martedì 28 giugno 2016

Edison, il piccolo genio incompreso

L'altro giorno su 9GAG ho intravisto un'immagine che riportava una storiella assai edificante con protagonista l'inventore e imprenditore statunitense Thomas Edison (1847–1931).


Ecco il testo...
One day Thomas Edison came home and gave a paper to his mother. He told her, "My teacher gave this paper to me and told me to only give it to my mother."
His mother's eyes were tearful as she read the letter out loud to her child: Your son is a genius. This school is too small for him and doesn't have enough good teachers for training him. Please teach him yourself.
Many, many years after Edison's mother died and he was now one of the greatest inventors of the century, one day he was looking through old family things. Suddenly he saw a folded paper in the corner of a drawer in a desk. He took it and opened it up. On the paper was written: Your son is addled [mentally ill]. We won't let him come to school any more.
Edison cried for hours and then he wrote in his diary: "Thomas Alva Edison was an addled child that, by a hero mother, became the genius of the century."
... e la traduzione:
Un giorno Thomas Edison giunse a casa e diede un foglio a sua madre. Le disse: «Il maestro mi ha dato questo foglio e mi ha detto di darlo solo a mia madre».
Gli occhi di sua madre erano pieni di lacrime mentre leggeva la lettera ad alta voce al suo bambino: «Suo figlio è un genio. Questa scuola è troppo piccola per lui e non ha insegnanti abbastanza buoni per formarlo. Per favore lo istruisca lei stessa».
Molti, molti anni dopo la madre di Edison morì e lui era uno dei più grandi inventori del secolo, un giorno lui stava rovistando tra le vecchie cose di famiglia. All'improvviso vide un foglio piegato nell'angolo di un cassetto di una scrivania. Lo prese e lo aprì. Sul foglio c'era scritto: «Suo figlio è stordito [malato di mente]. Non lo lasceremo venire più a scuola».
Edison pianse per ore e poi scrisse sul suo diario: «Thomas Alva Edison era un bambino stordito che, grazie alla propria eroica madre, è diventato il genio del secolo».
Che bella storia, mi sono detta... talmente bella che stento a credere che sia vera! In effetti mi pareva un po' troppo romanzata, e così ho voluto vederci chiaro. Una veloce ricerca con Google mi ha condotta a questa pagina ospitata da un sito dal nome abbastanza promettente, TruthorFiction.com... e ne condivido qui di seguito la traduzione.
Dopo che un maestro definì Thomas Edison "stordito", intervenne la sua eroica madre – perlopiù finzione!
Riassunto dell'eRumor:
Dopo che un maestro di Thomas Edison lo definì stordito o malato di mente in una lettera, la madre di Edison tenne nascosta la lettera al giovane inventore e lo istruì a casa in modo che potesse raggiungere il suo pieno potenziale.
La verità:
Molti dettagli di una storia motivante sulla giovane vita di Thomas Edison sono accurati, ma sono stati usati per creare un racconto di finzione sulle difficoltà del giovane Edison da studente.
La storia inizia ricordando come un insegnante delle elementari di Thomas Edison scrisse a sua madre che Edison era addled [stordito, malato di mente] e non gli sarebbe più stato permesso di andare a scuola. [...]
Per quanto l'idea che la madre di Thomas Edison gli abbia tenuto nascosto il fatto che un maestro lo avesse definito "stordito" per permettergli di raggiungere il suo pieno potenziale sia fonte di ispirazione, è anche falsa.
In primo luogo Thomas Edison era dislessico, il che avrebbe reso difficile per lui avere successo in una classe dell'800. Le ricerche sulla dislessia non cominciarono che ai primi del '900, decenni dopo che Edison aveva lasciato le scuole pubbliche, perciò all'epoca si sapeva poco su di essa.
Le difficoltà scolastiche di Thomas Edison sono state ben documentate nel corso degli anni, come pure l'opinione del suo maestro che Edison fosse "stordito". Ma l'idea che Thomas Edison non sapesse che era stato definito così è falsa.
La Foundation for Economic Education riferisce che Edison era ben consapevole della diagnosi del suo maestro, e che ne era furioso:
