Caspita, già trent'anni?! OK, ma ne è dovuto passare di tempo da quel giorno affinché internet diventasse il fenomeno di massa che è oggi.
Per quanto riguarda la sottoscritta, di internet fino al 1995 circa non ne avevo mai sentito parlare o quasi, mentre il primo collegamento da casa lo attivai nell'estate del '97. Rammento con nostalgia il (mica tanto) melodioso suono del modem analogico – «Non ce la faccio, troppi ricordi» (cit.) :'-) – il software MQMC32 per tenere sotto controllo i consumi, la lentezza esasperante dei download, l'incompatibilità tra connessione internet e chiamate voce... Le cose cambiarono radicalmente quando nel 2006 passammo all'ADSL flat.
Wolly ha scritto...
Senza polemica alcuna, ma personalmente con capisco cosa ci sia da festeggiare per i 30 anni di internet visto che l'Italia è buona ultima in tutte le classifiche che riguardano internet.... e io comprendo la sua amarezza, dal momento che in questo campo il nostro Paese è più indietro di quanto potrebbe; comunque mi sembra innegabile che internet e svariate sue applicazioni facciano ormai parte della cultura di massa, tranne forse in quelle zone d'Italia afflitte dal famigerato digital divide. A tal proposito, capita a fagiuolo il progetto artistico WEB 0.0 realizzato da Biancoshock per il CVTà Street Fest tenutosi dal 21 al 24 aprile scorsi a Civitacampomarano (CB).
Si festeggiano i fallimenti?
Civitacampomarano è un paesino in provincia di Campobasso che conta appena 400 anime, prevalentemente anziani.E così abbiamo la bacheca con gli avvisi pubblici...
In questo paesino ricco di tradizioni popolari internet è un mondo parzialmente sconosciuto: i telefoni cellulari funzionano con difficoltà e la connessione dati è praticamente inesistente.
L'idea provocatoria è quella di mostrare che queste funzioni virtuali, considerate dalla stragrande maggioranza della popolazione come necessarie ed essenziali per la vita di tutti i giorni, esistano anche in campagna, dove la connessione stenta ad arrivare: questa è una sorta di internet "nella vita reale" in grado di dimostrare che nelle tradizioni e nelle culture popolari questi strumenti, in altri modi, sono sempre esistiti e hanno permesso a persone e famiglie di avere scambi culturali, incontrandosi al bar e vivendo le strade del paese.
... le comari che "cinguettano"...
... la signora che sa tutto di tutti...
... la cassetta della posta...
... la cabina telefonica per comunicare con chiunque a distanza...
... l'edicola per rimanere aggionati sulle ultime notizie...
... il negozietto dove trovi tutto quello che ti serve (o quasi)...
... e la farmacia che vende rimedi per tutti i mali, virus compresi!
Questi e altri "servizi 0.0" sono mostrati nel video qua sotto, prodotto da Milkshake Studio.
E poi dicono che il Molise non esiste! ;-)
[Da abruzzese mi associo a Giuliano Di Tanna... perché dai, il gioco è bello quando dura poco!]
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