Quando frequentavo il liceo scientifico, e in seguito la facoltà di ingegneria, ero convinta che il tal Joseph-Louis Lagrange che diede il nome al teorema del valor medio, alla lagrangiana di un sistema fisico in meccanica razionale e a svariati altri concetti matematici fosse francese. Solo adesso, grazie a un post pubblicato dalla pagina Facebook Storie Scientifiche, scopro che nacque a Torino nel 1736 con il nome di Giuseppe Luigi Lagrangia da Giuseppe Francesco Lodovico Lagrangia, di lontane origini francesi, e solo dopo essere divenuto cittadino francese – visse a Parigi dal 1787 al 1813, anno della sua morte – acquisì il nome con cui lo conoscevo.
Joseph-Louis Lagrange (nato Giuseppe Luigi Lagrangia) è considerato uno dei matematici più influenti del XVIII secolo. Nato a Torino il 25 gennaio del 1736, in prima battuta fu costretto a seguire le orme paterne e intraprese gli studi giuridici. Si appassionò quasi per caso, sembra grazie a un trattato di Edmond Halley (l’astronomo che teorizzò che i fenomeni astronomici di passaggio delle comete avvenuti nel 1531, nel 1697 e nel 1682 erano da attribuire alla stessa e ne predisse il ritorno nel 1758, diventando celebre da quel momento in poi con il nome di “cometa di Halley”).
Lagrange era un autodidatta. Studiò da sé i maggiori trattati pubblicati in quel periodo ma in particolare un’opera di Eulero sulla meccanica lo colpì molto, formandolo a livello scientifico. Nel manuale di meccanica si trattava il moto del punto materiale, per la prima volta tramite l’analisi matematica e Lagrange apprese l’importanza di una dimostrazione analitica piuttosto che geometrica, scegliendo, fino alla fine della sua carriera, il primo dei due metodi. A testimoniare questa scelta è la prefazione del suo capolavoro, la Mécanique analytique (Meccanica Analitica), dove è possibile leggere un laconico “nessuna figura sarà presente in questo lavoro”. Il trattato venne pubblicato solamente nel 1788 a Parigi, quando Lagrange aveva cinquantadue anni, ma era chiaro che fu solo la conclusione di un pensiero scientifico sviluppato molti anni prima. Citando Hamilton: “Lagrange rese la meccanica una specie di poema scientifico”.
Era estremamente riservato e non amava essere al centro dell’attenzione. Quando si trasferì da Berlino, dove era stato eletto Presidente della classe di scienze dell’Accademia di Berlino su proposta di Eulero, a Parigi il Re Luigi XVI gli donò il quantitativo di denaro necessario per affrontare il viaggio e Lagrange scrisse a un amico:
“Questa è una bella notizia, ma non si deve più parlare di me”.
Le lettere che spedisce alla famiglia sono rare, una o due all’anno, e sono tutt’altro che prolisse; parla perlopiù del clima e degli inverni troppo rigidi da affrontare. Nel 1772 spedisce una lettera al fratello Carlo:
“Ho ricevuto da tempo la vostra lettera, ma non avendo niente di importante da dirvi, ho rimandato di giorno in giorno la risposta”.
A Parigi Lagrange venne nominato uno tra i primi membri del Senato nel 1799, decorato del grado di Grand’Ufficiale della Legion d’onore nel 1804 e nominato Conte dell’Impero nel 1808. Napoleone Bonaparte si scomodò per lui, definendolo come la “fière pyramide des mathématiques” (l’alta piramide delle scienze matematiche)
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