Nel 1854, il reverendo G.B. Engle sminuì uno dei suoi studenti, Thomas Alva Edison di sette anni, definendolo "stordito". Ciò suscitò l'indignazione del bambino, che si precipitò fuori dalla scuola di Port Huron, nel Michigan, la prima scuola formale che lui avesse mai frequentato. Sua madre, Nancy Edison, lo riaccompagnò il giorno dopo per discutere la situazione con il reverendo Engle, ma si arrabbiò per i suoi modi rigidi. Ritirò il figlio dalla scuola dove era stato per soli tre mesi e decise di educarlo a casa. Anche se sembra che lui abbia frequentato per breve tempo altre due scuole, quasi tutto il suo apprendimento infantile ebbe luogo a casa.
Nella biografia Thomas Alva Edison: Great American Inventor, Louise Betts entra in maggiore dettaglio sul perché il giovane Edison abbia avuto problemi con lo stile di insegnamento del reverendo Engle:
Per un ragazzo che era abituato ad imparare le cose a modo suo e a giocare all'aperto da solo per tutto il giorno, stare seduto in un'aula scolastica era l'infelicità pura. A Tom la scuola non piaceva neanche un po'. Il suo maestro, il reverendo G. Engle, e sua moglie insegnavano ai bambini a imparare le lezioni a memoria per poi ripeterle ad alta voce. Quando un bambino dimenticava una risposta, oppure non aveva studiato abbastanza, il reverendo Engle colpiva lo sfortunato alunno con una cinghia in pelle! Anche la signora Engle approvava di cuore l'utilizzo della frusta come modo per insegnare agli studenti abitudini di studio migliori. Le sue frustate erano spesso peggiori di quelle del marito!
Tom era confuso dal modo di insegnare del reverendo Engle. Non riusciva ad imparare attraverso la paura. Né poteva solo stare seduto e memorizzare. Gli piaceva vedere le cose a modo suo e fare domande. Ma il reverendo Engle raggiunse l'esasperazione per le domande di Tom come era capitato al signor Edison. Per questo motivo Tom imparò assai poco nei suoi primi mesi, e aveva brutti voti.
Anni dopo, Tom avrebbe detto della sua esperienza scolastica «Mi ricordo che non riuscivo mai ad andare d'accordo a scuola. Ero sempre in fondo alla classe. Ero solito sentire che gli insegnanti non simpatizzavano con me, e che mio padre pensava che io fossi stupido».
Poi, dopo che Thomas Edison disse a sua madre che il suo maestro aveva fatto riferimento a lui come "stordito", loro due andarono a scuola per avere delle scuse, secondo la sua biografia:
«Mio figlio non è ritardato!», dichiarò la signora Edison, aggiungendo «e credo che dovrei saperlo. Ho insegnato ai bambini io stessa, una volta!». Nonostante i suoi sforzi, né il reverendo né la signora Engle cambiarono parere sul giovane Tom Edison. Ma la signora Edison fu ugualmente irremovibile nella sua opinione. Alla fine si rese conto di quello che doveva fare.
«Va bene – disse la signora Edison – oggi stesso ritirerò mio figlio dalla vostra scuola». Tom non poteva credere alle sue orecchie! «Lo istruirò a casa io stessa», le sentì dire.
Tom guardò sua madre, questa donna meravigliosa che credeva in lui. Promise a sé stesso che l'avrebbe resa orgogliosa di lui.
Tempo dopo, Edison avrebbe detto: «Mia madre era la mia realizzazione. Lei era così vera, così sicura di me: e sentivo di avere qualcosa per cui vivere, qualcuno che non dovevo deludere».
Tuttavia non c'è traccia della citazione di Edison tratta dalla storia motivante, «Thomas Alva Edison era un bambino stordito che, grazie alla propria eroica madre, è diventato il genio del secolo».
Dunque è vero che il maestro di Thomas Edison lo definì stordito o difficile, che sua madre lo difese e lo istruì a casa, e che ebbe un grande impatto sull'uomo che lui sarebbe diventato. Ma la storia della madre di Edison che gli teneva nascosta la lettera del maestro e gli mentiva sul perché venisse educato a casa per aiutarlo a raggiungere il suo pieno potenziale è falsa.
Tutto questo ci insegna un paio di cosucce: certo che il reverendo Engle era davvero un individuo tremendo... ma soprattutto, è importantissimo che i genitori siano i primi a credere nei propri figli! :-)

1 commento:

  1. Dove l'uomo NON arriva esiste UNA parole che è AMORE è la FORZA che mette in moto il meccanismo della VITA e che ogni ESSERE è in diritto di ESISTERE

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