Come è già capitato ieri, anche lo spunto per il post di oggi l'ho trovato seguendo le tracce di un'immagine notata su Facebook: la puoi vedere qui accanto. La stessa vignetta è inclusa nell'articolo
Pensamientos recurrentes: ¿qué son y cómo acabar con ellos?. Anche se la disciplina coinvolta, la
psicologia, non è esattamente il mio campo e della lingua spagnola ho soltanto un'infarinatura, con l'aiuto di Google Translate ti propongo qui di seguito la traduzione del testo, che ho trovato davvero interessante: in fondo tutti quanti noi siamo in qualche misura soggetti a pensieri ricorrenti, e nel momento in cui la cosa ci condiziona dovremmo essere in grado di affrontarla.
Pensieri ricorrenti: cosa sono e come porvi fine?
Oggi vi parlerò dei pensieri ricorrenti. Un pensiero ricorrente è un pensiero che viene in mente di continuo, giorno dopo giorno, che inizialmente comincia come pensiero che passa, ma finisce per mettere radici nella nostra mente rimanendoci per 24 ore al giorno. Si tratta di un pensiero fastidioso e, quel che è peggio, noi finiamo per crederci.
Quando pensiamo a una certa persona, a un oggetto o a una situazione, il fatto che noi lo pensiamo non vuol dire che sia vero, come accade con le nostre credenze. Ad esempio, quando siamo piccoli e crediamo che i tre Re Magi esistano, non significa che questo sia vero.
Questi pensieri possono diventare molto dannosi per il benessere emotivo. Essi possono diventare molto espliciti e addirittura vergognosi. Di fatto, i pensieri ricorrenti negativi sono alla base di molti disturbi che colpiscono il nostro benessere psicologico.
- Nei disturbi dell'alimentazione (bulimia, anoressia...) sono pensieri del tipo «Sono brutto, orribile», «Faccio schifo», «Questo mi farà ingrassare», «Voglio essere come lui/lei», ecc.
- Nei disturbi dell'umore sono frequenti pensieri del tipo «Non servo a niente», «Sono inutile», «La colpa è mia», «La vita fa schifo», «La vita non ha senso», «Non cambierà nulla», «Non voglio vivere», ecc.
- Nei disturbi d'ansia sono frequenti pensieri del tipo «Questo andrà male», «Non ho tempo per nulla», «Cosa succederà se...?», «Sarà un disastro», «Deve essere tutto perfetto», ecc.
Anche se questi sono i pensieri ricorrenti più noti, qualunque pensiero può diventare ricorrente.
Ma come si fa a farvi fronte?
Uno dei metodi migliori è quello utilizzato nella terapia cognitivo-comportamentale, chiamato ristrutturazione cognitiva. Con l'aiuto di uno psicologo professionista, allenando la tua mente, potrai arrivare a sradicarli.
- Per prima cosa, etichettandoli come "pensieri ricorrenti".
- Ricorda: questi pensieri sono automatici e li puoi ignorare, non accadrà nulla.
- Accettali e permetti loro di stare nella tua mente. Non cercare di spingerli fuori.
- Fai dei respiri profondi quando vedi che non ne puoi più (inspira profondamente dal naso ed espira lentamente dalla bocca).
- Continua a fare quello che stavi facendo prima del pensiero ricorrente.
Nota a piè di pagina: combattere un pensiero non è una strada facile, tanto più se lo coltiviamo da tempo. Però tutto consiste nel prendere coscienza che in realtà non si tratta di un dato di fatto, ma è un nostro pensiero e solo noi possiamo arrivare a dominarlo.
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