sabato 21 dicembre 2024

Io vorrei i tre giorni di sonno!

Le smartbox sono una possibile àncora di salvezza per chi si ritrova a corto di idee regalo a pochi giorni dal Natale. Con una spesa abbastanza modica si può regalare alla persona cara una sorta di buono da spendere per vari tipi di esperienze: dai pasti gourmet alle giornate in un centro benessere, dai soggiorni in borghi pittoreschi alle attività più avventurose e spericolate.

Lo scrittore Niccolò Targhetta, il cui ultimo libro è Manuale di sopravvivenza all'età adulta, oltre a curare la pagina Facebook Non è successo niente dove pubblica post davvero notevoli – adesso mi sento in colpa a non averlo incluso nelle mie scelte d'acquisto natalizie – ha anche un omonimo account Instagram sul quale ha pubblicato le immagini di alcune smartbox utili, tra cui sarebbe facile trovare il regalo perfetto per chiunque... se solo esistessero davvero; le riporto qui di seguito.











venerdì 20 dicembre 2024

No, non fa benissimo

In questi giorni prossimi al Natale in cui si prospettano mangiate pantagrueliche – per fortuna/purtroppo non per me e il mio compagno, visto che non andremo ospiti da nessuno e ai fornelli ci sarò io ;-) – ho notato che su LA7 va in onda piuttosto spesso lo spot del Petrus Boonekamp, l'amaro creato nel 1777 dall'omonimo liquorista olandese e acquistato nel 2020 dall'azienda calabrese Fratelli Caffo 1915.

Lo slogan? «L'amarissimo che va benissimo». Un cambiamento infinitesimale ma sostanziale rispetto alle pubblicità del Carosello negli anni '60 e '70: «L'amarissimo che fa benissimo». Già, oramai non si può più affermare che gli alcolici – la gradazione alcolica del Petrus è pari al 45%, manco poco – facciano bene, anzi è vero il contrario; tutt'al più potrebbe sembrare che un bicchierino di amaro aiuti a digerire dopo che a tavola non ci si è regolati, ma questo non è che uno dei falsi miti relativi agli alcolici.

giovedì 19 dicembre 2024

Babbo Natale in anticipo

Oggi ho ricevuto gli ultimi libri che avevo ordinato una settimana fa, quasi tutti "autoregali di Natale". Stasera ne consiglio cinque, quelli che sono legati in qualche modo alla mia esperienza online; ovviamente lo faccio a scatola chiusa, non avendoli ancora letti, ma cerco di far capire almeno per sommi capi le ragioni per cui ho voluto acquistarli.

  • Salvatore Savasta, gestore della pagina Savastascrivecose, l'ho scoperto grazie a una mia amica che, essendo a conoscenza della mia indole da correttrice di bozze, mi aveva segnalato un gruppo Facebook dove l'autore stava pubblicando man mano i capitoli del suo nuovo libro in fase di stesura per sottoporli alla revisione degli iscritti. L'iniziativa si è interrotta ancora prima che io trovassi il tempo anche solo per cominciare a leggere, comunque dai suoi post trovo che lui scriva davvero bene, e ho voluto acquistare Il mostro sotto il letto, nel quale Salvatore traspone in forma narrativa la sua esperienza di padre di una bambina affetta da una malattia genetica rarissima.
  • Anche Manuel Bova gestisce una pagina Facebook, che porta il suo nome. E anche lui scrive da dio: i post nei quali racconta i suoi dialoghi – immaginari, almeno credo... e spero ;-) – con "madre", un appellativo che mi ricorda gli sketch di Sensualità a Corte, mi fanno morire dal ridere. Il suo secondo romanzo, Un millimetro di meraviglia, sembra proprio di tutt'altro genere, ma ho deciso di leggerlo sulla fiducia.
  • Wacosky Road – Diario segreto di una scrittrice compulsiva d raccoglie le strip umoristiche dell'omonima webcomic di Stefano Tartarotti (il cui sito è qui) e alcune strisce inedite.
  • Big Ideas Little Pictures – Explaining the World One Sketch at a Time è il libro che raccoglie oltre 130 disegni stimolanti, divertenti e comprensibili sulla vita. L'autore è Jono Hey, curatore di Sketchplanations, i cui post, a dispetto della grafica elementare e oserei dire infantile, sono ricchi di informazioni, curiosità e spunti di riflessione.
  • Infine, Color Me Menopausal: A Funny Activity Book for the Hormonally Challenged è una sorta di libro-gioco realizzato da Shirley Șerban, delle cui parodie musicali ho parlato più volte, l'ultima meno di due settimane fa. Pur non essendo particolarmente soggetta a sbalzi ormonali, questa transizione della mia vita l'ho vissuta parecchio male, e mi auguro che questo libro mi aiuti a sdrammatizzare un po'.

mercoledì 18 dicembre 2024

Regala(ti) un olivo!

Ultimi giorni di corsa ai regali. Se sei a corto di idee e hai fra i tuoi cari qualcuno che ci tiene in modo particolare all'ambiente, ama la buona cucina mediterranea e apprezza l'olio di qualità, potresti valutare l'opportunità di regalargli (o magari regalarti)... uno o più olivi. Non da piantare nel giardino o nel campo vicino casa, tanto più che in molti climi, soprattutto nel Nord Italia, non sopravvivrebbe; si tratta piuttosto di un'adozione a distanza.

Dal sito dell'Associazione OlivaMi...

