martedì 30 settembre 2014

Fiabe per piccole donne moderne

Mi tocca stare a casa malata ancora per qualche giorno, ahimè – in attesa di una diagnosi sicura al 100%, mi avvalgo della normativa sulla privacy ;-) – e per aiutarmi a passare il tempo un'amica mi ha mandato via WhatsApp due spiritose storielle.
Una donna sta passeggiando in un bosco alla ricerca di funghi, quando s'imbatte in un'antica lampada ad olio; inizia subito a strofinarla e appare il Genio.
«Posso avere i miei tre desideri?».
«No. A causa dei cattivi tempi, della recessione, della globalizzazione, dell'inflazione, degli scioperi e di tutte le altre menate mondiali, oggi come oggi posso offrirti un solo desiderio da esaudire».
La donna allora prende una cartina geografica e dice: «In tal caso, vorrei la pace in Medio Oriente. Vedi questa cartina? Vorrei che questi Paesi la smettessero di farsi la guerra!».
Il Genio butta un occhio alla cartina e sbotta: «Ma accidenti, questi paesi sono in guerra da tempi lontanissimi! Non credo di poterci fare niente, sono potente ma non così tanto! Assolutamente niente da fare. Non pensarci neppure! Neanche se chiedessi l'aiuto del mio Maestro potrei riuscire a realizzare questo desiderio. Lascia perdere! Dai, chiedimi qualche altra cosa».
La donna ci pensa un po', e poi dice: «Non sono mai riuscita a trovare l'uomo giusto: un uomo sensibile e affettuoso, colto ed intelligente, che mi faccia ridere, che mi rispetti, che sappia capirmi e sostenermi, che sia un amante premuroso e mi riempia di complimenti, che mi faccia sentire bella e desiderata, che non passi tutto il tempo a guardare il calcio in tv, che mi porti ogni giorno la colazione a letto e che non mi tradisca...».
E il genio sospirando: «... Dai qua, fammi rivedere un po' quella c***o di cartina...!».
E poi...
LA FAVOLA CHE AVREBBERO DOVUTO RACCONTARCI DA PICCOLE:
C'era una volta, in un paese lontano lontano, una bellissima principessa, indipendente e sicura di sé.
Mentre stava seduta sulle sponde di un laghetto incontaminato, in un prato verde vicino al suo castello, incontrò una rana.
La rana le saltò in grembo e disse: «Elegante Signora, io ero un bel principe finché una strega cattiva non mi fece un incantesimo. Un bacio da te, comunque, ed io ritornerò ad essere il bel principe che sono. E poi, dolcezza, noi ci potremo sposare e mettere su casa nel tuo castello, insieme a mia madre, dove tu potrai cucinare per me, lavare i miei vestiti, portare nel tuo grembo i miei figli ed esserne per sempre grata».
Quella sera, mentre cenava beatamente con gambe di rana saltate in padella, con vino bianco ed una salsa di cipolle, la principessa ridacchiava e pensava tra sé:
«COL C***O!!!».
Beh, a me queste favolette hanno fatto sorridere... anche perché ormai ho fiducia di poter aspirare e sperare in qualcosa di meglio! :-)

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