domenica 1 novembre 2020

Don Ferrante, antesignano dei negazionisti

Quasi otto mesi dopo questo post – all'epoca il coronavirus dilagava in Italia da due settimane, e per quanto io sia pessimista, se mi avessero detto che a novembre saremmo stati messi così, non ci avrei creduto – torno a parlare di quanto sia attuale il romanzo storico I promessi sposi e di come il suo autore Alessandro Manzoni fosse in grado di tratteggiare certi aspetti dell'animo umano con un acume che travalica i secoli.

Ieri Mitì Vigliero ha condiviso un tweet di Roberto Ticci contenente un video del monologo di don Ferrante – interpretato da Sergio Tofano alias Sto, poliedrico artista che come fumettista creò il personaggio del Signor Bonaventura – intento a negare con dovizia di argomentazioni (pseudo)scientifiche la peste in una scena della miniserie televisiva del 1967 diretta da Sandro Bolchi.

Il video riporta abbastanza fedelmente, anche se con inevitabili tagli, il testo manzoniano che chiude il capitolo XXXVII.
Dice adunque che, al primo parlar che si fece di peste, don Ferrante fu uno de’ più risoluti a negarla [...].
“In rerum natura,” diceva, “non ci son che due generi di cose: sostanze e accidenti; e se io provo che il contagio non può esser nè l’uno nè l’altro, avrò provato che non esiste, che è una chimera. [...] Le sostanze materiali sono, o semplici, o composte. Ora, sostanza semplice il contagio non è; e si dimostra in quattro parole. Non è sostanza aerea; perchè, se fosse tale, in vece di passar da un corpo all’altro, volerebbe subito alla sua sfera. Non è acquea; perchè bagnerebbe, e verrebbe asciugata da’ venti. Non è ignea; perchè brucerebbe. Non è terrea; perchè sarebbe visibile. [...]
“La c’è pur troppo la vera cagione,” diceva; “e son costretti a riconoscerla anche quelli che sostengono poi quell’altra così in aria... La neghino un poco, se possono, quella fatale congiunzione di Saturno con Giove. [...] E tanto affannarsi a bruciar de’ cenci! Povera gente! brucerete Giove? brucerete Saturno?”
His fretus, vale a dire su questi bei fondamenti, non prese nessuna precauzione contro la peste; gli s’attaccò; andò a letto, a morire, come un eroe di Metastasio, prendendosela con le stelle.

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