Negli ultimi 5 anni la Xylella ha distrutto oltre 21 milioni di ulivi nel Salento, cancellando così anni e anni di sacrifici di migliaia di agricoltori salentini e la principale fonte di compensazione di CO2 del Salento.
Con Olivami vogliamo promuovere l’adozione degli ulivi Salentini come risposta alla devastazione portata dalla Xylella. Una nuova forma di olivicoltura sostenibile e partecipativa, che consente a chiunque di adottare a distanza uno o più olivi Salentini, sostenendo la riforestazione del nostro territorio, e ottenendo una fornitura annuale di olio EVO dalla provenienza e dalla qualità certificata.

Ecco il video promozionale.

Si va dal piano Basic, quello più economico (31,79 euro all'anno), che comprende 1 Ulivo di nuova generazione...

  • Età: 1 anno
  • Pianti 1 nuovo Olivo
  • CO2 assorbita: 300 kg/anno
  • Olio Evo incluso:
    • 1 litro per i primi 3 anni
    • 1,5 litri per 4° e 5° anno
    • 2 litri dal 6° anno

... al piano Platinum, quello più costoso (1.268,39 euro all'anno), che comprende 50 Ulivi di nuova generazione...

  • Età: 1 anno
  • Pianti 50 nuovi Olivi
  • CO2 assorbita: 15.000 kg/anno
  • Olio Evo incluso:
    • 50 litri per i primi 3 anni
    • 100 litri per 4° e 5° anno
    • 150 litri dal 6° anno

martedì 17 dicembre 2024

Cercasi tempo

Il tempo è gratuito, ma non ha prezzo. Non puoi possederlo, ma puoi usarlo. Non puoi tenerlo, ma puoi spenderlo. Una volta che l'hai perduto, non puoi più riaverlo indietro. Quindi prenditi cura di quei minuti!

Parola dell'uomo d'affari ed editorialista americano Harvey MacKay.

Colgo l'occasione per condividere due immagini legate al problema del tempo che non mi basta mai per fare quello che vorrei e dovrei fare: un meme trovato sui social...

... e una vignetta di Work Chronicles, del quale ho comprato il calendario giornaliero 2025 da mettere sulla scrivania dell'ufficio. :-)

– Come possiamo trattenere i nostri dipendenti più produttivi?
– Pagare stipendi competitivi?
– Apprezzare il loro lavoro?
– Sovraccaricarli di lavoro in modo che non abbiano tempo di candidarsi altrove?

[Questa mi riguarda solo fino a un certo punto... Non sarei io se avessi la presunzione di considerarmi indispensabile :-)]

lunedì 16 dicembre 2024

Lasciatemi qui

Mi sono imbattuta in un'immagine che mostra il testo di Natale, poesia scritta da Giuseppe Ungaretti il 26 dicembre 1916 a Napoli...

Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare

... e mi è venuto in mente che in questi giorni mi sento un po' come lui. Poi però ho letto l'analisi del testo – ai tempi della scuola il '900 letterario, per non parlare di quello storico, lo trattammo abbastanza di corsa – e mi sono resa conto non senza imbarazzo che il dramma da lui vissuto era ben più serio del mio stress lavoro-correlato...

P.S.: Mi è venuto in mente che un tempo facevo fatica a considerare "poesia" un componimento non in rima e i cui versi hanno un numero variabile di sillabe, men che meno spezzati in mezzo alla frase; versi liberi, si chiamano. Poi per fortuna mi sono ammorbidita, almeno da quel punto di vista... ;-)

domenica 15 dicembre 2024

Non ne fanno una giusta

Uno dei punti più controversi del nuovo codice della strada fortemente voluto dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini – uno che quando svolge le sue mansioni fa rimpiangere le innumerevoli occasioni in cui perde tempo in faccende non di sua competenza – e appena entrato in vigore è quello riguardante l'assunzione di stupefacenti:

Con la riforma del codice della strada basterà un test positivo all’uso di sostanze stupefacenti per sospendere la patente di una persona: questo significa che potrà subire la sospensione anche chi non ha guidato in stato di alterazione, ma magari ha fatto uso di sostanze stupefacenti nei giorni o nelle settimane precedenti. Il THC, il componente psicoattivo comunemente associato all’effetto stupefacente della marijuana, può rimanere nell’organismo in concentrazioni molto basse e comunque rilevabili per diverso tempo: dipende dalla dose assunta, dalla frequenza d’uso e dal metabolismo individuale. Nella saliva può essere rilevato fino a tre giorni dopo l’ultima assunzione, nel sangue fino a tre settimane, nell’urina fino a un mese, nel capello fino a tre mesi.

Sulla guida in stato di ebbrezza non è cambiato granché rispetto a prima. Per quanto mi riguarda il medico che mi ha rinnovato la patente il mese scorso mi ha prescritto "zero alcol alla guida", in quanto sto prendendo dei farmaci per cui è sconsigliata l'assunzione contemporanea di bevande alcoliche. Comunque mi sono informata: se mi concedo un goccetto dovrebbero bastare poche ore, al massimo un giorno per risultare sobria a un eventuale alcoltest; il discorso cambia facendo test più specifici. Come al solito i consumatori di alcol, che può essere ben più nocivo per la salute e per la reattività al volante rispetto a qualche "canna" ma è un orgoglio del "made in Italy", possono stare più tranquilli di quanto dovrebbero...

