giovedì 18 febbraio 2016

Quale paese civile?

Gli intoppi sempre più insormontabili che sta incontrando l'iter della legge sulle unioni civili mi lasciano tristemente senza parole... per cui lascio parlare il buonsenso del direttore di Repubblica Mario Calabresi.
Dopo aver letto la vicenda di Marina, alla quale non sono stati concessi i benefici della legge 104 per poter assistere la compagna Laura nella sua lotta contro il cancro, sono sempre più convinta che un paese che non si impegna a riconoscere dei sacrosanti diritti alle coppie di fatto non possa definirsi civile... tanto è vero che paese con la P maiuscola non lo scrivo neanche più!
Temo che il buon esito del DDL Cirinnà verrà compromesso in particolare dallo spauracchio della stepchild adoption, che molti più o meno in malafede hanno spacciato come l'anticamera dell'utero in affitto; su quest'ultimo argomento, e soprattutto sulla possibilità di adottare da parte di coppie etero o gay, credo che valga la pena di ascoltare Oliviero Beha, che l'esperienza di accogliere figli con un sangue diverso dal suo l'ha vissuta in prima persona.
Infine, senti un po' cos'ha detto Paolo Bonolis a Tagadà – la conduttrice del programma Tiziana Panella, sempre impeccabile, misurata e all'altezza di ogni dibattito, la considero tra le migliori giornaliste in circolazione – a proposito del giusto contesto in cui far crescere i bambini...

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