venerdì 3 settembre 2021

Sono in mezzo a noi!

Ho un collega no-vax. Che potesse esserlo lo sospettavo già da prima delle ferie, quando affermò che esitava a vaccinarsi in quanto la sua anziana madre in seguito all'inoculazione era andata incontro a un peggioramento dei suoi problemi di vista pregressi a causa di un effetto avverso di natura neurologica a quanto pare documentato in casi analoghi (e tu, quali controindicazioni hai?, avrei voluto chiedergli).

Che fosse no-vax ne ho avuto conferma quando lunedì è tornato al lavoro. Discutendo con il nostro responsabile, il quale gli teneva testa con encomiabile autocontrollo cercando invano di farlo ragionare, ha sciorinato tutti i pezzi forti del repertorio complottista: esistono diverse cure per il COVID che chissà per quale motivo i "poteri forti" ci tengono nascoste, il vaccino non serve a niente perché le probabilità di contagiarsi e contagiare sono le stesse tra vaccinati e non – riguardo al dato incontrovertibile che gli attuali casi di decessi e di ricoveri in ospedale e in terapia intensiva riguardano in larga maggioranza persone non vaccinate, stiamo ancora aspettando la sua spiegazione – e addirittura se avesse figli, sostiene, si sentirebbe ancora più in dovere di evitare di vaccinarsi per non rischiare di lasciarli orfani, dal momento che a suo dire il vaccino sarebbe più pericoloso del COVID. E io lì a pensare «Grazie al cielo che non ne hai, di figli». Quello stesso pomeriggio, parlando con un altro collega, si è messo a decantare gli "effetti benefici" dell'omeopatia, e io avrei voluto ribattere «Effetto placebo, è così che si chiama», e magari aggiungere «Perché non cerchi un vaccino omeopatico? Di sicuro quello non avrebbe effetti avversi, visto che non contiene un accidente». Ma ho preferito non sciupare la mia immagine di eterna taciturna per la quale 'sto cretino ama tanto prendermi in giro: magari ci saranno occasioni migliori per dimostrargli che, quando ho qualcosa da dire, la dico. ;-)

Oggi è ripartito alla carica non soltanto contraddicendo il nostro titolare anch'egli favorevole ai vaccini – per sua fortuna il boss l'ha presa sul ridere... perché la libertà di opinione sarà anche sacrosanta, comunque a mio avviso esistono situazioni in cui le proprie idee sarebbe più saggio tenersele per sé – ma anche ricominciando a battibeccare con il nostro responsabile, il quale stava riuscendo ancora una volta a moderare i toni in maniera ammirevole, ma ha troncato bruscamente la discussione quando il tizio ha sfoderato uno dei cavalli di battaglia degli antivaccinisti, ovvero la similitudine tra il green pass e l'Ahnenpass nazista. E si è pure offeso perché il suddetto responsabile aveva "osato" dirgli «Ragioni come un no-vax», categoria con la quale costui afferma di non avere nulla in comune. Peccato che le argomentazioni usate – e probabilmente anche le fonti d'informazione a cui attinge – siano le stesse...

Concludo riportando alcuni link sull'argomento.

In conclusione, riporto le interessanti riflessioni di Samantha Cristoforetti sul finale di una lunga intervista in cui l'astronauta parla del suo ritorno nello spazio da comandante della Stazione Spaziale Internazionale: «Non credo sia un problema di alfabetizzazione scientifica. Io, e così la mia famiglia, per esempio mi sono vaccinata alla prima occasione utile non perché ho letto i paper o acquisito informazioni che tuttora non ho. Ci sono istituzioni deputate e io scelgo di fidarmi di queste istituzioni. Quindi la domanda da farsi è: perché ci sono persone che scelgono di fidarsi del ciarlatano di turno su Facebook e non delle istituzioni? Come si può recuperare questa fiducia? [...] Con una comunicazione trasparente e onesta. E distinguendo quello che è scienza da quello che è ricerca: la scienza è un patrimonio di conoscenze grossomodo acquisite che non è più ragionevole mettere in discussione, mentre la ricerca è una parte della scienza ancora oggetto di discussione, di dibattito, con delle bande di incertezza, che vanno comunicate con onestà. Anche la divulgazione scientifica da parte di voi giornalisti è fondamentale: l’ipersemplificazione porta a messaggi contrastanti, per cui poi le persone non si fidano. Forse bisogna avere un po’ più di fiducia nel fatto che siano in grado di gestire un messaggio più articolato».

1 commento:

  1. Purtroppo il tema vaccini è dibattuto, fra l'altro alcuni tipi non sono propriamente vaccini ma farmaci. Certo su una cosa si può dire è in atto la più grande sperimentazione di massa e nel contempo meno male che le aziende farmaceutiche hanno reso disponibili queste "protezioni" o vaccini come a dir si voglia. Non so ma speriamo bene.

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