L'altroieri sono incappata in una notizia che ha suscitato la mia indignazione: la (presunta) abrogazione del cosiddetto "ius soli sportivo", la norma che prevedeva la possibilità per i minori stranieri regolarmente residenti in Italia almeno dal compimento del decimo anno di età di essere tesserati presso le federazioni sportive con le stesse procedure previste per il tesseramento dei cittadini italiani.
Il caso ha voluto che nelle stesse ore mi imbattessi in una citazione dell'attore Elio Germano che capitava abbastanza a fagiuolo.
C’è un famoso anarchico russo Alekseevic Kropotkin che diceva: se riuscissimo a metterci nei panni degli altri, tanto da sentire gli altri come se fossimo noi, non avremmo più bisogno di leggi. Perché non faremmo mai qualcosa contro qualcun altro che sentiremmo come fosse noi.
Per questo bisognerebbe fare teatro nelle scuole, perché l’esercizio di mettersi nei panni degli altri , è un esercizio che ci può far diventare veramente una società migliore.
In seguito per fortuna sono venuta a sapere, grazie a Il Post come al solito impareggiabile nello spiegare le cose bene, che lo ius soli sportivo non è stato abrogato: il mancato tesseramento di otto ragazzini extracomunitari ma nati e cresciuti in Italia da parte di una piccola società calcistica di Reggio Emilia era dovuto alle modifiche procedurali contenute nel decreto legislativo 36/2021 approvato dal governo Draghi poco dopo il suo insediamento, la cosiddetta "riforma dello sport" entrata in vigore gradualmente negli ultimi tre anni.
E niente, almeno stavolta non possiamo dare la colpa a'a Meloni! ;-)
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