venerdì 29 dicembre 2023

Le aspirazioni di una donna

Hanno suscitato parecchio scalpore, per non dire indignazione, le dichiarazioni rilasciate ieri mattina da Lavinia Mennuni, senatrice di Fratelli d'Italia, nel corso del programma Coffee Break condotto da Andrea Pancani su LA7. Siccome al momento non trovo parole adeguate per commentare, mi limiterò ad evidenziare in grassetto sottolineato le parti più allucinanti del suo discorso, trascritto con l'aiuto della digitazione vocale di Google Docs su Chrome...

Lavinia Mennuni: [...] un elemento che mi veniva spesso ricordato dalla mia mamma: mi diceva sempre «Ricordati che qualsiasi aspirazione tu abbia», io volevo fare politica a 12 anni, «tu devi ricordare sempre che hai l'opportunità di fare ciò che vuoi, ma non devi mai dimenticare che la tua prima aspirazione deve essere quella di essere mamma a tua volta». Allora secondo me questa è una cosa che anche noi donne della mia generazione, di 46-47 anni, dobbiamo ricordare alle nostre figlie perché, ahimè, sennò il rischio che si ingenera è che in nome di questa realizzazione professionale, che io auspico e che trovo che sia giusta, la donna ha una preparazione, gli uomini e le donne riescono a fare cose straordinarie insieme, e io mai e poi mai sono stata per il femminismo separatista. Però non dobbiamo dimenticare che esiste la necessità, il, diciamo, la missione, la vogliamo chiamare così?, perché io penso che sia una cosa bella, di mettere al mondo dei bambini che saranno i futuri cittadini, i futuri italiani: e quindi qui c'è l'approccio culturale. Ora userò un termine terribile, diventerà trash, per cui lo tiriamo fuori: noi dobbiamo aiutare le istituzioni, il Vaticano, le associazioni, la maternità a diventare di nuovo cool, cioè noi dobbiamo far sì che le ragazze di 18 anni, di 20 anni vogliano sposarsi, i ragazzi di 17, 18 anni, 20 anni vogliano sposarsi e vogliano mettere al mondo una famiglia. Poi lo Stato verrà dietro, lo Stato lo sosterrà assolutamente, il sostegno di tutti i tipi. In Belgio per esempio i mercoledì le scuole sono chiuse, e quindi non si devono fare riunioni, perché le donne devono poter stare a casa per poter accudire i loro figli nella giornata in cui le scuole hanno degli orari ridotti. Le scuole magari debbono cercare di avere degli orari maggiori. Posso aggiungere una cosa? Se tu hai lo spirito giusto, io per esempio, lo dico sinceramente, io mi sono laureata dopo aver avuto Giulia, io sono diventata avvocato dopo aver avuto Niccolò, sono diventata consigliera comunale dopo aver avuto Isabella, perché ogni volta...
Andrea Pancani: Che aiuti ha avuto, senatrice?
Lavinia Mennuni: Io ho avuto l'aiuto, sicuramente lo dico con molta franchezza, di una mamma comunque giovane, e questo è uno degli elementi critici, perché è chiaro che se noi andiamo avanti con questa denatalità le mamme diventano nonne a 70 anni, hanno meno facilità di aiutare.
Alessandro Cecchi Paone: Non è un'accusa, penso anche a una famiglia benestante.
Lavinia Mennuni: Sicuramente ho potuto avere delle baby-sitter, però le posso dire questo. Posso dire una cosa? Che gli esami principali io li davo sempre a settembre, perché era il periodo in cui riuscivo magari durante le vacanze estive a lavorare, a studiare di più, e era mio marito che mi aiutava, magari dicendo «Va bene, oggi i bambini al mare tre ore li porto io, perché così tu puoi stare a casa, perché c'hai il concorso, perché c'hai l'esame». Quindi questo senso che diceva prima monsignor Paglia della unità, del sostegno che ci deve essere tutti insieme per cercare di riportare in auge questa maternità, che deve essere una maternità e una paternità sostenuta, io credo che sia un grande lavoro che dobbiamo fare tutti a livello trasversale.

... a riportare un tweet di Francesca Fagnani ritwittato da Il Grande Flagello...

... una vignetta di @anar.kikka...

[Il mio primo pensiero è stato "ma vaffan-cool", ma siamo lì ;-)]

... e un post della sociologa e saggista Gabriella Priulla...

Come si rileva dall’etimo, 'matrimonio' si riferisce al “compito” che la società attribuisce alla donna; in molte culture non era riconosciuto fino a quando la donna non generava, dunque in caso di sterilità poteva essere ripudiata. C’è voluto del tempo perché nelle lingue romanze il termine assumesse il significato di unione legale tra uomo e donna.
'Patrimonio' non significa che un uomo possa diventare padre ma che può trasmettere la "roba".
Il compito del padre è accumulare beni, quello della madre è generare eredi: matrimonio e patrimonio vogliono certezze di sangue.
Celibe’ significa privo di legami, libero da vincoli.
Nubile’ significa invece “da sposare”. Condizione di attesa.

... condiviso da Vera Gheno con l'aggiunta del link alla pagina del sito dell'Accademia della Crusca nella quale lei stessa aveva spiegato l'etimologia e il significato del termine matrimonio.

Concludo con una piccola nota autobiografica che, anche se con pudore e dolore, mi sento di dover esternare. Mia madre, la quale evidentemente aveva interiorizzato in pieno la mentalità patriarcale che vuole la donna a casa a badare alle faccende e ai figli, tanto è vero che quando si sposò lasciò subito il suo impiego di commessa in un supermercato, non molto tempo prima di andarsene per sempre mi disse al telefono con tono gelido e sferzante, non ricordo a che proposito, qualcosa del tipo «Che bisogno avete di fare tanta attenzione alle spese, tu e il tuo compagno, tanto non avete figli a cui lasciare l'eredità». Io rimasi di stucco, senza parole... e se ci ripenso mi vengono ancor oggi le lacrime agli occhi. Perché non è che noi due avessimo escluso a priori l'eventualità di avere dei figli, ma per una serie di ragioni non sono arrivati. E quella frecciata di mia madre rischia di rimanere per sempre dentro di me come una questione perennemente in sospeso che non potrà mai essere chiarita.

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