Oggi in tanti abbiamo condiviso sui social la desolante foto dell'arrivo in Italia della salma del giornalista Antonio Megalizzi, rimasto vittima dell'attentato terroristico di Strasburgo. Ad accoglierla, insieme ai familiari del giovane, c'era soltanto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, oltre al ministro per i rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, non proprio una figura politica di primissimo piano.
Condividendo la foto su Facebook ho commentato con amarezza che evidentemente Matteo Salvini e Luigi Di Maio avevano di meglio da fare... al che un mio amico ha osservato che avrebbe potuto/dovuto andarci almeno Giuseppe Conte. E io gli ho risposto sarcastica: «Ah già, hai ragione, in effetti sarebbe lui il presidente del consiglio [minuscole intenzionali, NdC]... Chissà perché tendo a dimenticarmene!». Vorrei sperare che un'assenza così clamorosa influisse negativamente sulla popolarità del governo... ma temo invece che quelli là si siano fatti i loro conti, e abbiano stabilito che presenziando all'evento avrebbero ricavato in termini elettorali un tornaconto trascurabile, se non addirittura negativo: del resto, con tutta la brutta gente che c'è in giro, non mi stupirei più di tanto, purtroppo.
Il senso dell'(in)opportunità di Matteo Salvini è davvero notevole: l'altro giorno lui, che è tifoso del Milan, si è fatto fotografare mentre abbracciava l'ultrà rossonero Luca Lucci, con alle spalle una condanna per droga. Ma non basta: se lo spaccio di droga è un crimine odioso, dal mio punto di vista lo è ancora di più fare del male con le proprie mani a una persona, rendendola invalida e disperata a tal punto da arrivare al suicidio. È questo che Luca Lucci ha fatto, e per motivi assurdamente futili. A raccontare le "gesta" del personaggio ci hanno pensato fra gli altri Giulio Cavalli su Left e Giuseppe Colella (citato da Lucio Di Gaetano) su Facebook.
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