- Un paio d'ore fa lo scrittore Nicola Lagioia ha condiviso su Facebook lo status seguente.
Stamattina a Radio3 è accaduto qualcosa di (non solo per me) abbastanza impressionante. Tra Prima Pagina, Pagina3 e Tutta la città ne parla, che giustamente ha dedicato all'argomento la puntata.
Durante Prima Pagina, il giornalista Gigi Riva commentava la notizia del recupero dei 700 corpi di chi è morto in mare nel corso del più grave naufragio mai registratosi nel Mediterraneo (quello della nave Ivory, inabissatasi nel canale di Sicilia il 18 aprile del 2015).
Dal recupero, il riconoscimento, e dunque la sepoltura.
Ebbene, mentre Riva parlava, son cominciati ad arrivare (via sms, mail, whatsapp, telefono) decine, forse centinaia di messaggi di ascoltatori indignati. Indignati perché il recupero dei morti ha un costo.
E quindi? "Lasciateli lì, il mare è una sepoltura sufficiente. Con tutti i problemi che abbiamo!" dicevano i più moderati.
"Basta con questi lacrimevoli sentimentalismi da politicamente corretto. Lasciateli in mare!"
E poi, evangelicamente: "lasciate che i morti seppelliscano i morti".
O ancora: "per identificare le salme senza documenti prenderemo il dna a tutta l'Africa?"
Ovviamente a tirare in ballo i fondamenti della nostra civiltà (da Antigone al corpo di Ettore) si viene accusati (oltre che si sentimentalismo politicamente corretto) di intellettualismo. Ora. Su cosa diamine pensate mai che si fondino le civiltà, i sistemi politici, l'etica, le religioni, e la storia stessa del mondo, se non su principi, tradizioni, elaborazioni di pensiero, rivelazioni, idee di mondo? Senza le quali saremmo solo una landa screpolata che vive e muore sotto il sole in balia dello stato di natura.
Intelligentemente, coraggiosamente, "Tutta la città ne parla" per voce di Pietro Del Soldà ha dedicato proprio a questo (i messaggi polemici degli ascoltatori sul seppellire o meno i 700 morti del naufragio, e ancora prima sul riconoscimento delle vittime) la puntata di oggi. Qui il podcast. - Il quotidiano La Nuova di Venezia riferisce che nella città lagunare un uomo si è sentito male su un vaporetto e, in attesa che arrivassero i soccorsi, gli altri passeggeri, furiosi per l'inevitabile ritardo, inveivano contro pilota e marinaio.
giovedì 30 giugno 2016
Varia disumanità
Oggi non posso fare a meno di condividere un paio di cose che ho avuto il dispiacere di leggere online, astenendomi da ogni commento... perché tanto mi pare che si commentino da sole, ahimè.
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