Ricorreva ieri il venticinquesimo anniversario della scomparsa di Lucio Battisti, uno dei cantautori italiani più amati di sempre, morto a Milano per cause mai rese pubbliche il 9 settembre 1998 all'età di soli 55 anni. Io praticamente l'ho visto esibirsi solo "in differita", in programmi tipo Techetechete': ero davvero molto piccola quando si ritirò dalla scena pubblica, pur continuando a fare musica ma senza più raccogliere i successi degli anni '60 e '70, l'epoca della sua collaborazione con il paroliere Mogol.
Ieri Marino Bartoletti, giornalista sportivo ma anche grande appassionato di musica leggera, ha chiesto in un post «qual è secondo voi la canzone che lo rappresenta di più?». Non sapendo rispondere ho cominciato a ripassare il suo repertorio su Spotify, ma mi sa che non arriverò mai a una decisione. Il mio canto libero? Pensieri e parole? Emozioni? Con il nastro rosa? Fiori rosa, fiori di pesco? Mi ritorni in mente? Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi? Ancora tu? Una donna per amico? La canzone del sole? (L'ho lasciata volutamente per ultima perché, pur essendo popolarissima, mi fa pensare più che altro alle schitarrate con gli amici)
Nell'impossibilità di scegliere, mi limito a snocciolare alcuni ricordi musicali che mi viene spontaneo associare a Battisti.
- Gli Audio 2, i quali esordirono nel 1993 sfoggiando timbriche e sonorità tipiche del primo Battisti. Il primo loro brano che mi viene in mente? Alle venti.
- Battisti, primo singolo dei B-nario, tra i successi dell'estate 1994 («Esisti o non esisti?», te lo ricordi?).
- Mogol-Battisti, singolo cantato da Mina – che di Battisti è stata la musa ispiratrice nei primi anni '70, e successivamente ha fatto la sua stessa scelta di ritirarsi dalle scene – e Andrea Mingardi, uscito nel 2006.
- L'acqua al deserto, singolo di Leda Battisti la quale, pur avendo in comune con il cantautore il cognome e il luogo di nascita (Poggio Bustone), a quanto pare non aveva con lui alcun legame di stretta parentela ma solo degli ascendenti in comune, l'ho appena scoperto.
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