Non mi dilungo oltre sulla presunta dinamica dell'accaduto perché questa vicenda presenta parecchi punti oscuri da chiarire, e mi auguro di cuore che la verità che emergerà dalle indagini non sia spiacevole come è sembrato finora, anche se purtroppo niente e nessuno potrà riportare in vita la donna e i due bambini. Comunque, a prescindere da come sono andate realmente le cose, la morte di Valentina Milluzzo ha riacceso la polemica sull'obiezione di coscienza, che per i professionisti sanitari è prevista per l'interruzione volontaria di gravidanza (l'avvocato Daniele Minotti ha riepilogato cosa prevede la legge al riguardo). Mi limito a copincollare da Wikipedia:
Il professionista sanitario, anche se obiettore, non può invocare l'obiezione di coscienza qualora l'intervento sia indispensabile per salvare la vita della donna in imminente pericolo (esempio: donna che giunge presso il pronto soccorso ospedaliero con grave emorragia in atto a causa di un aborto clandestino: il medico, anche se obiettore, ha in tale situazione l'obbligo di portare a termine la procedura di aborto se questo è indispensabile per salvare la vita della donna).... e inoltre:
Il SSN è tenuto a assicurare che l'IVG si possa svolgere nelle varie strutture ospedaliere deputate a ciò, e quindi qualora il personale assunto sia costituito interamente da obiettori dovrà supplire a tale carenza in modo da poter assicurare il servizio, ad es. tramite trasferimenti di personale.Invece, fino a prova contraria, nel reparto dove è morta Valentina Milluzzo – tralasciando per il momento il fatto che lei e suo marito quei bambini li volevano eccome, e che al limite si sarebbe potuto trattare di aborto terapeutico – di medici non obiettori non ne era presente neanche uno.
Per quanto mi riguarda non posso far altro che difendere il diritto all'obiezione di coscienza: tra i punti fermi della professione medica dovrebbe esserci l'impegno a perseguire la difesa della vita e a non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona (cit. versione moderna del giuramento di Ippocrate), e credo che l'aborto, a prescindere dalle convinzioni etiche e religiose individuali, vada in direzione contraria a tali principi. Inoltre trovo che la battuta di @ItsCetty che puoi vedere qui accanto, per brillante che possa sembrare, non stia in piedi: non ha senso mettere sullo stesso piano il medico che si sottrae all'atto di porre fine alla vita di una creatura con il cameriere che si rifiuta di servire una pietanza che a lui non aggrada (semmai, quest'ultimo si potrebbe paragonare al sindaco che si rifiuta di celebrare le unioni civili). Sempre a proposito di obiezione di coscienza, mi pare giusto che, all'epoca del servizio militare obbligatorio, chi non ammetteva l'uso delle armi potesse optare per il servizio civile sostitutivo. Ma al tempo stesso non posso fare a meno di domandarmi perché mai, con tutte le millemilasettordici specializzazioni che esistono, chi si è laureato in Medicina dopo l'entrata in vigore della legge 194 del 1978 debba a tutti i costi specializzarsi proprio in Ginecologia e Ostetricia se ha intenzione di avvalersi dell'obiezione di coscienza, ben sapendo fin dall'inizio che eserciterà il suo ruolo in maniera incompleta. Almeno andasse a lavorare nel privato... Certo, il pubblico impiego fa gola a tutti...
Buonasera.
RispondiEliminaAnzitutto, un pensiero per la donna, per le sue due creature e tutti i parenti.
Ringrazio per la citazione, ho reso pubblico il mio post che era soltanto un tentativo di fare chiarezza su un argomento che si presta a facili e feroci speculazioni.
Daniele Minotti
Grazie a te... Non mi ero nemmeno resa conto che il post non era pubblico, comunque ha meritato di diventarlo!
EliminaDevo riconoscere che, se cosi' si puo' dire, ha riscosso un certo successo.
EliminaCredo sia la prova che in molti pensiamo che sull'argomento ci sia molta ignoranza.
E anche se il tema puo' non riguardarci personalmente, credo non si possa trascurarlo.
Ciao ancora.