhiali dalla tenera età di sette anni (sono molto miope e pure un pochino astigmatica) e la visita periodica dall'oculista è per me un appuntamento fisso irrinunciabile (uh, a proposito, è arrivato il momento di fissare il controllo annuale!), la salute degli occhi è un tema che mi sta particolarmente a cuore. Per questo accolgo con grande interesse l'invito ricevuto da Zzub.it a partecipare alla campagna «Proteggi chi ti guarda», promossa dalla sezione italiana dell'Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB Italia Onlus) per sensibilizzare quante più persone possibile nei confronti di una patologia della retina che può portare alla perdita totale della visione centrale: la degenerazione maculare legata all'età (DMLE o AMD, Age-related Macular Degeneration), la quale colpisce in prevalenza soggetti di età superiore a cinquant'anni. Tale patologia è molto diffusa (colpisce infatti circa un milione di persone in Italia), ma ancora poco conosciuta: meno di un terzo degli italiani sa cosa sia e come si cura. Alcune informazioni al riguardo si possono trovare nell'apposita brochure informativa.
Nel video seguente, il presidente della IAPB Italia Onlus Giuseppe Castronovo racconta cos'è la DMLE e come è possibile contrastarla.


Informare e diffondere la cultura della prevenzione e della diagnosi precoce è fondamentale: in particolare, tutti gli ultrasessantenni dovrebbero sottoporsi con regolarità ad una visita oculistica periodica. Il test di Amsler può aiutare a riconoscere per tempo i sintomi... per questo ti invito a sottoporre a tale test i tuoi nonni, i genitori e le persone a te care. I contenuti scientifici sono a cura del professor Leonardo Mastropasqua, direttore del Centro Regionale di Eccellenza in Oftalmologia presso l'Università degli Studi "G. d'Annunzio" di Chieti e Pescara.
Nota: il test ha un carattere puramente indicativo a causa dell'approssimazione dei mezzi utilizzati (ad esempio il monitor può essere talvolta ingannevole), e non può affatto sostituire la valutazione diretta da parte del medico oculista. Inoltre il risultato ottenuto non consente di escludere l'eventuale presenza di malattie oculari che vanno diagnosticate grazie ad esami clinici approfonditi. Si consiglia pertanto di non dare troppa rilevanza ai risultati del test, ma, se ci si accorge di qualche anomalia, è opportuno rivolgersi a un medico specialista per una visita accurata.
L'artista inglese Adam Hahn, dopo aver raccolto le testimonianze di alcuni malati di DMLE, si è cimentato nell'impresa di dipingerli come loro vedono sé stessi allo specchio: le sue opere sono senz'altro di grande effetto.

domenica 3 ottobre 2010

Sintel


Conosci Elephants Dream e Big Buck Bunny? (Se la tua risposta è no, devi assolutamente colmare al più presto questa lacuna! ;-)) Qualche tempo dopo l'uscita di quei due autentici gioiellini animati, la Blender Foundation, organizzazione no profit che si occupa dello sviluppo del software per la modellazione tridimensionale Blender, ha recentemente rilasciato (qui il comunicato stampa relativo alla prima) Sintel, cortometraggio fantasy di produzione indipendente che è stato finanziato, almeno nella fase iniziale, da migliaia di donazioni provenienti dalla comunità Internet.
Questo film della durata di un quarto d'ora (in realtà poco più di dodici minuti, senza contare i titoli di coda che elencano i numerosissimi crediti) è stato realizzato ad Amsterdam da un team internazionale di artisti e sviluppatori. Inoltre alcuni obiettivi fondamentali sono stati raggiunti online con la collaborazione tecnica e creativa di utenti da tutto il mondo.
Per saperne di più sulla genesi del cosiddetto Durian Open Movie Project, partito nel maggio dello scorso anno, e sulle persone che l'hanno portato avanti fino al notevole risultato finale (il produttore Ton Roosendaal, il regista Colin Levy, il fumettista Martin Lodewijk, la sceneggiatrice Esther Wouda, il compositore Jan Morgenstern, l'artista concettuale David Revoy...) puoi leggere qui. Ma adesso goditi pure il film!


