Nel post di oggi torno rapidamente sull'argomento "genitori disposti a farsi in quattro per i figli che hanno problemi a scuola", e in particolare su un diverso aspetto della questione: ragazzini che non sono in grado di fare da soli i compiti a casa, e perciò chiedono aiuto a mamma e papà, i quali spesso ne sono capaci ancor meno di loro.
L'altro giorno è uscito su La Stampa un articolo nel quale il giornalista Mattia Feltri, figlio d'arte – suo padre è il più noto Vittorio – e papà di Benedetta, iscritta al primo anno della scuola secondaria di primo grado (quelle che ai miei tempi si chiamavano "le medie"), raccontava di dover sacrificare parte del suo tempo libero per aiutare la pargola a fare i compiti, da lui rappresentati come complicatissimi. Vabbè che ho qualche anno meno di Feltri junior e quindi "le medie" non sono per me un ricordo così lontano, ma mentre leggevo l'articolo trovavo che le consegne assegnate a Benedetta non fossero poi così ostiche, anzi. [Io ricordo di averli fatti quasi sempre da sola, i compiti, fin dalle elementari. E non ero una bambina prodigio, anche se sotto sotto mi piace pensarlo... ;-)]
A Mattia Feltri hanno replicato due blogger che di mestiere fanno gli insegnanti proprio alle "medie": Galatea e Leonardo. Il succo dei loro post si può riassumere come segue: «Se questo papà lasciasse che la figlia si arrangi da sola, ne trarrebbero beneficio tutti, a cominciare da lei stessa...».
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