giovedì 7 ottobre 2021

Un uomo innamorato della sua chitarra

Ricorreva ieri il settantaseiesimo anniversario della nascita di Ivan Graziani, cantautore e chitarrista di grande talento. Rincorrendo una sua arguta citazione trovata sui social...

La chitarra va amata come forme, se non ami questo lascia perdere. È come una donna, già il nome è al femminile. La chitarra non è il mandolino, il basso, il clavicembalo, il pianoforte, il trombone: è la chitarra. E poi, guarda caso, ha un buco in mezzo. La chitarra ti prende perché è avvolgente, è calda e poi è comoda. Te la porti al mare, in montagna, in macchina: prova a rimorchiare al mare con un pianoforte, portatelo sulla spiaggia. Voglio vedere come cazzo fai.

... ne ho trovate anche delle altre.

Io la forza del mio lavoro, l'essenza di quello che ho messo nelle mie canzoni in gran parte la devo a Teramo, alla gente tra cui sono cresciuto.
Le disgrazie altrui sono un ottimo incentivo ad assumere atteggiamenti democratici che ci fanno apparire migliori.
Un vero chitarrista muore, deve morire sul palco.

E invece ha lasciato questo mondo mentre si trovava nella sua casa di Novafeltria, il giorno di Capodanno del 1997, a soli cinquantuno anni.

Queste citazioni invece sono tratte dalle sue canzoni.

E sei così bella che più bella non c'è e sei così dolce che più dolce non c'è. E sei così quieta quando parli di noi che m'incanto a guardarti, da non credere sei.
(da E sei così bella)
Signore, è stata una svista, abbi un occhio di riguardo per il tuo chitarrista.
(da Il chitarrista)
In nome della fame ho ammazzato le illusioni, piegando le ginocchia ho sfruttato le occasioni. E ho lavorato come un pazzo a cose in cui io non credevo, lasciando che morisse l'erba che io calpestavo.
(da Fame)
E questa rabbia che ci tiene insieme ci lega più di un fascio di catene.
(da Palla di gomma)
Che posso fare, tu che puoi fare, se navighiamo in senso inverso in mezzo al mare? Tu sei libeccio ed io maestrale. Son sempre venti sì, ma non è uguale.
(da Navi)

Il suo brano che ricordo più nitidamente – non il mio preferito, anche se non riesco a scegliere tra Firenze (canzone triste), Agnese e Lugano addio, per limitarmi a quelli che conosco meglio – è il sempre attuale Maledette malelingue, presentato al Festival di Sanremo 1994.

4 commenti:

  1. Amo Ivan Graziani da quando ero giovane. Una curiosità. Quando cominciò ad avere successo lasciò la nativa Teramo per trasferirsi con la moglie Franca e i figli a Novafeltrià, qua dalle mie parti. Quando morì, purtroppo prematuramente, fu seppellito nel locale cimitero. Ancora oggi la sua "casetta" all'interno del cimitero di Novafeltria è meta incessante di visite da parte di suoi fans che si trovano a passare di lì, e molti lasciano un pensiero d'affetto scritto su un apposito quadernetto che sta lì su un banchettino. Anche a me è capitato di fermarmi in qualcuna delle mie escursioni in bicicletta.

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  2. Alla parte abruzzese di me un po' dispiace che Ivan Graziani non sia rimasto ad abitare in Abruzzo, a cui peraltro era tanto legato... ma la mia parte marchigiana (all'epoca Novafeltria era ancora in provincia di Pesaro e Urbino) dice "E che sarà mai!".

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  3. Dicono a Novafeltria che alcuni anni dopo la sua morte la salma sia stata riportata nel teramano nella tomba di famiglia

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    1. Mah, guarda, io sono passato da lì un paio d'anni fa e c'era ancora. Poi non so...

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