domenica 12 novembre 2023

Se è gratis, il prodotto sei tu

Come era stato preannunciato, Meta, la società che possiede Instagram e Facebook, ha introdotto in Europa «la possibilità di pagare un abbonamento mensile per non vedere la pubblicità sulle sue piattaforme. I loro servizi rimarranno comunque disponibili gratuitamente con la pubblicità per chi non volesse pagare. La decisione deriva dalla necessità di adeguarsi ai regolamenti europei: l’Unione Europea e la Corte di giustizia Europea hanno stabilito che le piattaforme come quelle di Meta dovrebbero offrire agli utenti che lo desiderano alternative alla raccolta dei loro dati per scopi pubblicitari personalizzati, che rappresenta un’importante fonte di guadagno di Meta».

E infatti... giovedì quando ho aperto l'app di Facebook mi è stato chiesto di fare una scelta per poter procedere. Ovviamente – l'alternativa sarebbe stata smettere del tutto di usare Facebook e addirittura cancellare il mio account, cosa che qualche mio contatto ha annunciato di essere in procinto di fare – ho scelto di non pagare; l'asticella del prezzo è stata fissata talmente in alto, perlomeno in rapporto al servizio offerto, che secondo me Meta dà per scontato che ben pochi saranno disposti a sborsare quasi 13 euro al mese (per la versione mobile, mentre per la versione da PC dovrebbe costare un po' di meno). E infatti mi risulta che nessuno l'abbia fatto, almeno tra le persone che seguo. In compenso sembra che parecchia gente – per fortuna nessuno dei miei contatti, perlomeno da quello che ho visto – stia condividendo testi analoghi a quello mostrato nello screenshot qui sotto.

Ecco un paio di immagini che prendono in giro chi "abbocca".

 

[In dialetto abruzzese voccapertə significa boccalone, per chi non l'avesse capito]

A me non danno particolarmente fastidio i post sponsorizzati personalizzati... anzi, essendo basati su dati relativi alla mia attività sui social, mi interessano senz'altro di più rispetto alla pubblicità generica che si vede in televisione e sui giornali. Quella vaga inquietudine che mi può derivare dall'idea di essere "spiata" la controllo cercando di essere il più possibile consapevole delle azioni che compio in rete, e tenendo per me le informazioni che desidero assolutamente rimangano private. Devo "solo" imparare ad essere più selettiva riguardo alle scelte di acquisto fatte sulla base degli annunci che vedo. Ad esempio, l'anno scorso ho comprato un cappottino molto carino a un buon prezzo... ma devo mettermi bene in testa che i gioielli, o meglio bigiotteria, è meglio lasciarli perdere. L'ultimo caso in ordine di tempo, relativo a degli orecchini a forma di albero di Natale, è raffigurato nell'immagine qua sotto.

Sulla sinistra, la foto tratta dalla pagina del prodotto. Sulla destra, l'orecchino appena ricevuto e appeso al mio orecchio; decisamente meno "sbrilluccicoso"... e per giunta si è già staccata una pietruzza, che devo trovare il modo di reincollare. La locuzione durare da Natale a Santo Stefano è stato persino troppo ottimista. ;-) Vabbè, per quei due spicci che li ho pagati ci può anche stare.

P.S.: In questo articolo puoi trovare alcune interessanti considerazioni riguardo all'aforisma che ho scelto come titolo del post.

1 commento:

  1. Uhm… per me il dato più interessante è che tutto nasce da un’iniziativa UE. In genere non mi fido più della UE che mi sembra più attenta alle esigenze delle lobbi che a tutelare la popolazione. In questo caso però la “fregatura” del provvedimento per gli utenti non mi è evidente.
    Mi chiedo se, dopo questo provvedimento, con i dati personali a cui si dà esplicitamente il consenso di uso potranno farci più cose di quante era possibile prima; o magari potranno raccoglierne di più e profilare in base a salute, tendenze politiche e/o religiose etc. Probabilmente è così ma dovrei documentarmi per scoprire se questo mio sospetto è corretto…
    Inoltre credo che la legge avrebbe dovuto imporre che l’abbonamento fosse di un costo comparabile ai profitti dati dalla pubblicità per singolo utente: questo per evitare che questi abbonamenti abbiano un costo artificialmente elevato per scoraggiare gli utenti dallo sceglierli.
    Infine avrei tutelato i minorenni: con loro la raccolta dei dati personali dovrebbe essere sempre vietata e alle reti sociali spetterebbe solo decidere se fornire il servizio gratuitamente o non fornirlo. Questo perché, come hai scritto, tu sei capace di valutare quali dati personali fornisci alla rete sociale stando attenta a cosa scrivi etc. ma i bambini/ragazzini no…

    PS: spero che tu ritrovi il diamante perso dall’orecchino! ;-)

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