Ieri sera mi sono messa a seguire su Raidue la terza puntata della quarta edizione di The Voice of Italy, un po' distrattamente perché ero impegnata a fare altro... ma in un paio di momenti quello che ho sentito mi ha costretta a sollevare lo sguardo dalle "sudate carte" per fissare il teleschermo.
Dapprima ad attirare la mia attenzione è stata una delle concorrenti, la quale si era presentata come Agnese Cacciola. Ohibò, questo nome non mi è nuovo... Magari non mi ricordo cosa ho mangiato ieri sera, ma come i vecchietti riservo un bel po' di memoria ad informazioni remote e spesso superflue! ;-) E certo, all'anagrafe si chiamava così, la cantante arrivata al successo con il nome d'arte di Neja. La vocalist torinese che faceva dance in lingua inglese – quasi come Alexia, insomma – vendette un sacco di dischi negli anni '90, quando non c'era estate senza Festivalbar, per poi sparire praticamente dalla circolazione. Alla blind audition ha proposto una sua hit riarrangiata, Restless, ma nessuno dei quattro giudici l'ha riconosciuta, e soltanto le due donne, Dolcenera e Raffaella Carrà, hanno schiacciato il pulsantone per girarsi. Alla fine Neja ha scelto di entrare a far parte del team di Dolcenera... ma se fossi stata nei suoi panni avrei preferito "Raffa", perché la cantautrice salentina sembrava propensa ad insistere con il genere dance, mentre Neja aspira a dimostrare di saper cantare anche altro: del resto lei "nasce" come interprete jazz e gospel, mica pizza e fichi! :-)
Mi ha messo addosso una certa tristezza l'idea che all'età di quarantatré anni un'artista che ha già conosciuto la popolarità sia costretta a gareggiare con esordienti magari nati al tempo in cui lei scalava le classifiche o giù di lì, nella speranza di rilanciare la sua carriera... ma quando ha detto «Tutti mi riconoscono come l'artista anni '90» – ma proprio tutti tutti, Agne'?! – ho pensato che forse un bagno di umiltà potrebbe farle bene. :-)
Dopo di lei è stata la volta di Katia Miceli, trentunenne di Partinico (PA), che ha cantato In vacanza da una vita di Irene Grandi; un'interpretazione forse un tantino sguaiatella ma dalla quale traspariva del talento, a mio modesto parere... però nessuno dei giudici si è girato, e per Katia The Voice è finita lì. Mi è sembrato che la poveretta ci sia rimasta piuttosto male, e ci sono rimasta male pure io per lei, quando Emis Killa si è permesso di definire "piatta" la sua esibizione: da quale pulpito... ma chi diavolo ti credi di essere, "rapperonzolo" dei miei stivali?! Ma andate a zappare le ortiche, te e chi ti ha messo a fare il giudice in un talent show! OK, magari verrò accusata di avere gusti musicali antiquati... ma se dipendesse da me tutti quanti i rapper italiani, senza alcuna eccezione, potrebbero andare a guadagnarsi da vivere in miniera. ;-)
[Considerazione a margine: è lecito dedurre che secondo mamma Rai st***zo detto da Dolcenera sia una parolaccia, visto che l'hanno "bippata", mentre c***ione detto da Emis Killa no?]
Nessun commento:
Posta un commento