Oggi su Facebook un mio contatto faceva notare – finora non ho trovato riscontri al riguardo – che l'assunzione di ibuprofene, principio attivo del farmaco prescrittomi dal medico che sto prendendo in questi giorni per i miei malanni di stagione, potrebbe generare falsi positivi per la cannabis. E un'altra "facciamica" friulana ha condiviso il link al comunicato dell'Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI) riguardo al rapporto tra riforma del codice della strada e articolo 187 del medesimo:

L’articolo 187 attiene alla guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope. Per la configurazione del reato e delle relative sanzioni il guidatore deve risultare positivo a specifici accertamenti eseguiti sui propri liquidi biologici, che possono essere generalmente eseguiti su: saliva; sangue; urine.
Non sarà invece più necessario appurare oltre a tale positività, anche il fatto che il guidatore si trovi in stato di alterazione psico-fisica determinato dall’assunzione di tali sostanze.
Inoltre si precisano i seguenti aspetti principali:
  • le sostanze psicotrope (psicoattive), in grado di determinare effetti negativi sulle capacità di guida, comprendono anche molti farmaci che il paziente potrebbe assumere su prescrizione del medico. Anche se attualmente non è stata indicata formalmente una lista di tali farmaci, questi possono essere rappresentati, a titolo di esempio da: medicinali a base di morfina e sostanze analgesiche oppiacee; medicinali di origine vegetale a base di Cannabis; barbiturici; benzodiazepine;
  • il fatto che il paziente assume tali sostanze su prescrizione medica non rappresenta una autorizzazione a guidare e quindi, in caso di esisto positivo degli accertamenti svolti, la prescrizione del farmaco non rappresenta un giustificativo rispetto all’ipotesi di reato;
  • il fatto di non dover esse più dimostrato lo stato di alterazione psico-fisica del guidatore può determinare che, pur in assenza di effetti negativi per la guida derivanti dall’assunzione del farmaco psicoattivo, questi sia comunque chiamato a rispondere del reato previsto dall’articolo 187.
Si informa inoltre che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha chiesto la creazione di un tavolo tecnico con la finalità di stabilire eventuali deroghe/disciplina di dettaglio che consenta l’individuazione di eventuali ipotesi di non sanzionabilità per i pazienti-guidatori.
In questo momento, tuttavia, in attesa che si costituisca il tavolo tecnico e le eventuali previsioni cui dovrebbe giungere, rimangono valide le previsioni sopra esposte.

Questo mi preoccupa ancora di più perché, oltre all'ibuprofene che sto prendendo temporaneamente, sono mesi che assumo benzodiazepine, sempre dietro prescrizione medica, per combattere i miei disturbi del sonno; prendo 10 gocce la sera prima di andare a letto, e la mattina l'effetto è ormai svanito. Se non riuscissi a chiudere occhio, allora sì che diventerei un potenziale pericolo pubblico...

Nella deprecabile eventualità in cui dovessero sospendermi la patente, in pratica sarei f***uta, perché non potrei andare quasi da nessuna parte: sicuramente non al lavoro, visto che per il tragitto che devo percorrere non esiste un'alternativa praticabile alla macchina. Potrei fare ricorso, sì... ma quanto tempo ci vorrebbe prima che venga accolto? Non mi rimane che fare gli scongiuri sperando di non essere controllata – di solito nelle prime settimane dopo l'entrata in vigore di un decreto i controlli si intensificano anche a scopo propagandistico, poi si torna alla "normalità" – visto che l'unico modo per stare tranquilli è risultare del tutto negativi, mi sembra. Sarebbe tristemente ironico sentirmi dire «Sì, va bene, prendi questi farmaci, ma chi ci dice che non ti sia fatta pure una canna?», a me che non ho mai fumato nemmeno una sigaretta.

[Ogni volta che sento parlare di ibuprofene mi torna in mente questa canzone che invece vorrei tanto rimuovere dai miei neuroni... ;-)]

sabato 14 dicembre 2024

Noi siamo scienza, non antiscienza!

Dal profilo Instagram dell'Associazione Luca Coscioni:

Il 5 dicembre, durante una conferenza stampa della Lega italiana per la lotta contro i tumori (LILT) in una sala del Ministero della Salute, è stato dato ampio spazio ad un astrologo che ha evocato gli influssi della Luna e di Giove sul nostro corpo, e sulla necessità di “essere in equilibrio con l'universo”.
Per chiedere di chiarire la posizione del Ministero rispetto a quanto accaduto, e di adottare misure per garantire che in futuro le istituzioni non diventino veicolo di messaggi antiscientifici, l'Associazione Luca Coscioni ha inviato una lettera aperta [che nel mio piccolo ho firmato pure io, NdC] sottoscritta da 51 personalità del mondo della ricerca, della scienza e della politica, tra cui Michele De Luca, Silvio Garattini, Roberto Defez, Valeria Poli.
"L'astrologia è privata di basi scientifiche e non ha (o non dovrebbe avere) alcuna legittimità in un contesto dedicato alla salute. Non è la prima volta e non sarà l'ultima, ma il rischio di considerare pratiche antiscientifiche come affidabili o al più innocue è reale. Ognuno è libero di farsi leggere le carte e i fondi del caffè o di affidarsi agli astri, ma certo non in un ambito istituzionale. È necessario che le istituzioni, specialmente quelle dedicate alla salute e alla ricerca, riacquistino autorevolezza e ribadiscano il ruolo centrale della scienza nella lotta contro le malattie e la necessità del rigore del metodo scientifico, unico strumento per affrontare malattie vecchie e nuove”, si legge nella lettera aperta disponibile sul sito dell'Associazione.

