Cominciamo dalla prima foto, pubblicata sul diario di Paesaggi d'Abruzzo: essa raffigura il lago di Pietranzoni, quello che giorni fa sono andata a fotografare in notturna a Campo Imperatore, con sullo sfondo il Gran Sasso impreziosito dal fenomeno dell'enrosadira.
Secondo Wikipedia, l'enrosadira – che deriva dalla parola ladina rosadüra o enrosadöra – è «il fenomeno per cui la maggior parte delle cime delle Dolomiti assumono un colore rossastro, che passa gradatamente al viola, soprattutto all'alba e al tramonto. [...] Questo fenomeno è dovuto alla composizione delle pareti rocciose delle Dolomiti (formate dalla dolomia contenente dolomite, un composto di carbonato di calcio e magnesio). Esso è particolarmente noto nelle sere d'estate, quando l'aria è particolarmente limpida e il sole lucente cala a occidente. [...] Questo fenomeno può verificarsi anche sul Gran Sasso d'Italia», appunto. Ma il fenomeno, oltre alla spiegazione scientifica, ne prevede anche un'altra, senza dubbio più suggestiva...
La leggenda di Re Laurino, un re dei nani che aveva sul Catinaccio uno splendido giardino di rose (il significato della parola tedesca Rosengarten è appunto giardino di rose), offre una spiegazione alternativa e suggestiva al fenomeno.E passiamo alla foto del giorno di National Geographic, la quale raffigura un pirocumulonembo causato dal fumo degli incendi nell'Oregon meridionale.
Un giorno il principe del Latemar, incuriosito dalla vista delle rose, si inoltrò nel regno di re Laurino, ne vide la figlia Ladina, se ne innamorò e la rapì per farne la sua sposa. Laurino, disperato, lanciò una maledizione sul suo giardino di rose, colpevole di aver tradito la posizione del suo regno: né di giorno né di notte alcun occhio umano avrebbe potuto più ammirarlo. Laurino dimenticò però il tramonto quando, ancora oggi, il giardino e i suoi colori divengono visibili ed apprezzati.
Se vuoi saperne di più, ti rimando a due voci di Wikipedia: Tempesta di fuoco (in italiano) e Pyrocumulonimbus cloud (in inglese).
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