martedì 11 gennaio 2022

Che grande dispiacere

La notizia della morte di David Sassoli, che ho appreso questa mattina al mio risveglio, mi ha riempita di una tristezza indicibile per tutta la giornata. Era noto da ieri che l'ex giornalista, impegnato da oltre un decennio in politica a tempo pieno, si trovava ricoverato in ospedale in gravi condizioni, ma io speravo con tutto il cuore che si riprendesse, e non mi sarei mai aspettata che la situazione potesse precipitare così rapidamente. Soltanto oggi mi sono resa davvero conto che lui sarebbe stato uno dei pochissimi che avrei visto con favore come successore di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica italiana. Il detto «Sono sempre i migliori quelli che se ne vanno» non è solo un'ipocrita frase fatta; nel suo caso credo che lo si possa affermare a ragion veduta. Un uomo perbene come ormai se ne trovano pochi, distinto e affascinante (che non guasta), autorevole a livello internazionale, e soprattutto ricco di umanità e solidarietà in un mondo incapace di guardare al di là del proprio orticello; oggi ho letto un sacco di testimonianze commoventi in tal senso.

Meno di un mese fa l'esponente PD aveva annunciato la decisione di non ricandidarsi alla presidenza del Parlamento europeo per non rischiare di dividere il fronte europeista, e all'epoca stentai a credere che una figura come la sua potesse risultare in qualche modo divisiva. In realtà pare che il presidente francese Emmanuel Macron avesse effettivamente posto il veto su di lui, ma adesso ho l'atroce dubbio che il passo indietro di Sassoli sia stato dettato (anche) dall'amara consapevolezza che forse non gli restava più molto da vivere. Soffriva da tempo di gravi problemi di salute, purtroppo, eppure quegli idioti dei no-vax non si sono lasciati sfuggire l'occasione di dare la colpa al vaccino.

[La foto che apre il post, pubblicata il 9 novembre 2019 in occasione del trentesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino, immortala la partecipazione di Sassoli a quell'evento epocale.]

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