È seguito il post del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze):

Lo scorso 5 dicembre durante una conferenza stampa della lega italiana per la lotta contro i tumori (LILT), svoltasi presso una sala del Ministero della Salute, è intervenuto anche l’astrologo Rino Liuzzi, conosciuto anche come Jupiter, che ha sostenuto che gli influssi della Luna e di Giove agiscano sul nostro corpo e sulla necessità di “essere in equilibrio con l’universo”.
Il CICAP ha deciso di sottoscrivere la lettera aperta promossa dall'associazione Luca Coscioni rivolta al Ministro della Salute, Orazio Schillaci, per chiedere di chiarire pubblicamente la posizione del Ministero rispetto a quanto accaduto e di adottare misure per garantire che in futuro le istituzioni non diventino, anche loro malgrado, veicolo di messaggi antiscientifici.
I luoghi istituzionali e temi importanti come la salute dovrebbero supportare la scienza, e non la pseudoscienza, per il bene di tutti.

Del caso oggi ha parlato anche la divulgatrice scientifica Beatrice Mautino, che conduce insieme a Emanuele Menietti il podcast Ci vuole una scienza.

Sulla storia dell'astrologo Jupiter all'evento della LILT al Ministero ci sono due cose che credo sia importante far emergere al di là della facile indignazione.
La prima la si capisce guardando il video integrale dell'evento: in queste situazioni è sempre bene applicare il rasoio di Hanlon che dice che "non bisogna attribuire alla cattiveria o alla malafede ciò che si può spiegare con la stupidità".
È molto probabile che Jupiter non fosse lì in quanto "astrologo", ma in quanto personaggio televisivo, magari amico del presidente, chiamato a moderare/animare l'incontro come succede ogni giorno, più volte al giorno, negli eventi romani.
C'è stato un po' di imbarazzo perché il Ministro Schillaci non arrivava e a una certa l'astrologo Jupiter si è messo a intrattenere il pubblico parlando di quello che sa e dicendo un sacco di scemenze, come ben sottolineato dalla lettera dell'Associazione Coscioni.
La seconda è che questo non è il primo caso di sbandamento della LILT (e delle varie sezioni locali). Ogni tanto spunta fuori un evento strambo, un corso bislacco, la promozione di roba senza senso, eccetera.
E questo è un problema. Anzi, è il problema, perché significa che manca un metodo di controllo di quello che viene fatto dall'associazione e nell'associazione.
Un metodo che a un certo punto faccia dire "raga, ma siamo sicuri che questa cosa sia opportuna?".
E considerando che la LILT è un ente pubblico che gestisce molti fondi, che non ci sia un metodo di verifica interno è un problema.
Un problema che l'astrologo Jupiter ci ha permesso di vedere, come se fosse il sintomo visibile di una malattia nascosta.
Sta a noi non fermarci al sintomo, alla facile indignazione per la presenza dell'astrologo, ma andare a fondo e cercare di comprendere la malattia.

Concludo con il link agli articoli scritti per Il Foglio dal professor Enrico Bucci:

P.S.: Il titolo del post parafrasa un vecchio spot pubblicitario che i boomer inside come la sottoscritta ricorderanno... ;-)

venerdì 13 dicembre 2024

La notte più lunga che ci sia?

Oggi si celebra Santa Lucia, protettrice della vista (che con la sottoscritta ha un tantino toppato, c'è poco da fare ;-) ); come recita un detto popolare in rima, è «la notte più lunga che ci sia». Ma è vero? L'altro giorno un collega, ingegnere (mica laureato in scienze delle merendine col minimo dei voti) nonché cattolico vecchio stampo, ce la spacciava come una verità assoluta... e questa è la prova che, quando la tradizione incontra la scienza, la scienza è spacciata! ;-) In realtà, com'è noto, è il giorno del solstizio d'inverno, che quest'anno cadrà il prossimo 21 dicembre, quello con meno ore di luce.

Quest'articolo di Geopop spiega le origini del detto in questione; in estrema sintesi, «Prima dell’introduzione del calendario gregoriano nel 1582, il solstizio d’inverno [...] cadeva intorno al 13 dicembre», e inoltre «C'è da dire [...] che il 13 dicembre in molte città italiane il Sole tramonta qualche minuto prima rispetto a quanto fa nel giorno del solstizio d'inverno. Questo però non vuol dire che il giorno di Santa Lucia sia più corto: nel solstizio, infatti, il Sole sorge diversi minuti più tardi, rendendo complessivamente il giorno del solstizio quello con meno luce».

Concludo con una mini-playlist di canzoni che citano Santa Lucia nel titolo o nel testo, ma che a volte con l'odierna ricorrenza non hanno nulla a che vedere oppure c'entrano solo di striscio.

  • Francesco De Gregori canta con Lucio Dalla la sua Santa Lucia
  • Il tenore Enrico Caruso interpreta Santa Lucia composta da Teodoro Cottrau
  • Massimo Ranieri duetta con Noa in Santa Lucia luntana
  • Avrei potuto evitare di citare 13, storia d'oggi di Al Bano? Sì, forse avrei potuto. Ma non l'ho fatto, pardon! ;-)

[La foto della statua di Santa Lucia, un tantino creepy, l'ho trovata su The Arlington Catholic Herald]

giovedì 12 dicembre 2024

In Italia c'è Telemeloni, in Svizzera...

L'altro giorno su Twitter – eh no, non ho chiuso il mio account e, anche se non ci pubblico più nulla in nessuna forma da quasi un mese, ogni tanto mi capita di buttarci un occhio – mi è stato proposto, perché alcuni account che seguo avevano risposto o messo like, il tweet di una certa Paola Nurnberg.

