Oggi pomeriggio sono andata al cinema a vedere Lui è tornato (il titolo è la traduzione fedele dell'originale tedesco Er ist wieder da), adattamento cinematografico, per la regia di David Wnendt, dell'omonimo bestseller satirico scritto da Timur Vermes. Il film è disponibile dal 9 aprile sul sito di streaming on demand Netflix – tramite il quale avrei potuto vederlo gratis, non avendo ancora sfruttato il mese di abbonamento gratuito... ma finché posso preferisco tenermene alla larga, perché pare che crei dipendenza ;-) – e sarà nelle sale fino a dopodomani, all'Arca dove l'ho visto io solo oggi e domani, al costo di 10 euro... che mi pare un tantinello esoso, se devo essere sincera.
Ma veniamo al sodo: questo film non esito a definirlo geniale, almeno dal mio umile punto di vista. Protagonista è nientepopodimenoché Adolf Hitler, da tutti creduto morto suicida nel 1945, che invece si risveglia nella Berlino del 2014 e si trova catapultato in un mondo assai diverso da quello che ricordava. Lo vedremo costretto a fare i conti con la realtà, oltre che alle prese con le diavolerie tecnologiche dei giorni nostri: computer, internet, YouTube. E i tedeschi del ventunesimo secolo, come reagiscono trovandosi davanti il Führer in persona? Beh, è presto detto: nessuno, ma proprio nessuno, gli crede quando sostiene di essere "quell'"Adolf Hitler, ma tutti lo prendono per un suo sosia/imitatore/comico... e in quanto tale gli si aprono le porte di un inaspettato successo televisivo.
Il film è, come dicevo, geniale e a tratti spassoso – da non perdere la scena palesemente ispirata a quella de La caduta che è stata oggetto di tante parodie – ma il duplice finale lascia un bel po' di amaro in bocca: si può ben dire che, se nella realtà Hitler è morto nel 1945, certe sue idee sono ancora vive e vegete. :-( Per questo è importante riflettere e non dimenticare ciò che è stato.
A proposito di opere ispirate al nazifascismo, quando sono stata al Pescara Comix & Games mi sono accaparrata una copia del primo numero di Quando c'era LVI – dove con LVI si intende Benito Mussolini – il fumetto satirico di Stefano Antonucci (soggetto e disegni), Daniele Fabbri (soggetto e sceneggiatura) e Mario Perrotta (colori) salito purtroppo agli "onori" delle cronache quando lo stand della sua casa editrice Shockdom al Romics è stato vandalizzato dai militanti di CasaPound. E già, per i neofascisti LVI – «Il Fascismo storico [...] fece ampio uso della simbologia classica dell'antica Roma: esempi ne furono [...] l'utilizzo della lettera "V" in luogo della "U"» (cit.) – non si tocca... :-/
Se sei interessato a Quando c'era LVI – il volume due uscirà il 15 luglio – cercalo in edicola o, se vuoi andare a colpo sicuro, nelle fumetterie.
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