Nell'uscita della sua newsletter Edamame pubblicata alla vigilia del Black Friday con il titolo Questo Black Friday compra dei libri, Mattia Marangon ha richiamato il concetto di tsundoku.
“Toh, guarda questo libro in sconto, aspetta che lo aggiungo al carrello”.
Frase detta da me, in questi giorni di sconti, prima di girarmi e vedere la mia libreria brulicante di libri che sono là da anni e non ho mai letto.
Già, sono una di quelle persone che non legge tanto ma a cui piace il concetto di avere dei libri a disposizione per il futuro.
O meglio, questa è l’accezione positiva che ho sempre cercato di darmi, ignorando probabilmente le dinamiche di “FOMO letteraria“ e di accumulatore di libri.
Da quello che ho potuto vedere, però, l’acquisto compulsivo di libri è una cosa che accomuna un po’ tutti, uno di quei fatti che quando vieni a sapere pensi “viviamo tutti la stessa vita“.
Di recente mi sono imbattuto in un concetto giapponese che mi ha dato una nuova chiave di lettura.
“Tsundoku”, è un termine che descrive l’abitudine di acquistare libri e accumularli.
In Giappone ha un’accezione positiva: i libri sono simbolo di saggezza e cultura e quindi, anche solo averli e non leggerli, può essere vista come una forma di aspirazione intellettuale.
Adoro quando qualcosa mi fa cambiare prospettiva e mi spinge a leggere la stessa cosa in maniera differente: ecco così che una libreria piena di libri non letti non rappresenta un monumento alla procrastinazione, ma un piccolo santuario delle possibilità.
Taleb ha coniato un concetto che riprende lo Tsundoku giapponese, ossia l’”antibiblioteca”: una collezione di libri non letti sta a significare quanto ancora possiamo imparare.
È un atto di umiltà intellettuale che dichiara “non so ancora tutto, ma potrei saperlo un giorno”.
In una vita frenetica, questo concetto potrebbe essere una sorta di àncora di salvezza, un promemoria che non tutto deve essere una check-list da smarcare il più in fretta possibile.
“Tsundoku” in qualche modo è un inno alla calma consapevole, una tranquillità basata sul fatto che abbiamo tante possibilità a disposizione, una presa di coscienza che il nostro piede potenzialmente potrebbe essere messo in più scarpe.
Mi piace pensarla come una promessa che facciamo ai noi stessi del futuro, l’eredità di una calma che disperatamente cerchiamo in tutta la nostra vita e che possiamo ritrovare solo nelle piccole cose come questa.
O magari è solamente il prodotto del turbo-capitalismo, che ci fa sentire meno in colpa se durante il Black Friday compriamo un libro invece dell’ennesimo dispositivo tecnologico di cui non avevamo assolutamente bisogno.
Ok, forse sul finale ho rovinato tutto, ma in qualsiasi caso vi consiglio un po’ di Tsundoku in questi giorni di sconti.
Il punto di vista di Mattia Marangon mi ha fatto sentire meno in colpa per tutti i libri che ho comprato e non ho ancora letto... e pure per quelli che sono in procinto di passare dalla mia lista dei desideri al mio carrello Amazon; sto solo aspettando che arrivi l'agognata tredicesima, poiché per una serie di motivi il saldo del mio conto corrente non è mai stato così esiguo, che ansia!
Concludo condividendo i link a due articoli pubblicati su ilLibraio.it con un po' di idee regalo utili anche adesso che non ci sono più sconti (almeno in teoria):
- Libri “mattoni” da leggere: romanzi con tante pagine in cui immergersi (utile per le prossime vacanze di Natale, in cui mediamente dovremmo avere più tempo libero)
- Libri che si possono leggere in un giorno solo (più adatto a me che, anche quando il tempo ce l'ho, detesto dover interrompere ripetutamente la lettura di un libro che mi ha conquistata a causa di "impacci" come i pasti o il sonno ;-) )
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