Ieri una mia "facciamica" ha condiviso una notizia che sulle prime sarebbe potuta sembrare persino buffa, uscita a settembre sul Corriere online: Usa, chiama la polizia per un veicolo contromano: ma è lui che sta sbagliando direzione. Un po' mio malgrado mi è tornata in mente una vecchia barzelletta:
Un automobilista ubriaco sbaglia l'entrata in autostrada e si immette in senso contrario, creando lo scompiglio nel traffico. Mentre ascolta la radio sente le ultime dal radiogiornale: «... ci è giunta notizia che un pazzo sta percorrendo la A25 contromano terrorizzando gli automobilisti...». «Che uno! – fa l'ubriaco – So' ducento!».
A parte gli scherzi, situazioni del genere possono essere davvero molto pericolose: per strada non sai mai cosa ti può capitare. Ad esempio stamattina, lungo il tragitto per andare al lavoro, a un certo punto da via Filippo da Desio (vedi immagine satellitare qui accanto) ho imboccato una rotatoria per svoltare a sinistra in via Molinara, e all'uscita per un pelo non mi sono scontrata con un tizio che per risparmiare qualche metro aveva pensato bene di tagliarla, la rotatoria, e a una velocità sostenuta. Ho avuto i riflessi sufficientemente pronti per frenare, ma non per suonare il clacson (il che a quel punto non sarebbe servito a niente se non a sfogare il nervoso, in effetti). In men che non si dica il tizio ha preso il largo, ma non abbastanza perché non lo vedessi, decine di metri più avanti, valicare la linea continua di mezzeria per sorpassare un'auto in prossimità di un'altra rotatoria.
Sono cose come questa che mi fanno sentire ancora di più il peso delle due ore al giorno che mi tocca trascorrere al volante per andare e tornare dall'ufficio. Peraltro proprio ieri era il diciottesimo anniversario dell'incidente stradale nel quale ci rimisi quasi la pelle... Nella mia "seconda vita" sono diventata maggiorenne, ho pensato!
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