A differenza di certi miei "facciamici" che vengono periodicamente quanto temporaneamente limitati nella loro attività su Facebook a causa di qualche contenuto in qualche modo critico che hanno pubblicato o condiviso, io non ho mai subìto un vero e proprio blocco... ma ultimamente sul social di Mark Zuckerberg sono incappata in due situazioni che mi hanno dato da pensare.
Il 22 agosto scorso avevo pubblicato in un gruppo di cui faccio parte – non l'ho fatto sulla mia bacheca per ragioni che dovrebbe essere facile comprendere – il seguente post.
Un mio cugino ha condiviso il post di un altro cugino — non è un modo di dire, fanno parte entrambi del ramo paterno-siculo della mia famiglia — che riporta il testo seguente.
«Giusto in caso di avviso: un avvocato ci ha consigliato di postare questo. La violazione della privacy può essere punita dalla legge. NOTA: Facebook Meta è ora un ente pubblico. Tutti i membri devono pubblicare una nota come questa. Se non pubblichi un comunicato almeno una volta, si capisce tecnicamente che stai consentendo l'uso delle tue foto, così come le informazioni contenute negli aggiornamenti di stato del tuo profilo.
DICHIARO CHE NON DO A FACEBOOK META IL MIO PERMESSO DI USARE NESSUNO DEI MIEI DATI O FOTO PERSONALI.
Copia e incolla, non condividere. Sto ricevendo più post pubblicitari di vendita che post degli amici. Tieni il dito ovunque in questo post e clicca su ′′ copia ". Vai alla tua pagina dove dice "A cosa stai pensando. " Tocca il dito ovunque nel campo vuoto. Clicca incolla. Questo aggiorna il sistema.»
Che je dico?
Ieri sera mi è arrivata una notifica per informarmi che...
Facebook ha aggiunto un avviso al tuo post e lo ha spostato più in basso nel feed.
Cosa è successo
Fact-checker indipendenti hanno controllato le informazioni contenute in un post che hai condiviso e hanno dichiarato che corrispondono a false. Facebook ha aggiunto un avviso al post e lo ha spostato più in basso nel feed.
No, non è necessario pubblicare un messaggio sulla privacy di Facebook
Facta è certificato dall'International Fact-Checking Network. Scopri di più
Cosa puoi fare
Se ritieni che abbiamo commesso un errore, puoi richiedere un controllo. Se elimini il tuo post o se il tuo post è stato rimosso da Facebook, non potrai richiedere un controllo.
I post delle persone che condividono ripetutamente informazioni false potrebbero essere spostati più in basso nel feed, in modo che sia meno probabile che gli altri li vedano.
Potresti avere il diritto di impugnare la nostra decisione nei tribunali del tuo Paese. Potresti anche rivolgerti a un organismo di risoluzione delle controversie certificato.
Perdindirindina!!!
Ancora... l'altroieri mi sono imbattuta in questo post di Mario Calabresi dedicato ad alcune incantevoli località del mio adorato Abruzzo.
In conclusione il giornalista ricordava che «La storia completa è stata inviata ieri agli iscritti alla mia #newsletter #altrestorie. Ci si iscrive gratuitamente con un clic su mariocalabresi.com/newsletter».
Io purtroppo non ero più iscritta alla newsletter; lo ero stata tempo fa, ma poi avevo annullato l'iscrizione non riuscendo a stare appresso a tutta la posta che ricevevo. A quel punto mi sono reiscritta ma, non capendo se e come fosse possibile recuperare gli arretrati, ho condiviso il post nel gruppo Viaggiando Abruzzo, dove la pubblicazione è soggetta all'approvazione degli amministratori, chiedendo se qualcuno poteva condividere il testo completo. Subito dopo mi è arrivata la notifica che il mio post era stato rifiutato perché una delle regole del gruppo è che «I link esterni verso altri siti, pagine facebook, profili di altri social NON sono ammessi». Ho eliminato il link al post di Calabresi e pure gli hashtag, limitandomi a scrivere che ero interessata al testo della sua newsletter su Rocca Calascio, e stavolta il post non è stato rifiutato immediatamente, ma è rimasto in sospeso per ore in attesa di chissà cosa.
Per fortuna, nel frattempo avevo avuto l'idea di porre la stessa domanda nei commenti al post di Calabresi, una mia amica ed ex collega ha letto il mio commento e mi ha inoltrato l'uscita della newsletter – alla quale è evidentemente iscritta, oltre a seguire Calabresi – per posta elettronica. Tutto è bene quel che finisce bene: il post era veramente notevole! :-)
(Ho appena scoperto che adesso è disponibile anche sul sito di Calabresi con il titolo La sfida di restare; avrei dovuto prevedere che prima o poi lo sarebbe stato come gli altri precedenti)
Osservazioni sparse:
RispondiElimina- i Factcheckers sono un’assurdità: semplicemente spesso alcune affermazioni non sono verificabili, non esiste nessuna verità assoluta specialmente sugli argomenti più controversi.
- i Factcheckers indipendenti non esistono: rispondono a chi li paga. Spesso sono solo una forma ipocrita di censura.
- io lasciai FB uno o due anni fa (non ricordo) e devo dire che sto meglio: non mi faccio cattivo sangue a osservare la progressiva censura e ho guadagnato un sacco di tempo che prima perdevo a scorrere come un babbeo la mia bacheca magari lasciando commenti che nessuno avrebbe letto.
Da questo punto di vista è interessante osservare lo scarso successo di Threads: un clone di Twitter che non offre nuove funzionalità aggiuntive ma in più è fortemente censurato.
Se ne ricava che le persone, potendo scegliere, preferiscono non essere censurate: neppure da FactCheckers indipendenti!
Quello che è capitato a me è un esempio tipico del fatto che la censura di Facebook è abbastanza stupida: io ho condiviso quel testo (che non sarà falso al 100% ma quasi) con un intento critico, e sono stata "punita" come se l'avessi spacciato per una verità assoluta. Oltretutto la dicitura "Fact-checker indipendenti" mi provoca una certa inquietudine...
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