Sarà che sono andata a vivere in campagna – ah ah, ah ah – ma tante cimici come quest'anno non le avevo mai viste. Anzi, mi correggo, a quanto pare il fenomeno interessa anche le città, e si è rivelato così insolitamente allarmante che se ne sono occupati pure i giornali, come ad esempio La Stampa. A quanto pare siamo alle prese con una nuova temibile specie di origine asiatica (aspetto con ansia una ferma presa di posizione al riguardo da Matteo Salvini ;-) ). E non sembra ci sia un metodo infallibile per debellare il maleodorante insetto, tantomeno i rimedi naturali elencati qui: si può solo confidare nell'arrivo del freddo... e gli aficionados del #teamestate non me ne vogliano se ho una ragione in più per aspettarlo! ;-) Per il momento mi consolo pensando che per la gente come me le cimici rappresentano tutto sommato un fastidio tollerabile, mentre sarà il settore agricolo a risentirne sul serio... e di conseguenza l'economia e noi consumatori, per cui... magra consolazione. :-/ Non mi rimane che pormi la domanda che mi sono già posta riguardo alle zanzare e ad altre specie animali "moleste": a cosa servono le cimici? A questo ha già risposto l'entomologo.
[L'immagine che apre il post – la cimice in dialetto abruzzese è detta scardapuzza, e in inglese bed bug – è tratta da Lu salabbarije de lu cafone]
Nessun commento:
Posta un commento