Non è straordinario, il risultato che si può ottenere utilizzando un software libero e open source come Blender? Il film è rilasciato sotto licenza Creative Commons Attribution 3.0. Il video lo puoi scaricare in vari formati e risoluzioni da qui, dove trovi pure i file .srt con i sottotitoli in varie lingue (in effetti i dialoghi sono piuttosto scarni, ma se non conosci bene l'inglese qualcosa potrebbe sfuggirti). Per la visione ti consiglio VLC Media Player!
P.S.: La segnalazione dell'uscita di questo piccolo capolavoro di computer grafica la devo a maury. :-)

venerdì 1 ottobre 2010

Come sta la blogosfera?

Ho ricevuto via e-mail da Technorati l'invito a partecipare alla 2010 State of the Blogosphere Survey, la nuova edizione dello studio sullo stato della blogosfera... e da brava blogger-che-si-rispetti non potevo certo astenermi dal compilare il questionario! ;-) ;-) ;-) L'obiettivo dell'indagine in questione è quello di creare un'istantanea completa delle attività e delle interazioni sulle quali si fonda la blogosfera. Ai blogger partecipanti viene chiesto di condividere alcune informazioni sulle loro abitudini "bloggatorie", e di rispondere a quesiti del tipo: come, quando e perché blogghi? [Già, perché? Non è mica tanto banale come domanda... ;-)] Si tratta di un'attività che svolgi per arrotondare un pochino, di un lavoro a tempo pieno o di qualcosa che fai per puro e semplice diletto? [Per quanto mi riguarda, ovviamente, la risposta è la numero 3 :-)] Altri quesiti riguardano il legame tra il blog e le varie piattaforme di social networking (Twitter e Facebook in primis), l'atteggiamento del blogger nei confronti di prodotti, servizi, marchi o aziende, il rapporto tra blog e media tradizionali come fonti di informazione, la capacità dei blog di influire in modo positivo o negativo sulla percezione di eventi o sull'immagine di personaggi famosi. Manco a dirlo, quando mi è stato domandato quanto ci tenessi a nascondere la mia vera identità sul blog, ho risposto con particolare coinvolgimento... ;-)
Completare il questionario è abbastanza semplice, ammesso che si mastichi almeno un po' d'inglese, e richiede non più di una ventina di minuti circa. Parecchie domande hanno senso soprattutto se si blogga "seriamente", e non certo per hobby come faccio io... comunque tutto fa brodo per tracciare un profilo della blogosfera odierna. I risultati della ricerca, che a mio parere sono di particolare interesse in un momento in cui i social network stanno catalizzando l'attenzione degli internauti a discapito dei blog, verranno resi noti nel mese di novembre.
Se sei tentato di partecipare a questa indagine, ma la tua innata riservatezza ti frena, niente paura: Technorati assicura di tenere la tua privacy nella massima considerazione possibile. Tutte le risposte che fornirai verranno analizzate a livello aggregato, ma non saranno associate a te o al tuo blog (personalmente, avendo dato la mia disponibilità ad essere ricontattata per ulteriori approfondimenti – ammesso e non concesso che i responsabili trovino interessante il mio profilo di blogger ;-) – ho indicato il mio indirizzo e-mail nonché l'URL del blog). Per impedire l'accesso non autorizzato, preservare l'accuratezza dei dati e assicurare l'uso corretto delle informazioni, sono state messe in atto le appropriate procedure fisiche, elettroniche e gestionali per salvaguardare e porre al sicuro le informazioni raccolte online. «None of your personal information will be shared for any reason», è stata la rassicurazione che ho ricevuto al termine del questionario.
P.S.: A un certo punto mi è stato chiesto se fossi informata a proposito del «2009 FTC ruling on disclosure of endorsements for bloggers». Non ho potuto far altro che rispondere di no... comunque, se non vuoi arrivare impreparato a questa domanda, puoi provare a leggere qui.