Ringrazio tutte le persone che mi stanno dimostrando solidarietà e affetto, non credevo potessero essere così tante. La maggior parte del sostegno, tra l'altro, proviene da chi non mi conosce affatto e questo ha un valore ancora più grande. Non ho facebook, ma amici mi stanno facendo vedere i messaggi di supporto che transitano anche da lì ❤️

È bastata una googlata veloce per scoprire chi sia costei e cosa le fosse successo. Paola Nurnberg è una giornalista della RSI (Radiotelevisione Svizzera di lingua Italiana) che è stata licenziata per aver pubblicato il tweet seguente:

Il pensiero della destra (non solo in Italia) attecchisce perché non è elaborato. È semplice, è di pancia, fa credere alla gente di essere nel giusto e di non avere pregiudizi. Concima, insomma, l'ignoranza. Sta alle singole persone scegliere se evolvere, emanciparsi, oppure no.

La dichiarazione più esplicita che Ticinonline è riuscita ad "estorcere" all'emittente è stata «In linea di principio è importante sottolineare che esistono linee guida interne che devono essere seguite e rispettate da tutte e tutti i dipendenti della Srg Ssr». Comunque neppure il sindacalista che si è adoperato per il reintegro della giornalista la giustifica: «Ha sbagliato? Certo, non doveva scriverlo. Ma da qui a licenziarla... A questo punto bisognerebbe licenziare metà del personale della Rsi». E anche la diretta interessata appare pentita: «Le direttive erano chiare e io ho scelto certamente il modo e il tempo sbagliati per esprimere quel concetto, ma non mi è stata data la possibilità di riparare. Dopo la mail in cui mi si convocava a causa di questo post ho risposto immediatamente chiedendo cosa potessi fare. Non mi è stato più detto nulla». Nell'articolo che ho linkato si parla anche di molestie delle quali la giornalista è rimasta vittima in seno alla RSI, e in seguito alla cui conferma si sarebbero venuti a creare degli attriti.

Casomai te lo stessi chiedendo, il partito che ha vinto le elezioni federali del 2023 in Svizzera è l'Unione Democratica di Centro, che a dispetto del nome è un partito di destra, nazionalista e conservatore.

mercoledì 11 dicembre 2024

Buttare via la chiave?

Di fronte a notizie come l'ergastolo ad Alessandro Impagnatiello per il femminicidio di Giulia Tramontano e a Filippo Turetta per il femminicidio di Giulia Cecchettin, è facile che la prima reazione "di pancia" sia: giusto così, certa gente merita di essere esclusa per sempre dalla società civile. Anche la mia mente è stata sfiorata da un simile pensiero, lo ammetto. Ma poi ho letto questo post di Alessandro Capriccioli, che per l'occasione ha annunciato di aver riesumato il suo blog Metilparaben (nome di un conservante) ormai praticamente dismesso, e mi ha dato da pensare. Ne riporto qui di seguito il testo, sorvolando per il momento sul fatto che nel nostro paese è assai poco frequente che il cosiddetto carcere a vita sia davvero "a vita": chissà che non offra a qualcun altro che passa di qui un importante spunto di riflessione.

Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
L’articolo 27 della Costituzione lascia poco spazio alla fantasia e all’interpretazione: le “pene”, tra cui il carcere, non hanno (soltanto) lo scopo di punire chi ha commesso un reato, ma dovrebbero (anche) perseguire il fine – assai più ambizioso – di “rieducarlo”.
Ora, al di là del fatto che il verbo possa piacere o non piacere (e a me non piace, perché lo trovo paternalista e in qualche modo riduttivo, ma questa è un’altra storia), e detto che in democrazia ci si può dichiarare in disaccordo perfino con la Costituzione (salvo il dovere di rispettarla, perlomeno finché non si abbiano la forza e i numeri necessari a modificarla), non appare inutile domandarsi cosa significhi “rieducare”, e soprattutto quali conseguenze logiche, oltre che giuridiche, la parola porti con sé.
Quanto al significato, secondo Treccani “rieducare” significa “educare di nuovo, correggendo i difetti provocati da una cattiva educazione o le deviazioni da una retta vita morale e sociale”. E fin qui, come si dice, nulla quaestio. Ma anche in relazione alle conseguenze, a ben guardare, mi pare che ci siano pochi dubbi: se correggere le devianze di un individuo ha un senso, quel senso non può che essere il suo reinserimento nella comunità, posto che se così non fosse la correzione sarebbe fine a se stessa, e perciò obiettivamente priva di qualsiasi utilità.
Con queste premesse, mi pare che in estrema sintesi le possibilità si possano ridurre a tre:
  1. si ritiene che la pena debba avere una mera funziona punitiva, finalizzata a infliggere sofferenza al reo: in tal caso l’ergastolo, in quanto castigo supremo (se si esclude la pena di morte), avrebbe un significato. Ma per concretizzare questo punto di vista, ossia per evitare che rimanga una farneticazione, chi lo sostiene dovrebbe sobbarcarsi l’onere di modificare la Costituzione;
  2. si ritiene (incidentalmente, questo è il punto di vista al quale aderisco con convinzione) che la pena debba avere una funzione rieducativa, finalizzata al recupero e al reinserimento del reo nella comunità: in tal caso l’ergastolo, in quanto per definizione preclusivo di detto rinserimento, non avrebbe mai alcun senso (e in effetti, a oggi, non ce l’ha, visto che questa è l’impostazione dettata dalla carta costituzionale);
  3. si ritiene che gli autori di determinati reati possano essere rieducati, mentre gli autori di altri reati debbano essere considerati non rieducabili; in tal caso l’ergastolo, se e nella misura in cui venga comminato ai rei non suscettibili di recupero, avrebbe significato in alcune circostanze e in altre no. Per scongiurare l’eventualità che questa convinzione rimanga una farneticazione ancora più surreale della prima, chi la coltiva dovrebbe poter dimostrare scientificamente (non a chiacchiere, non in base alla propria opinione personale, non per averne discusso a cena con gli amici) che i responsabili di certi delitti gravissimi siano effettivamente non risocializzabili, contrariamente ai responsabili di altri delitti gravissimi che invece lo sono.
Al di fuori di queste tre ipotesi non c’è niente, benché talora, sulla spinta emotiva di fatti di cronaca particolarmente odiosi o raccapriccianti, si coltivi istintivamente la tentazione dell’eccezione, la quale tuttavia è di per sé così scivolosa da sconsigliare l’arrampicata anche ai professionisti degli specchi.
Parafrasando un noto adagio latino, quartum non datur. Tutto il resto, ossia il quartum, fa parte dei discorsi da bar; o per meglio dire da social, i quali sono ormai diventati peggio dei bar.
Se non altro perché nei bar, perlomeno, mentre si parla del più e del meno si può ordinare qualcosa da bere.

