lunedì 10 ottobre 2016

Viva gli sposi!

Nella splendida cornice del Palazzo dei Duchi d'Acquaviva, che ospita il Municipio di Atri, si è celebrata ieri l'unione civile fra lo stilista teramano Filippo Flocco e l'imprenditore atriano Carmine Pavone, a suggello di una relazione più che ventennale. È stato il sindaco Gabriele Astolfi a dare esecuzione al decreto attuativo della legge Cirinnà. Ospite d'onore Stefania Pezzopane, che si è battuta in Senato a favore della legge che promuove le unioni civili.
La giornalista Lilli Mandara riferisce che i due avrebbero voluto sposarsi [vabbè, a rigore non si dovrebbe chiamare matrimonio, ma per chi lo contrae è come se lo fosse... e oltretutto ho conosciuto anche coppie etero che dopo lunghe convivenze si definivano sposate a tutti gli effetti pur non essendolo davanti alla legge] a Teramo, ma il sindaco del capoluogo Maurizio Brucchi ha detto che non se la sentiva. A lui si potrebbero destinare le stesse parole che Luciana Littizzetto ha rivolto al sindaco di Favria (TO) Serafino Ferrino, il quale ha dichiarato che non celebrerà unioni civili né delegherà nessuno a farlo in sua vece, perché è contro i suoi principi.
Comunque signor sindaco, ci siamo fatti un mazzo così per questa legge sulle unioni civili, poi arriva lei ben bello e dice “no, io non la voglio, a me fa schifo, non mi piace”. Ma le leggi dello Stato si chiamano leggi dello Stato perché riguardano tutto lo Stato, non mi risulta che Favria sia una regione a statuto speciale, una monarchia e lui sia il Re di Favria! Cioè se a un cuoco non piacciono i fagiolini, deve portarli lo stesso al tavolo anche se non gli piacciono. Che te frega, se non ti piacciono portaglieli lo stesso, li mangeranno loro, mica li mangi tu.
Caro sindaco, ha presente quella fascia tricolore… non vuol dire che l’hanno convocata in nazionale… vuol dire che deve applicare le leggi e farle rispettare anche se non le condivide, tutto qui. Lo so in Italia ci sono le leggi, è una seccatura ma questo è quanto! Faccia una cosa, prenda questa fascia, se la metta intorno agli occhi e poi dice “vuoi tu sposare il qui presente Francesco nella buona e cattiva sorte…” e si leva il problema. Anche perché potrebbe incorrere nel reato di omissione e rifiuto di atti di ufficio da parte di pubblico ufficiale.
Già, le unioni civili non rientrano mica nei casi in cui la legge prevede l'obiezione di coscienza... Ma in fondo, dal punto di vista degli sposi, immagino che sia andata nel migliore dei modi. Non credo esistano coppie che, potendo finalmente coronare il loro amore dopo anni di attesa, hanno piacere che a prendersi in carico un momento così unico sia qualcuno che lo fa obtorto collo, solo perché deve, ma sotto sotto le scruta con aria di superiorità se non con vero e proprio disprezzo. Mentre ad accogliere Filippo e Carmine è stato un sindaco disposto a spendere per loro queste belle parole.
Quello che si celebra oggi non è un semplice rito, ma una conquista civile. Carmine e Filippo non hanno nascosto il loro amore, lo hanno vissuto a viso aperto e hanno lottato perché il diritto alla loro unione ci fosse.
L'Italia è un paese che arriva spesso in ritardo, i diritti fondamentali vengono riconosciuti solo dopo dure e lunghe battaglie, come il voto alle donne, arrivato solo settant'anni fa, molto dopo paesi come Ungheria, Ucraina e Armenia per fare degli esempi.
La legge Cirinnà ha dato la possibilità a coppie dello stesso sesso di unirsi civilmente e oggi, grazie a questa conquista, Carmine e Filippo aggiungono un tassello importante al loro amore e alla loro vita.
Sono particolarmente emozionato, per la consapevolezza che in questa antica e nobile città viene applicato per la prima volta il nuovo istituto giuridico, ma soprattutto per l'amicizia e l'affetto che mi lega a Carmine da sempre. Oggi per lui e Filippo si realizza un sogno, per la nostra cittadina si pone un tassello di crescita culturale e sociale.

1 commento:

  1. La strada per uscire dalla nostra atavica arretratezza è ancora lunga, ma piano piano...

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