Giusto l'altroieri, mentre recuperavo gli arretrati di Amare parole, il podcast curato da Vera Gheno per Il Post, mi è stata riproposta la replica dell'episodio Il diritto di affidare del quale avevo già parlato qui a proposito della vicenda del neonato lasciato – NON abbandonato! – nella Culla per la Vita del Policlinico di Milano la mattina di Pasqua, e del relativo appello a tornare sui suoi passi rivolto dal comico Ezio Greggio alla madre del bimbo. Ebbene, è appena accaduto qualcosa che se possibile è ancora più squallido, nonché lesivo della libertà di una donna che, per ragioni delle quali noi siamo completamente all'oscuro, ha fatto la scelta che riteneva più giusta per garantire un futuro migliore alla sua creatura. Citando il post pubblicato dalla summenzionata Vera Gheno al riguardo...
Pubblicare il video della donna che ha lasciato un neonato nella sala d'aspetto di un ospedale non è diritto di cronaca: è curiosità morbosa, è violazione della privacy e della deontologia giornalistica, è arma di distrazione di massa. Chi ricondivide dovrebbe pensarci due volte.
Ammetto che il video l'ho guardato – nella versione che ho trovato il volto della donna è abbastanza "pixellato" e questo dovrebbe renderla difficilmente riconoscibile, ma ciò non toglie che diffondere quelle immagini su tutti i media sia stata un'operazione a dir poco discutibile – ma seguirò il consiglio di Vera ed eviterò di condividere link, che comunque sono fin troppo facili da reperire, e pure di fornire dettagli sull'ospedale dove è avvenuto l'episodio e sull'età del bambino (non proprio piccolissimo, il che rende ancora più straziante tutta la vicenda).
[Aggiornamento: Ho saputo che nelle immagini mandate in onda dal TG1 il volto non era affatto pixelato, la donna era chiaramente riconoscibile e infatti a quanto pare è stata riconosciuta, tanto più che la città dove è avvenuto l'episodio non è certo una metropoli. A questo punto non ho più parole che non siano parolacce]
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