martedì 10 dicembre 2024

Io, campionessa di tsundoku!

Nell'uscita della sua newsletter Edamame pubblicata alla vigilia del Black Friday con il titolo Questo Black Friday compra dei libri, Mattia Marangon ha richiamato il concetto di tsundoku.

Toh, guarda questo libro in sconto, aspetta che lo aggiungo al carrello”.
Frase detta da me, in questi giorni di sconti, prima di girarmi e vedere la mia libreria brulicante di libri che sono là da anni e non ho mai letto.
Già, sono una di quelle persone che non legge tanto ma a cui piace il concetto di avere dei libri a disposizione per il futuro.
O meglio, questa è l’accezione positiva che ho sempre cercato di darmi, ignorando probabilmente le dinamiche di “FOMO letteraria“ e di accumulatore di libri.
Da quello che ho potuto vedere, però, l’acquisto compulsivo di libri è una cosa che accomuna un po’ tutti, uno di quei fatti che quando vieni a sapere pensi “viviamo tutti la stessa vita“.
Di recente mi sono imbattuto in un concetto giapponese che mi ha dato una nuova chiave di lettura.
Tsundoku”, è un termine che descrive l’abitudine di acquistare libri e accumularli.
In Giappone ha un’accezione positiva: i libri sono simbolo di saggezza e cultura e quindi, anche solo averli e non leggerli, può essere vista come una forma di aspirazione intellettuale.
Adoro quando qualcosa mi fa cambiare prospettiva e mi spinge a leggere la stessa cosa in maniera differente: ecco così che una libreria piena di libri non letti non rappresenta un monumento alla procrastinazione, ma un piccolo santuario delle possibilità.
Taleb ha coniato un concetto che riprende lo Tsundoku giapponese, ossia l’”antibiblioteca”: una collezione di libri non letti sta a significare quanto ancora possiamo imparare.
È un atto di umiltà intellettuale che dichiara “non so ancora tutto, ma potrei saperlo un giorno”.
In una vita frenetica, questo concetto potrebbe essere una sorta di àncora di salvezza, un promemoria che non tutto deve essere una check-list da smarcare il più in fretta possibile.
“Tsundoku” in qualche modo è un inno alla calma consapevole, una tranquillità basata sul fatto che abbiamo tante possibilità a disposizione, una presa di coscienza che il nostro piede potenzialmente potrebbe essere messo in più scarpe.
Mi piace pensarla come una promessa che facciamo ai noi stessi del futuro, l’eredità di una calma che disperatamente cerchiamo in tutta la nostra vita e che possiamo ritrovare solo nelle piccole cose come questa.
O magari è solamente il prodotto del turbo-capitalismo, che ci fa sentire meno in colpa se durante il Black Friday compriamo un libro invece dell’ennesimo dispositivo tecnologico di cui non avevamo assolutamente bisogno.
Ok, forse sul finale ho rovinato tutto, ma in qualsiasi caso vi consiglio un po’ di Tsundoku in questi giorni di sconti.

Il punto di vista di Mattia Marangon mi ha fatto sentire meno in colpa per tutti i libri che ho comprato e non ho ancora letto... e pure per quelli che sono in procinto di passare dalla mia lista dei desideri al mio carrello Amazon; sto solo aspettando che arrivi l'agognata tredicesima, poiché per una serie di motivi il saldo del mio conto corrente non è mai stato così esiguo, che ansia!

Concludo condividendo i link a due articoli pubblicati su ilLibraio.it con un po' di idee regalo utili anche adesso che non ci sono più sconti (almeno in teoria):

lunedì 9 dicembre 2024

È la vita

È la vita, come si suol dire, rimanere ad un certo punto orfani; sicuramente più normale e naturale, nella sua tristezza, che veder morire un figlio. Proprio ieri una mia "facciamica" ha pubblicato un post in occasione di quello che sarebbe dovuto essere il ventunesimo compleanno del suo primogenito, spentosi pochi giorni poco la nascita; e ho percepito quel dolore atroce, quel senso di vuoto e di crudele ingiustizia come meglio non potrebbe chi, come me, una terribile esperienza del genere non l'ha vissuta in prima persona.

