Quasi otto mesi dopo questo post – all'epoca il coronavirus dilagava in Italia da due settimane, e per quanto io sia pessimista, se mi avessero detto che a novembre saremmo stati messi così, non ci avrei creduto – torno a parlare di quanto sia attuale il romanzo storico I promessi sposi e di come il suo autore Alessandro Manzoni fosse in grado di tratteggiare certi aspetti dell'animo umano con un acume che travalica i secoli.
Ieri Mitì Vigliero ha condiviso un tweet di Roberto Ticci contenente un video del monologo di don Ferrante – interpretato da Sergio Tofano alias Sto, poliedrico artista che come fumettista creò il personaggio del Signor Bonaventura – intento a negare con dovizia di argomentazioni (pseudo)scientifiche la peste in una scena della miniserie televisiva del 1967 diretta da Sandro Bolchi.
Il monologo di Don Ferrante che nega la peste ne I Promessi Sposi. E poi ditemi che Manzoni non era un genio. pic.twitter.com/iL7Hyo0hoQ
— Roberto Ticci (@robtic58) October 30, 2020
Dice adunque che, al primo parlar che si fece di peste, don Ferrante fu uno de’ più risoluti a negarla [...].
“In rerum natura,” diceva, “non ci son che due generi di cose: sostanze e accidenti; e se io provo che il contagio non può esser nè l’uno nè l’altro, avrò provato che non esiste, che è una chimera. [...] Le sostanze materiali sono, o semplici, o composte. Ora, sostanza semplice il contagio non è; e si dimostra in quattro parole. Non è sostanza aerea; perchè, se fosse tale, in vece di passar da un corpo all’altro, volerebbe subito alla sua sfera. Non è acquea; perchè bagnerebbe, e verrebbe asciugata da’ venti. Non è ignea; perchè brucerebbe. Non è terrea; perchè sarebbe visibile. [...]
“La c’è pur troppo la vera cagione,” diceva; “e son costretti a riconoscerla anche quelli che sostengono poi quell’altra così in aria... La neghino un poco, se possono, quella fatale congiunzione di Saturno con Giove. [...] E tanto affannarsi a bruciar de’ cenci! Povera gente! brucerete Giove? brucerete Saturno?”
His fretus, vale a dire su questi bei fondamenti, non prese nessuna precauzione contro la peste; gli s’attaccò; andò a letto, a morire, come un eroe di Metastasio, prendendosela con le stelle.
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