martedì 7 giugno 2016

Com'è difficile essere genitori

Pur non essendo ancora madre, e chissà se lo sarò mai, sono convinta che allevare dei figli in maniera equilibrata sia il mestiere più difficile del mondo: bisogna dosare con attenzione amorevolezza e rigore, per far sì che la prole non cresca viziata e priva di disciplina, ma neppure afflitta da insicurezze e inibizioni d'ogni sorta.
Ad esempio, se il pargolo combina una marachella bella grossa, tipo tirare sassi alle auto, è giusto che venga messo in castigo: gli si può vietare di uscire di casa per qualche giorno se non per andare a scuola, oppure gli si può requisire il telefonino o la console per videogiochi. Ma abbandonarlo per punizione da solo in un bosco frequentato da pericolosi animali selvatici mi pare assolutamente folle... eppure è proprio questa l'insensata lezione che due genitori giapponesi hanno voluto impartire a Yamato, il loro bambino di sette anni. Il piccolo si è smarrito e ha vagato nel bosco per una settimana senza mangiare né bere; il mondo intero ha trepidato per la sua sorte, finché Yamato non è stato ritrovato, impaurito e infreddolito ma salvo. Le ferite interiori lasciate da un'esperienza così sconvolgente, soprattutto per un bambino così piccolo, quelle nessuno può diagnosticarle con chiarezza, né è possibile prevedere quando e se guariranno del tutto. Per il momento i genitori se la sono cavata senza conseguenze penali, nemmeno una denuncia per abbandono di minore... ma io sinceramente mi auguro che il rimorso per quello che hanno fatto e l'angoscia per ciò che sarebbe potuto accadere tormentino i loro sonni per un bel po' di tempo.
Se Yamato è stato vittima di una severità a dir poco sproporzionata, un caso diametralmente opposto è quello di Brock Turner, lo studente dell'università di Stanford condannato per stupro a sei mesi di prigione, che potrebbero essere ridotti a tre. A me questa sembra una pena ridicolmente bassa... eppure suo padre Dan ha avuto il coraggio di mettere per iscritto le seguenti parole rivolte ai giudici.
Questo è un prezzo troppo alto da pagare per un'azione durata venti minuti nei suoi oltre vent'anni di vita.
Come se la pena dovesse risultare proporzionale al rapporto fra la durata della condotta criminosa e l'età del colpevole... e magari fosse questa, l'unica scemenza che ha scritto Dan Turner; neanche una parola compassionevole, invece, nei confronti della vittima dello stupro, la quale dovrà portarsi appresso finché campa il trauma della violenza subita: altro che "venti minuti". Con un padre del genere, non c'è da stupirsi che Brock Turner abbia fatto quello che ha fatto... e vista la mentalità con cui è cresciuto mi aspetterei che il giovanotto possa ricascarci alla prima occasione, una volta scontata la pena.
A proposito di maschi educati male, all'indomani dell'omicidio di Sara Di Pietrantonio – una vicenda terribile sulla quale cui mi riservo di acquisire un quadro un po' più chiaro per non esprimermi troppo "di pancia" – l'altro giorno Galatea osservava
Trovo tanto carucci quelli che, indignandosi per l'ennesima morte di una donna, si chiedono strappandosi i capelli: «Ma le madri di questi uomini violenti, cosa hanno insegnato loro?»
Le madri.
Evidentemente danno per scontato che i padri non debbano insegnare nulla ai figli maschi.
Magari il problema è anche questa mentalità qua.
[La battuta che apre il post, tratta da Satiraptus, mette in relazione proprio i due casi estremi di cui ho parlato]

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