È la vita è il titolo di una commovente poesia che in questi giorni ho visto condivisa più volte sui social, e che è stata dedicata da Erri De Luca ai genitori che non ci sono più. Io che ho perso papà nel 2015 e mamma nel 2020 mi ci sono ritrovata parecchio; in alcuni punti (evidenziati in grassetto) nettamente di più, in altri un po' di meno.

Non ho madre né padre.
Pare ci sia un tempo regolamentare,
poi a un figlio non spettano più.
Lo chiamano È la vita.
Come spiegazione non mi basta.
Sono rimasto figlio, il padre di nessuno.
Da figlio vorrei qualche volta fare visita,
una telefonata, portare un regalo.
I loro compleanni
sono i giorni che guardo le fotografie.

Mi piacciono quelle con loro due giovani
e io neanche un’ipotesi.
Mi piace la loro vita prima del 1950.
Hanno una serietà ironia che non ho ricevuto.
Mi pento di avere dato via le loro scarpe.
Se tornano mi chiederanno conto
di non custodire la forma dei piedi,
la suola dei passi.
Quando li sogno non stanno più insieme,
vengono a turno in visita,
non parlano, si lasciano abbracciare.
Il tempo non mi abitua,
pure oggi è il giorno dopo
della separazione da quei due.
Solo quando mi succede un guaio
dico meglio così,
che non l’hanno saputo.

 [L'immagine con la citazione attribuita a Emily Dickinson che apre il post è tratta da DiLei]

domenica 8 dicembre 2024

Allora non sono l'unica fissata!

Il tema di quanto possa essere tutt'altro che immediato individuare la data di scadenza sulle confezioni degli alimenti mi preme talmente tanto – persino troppo, lo riconosco – che ne ho già parlato almeno tre volte su questo blog... ma questa sera ci ritorno; lo spunto me lo ha dato Lorenzo Baglioni, il quale oggi ha ripubblicato un suo video umoristico a tema...

... e qualcosa di analogo l'aveva fatto un mesetto fa il comico Federico Basso, che andrò a vedere il mese prossimo a teatro qua in zona.

P.S.: L'immagine che apre il post l'ho trovata sui social; non so se sia veritiera, nel senso che non posso essere certa che i due scatti si riferiscano allo stesso barattolo, però rende l'idea! :-)

sabato 7 dicembre 2024

È arrivato QUEL momento dell'anno

In questi giorni sui social va di moda condividere il proprio Wrapped 2024, ovvero il resoconto degli ascolti su Spotify nell'anno che sta per concludersi (in realtà mancano ancora più di 3 settimane, non capisco il perché di tutta questa fretta).

Per quanto mi riguarda, ho ascoltato Spotify per 10.439 minuti, il 23 aprile ho raggiunto il mio massimo con 126 minuti di ascolto – «Ma dove hai trovato il tempo?», mi ha chiesto il signor Spotify, il quale non ha idea di quanto ci metto ad andare e tornare dal lavoro in macchina – e ho ascoltato podcast per 8.497 minuti, quindi la maggior parte del tempo. Non ho avuto alcun imbarazzo nel condividere su Facebook la classifica dei miei podcast più ascoltati:

  1. Passa dal BSMT
  2. Ci vuole una scienza
  3. Non hanno un amico
  4. Indagini
  5. ONE MORE TIME di Luca Casadei

Però non me la sono sentita di condividere la classifica dei miei brani più ascoltati (palesemente condizionata dal fatto che come al solito ho ascoltato musica su Spotify soprattutto a ridosso del Festival di Sanremo, e che la versione gratuita non permette skip illimitati)...

  1. La noia di Angelina Mango
  2. Vai! di Alfa
  3. Ma non tutta la vita dei Ricchi e Poveri
  4. Click Boom! di Rose Villain
  5. Tutto qui di Gazzelle (questa manco mi ricordo come fa)

... e dei miei artisti più ascoltati.

  1. Elio e le Storie Tese
  2. Depeche Mode
  3. Ricchi e Poveri
  4. Alfa
  5. Loredana Bertè

Gli Elii li ho ascoltati in prossimità del Concertozzo, e i Depeche prima e dopo il concerto al Forum di Assago – non mi capacito che le loro posizioni in classifica non siano invertite – mentre la presenza in classifica della Bertè e dei Ricchi e Poveri proprio non me la spiego, e al termine del Wrapped mi sono dovuta pure sorbire un cringissimo videomessaggio del duo, fu trio, canoro che ringraziava noi "fan"!

A proposito di Wrapped, comunque la si pensi sul PD, trovo che usare quello schema per attaccare il governo Meloni sia stata una mossa parecchio azzeccata.

