sabato 25 novembre 2023

Demoni dall'aspetto umano

In occasione della Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne, che quest'anno cade a una settimana di distanza dal ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin nonché nel giorno in cui il suo assassino Filippo Turetta è stato riportato in Italia, condivido uno short video pubblicato da Enrico Galiano, insegnante, scrittore... e mi permetto di definirlo pure influencer (che non sempre è una brutta cosa, anzi ;-) ).

Galiano fa notare che Ludovico Ariosto nel 1516, anno di pubblicazione dell'Orlando furioso, aveva già scritto tutto quello che c'è da dire sulla violenza contro le donne: basta leggere la terza ottava del canto quinto.

Parmi non sol gran mal, ma che l’uom faccia
contra natura e sia di Dio ribello,
che s’induce a percuotere la faccia
di bella donna, o romperle un capello:
ma chi le dá veneno, o chi le caccia
l’alma del corpo con laccio o coltello,
ch’uomo sia quel non crederò in eterno,
ma in vista umana un spirto de l’inferno.

Per chi come me dovesse far fatica a comprendere il linguaggio ariostesco, ecco la parafrasi.

Mi sembra non solo un gran male, che un uomo percuota in volto una bella donna o le torca un capello, ma un delitto contro la natura e contro Dio. Non credo che sia un uomo chi l’avvelena o la uccide con un laccio o con un coltello, ma un demone dall’aspetto umano.

Concludo proponendo l'educazione sentimentale delle fanciulle pubblicata una settimana fa da @vignette_incazzate.

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4 commenti:

  1. Bella citazione!
    Ci sarebbe da riflettere sulle implicazioni sulla società patriarcale dell'epoca dell'Ariosto...

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    1. Ottima osservazione! :-) A giudicare da ciò che scrisse, con ogni probabilità l'Ariosto in quanto a sensibilità verso certi temi stava anni luce avanti rispetto alla stragrande maggioranza dei suoi contemporanei... e pure rispetto a molti nostri contemporanei, ahimè.

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    2. Grazie!
      E' possibile che la sensibilità dell'Ariosto sia stata determinante ma è anche vero che all'epoca gli intellettuali non erano liberi di scrivere quello che volevano (senza considerare la censura della Chiesa cattolica) ma piuttosto amplificavano il punto di vista dei potenti dell'epoca. Insomma credo che l'Ariosto ci abbia messo sì del suo ma che comunque, la morale del tempo, non si discostasse troppo.
      Comunque devo aggiungere che non mi intendo di letteratura/storia etc. quindi prendi le mie obiezioni con beneficio d'inventario... ;-)

      PS: Poi ci sarebbe da indagare cosa significhi esattamente l'aggettivo "bella": è esornativo (nel senso che tutte le donne sono belle) oppure intende le nobili o altro?

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    3. Beh, probabilmente ai potenti dell'epoca faceva comodo sostenere il concetto che "la donna non si tocca nemmeno con un fiore", anche se poi nel privato chissà cosa combinavano. E nelle classi più umili dubito che le cose andassero meglio.
      L'uso dell'aggettivo "bella" in effetti mi suonava un tantino stonato... ma voglio sperare che fosse, come dici tu, esornativo!

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