Ciao tu
È arrivato QUEL momento dell'anno. Il Wrapped del Governo Meloni 2024 è pronto. E tu?
In questa legge di bilancio hai tagliato un totale di 7,8 miliardi di euro agli Enti Locali
Nemmeno una strada gli fai sistemare, poi però è colpa loro. GENIO
Hai alzato le tasse fino al 56% di aliquota IRPEF che il ceto medio dovrà versare al fisco
Proprio le persone che avevi detto di voler sostenere... non ne sbagli una!
Sotto il tuo governo gli italiani che rinunciano a curarsi sono
4,5 milioni
È la conseguenza della tua decisione di smantellare la sanità pubblica. Metti giù le calcolatrici, che stai a fa' un casino!
Le tue liste d'attesa più lunghe
  1. 735 giorni per una ecodoppler cardiaca
  2. 677 giorni per una visita oculistica
  3. 612 giorni per una visita endocrinologica
  4. 426 giorni per una visita cardiologica
  5. 403 giorni per un elettrocardiogramma
Fonte: monitoraggio Federconsumatori
Hai accumulato ben
357392641861543...
minuti di ritardo sui trasporti pubblici
Far partire i treni in anticipo non vale!
Hai speso quasi
1 miliardo
dei contribuenti italiani – mica tuoi – per deportare 24 migranti in Albania, per poi doverli riportare in Italia
Nel frattempo tagli anche sull'accoglienza fatta bene in Italia. Ti prego, fermati!
I tuoi vice Tajani e Salvini hanno litigato almeno
37 volte
lo hanno capito anche i sassi che questa maggioranza è allo sbando
Forse è proprio ora di rimettere il paese nelle mani degli italiani, che dici?
Hai aumentato le pensioni minime di 1,80 euro al mese
neanche 2 caffè
Ma non avevi promesso di portarle a 1000 euro al mese?
Hai portato la cassa integrazione al
20%
Altro che "occupazione più alta dai tempi di Garibaldi"!

In conclusione, la dottoressa Alice Rotelli ha pubblicato una spiritosa versione medica del Wrapped 2024.

venerdì 6 dicembre 2024

I Got My Fake Tree!

Il fine settimana che sta per iniziare è quello in cui tradizionalmente si fa l'albero di Natale: il 7 dicembre, Sant'Ambrogio, a Milano e dintorni, e il giorno successivo, Immacolata Concezione, nel resto d'Italia. Quest'anno mi va di sfiga perché questi due giorni festivi consecutivi cadono di sabato e di domenica – l'azienda in cui lavoro, anche se non si trova a Milano città, si allinea al capoluogo o come si chiama adesso per la festa patronale – e quindi niente giorni di riposo extra... e quando oggi ho sentito una collega osservare che le festività non godute te le pagano di più avrei voluto strozzarla! ;-)

Domani, se non si mette a piovere prima del previsto, anche io e il mio compagno metteremo gli addobbi: le solite luminarie sulle piantine in giardino di fronte all'ingresso.

Probabilmente, se non hai preparato l'albero in anticipo come fanno in tanti – ne vedo in giro da novembre, se non addirittura da ottobre! – sei già pronto a farlo... ma qualora non lo fossi, eccoti alcuni spunti che potrebbero aiutarti nella scelta.

  • Un vecchio articolo de Il Post che risponde alla domanda: meglio comprare un albero di Natale vero o uno finto? Se si guarda alla sostenibilità ambientale, vince – a determinate condizioni – quello vero.
  • Le iniziative di IKEA per rendere più conveniente l'acquisto di un albero vero.
  • I Got My Fake Tree, parodia di I Want to Break Free dei Queen realizzata da Shirley Șerban.

P.S.: A proposito di alberi di Natale, il minialberello in fibra ottica che mi faceva compagnia da anni mi sta abbandonando: quando l'altro giorno l'ho collegato alla porta USB del PC ho notato che il led blu era defunto, seguito a stretto giro da quello verde; quando non è spento, il gingillo si illumina solo di rosso, come puoi vedere nella foto che apre il post. Ma stasera ho scoperto di aver vinto il set Albero di Natale LEGO al concorso dell'Esselunga, e sono contentissima! :-D

giovedì 5 dicembre 2024

L'anno della "neurogna"

Nell'episodio del suo podcast Morning uscito l'altroieri, Francesco Costa ha parlato tra le altre cose dell'articolo di Repubblica nel quale lo scrittore Francesco Piccolo si dissocia dalla scelta di brain rot, letteralmente "cervello marcio" (ma Matteo Bordone propone la traduzione alternativa "neurogna"), come Oxford Word of the Year, parola dell'anno.

Traducendo dalla fonte,

"Brain rot" è definito come «il presunto deterioramento dello stato mentale o intellettuale di una persona, specialmente visto come risultato di un consumo eccessivo di materiale (adesso in particolare contenuti online) considerato banale o poco stimolante. Anche: qualcosa caratterizzato come probabile causa di tale deterioramento».

Per l'utilizzo che faccio io della Rete, spero di essere al sicuro da questo rischio. Vero è che sono sempre più dipendente dallo smartphone (sul quale da oggi ho pure patente e tessera sanitaria)... E il risultato di questo test lo certifica in modo sconfortante!

[L'immagine che apre il post me la sono fatta disegnare da ChatGPT fornendogli in input il prompt «Please draw me a picture that visually represents the concept of "brain rot", chosen as Oxford Word of the Year 2024». In genere con "Chat" comunico in inglese perché trovo che nella maggior parte dei casi se la cavi molto meglio che in italiano]

mercoledì 4 dicembre 2024

Se la vista (non) m'inganna

Stasera pongo fine a quasi quarantott'ore di "astinenza" dal blog, solo per condividere tre immagini che magari conosci già, ma che messe insieme fanno ancora più effetto, non appena le si osserva con sufficiente attenzione; se necessario cliccaci sopra per ingrandirle.

Il vino che scorre fuori dalla bottiglia e finisce nel bicchiere ha sempre lo stesso colore.
Questi sono due cerchi perfettamente geometrici. [Ho tradotto il testo alla lettera, ma non sono sicura che sia italiano corretto, comunque il senso dovrebbe essere chiaro, NdC]
Questa è in realtà un'immagine in bianco e nero: un artista ha disegnato delle linee di griglia colorate, e il tuo cervello sta riempiendo i colori.